lunedì 1 febbraio 2021

M.M. italiana: IL NUOVO PONTE DI COMANDO “COCKPIT”, LA REALTA’ VIRTUALE ED I RADAR AESA “KRONOS DUAL BAND RADAR IN BANDA “C” e “X” dei Pattugliatori Polivalenti d'Altura


I Pattugliatori Polivalenti d'Altura (PPA) rientrano nel “Programma Navale" per la tutela della capacità marittima della Difesa”.


Il PPA rappresenta una tipologia di nave altamente flessibile con capacità di assolvere molteplici compiti che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare, alle operazioni di Protezione Civile, nonché, nella sua versione più equipaggiata, da nave combattente di prima linea. Sono infatti previste differenti configurazioni di sistema di combattimento: a partire da una versione “leggera”, relativa al compito di pattugliamento, integrata di capacità di autodifesa, fino a una “completa”, equipaggiata con il massimo della capacità di difesa. Inoltre l’unità è in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) sino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o una rampa di alaggio situata all’estrema poppa.
Sono navi di concezione innovativa, per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d'interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell'ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali e per concorrere alla scorta di gruppi navali, navi maggiori e mercantili.
Il progetto di questi nuovi pattugliatori è stato sviluppato per enfatizzare le caratteristiche di versatilità strategica già intrinseche in ogni unità navale: è stata infatti ideata una piattaforma dalle spiccate capacità adattive, grazie alle dimensioni e alle caratteristiche costruttive, che permettono di assumere diverse configurazioni d'impiego, scegliendo l'implementazione dell'allestimento modulare in base al profilo di missione.
Il requisito duale delle unità è recepito sin dalle fasi di progetto, così come la possibilità d'integrare agevolmente nuove capacità.
Più in dettaglio, la nave sarà caratterizzata da ampi spazi dedicati all'imbarco di materiali e impianti shelterizzati, che amplieranno ulteriormente la sua capacità ospedaliera, di trasporto di aiuti umanitari e d'imbarco di sistemi specifici per operazioni antinquinamento.
Le nuove navi saranno in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB fino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o per mezzo di una rampa di alaggio situata a poppa.
I PPA saranno costruiti, a similitudine delle FREMM, presso i Cantieri Navali di Riva Trigoso e di Muggiano e rappresentano il programma per una classe di unità navali multiruolo della Marina Militare, che stanno sostituendo le fregate classe Soldati e le corvette classe Minerva.
La nuova classe prevede la suddivisione delle unità nelle seguenti tre diverse versioni:
  • PPA Light: versione leggera, adatta al pattugliamento litoraneo ed al contrasto della criminalità in mare;
  • PPA Light+: versione media, adatta sia al pattugliamento litoraneo che al supporto ed al combattimento;
  • PPA Full: versione pesante, adatta al combattimento di prima linea.
Il piano iniziale prevede 16 unità, 7 delle quali sono state già commissionate. Altre 3 sono in opzione da esercitare entro maggio 2021, mentre ad ora è iniziata la costruzione delle prime cinque unità.
L'ordine delle prime 7 unità è così suddiviso: 2 PPA Light, 3 PPA Light+ e 2 PPA Full.


10 UNITA’ DELLA CLASSE:
  1. Paolo Thaon di Revel 2017-2021;
  2. Francesco Morosini 2018-2022;
  3. Raimondo Montecuccoli 2018-2023;
  4. Mercantonio Colonna 2019-2024;
  5. Giovanni dalle Bande Nere 2020-2024;
  6. ……..;
  7. ………
  8. ..........
  9. ...........
  10. .............



IL PROGETTO

Il Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) rappresenta una tipologia di nave altamente flessibile: le prime due versioni, saranno velocemente convertibili nella versione più potente e pesantemente armata, grazie anche all'elevato grado di modularità delle unità.


Lo scafo presenta una forma innovativa, che insieme al nuovo rostro prodiero, punta ad ottimizzare la spinta idroninamica allo scopo di soddisfare requisiti prestazionali molto sfidanti, pur mantenendo un moderato impatto ambientale e garantendo l'economicità di gestione. Le navi, presenteranno due zone ad alta modularità, una di centro nave e l'altra di poppa.


La prima, presenterà una gru Davit con 2 braccia, dispiegabile, per il trasporto, il lancio ed il recupero di imbarcazioni fino a 11m x 10t e una gru centrale per container fino a 20t. Questa zona infatti, presenterà una capacità di carico fino a 8 container ISO 1C, per 120t max complessive.
La seconda zona modulare invece, potrà fungere da bacino per mezzi delle forze speciali, da magazzino pallettizzato, da comparto sanitario, da comparto alloggi (30 posti + igiene) o come zone USV e ROV più cittadella di comando. Adiacente a questa zona, sarà presente in modo predefinito, una rampa per il lancio ed il recupero di un veicolo anfibio di tipo RHIB di massimo 11 metri.


La zona plancia, presenta una moderna ed innovativa forma, molto simile a quella di un elmo, assicurando un ampio raggio di visibilità nonché un elevatissimo grado tecnologico, essendo in questa riuniti tutti i sistemi di controllo, di autodifesa ed attacco, navigazione e propulsione.



L'ARMAMENTO

L'armamento di base è comune a tutte e tre le versioni: sarà costituito da un cannone (a prua) Leonardo 127/64 mm LW munito del nuovissimo munizionamento Vulcano e da un cannone (sull'aviorimessa di poppa) OTO Melara 76/62 mm, del tipo sovraponte, munito di munizionamento Davide/Strales con predisposizione per il Vulcano. 


Sempre sull'aviorimessa di poppa, troveranno posto 2 mitragliere remotizzate Oto Melara / Oerlikon KBA 25/80 mm e 2 lanciarazzi ODLS-20 per le contromisure AAW e ASW.
Le versioni Light+ e Full, potranno poi vantare un impianto missilistico di ultima generazione VLS Sylver per il lancio in verticale di 16 missili Aster 15, Aster 30 e Aster 30 B1NT. 


Tutte le versioni avranno la predisposizione per un sistema di 4 lanciatori binati per il lancio di 8 missili anti-nave e land attack OTOMAT TESEO Mk-2 Evolved.



Per quanto riguarda la capacità silurante sarà presente la predisposizione per 2 lanciatori trinati per MU-90 Impact e siluri da 324mm.


Importante infine, la presenza di un Hangar e un ponte di volo per 2 elicotteri NH90 o AgustaWestland AW101.
I sistemi d'arma sono stati scelti tra quelli più all'avanguardia disponibili sul mercato e comprendono in tutte e tre le versioni del PPA un cannone a prua del modello Leonardo 127/64 LW con munizionamento Vulcano, un cannone a poppa OTO Melara 76/62 e due mitragliere remotizzate, mentre le versioni più integrali avranno in dotazione ulteriori assetti missilistici a lunga gittata.


I COMPITI DEI PPA

Il PPA sarà chiamato ad adempiere molteplici compiti sia di ambito spiccatamente militare: 
  • pattugliamento, 
  • sbarco anfibio, 
  • combattimento in mare aperto,
  • protezione civile, 
  • il trasporto di beni di prima necessità, 
  • il soccorso in caso di calamità naturali 
  • e l'assistenza ospedaliera. 

