martedì 31 gennaio 2023

Marina militare italiana: il Raimondo Montecuccoli (P 432), pattugliatore polivalente d'altura



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Il Raimondo Montecuccoli (distintivo ottico P-432) è un pattugliatore d'altura della Marina Militare italiana, terza unità della classe navale designata come pattugliatori polivalenti d'altura (PPA). L'unità prende il nome del condottiero, politico e scrittore italiano Raimondo Montecuccoli.



Il 13 marzo 2021, presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso (GE), si è svolta la cerimonia di varo del terzo Pattugliatore Polivalente d'Altura (PPA), intitolato al generale, politico e scrittore Raimondo Montecuccoli. All'evento, svoltosi in forma ridotta nel rispetto delle misure anti contagio Covid, hanno partecipato, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, Senatore Stefania Pucciarelli, il Comandante logistico della Marina Militare (MARICOMLOG), ammiraglio di squadra Eduardo Serra, il Direttore degli armamenti navali (NAVARM), ammiraglio ispettore capo Massimo Guma, il Comandante del Centro allestimento nuove costruzioni navali (MARINALLES), capitano di vascello Gennaro Falcone e i rappresentanti di Fincantieri. La madrina della nave è stata la Sig.ra Anna Maria Pugliese, figlia della Medaglia d'oro al Valor Militare, ammiraglio di squadra Stefano Pugliese che, nel corso della cerimonia, è stata accompagnata dal comandante designato della nave, il capitano di fregata Daniele Cantù.
L'Unità, terza della classe Thaon di Revel, inizierà la sua “vita operativa" nel 2023 dopo un'ulteriore periodo d'allestimento e preparazione dell'equipaggio che si completerà nello stabilimento spezzino Fincantieri del Muggiano (SP), sotto la supervisione del Centro allestimento nuove costruzioni navali.



“CENTUM OCULI”, IL MOTTO 

Nave Montecuccoli, il cui motto assegnato è “Centum Oculi" (Cento occhi) è la terza di sette Unità di concezione innovativa, progettate per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d'interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell'ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali e per concorrere alla scorta di gruppi navali, navi maggiori e mercantili; con una lunghezza di 143 metri e un dislocamento di 6000 tonnellate, la nave rientra nel piano di rinnovamento delle linee operative della Squadra Navale avviato nel maggio 2015 (c.d. “Nuova Legge Navale").
Con questi nuovi pattugliatori, viene superato il concetto di suddivisione della flotta in varie classi di Unità navali: è stata infatti ideata una piattaforma dalle spiccate capacità adattive, grazie alle dimensioni ed alle caratteristiche costruttive, che permettono di assumere diverse configurazioni d'impiego, scegliendo l'implementazione dell'allestimento modulare in base al profilo di missione assegnato.
Queste navi avranno la possibilità d'imbarcare equipaggiamenti vari e container per supporto alla popolazione civile in caso di calamità naturali, imbarcazioni tipo RHIB (rigid hull inflatable boat) e mezzi non pilotati.


IL COCKPIT NAVALE

La loro plancia è caratterizzata da un innovativo sistema denominato “cockpit navale" che consentirà per la prima volta la gestione integrata delle operazioni di condotta della navigazione e gestione del sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori, grazie anche all'impiego di tecnologie avanzate ed elevata automazione.




FLESSIBILITA’ D’IMPIEGO

I PPA rappresentano una tipologia di navi di concezione innovativa con requisiti di versatilità strategica, flessibilità d'impiego, proiettabilità e integrazione di capacità che concretizzano l'idea d'impiego duale degli armamenti di nuova generazione. Queste piattaforme saranno in grado di produrre energia elettrica ed acqua potabile in quantità tali da supportare una piccola cittadina (circa 6.000 abitanti) colpita da calamità, più in dettaglio, saranno caratterizzate da ampi spazi dedicati all'imbarco di materiali e impianti shelterizzati, che amplieranno ulteriormente la capacità ospedaliera, di trasporto di aiuti umanitari e d'imbarco di sistemi specifici per operazioni antinquinamento.


RADAR AESA LEONARDO KRONOS DB Full

Il nuovo sistema radar AESA (Active Electronically Scanned Array) a quattro facce fisso dual-band è adatto per l'installazione su varie piattaforme navali e garantisce prestazioni di sistema superiori indipendentemente dalla minaccia aerea e di superficie, compresi i missili balistici. 


La riconfigurabilità delle attività e l'allocazione dinamica consentono simultaneamente sorveglianza, tracciamento dedicato, guida missilistica, supporto al fuoco e attacco elettronico in tutte le direzioni.
Il KRONOS Dual Band è un radar multifunzione in banda X e C, combina due architetture radar AESA: il KRONOS Quad con quattro pannelli fissi in banda C e il KRONOS StarFire con quattro pannelli fissi in banda X. Entrambi i radar AESA sono progettati con architettura scalabile, infatti il numero di TRM è fissato in base alle prestazioni richieste.
È supportato da un gestore di sistema in grado di integrare tutte le funzioni disponibili associate all'esecuzione di diversi compiti, come controllo del fuoco, ricerca e tracciamento, guida missilistica e molto altro. I pannelli fissi AESA sono coordinati dal gestore del sistema per ridurre al minimo le interferenze elettromagnetiche e per consentire la copertura più efficace dell'intero volume di sorveglianza a 360° x 90°.
KRONOS Dual Band può essere integrato nell'albero di qualsiasi nave da guerra o fornito come soluzione UNIMAST chiavi in mano. Il radar a doppia banda è stato progettato per eseguire simultaneamente la difesa contro la minaccia respiratoria aerea (ABT) e il missile balistico teatrale (TBM), combinata con capacità di controllo del fuoco su più bersagli e capacità avanzate di contromisure elettroniche (ECCM) basate sull'uso di entrambi i C -banda e sensore in banda X.
È stato scelto da diverse marine per garantire capacità di sorveglianza e difesa aerea navale e navale, essendo in grado di fornire il tracciamento di bersagli multipli, la trasmissione di missili up-link e l'inizializzazione istantanea della traccia. Esegue un controllo preciso ed efficace dell'emissione di potenza.  Il sistema richiede una manutenzione molto semplice, sfruttando l'esperienza di Leonardo ed è inoltre in grado di garantire un'elevata affidabilità e un grazioso degrado. Tutte le sue attività all'interno della nave vengono eseguite secondo MIL-STD-1742G. 

