domenica 8 ottobre 2023

REGIA MARINA ITALIANA 1943 - 1971: Il Regio sommergibile NAUTILO, una unità costruita al culmine della Seconda Guerra Mondiale, che prestò servizio sotto tre diverse bandiere navali….







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La vera storia dello "Yellow-submarine" italiano...

Un sommergibile costruito al culmine della Seconda Guerra Mondiale, che prestò servizio sotto tre diverse bandiere navali, si riprese da un attacco aereo che lo affondò nel suo porto e poi finì come ristorante galleggiante nella Jugoslavia comunista. 
È una storia che sembra abbastanza surreale ma non è una finzione; nel caso del sommergibile, conosciuto un tempo come Nautilo, è tutto vero.
Il Nautilo iniziò la sua vita in un modo del tutto tipico per una unità sottomarina della sua classe: uno dei sommergibili italiani classe Tritone Tipo I, o Flutto: faceva parte di una classe di 12 imbarcazioni, tre delle quali non furono mai completate. Gli altri furono tutti varati durante la guerra, per prestare servizio presso la Regia Marina Italiana, o Regia Marina, che combatté molte azioni contro gli Alleati nel Mediterraneo, fino all'armistizio firmato l’8 settembre 1943.


Il sottomarino Tritone Tipo I era lungo 200 piedi, con una larghezza di 23 piedi e un pescaggio di 16 piedi. Ciascuna imbarcazione dislocava 866 tonnellate in superficie e 1.068 tonnellate in immersione. La potenza proveniva da due motori diesel che sviluppavano 2.400 cavalli in superficie e da una coppia di motori elettrici che producevano 800 cavalli quando operavano sotto le onde. Azionato da due eliche, il sommergibile poteva raggiungere 16 nodi in superficie e 8 nodi in immersione e poteva immergersi fino a una profondità massima di circa 427 piedi. L'autonomia in superficie era di 13.000 miglia a 8,5 nodi o 74,5 miglia in immersione a 4 nodi mentre era in immersione con alimentazione a batteria.
Tipico dei sommergibile dell'epoca, il Tritone Tipo I era armato con un cannone da 100 millimetri, dotato di 149 colpi, oltre ai suoi 12 siluri, disposti su quattro tubi di prua e due di poppa. Per la difesa aerea diponeva anche di una coppia di mitragliatrici binate calibro 13,2 millimetri.
L'equipaggio del Tritone Tipo I comprendeva tipicamente cinque ufficiali e 44 uomini arruolati. Due dei sommergibili, il Grongo e il Murena, erano inoltre dotati di contenitori per SLC con equipaggio detti “Maiale”, utilizzati dalle forze operative speciali della X^ M.a.s..
Per quanto riguarda il sottomarino in questione, il Nautilo fu impostato nel gennaio 1942 presso i Cantieri Riuniti dell'Adriatico, a Monfalcone, nel Golfo di Trieste, nel nord Italia. Il sottomarino fu varato nel marzo 1943 e messo in servizio nel luglio successivo, a Pola, più a sud della costa adriatica, nell'attuale Croazia.
Nel luglio 1943 il Nautilo fu impegnato principalmente in prove al largo di Pola e dopo la consegna alla Regia Marina partecipò a varie esercitazioni, ma non risulta che abbia mai combattuto.
Inopportuno fu anche l'arrivo del sommergibile con la Regia Marina Italiana, dato che le sorti della guerra nel teatro del Mediterraneo erano ormai decisamente compromesse.
L'Italia firmò un armistizio con gli Stati Uniti e l'Italia il 3 settembre 1943, e questo fu annunciato al pubblico cinque giorni dopo. La Germania, ex alleata dell'Asse, rispose attaccando le forze italiane portando all'occupazione del paese da parte dei nazisti.
L'8 settembre il Nautilo salpò da Monfalcone alla volta di Venezia. Nel tentativo apparente di unirsi agli alleati, l'equipaggio italiano del Nautilo tentò di lasciare Venezia giorni dopo, presumibilmente per trovare un porto sicuro. Il Nautilo, che ora conteneva anche membri dell'equipaggio di altri due sommergibili, l'Argo e il Beilul, era in viaggio insieme al midget CM1, quando, secondo quanto riferito, videro le S-boat tedesche - un tipo di nave da attacco rapido armata di siluri - affondare il Cacciatorpediniere italiano Quintino Sella. Ciò, unito a problemi meccanici, costrinse il sommergibile a tornare a Venezia.