ASPETTI TECNICI

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, il PPA ha una lunghezza complessiva di 132,5 metri, un dislocamento di oltre 6 mila tonnellate e può raggiungere una velocità massima di 32 nodi. Al suo interno può ospitare un equipaggio di 171 uomini. Sono state adibite due zone della nave, una a poppa e l'altra nella parte centrale, per il trasporto di moduli containerizzati ed altra tipologia di carico in modo tale da implementare la sua funzione logistica. 
L'apparato di alimentazione si compone di un sistema CODAG (Combined Diesel and Gas), integrato ad un altro sistema a propulsione elettrica:
  • 132,5 metri di lunghezza;
  • Velocità oltre 33 nodi in funzione della configurazione e dell’assetto operativo;
  • 171 persone di equipaggio;
  • Dotata di impianto combinato diesel e turbina a gas (CODAG);
  • Capacità di fornire acqua potabile a terra;
  • Capacità di fornire corrente elettrica a terra per una potenza di 2.000 kw; 
  • 2 zone modulari a poppa e centro nave che permettono l’imbarco di svariate tipologie di moduli operativi/logistici/abitativi/sanitari containerizzati (in particolare la zona di poppa può ricevere e movimentare in area coperta fino a 5 moduli in container ISO 20” mentre la zona centrale fino 8 container ISO 20”).

I SISTEMI RADAR


Allo stesso modo la componente radar è composta da sistemi sensoriali ad altissima tecnologia per il tracciamento, la rilevazione e la guerra elettronica. 
Il Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) è stato costituito secondo quanto previsto dall’accordo di collaborazione nel settore delle costruzioni di navi militari tra Fincantieri e Leonardo siglato nell’ottobre 2014, all’interno del quale Fincantieri agisce da interfaccia unica verso il cliente, valorizzando, al contempo, l’offerta dei prodotti di Leonardo in ambito navale. Leonardo in base all’accordo, detiene la design authority dell’intero Sistema di Combattimento.
Leonardo avrà il ruolo di prime contractor per il sistema di combattimento e svilupperà i nuovi radar multifunzionali a facce fisse bi-banda X/C, i sistemi di comunicazione integrata di ultima generazione, i nuovi sensori elettro-ottici, la nuova direzione del tiro e l’innovativo Combat Management System ad architettura aperta. Leonardo avrà anche la responsabilità di tutti i sottosistemi - inclusi quelli di nuovo sviluppo realizzati dalle società Leonardo (cannone 76mm sovraponte), WASS (cortina sonar trainata), MBDA (sistema di difesa anti-balistico) ed Elettronica (sistema di guerra elettronica) - e del supporto al ciclo di vita nei primi dieci anni (supporto logistico integrato e “in-service”).

L’AUTOMAZIONE

Oltre alla costruzione di queste unità presso i propri cantieri, Fincantieri fornirà il supporto al ciclo vita nei primi dieci anni, articolato in attività di logistica (corsi, ricambi, documentazione tecnica) durante la costruzione delle unità e ISS, In Service Support (attività manutentiva), sviluppata durante l’esercizio in post-consegna, nonché quella di componenti e macchinari navali realizzati dalla Direzione Sistemi e Componenti, quali linee d’assi, timoneria, eliche di manovra, pinne stabilizzatrici e altri impianti di movimentazione, e l’impianto di automazione e parte di forniture speciali per i PPA ad opera della controllata Seastema S.p.A.


IL NUOVO PONTE DI COMANDO “COCKPIT”, LA REALTA’ VIRTUALE ED I RADAR AESA “KRONOS DUAL BAND RADAR IN BANDA “C” e “X”

Inoltre, Leonardo e Fincantieri svilupperanno insieme l’innovativo sistema denominato “Cockpit”, che consentirà, per la prima volta, di gestire in modo integrato le operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori grazie alle tecniche di “realtà aumentata”.


La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. Ideato nel 1957 per il cinema da Morton Heilig, il Sensorama era un affascinante macchinario in grado di riprodurre immagini stereo in 3D, vibrazioni, vento, sensazione tattile di movimento e persino dotata di un sistema per riprodurre i profumi, in modo da sollecitare anche la sensibilità olfattiva. Sono passati sessant’anni dai primi tentativi di sperimentazione della cosiddetta “realtà virtuale” e oggi questa tecnologia è entrata nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri ambienti di lavoro, consentendoci di immergersi completamente in un ambiente tridimensionale, di interagire ed esplorarlo, come se ci si trovasse al suo interno. Sono infatti ormai sempre più numerosi gli impieghi della realtà virtuale, in particolar modo nel campo sanitario, dallo studio di immagini diagnostiche in 3D alla simulazione di interventi complessi,  passando nei settori creativi e di intrattenimento, come la progettazione di edifici e di giochi e, infine, nell’industria manifatturiera e nei  servizi di manutenzione e di addestramento del personale. Ed è proprio l’industria manifatturiera uno dei maggiori utilizzatori di tecniche di realtà virtuale, soprattutto le aziende dove si investe costantemente in nuove tecnologie, con l’obiettivo di creare soluzioni innovative per progettare sistemi, velivoli, radar. Tramite queste tecnologie gli ingegneri sono in grado di realizzare dei prototipi virtuali per individuare possibili errori già nella fase progettuale, introducendo eventuali modifiche o correzioni prima di iniziare la fase di produzione, generando così un notevole risparmio economico. Altrettanto efficace l’impiego della realtà virtuale durante la fase della manutenzione,  che consente la riduzione degli interventi e la rapida risoluzione di possibili conflitti o guasti. Un ponte di comando di una nave multiruolo all’interno del quale muoversi e sperimentare, attraverso la realtà virtuale, sistemi e sensori di nuova generazione: è HOPLITE (Highly OPerational Laboratory for Integration Testing and Evaluation), un innovativo “test bed navale integrato”, combinazione di prototipo fisico e virtuale, realizzato da Leonardo. Il dimostratore consente la simulazione della gestione integrata delle operazioni di conduzione della nave e del sistema di combattimento tramite un cockpit virtuale integrato per la gestione completa dell’ unità navale,  nonché l’integrazione fisica e funzionale dei sensori  radar, EO e di comunicazione oltre all’interazione con la sovrastruttura. All’interno della sala di comando di HOPLITE è possibile, indossando un visore con sensori giroscopici e grazie all’ausilio di tecnologie di realtà aumentata, osservare il funzionamento dei nuovi radar multifunzionali a facce fisse e a doppia banda, dei sensori di individuazione amico-nemico e all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento dei bersagli, nonché degli avanzati  sistemi di comunicazione integrata radio e satellitare. All’interno di HOPLITE  troviamo il nuovo Combat Management System, caratterizzato da un’architettura aperta, modulare e riconfigurabile in base alla tipologia di missione, che rappresenta il vero e proprio centro di comando e controllo della nave.
Il sistema HOPLITE riproduce parte della sovrastruttura (Integrated Mast) delle nuove unità navali della Marina Militare italiana. Leonardo è infatti responsabile dell’intero sistema di combattimento  oltre che della fornitura e integrazione di tutti i sistemi a bordo delle nuove unità che rinnoveranno la flotta nazionale. Le nuove navi sono certamente unità di concezione innovativa per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d’interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell’ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali. Anche l’addestramento manutentivo ed operativo è realizzato in un ambiente virtuale immersivo denominato MORPHEUS, in cui gli operatori e i manutentori possono esercitarsi nelle procedure operative e di manutenzione, utilizzando una fedele rappresentazione virtuale degli apparati, come se operassero nell’ambiente reale.
In particolare, HOPLITE è stato realizzato dalla Divisione Elettronica Terrestre e Navale di Leonardo presso il centro di integrazione navale situato nella sede di Arco Felice (Napoli). La struttura metallica che contiene tutti i sistemi che compongono il cockpit della nave, è completamente smontabile e rivestita in pannelli realizzati in materiale composito. La realizzazione del prototipo virtuale ha consentito di effettuare tutte le validazioni ergonomiche e il corretto posizionamento dei sensori, prima di attuare scelte definitive per la realizzazione dei sistemi navali. Con una leadership più che cinquantennale e sistemi installati sulle navi di oltre 40 Marine Militari di vari paesi nel mondo, Leonardo è un player di riferimento in grado di fornire soluzioni complete per la gestione delle missioni navali che integrano più tipologie di sensori tra cui radar, sistemi elettronici e d’arma, elicotteri e velivoli anche a pilotaggio remoto. I prodotti offerti sono in grado di soddisfare tutti i requisiti adattabili a scenari di missione in continua evoluzione, per qualunque tipologia di nave, di qualunque classe e tonnellaggio: dalle piccole motovedette ai dragamine, fino alle grandi portaerei.




IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM di LEONARDO

Per le nuove navi Leonardo, responsabile del Sistema di Combattimento completo della nave, fornisce il Combat Management System di nuova generazione ad architettura aperta, modulare e riconfigurabile, progettato per essere un sistema C4I completo con accesso ai servizi di rete della coalizione così come a quelli strategici nazionali. Nella plancia è previsto il cockpit integrato, un innovativo sistema realizzato insieme a Fincantieri, che consentirà per la prima volta la gestione integrata delle operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, impiegando un numero ridotto di addetti, grazie anche all’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata.


I nuovi sistemi forniti da Leonardo includono:
  • il radar di controllo del tiro multi-sensore bi banda (X e Ka)  NA30S MK2, che consente la guida della munizione DART, 
  • il KRONOS dual band radar multifunzionale Active Electronically Scanned Array a quattro facce fisse nelle bande C e X, 
  • il radar di sorveglianza aerea e di superficie LPI SPS732, 
  • sensori IFF (Identification Friend or Foe) di nuova generazione con antenna circolare, 
  • e l’innovativo IRST (InfraRed Search and Track) statico, un sensore all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento di bersagli, basato su molteplici teste ottiche non rotanti, distribuite sui quattro lati della nave per garantire una visione a 360 gradi, senza soluzione di continuità.

IL SISTEMA PROPULSIVO

Le caratteristiche di sopravvivenza sono state ulteriormente incrementate rispetto agli standard delle unità precedenti: la distanza tra i due gruppi propulsivi è cresciuta e si aggiunge un ulteriore propulsore anteriore retrattile di emergenza, molto utile per le manovre in porto. 
Il sistema propulsivo risulterebbe altamente flessibile potendo scegliere svariate configurazioni principali.

IL CANNONE PRINCIPALE Leonardo da 127/64mm Lightweight (LW) 

Il cannone navale Leonardo 127mm/64, prodotto sin dal 2005 ed entrato in servizio nel 2012, è il successore dell'Otobreda 127/54 Compatto. Destinato all'installazione su navi di medie e grandi dimensioni e il suo sistema di caricamento lo rendono compatibile per l'installazione anche in spazi ristretti; il cannone è di tipo polivalente a fuoco rapido e il suo principale compito e di combattimento navale e di appoggio e come compito secondario la lotta antiaerea. Il cannone principale Leonardo da 127/64 LW è in uso sulle nuove fregate italo-francesi Classe Bergamini (FREMM) e sulle fregate tedesche Classe F-125. Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro. L'Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l'installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l'installazione su imbarcazioni a sezione stretta. Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano. I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione. Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
  • Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni,
  • Pianificazione ed esecuzione di missioni per l'azione di supporto al fuoco navale,
  • soluzioni di tiro, 
  • selezione delle munizioni, 
  • definizione delle traiettorie e sequenze di tiro, 
  • calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni.

IL NUOVISSIMO 76 “SOVRAPONTE”

L’evoluzione inarrestabile del 76/62, la versione “Sovraponte”, è in corso di avanzato sviluppo da parte delle maestranze italiane, il più avanzato a livello mondiale nella sua categoria, la versione ultima del cannone multi ruolo 76/62 dotato del kit Strales per l’uso delle munizioni guidate DART (Driven Ammunition Reduced Time Of Flight) e i munizionamenti di nuova generazione Vulcano. Il cannone navale 76/62 Sovraponte è un medio calibro leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza pari in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nella funzione anti-missilistica. È inoltre prevista la capacità di coinvolgere in modo molto efficace obiettivi di terra per prestazioni uniche multiruolo. Il 76/62 è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali. Sarà disponibile un'interfaccia con un'ampia varietà di sistemi di gestione dei combattimenti navali e/o FCS/EOS, secondo gli standard digitali e analogici, compresa l'architettura aperta. La velocità di ingaggio potrà essere selezionata da scatto singolo a cottura 120 giri/min. In condizioni operative, il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard alla cottura è inferiore a 0,3 mrad, garantendo così un'eccellente precisione. Il 76/62 in tutte le sue continue evoluzioni è l'unico cannone navale di medio calibro disponibile nella capacità di fuoco prolungato, requisito fondamentale in qualsiasi scenario che preveda l'ingaggio simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dagli emergenti scenari di guerra asimmetrica. Il caricamento automatico avviene tramite un caricatore girevole e il caricamento rapido avviene facilmente anche durante il tiro da parte di due addetti alla movimentazione delle munizioni. La fornitura standard include la nuova Digital Control Console (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell'operatore e dei manutentori.
Il 76/62SP è pronto per il funzionamento del fusibile multifunzione programmabile 3AP. Il nuovo 76/62 SR e il nuovo 76/62 SR sono dotati della flessibilità necessaria per essere equipaggiati con optional:
  • Scudo Stealth Integrale per ridurre l'RCS totale della nave,
  • Radar velocità muso per aggiornare l'FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella di range,
  • Dispositivo di alimentazione multipla per la movimentazione, selezione e alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizione caricata,
  • Sistema STRALES - un sistema di guida per il proiettile a guida DART.

L’AFFUSTO PER LA DIFESA RAVVICINATA LEONARDO “25/80”

L'affusto Oto Melara 25/80 "Spallaccia" è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. 


L'arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido. 
Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali. L'Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana. Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184mm.

IL SISTEMADI CHAFF & FLARE “SCLAR H”

Lo SCLAR è un sistema lanciarazzi multiplo prodotto dalla Breda Meccanica Bresciana, utilizzato in genere dalle navi per il lancio di falsi bersagli come bengala e chaff. Ha un calibro da 105mm, elevabile e brandeggiabile, e può lanciare in un raggio di 10 km anche razzi esplosivi, con la celerità di tiro di un razzo al secondo. Lo SCLAR si può considerare un'arma vera e propria, sebbene i cannoni della nave possono assolvere alla funzione molto meglio di un lanciarazzi.  La SCLAR ha avuto molto successo tra gli anni settanta e ottanta avendo esordito sulle Lupo e avendo trovato posto nel corso dei lavori di ammodernamento oltre che sulle unità di nuova costruzione, anche sulle unità costruite precedentemente al suo debutto, come nel caso dei cacciatorpediniere Classe Audace sugli incrociatori Classe Doria e sulla portaelicotteri Vittorio Veneto. Il lanciarazzi è stato progettato per l'accurata distribuzione di falsi bersagli per la difesa passiva della nave contro missili a guida IR e a ricerca radar. Il sistema ha la possibilità di caricare simultaneamente diversi tipi di razzi quali Chaff, flares, decoys e bengala e quella di potere selezionare automaticamente i razzi da lanciare. Grazie alla disponibilità di un gran numero di razzi, caricati in singoli contenitori sigillati ha la possibilità di ripetuti ingaggi. Altre caratteristiche sono il controllo automatico da parte della suite da guerra elettronica della nave, il pieno coordinamento con i sistemi di difesa attiva della nave, quali jamming e CIWS, e la capacità di funzionare in qualsiasi condizioni atmosferiche e in ambiente NBC.

IL LANCIA DECOY “O.D.L.S.”

Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Le versioni speciali possono sparare razzi di calibro diverso da 105 mm - 118 mm, che rappresenta la dimensione standard. L'ODLS è progettato per lo schieramento accurato di esche, fornendo così una difesa passiva per una nave contro i missili radar e di ricerca a infrarossi e può anche essere impiegato nel ruolo di bombardamento a terra.
Le caratteristiche principali dell’ODLS:
  • Capacità di caricare contemporaneamente diversi tipi di razzi (Chaff, IR, Illuminating);
  • Selezione automatica del tipo di razzo da sparare;
  • Azione di impegno continuo grazie al rapido ricaricamento delle unità di lancio;
  • Controllo automatico completo da parte dell'EWS della nave;
  • Funzionamento sicuro in tutte le condizioni operative;
  • Nessuna penetrazione del ponte.

LA COSTRUZIONE DELLE UNITA’

I PPA saranno costruiti presso il Cantiere Integrato di Riva Trigoso e Muggiano con consegna prevista per la prima unità della classe nel 2021 mentre i successivi saranno consegnati nel 2022, 2023, 2024 con due unità, 2025 e 2026. Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e presenza in tutti i settori ad alto valore aggiunto, che in oltre 230 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. È leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in altri settori, dalle navi militari ai cruise-ferry, dai mega-yacht alle navi speciali ad alto valore aggiunto, dalle riparazioni e trasformazioni navali all’offshore. Il Gruppo, che ha sede a Trieste, conta complessivamente circa 21.600 dipendenti, di cui quasi 7.800 in Italia, e 21 stabilimenti in 4 continenti. Nel corso del 2013 il Gruppo ha perfezionato l’acquisizione di VARD, società che opera nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale quotata alla Borsa di Singapore. Fincantieri ha così raddoppiato le sue dimensioni, diventando il principale costruttore navale occidentale. Negli Stati Uniti opera tramite la controllata Fincantieri Marine Group (FMG). La società, che serve importanti clienti governativi fra cui la Marina Militare e la Guardia Costiera statunitense, conta tre cantieri (Marinette Marine, Bay Shipbuilding, Ace Marine), tutti situati nella regione dei Grandi Laghi. Negli Emirati Arabi, Fincantieri è presente con Etihad Ship Building, una joint venture insieme ad Al Fattan Ship Industries e Melara Middle East, i cui obiettivi sono la progettazione, produzione e vendita di differenti tipi di navi civili e militari oltre ad attività di manutenzione e refitting.

LE TECNOLOGIE DI LEONARDO

Leonardo è il principale gruppo industriale italiano, leader nel campo delle alte tecnologie, e si posiziona tra i primi dieci gruppi al mondo nel settore dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Quotata alla Borsa di Milano (FNC IM; SIFI.MI), con ricavi consolidati al 31 dicembre 2014 pari a circa 14 miliardi di euro, 273 sedi e siti operativi in 20 paesi; è una realtà internazionale e multiculturale con una presenza significativa in quattro mercati domestici: Italia, Regno Unito, USA e Polonia. Tra le attività core business, i settori degli Elicotteri, dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e dell’Aeronautica, cui si aggiunge un posizionamento significativo nello Spazio, nei Sistemi di Difesa e nei Trasporti.

(Web, Google, Wikipedia, Leonardo, Fincantieri, Forumfree, Dr. G.Arra, You Tube)
























































































































































 

domenica 31 gennaio 2021

Vola il prototipo del nuovo F-15EX e la Boeing viene autorizzata a proporlo all’aeronautica indiana



Vola il prototipo del nuovo F-15EX e la Boeing viene autorizzata a proporlo all’aeronautica indiana.
Il governo degli Stati Uniti e la Boeing hanno confermato ai media che hanno di recente offerto il caccia F-15EX Advanced Eagle all’Aeronautica militare indiana (IAF). 
Questa offerta sarà supportata da una nuova iniziativa del settore - annunciata dalla Boeing il 28 gennaio - che cercherà di sviluppare in India un hub aerospaziale per aerei militari e commerciali Boeing.


La società statunitense Boeing ha confermato i piani per posizionare il suo aereo da combattimento F-15EX per l’Aeronautica militare indiana (IAF) e per sviluppare all'interno del paese un nuovo hub aerospaziale di "manutenzione, sviluppo e sostegno". Il governo degli Stati Uniti "ha recentemente approvato la licenza per commercializzare l'F-15EX in India". Le discussioni sull'F-15EX si erano svolte direttamente tra i governi dell'India e degli Stati Uniti.
La licenza di marketing dell'F-15EX permette di parlare direttamente con l'Aeronautica Militare indiana delle capacità del caccia. La Boeing aveva colloqui continuati alla fiera Aero India di Bangalore.


La società USA ha anche rivelato i piani per un progetto aerospaziale denominato “Hub Boeing India Repair Development and Sustainment (BIRDS). Boeing ha affermato che l'iniziativa BIRDS "prevede un ecosistema di manutenzione, riparazione e revisione competitivo per l'ingegneria, la manutenzione, l'abilità, la riparazione e i servizi di supporto della difesa e degli aerei commerciali in India. Ha aggiunto che il progetto fa parte del suo impegno a sostenere e rafforzare le capacità aerospaziali e di difesa indigene nel paese asiatico.



Anche l’US Air Force prepara l’introduzione in servizio dei nuovi F-15EX

Il primo F-15 EX ha di recente effettuato il primo volo presso lo stabilimento Boeing. Il volo è durato 90 minuti ed ha consentito di svolgere un primo check dell’avionica, del sistema di missione e del software. La Boeing di recente ha ottenuto l’autorizzazione del Governo USA ad offrire il velivolo all’India, ha ricevuto un contratto del valore di 1,2 miliardi di dollari per la fornitura dei primi 8 F-15EX all’USAF, che ha un requisito per 144-200 velivoli. Altri due F-15EX arriveranno a breve presso la base USAF di Eglin, in Florida, per i primi test: sono gli F-15 più sofisticati e avanzati mai costruiti ed i primi F-15 freschi di fabbrica acquisiti dall'USAF dal 2004; sono gli aerei di punta in una flotta pianificata di oltre 200 nuovi F-15EX da acquisire entro i prossimi 15 anni. 



L'F-15EX è equipaggiato di: 
  • controlli di volo fly-by-wire, 
  • due nuove stazioni di armi, 
  • una nuova suite di guerra elettronica, 
  • radar avanzato, 
  • un computer iperveloce, 
  • serbatoi di carburante conformal 
  • e una struttura rafforzata. 
Ma è ancora un caccia di quarta generazione, non più furtivo dell'F-15A del 1974. La bassa osservabilità è considerata cruciale per operare vicino alle moderne difese aeree dell'avversario, quindi questo nuovo caccia dovrà rimanere, per la maggior parte, all'esterno spazio aereo nemico fino a quando queste difese non possono essere violate.
L'F-15EX è stato aggiunto al budget dell'Air Force nel 2018 quando l'allora segretario alla Difesa James Mattis, su consiglio degli analisti del Pentagono, decise che un'Aquila di quarta generazione modernizzata avrebbe potuto fornire un aumento di capacità necessario e dare al Pentagono una leva competitiva con il Lockheed Martin F-35A, il caccia di quinta generazione preferito dall’USAF.