ARMAMENTO

L'armamento di base è costituito da un cannone prodiero OTO Melara 127/64 munito del munizionamento Vulcano, un cannone (sull’aviorimessa di poppa) OTO Melara 76/62 del tipo sovraponte, munito di munizionamento Davide/Strales con predisposizione per il Vulcano. Sempre sull'hangar di poppa, trovano posto due mitragliere remotizzate Oto Melara / Oerlikon KBA 25/80 e due lanciarazzi ODLS-20 per le contromisure AAW e ASW. L'armamento principale antiaereo ed antimissile sarà costituito da 16 missili MBDA Aster, lanciabili da un sistema VLS Sylver.
Similmente alle altre navi della medesima classe, il Paolo Thaon di Revel è predisposto per l'implementazione di un sistema di quattro lanciatori binati per il lancio di otto missili anti-nave e attacco terrestre OTOMAT TESEO Mk-2Evolved.
Vi è inoltre predisposizione per l'impiego di due lanciatori trinati per MU-90 Impact e siluri da 324mm.


La nave è dotata di un'aviorimessa e un ponte di volo per due elicotteri NH90 o AgustaWestland AW101.

MISSILE ATBM ASTER E LANCIATORE VLS SYLVER

La modifica dell'Aster 30 Block 1NT consiste in un nuovo cercatore che opera in banda Ka e un nuovo controllore d'arma e mantiene le stesse dimensioni, massa e booster; ciò consente l’estensione del dominio della difesa aerea estesa. 










L'attuale missile Aster 30 Block 1 con cercatore in banda Ku permette di neutralizzare minacce balistiche a 600 km di distanza (classe Scud); il cercatore in banda Ka dell'Aster 30 Block 1NT porta un aumento del raggio di acquisizione del bersaglio e l’acquisizione di bersagli con una sezione trasversale radar inferiore, una risoluzione angolare più sottile per una maggiore precisione della localizzazione del bersaglio, l’aumento della probabilità di impatto diretto, l’aumento dell'impronta delle aree difese, la piena compatibilità e interoperabilità tra i sistemi terrestri e navali. 




