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La serie delle autoblindo Fiat-Ansaldo fu progettata e usata dal Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, utilizzata in particolare nei reparti da ricognizione: vide uso esteso durante la campagna del Nordafrica e, in generale, apparve in quasi tutti i teatri bellici nei quali combatté l'Italia. Fu fornita nelle tre versioni AB40, AB41 ed AB43, via via migliorate soprattutto nella dotazione offensiva.
L'autoblinda Fiat-Ansaldo AB41 era del tipo a telaio rigido con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote ed aventi tutte quattro le ruote stesse motrici e direttrici, motore posteriore e torretta anteriore dotata di cannoncino da 20mm e di mitragliatrice calibro 8 (entrambe disattivate). L'autoblinda era provvista di una guida anteriore e di una posteriore sempre collegate fra loro, in modo che si renda possibile la istantanea inversione di marcia. Il motore è sistemato nella parte posteriore del telaio. La frizione era incorporata tra il volante e la tromba della scatola del cambio. Il cambio di velocità formava un blocco con il motore. L'inversore, nel tipo definitivo, formava un blocco con il cambio di velocità essendo attaccato alla parte anteriore della scatola del cambio stesso. La scatola centrale di trasmissione conteneva il differenziale e da essa partivano i quattro alberi di trasmissione che andavano alle ruote.
DATI TECNICI:
- Aziende: Fiat-Ansaldo (costruttori);
- Datazione: post 1941 - ante 1941;
- Materia e tecnica: metallo; ferro; ghisa; gomma;
- Categoria: militare;
- Trazione: Endotermica;
- Motore a sei cilindri; alesaggio mm.96; corsa mm.115; cilindrata totale cmc.4995; rapporto di compressione 5,5; regime di potenza massima giri 2700; regime di coppia massima giri 1500; potenza al regime di potenza massima HP 80; potenza al regime di coppia massima circa HP 52; peso del motore (senza olio di lubrificazione Kg. 430; funzionamento a benzina a quattro tempi;
- Prestazioni: Autonomia a pieno carico su strada piana in buone condizioni di manutenzione: circa Km. 400;
- Autonomia a pieno carico nella marcia su terreno vario: circa 8 ore;
- Funzione: veicolo blindato da combattimento e da esplorazione per il trasporto di personale militare (3 uomini) in aree belliche;
- Notizie storiche: l'autoblinda venne impiegata dai reparti esploranti della polizia coloniale italiana nel deserto occidentale dell'Africa, in Tunisia e su altri fronti durante la Seconda Guerra Mondiale;
- Misure: 193 cm x 520 cm x 248 cm;
- Peso: 7400 Kg.
Sviluppo
Lo sviluppo dell'autoblinda Fiat Ansaldo ebbe inizio nel 1938, stante la necessità di un mezzo da impiegare nelle colonie da parte della PAI (Polizia dell'Africa Italiana) e la contestuale richiesta da parte del Regio Esercito di un mezzo per la Cavalleria che sostituisse le vecchie Lancia IZ. Fu utilizzando allo scopo il telaio con sospensioni indipendenti e quattro ruote motrici sterzanti che era stato messo a punto per il trattore d'artiglieria Fiat-SPA TM40. Lo scafo era costituito da piastre balistiche imbullonate sul telaio.
In vista del suo impiego come mezzo da ricognizione l'autoblinda venne dotato di doppi comandi, con una postazione di guida anteriore ed una posteriore; ciò permetteva di invertire rapidamente il senso di marcia. Un'altra caratteristica peculiare del mezzo e che ne distingueva la linea erano le due ruote di scorta alloggiate a mezza fiancata; tali ruote, poste in folle, nella guida fuoristrada fungevano da ausilio per il superamento di ostacoli.
Modelli
L'AB40, dotata di 3 mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm di cui due in torretta ed una in casamatta nello scafo, risultò fin dall'inizio carente sul piano dell'armamento (fatto comune alla produzione bellica italiana del periodo).
Venne pertanto messo in produzione rapidamente un nuovo modello, l'AB41: tale modello differiva dal precedente per l'armamento, essendo dotato di una torretta con alloggiati un cannone leggero Breda 20/65 Mod. 1935 ed una mitragliatrice coassiale Breda Mod. 38 da 8 mm (la stessa torretta equipaggiava i carri leggeri L6/40); inoltre per sopperire all'aumento di peso era stato sostituito il motore da 78 hp con uno da 88 hp.
