lunedì 22 luglio 2019

Le fregate FFG7 classe Oliver Hazard Perry



La classe Oliver Hazard Perry sono le ultime fregate realizzate in ordine di tempo per l'US Navy ed entrate in servizio tra il 1977 ed il 1988.

Generalità

Esse hanno cambiato la tecnica rispetto alle Knox precedenti, con la sostituzione del lanciatore di missili ASROC (sistema missilistico antisommergibile) e del cannone da 127mm a prua con un lanciamissili Mk 13 per missili superficie-aria Standard SM-1 e antinave Harpoon, mentre a poppa l'hangar elicotteri (e il ponte di volo) sono stati aumentati per 2 elicotteri, a scapito del sistema missilistico superficie-aria Sea Sparrow.
Alla fine, per l'artiglieria si è trovato solo lo spazio per un cannone compatto da 76mm (costruito su licenza dell'italiana OTO-Melara), arrangiato a metà sovrastruttura. Nei loro limiti (un unico radar guidamissili tipo Mk. 92, unico asse elica + 2 propulsori azimutali, scarsa difesa ravvicinata ed artiglieria) sono state prodotte in oltre 50 esemplari per l'US Navy e per le marine militari di Australia, Spagna e Taiwan, specialmente perché sono una piattaforma assai economica per 2 elicotteri e un sistema missilistico a medio raggio. Attualmente molti esemplari appartenenti alla prima serie di costruzione sono stati dismessi dalla US Navy e ceduti ad altre marine militari sul fiorente mercato dell'usato navale: ne hanno beneficiato le forze navali di Turchia, Egitto, Polonia, Bahrain.



Origini

La specialità delle fregate missilistiche non ha certo una tradizione di breve durata nell'US Navy, allorché essa introdusse i sistemi missilistici, specie antiaerei e antisommergibile, nelle varie classi di navi fin dal dopoguerra. Ad un certo punto, anche gli incrociatori come quelli della classe Leahy erano considerati fregate missilistiche, ma il loro dislocamento di 6000+ tonnellate e il sofisticato sistema d'arma non si accordavano con la definizione di fregata che esisteva nelle marine europee e con il fatto che gli stessi cacciatorpediniere americani erano più piccoli, così tali navi vennero riclassificate incrociatori. Ma questo problema non si poneva con le piccole unità di scorta, che gli USA avevano cominciato a costruire, come nel caso della classe Garcia e della loro versione contraerea Brooke.
Ma queste navi vennero giudicate un successo relativamente modesto, con limiti in armamento ed equipaggiamento disponibile. Una classe successiva era la Knox, le cui 46 navi erano a tutti gli effetti la versione moderna delle navi di scorta 'quasi cacciatorpediniere' come i DE della seconda guerra mondiale.
Esse erano ragionevolmente veloci, ben armate e ben equipaggiate, ma nondimeno, le necessità di migliori navi, che garantissero la presenza di una maggiore capacità missilistica e antisommergibile. Così vennero studiati ben presto nuove navi da guerra, capaci di essere prodotte in maniera assai semplice ma con elevate capacità antiaeree e ASW, solo secondariamente antinave. Così negli anni settanta si concretizzarono, come controparte dei numerosi grandi cacciatorpediniere Spruance, le fregate classe Perry.