Tutte queste caratteristiche portano un cambiamento nella capacità: Aster 30 Block 1NT copre l'intero dominio della minaccia SRBM (Short Range Ballistic Missile) e l'ingresso del dominio MRBM (Medium Range) fino a 1.500 km di distanza. 
L’Aster 30 Block 1NT è in grado di far fronte a missili balistici tattici con testate separabili. L'uso combinato dell’Aster in banda Ku e Ka fornirà una maggiore resistenza alle contromisure elettroniche.  L'attuale contratto dell’Aster 30 Block 1NT copre: 
- Sviluppo della nuova munizione; 
- Aggiornamento del sistema SAMP/T per consentire l'uso combinato di Aster 30 Block 1 e Aster 30 Block 1NT.
Questo nuovo programma porta un ulteriore potenziale dovuto al concetto di famiglia di sistemi; attualmente, l'Aster 30 è il missile dei sistemi PAAMS sulle fregate francesi e italiane e del sistema Sea Viper sui cacciatorpediniere Type 45 della Royal Navy, dedicato alla missione Anti Air Warfare. 
La Marina italiana ha selezionato i sistemi Aster basati sull'Aster 30 Block 1NT per 5 navi della sua nuova classe di Pattugliatori Polivalenti d’Altura Paolo Taon Di Revel. La Royal Navy ha avviato studi di fattibilità e prove per estendere la capacità del Sea Viper per far fronte alla minaccia emergente degli ASBM (Anti -Ship Ballistic Missile).
Nel 2017 l’OCCAR (Organisation for Joint Armament Cooperation) ha notificato l’emendamento 1 del contratto per il programma “B1NT” ad EUROSAM, al consorzio formato da MBDA e Thales. Tale emendamento ha sancito la partecipazione dell’Italia al programma facendo seguito alla notifica del contratto iniziale da parte francese del 2015 ed al successivo Arrangement of Cooperation, firmato nel giugno 2016 dai Ministri della Difesa francese ed italiano. Sono stati così definiti le responsabilità ed i diritti delle due nazioni in merito allo sviluppo congiunto del missile, così come i diversi ambiti di applicazione nei sistemi di difesa terrestri e navali contro attacchi aerei e di missili balistici.
Il programma “B1NT” ha consentito lo sviluppo da parte di MBDA della nuova versione del missile Aster 30 Block 1 NT (New Technology), così come l’ammodernamento dei sistemi SAMP/T (attualmente in servizio presso l’aeronautica francese e l’esercito italiano e a cui sembra interessata anche la Svezia) che acquisiranno così maggiori capacità, in particolare contro i missili balistici, portando un contributo essenziale da parte di entrambi i paesi all’interno del programma NATO in questo settore.
Lo sviluppo del missile Aster 30 Block 1 NT ha risposto ad un duplice requisito (stessa munizione per sistemi terrestri e navali a base Aster), prevedendo quindi i necessari aggiustamenti per permettere al missile di essere lanciato da unità navali. L’Italia ha infatti espresso il desiderio di poter impiegare l’Aster 30 Block1NT sulle nuove unità PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura).
Il CEO di MBDA, Antoine Bouvier, ha così commentato: “La notifica da parte italiana rafforza il programma Aster ed ha un valore che va oltre il contributo economico e tecnologico. Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che la cooperazione in Europa aggiunge più di quanto avrebbero potuto fare i paesi presi singolarmente. Dopo l’attuale Aster 30 Block 1, che ha fornito all’Europa una prima capacità di difesa contro i missili balistici, la versione Block 1 NT consentirà di estendere questa capacità contro minacce più complesse, come quelli emergenti dei missili balistici anti-nave (Anti-Ship Ballistic Missiles -ASBM)”.
L’evoluzione del missile Aster 30 Block 1 NT ha previsto un nuovo seeker operante in banda Ka, in sostituzione di quello vecchio in banda Ku, oltre ad un sistema di controllo d’arma aggiornato. Questi ammodernamenti hanno permesso un significativo aumento delle performance del missile.
La nuova munizione è in grado di gestire missili con testate multiple e potrà intercettare i missili balistici a più corta gittata tra quelli appartenenti al settore a medio raggio (MRBM – Medium Range Ballistic Missiles). L’attuale Aster Block 1 invece può contrastare missili balistici a corto raggio (SRBM – Short Range Ballistic Missiles) fino ad un massimo di 600 Km di gittata.
L' Aster Block II offrirà a breve la possibilità di processare missili balistici di teatro a corto e medio raggio, vale a dire con una portata fino a 3.000 chilometri. Più specificamente, l' Aster Block II prende di mira la nuova generazione di missili di manovra. Questa minaccia non viene presa in considerazione dai programmi americani, che si tratti del Patriot, del THAAD o dell'SM-3.
I russi hanno sviluppato l'SS-26 Iskander, i cinesi l'M9, i siriani l'M600 e gli iraniani il Fateh 110. Nessuno di questi missili richiede nuove tecnologie. I francesi avevano già utilizzato queste tecnologie per il missile pre-strategico Hades. 
Questi missili hanno una particolarità: volano nell'atmosfera, sotto i 60-70 chilometri, e quando rientrano negli strati densi dell'atmosfera, a 25 o 30 chilometri, acquisiscono una capacità di manovra che li rende difficili da intercettare che deve obbligatoriamente essere effettuata tra i 25/30 e i 60/70 Km.
Secondo le analisi di MBDA, il THAAD non scende sotto i 50 chilometri, mentre il Patriot non sale oltre i 20-25 chilometri. Per quanto riguarda l'SM-3, si evolve nello spazio eso-atmosferico.
Supponendo che il programma Aster Block II sia impegnato, sarebbe necessario associarlo a un radar di guardia e a un radar di tiro.
La Thales e anche Leonardo, hanno messo a punto un radar può fare entrambe le cose, a condizione che abbia due unità radar per un lanciatore: 
- una per l’acquisizione, 
- una per il controllo del fuoco. 

MISSILE STEALTH ANTI-NAVE E LAND-ATTACK TESEO Mk-2 Evolved

In data 17 marzo 2021, la European Missile Association MBDA conferma di aver ricevuto il primo contratto di lancio per la fornitura del nuovo sistema missilistico antinave e contro-costa “Teseo Evolved” alla MM. 












Il Teseo Mk2 / Evo di ultima generazione affronta l'evoluzione delle minacce navali ostili con un arco di tempo di venti anni e oltre. E’ l’erede del Teseo Mk2 / A e incarna tecnologie all'avanguardia a doppio ruolo negli scenari marittimi e costieri. Rappresenta un punto di riferimento evolutivo per tutti i missili anti-nave a lungo raggio, aggiungendo la capacità di operare contro bersagli in profondità, riducendo il tempo di reazione a pochi secondi in condizioni completamente controllate, dalla preparazione della missione all'impegno del bersaglio.  Il nuovo missile avrà:
- Peso: 700kg (inizio fase di crociera);
- Lunghezza: <5 m (<5,5 m nel contenitore di lancio);
- Raggio d’azione rivelato: > 350+ km.
Il “Teseo MK2/Evolved” integra una sezione di guida “homing dual-mode” all'avanguardia che include una testa cercante RF coerente con capacità ECCM che il sensore EO per un impegno ad alta precisione, per obiettivi marittimi e/o terrestri.