Gli italiani tentarono quindi di auto-affondare il Nautilo nel porto di Venezia, per impedirne l'uso del da parte dei tedeschi.
Tuttavia, i tedeschi riuscirono a rimettere in servizio il sommergibile, cosa che fece con il nome UIT-19. Nel dicembre 1943 il sommergibile fu rimorchiato da un rimorchiatore da Venezia a Trieste.
Nel gennaio 1944, l'UIT-19 era tornato a Pola, non ancora ufficialmente entrato in servizio con la Kriegsmarine. A Pola venne attaccato dalle forze aeree statunitensi. Il 9 di quel mese, una forza di 107 bombardieri B-24 Liberator colpì il porto e un colpo diretto affondò il sommergibile - alle coordinate di 44° 52'N, 13° 50'E - e lo mise fuori combattimento per il resto della guerra.
Con la fine della guerra in Europa alcuni confini cambiarono significativamente e Pola, insieme al resto della Croazia, che dall'aprile 1941 era sotto l'occupazione della Germania nazista e dell'Italia fascista, divenne una delle cinque repubbliche della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Nel dopoguerra, la Marina jugoslava trasse vantaggio dalle entrate inaspettate fornite da varie navi tedesche e italiane - sottomarini, cacciatorpediniere, dragamine e mezzi da sbarco anfibi - che furono catturate o fornite come riparazioni di guerra.
Tra questi c'era l'ex UIT-19 (precedentemente Nautilo), che fu restaurato e riparato tra il 1947 e il 1949 nel cantiere navale Uljanik di Pola. Nel 1953, il sommergibile fu messo in servizio presso la Marina jugoslava come Sava. Insieme al Mališan (un ex midget italiano della classe CB) e al Tara (un sommergibile di costruzione britannica originariamente acquisito dalla Jugoslavia tra le due guerre), costituì la base della nuova flotta sottomarina della Marina jugoslava.
Nel 1958, secondo quanto riferito, il Sava era stato relegato a compiti di addestramento, anche se tra il 1958 e il 1960 seguì un'importante ristrutturazione, inclusa una torre di comando ristrutturata e più snella e la rimozione del cannone sul ponte. I compiti di addestramento continuarono fino alla dismissione del Sava nel 1968 e alla definitiva dismissione nel 1971.
In questo frangente entra nella storia Per Miljković. Nato nel 1948 vicino al porto croato di Dubrovnik, un articolo del 2021 apparso sul giornale locale descriveva Miljković, morto nel 2004, come “un imprenditore, manager dei media, organizzatore, ristoratore, artista, un uomo in anticipo sui tempi”.
Miljković, ex portiere d'albergo e venditore di limonate, aveva solo 22 anni quando portò il Sava nel 1970, trasportandolo dal cantiere navale Bijela in Montenegro e portandolo a Dubrovnik. Al sommergibile venne dato il nome Žuta Podmornica, o Sottomarino Giallo, in onore della canzone dei Beatles del 1966 e del film d'animazione del 1968.
Lo stesso articolo di giornale suggerisce che Miljković riuscì a sottrarre il Sava alla marina jugoslava prima di pagarlo, per poi trasportarlo lungo la costa con l'aiuto di un rimorchiatore militare. Solo dopo aver rimosso vari oggetti di ottone, rame, alluminio e acciaio e averli venduti, riuscì a saldare il conto con la Marina.
Il piano di Miljković era quello di avere il sommergibile come fulcro di un ristorante, una discoteca e un complesso di casinò e sembra che sperasse che, dopo averlo dipinto di giallo, avrebbe potuto persino attirare i Beatles a visitarlo. Alla fine, i soldi finirono per scarseggiare, e sembra che solo il ristorante e la discoteca divennero un appuntamento fisso, con gli ospiti che cenavano e si rilassavano sul ponte del sommergibile, anche se alcuni resoconti non confermati suggeriscono che per un po' anche sul sommergibile operò una discoteca completa. Nel 1974 Miljković vendette il sommergibile come rottame e fu rimorchiato a Sveti Kajo, vicino a Solin, per l'ultimo appuntamento con la torcia del rottamatore.
Così finì una delle storie più improbabili di qualsiasi sommergibile della Seconda Guerra Mondiale.