Tecnica

Come spesso accade nella Marina USA, la scelta del nome della capoclasse non si è dimostrata molto azzeccata, e così queste navi, che in antitesi alle precedenti Knox sono conosciute ufficialmente con un nome estremamente lungo e di non facile pronuncia, si chiamano, usualmente, semplicemente Perry.
Realizzate con una tecnica costruttiva tipica degli scafi delle unità americane, esse hanno un ponte continuo, e un cavallino di prua pronunciato, con un bordo libero sufficiente per resistere al mare grosso, che queste unità oceaniche hanno certamente in conto di dover affrontare.
Le Perry sono navi grandi, con un rapporto lunghezza-larghezza di 10:1, prua affilata, poppa a specchio (ovvero con struttura tronca), introdotta per la prima volta dagli incrociatori francesi della classe La Galissonniere. Le sovrastrutture sono in un unico blocco, ma di tipo assolutamente unico e inconfondibile. La ridotta larghezza dello scafo ha contribuito a rendere necessario allungare le strutture per oltre i 2/3 della lunghezza complessiva, e la cosa particolare è che esse non appaiono suddivise in blocchi a prua e poppa, ma sono letteralmente un tutt'uno, per giunta con lo stesso numero di ponti, che dà un'altezza costante, che conosce un'unica eccezione, quella della plancia di comando, che ha un ponte in più.
L'apparato motore, costituendo un netto taglio con il passato, è dato ora da turbine a gas, e non più a vapore. Esso ha una struttura basata sulle universali General Electric LM-2500 di derivazione aeronautica, tarate per 20.000 hp l'una.
Il vantaggio delle turbine a gas è la rapidità di accelerazione e accensione istantanea, perché non occorre più sprecare tempo e carburante per surriscaldare il vapore delle caldaie. L'efficienza termodinamica ne trae ulteriore vantaggio. L'efficienza e la leggerezza delle turbine sono superiori rispetto a quelle dei motori diesel, ma esse hanno un consumo di carburante, al contrario, maggiore quando operano a bassa potenza. Questo dà la ragione per avere dei complessi sistemi CODAG (COmbined Diesel And Gas), diesel da crociera e turbina per le alte velocità, e che sono installate su molte navi europee.
Nel caso delle Perry la struttura è semplificata, in quanto esse hanno un solo asse di funzionamento, che rende la lunga unità navale molto meno agile di quanto dovrebbe, e vulnerabile ai danni o guasti. Per rimediare a questa semplificazione, leggera ed economica, non priva di controindicazioni, sono stati installati due propulsori azimutali ausiliari, che hanno migliorato il problema riscontrato sulle Knox, ma non al punto di equipararlo ad un tradizionale apparato a due, assi per altrettanti gruppi motori.
Le fregate hanno un unico fumaiolo, basso, sistemato vicino alla parte posteriore della sovrastruttura, vicino agli hangar. Questo dà modo al cannone di mezza nave e al radar di avere un migliore campo di tiro.
I sensori sono di vario tipo. Il radar principale è l'SPS-40 da ricerca aerea a lungo raggio, sistemato in uno dei due alberi della nave, entrambi a traliccio metallico. Questo albero è il prodiero, più basso di quello di mezza nave, dedicato ad un radar di scoperta in superficie SPS-55 e a uno di navigazione, oltre che apparati radio, ESM ed altro ancora.
I sonar sono due, uno di questi è a scafo, anteriore, l'altro rimorchiabile, ma presente, almeno inizialmente, solo su 24 delle oltre 59 unità previste. I sensori sono presenti anche a bordo di elicotteri, infatti le navi sono equipaggiate con una coppia di elicotteri LAMPS, che sono il tipo I nelle prime 26 navi, e di tipo III nelle altre.
Il primo lotto, più corto di un paio di metri rispetto al secondo, presuppone l'uso di elicotteri SH-2F Seasprite medi denominati appunto LAMPS I; i LAMPS III sono i Sikorsky SH-60 Sea Hawk, ben più prestanti e moderni, ma egualmente armati con un paio di siluri, oppure in seguito con missili antinave Penguin, o infine con 1 o 2 cariche di profondità convenzionali e nucleari, ed operano dalle fregate del secondo lotto, le uniche ancora in servizio con la marina americana in quanto quelle del primo lotto sono state tutte cedute ad operatori stranieri. I sensori degli elicotteri sono rappresentati da un radar di scoperta, un MAD (rivelatore di anomalie magnetiche) e una batteria di sonoboe attive o passive. Non esiste invece un sonar filabile, almeno nelle macchine USA, che possono permettersi l'uso di sonoboe 'a perdere' di costi non trascurabili (e spesso cadute in mano ai sommergibilisti sovietici, molto interessati ai progressi tecnologici statunitensi).
Gli elicotteri hanno a disposizione un ampio ponte di volo, hangar poppiero, e un sistema di recupero rapido elicotteri RAST, capace di far operare le macchine anche con rollio di 28 gradi e beccheggio di 5. SI tratta di un sistema particolarmente apprezzabile per l'impiego di tali mezzi, e che rende possibile le missioni in tempo avverso.



Armamento

Il problema di sistemare un armamento piuttosto consistente su queste unità navali non è stato mai del tutto risolto, in maniera soddisfacente. Visto che esse dovevano avere come armamento standard, e non come versioni particolari dei mezzi di base (Garcia, Knox, anche gli stessi Spruance), un sistema missilistico di difesa aerea, la questione che si è posta non è stata di facile soluzione: se gli elicotteri, necessari, sono sistemabili a poppa, il sistema missilistico è necessariamente collocabile solo a prua.
assicurata in caso di movimento di rollio dell'unità, e soprattutto l'incapacità sia di sparare a prua che a poppa, ma solo sui lati. La direzione del tiro è data da un radar sistemato in una piattaforma sopraelevata appena a prua.
Se l'armamento principale antisommergibile è dato da due elicotteri, allora l'ASROC è diventato non più necessario, perché con due elicotteri la possibilità che almeno uno sia pronto al volo è molto elevata.