L’arma includerà un'innovativa pianificazione della missione con un tempo minimo di reazione tramite una soluzione di lancio automatico; i parametri della missione pianificata saranno regolabili in tempo reale dall'operatore del sistema d'arma in base al quadro tattico. Potrà contare su di un sistema di data link bidirezionale per il controllo della missione fino alla fine dell'impegno, onde consentire l’aggiornamento, la eventuale riassegnazione del target e/o l’eventuale interruzione della missione d’attacco.
Il Teseo Evo utilizzerà un'elevata velocità di crociera subsonica con una manovrabilità terminale ad alto numero di G con un'autonomia effettiva superiore ai 350 km (500?) al livello del mare. 
Avrà un INS/GPS integrato completamente autonomo ed un sistema di navigazione radio-altimetro con capacità “sea-skimming” autoadattata e capacità di volo terrestre. Il missile avrà un effetto letale attraverso l’utilizzo di un'efficace testata scalabile, semi-perforante / altamente esplosiva.
Il complesso Teseo Evo è l’ultima evoluzione del noto sistema missilistico anti-nave OTOMAT con un missile anti-nave subsonico con motore turboreattore, tradizionalmente indicato nella Marina Militare Italiana come Teseo. Il complesso OTOMAT è stato sviluppato all'inizio degli anni '70 congiuntamente dalla società italiana OTO Melara e dalla francese Matra (ora le ex divisioni missilistiche di queste società fanno parte di MBDA), ma in realtà è stato prodotto solo in Italia presso la società OTO Melara (ora MBDA Italia) a La Spezia (dal 1974) ed è entrato in servizio con la Marina Militare Italiana, ed è stato anche ampiamente esportato. Una caratteristica speciale del complesso Teseo (con missili delle varianti OTOMAT Mk 2) era l'uso di apparecchiature di trasmissione dati per la designazione di bersagli esterni, che fornivano al missile la possibilità di essere utilizzato per un raggio significativo - fino a 180-200 km .
Dal 2007 la Marina Militare Italiana ha ricevuto il complesso Teseo Mk 2 / A con un nuovo missile OTOMAT Mk 2 Block IV con un nuovo sistema di controllo. Un ulteriore sviluppo di questo sistema è ora il complesso Teseo Mk 2/E (Teseo Evolved), che utilizza un nuovo razzo, a volte indicato come OTOMAT Mk2E. La creazione del complesso Teseo Mk 2/ E è stata eseguita da MBDA Italia nell'ambito di un contratto emesso dal Ministero della Difesa italiano nel 2018 per un importo di 150 milioni di euro. Il complesso doveva entrare in servizio con la Marina Militare Italiana in base a questo contratto nel 2026.
Il complesso missilistico Teseo Mk 2/Evo è completamente ridisegnato e dotato di un nuovo motore turboreattore della compagnia americana Williams International (apparentemente utilizzato nei missili da crociera Tomahawk), che consente di portare il raggio di tiro massimo a 360 km (secondo alcune fonti, anche a "più di 500 km"). L'aliante del razzo è realizzato con l'introduzione di elementi stealth. Sul razzo è stato introdotto un nuovo sistema di guida a doppio canale, che combina una nuova testa di homing radar attiva con un AFAR sviluppato da Leonardo e un sistema di homing a infrarossi di tipo IIR (secondo alcune fonti, preso in prestito dal velivolo MBDA Scalp / Storm Shadow missile da crociera), che offre la possibilità di distruzione ad alta precisione di bersagli terrestri e saranno installate anche apparecchiature di trasmissione dati a due vie, che consente di implementare il controllo missilistico sull'intero percorso di volo e la "pianificazione innovativa della missione". Anche la testata è completamente nuova. Pertanto, il missile del complesso Teseo Mk 2/E è in realtà un missile da crociera a doppio scopo.
Nella Marina Militare Italiana, questo complesso sarà imbarcato sui due nuovi grandi cacciatorpediniere di tipo DDX previsti per il 2030. Tuttavia, è possibile che il complesso Teseo Mk 2/ Evo sarà imbarcato sui pattugliatori Paolo Thaon di Revel che dovrebbero essere messi in servizio per complessivi 10 a 16 unità. Le prime navi di questo tipo riceveranno il sistema missilistico Teseo Mk 2/A. In futuro si prevede che il complesso Teseo Mk 2 / Evo sostituirà i sistemi Teseo Mk 2/A su tutte le navi della flotta italiana, e sarà attivamente promosso anche per l’export.

LEONARDO-OTO 127/64 mm LW

Destinato all'installazione su navi di medie e grandi dimensioni e il suo sistema di caricamento lo rendono compatibile per l'installazione anche in spazi ristretti; il cannone è di tipo polivalente a fuoco rapido e il suo principale compito e di combattimento navale e di appoggio e come compito secondario la lotta antiaerea.








Il 127/64 LW è in imbarcato sulle nuove fregate italo-francesi Classe Bergamini (FREMM), sulle fregate tedesche Classe F-125 e F-126, sulle fregate Canadesi Type-26 e sulle fregate spagnole F-110.




Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro.
L'Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l'installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l'installazione su imbarcazioni a sezione stretta.
Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano.
I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione.
Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni
Pianificazione ed esecuzione di missioni per l'azione di supporto al fuoco navale (soluzioni di tiro, selezione delle munizioni, definizione delle traiettorie e sequenze di tiro, calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni, ecc.

LEONARDO-OTO 76/62 mm SOVRAPONTE

Il cannone navale 76/62 Sovraponte è un medio calibro leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza pari in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nella funzione anti-missilistica.