Il Nautilo è stato un sommergibile della Regia Marina, appartenente alla classe Tritone.

Subì la sostituzione delle eliche a passo costante con quelle a passo variabile per via di serie problematiche che affliggevano il funzionamento delle prime.
Nonostante fosse entrato formalmente in servizio nel giugno 1943, all'armistizio era completo ma ancora in allestimento e non in grado di prendere il mare per lunghi periodi.
L'8 settembre da Monfalcone riuscì a portarsi a Venezia. Salpato disarmato dal porto l'11 seguente, assistette all'affondamento del cacciatorpediniere Quintino Sella da parte della motosilurante tedesca S 54. Tornato a Venezia a causa di alcune avarie, fu catturato dai tedeschi.
Ribattezzato U. IT. 9 si spostò a Pola ma in quel porto, il 9 gennaio 1944, affondò nel corso di un bombardamento aereo.
A fine guerra, con l'occupazione jugoslava di Pola, fu recuperato e, riparato, tornò in servizio nel 1949 con il nome Sava, per la Marina jugoslava; rimase in servizio sino al 1967 e fu demolito nel 1971. Fu radiato nel 1971 e comprato da un privato, che lo trasformò in una discoteca galleggiante chiamata "Yellow Submarine" e ormeggiata a Dubrovnik, in Croazia.

I sommergibili della classe Tritone, a volte denominata anche classe Flutto

La classe Tritone, a volte denominata anche classe Flutto, fu un tipo di sommergili della Regia Marina, costruiti durante la seconda guerra mondiale per supplire alla mancanza sempre più grave di sommergibili da impiegare nel Mediterraneo. I sommergibili della classe Tritone erano del tipo a doppio scafo parziale; questa classe di sommergibili era sostanzialmente uguale alla precedente classe Argo, con l'introduzione di alcune migliorie, quali l'adozione di una falsatorre di tipo tedesco, motori diesel più potenti ed una maggiore autonomia. I battelli della seconda serie rispetto a quelli della prima serie avevano maggiore lunghezza e un dislocamento leggermente superiore.
Furono ordinati 48 battelli da costruire nei cantieri CRDA di Monfalcone, ai cantieri di Muggiano e ai cantieri Tosi di Taranto. Le unità furono ordinate in tre serie, di cui la prima di 12 nel 1941, la seconda di 24, e la terza di 12 battelli; ma soltanto 8 battelli della Serie I entrarono in servizio nel 1942. Alcuni battelli della Serie II furono catturati dai tedeschi sugli scali, completati e successivamente affondati. Uno di essi, il sommergibile Bario, venne recuperato nel dopoguerra, ricostruito e ribattezzato Calvi, prestando quindi servizio nella Marina Militare; similmente, il Vortice. 



Le due unità, insieme al sommergibile Giada, furono i soli sommergibili della Regia Marina a far parte anche della Marina Militare.