Così l'ASROC di prua, che esisteva nelle Knox, non è stato mantenuto, come anche il cannone da 127 mm. Lo spazio è stato occupato dalla rampa di lancio Mk 13 con 40 missili antiaerei Standard SM-1 oppure un misto di questi e di missili antinave Harpoon.
La cadenza di tiro è di 6-7 colpi al minuto, ma solo un radar di tiro è presente, lo STIR di fabbricazione olandese (per via della maggiore leggerezza rispetto ai tipi americani) così che se non si usano i più recenti SM-2 non è possibile ingaggiare più di un bersaglio alla volta, e comunque solo nel settore non coperto dalle strutture di poppa.
Per proteggere queste è stato previsto un CIWS (Close-In Weapon System, sistema d'arma per la difesa ravvicinata) Vulcan-Phalanx, non installato fin dall'inizio, ma solo in un secondo tempo, diventando il mezzo di difesa ravvicinata standard. L'unico altro armamento è dato da 2 lanciasiluri da 324 mm. Mk 32 per siluri Mk 46, e qualche arma leggera eventualmente montata, come un paio di mitragliatrici di vario tipo.
Si potrebbe affermare che questa soluzione non aveva alternative, ma questo non è necessariamente vero. L'adozione dei missili SM-1 e di due elicotteri ha reso la nave praticamente indisponibile per altro che non armi di piccolo calibro.
Ma questa è una soluzione non necessariamente univoca, perché le fregate classe Brooke hanno avuto un lanciatore Mk 22 per missili antiaerei Tartar con 16 missili a mezza nave, un cannone da 127 e un lanciamissili ASROC a prua, oltre ad un elicottero a poppa. Anche se la dotazione di missili era inferiore a meno della metà, queste unità navali erano perfettamente adatte ai loro compiti, e comunque con un solo radar sarebbe stato davvero difficile poter lanciare più di 16 missili in una sola missione.
Nondimeno, queste unità erano più piccole delle Perry e con apparato motore con turbine a vapore e due assi. Nell'insieme rappresentavano un ben migliore compromesso di disegno, che però nel caso delle Perry non è stato ripetuto, preferendo un design drasticamente riveduto e da molti criticato, sia per l'asse unico, che per la dipendenza della nave su di un solo sistema d'arma che racchiude tutta la capacità offensiva e gran parte di quella difensiva, rendendo possibile un blocco totale in caso di danni o guasti.



ENGLISH

USS Oliver Hazard Perry (FFG-7), lead ship of the Oliver Hazard Perry class of guided-missile frigates, was named for Oliver Hazard Perry, American naval hero, who was victorious at the 1813 Battle of Lake Erie. Oliver Hazard Perry (FFG-7) was the first ship and, as of 2015, the only ship of that name in the U.S. Navy. Oliver Hazard Perry was in service from 1977 to 1997 and was scrapped in 2005.
The class was originally intended as austere 'low' category guided missile frigates (compared with the high capability Spruance class) for General Purpose and Anti-Air convoy escort. They were built under a cloud of controversy, with their very light gun armament and lack of redundancy and duplicated systems in event of ship being hit. They were regarded by the Reagan administration and Secretary John Lehman as not part of the 500 ship navy plan, but ultimately proved useful as anti-submarine ships if fitted to carry Seahawks and towed arrays and into the 21st Century as low grade patrol ships making up the numbers in a USN desperately short of escorts.

History

Oliver Hazard Perry was ordered from Bath Iron Works on 30 October 1973 as part of the FY73 program, and was laid down on 12 June 1975, launched on 25 September 1976, and commissioned on 17 December 1977. She was ordered as PFG-109 but was redesignated as FFG-7 in the 1975 fleet designation realignment on 1 June 1975, before she was laid down.

Launch incident.

During her launch ceremony on 25 September 1976, the ship found herself briefly stuck on the slip-way. Film star John Wayne appeared from the crowd of watching dignitaries, climbed the launch ceremony platform, and gave the bow of the frigate – which was by this time starting to move slightly – a shove with one hand, and so John Wayne famously appeared to have 'pushed' a US warship down her slip-way.

Shock Trial Testing

Oliver Hazard Perry was one of the few lead ships to be subjected to shock trials. These series of trials conducted early in the life of the ship put this steel hull / aluminum superstructure to the test. The proximity of the tests (seen in associated pictures), caused many of the machine mounts and components to become warped or damaged. This damage created alignment problems for the engineering and combat systems teams in the years to come. The ship regularly required waivers on machine performance due to the warping of many mounting brackets. The shock tests also created cracks in the aluminum superstructure that required frequent repairs. However, this did not affect the overall readiness of the ship, nor did it prevent Oliver Hazard Perry from achieving the record for the most-ever hours put on the GE LM2500 Main Propulsion engine.

Fate

After 19.2 years of active service, Oliver Hazard Perry was decommissioned on 20 February 1997, in Mayport, FL under the last Commanding Officer, CDR Robert F. Holman, USNR. Though she was stricken on 3 May 1999, Oliver Hazard Perry was held in the museum donation category at the former Navy shipyard in Philadelphia, Pennsylvania. A group had hoped to bring her to Toledo, Ohio and display her as a museum ship and a remembrance for the Battle of Lake Erie. The group could not get a financial plan together in time, and so Perry was sold for scrap in December 2005.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)



































domenica 21 luglio 2019

La pistola mitragliatrice Socimi Type 821-SMG


Il Socimi Type 821-SMG è una pistola mitragliatrice sviluppata intorno al 1982 come progetto congiunto di due ditte italiane, e cioè la Società Costruzioni Industriali Milano S.p.A. (SOCIMI) e la Luigi Franchi S.p.A.
Quest'arma era in vendita fino al 1994, quando la SOCIMI chiuse in quanto implicata in scandali di corruzione a Milano.

Sviluppo

Nel 1983 la SOCIMI fa una joint-venture con al storica fabbrica d'armi Luigi Franchi S.p.A. per entrare nel mercato delle armi militari. I primi prototipi furono costruiti dalla Franchi, fino a che la SOCIMI non completò le attrezzature per iniziare la produzione serie.