È inoltre prevista la capacità di coinvolgere in modo molto efficace obiettivi di terra per prestazioni uniche multiruolo.
Il 76/62 è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali.
Sarà disponibile un'interfaccia con un'ampia varietà di sistemi di gestione dei combattimenti navali e/o FCS/EOS, secondo gli standard digitali e analogici, compresa l'architettura aperta.
La velocità di ingaggio potrà essere selezionata da scatto singolo a cottura 120 giri/min.
In condizioni operative, il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard alla cottura è inferiore a 0,3 mrad, garantendo così un'eccellente precisione.
Il 76/62 in tutte le sue continue evoluzioni è l'unico cannone navale di medio calibro disponibile nella capacità di fuoco prolungato, requisito fondamentale in qualsiasi scenario che preveda l'ingaggio simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dagli emergenti scenari di guerra asimmetrica.
Il caricamento automatico avviene tramite un caricatore girevole e il caricamento rapido avviene facilmente anche durante il tiro da parte di due addetti alla movimentazione delle munizioni.


La fornitura standard include la nuova Digital Control Console (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell'operatore e dei manutentori.
Il 76/62 è pronto per il funzionamento del fusibile multifunzione programmabile 3AP.
Il nuovo 76/62 SR e il nuovo 76/62 SR sono dotati della flessibilità necessaria per essere equipaggiati con optional:
- Scudo Stealth Integrale per ridurre l'RCS totale della nave;
- Radar velocità muso per aggiornare l'FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella di range;
- Dispositivo di alimentazione multipla per la movimentazione, selezione e alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizione caricata;
- Sistema STRALES - un sistema di guida per il proiettile a guida DART.
Il 76/62 è un cannone multiruolo progettato e prodotto dalla Società italiana Leonardo-Finmeccanica (precedentemente da OTO Melara, confluita nel gruppo il 31 dicembre 2015).
Il cannone è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. L'intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART.

Leonardo-Oto 25/80 “Spallaccia"

L'Oerlikon KBA da 25 x 137 mm è un cannone automatico di progettazione svizzera Oerlikon-Bührle e ora prodotto dalla Rheinmetall Defence. 








Spesso è usata come arma antiaerea impiegata in sistemi come il sofisticato DIANA trainato, in installazione binata, o in blindati come l'AIFV Dardo, il semovente d'artiglieria contraerea SIDAM 25 ed altre in installazioni singole, binate o quadrinate ed anche imbarcato su unità navali dove viene usato anche come CIWS. 
L'affusto Leonardo-Oto 25/80 "Spallaccia" è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido.
Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali. L'Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana.

SILURI EUROTORP MU-90 IMPACT

Il siluro MU 90/Impact è un'arma ASW che può essere impiegata sia da unità navali da superficie che da aeromobili, destinato ad armare oltre che le navi, gli elicotteri EH101 e NH90 ed i futuri velivoli da pattugliamento marittimo della Marina Militare Italiana.









Le caratteristiche tecniche ed operative avanzate, lo rendono impiegabile in qualsiasi scenario geografico, in grado di contrastare l'eventuale minaccia rappresentata dai sottomarini nelle sue diverse forme (convenzionale e nucleare) e dimensioni.





Il siluro MU90 è il frutto di una cooperazione delle amministrazioni della difesa di Italia e Francia che, nel 1991, stipularono un accordo per lo sviluppo e realizzazione di un comune sistema d'arma, sulla base di due progetti già esistenti nei rispettivi Paesi, il Murene francese e il Progetto A-290 italiano. Il siluro MU90 viene prodotto da Eurotorp, un raggruppamento europeo d'interesse economico costituito dalle ditte francesi Thales e DCNS e dall'italiana WASS di Livorno. L'impresa, ultimata la fase di sviluppo, è nella sua fase di produzione e questi siluri verranno utilizzati dalla marina italiana e da quella francese sulle nuove unità FREMM e Orizzonte. Le caratteristiche principali sono: l'alta velocità, l'autonomia alla massima velocità, la resistenza alle contromisure, la versatilità d'impiego, sia a quote elevate che su bassi fondali, in ambienti acustici perturbati e molto severi, la letalità della sua carica cava anche nei confronti degli scafi più resistenti. Queste sue elevate prestazioni, tutte verificate con appositi lanci sperimentali in mare, hanno pienamente soddisfatto le aspettative delle Marine italiana e francese, e attirato su di sé l'interesse degli addetti ai lavori a livello mondiale. Il siluro MU-90 è già stato commissionato, infatti, da Germania, Danimarca, Australia e Polonia, mentre approfondimenti sono in corso da parte della Marina Greca e Norvegese.

IL NOME DELL’UNITA’

È la seconda nave della Marina Italiana a portare questo nome, dopo l'incrociatore leggero Raimondo Montecuccoli che ha servito nella Regia Marina durante la Seconda guerra mondiale e successivamente come nave scuola nella marina della neonata Marina Militare.