L'F-15EX è "progettato per evolversi

Heather Wilson, l'allora Segretario dell'Air Force, avrebbe ammesso in seguito che l'USAF non aveva cercato l'F-15EX. Era politica dell'USAF dal 2004 quella di non acquistare aeroplani "nuovi-vecchi" e di concentrarsi sulle macchine di quinta generazione. 
Ora che è inserito nel budget, però, l’US Air Force sta abbracciando l'F-15EX come mezzo per sostenere la sua forza di caccia, affrontando la dura realtà che non ha abbastanza velivoli per andare in volo. L'USAF non ha mai ricevuto i 381 F-22 che aveva pianificato per sostituire i suoi F-15C/D e portare la missione di superiorità aerea fino al 2040, ricevendo solo 186 Raptor. Per soddisfare i requisiti di forza globale, ha dovuto trattenere più di 200 degli F-15C più giovani o con il tempo più basso ben oltre la loro vita di servizio pianificata. 
Undici anni dopo, quegli F-15C / D sono così logori che i funzionari dell'Air Force dicono che non è più conveniente ripararli. Per rimanere al sicuro, richiedono ispezioni costanti e costose per garantire che gli elementi strutturali affaticati siano ancora vitali. 
Il costo per sostenere la flotta dell'Aquila e altre vecchie piattaforme è "mangiarmi vivo", ha detto il tenente generale David S. Nahom, vice capo del personale per piani e programmi. 
I velivoli più vecchi stanno ostacolando l'Air Force in diversi modi, ha detto Nahom in un'intervista. "Non solo ci costano troppi soldi, ma ci offrono anche troppi rischi", a causa di attrezzature obsolete e limitazioni di volo legate all'età. Ha detto che l'Air Force deve spostarsi rapidamente per portare l'F-15EX "il più rapidamente possibile per ricapitalizzare" le unità F-15C / D. 
La Boeing conferma un costo incredibile per l'F-15EX di 80 milioni di $ cadauno, più o meno lo stesso dell'F-35A. Ma i costi operativi fanno la differenza. Il capo di stato maggiore in pensione, il generale David L. Goldfein, ha confermato che l'USAF è stata diffidente nei confronti del costo per ora di volo dell'F-35, ancora circa $ 35.000, che è ben al di sopra dei $ 27.000 l'ora dell'F-15. L'Air Force vuole anche che la sua flotta sia principalmente della versione Block 4 dell'F-35, che non è ancora in produzione. Quel jet avrà sensori più avanzati e potrà trasportare una maggiore varietà di armi. In attesa, l'USAF può ottenere un numero maggiore di jet nella configurazione più avanzata e spendere meno per il retrofit di quelli precedenti.
Per il capo di stato maggiore, il generale Charles Q. Brown Jr., non è una questione di uno o dell'altro. "È capacità e capacità", ha detto durante un evento online di Defense One in ottobre. Mentre Brown ha insistito: "Diamo ancora valore all'F-35", ha definito l'F-15EX una "opportunità". Poiché i clienti stranieri hanno investito molto per modernizzare l'F-15, l'Air Force può sfruttare tali investimenti e acquisire un aereo buono come un aeroplano di quarta generazione, senza spendere grandi somme per lo sviluppo o gli strumenti, ha affermato Brown. 
L'Arabia Saudita e il Qatar hanno speso collettivamente circa 5 miliardi di $ per sviluppare le proprie versioni dell'F-15, ha dichiarato il vicepresidente della Boeing Prat Kumar, che dirige il suo programma F-15, in un'intervista di ottobre. L'Air Force può raccogliere i frutti di quell'investimento.  
L'F-15EX sarà quasi identico all'F-15QA in costruzione per il Qatar. Ora in fase di test, quell'aereo si basa sull'F-15SA sviluppato per l'Arabia Saudita, il primo a scambiare i vecchi attuatori idraulici con un sistema digitale fly-by-wire. 
I piloti collaudatori della Boeing hanno riferito che l'F-15QA vola in modo molto simile ai modelli F-15C / D ed E, ma raggiunge più velocemente il limite delle prestazioni. La transizione dalle vecchie Aquile dell'USAF al nuovo dovrebbe essere facile, dicono, richiedendo solo che i piloti si adattino ai nuovi display "glass cockpit" dell'EX, che sostituiscono quelli anni '80 nei modelli C / D ed E.  
Il generale James M. Holmes, che si è ritirato dalla carica di capo dell'Air Combat Command ad agosto, ha dichiarato di sostenere l'acquisto di EX perché, con l'aggiunta di finanziamenti del Congresso, è conveniente e il primo sarà "pronto a combattere non appena uscirà dal linea." Anche se sarà limitato in quanto non potrà avvicinarsi troppo alle difese aeree nemiche, a causa della sua ampia sezione radar, l'EX sarà efficace per la difesa della patria e nelle aree in cui la minaccia avversaria è meno grave, ha detto.
I funzionari del servizio dicono che stanno ancora cercando di capire come "plasmare" la forza futura, e per il momento, l'F-15EX cadrà semplicemente nella missione dell'F-15C / D. In futuro, tuttavia, l'EX potrebbe passare a una parte maggiore della missione di attacco al suolo del modello E, negli anni 2030, quando l'aereo giungerà alla fine della sua vita di servizio. L'EX avrà due postazioni di pilotaggio, ma l'USAF ha ufficialmente dichiarato che intende far volare l'aereo con un solo pilota.
"L'EX può trasportare tutte le armi di uno Strike Eagle, più alcune", ha detto un funzionario della Boeing. "Penso che probabilmente ci sarà una conversazione robusta ... su ciò che l'EX può e non può fare ... e cosa è a valore aggiunto rispetto a cosa no, dal punto di vista della missione."  
La Boeing ha ricevuto il primo pagamento di $ 1,2 miliardi per l'F-15EX il 13 luglio 2020. Il contratto di incentivi cost-plus-fixed-cost-plus ha fissato un tetto di $ 22,89 miliardi per un massimo di 200 aeromobili, sebbene l'USAF abbia parlato solo di acquisto 144. Separatamente, l'Air Force ha assegnato a GE Aviation un contratto da 101,4 milioni di dollari per i primi 19 motori GE-F110-129 per alimentare la flotta di prova EX, gli stessi motori che alimentano l'F-15SA e il QA. Saranno forniti come apparecchiature fornite dal governo. L'Air Force consentirà all'unità Pratt & Whitney di Raytheon Technologies di offrire una centrale elettrica competitiva per il programma di produzione, a condizione che Pratt certifichi il proprio motore sull'F-15EX, a proprie spese.
Il piano di difesa degli anni futuri dell'Air Force prevede 76 F-15EX, ma il Congresso non ne approverà altri fino a quando l'USAF non presenterà una strategia di acquisizione per il caccia. 
A causa della comunanza, uno squadrone F-15C / D sarà in grado di passare agli F-15EX entro circa tre mesi dalla loro acquisizione utilizzando gran parte dell'attrezzatura di supporto a terra esistente e richiedendo poca nuova costruzione militare. Al contrario, la transizione di un'unità dall'F-15C / D all'F-35 potrebbe richiedere diversi anni, data l'attrezzatura unica, e l'addestramento richiesti. Questa velocità di schieramento è citata dai leader USAF come la parte più attraente del programma EX. 
I piani sono che l'EX venga mantenuto dalla capacità organica dell'USAF.
L'Air Force prevede di mettere i primi F-15EX operativi a Kingsley Field, Oregon, dove viene condotto l'addestramento F-15.
Oltre ai sistemi di missioni all'avanguardia, l'F-15EX viene costruito con tecnologie moderne e con l'idea che sarà frequentemente aggiornato.
"Abbiamo migliorato l'ala in modo da eliminare la base... e la manutenzione programmata del deposito", ha detto Kumar. Le ali riprogettate digitalmente sono state costruite nello stabilimento Boeing di St. Louis da un team di una dozzina di tecnici e robot, contro le 86 persone necessarie con il progetto precedente. Il metodo di costruzione digitale riduce al minimo errori e rilavorazioni.
Il jet avrà anche "sistemi di missione aperti ad architettura aperta", ha detto, ed è un "esploratore" per l'approccio di sviluppo software agile dell'Air Force. Conosciuto come DevSecOps, accelera lo sviluppo e il rilascio del software abbattendo le barriere tra sviluppatori, professionisti della sicurezza e operatori.
L'F-15EX è "progettato per evolversi dal primo giorno" e sarà in grado di tenere il passo con i sistemi di comunicazione e condivisione dei dati in rapida evoluzione che il servizio sta creando. 
Il sistema operativo "può containerizzare applicazioni di terze parti" ed eseguire nuovo software "senza dover passare attraverso test di volo molto estesi e test di regressione. 
Gli squadroni saranno in grado di passare dagli aerei F-15C / D Eagles agli F-15EX entro circa tre mesi dalla loro acquisizione poiché i jet sono molto simili. 
L'F-15EX può "incorporare rapidamente le tecnologie del futuro", consentendogli di diventare "un banco di prova per le tecnologie più in generale per l'Air Force". Questi includeranno non solo ciò che potrebbe andare nelle versioni future dell'EX, ma altre tecnologie, dato che utilizza un processore più veloce, oltre a una rete in fibra ottica e una stanza fisica all'interno. 
L'F-15EX sarà protetto dal sistema Eagle Passive Active Warning Survivability, o EPAWSS, una nuova suite di guerra elettronica. Sebbene le funzioni di EPAWSS rimangano riservate, i funzionari affermano che sarà in grado di rilevare, individuare, identificare e attivare elettronicamente una varietà di sistemi di minaccia. I primi due velivoli EX di prova che raggiungeranno Eglin avranno l’EPAWSS installato, e funzionari della Boeing hanno affermato che gli otto EX di prova daranno all'Air Force più capacità di test EPAWSS. L'EPAWSS equipaggerà anche l'F-15E.
L'EPAWSS è “incluso nel prezzo” dell'F-15EX, così come il nuovo radar Raytheon APG-82 (V) 1, che l’US Air Force ha già installato su molti dei suoi modelli C / D ed E Eagles. 
Nel prezzo flyaway di 80 milioni di $ sono inclusi anche il programma di volo operativo comune Suite 9 e la radio programmabile con il software MIDS / JTRS (Multifunctional Information Distribution System / Joint Tactical Radio System). La capacità per il sistema di puntamento montato sul casco congiunto sarà integrata, ma i caschi saranno apparecchiature fornite dal governo.


