venerdì 30 novembre 2018

LE ORIGINI DEL SALUTO MILITARE



L'odierno saluto militare, utilizzato in tutto il mondo, consiste nel portare rapidamente e rigidamente alla fronte la mano destra.

È usato da tutti i corpi militari presenti in Italia: Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Corpo Militare della Croce Rossa Italiana oltre che da alcuni corpi civili: Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Polizia Locale.

L'origine medievale

Una delle versioni più plausibili sul gesto di portarsi la mano alla fronte deriva dal fatto che durante il Medioevo in Europa i soldati indossavano le armature, elmi compresi, e per farsi riconoscere dai propri superiori o dai loro stessi alleati si portavano la mano sulla fronte nell'atto di alzare la celata, ossia la visiera dell'elmo. Tale gesto rimase in uso anche dopo la dismissione delle armature e degli elmi classici.

Un'altra versione riferisce che il gesto di portare la mano al capo richiami quello dei cavalieri medievali che, prima di affrontare l'avversario, chinavano la visiera, anche in omaggio al nemico che avevano di fronte: infatti nell'esercito italiano durante il cosiddetto "saluto al basco" la mano si tiene rigidamente distesa ma leggermente inclinata in avanti, proprio a richiamare la visiera dell'elmo che si chiude.

C'è da aggiungere che a quell'epoca, visto che nella maggior parte dei casi gli eserciti erano composti da più gruppi non regolari di truppe create o assoldate dai signori o nobili feudali, che combattevano per i loro interessi territoriali locali o su richiesta dei regnanti o imperatori, le armature o gli stendardi di riconoscimento non erano uniformi come sono state in seguito le divise tipiche dei corpi delle forze armate, ed i pochi fregi o simboli di riconoscimento erano poco visibili in lontananza. Inoltre come per il saluto civile ovvero la stretta di mano destra, alzare la mano alla fronte simboleggiava un gesto di pace in quanto la spada si teneva con la destra, "impegnare" la mano destra simboleggia la volontà di non combattere o infierire, quindi un saluto di pace.

L'origine moderna

Secondo altre fonti esso farebbe data dalla fine del Settecento. Sino a quel periodo, infatti, il militare di fronte al superiore usava levarsi il copricapo, come nel mondo civile. Tuttavia a partire da quel periodo i copricapi diventarono sempre più voluminosi e dovevano essere assicurati al portatore con soggoli o cinghie che rendevano laborioso, difficoltoso e, in ultima analisi, poco proponibile, il gesto di scoprirsi la testa in segno di deferenza. Prese quindi piede il mero accenno a questo e, di conseguenza il saluto venne a poco a poco a formalizzarsi nell'esecuzione, sino a differenziarsi da analoghi gesti del mondo civile.

(Web, Google, Wikipedia)

































giovedì 29 novembre 2018

MISSILE RUSSO S300 GRUMBLE (brontolo)







S-300 è una serie di sistemi missilistici terra-aria a lungo raggio realizzati in Unione Sovietica e Russia a partire dall'S-300P (versione base). Prodotti dalla NPO Almaz, sono stati sviluppati per contrastare i velivoli ed i missili da crociera nemici. Versioni successive sono efficaci anche contro i missili balistici.



Il sistema S-300 venne schierato per la prima volta nel 1979 in Unione Sovietica per la difesa dei grandi centri industriali ed amministrativi, di basi militari, oltre che per il controllo dello spazio aereo nazionale.

La responsabile dello sviluppo dei sistemi S-300 è la già citata azienda russa Almaz, di proprietà del governo (conosciuta anche come KB-1), che è parte della Almaz-Antei. I missili utilizzati da questi sistemi antiaerei sono stati sviluppati dall'ufficio tecnico "Fakel", una distinta azienda governativa nota anche come OKB-2.

L'S-300 è considerato un avanzato sistema missilistico antiaereo. I suoi radar sono in grado di inseguire circa 100 bersagli, potendo ingaggiarne 12/24/36. Esso è in grado di raggiungere una gittata di 150-200 o 300 km e può distruggere perfino i missili balistici. L'unità di comando si trova ad una distanza di 30–40 km dagli altri elementi del sistema di combattimento. I sistemi sono completamente automatici. Il tempo di dispiegamento di questo tipo di missili è di cinque minuti. Una versione potenziata del sistema S-300 è il sistema S-400, conosciuto in Occidente con il nome in codice NATO di SA-21 Growler. Questi sono entrati in servizio nel 2004.



S-300P

L'S-300P è un missile terra-aria di sviluppo e fabbricazione sovietica conosciuto in Occidente con il nome in codice NATO di SA-10 Grumble. Entrato in servizio nei primi anni ottanta, è in grado di ingaggiare bersagli come missili balistici, missili da crociera ed aerei a bassa quota. Ne sono state realizzate diverse versioni, di cui anche una per impiego imbarcato nota come S-300F Rif (SA-N-6 Grumble in Occidente). Costruito in Russia, è ancora esportato in diversi Paesi.

L'Unione Sovietica iniziò a sviluppare un nuovo sistema missilistico antiaereo a lungo raggio nel 1969. Secondo le specifiche, si sarebbe dovuto trattare di un missile antiaereo “comune”, in grado di essere utilizzato sia dalla difesa aerea, sia dalla marina e con una gittata di circa 75 km. I lavori sul nuovo sistema furono affidati a B. V. Bunkin dello NPO Almaz (PVO e forze di terra) ed a V. A. Bukatov dello NPO Altair (marina militare), con la Fakelche avrebbe dovuto coordinare gli sforzi. Il risultato fu un missile chiamato S-300: questo incorporava tutti gli ultimi ritrovati sovietici nel campo della difesa missilistica, e sarebbe stato in grado di ingaggiare con successo bersagli come missili balistici in arrivo, missili da crociera ed aerei in volo a bassa quota.