Raimondo Montecuccoli (Montecuccolo, 21 febbraio 1609 – Linz, 16 ottobre 1680) è stato un generale, politico e scrittore italiano.
Ebbe i titoli di conte di Montecuccoli (o Montecuculi), conte dell'Impero, Luogotenente generale e Feldmaresciallo; signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf; presidente dell'Imperial Consiglio Aulico Militare; Gran Maresciallo dell'Artiglieria e Fortificazioni; Governatore della Raab e Colonnello-proprietario di un Reggimento di Cavalleria; Reale Consigliere Segreto; Camerlengo e Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro.
Montecuccoli era considerato come l'unico comandante all'altezza del generale francese Henri de La Tour d'Auvergne, visconte di Turenne (1611-1675), e come lui, fu strettamente associato allo sviluppo post-1648 della tattica della fanteria lineare.
Raimondo dei conti di Montecuccoli nacque il 21 febbraio 1609 nel castello di Montecuccolo (Montecuccolo è adesso una frazione di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena), dal feudatario del borgo, il conte Galeotto, e da Anna Bigi, di buona famiglia ferrarese, dama d'onore della duchessa presso la corte estense.
Nel 1616 il conte Galeotto venne nominato governatore di Brescello, vicino al Po, nel territorio della attuale provincia di Reggio Emilia, dove si trasferì con tutta la famiglia. Deceduto il padre nel 1619, Raimondo fu accolto alla corte del cardinale Alessandro d'Este, vescovo di Reggio e fratello di Cesare, duca di Modena. Il cardinale sognava di avviare il promettente ragazzino alla carriera ecclesiastica e finanziò i suoi studi, con un lascito, anche dopo la propria morte nel 1624.
Ma più che la carriera ecclesiastica era quella militare ad affascinare il giovane Raimondo, che si arruolò nell'esercito imperiale, sotto la protezione di un suo zio, generale d'artiglieria, dal quale apprese velocemente l'arte della guerra.
Solo nel 1629 ebbe il grado di alfiere. Da allora, anno dopo anno, scalò tutti i gradi della gerarchia militare fino a ritrovarsi, al momento della morte, Principe del Sacro Romano Impero e duca di Melfi, luogotenente generale e feldmaresciallo, Signore di Hohenegg, Osterburg, Gleiss e Haindorf, presidente dell'Imperial Consiglio Aulico Militare, Gran Maestro dell'artiglieria e fortificazioni, governatore della regione di Győr e colonnello - proprietario di un reggimento di cavalleria, Reale Consigliere Segreto, camerlengo e cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro.
Montecuccoli partecipò a tutte le campagne militari d'Europa dal 1625 al 1675, dalla guerra dei trent'anni (1618-1648) in poi. Fu nella Guerra di Castro nella Tuscia, 1643 - 1644, vinta sotto il suo comando supremo dagli alleati (Modena, Parma, Firenze e Venezia). Fu comandante supremo nella vittoriosa Campagna di Polonia (1657-1659) e nella Guerra austro-turca (1663-1664), conclusasi con la sua celebrata vittoria a capo della coalizione cristiano-imperiale sul fiume Raab il 1º agosto 1664 (battaglia di San Gottardo). Dal 1668 al 1680 fu presidente del Consiglio di guerra di Corte. Partecipò anche alla Campagna del Reno (Guerra d'Olanda) contro la Francia (1672-1675).
Nel 1675 la guerra dell'impero asburgico contro la Francia di Luigi XIV portò Montecuccoli a misurarsi con l'altrettanto celebre maresciallo Turenne, il quale perse la vita stessa nella feroce battaglia di Salzbach: il maresciallo francese stava per portare l'avversario su posizioni a lui più favorevoli quando venne colpito a morte da una cannonata. Lo scontro fra i due grandi condottieri fu comunque ricordato con ammirazione da Voltaire e da Napoleone Bonaparte per le abili mosse e contromosse operate durante la battaglia e ritenute di altissima scuola militare. Malgrado la morte di Turenne, le truppe francesi vinsero la battaglia. Nonostante ciò, Montecuccoli attaccò nuovamente i Francesi, frastornati dalla perdita del loro capitano, ad Altenheim (1º agosto 1675) e, malgrado perdite più elevate di quelle degli avversari (cinquemila imperiali per tremila francesi), riuscì a ricacciarli oltre il Reno. Il famoso principe di Condé fu chiamato da Luigi XIV per rimpiazzare il defunto Turenne.
Nel frattempo, forti del loro successo, le truppe di Montecuccoli marciarono addirittura verso la città alsaziana di Haguenau, ribellatasi all'autorità francese, ma davanti all'arrivo del principe di Condé furono costrette a togliere l'assedio; anche se Montecuccoli era inizialmente contrario a quest'ordine, lo eseguì e ritirò il suo esercito all'inizio dell'autunno 1675.
Raimondo Montecuccoli uscì sempre vittorioso da tutte le campagne che condusse come comandante in capo. Oltre che un condottiero, il conte modenese fu anche un notevole scrittore, nonché uomo politico e diplomatico di primo piano sulla scena europea del XVII secolo. Ebbe grande influenza sulla conversione al cattolicesimo della regina Cristina di Svezia, essendo allo stesso tempo diretto interlocutore della regina, del papa e dell'imperatore.
Montecuccoli ha come scrittore un posto di spicco nella letteratura italiana del Seicento, tanto da essere soprannominato e ricordato come il "moderno Vegezio". Negli scritti, per la maggior parte di argomento militare, si può ritrovare tutta la sua cultura: matematica, architettura, botanica, e anche storia antica. Vari sono i suoi stili: la poesia, la diaristica, le preghiere, la corrispondenza. Le sue principali opere, scritte fra il 1640 e il 1670, sono Delle battaglie, Trattato della guerra, Dell'arte della guerra e Aforismi dell'arte bellica.
Ugo Foscolo pose alla base dell'incisione che apre la sua edizione degli Aforismi l'epigrafe: «Raimondo Montecuccoli. Con gli scritti rese eterno quanto aveva compiuto con le sue gesta». Lo stesso Ugo Foscolo definì Raimondo Montecuccoli «...il maggiore e il più dotto fra i capitani nati in Italia dopo il risorgimento dalla barbarie»: nell'idea del Foscolo la barbarie è il Medioevo, quindi Raimondo Montecuccoli è indicato come il più grande ed erudito capo militare italiano dell'epoca moderna.
Il 31 maggio 1657 Raimondo Montecuccoli sposò la principessa Margarethe von Dietrichstein e ne ebbe in dote la proprietà del feudo di Hohenegg in Austria, il cui castello diventò la sua abitazione preferenziale. Ebbe tre figlie e un figlio; al figlio fu dato il nome di Leopoldo Filippo, essendo stato suo padrino l'imperatore Leopoldo I.
L'assedio di Hagenau fu l'ultima azione militare del condottiero modenese che, alla fine della campagna, si ritirò a Linz, dove scrisse buona parte delle sue opere sull'arte guerresca e dove morì, a 71 anni, in seguito a un'emorragia. Aveva disposto nel testamento di essere sepolto a Vienna, nella chiesa dei Gesuiti dei Nove Cori Angelici.
A Raimondo Montecuccoli fu intitolato un celebre incrociatore leggero della Regia Marina (che, con il varo del gemello Muzio Attendolo, divenne anche un tipo della classe "Condottieri"); varato nel 1931, segnalatosi in numerose azioni durante la Seconda guerra mondiale, consegnatosi a Malta dopo l'8 settembre, fu poi nave scuola e venne disarmato nel 1964.
Nel marzo del 2021 è stato varato per la marina italiana un Pattugliatore d'altura della classe Classe Thaon di Revel dedicato al condottiero con distintivo ottico P432.
A Raimondo Montecuccoli è dedicata la via di Roma dove è stata girata la scena del film "Roma città aperta" di Roberto Rossellini, scena in cui Anna Magnani viene uccisa dal soldato tedesco mentre insegue il camion che portava via il partigiano Francesco. Sempre a Roma è a lui dedicato uno dei 229 busti di italiani illustri che ornano la passeggiata del Pincio.
A Vienna gli sono state dedicate una piazza nel quartiere Hietzing e una statua conservata al Heeresgeschichtliches Museum.
Il cugino (sebbene da lui chiamato "zio") e maestro di guerra di Raimondo Montecuccoli, ossia Ernesto Montecuccoli, viene citato dal Manzoni nel capitolo XXX (220-225) de I promessi sposi.
ONORIFICENZE: “Cavaliere dell’Ordine del Toson d’oro.