Non sarebbero inclusi, tuttavia, sensori aggiuntivi, come i pod Sniper o Litening, o i pod Legion Infrared Search-and-Track (IRST)

L’Us Air Force ha fornito ai media un elenco di quello che... dovrebbe essere la configurazione dell’F-15EX. L’Usaf non voleva i sensori-pod: anche se l'EX non viene fornito con IRST, può usarlo. 
La Boeing afferma che l'F-15EX ha un carico utile maggiore del 28% rispetto all'F-15E, con altre due stazioni di armi extra che aggiungono flessibilità al carico.
Alcuni comandanti aerei di teatro volevano "equipaggiamenti diversi che potessero essere specifici per le loro regioni. Un aeroplano che può trasportare il carico bellico di un F-15 EX può fare la differenza. In altri posti hanno molti bersagli… quindi portare 28 (bombe di piccolo diametro) in quel teatro ”ha più senso. L'EX "ora può trasportare quattro missili aria-aria mentre fa tutto il resto ... aria-terra". 
L'Air Force inizialmente prevede di utilizzare l'EX come piattaforma aria-aria, sostituendo direttamente l'F-15C. In quel ruolo può trasportare 12 missili aria-aria e sulle nuove stazioni possono essere trasportati l'AIM-120 o l'AIM-9.
Una mostra virtuale della Boeing includeva un'immagine di un F-15EX che lancia un'arma ipersonica. Solo il pilone centrale dell'aereo "può trasportare un'arma da 22 piedi e 7.000 libbre". Un altro funzionario della Boeing ha detto che ci sono stati "controlli idonei" con un missile non specificato ed è stato già svolto molto lavoro nel simulatore.
I primi caccia operativi raggiungeranno Eglin nove mesi prima del programma contrattuale. La Boeing ha finanziato direttamente la loro costruzione: ”Siamo entusiasti di consegnare questi due aeroplani solo ... pochi mesi dopo l'aggiudicazione del contratto, e lasciare che l'Air Force inizi a farli volare". "Avranno ... quasi due anni di volo sui primi due aeroplani prima che il resto del primo lotto consegni i successivi sei, ... quattro di questi saranno anche cablati per la raccolta dei dati." Gli ultimi quattro saranno probabilmente un "top off" per i test, poiché la maggior parte dei test di sviluppo saranno completati quando arriveranno. 
Il governo saudita ha finanziato lo sviluppo per testare in volo l'F-15SA, che è stato il primo a utilizzare il sistema fly-by-wire. Quel programma ha riguardato ogni punto dei test di volo dell’'F-15. "E il pensiero ora è che semplicemente non dobbiamo tornare indietro e fare molto di questo perché si trattava di grandi dati." I jet del Qatar non sono così diversi dagli aerei sauditi; ha "un programma di test più piccolo" incentrato su radar, display e computer, "quindi molto di questo ovviamente non deve essere rifatto".
Inoltre, la forza di prova F-15 a Eglin sta già mettendo a punto EPAWSS, MDS / JTRS e Suite 9, quindi l'aggiunta di otto caccia F-15EX con tutte queste caratteristiche aggiungerà capacità e velocità alla forza di prova. "C'è un sacco di sinergia". I piloti collaudatori dello sviluppo sono già stati controllati sull'aereo QA, “quindi hanno già un vantaggio. ... L'aereo è già molto noto alla comunità dei test." 


La novità dell'EX sarà il programma di volo operativo Suite 9 e una nuova suite di controllo degli armamenti, che richiederà il tiro di alcuni missili. 

Un nuovo simulatore è stato messo insieme, ma le modifiche necessarie per convertire un simulatore F-15C / D o E in un EX sono minime, ha detto un funzionario della Boeing, e non richiederanno nuovi prototipi o altri investimenti. Allo stesso modo, non dovrebbero esserci problemi nell'integrare l'F-15EX nelle simulazioni di wargaming del Dipartimento della Difesa, perché gli aggiustamenti saranno piccoli. 
Poiché l'F-15EX non è passato attraverso il tipico processo dell'Air Force che stabilisce un requisito e segue un processo di sviluppo, non sarà conforme alle tipiche tappe programmatiche.
"Questo è diverso. … Esamineremo le decisioni Milestone C ”combinandole con un benchmark chiamato Integrated Design Review, piuttosto che Critical Design Review. "Questi sono davvero jet pronti per la produzione", "quindi dovrebbe essere abbastanza semplice inserirli in produzione subito dopo" i test di valutazione operativi integrati.
La Boeing ha in programma di costruire circa quattro F-15EX al mese, compresi i jet stranieri. La flotta F-15C / D può durare abbastanza a lungo da permettere all'F-15EX di salire a bordo? 
"L'Air Force lo sta esaminando per numero di coda e con molta attenzione", ha detto un funzionario della Boeing. "Stanno facendo ispezioni ... ed esaminando i dati e quali siano le implicazioni sulla flotta." L’Usaf è  cautamente ottimista e sta supportando in ogni modo il nuovo cacciabombardiere.
L'adozione dell'F-15EX da parte dell’Usaf  amplierà potenzialmente il numero di paesi che potrebbero acquistare il caccia, inclusi gli attuali utenti Israele, Giappone, Qatar, Corea del Sud e Arabia Saudita.
"Il mondo guarda ciò che acquista l'aviazione americana", ha detto Kumar. "Quindi chiaramente c'è interesse per la nostra base di clienti esistente in tutto il mondo." Israele sta "dando un'occhiata" al nuovo F-15, ha detto, mentre il Giappone sta progettando di incorporare molte delle caratteristiche EX eccetto il sistema fly-by-wire.


