martedì 22 gennaio 2019

Il North American YF-107A “Man eater” (mangiatore di uomini)



Il North American YF-107A  “Man eater” (mangiatore di uomini) era un caccia bombardiere mono-motore a getto prodotto in pochi esemplari dall'azienda statunitense North American Aviation alla fine degli anni cinquanta. Sviluppo del precedente caccia North American F-100 Super Sabre, venne progettato per rispondere ad una specifica emessa dalla United States Air Force ma nelle valutazioni finali gli fu preferito il Republic F-105 Thunderchief.



Alla fine degli anni '50, l'aviazione nordamericana aveva due progetti di caccia da combattimento di grande successo. Il primo era l'F-86 Sabre. Basato sul motore J-47, avrebbe potuto diventare supersonico con modifiche non molto profonde. L'F-86 si distinse nella guerra di Corea con un rapporto di abbattimenti e vittorie di 14 a 1 rispetto al MiG-15. L'F-100 Super Sabre era un F86 Sabre migliorato costruito attorno al nuovo motore J-57. L'F-100 è stato il primo caccia dell’USAF ad andare in volo livellato supersonico. Il Super Sabre continuò a distinguersi in Vietnam, dove si guadagnò il soprannome di "The Hun”.
Il successivo passo logico era un jet da combattimento che poteva far volare a Mach 2 in volo orizzontale. L'introduzione del più grande motore J-75 reso possibile un caccia da  Mach 2, almeno sulla carta. La società North American iniziò a lavorare su un tale progetto con la denominazione F-100B. Sia l'F-86 che l'F-100 avevano la loro presa d'aria nella parte anteriore del velivolo. L'F-100B iniziò con questo progetto, ma presto si scoprì che un nuovo grande radar aveva bisogno di più spazio nel naso. Di conseguenza, la NAA spostò le prese d'aria sotto la fusoliera.



Un certo numero di eventi accadde a metà del 1954. In primo luogo, l'USAF emise un requisito per un bombardiere da combattimento tattico che fosse in grado di portare sull’obiettivo una bomba nucleare tattica. In secondo luogo, l'USAF diede il via libera al nuovo cacciabombardiere da Mach 2, modificando il nome del programma in F-107. 
Fu quindi sottoscritto un contratto per 3 prototipi volanti dell’YF-107. Infine, l'USAF diede il via libera all’YF-105, il nuovo competitor dell'F-107.
La NAA pose il programma dell’F-107 in cima ai nuovi progetti aeronautici. 
Fu rapidamente stabilito che la posizione più bassa della presa d'aria avrebbe causato problemi con il rilascio della bomba nucleare tattica. Di conseguenza, le prese d’aria furono poste sopra la fusoliera, qualcosa che non era mai stato provato prima. 




Il primo YF-107 volò il 10 settembre 1956 e poco dopo raggiunse Mach 2.