….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Leonardo, Marina.difesa, dott.G.Arra, Wikipedia, You Tube)
























 

lunedì 30 gennaio 2023

Il Mitsubishi Ki-83 (三菱 キ83) fu un caccia pesante bimotore sperimentale a lungo raggio

Il Mitsubishi Ki-83 (三菱 キ83) fu un caccia pesante bimotore sperimentale a lungo raggio


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Il Mitsubishi Ki-83 (三菱 キ83) fu un caccia pesante bimotore sperimentale a lungo raggio, sviluppato dall'azienda aeronautica giapponese Mitsubishi sul finire della seconda guerra mondiale. Rimase allo stadio di prototipo e non entrò in produzione.



Storia del progetto

Durante la seconda guerra sino-giapponese i bombardieri nipponici che effettuavano missioni in profondità in territorio ostile, subirono gravi perdite a causa degli intercettori dell'esercito rivoluzionario nazionale cinese. I comandi giapponesi, consapevoli dell'importanza del bombardamento strategico in profondità in territorio nemico, commissionarono nel 1943 un nuovo caccia pesante a lungo raggio, dotato di un armamento particolarmente potente in grado di scortare i bombardieri durante tutta la missione. Il progetto venne affidato ad un team guidato da Tomio Kubo, lo stesso progettista del Mitsubishi Ki-46. Inizialmente il Ki-83 venne concepito come monomotore, solo che non essendo disponibile un propulsore talmente potente da garantire le prestazioni desiderate, si decise di adottare una soluzione con doppia motorizzazione. Prima della fine della guerra vennero costruiti 4 prototipi, il primo dei quali volò il 18 novembre 1944. La produzione in serie non fu mai avviata, poiché i bombardamenti ai complessi industriali, non ne consentirono l'inizio prima del sopraggiungere dell'armistizio del 15 agosto 1945.
Il Ki-83 fu una totale sorpresa per gli statunitensi che, non conoscendone neppure l'esistenza, non gli avevano dato un nome in codice, a differenza di tutti gli altri aerei giapponesi conosciuti della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, ingegneri aeronautici statunitensi e funzionari dell'American Air Force valutarono i quattro prototipi con grande interesse. Non a caso, la maggior parte delle fotografie esistenti del Ki-83, lo ritraggono con le insegne dell'USAAF.
Il Mitsubishi Ki-83 è stato progettato come caccia pesante a lungo raggio. È stato progettato e costruito da un team guidato da Tomio Kubo, progettista del fortunatissimo Mitsubishi Ki-46. Il progetto era una risposta a una specifica del 1943 per un nuovo caccia pesante con una grande portata. Il primo dei quattro prototipi volò il 18 novembre 1944. Le macchine mostrarono una notevole manovrabilità per velivoli delle loro dimensioni, essendo in grado di eseguire un giro di 671 m (2.200 piedi) di diametro in soli 31 secondi a una velocità di oltre 644 km/ h (400 mph). Il Ki-83 portava un potente armamento di due cannoni da 30 mm (1,18 pollici) e due da 20 mm nel muso. 
Nonostante il settore manifatturiero giapponese devastato dalle bombe, i piani per l'entrata in produzione del Ki-83 erano in corso quando il Giappone si arrese il 15 agosto 1945.
Sia l'esistenza che le prestazioni del Ki-83 erano poco conosciute durante la guerra, anche in Giappone. Era completamente sconosciuto nei circoli dell'aviazione militare alleata, come dimostrato dal fatto che al Ki-83 non era stato assegnato un nome in codice. La maggior parte delle prime fotografie del tipo sono state scattate durante l'occupazione postbellica del Giappone, quando i quattro prototipi furono sequestrati dalle forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti e ridipinti con le insegne USAAF. Quando sono stati valutati da ingegneri aeronautici statunitensi e altri esperti, un Ki-83 che utilizzava carburante ad alto numero di ottani ha raggiunto una velocità di 762 km/h (473 mph), a un'altitudine di 7.000 metri (23.000 piedi).