Descrizione

Nell'ambito del suo progetto la pistola mitragliatrice SOCIMI mod. 821 si rifà molto alla pistola mitragliatrice israeliana Uzi, sebbene differisca da questa in modo significativo nelle tecniche di costruzione utilizzate per produrre il comparto grilletto. Al posto dell'acciaio stampato i progettisti italiani utilizzarono leghe di alluminio forgiato.
Il calcio è tubolare e ripiegabile, simile alla UZI, di lunghezza 200 mm contro 180 mm, più confortevole. Mentre la UZI presenta il calcio in modo tale da essere utilizzato in combattimento ravvicinato, la SOCIMI Type 821-SMG non ha questa caratteristica.
La SOCIMI Type 821-SMG è più leggera della UZI, 2.450 g contro 3.500 g; lunghezza totale di 400 mm contro 470 mm e 600 mm con calcio esteso. La canna è più corta, 200 mm contro 260 mm. Conseguenza è la cadenza di tiro 550 c/min contro i 600 c/m con gittata di 150–200 m.
Un aspetto degno di nota di quest'arma è che una sua variante speciale venne progettata per sparare munizionamento senza bossoli, detto "caseless", solitamente associato ad un'altra pistola mitragliatrice italiana sperimentale, la Benelli CB-M2. Una versione di quest'arma era coperta da brevetto statunitense " US patent 4,895,064", rilasciato alla ditta SOCIMI nel 1990. La pistola mitragliatrice SOCIMI 821 è un'arma a fuoco selettivo a massa battente e spara ad otturatore aperto. Il selettore di fuoco è posto nella parte sinistra dell'arma sopra l'impugnatura, dietro la quale si trova una sicurezza automatica. Se questa non è adeguatamente schiacciata, l'arma non spara.

Utilizzatori
  • La SOCIMI Type 821-SMG fu acquistata in poche unità dal Ministero dell'Interno e data in dotazione al Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza della Polizia di Stato e altre non meglio definite unità militari.
  • La SOCIMI Type 821-SMG non divenne mai un'arma standard per nessuna forza armata italiana, dato che la SOCIMI fallì nel 1992 e la produzione finì. La Franchi, all'epoca di proprietà della SOCIMI, offrì per breve periodo la "Franchi LF-821" senza successo; venne acquisita tempo dopo dalla Beretta.
  • Le SOCIMI Type 821-SMG vendute al ministero sono tenute in stock. Altri esemplari sono tenuti dalla Luigi Franchi S.p.A. e dalla Fiocchi Munizioni. L'esportazione non fu mai confermata; prima della bancarotta SOCIMI raggiunse un accordo con gli USA e la MTS Corporation a Filadelfia. Prototipi furono la SOCIMI Type 821-5 Micro SMG, versione compact con lunghezza totale di 250 mm.

(Web, Google, Wikipedia)






sabato 20 luglio 2019

MIO PADRE, TEN. MICHELE SORANNO - "INCONTRO CON ROMMEL, LA VOLPE DEL DESERTO" - Nicola Soranno, architetto

INCONTRO CON ROMMEL  (LA VOLPE DEL DESERTO)

Spesso mi capita di incontrare nelle giornate della festa patronale alcuni  Sannicandresi residenti all'estero che mi dicono di essere stati alunni di mio padre negli anni 50 e con soddisfazione  ricordano che i suoi metodi d'insegnamento sono stati per loro molto efficaci.
Mi raccontano anche che, per sottrarsi alle ... pericolose interrogazioni alla lavagna, lo distraevano  chiedendogli di raccontare alcune storie vissute nel periodo bellico, quando ventenne indossava la divisa di sottotenente della Divisione Ariete e partecipava alla campagna d'Africa Settentrionale. 
Mio padre non resisteva a questi inviti e, pur consapevole dell'obbiettivo strategico dei suoi allievi, si abbandonava a quei racconti ricchi di particolari. 
E' vero, bastava stuzzicarlo appena, e lui partiva come un fiume in piena con le sue storie descrivendo luoghi, personaggi, circostanze e azioni. 
Quei racconti, associati  ad una fornita raccolta fotografica custodita in una vecchia cassetta di liquori, mi  sdoppiavano l'immagine che avevo di mio padre, sempre molto severo nei suoi comportamenti.  Sono state quelle foto, scattate tra gli anni '40 - '43,  a costituire il  vero supporto di  quelle storie.  Sento ancora la sua voce quando mi parlava di Misurata, di Bengasi, di Tripoli, di Murzuq, o del  Fortino di Zella, oppure di Tobruk  trasportandomi in un' immagine della Cirenaica e del Sahara Libico funestato dalle tempeste del Ghibli. 

             

Delle tante foto che lo ritraevano in divisa, due sono quelle che mi hanno sempre affascinato, quella  che lo ritrae  in groppa ad un dromedario e l'altra che lo immortala  nell'Oasi di Murzuq nel giorno di Natale del 1940, in compagnia di bambini libici ai quali aveva ceduto parte del suo rancio. 