Sommergibili della Classe Tritone

Unità della Serie I

La prima serie avrebbe dovuto essere composta da dodici unità:
  • Tritone
  • Gorgo
  • Flutto
  • Marea
  • Vortice
  • Nautilo
  • Murena
  • Grongo
  • Sparide
  • Spigola
  • Cernia
  • Dentice.
I primi sei furono costruiti presso i CRDA di Monfalcone, mentre Murena, Grongo e Sparide lo furono nei cantieri Odero-Terni-Orlando del Muggiano; gli ultimi tre furono invece impostati nei cantieri Tosi di Taranto.
Tutte le unità costruite a Monfalcone divennero operative, ad eccezione del Nautilo, e tre di esse (Tritone, Gorgo, Flutto) andarono perdute in combattimento, mentre Marea e Vortice sopravvissero alla guerra (il primo fu consegnato all'URSS, il secondo divenne invece uno dei pilastri della nuova arma subacquea della Marina Militare Italiana).
Le tre unità di La Spezia e il Nautilo all'armistizio erano ormai prossime a divenire operative ma non ancora pronte a prendere il mare; furono tutte catturate dai tedeschi o si auto-affondarono.
I tre sommergibili di Taranto, impostati molto più tardi (lo Spigola il 10 giugno 1943, il Cernia il 12 luglio ed il Dentice il 23 agosto) non giunsero invece nemmeno al varo e con l'armistizio la loro costruzione fu sospesa; furono poi demoliti.

Unità della Serie II

La seconda serie sarebbe dovuta essere composta da 24 unità:
  • Alluminio
  • Amianto
  • Antimonio
  • Bario
  • Cadmio
  • Cromo
  • Ferro
  • Fosforo
  • Iridio
  • Litio
  • Magnesio
  • Manganese
  • Mercurio
  • Oro
  • Ottone
  • Piombo
  • Potassio
  • Rame
  • Rutenio
  • Silicio
  • Sodio
  • Vanadio
  • Zinco
  • Zolfo.
Quindici sarebbero stati costruiti nei CRDA di Monfalcone, sei negli OTO di La Spezia e tre nei Tosi di Taranto.
I primi ad essere impostati furono i sei sommergibili di La Spezia (Alluminio, Antimonio, Fosforo, Manganese, Silicio, Zolfo), tutti il 9 dicembre 1942, ma nessuno fu mai varato né tantomeno completato.
I tre sommergibili di Taranto (Magnesio, Mercurio, Amianto) non furono mai nemmeno impostati, così come sei di quelli di Monfalcone (Oro, Ottone, Cadmio, Vanadio, Iridio, Rutenio).
Dei rimanenti sommergibili, tutti impostati a Monfalcone (il Bario il 15 marzo 1943, il Litio il 31 marzo, il Sodio il 3 maggio, Rame e Ferro il 2 giugno, Zinco e Piombo il 2 agosto, Cromo il 1º settembre), tutti catturati dai tedeschi all'armistizio, solo tre furono varati (Bario, Litio e Sodio, rispettivamente il 23 gennaio, il 19 febbraio ed il 16 marzo 1944) con i rispettivi nomi di U. IT. 17, U. IT. 18 e U. IT. 19, ma furono tutti resi inutilizzabili da un attacco aereo il 16 marzo 1945 (Litio e Sodio affondarono, il Bario, danneggiato, restò inutilizzato sino al 1º maggio 1945, quando si auto-affondò). Il Bario fu poi recuperato e ricostruito per la Marina Militare Italiana con il nuovo nome di Pietro Calvi.



La terza serie, composta da dodici unità, rimase allo stadio di progetto.

Problemi

Sebbene progettualmente fossero buone unità, i «Tritone» soffrirono del fatto di essere stati costruiti in tempo di guerra, quando le capacità dell'industria cantieristica erano andate progressivamente calando.
Sul Flutto, difatti (ma questa situazione poteva valere un po' per tutte le unità della classe), le prove rivelarono velocità in immersione ed autonomia (sia in immersione che in emersione) inferiori alle aspettative, nonché maggiori consumi.
Per i sommergibili della classe Tritone era stato previsto l'uso delle eliche a passo costante, ma queste diedero tali problemi (eccetto che sul Gorgo) che nel febbraio 1943 si decise di sostituirle (sul Flutto, sul Marea, sul Vortice e sul Nautilo) con eliche a passo variabile.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Thedrive, Wikipedia, Betasom, You Tube)































 

Royal Australian Navy - Royal Navy: il Ministero della Difesa britannico assegna contratti nel Regno Unito per la fase successiva del programma “SSN-AUKUS Leviathan”.






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Il Ministero della Difesa britannico (MoD) ha assegnato contratti per un totale di 4 miliardi di sterline (4,8 miliardi di dollari) a BAE Systems, Rolls-Royce e Babcock per la progettazione dettagliata del programma del sottomarino nucleare d'attacco di prossima generazione del Regno Unito e dell'Australia.