Varianti:
  • Caccia pesante sperimentale a lungo raggio Ki-83 , quattro prototipi costruiti.
  • Ki-95 versione da ricognizione progettata, nessuna costruita. 
  • Sviluppo previsto del Ki-103, nessuno costruito. 

Tecnica

Il Ki-83 era un monoplano ad ala media, con fusoliera monoscocca, interamente costruito in metallo e con carrello retrattile. Era dotato, a difesa dell'equipaggio, di sedili con corazzatura in acciaio, il cui spessore era di 12 mm per quello posteriore e di 8 mm per quello del pilota.
La propulsione era affidata a una coppia di motori Mitsubishi Ha-211 Ru (Ha-43), radiali 18 cilindri doppia stella raffreddati ad aria, che erogavano ciascuno una potenza massima di 2 070 hp (1 544 kW) a 1 000 m.
Per aumentare il raggio d'azione, il velivolo venne dotato di tre serbatoi, due alari ed uno principale nella fusoliera, che insieme potevano contenere 1 560 litri di carburante. I primi due autosigillanti furono dotati di sistema automatico antincendio, mentre quello all'interno della fusoliera fu protetto da uno strato di gomma su più livelli spesso 16 millimetri, che nel caso in cui fosse stato colpito, ne avrebbe garantito la deformabilità senza che potesse esplodere o incendiarsi.
Il Ki-83 dimostrò una notevole manovrabilità per un aereo delle sue dimensioni, riuscendo ad effettuare un loop di 671 metri in appena 31 secondi ed alla velocità di 644 km/h.
L'armamento consisteva in 4 cannoni, due da 30 mm e due da 20, tutti montati sul muso. L'aereo poteva trasportare anche due bombe da 50 kg alloggiate in un vano interno alla fusoliera.

Versioni:
  • Ki-83: caccia pesante sperimentale, 4 prototipi costruiti.
  • Ki-95: versione da ricognizione, che doveva sostituire il Ki-46. Rimasta allo stadio di progetto, nessuno costruito.
  • Ki-103: progetto abbandonato, nessuno costruito.

Utilizzatori:
  • Giappone - Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu;
  • Stati Uniti - United States Army Air Forces - Utilizzato per prove di valutazione comparative.

Specifiche (Ki-83)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2
  • Lunghezza: 12,5 m (41 piedi 0 pollici)
  • Apertura alare: 15,5 m (50 piedi 10 pollici)
  • Altezza: 4,6 m (15 piedi 1 pollici)
  • Area alare: 33,5 m 2 (361 piedi quadrati)
  • Peso a vuoto: 5.980 kg (13.184 libbre)
  • Peso lordo: 8.795 kg (19.390 libbre)
  • Peso massimo al decollo: 9.430 kg (20.790 lb)
  • Motopropulsore: 2 × Mitsubishi Ha-43 Ru (Ha211) motori a pistoni radiali raffreddati ad aria a 18 cilindri, 1.600 kW (2.200 hp) ciascuno per il decollo
  • 1.544 kW (2.070 CV) a 1.000 m (3.281 piedi)
  • 1.439 kW (1.930 CV) a 5.000 m (16.404 piedi) e 6.400 m (20.997 piedi)
  • 1.283 kW (1.720 CV) a 9.500 m (31.168 piedi)
  • Eliche: eliche a 4 pale a velocità costante.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 704,5 km / h (437,8 mph, 380,4 kn) a 9.000 m (29.528 piedi)
  • 655 km / h (407 mph; 354 kn) a 5.000 m (16.404 piedi)
  • Velocità di crociera: 450 km / h (280 mph, 240 kn) a 4.000 m (13.123 piedi)
  • Raggio d’azione: 1.953 km (1.214 mi, 1.055 nmi)
  • Autonomia: 3.500 km (2.200 mi, 1.900 nmi)
  • Tangenza: 12.660 m (41.540 piedi)
  • Tempo per raggiungere l'altitudine: 10.000 m (32.808 piedi) in 10 minuti
  • Carico alare: 263 kg/m2 ( 54 lb/sq ft)
  • Potenza/massa: 0,35 kW/kg (0,21 hp/lb).

Armamento
  • Cannoni: 2 cannoni Ho-155 da 30 mm (60 rpg) e 2 cannoni Ho-5 da 20 mm (160 rpg) montati nel muso della fusoliera.


….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)