Nella quinta prospettica fornita da quelle immagini, i suoi racconti prendono vita assieme ai  protagonisti,  il Generale Piatti, il Generale Graziani ed il Generale Tedesco Rommel.    
La storia  che più  lo riempiva di orgoglio era  quella dell'incontro con il famoso Generale  Rommel in occasione della preparazione tattica,  propedeutica alla conquista di Tobruk nel 1942 e della promozione sul campo, inaspettata, a Tenente, conseguente a quel fortuito incontro.
                           

Assegnato al reparto di Artiglieria per le comprovate conoscenze trigonometriche e fisiche acquisite con  gli studi presso il liceo scientifico di Roma e nei primi anni di università di ingegneria, gli veniva affidato un caposaldo tra le Dune del Sahara Libico, prima nell'Oasi di Murzuq e successivamente presso il Fortino Odella di Zella. 
                                         
(Ten. Michele Soranno al telemetro) 


                       
(al comando della Batteria44bis all’alza bandiera) 

La postazione era organizzata con mitragliera da 20mm antiaerea e da alcuni pezzi di  Artiglieria pesante composta da Obici e Cannoni (105/35), armi azionate da  una cinquantina di artiglieri, le stesse armi utilizzate dall'esercito italiano nella campagna bellica del 1915-1918.




                         
(Fortino Odella di Zella 1942)

Questi cannoni, venivano riutilizzati dagli ufficiali superiori, veterani di quella  campagna bellica, secondo i vecchi criteri della prima guerra mondiale e  senza che ci fosse stato un corso formativo finalizzato all’aggiornamento  sui nuovi metodi  dell’arte militare.
Infatti la maggior parte di questi ufficiali in artiglieria utilizzava il sistema cosiddetto  del “cannoneggiamento” utilizzato dai Francesi e Inglesi nella campagna di Waterloo, cioè cercavano di individuare l'obiettivo dopo aver sparato un colpo davanti alla posizione del nemico e uno dietro e poi per tentativi agivano sull'alzo del cannone per raggiungere il bersaglio.
Questa era evidente una procedura del tutto probabilistica che evidenziava la mancata conoscenza della trigonometria applicata.
Ironicamente mio padre commentava che quel sistema era ridicolo perché non solo venivano consumate parecchie  munizioni ma si dava al nemico la possibilità di cambiare frettolosamente posizione per cui il sistema era evidentemente fallace. 
Nel 1942 il Generale Rommel fu inviato dal comando tedesco  in Africa settentrionale e quivi giunto, al comando dell’armata tedesca  AFRICA KORPS, diede inizio alla pianificazione delle operazioni strategiche per  la presa di Tobruk, detenuta dagli inglesi. 
Per prima cosa volle ispezionare gli armamenti e le capacità offensive e difensive delle truppe italiane dislocate in quella regione e in particolare si interessò  all'efficienza delle postazioni di artiglieria a cui affidare il compito di proteggere il lato ovest in previsione della sua avanzata. 
Pertanto, convocò dal Generale di Divisione Piatti tutti i reparti di artiglieria che confluirono nella zona indicata dallo stesso Rommel per pianificare le operazioni di supporto. 
Fu in quella circostanza che la “Volpe del Deserto” volle verificare attraverso gli ufficiali di artiglieria Italiani, le capacità difensive e offensive delle loro artiglierie.
Mio padre, col grado di sottotenente, partecipò all'evento; furono sistemate le sagome di carri armati e furono posizionati i cannoni dell'artiglieria italiana.  
Gli ufficiali superiori a turno impartirono gli ordini agli artiglieri, utilizzando quel menzionato metodo del cannoneggiamento, evidentemente l'unico di loro conoscenza. 
Nessun colpo raggiunse le sagome, furono consumati parecchi proiettili e lo sguardo di Rommel fu attraversato da un amara delusione. 
                  
            
Quell’espressione sul volto del generale  impressionò mio padre, tanto che spinto da una forma di orgoglio e di riscatto non si perse d'animo e avvicinatosi all'interprete si presentò con il saluto verso il Generale Rommel il quale incuriosito chiese cosa volesse. 
                                   

“Posso provare io con la mia batteria?” fu la sua domanda.
Dopo una breve pausa l’interprete riferì la risposta di Rommel: “Sono stati consumati un sacco di proiettili, uno in più non cambia nulla. Fallo provare”.
Mio padre si avvicinò al cannone 105/35 e, individuata la posizione della sagoma attraverso le coordinate telemetriche, ordinò: “Fuoco!!!”.
Un solo colpo e la sagoma venne centrata.
Rommel con un sorriso compiaciuto si rivolse all'interprete e quindi a mio padre e disse: “Lei con la sua batteria si posizionerà presso il Fortino Odella di Zella”.   
A quel punto intervennero gli ufficiali italiani che, pur compiaciuti, precisarono che un sottotenente, quale era mio padre, in base al regolamento militare italiano non era  titolato a comandare una batteria di artiglieria.
A quel punto Rommel, estremamente contrariato, disse: “Lui da questo momento per motivi tattici e operativi è promosso a Tenente” e, senza null'altro aggiungere, salì  in auto e si allontanò frettolosamente.
Posso dire che di questo episodio mio padre ne andava particolarmente fiero.