ENGLISH

Boeing offers the F-15EX to the Indian Air Force

Boeing has confirmed that the US government has approved its offer to promote its F-15EX Advanced Eagle fighter aircraft to the Indian Air Force (IAF). This offer will be supported by a new industry initiative - announced by Boeing on 28 January - that will seek to develop an aerospace hub in India for Boeing military and commercial aircraft.
Boeing confirmed plans to position its F-15EX fighter aircraft (pictured) for the Indian Air Force and to develop a new "repair, development and support" aerospace hub within the country.
A Boeing spokesman told Janes on 28 January that the US government "recently approved our licence to market the F-15EX in India". Earlier, Ankur Kanaglekar, director for India Fighters Lead at Boeing Defence, Space & Security, was reported by Reuters as saying that discussions on the F-15EX had taken place between the governments of India and the US.
Kanaglekar said the F-15EX marketing licence "allows us to talk directly to the Indian Air Force about the fighter's capabilities". He added that Boeing had "started [discussions] in a small way" and that talks were expected to continue at the Aero India show in Bangalore, which begins on 3 February.
At a pre-show press conference in New Delhi, the company also unveiled plans to launch an aerospace project dubbed the Boeing India Repair Development and Sustainment (BIRDS) hub initiative in India. Boeing said the BIRDS initiative "envisions a competitive MRO [maintenance, repair and overhaul] ecosystem for engineering, maintenance, skills, repair and support services for defence and commercial aircraft in India". He added that the project is part of its "commitment to support and strengthen indigenous aerospace and defence capabilities in the country”.

The US Air Force prepares to welcome the first new F-15EX

Early next year, two Boeing F-15EXs will arrive at Eglin Air Force Base, Fla., for testing. The most tricked-out, advanced Eagles ever built, and the first factory-fresh F-15s acquired by the Air Force since 2004, they’re the lead aircraft in a planned fleet of up to 200 F-15EX fighters to be added over the next 15 years. 
The F-15EX comes with nearly all the bells and whistles Eagle drivers have ever wished for: fly-by-wire flight controls, two new weapon stations, a new electronic warfare suite, advanced radar, a hyper-fast computer, conformal fuel tanks, and a strengthened structure. 
But it’s still a fourth-generation fighter, no stealthier than the F-15A that rolled out in 1974. Low observability is considered crucial for operating near modern adversary air defenses, so this new fighter will have to remain, for the most part, outside enemy airspace until those defenses can be beaten down.
The F-15EX was added to the Air Force’s budget in 2018 when then-Defense Secretary James Mattis, acting on the advice of Pentagon analysts, decided that a modernized fourth-generation Eagle could provide a needed capacity boost and give the Pentagon competitive leverage with Lockheed Martin, maker of the F-35A, USAF’s preferred, fifth-generation fighter.

The F-15EX is “designed to evolve from Day One.”