Alla fine, c'erano molti problemi con l'F-107. Lo stesso accadde per l'F-105. Il programma F-107 perse un aereo durante i primi test di volo, mentre il programma F-105 perse entrambi i prototipi. Dato il tempo, i problemi avrebbero potuto essere risolti dall'F-107 e probabilmente sarebbe stato un programma di successo. Ma l'F-105 fu selezionato come nuovo caccia / bombardiere tattico nucleare. Dato il nome Thunderchief, l'F-105 si guadagnò il soprannome di "Thud" in Vietnam, dove quasi 400 F-105 furono persi su quasi 800 costruiti.
Il programma YF-107 fu quindi annullato e i due caccia superstiti del programma furono inviati alla NASA. La NASA accertò che gli aerei erano così inaffidabili da ritirarli immediatamente dalle prove. Questi due aerei sopravvivono nei musei. L'eredità duratura dell'F-107 è rappresentata dalle prese d'aria posizionate sopra l'abitacolo. È un testamento che ogni problema ha una soluzione, anche se quella soluzione non è convenzionale. I piloti temevano che sarebbero stati risucchiati nelle prese d'aria in caso di elezione in combattimento, e diedero all'aereo il soprannome affettuoso del "mangiatore di uomini”. I soli tre esemplari costruiti ebbero comunque una breve vita operativa; i prototipi numero 1 e numero 3 vennero assegnati, dal tardo 1957, alla National Advisory Committee for Aeronautics (NACA) che li utilizzò a scopo di ricerca nel campo del volo ad alta velocità.
Nel giugno 1953, la North American Aviation su iniziativa privata ritenne di avviare uno studio per uno sviluppo avanzato del proprio caccia F-100 Super Sabre, il NAA 211 (designazione aziendale) o F-100BI nel ruolo di caccia intercettore ed il NAA 212, poi F-100B, in quella di cacciabombardiere. Inizialmente concentrati sul F-100B lo sviluppo riguardò l'impostazione della nuova variante come cacciabombardiere tattico equipaggiato con un vano interno per il carico bellico principale e sei piloni subalari. La capacità di rifornimento in volo era assicurata da una sonda retrattile a scomparsa. Venne introdotta anche una deriva completamente mobile ed un sistema di controllo automatico di volo per permettere al velivolo di poter rollare a velocità supersoniche usando i deflettori. Il sistema di controllo di volo fu aggiornato aggiungendo ammortizzatori di beccheggio e di imbardata.
La caratteristica più insolita ed evidente era rappresentata dalla presa d'aria montata dorsalmente e designata VAID. Mentre il VAID era un sistema unico concepito per l'F-107A, i successivi studi portarono alla realizzazione della presa d'aria a geometria variabile di tipo "a rampa" che controlla automaticamente la quantità di aria destinata all'alimentazione del motore. Benché l'ubicazione della presa d'aria nel progetto preliminare fosse originariamente situata in una posizione scalinata sotto la fusoliera (soluzione in seguito adottata per l'F-16 Fighting Falcon), la presa d'aria fu infine montata in una posizione non convenzionale sopra ed appena dietro la cabina di pilotaggio. Il sistema VAID risultò essere molto efficiente e la North American riutilizzò il concetto nella progettazione dei suoi A-5 Vigilante, XB-70 Valkyrie ed XF-108 Rapier.
Il posizionamento dorsale della presa d'aria fu una conseguenza di una precisa specifica emanata dall'USAF che richiedeva la possibilità di trasportare anche armi non convenzionali di tipo nucleare collocandole nella parte inferiore. L'originaria posizione avrebbe infatti causato un'onda d'urto che avrebbe interferito nel lancio dell'arma.
L'adozione di questa configurazione ebbe però delle implicazioni negative. In caso di malfunzionamento, il pilota, costretto ad azionare il seggiolino eiettabile avrebbe potuto risentire della depressione causata dal risucchio dell'aria nel motore che avrebbe modificato la traiettoria andando ad impattare sull'impennaggio o sulla presa d'aria con conseguenze sulla sua sopravvivenza. Per questa possibile opportunità di ingestione i piloti soprannominarono l'F-107 con il poco rassicurante nomignolo di "man eater" (mangiatore di uomini).
Inoltre la visuale posteriore era molto limitata anche se all'epoca alla possibilità di un dogfight a distanza ravvicinata era ritenuto poco probabile per una tipica missione di un cacciabombardiere, preferito ad un attacco tramite missili aria-aria fuori dalla portata visiva che rendevano superfluo un avvicinamento al nemico in coda.
Nell'agosto 1954 tra l'USAF e la North American Aviation venne sottoscritto un contratto per la fornitura di tre prototipi insieme ad un ordine di pre-produzione per sei cellule supplementari.
Il primo F-107A (s/n 55-5118) venne portato in volo per la prima volta il 10 settembre 1956 ai comandi del capo pilota collaudatore aziendale Bob Baker riuscendo a raggiungere la velocità di Mach 1,03. Benché il test di volo fosse riuscito perfettamente, in fase di atterraggio il parafreno non riuscì ad essere spiegato con il risultato di un cedimento strutturale al carrello anteriore. Nel successivo test del 3 novembre il velivolo riuscì a raggiungere Mach 2.
Il secondo F-107A (s/n 55-5119) costruito volò il 28 novembre 1956 e, dotato di carichi bellici convenzionali e nucleari, venne utilizzato per prove di bombardamento. L'ultimo prototipo (s/n 55-5120) si staccò da terra il 10 dicembre 1956.
Alla conclusione del positivo programma di test, il Tactical Air Command decise di fare una valutazione comparativa tra l'F-107A ed il Republic F-105 Thunderchief, suo concorrente diretto, progettato per rispondere agli stessi requisiti ed equipaggiato con il medesimo impianto di propulsione. Alla termine dei test la preferenza venne assegnata al progetto presentato dalla Republic e selezionato come nuovo TAC tactical fighter standard. I tre prototipi F-107A vennero destinati ad un programma di test di volo e l'ordine di pre-produzione fu cancellato.