(Arch. Nicola SORANNO)

Il Franchi SPAS-12 è un fucile a canna liscia calibro 12 a doppia modalità di fuoco (semi-automatica ad alta velocità/pompa)


Lo SPAS-12 è un fucile a canna liscia calibro 12 a doppia modalità di fuoco (semi-automatica ad alta velocità/pompa) progettato e costruito in Italia dall'industria Franchi S.p.A..




Storia

Lo SPAS-12 fu progettato negli anni settanta come fucile a pompa / fucile semiautomatico per usi militari e di supporto alle forze dell'ordine, e la produzione iniziò nell'ottobre 1979.
Tra i primi acquirenti nel 1980, in Italia, vi fu il Corpo degli Agenti di Custodia (ora Polizia penitenziaria) dotatasi dell'arma per le sue capacità antisommossa.
Nel 1983, il fucile venne introdotto negli Stati Uniti d'America, dove venne commercializzato come fucile sportivo per aggirare le leggi che normalmente l'avrebbero catalogato come illegale per la proprietà privata civile. Come risultato, l'acronimo dello SPAS ufficialmente significa "Sporting Purpose Automatic Shotgun" (fucile a pompa automatico per applicazioni sportive). Tuttavia, alcune sue caratteristiche (orientate all'uso militare) come la spessa schermatura dal calore per il fuoco continuato e il peso elevato, lo rendono difficilmente gestibile per la caccia e per il tiro sportivo. Per queste ragioni, esiste una reinterpretazione popolare dell'acronimo dello SPAS-12: "Special Purpose Automatic Shotgun" (fucile a pompa automatico per applicazioni speciali).
Alla fine degli anni novanta, le leggi sulle armi da fuoco negli Stati Uniti hanno completamente bloccato l'importazione dello SPAS-12, perché ricade nel profilo dei fucili militari (come strumento di distruzione illegale).
Tuttavia nel 2001 la Franchi S.p.A. ha cessato la produzione dello SPAS-12, e ha concentrato la sua attenzione nel marketing del nuovo SPAS-15. In seguito a questo evento, lo SPAS-12 è divenuto un pezzo da collezione sia negli States che nel resto del mondo.




Caratteristiche

Lo SPAS-12 può funzionare in due modalità di fuoco. La selezione della modalità di fuoco avviene premendo un pulsante sotto l'impugnatura frontale e muovendo leggermente l'impugnatura stessa avanti e indietro (automatico/pompa).
La prima è automatica (o più precisamente, auto-caricante semi-automatica), la modalità principale: l'impugnatura anteriore è in posizione avanzata e un sistema di azionamento a gas carica il colpo successivo senza intervento dell'operatore. In modalità automatica, il fucile può sparare fino a 4 colpi al secondo, un colpo per ogni pressione sul grilletto.
La seconda modalità è "azionamento a pompa": l'astina deve essere tirata indietro e avanti ad ogni colpo al fine di espellere il bossolo usato e caricare il colpo in canna. Questa modalità è necessaria per sparare affidabilmente colpi con bassa pressione, come le munizioni con gas lacrimogeno o cartucce "meno letali" (palla singola/pallettoni) antisommossa in gomma.
Lo SPAS-12 inoltre dispone di una funzione di taglio dell'alimentazione delle cartucce, che, se attivata, disabilita il caricamento del colpo successivo dal serbatoio tubolare interno quando l'impugnatura anteriore è in posizione aperta; ciò permette all'operatore di caricare colpi specializzati in canna senza rimuovere l'intero carico di cartucce nel serbatoio.




Varianti

Lo SPAS-12 dispone di un calcio retrattile opzionale, che può montare all'estremità un gancio per agevolarne il trasporto, o che può risultare d'aiuto per imbracciare l'arma durante il fuoco, anche a braccio singolo.
Dello SPAS-12 è stata costruita la variante PA3 dotata di canna corta per diminuirne il peso e garantire una miglior manovrabilità negli spazi ristretti; questa variante è equipaggiata con un caricatore ridotto, cosa che diminuisce il volume di fuoco disponibile.
Alcune versioni sono state modificate per avere una capienza di 8 colpi.




ENGLISH

The Franchi SPAS-12 is a combat shotgun manufactured by Italian firearms company Franchi from 1979 to 2000. The SPAS-12 is a dual-mode shotgun, adjustable for semi-automatic or pump-action operation. The SPAS-12 was sold to military and police users worldwide on the civilian market and has been featured in many movies, TV shows, and video games.
The appearance and intended purpose of the SPAS-12 initially led to its "military" designation as a combat shotgun. The SPAS-12 was designed from the ground up as a rugged military shotgun, and it was named the Special Purpose Automatic Shotgun. In 1990, Franchi renamed the shotgun the Sporting Purpose Automatic Shotgun, which allowed continued sales to the United States as a limited-magazine-capacity, fixed-stock model until 1994. Following the United States Federal Assault Weapons Ban, imports of SPAS-12 shotguns to the United States were stopped. In September 2004 the ban expired, but Franchi had ended production of the SPAS-12 in 2000 to focus on the manufacturing of the SPAS-15 model. The SPAS-12's factory retail price in its final year was US$1500.00 averaged for its final sales outside the United States to non-restricted countries.