Nell’ambito dell’accordo trilaterale di partenariato sulla sicurezza AUKUS,  tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti del marzo 2023, sono stati svelati i piani che vedranno il Regno Unito ed eventualmente l’Australia equipaggiarsi con un futuro sottomarino d’attacco a propulsione nucleare, noto come “SSN-AUKUS Leviathan”, basato sul progetto che sostituisce l'SSN(R) incorporando le tecnologie di tutti e tre i paesi. La costruzione delle nuove imbarcazioni dovrebbe iniziare verso la fine del decennio, con la prima imbarcazione “SSN-AUKUS Leviathan” che entrerà in servizio con la Royal Navy (RN) del Regno Unito dalla fine degli anni '30 per sostituire gli SSN Astute, seguita dalla primi sottomarini australiani all'inizio degli anni ’40.














La nuova linea di sottomarini a propulsione nucleare armati convenzionalmente per il Regno Unito e l’Australia, costituisce una parte fondamentale del piano strategico.
Il Ministero della Difesa australiano (MoD) ha fornito alcuni dettagli aggiuntivi in un documento pubblicato su come saranno costruiti i nuovi SSN - che dovrebbero essere consegnati alla Royal Australian Navy all'inizio degli anni '40. Il primo di quella che viene chiamata la linea di sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan” sarà consegnato alla Royal Navy prima, entro la fine degli anni ’30, perché il Regno Unito dispone già di infrastrutture per la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare. Ciò farà seguito alla vendita di almeno tre, e fino a cinque, sottomarini nucleari classe Virginia, armati convenzionalmente, all’Australia entro l’inizio degli anni ’30.
Queste imbarcazioni saranno basate sul sottomarino d'attacco nucleare di prossima generazione del Regno Unito, progettato per sostituire la classe Astute e potenziato dalla tecnologia statunitense.
Il vice ammiraglio Jonathan Mead, capo della task force australiana AUKUS, ha dichiarato al notiziario australiano ABC.net che la sua nazione è all'altezza del compito di costruire le proprie imbarcazioni a propulsione nucleare e che il lavoro di progettazione è a buon punto: L’“SSN-AUKUS Leviathan” è in realtà abbastanza maturo nel design al 70% circa," ha detto. "Gli Stati Uniti incorporeranno armi e sistemi di combattimento chiave in quel sottomarino. Il Regno Unito non vede l'ora di farlo."
Il programma sottomarino a propulsione nucleare dell'Australia costerà fino a 245 miliardi di dollari nei prossimi tre decenni. E ciò non include l'acquisto di almeno tre e fino a cinque sottomarini classe Virginia dagli Stati Uniti, che includerà un mix ancora determinato di imbarcazioni nuove e usate, lo ha ribadito Mara Karlin, Performing the Duties of Vice Under Secretary of Defense for Policy.
Secondo il Ministero della Difesa australiano, i sottomarini avranno “un alto grado di comunanza con” gli SSN della classe Virginia fabbricati negli Stati Uniti. "Questa comunanza di design, componenti e prestazioni aiuterà nella transizione, migliorando al tempo stesso l'interoperabilità tra i partner AUKUS”.
Nello specifico, i sottomarini della classe “incorporeranno tecnologia statunitense come sistemi e componenti di impianti di propulsione, un sistema di lancio verticale comune (VLS) e armi”.
Ma con alcune differenze: mentre i sottomarini ad attacco rapido classe Los Angeles più vecchi e obsoleti e i sottomarini ad attacco classe Virginia modello precedente hanno 12 VLS, i successivi modelli Block III della classe Virginia eliminarono quelli a favore di due tubi di carico utile Virginia di grande diametro da 87 pollici (VPT) in grado di immagazzinare e lanciare sei missili d'attacco terrestre Tomahawk utilizzati nelle operazioni d'attacco. Le versioni Block V aggiungono quattro tubi di lancio verticali multiuso di grande diametro in una sezione aggiuntiva dello scafo nota come "Virginia Payload Module"  (VPM).