Nel tardo 1957 i prototipi numero 1 e numero 3 vennero affidati alla National Advisory Committee for Aeronautics (NACA) per ricerche nel campo del volo ad alta velocità, mentre il prototipo numero 2 compì l'ultimo volo il 25 novembre 1957 destinato al National Museum of the United States Air Force vicino a Dayton, nell'Ohio. Nel settembre 1959, con Scott Crossfield ai comandi, il numero 3 rimase gravemente danneggiato durante un decollo abortito. L'esemplare non venne mai riparato e finì per essere utilizzato come obiettivo per l'addestramento al tiro e definitivamente distrutto nei primi anni sessanta.

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lunedì 21 gennaio 2019

NAVE CAVOUR AI LAVORI PER IMBARCARE L'F 35




La mattina del 7 dicembre 2018, dopo un’apertura straordinaria del ponte girevole, la portaerei “Cavour” della Marina Militare ha fatto il suo ingresso nel canale navigabile del porto di Taranto per i lavori di ammodernamento. Si è trattato di un transito spettacolare al quale hanno assistito diverse centinaia di persone, assiepate sia lungo corso Due Mari che dal lato della città vecchia.
La Cavour è lunga 244 metri, larga 39 ed ha un dislocamento a pieno carico di 30 mila tonnellate. Nei giorni scorsi la nave aveva già effettuato delle prove tecniche preliminari posizionandosi nella rada di Mar Grande. La portaerei si fermerà circa un anno ai lavori in Arsenale.
Il bacino navale Ferrati è stato adeguato per alloggiare l’unità che sarà sottoposta ad interventi finalizzati all’imbarco dei nuovi caccia F35 che andranno a sostituire gli AV8B attualmente in dotazione.
L’importo dei lavori è di 74 milioni di euro e costituisce la più importante commessa di lavoro dell’Arsenale di Taranto. I lavori della Cavour sono stati affidati a Fincantieri che ha costruito la nave in regime di general contractor.


La Cavour (CVH 550) è una portaerei italiana STOVL (Short Take Off and Vertical Landing) costruita da Fincantieri ed entrata in servizio per la Marina Militare italiana nel 2009. A dieci anni dalla consegna, parte oggi un massiccio restyling tecnico e tecnologico dell’unità.
L’ammiraglia della Marina Militare italiana, ha attraversato il Canale Navigabile di Taranto con un’operazione spettacolare che ha richiesto grande perizia considerato lo stretto spazio di manovra a disposizione. 



La portaerei si fermerà un anno nel bacino Ferrati dell’Arsenale di Taranto che è stato all’uopo adeguato per sottoporre l’unità navale ad interventi tecnici funzionali finalizzati all’imbarco dei nuovi caccia F35 che andranno a sostituire gli AV8B attualmente in dotazione.


Una commessa di grande importanza dal punto di vista tecnico, balistico ed economico. L’importo dei lavori sarà di circa 74 milioni di euro. Nel contempo, gli stabilimenti navali dovranno farsi carico anche di un fitto programma di manutenzione.
I lavori sono stati affidati a Fincantieri che ha costruito nave Cavour in regime di general contractor. Il colosso della navalmeccanica opererà in Associazione temporanea di imprese con i due consorzi locali Cnt e Sican. Si tratta di una nuova sfida e di una opportunità. Con il Garibaldi il consorzio riuscì ad ultimare i lavori con tre, quattro mesi di anticipo e con una qualità di lavori apprezzata dalla Marina Militare.