Design

The SPAS-12 was designed to function primarily as a semi-automatic firearm, with the pump-action mode used to reliably fire low-pressure ammunition such as tear gas rounds or less-lethal bean bags. The firing mode is switched by depressing the button under the fore-grip and also sliding the fore-grip forwards or backwards until it clicks into position allowing the rotating sleeve to open or close the two gas ports.
The SPAS-12 has a magazine cut-off feature, which prevents loading a new round from the internal magazine when the gun is cycled. This lets the operator load a specialized round into the chamber without firing the whole magazine first. A unique feature of the SPAS-12 was the hook on folding-stock variants. This hook could be rotated in 90-degree increments, so it would fit under the user's forearm when the stock was extended. In theory, with the stock supported under the forearm, the gun can be fired with one hand; an example would be letting the user fire from a vehicle through the passenger-side window while driving.
SPAS-12 models feature two safeties: (i) a lever style or push button style safety, and (ii) a "quick employment safety". Lever safeties were recalled by Franchi and were replaced through the importer American Arms in the early 1990s. There are two types of push-button safeties. The earliest version would release the hammer on safe up to 1/4in. of travel when the trigger was depressed; this would cause a lockup of the action that would require the user to re-lock the bolt assembly to the rear to reset the hammer and then reload the chamber. The later version installed a detent and machined hole in the trigger group frame to prevent an action lock; the detent would prevent the hammer from engaging when the trigger was depressed and would prevent an action lock from occurring. The quick employment safety, which is on the left side of the trigger guard, disconnects the trigger when put into safe mode. The quick employment safety can be disengaged with the trigger finger when ready to fire and is intended for competition or tactical use. A third safety type, a pistol grip safety similar to the later-developed SPAS-15, is known to have been developed by Franchi for the SPAS-12, however the pistol grip safety was not offered for sale to the general public.

A B-Square rail mount for optics was available for a short time in the 1990s as an aftermarket accessory.
The barrel of the SPAS-12 was externally threaded to accept a variety of attachments. The barrel is cylinder bored and spreads a normal shot charge to about 900mm at 40 meters.
There are four different Magazine Extension Tubes manufactured for the SPAS 12:
  • The 5-shell was designed for the 18" barrel.
  • The 6-shell was designed for restriction on the standard 21.5" Sporting Purpose model.
  • The 7-shell was designed for the 19 7/8in. Barrel.
  • The 8-shell was designed for the 21.5 Special purpose model.

Many choke types original and aftermarket exist for the SPAS-12. A 44mm grenade launcher used by France was used for explosive grenades capable of a range of 150 meters. A factory shot diverter that spreads shot vertically or horizontally was originally included with earlier model SPAS-12's, There are many known reproduction diverters.

SPAS-12, SAS-12 and LAW-12 Model Differences

Four different stock styles exist. The first version of the SPAS-12 manufactured with the wooden detachable stock with the standard grip. Models were later available with the folding metal stock with hook. A rare aftermarket Choate skeleton stock (Approx: 150-180 Choate stocks Manufactured for the shotgun) with an AR15 style grip was available for a short time in the early 1990s. After the United States imposed import restrictions on the SPAS-12 in 1989, a version was released in 1990 with the synthetic hollow fixed stock and a six shell capacity to comply with federal regulations for sporting purposes.

Four different factory barrels manufactured for the SPAS-12.
  • (Very Rare) 18-inch (46 cm) "shorty" made for Law Enforcement/Military originally distributed mainly in France. This is the only known model to receive the pistol grip safety.
  • (Very Rare) 19-7/8 in. found scattered on a very few of the 1983 "AL" proofed SPAS-12 Shotguns. These were made for Law Enforcement/Military originally.
  • (Common to the United Kingdom) 21-1/2" as a one piece barrel converted to a 24" UK legal barrel. This barrel adds with a 2.5-inch (6.4 cm) choke tube brazed or silver-soldered in place).
  • (Most Common) The standard 21-1/2" with sight blade muzzle ended on barrel for the special purpose model or the pushed back sight blade with brazed extension for the sporting purpose model.

The Franchi SPAS-12 came equipped with a non-adjustable circular aperture rear sight and a large, non-adjustable blade foresight integrated into the barrel. The LAW-12 was a semi-automatic only and the SAS-12 was a pump action only. These three "sister" shotguns accepted all SPAS-12 components, notably trigger groups, barrel threaded attachments and stocks. The various magazine extension tubes of the LAW-12 and SAS-12 were never designed to be interchangeable with the SPAS-12 as this would cause issues with the gas selector switch moving from Auto to Pump action on the SPAS-12 model. The extensions have been known to spin off the front of the SPAS-12 during cycling if the extension was not tapered for the SPAS-12 retaining pin.

The SPAS-12 collector shotguns are wanted for certain style features.
  • The front sight blade is muzzle ended.
  • The longer extension allowing eight shells in the tubular magazine.
  • The date code on the receiver is proofed 1989 or earlier with F.I.E. (Firearms Import and Export) Corporation as importer.
  • The barrel length is 21.5 or less and the less barrel length by factory is more sought after.
  • Attached stock is the wooden detachable with grip and or the metal folding stock with hook.