Heather Wilson, then-Secretary of the Air Force, would later admit USAF hadn’t sought the F-15EX. It had been USAF policy since 2004 not to buy any “new-old” airplanes, and concentrate on fifth-generation machines. 
Now that it’s in the budget, though, the Air Force is embracing the F-15EX as a means to shore up its fighter force, facing the hard reality that it just doesn’t have enough iron to go around. USAF never got the 381 F-22s it planned for to replace its F-15C/Ds and carry the air superiority mission through 2040, receiving only 186 Raptors. To meet global force requirements, it had to retain more than 200 of the youngest or lowest-time F-15Cs well beyond their planned service lives. 
Eleven years later, those F-15C/Ds are so worn down that Air Force officials say it’s no longer cost-effective to fix them. To remain safe, they require constant and costly inspections to ensure fatigued structural elements are still viable. 
The cost of sustaining the Eagle fleet and other old platforms is “eating me alive,” said Lt. Gen. David S. Nahom, deputy chief of staff for plans and programs., 
Older aircraft are handicapping the Air Force in multiple ways, Nahom said in an interview. “Not only are they costing us too much money, but they’re offering us too much risk,” due to obsolete gear and age-related flight restrictions. He said the Air Force must move out swiftly to bring on the F-15EX “as quickly as we can to recapitalize” F-15C/D units. 
Boeing quotes a flyaway cost for the F-15EX of $80 million a copy—about the same as the F-35A. But operating costs are a differentiator. Recently retired Chief of Staff Gen. David L. Goldfein said USAF has been leery of the F-35’s cost per flight hour, still about $35,000, which is well above the F-15’s $27,000 per hour. The Air Force also wants its fleet to be mostly of the Block 4 version of the F-35, which is not yet in production. That jet will have more advanced sensors and can carry a greater variety of weapons. By waiting, USAF can get a greater number of jets in the more advanced configuration and spend less on retrofitting earlier ones.
To Chief of Staff Gen. Charles Q. Brown Jr., it’s not a matter of one or the other. “It’s capability and capacity,” he said during a Defense One online event in October. While Brown insisted, “We still value the F-35,” he called the F-15EX an “opportunity.” Because foreign customers have invested heavily to modernize the F-15, the Air Force can leverage those investments and acquire an airplane that’s as good as a fourth-generation airplane can be, without laying out big dollars for development or tooling, Brown asserted. 
Saudi Arabia and Qatar have collectively spent about $5 billion developing their own versions of the F-15, said Boeing Vice President Prat Kumar, who heads its F-15 program, in an October interview. The Air Force can reap the benefit of that investment.  
The F-15EX will be almost identical to the F-15QA being built for Qatar. Now in testing, that aircraft builds on the F-15SA developed for Saudi Arabia, the first to trade the old hydraulic actuators and cables for a digital, fly-by-wire system. 
Boeing test pilots have reported that the F-15QA flies very much like the F-15C/D and E models, but reaches the edge of the performance envelope faster. Transitioning from USAF’s old Eagles to the new should be easy, they say, requiring only that pilots adapt to the EX’s new “glass cockpit” displays, which replace the 1980s-era steam gauges in the C/D and E models.  
Gen. James M. Holmes, who retired as head of Air Combat Command in August, said he supported the EX purchase because, with congressional funding adds, it’s affordable and the first one will be “ready to fight as soon as it comes off the line.” Even though it will be limited in how close it can get to enemy air defenses—owing to its large radar cross section—the EX will be effective for homeland defense and in areas where the adversary threat is less severe, he said.
Service officials say they are still figuring out how to “shape” the future force, and for the moment, the F-15EX will simply fall in on the mission of the F-15C/D. In the future, however, one senior official said the EX could shift to more of the E model’s ground-attack mission, in the 2030s, as that airplane comes to the end of its service life. The EX will have two cockpit positions, but USAF has officially said it intends to fly the aircraft with a single pilot.
“The EX can carry every weapon that a Strike Eagle can carry, plus a few,” a Boeing official said. “I think there’s probably going to be a robust conversation … about what the EX can and cannot do … and what is value-added versus not, from a mission standpoint.”  
Boeing received the first payment of $1.2 billion for the F-15EX on July 13. The cost-plus-fixed-fee, cost-plus incentive contract set a ceiling of $22.89 billion for up to 200 aircraft, although USAF has only spoken of buying 144. Separately, the Air Force awarded GE Aviation a $101.4 million contract for the first 19 GE-F110-129 engines to power the EX test fleet—the same engines that power the F-15SA and the QA. They will be provided as government-furnished equipment. The Air Force will allow Raytheon Technologies’ Pratt & Whitney unit to offer a competitive power plant for the production program, though, as long as Pratt certifies its engine on the F-15EX, at its own expense.
The Air Force’s Future Years’ Defense Plan calls for 76 F-15EXs, but Congress will not approve more until USAF submits an acquisition strategy for the fighter. 
Because of commonality, an F-15C/D squadron will be able to change over to the F-15EXs within about three months of getting them, Goldfein said, using a lot of the existing ground support gear and requiring little new military construction. By contrast, transitioning a unit from the F-15C/D to the F-35 might take several years, given the unique gear, training and milcon required. This speed of fielding is cited by USAF leaders as the most attractive part of the EX program. 
Except for some bridge support by contractor personnel for the test aircraft, the plan is for the EX to be maintained by USAF’s organic capability.
The Air Force plans to put the first operational F-15EXs at Kingsley Field, Ore., where it conducts F-15 training.
In addition to state-of-the art missions systems, the F-15EX is being built with modern technologies and with the idea that it will frequently be upgraded, Kumar said.
“We have improved the wing so that it eliminates base-level … and programmed depot maintenance,” Kumar said. The digitally re-engineered wings are being built at Boeing’s St. Louis plant by a team of a dozen technicians and robots, versus the 86 people needed with the earlier design. The digital construction method minimizes mistakes and rework.
The jet will also have “open mission systems and open architecture,” he said, and is a “pathfinder” for the Air Force’s agile software development approach. Known as DevSecOps, it accelerates software development and releases by breaking down barriers between developers, security practitioners, and operators.
Will Roper, USAF acquisition chief, said the F-15EX is “designed to evolve from Day One,” and will be able to keep up with rapidly changing communications and data-sharing systems the service is creating. 
The operating system “can containerize third-party applications” and run new software “without having to go through very extensive flight testing and]regression testing,” Kumar asserted. 
The F-15EX can “incorporate future technologies rapidly,” enabling it to become “a testbed for technologies more broadly for the Air Force,” Kumar said. These will include not just what might go into future versions of the EX but other technologies, given that it has the fastest processor flying, as well as a fiber- optic network and physical room inside. 
The F-15EX will be protected by the Eagle Passive Active Warning Survivability System, or EPAWSS, a new electronic warfare suite. While EPAWSS functions remain classified, officials say it will be able to detect, locate, identify, and electronically engage a variety of threat systems. The first two test EX aircraft that reach Eglin will have EPAWSS installed, and Boeing officials said the eight test EXs will give the Air Force more EPAWSS testing capacity. The EPAWSS will also equip the F-15E.
EPAWSS is “included in the price” of the F-15EX, Kumar said, as is the Raytheon APG-82(V) 1 radar, which the Air Force has already installed on many of its C/D and E model Eagles. 
Also included in the $80 million flyaway price will be the Suite 9 common operational flight program, and MIDS/JTRS (Multifunctional Information Distribution System/Joint Tactical Radio System) software-programmable radio. Capability for the Joint Helmet-Mounted Cueing System capability will be built in, but the helmets will be government-furnished equipment.
Not included, however, will be any additional sensors, such as Sniper or Litening pods, or Legion Infrared Search-and-Track (IRST) pods, a Boeing official said. 
“Everybody wanted it to be crystal clear on what they’re getting for what price,” the official said. “The Air Force gave us a list of what … the F-15EX configuration should be, and it had to do with two things: One, the capability they wanted, but the other was commonality with what they were already doing.” The Air Force didn’t want sensor pods in the package “because they said, ‘Hey, look, we’ve already got Sniper pods. We’ve got IRST pods.’” While the EX doesn’t come with the IRST, it can use it. 
Boeing says the F-15EX has a 28 percent larger payload than the F-15E, with two more weapons stations. The extra stations add loadout flexibility, company officials said.
Some theater air commanders wanted “different loadouts that might be more applicable” to their regions. “An airplane that can carry seven 2,000-pounders, which an EX can, makes a big difference. In other places they have lots of targets … so carrying 28 (Small Diameter Bombs) in that theater” makes  more sense. The EX “can now carry four air-to-air missiles while it’s doing all that other … air-to-ground” work. 
The Air Force initially expects to use the EX as an air-to-air platform, directly substituting for the F-15C. In that role it can carry 12 air-to-air missiles, and on the new stations, either the AIM-120 or AIM-9 can be carried.
At the Air Force Association’s virtual Air, Space & Cyber Conference in September, Boeing’s virtual exhibit included an image of an F-15EX launching a hypersonic weapon. Asked about it, Kumar said only that the aircraft’s central pylon “can carry a 22-foot, 7,000-pound weapon.” Another Boeing official said there have been “fit checks” with an unspecified missile. “We’ve done … work in the simulator on this,” the official said. 
The first jets will reach Eglin nine months ahead of contract schedule. Boeing has fronted some of its own money to build them, to show the Air Force it can deliver swiftly.
“We’re excited to deliver these two airplanes just … a few months after contract award, and let the Air Force start flying them,” Kumar said. “They’re going to get … almost two years of flying on the first two airplanes before the rest of Lot 1 delivers, and of the next six, … four of those will also be test-wired for data collection.” The last four will probably be a “top off” to testing, as most developmental tests will be completed by the time they arrive. 
The Saudi government paid the U.S. Air Force to flight-test the F-15SA, which was the first to use the fly-by-wire system. That program—for which testers received an award by their peers—“tested every flight-test point the F-15 had ever flown,” a Boeing official reported. “And, the thought now is that we simply don’t have to go back and do a lot of that because it was great data.” The Qatari jets aren’t that different from the Saudi aircraft; it has “a smaller test program” focusing on the radar, displays, and computer, “so a lot of that obviously doesn’t have to be redone.”
Moreover, the F-15 test force at Eglin is already shaking out the EPAWSS, MDS/JTRS and Suite 9, so the addition of eight F-15EX jets with all those features will add capacity and speed to the test force, he said. “There’s a ton of synergy,” he added. Developmental test pilots are already checked out in the QA aircraft, “so they’ve got a leg up, already. … The airplane is already very known to the test community.” 
What will be new on the EX will be the Suite 9 operational flight program and a new armament control suite, which will require shooting some missiles. 
A new simulator is being put together, but the changes needed to convert an F-15C/D or E sim to an EX are minimal, a Boeing official said, and won’t require new buildings or other large investment. Likewise, there shouldn’t be a problem integrating the F-15EX into Defense Department wargaming simulations, because the adjustments will be small.  
Because the F-15EX didn’t go through the typical process of the Air Force setting a requirement and following a development process, it won’t conform to typical programmatic milestones, Kumar said.
“This is different. … We’ll go through the Milestone C decisions” by combining them with a benchmark called Integrated Design Review, rather than Critical Design Review.
“These are really production-ready jets,” he said, “so it should be fairly straightforward to get into production right after” Integrated Operational Test and Evaluation.
Boeing is planning to build about four F-15EXs per month, including foreign jets. Can the F-15C/D fleet last long enough for the F-15EX to get onboard? 
“The Air Force is looking at that by tail number, and with a lot of attention,” a Boeing official said. “They’re doing inspections … and looking at the data, and … looking at what the implications are on the fleet.” He said he thinks the Air Force is “cautiously optimistic … but we’re certainly supporting them in every way we can think of.” 
Kumar said the Air Force’s adoption of the F-15EX will potentially expand the number of countries that might buy the jet, including current users Israel, Japan, Qatar, South Korea, and Saudi Arabia.
“The world watches what the U.S. Air Force buys,” Kumar said. “So clearly there’s interest in our existing customer base across the world.” Israel is “taking a look” at the new F-15, he said, while Japan is planning to incorporate many of the EX features except the fly-by-wire system.                 

(Web, Google, Jane’s, Airforcemag, Wikipedia, You Tube)