Inizialmente ne fu realizzata una versione sperimentale, nota con il nome di 5V55K. Nel 1980, il sistema entrò ufficialmente in servizio.

Le versioni realizzate a partire dall'S-300, in sostanza, furono due.

S-300P: nome in codice NATO SA-10 Grumble. La lettera P sta per PVO-Strany (sistema per la difesa aerea). Il missile era ottimizzato per l'utilizzo contro missili da crociera e velivoli a bassa quota.
S-300V: nome in codice NATO SA-12 Gladiator. La lettera V sta per Voyska (forze di terra). Il missile era ottimizzato per contrastare i missili balistici tattici.
La tecnologia utilizzata era comunque piuttosto simile.

Impiego terrestre

Il missile SA-10 Grumble entrò in servizio nel 1980, e fu schierato alla difesa delle infrastrutture strategiche. Infatti, nel 1987 su 80 siti operativi (ai quali occorre aggiungerne un'altra ventina in costruzione), circa la metà era situata nei pressi di Mosca.

Nonostante il crollo dell'Unione Sovietica, con la relativa crisi che ne è seguita, negli anni novanta sono stati realizzati numerosi aggiornamenti. La ragione è stata probabilmente quella di sostenere il mercato delle esportazioni. Questo sistema d'arma è stato infatti esportato con successo in Asia, Europa e Medio Oriente. Inoltre, è prodotto su licenza in Cina con il nome di HQ-10 o HQ-15.

Le forze armate della Federazione Russa, comunque, nel 1996 hanno avviato il programma per sostituire questi sistemi con i più moderni SA-20 Gargoyle. Questo programma di riequipaggiamento è stato considerato dagli esperti uno di quelli di maggior successo nelle forze armate post-sovietiche.

Impiego imbarcato

La variante per impiego navale fu immessa in servizio nel 1984. Questa ricevette il nome di S-300F Rif (F sta per Flota), ed utilizzava il missile 5V55RM. Il sistema, in sostanza, era estremamente simile alla versione terrestre, e differiva solo per pochi particolari nel tubo di lancio. Conosciuta in Occidente con il nome in codice NATO di SA-N-6 Grumble, è stata schierata operativamente sugli incrociatori delle classi Kara, Slava e Kirov, e le corvetteclasse Stereguščij.

Dal 1990, è disponibile la nuova versione, ulteriormente perfezionata, S-300FM Rif-M, che è in grado di ingaggiare anche bersagli missilistici. Questa è nota in Occidente con il nome in codice NATO di SA-N-20 Gargoyle.

Gli S-300P sono stati progettati per contrastare i velivoli a reazione in volo a bassa quota. Al contrario dei loro successori, non hanno la capacità di ingaggiare i missili balistici. Le caratteristiche tecniche delle singole versioni saranno viste nei paragrafi successivi. Si trattò comunque di una decisa innovazione nell'ambito della difesa aerea sovietica, visto che si trattava di sistemi mobili, affidabili e veloci da approntare, con un tempo di reazione minimo.

Inoltre, la loro produzione era piuttosto semplice, e la vita operativa era piuttosto lunga, visto che il missile veniva mantenuto permanentemente all'interno del cilindro di lancio.

La tecnica di lancio utilizzata prevedeva una sorta di catapulta in grado di “sparare” il missile fuori dal tubo. Una volta giunto alla quota di 20 metri, avveniva l'accensione del motore, un monostadio a propellente solido.

La testata era costituita da esplosivo convenzionale ad alto potenziale. Tuttavia, in linea teorica, era possibile montare anche una testata nucleare.

Gli S-300P erano in grado di operare in tutte le condizioni climatiche.

Dal punto di vista organizzativo, gli S-300P erano inquadrati in batterie, ognuna delle quali costituiva un complesso di lancio. Ogni batteria era composta da un posto comando e controllo, da un radar per acquisizione bersagli doppler, un radar multifunzione per l'ingaggio dei bersagli posto in una struttura corazzata, e da dodici piattaforme di lancio con quattro tubi l'una (48 missili totali). Questi erano movimentati mediante trattori KrAZ-260V (6 x 6). Solitamente, i lanciatori erano sistemati in strutture protette.

Le batterie erano organizzate in reggimenti. Ogni reggimento di S-300MPU era costituito da tre batterie, con l'aggiunta di un radar a lungo raggio per la sorveglianza e l'individuazione dei bersagli posto presso il comando reggimentale.

Versioni terrestri

La NATO identifica con la sigla SA-10 tre versioni di questo specifico missile.

Inizialmente, erano considerati SA-10 anche gli S-300PMU-1 e S-300PMU-2 (rispettivamente SA-10D Grumble D e SA-10E Grumble E secondo la codifica NATO). Successivamente, tuttavia, questi missili sono stati considerati con il nome di SA-20 Gargoyle.

Versioni imbarcate

La versione imbarcata dell'SA-10 è nota in Occidente con il nome in codice NATO di SA-N-6 Grumble. Complessivamente, si tratta di due missili: S-300F ed S-300FM.

I due sistemi si differenziano essenzialmente per la capacità che ha l'S-300FM di ingaggiare bersagli missilistici balistici. Ulteriori differenze riguardano anche la strumentazione ed i sistemi radar impiegati. Infatti, entrambi utilizzano tre radar: i due comuni sono quelli per l'acquisizione dei bersagli (MR-750 Top Steer con portata di 300 km e Top Pair da 200 km), mentre variano quelli per il tracciamento dei bersagli (un 3R41 Volna Top Dome da 100 km per l'S-300F ed un Tomb Stone Mod per l’S-300FM).

(Web, Google, Wikipedia)
































































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