The Pump Only Franchi SAS-12 could accept 3" shells but it did not have a bolt handle cut in the bolt body. The SPAS and LAW could only accept 2 3⁄4" shells. The SAS 12 has a barrel length of 21.5" an overall length of 41.5" a weight of 7 lbs. 4 oz. and a capacity of 8 rounds in the magazine + 1 in the chamber.
The semi-automatic Only Franchi LAW-12 Model was also restricted by importation in 1989 and banned in 1994 with the AWB. The LAW-12 has a barrel length of 21.5" a weight of 7 lbs. 4 oz. and a capacity of 8 rounds in the magazine + 1 in the chamber. The model was known to have imported with all stock styles used on the Franchi SPAS-12. The LAW-12 models were more common with police sales as an alternative to the more expensive SPAS-12 for departments throughout the United States. The LAW-12 model was notably lighter " 1.35 lbs. " than the SPAS-12 and still maintained the same tube capacity of 8+1 shells. Note Law-12 gas pistons were designed as two piece unlike the one piece design of the SPAS-12, they are not interchangeable. The LAW-12 was discontinued by Franchi shortly before the SPAS-12 discontinued in 2000.

US market

Importers

In the United States, there were two importers of SPAS-12 shotguns. Importation of the SPAS-12 into the United States began in 1982 and ended in 1989 under F.I.E. Corp. In 1989, F.I.E suffered from major losses of sales due to the president's importation ban, which was a reinterpretation of 18 U.S.C. 925(d)(3) that required firearms to have a "sporting purpose" in order to be imported.
In 1990 American Arms incorporated purchased all remaining inventories of parts and SPAS-12 shotguns from the now bankrupt F.I.E Corp and began the re-importation of the Franchi SPAS-12 as the (Sporting Purpose Automatic Shotgun) under newly approved restrictions until 1994. The ATF allowed importation of a SPAS-12 variant from American Arms because its size, weight, bulk and modified configuration were such that it was particularly suitable for traditional shooting sports.
The SPAS-12 was tested by the U.S. Coast Guard and showed promising results but again was not considered cost-effective for a contract over other available suppliers. The Assault Weapons Ban of September 1994 caused American Arms to stop the importation of the SPAS-12 with major losses of sales due to the legal restrictions invoked by the U.S. Assault Weapons Ban.
Both importers placed numerous additional orders for the SPAS-12 that were never completely filled due to U.S. restrictions throughout importation. This was the reason for such few numbers of shotguns imported into the United States.

Legal

A SPAS-12 Shotgun is not an NFA Registry item if it was imported/grandfathered into the United States between 1982-1994 bearing the import markings of F.I.E or American Arms.
A SPAS-12 and LAW-12 shotgun factory stamped by a year after 1994 is considered an illegal import violating federal importation laws with penalties for possession in the U.S. The SPAS-12 would not include Importation Markings on the side of the receiver before 1982 and after 1994 by the U.S. importers Firearms Import and Export (F.I.E) or American Arms.
The 1994 federal "Crime Bill", signed into law by President Clinton on Sept. 13, 1994, included the Violent Crime Control and Law Enforcement Act of 1994. That Act included provisions amending the Gun Control Act (GCA, 1968) to make it a federal crime for a private individual to possess or transfer (sell, give, etc.) an "assault weapon" manufactured after that date. [18 U.S.C. 922(v)]. "Assault weapons" manufactured on or before that date are "grandfathered," meaning that the law does not prohibit their possession or transfer. The law requires that "assault weapons" manufactured after September 13, 1994 be stamped with their date of manufacture or serial number to identify with factory date of manufacturing.
SPAS-12 and LAW-12 shotguns are listed illegal for possession in states that hold a "military assault weapon style" law that identifies the shotguns by name on each states individual ban. The states may have had a registration timeline that would allow it to be grandfathered before each states individual ban. U.S. States and territories listed that ban the Franchi SPAS-12 and LAW-12 currently from future individual civilian possession. California, Connecticut, District of Columbia, Maryland, Massachusett, New Jersey, New York.

Users
  •  Argentina: Used by Special Operations.
  •  Australia: Used by police forces.
  •  Austria: Used by EKO Cobra.
  •  Bangladesh: Special Security Force.
  •  Bahrain: Used by the Bahrain special forces.
  •  Cambodi
  •  Croatia: Used by Croatian Army
  •  India: Special forces.
  •  Iraq: ISOF.
  •  Italy: Used by military and police.
  •  Indonesia: Komando Pasukan Katak (Kopaska) tactical group and Komando Pasukan Khusus (Kopassus) special-forces group.
  •  Ireland: Used by the Army Ranger Wing.
  •  Lebanon: Used by the Lebanese Armed Forces .
  •  Malaysia: National Special Operations Force.
  •    Nepal: Nepal Mobile Police
  •  Norway: Used by military
  •  Pakistan: Used by police and Military.
  •  Panama: Used by Special Forces.
  •  Philippines: Used by police.
  •  Thailand: Used by Royal Thai Army.
  •  Turkey: Turkish Gendarmerie.
  •  United States: Used by police SWAT teams.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)