Secondo una prima stima, durante la sosta della portaerei in bacino, saranno raggiunti picchi di quasi 500 unità lavorative occupate contemporaneamente. I ritmi di lavoro saranno serrati con doppi e tripli turni.



(Web, Google, Wikipedia, You Tube, Marina Militare)








I cacciamine classe Lerici e Gaeta



I cacciamine classe Lerici sono unità realizzate a partire dagli anni ottanta per la Marina Militare Italiana.
Queste unità hanno lo scafo monocarena in vetroresina rinforzata, per avere una resistenza superiore a quella degli scafi in legno e l'amagneticità che gli scafi in acciaio generalmente non consentono. Tuttavia si tratta di navi costose e dall'impatto ambientale molto elevato per le centinaia di tonnellate di resine sintetiche utilizzate. Viceversa, nel corso della vita della nave, i costi di manutenzione dello scafo sono ridotti poiché non sussistono problemi di corrosione. Il motore diesel principale è sospeso in una culla indipendente dallo scafo, mentre i motori diesel ausiliari dei gruppi elettrogeni e per la caccia delle mine sono situati in locali sopra il ponte di coperta allo scopo di ridurne la segnatura acustica e magnetica.

Al fine di ridurre la rumorosità, l'elica a passo variabile è a basso numero di giri, mentre i motori e le varie apparecchiature sono isolati acusticamente. Queste unità dispongono di doppio timone e di un complesso impianto di propulsione silenziosa con tre motori idraulici che azionano altrettante eliche, installate in "pozzetti" sotto la carena con la particolarità di essere orientabili a 360° e sollevabili a scomparsa nello scafo quando non in funzione. I pozzetti si trovano uno a prora nell'asse della nave, e due a poppa affiancati all'elica principale. La propulsione silenziosa viene attivata durante la caccia ma può funzionare anche da motore di emergenza nel caso di avarie o danni subiti. In assetto di emergenza la nave resta governabile con almeno un timone e una delle quattro eliche efficienti. Oltre ai normali sensori, le unità dispongono di sistema complesso di telecomunicazioni, di sistema di radionavigazione, di sistema integrato di navigazione Motorola MRS III (Solo Prima Serie) / GPS e sistema di comando e controllo Datamat MM/SSN-714(V)3 (Prima Serie), Selex MM/SSN-714(V)3UL (Seconda Serie pre-ammodernamento), Selex MM/SSN-714(V)4 (Seconda Serie post-ammodernamento).
Per la ricerca delle mine queste unità dispongono di un sonar a profondità variabile (da 0 a 40 metri, 200 metri per il Thales) sotto la verticale dello scafo, fissato con una catena speciale a maglie rigide e amagnetiche, e di mini-sommergibili per la ricerca e distruzione Pluto e Pluto GIGAS che hanno il compito di identificare e neutralizzare le mine scoperte e classificate dai sensori delle unità.
Il sistema PLUTO è costituito da un veicolo subacqueo filoguidato dotato di sensori (Sonar, etc.) e da una consolle principale.
Il sistema Puto GIGAS è un'evoluzione del Pluto, con elettronica avanzata e capacità di movimento della testa sul piano verticale e orizzontale.
Tecnicamente si tratta di unità molto valide, in particolare i test di resistenza alle esplosioni subacquee hanno confermato le prestazioni eccellenti dello scafo e del sistema di compartimentazione, rispetto alle unità analoghe di altre marine.
Tra gli aspetti migliorabili, la qualità della vita a bordo in condizione di caccia: poiché gli alloggi dell'equipaggio si trovano in parte sotto la linea di galleggiamento, in assetto di sicurezza e con compartimentazione chiusa la permanenza in questi locali e il riposo vengono generalmente impediti.
Esportazione
I cacciamine Lerici hanno avuto un notevole successo di esportazione; unità analoghe sono state costruite per o dalle Marine dei seguenti paesi: Stati Uniti (12 unità), Australia (6), Malaysia (4), Finlandia (3), Nigeria (2), Thailandia (2).