La necessità di disporre di un armamento maggiore portò allo sviluppo di prototipi denominati ufficiosamente AB42 ed AB43, armati tutti con un cannone da 47/32 (lo stesso dell'M13/40), ma differenti per forme della torretta e dello scafo, alcuni dotati di doppia guida ed altri di guida singola. Il modello che doveva esser definitivo, denominato AB43, consegnato nel maggio 1943, fu omologato soltanto nell'agosto a causa di difetti riscontrati, ma la produzione venne impedita dall'armistizio ed il veicolo non entrò in servizio con il Regio Esercito. L'innovazione principale era l'adozione del cannone 47/32 Mod. 1935 da 47 mm, con 63 colpi disponibili. Nello scafo, in casamatta, ospitava la solita mitragliatrice Breda Mod. 38 cal. 8 mm con una dotazione di 756 colpi. Nonostante la motorizzazione con un 6 cilindri in linea a benzina da 108 cavalli invece che da 88 hp come nella AB41, l'aumento del peso ad 8 tonnellate dovuto alla nuova torretta riduceva l'autonomia a 350 km.
Nel 1944 i tedeschi, che occupavano le industrie del nord, ne avviarono la produzione adottandola come PzSpWg AB43 203 e l'assegnarono ai reparti della Wehrmacht impegnati nella lotta anti-partigiana. Probabilmente anche per questi compiti di seconda linea, l'armamento fu ridotto alla solita Breda da 20 mm ma stavolta in una torretta leggermente più bassa. Un ulteriore modello prodotto per le forze tedesche era dotato di cannone da 50mm (per adattarlo al munizionamento tedesco) e carrozzeria scoperta. Nel dopoguerra le poche unità sopravvissute furono assegnate ai reparti celeri della Polizia di Stato.
Impiego
Le AB, per quanto dotate di una corazzatura leggera che le rendeva vulnerabili alla maggior parte delle armi, trovarono impiego nei reparti esploranti in tutti i fronti nei quali fu impegnato il Regio Esercito: Africa Settentrionale, dove nella variante AB 41 si dimostrò elemento prezioso sotto Rommel, nei Balcani, in Francia e in Russia.
Fu impiegata durante la battaglia per la conquista tedesca di Roma, ed alcuni esemplari schierati a difesa della capitale dai militari italiani furono distrutti in combattimento alla Montagnola sulla via Laurentina dai paracadutisti tedeschi il 10 settembre 1943. Dopo l'armistizio, preda bellica, molte vennero impiegate dai tedeschi (col nome di Panzerspähwagen AB41 201 e alcune trovarono impiego nella Repubblica di Salò.
Una versione particolare, detta Ferroviaria, aveva l'apparato di trazione adattato a viaggiare sui binari con speciali cerchioni di acciaio. Venne utilizzata prevalentemente nei Balcani assieme con i treni armati del Regio Esercito in attività anti-partigiane.
Esemplari superstiti
Sono attualmente conservati sedici esemplari dell'autoblinda. Gli esemplari indicati in neretto sono meccanicamente funzionanti:
- AB.41 - ASPHM Association (La Wentzenau, Francia)
- AB.41 - Caserma "Babini" - Reggimento "Nizza Cavalleria" (1º) (Bellinzago Novarese)
- AB.41 - Caserma "Brunner" - Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2º) (Villa Opicina)
- AB.41 - Caserma "Beraudo di Pralorno" - Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) (Grosseto)
- AB.41 - Caserma "Zappalà" - Scuola di cavalleria dell'Esercito Italiano (Lecce)
- AB.41 - Museo storico dell'Aeronautica Militare (Vigna di Valle)
- AB.41 - Museo dell'industria e del lavoro (Brescia)
- AB.41 - Museum of Military History (Johannesburg, Sud Africa)
- AB.41 - Museo della Battaglia di Alamein (el Alamein, Egitto)
- AB.43 - Museo storico della motorizzazione militare (Roma-Cecchignola)
- AB.43 - Museo storico dell'Arma di Cavalleria (Pinerolo)
- AB.43 - Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez (Trieste)
- AB.43 - Museo memoriale della libertà (Bologna)
- AB.43 - Caserma "Beraudo di Pralorno - Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) (Grosseto)
- AB.43 - Collezione privata Sig.Fabio Teméroli (Repubblica di San Marino)
- AB.43 ferroviaria - Museo storico della motorizzazione militare (Roma-Cecchignola).
Utilizzatori:
- Italia - Regio Esercito - Polizia dell'Africa italiana
- Germania - Heer - Waffen-SS
- Repubblica Sociale Italiana
- Italia - Polizia di Stato - Arma dei Carabinieri.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero,
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà:
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai!
Nulla di più errato.
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti
sono i primi assertori della "PACE".
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori:
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non,
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, lombardiabeniculturali, Wikipedia, You Tube)