Stati Uniti

La US Navy accantonato l'innovativo progetto della Classe Cardinal ha ripiegato su unità più convenzionali derivate dalla Classe Gaeta. Le unità americane sono state costruite negli Stati Uniti negli stabilimenti Northrop Grumman di Avondale in Louisiana e dalla Intermarine USA di Savannah in Georgia.

Australia

L'Australia ha ordinato 6 cacciamine del tipo Gaeta che costituiscono la Classe Huon; lo scafo del primo fu costruito a Sarzana, presso la Intermarine, e completato in Australia, mentre gli altri 5 vennero costruiti interamente in Australia.

Malesia

La Malesia ha ordinato 2 cacciamine del tipo Lerici che costituiscono la Classe Mahamiru

Nigeria

La Nigeria ha ordinato 2 cacciamine del tipo Lerici che costituiscono la Classe Ohuè. Le unità sono uguali a quelle della Classe Maharimu vendute alla Malesia.

Thailandia

La Thailandia ha ordinato 2 cacciamine del tipo Lerici che costituiscono la Classe Lat Ya

Finlandia

Tre unità costituiscono la Classe Katanpää Nel 2004 la Suomen merivoimat prese la decisione di sostituire i propri dragamine e il 23 novembre 2006, venne siglato il contratto con la Intermarine per la costruzione di tre cacciamine, realizzati nel cantieredi Sarzana.

Unità Marina Militare

Le unità per la Marina Militare sono state realizzate in due serie. La seconda serie, nota anche come classe Gaeta dal nome della prima unità, è l'evoluzione ingrandita e potenziata della prima serie. I cacciamine tipo Gaeta sono stati il modello anche per la classe Osprey americana, unità ancora più grandi ed oceaniche.
Le unità della prima serie sono state ordinate il 7 gennaio 1978 in seguito alla Legge Navale del 1975. Il 30 aprile 1988 vennero ordinate altri 6 cacciamine, conosciuti come classe Gaeta, con un secondo ordine per 2 cacciamine della 2ª serie che venne fatto nel 1991.

Prima serie

La classe “Lerici” è stata realizzata impiegando un particolare tipo di vetroresina denominata F.R.P. (Fibre Reinforced Plastics) ed è la più grande del genere costruita in Italia. La F.R.P., contrariamente ai materiali tradizionali, consente di soddisfare contemporaneamente due esigenze prioritarie per un cacciamine: una assoluta amagneticità, anche nei riguardi delle correnti parassite indotte dal rollio e dal beccheggio (correnti di Focault), prima ottenibile con le costruzioni in legno, ed una elevata resistenza antishock prima ottenibile solo con le costruzioni in acciaio. Lo scafo raggiunge spessori massimi di 120 mm ed è ritenuto di caratteristiche superiori a quelli costruiti con strutture trasversali e longitudinali e con soluzioni modulari, specie per quanto riguarda la resistenza a esplosioni subacquee e all'impatto contro lo scafo delle conseguenti onde d'urto.
Nella costruzione, infatti, si è tenuto molto conto delle norme antiurto, fatto essenziale per unità destinate alla caccia di mine e quindi esposte anche ad esplosioni accidentali nelle loro vicinanze. Per questa esigenza il motore diesel principale è sospeso in una culla indipendente dallo scafo, mentre i motori ausiliari dei gruppi elettrogeni e per caccia di mine sono situati sopra il ponte di coperta, anche per ridurne la segnatura acustica e magnetica. Motori e apparecchiature sono tutte in materiali amagnetici e isolati acusticamente.
Le Unità della classe “Lerici” sono dotate complessivamente di 4 eliche; una a passo variabile a 5 pale per la propulsione principale e tre a getto d'acqua (tutte intubate orientabili e retrattili, due a poppa ed una a prora) mosse da motori idraulici per la propulsione di caccia. Questi ultimi sono capaci di erogare complessivamente 235 cavalli per imprimere all’unità una velocità massima di circa 6 nodi.
Oltre alla normale strumentazione per la navigazione (girobussola, scandagli, solcometro, radar, etc.) la classe “Lerici” dispone di un completo sistema di apparecchiature specifiche fra le quali: sistema integrato di navigazione e tracciamento; apparati di radio-navigazione; ecogoniometro cacciamine a profondità variabile; sistema automatico per l’identificazione e distruzione di mine; sistema di telecomunicazioni comprendente apparati RX/TX/UHF/VHF/HF/MF.
Le unità della prima serie erano inquadrate nel COMFORDRAG, il Comando delle Forze di Contromisure Mine, due nel COMSQUADRAG53 e due nel COMSQUADRAG54. Dopo che due unità della prima serie sono state poste in ridotta tabella di disponibilità le due rimaste in servizio sono inquadrate una nel COMSQUADRAG53 e una nel COMSQUADRAG54 alle dipendenze di MARICODRAG il comando delle forze contromisure mine costituitosi al posto del COMFORDRAG.
Le quattro unità della 1ª serie vennero varate tra settembre 1982 e aprile 1985 e nel corso del 1985 vennero tutte consegnate alla Marina Militare.
Queste imbarcazioni hanno a pieno carico un dislocamento di poco superiore alle 500 tonnellate ed una velocità massima di 14 nodi, che scendono a 6 nodi durante la caccia.
Le imbarcazioni hanno un equipaggio di 4 ufficiali, 7 palombari e 36 tra sottufficiali e comuni e sono dotate di camera iperbarica.
A partire dal 31 marzo 2012 Nave Lerici è stata posta in R.T.D. (ridotta tabella disponibilità), comunemente definita "riserva", seguita da Nave Sapri in data 30 giugno 2012.
Il 24 settembre del 2015 Nave Lerici e Nave Sapri hanno effettuato l'ultima cerimonia de "L'Ammaina Bandiera" che decreta il disarmo delle due Unità navali dal Naviglio Militare dello Stato.

Seconda serie

L’ottima riuscita della classe “Lerici” ha portato la Marina Militare a commissionare all’Intermarine una 2ª serie, iniziata con il “Gaeta”, che si differenzia dalla 1ª serie sostanzialmente per l’ubicazione dell’alberatura collocata a ridosso del fumaiolo anziché alle spalle della timoneria come accade sui “Lerici”. Altre migliorie riguardano l’incremento generale delle dimensioni, il potenziamento dell’apparato motore, l’installazione di un autopilota per il mantenimento automatico della rotta designata e l’adeguamento del sistema di combattimento.
I risultati ottenuti dalla classe “Lerici” nel corso dell’impiego effettivo in mare, sia in campo operativo che in quello tecnico, hanno confermato la piena validità del progetto e dei materiali impiegati, validità sottolineata anche dagli ordini di acquisto di altre Marine fra le quali Stati Uniti, Malesia e Nigeria.
Le unità della seconda serie denominata anche classe Gaeta hanno lo scafo 2,5 m più lungo, un dislocamento superiore di 77 tonnellate e una diversa sistemazione dell'albero con le antenne di comunicazione, che nelle unità tipo Lerici è collocato sopra il ponte di comando, mentre in quelle tipo Gaeta è stato spostato davanti al fumaiolo con un locale radio-telegrafico più ampio dietro la plancia. Le unità della seconda serie hanno usato sin dalla loro entrata in servizio una versione più avanzata del sonar filabile SQQ-14, che dal 1991 è stato usato anche dalle unità della prima serie. Altre differenze di dettaglio risultano da un diverso posizionamento della gru di bordo e da una camera iperbarica per i subacquei di maggiore capacità (fino a 8 posti). Per la classe Gaeta sono iniziati i lavori di ammodernamento di mezza vita a partire dal 2010, lavori che termineranno nel 2018 e coinvolgeranno tutte le 8 unità. Gli impatti più significativi di tale ammodernamento riguardano l'installazione di un nuovo Sonar (di produzione Thales), di un nuovo sistema di comando e controllo (Selex SSN-714(V) 4), l'allungamento del ponte superiore di poppa in modo da ospitare una nuova camera iperbarica e fornire una protezione ai due ROV del ponte inferiore.
I cacciamine tipo Gaeta sono inquadrati nel MARICODRAG, quattro nel COMSQUADRAG53 e quattro nel COMSQUADRAG54.

ATTIVITA’ NATO

In data 15 maggio 2018 il cacciamine della Marina Militare Alghero ha terminato l’esercitazione multinazionale “Spanish Minex 2018” e dopo una breve sosta nel porto di Palma di Maiorca è ripartito oggi per proseguire le attività in mare insieme all’unità inglese Enterprise, al cacciamine turco Anamur e al cacciamine spagnolo Segura che costituiscono lo Standing Nato Mine Counter Measures Group 2 (SNMCMG2).
 La “Spanish Minex” è un’esercitazione multinazionale con cadenza annuale che si svolge nelle acque antistanti le Isole Baleari e che quest’anno, oltre alle unità navali inserite nel gruppo NATO, ha visto la partecipazione dei cacciamine della marina spagnola, dell’unità della marina greca Evropi e del dispositivo europeo COMEUROMARFOR, composto dalla corvetta portoghese Viana do Castello e dal cacciamine spagnolo Duero.
L’esercitazione, iniziata lunedì 30 aprile con la partenza delle unità navali dal porto di Mahon, ha permesso agli equipaggi di addestrarsi nella ricerca e neutralizzazione di mine navali, rappresentate da simulacri inerti, ed è stata condotta simulando una situazione di crisi internazionale tra due Paesi, con un alto livello di minaccia nemica di superficie e aerea per le navi della coalizione.
Inoltre, ha visto la presenza eccezionale del Centre for Maritime Research and Experimentation (C.M.R.E.), imbarcato a bordo dell’Enterprise con l’obiettivo di testare le capacità degli Autonomous Underwater Vehicles (AUVs) in supporto alle operazioni di contromisure mine.
Il dispositivo NATO, che fornisce all’alleanza una capacità operativa indispensabile per assicurare in tempo di crisi il libero accesso ai porti e la sicurezza della navigazione, proseguirà in questi giorni la navigazione verso le coste siciliane per partecipare all'esercitazione nazionale Mare Aperto e Italian Minex svolgendo attività di sorveglianza marittima, controllo del traffico mercantile ed esercitazioni con l’obiettivo di mantenere un adeguato livello addestrativo e conseguire una migliore interazione tra gli equipaggi delle diverse nazionalità.
Nave Alghero, al comando del tenente di vascello Davide E. Tamborini, è la terza Unità Cacciamine della classe Gaeta consegnata alla Marina Militare nel marzo 1993. L'Unità, composta da un equipaggio di 44 militari, è in grado di svolgere attività di localizzazione, identificazione, neutralizzazione di mine navali, residuati bellici e di ordigni per garantire la sicurezza della navigazione. Per effettuare queste operazioni l'unità è dotata di veicoli subacquei filoguidati Remotely Operated Vehicle (ROV) e si avvale di operatori del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare. Nel 2015 ha terminato importanti lavori che hanno interessato l’apparato sonar, la camera iperbarica e modifiche strutturali al fine di rendere ancor più performante l’Unità. Il Sonar e la camera iperbarica sono apparecchiature peculiari e indispensabili alle attività operative della nave per la  localizzazione, identificazione e neutralizzazione di mine navali, residuati bellici e di ordigni che possono essere presenti in mare mettendo a rischio la sicurezza delle navi in transito. L’unita, nel corso delle sue attività, viene inoltre impiegata  per la protezione degli interessi della nazione come il controllo delle frontiere marittime, la salvaguardia ed il soccorso delle vite umane in mare e la sorveglianza del rispetto dell’ecosistema marino con finalità antinquinamento.
Il gruppo SNMCMG2 è uno dei quattro gruppi navali permanenti che compongono la forza marittima di reazione rapida della NATO. Il gruppo di contromisure mine, infatti, fornisce all’alleanza una capacità operativa indispensabile per assicurare, in tempo di crisi, il libero accesso ai porti e la sicurezza della navigazione. La forza marittima multinazionale è composta dal Cacciamine della Marina Militare Italiana, dal cacciamine della Marina Militare Turca TCG ANAMUR e dal cacciamine della Marina Militare Spagnola ESPS SEGURA.

(Web, Google, S.Cioglia, G.Arra, R.I.D., You Tube)