Secondo il Pentagono, né i sottomarini classe Virginia che gli Stati Uniti venderanno all’Australia a partire dall’inizio degli anni ’30, né i sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan” avranno i moduli Virginia Payload.
"Ci rimandiamo all'Australia per il loro elenco di specifiche, ma questa non era una di quelle", ha detto un funzionario della difesa statunitense .
E mentre la nuova linea di sottomarini incorporerà la tecnologia di propulsione statunitense, i reattori per i sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan” del Regno Unito e dell'Australia saranno forniti da Rolls Royce Submarine LTD.
"Siamo lieti che ci venga chiesto di fare la nostra parte nella realizzazione di questo elemento dell'accordo AUKUS e siamo ben preparati a supportare attraverso la nostra competenza nucleare e la nostra eccellenza ingegneristica", ha affermato il presidente della società Steve Carlier in una nota. “Per oltre 60 anni abbiamo fornito energia ai sottomarini nucleari della Royal Navy e siamo orgogliosi di svolgere un ruolo fondamentale nell’aiutare l’Australia ad acquisire la propria capacità di sottomarini a propulsione nucleare”.
"Rolls-Royce fornirà i reattori ai sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan” sia del Regno Unito che dell'Australia", ha detto Rich Whelband, capo del marketing e delle comunicazioni, dei sottomarini per Rolls Royce. “In termini di tempistiche, siamo ancora all'inizio, ma prevediamo di iniziare la produzione in questo decennio (cioè durante gli anni '20) e di essere pronti a iniziare a fornire i nostri primi componenti del reattore nel programma a metà degli anni '30. Questo è quanto di più specifico possiamo essere in questa fase.”
I partner dell’AUKUS “svilupperanno anche un sistema di combattimento congiunto come espansione dell’attuale sistema di combattimento statunitense-australiano”, secondo il documento del Ministero della Difesa australiano. Questo è un evidente riferimento a una versione del sistema di controllo del carico utile del sottomarino AN/BYG-1 che la US NAVY ha sviluppato per l'utilizzo sui sottomarini diesel-elettrici classe Collins della Royal Australian Navy. 
Si tratta di un'architettura di controllo del combattimento basata su software per analizzare e tracciare i contatti di sottomarini e navi di superficie, fornendo consapevolezza della situazione, nonché la capacità di mirare e impiegare siluri e missili. Anche i futuri sottomarini con missili balistici COLUMBIA della US NAVY e le navi d'attacco Block IV e V Virginia utilizzeranno versioni di questo sistema. Fino a quando l'Australia non si allontanò da quel progetto francese, anche i suoi futuri sottomarini AYYACK avrebbero dovuto adottarlo.
"Ingegneri e progettisti in tutti i paesi partner collaboreranno strettamente per garantire che “SSN-AUKUS Leviathan” raggiunga traguardi chiave di progettazione e rispetti i tempi di consegna australiani e britannici", secondo il Ministero della Difesa australiano.
"Come sforzo trilaterale, i nuovi “SSN-AUKUS Leviathan” forniscono la massima interoperabilità tra i partner AUKUS", secondo il Ministero della Difesa australiano. “Aumenterà le opportunità di collaborazione trilaterale nella base industriale e rafforzerà la capacità industriale trilaterale a vantaggio di tutti e tre i paesi. Sarà necessario stabilire un modello di consegna per soddisfare i requisiti dei partner trilaterali. “SSN-AUKUS Leviathan” sarà consegnato come programma di costruzione congiunto costruito a Barrow-in-Furness, nel Regno Unito, e ad Adelaide, nell’Australia meridionale”.
Inoltre, al fine di sviluppare una maggiore capacità di costruzione navale e garantire che il primo SSN-AUKUS australiano possa essere consegnato in tempo, "l'Australia inizierà quest'anno i lavori iniziali nel sito preferito per il futuro cantiere di costruzione sottomarina a Osborne, nell'Australia meridionale". “La natura precisa e l’ubicazione degli impianti nucleari presso il cantiere di costruzione sottomarina devono ancora essere determinate e saranno oggetto di analisi e valutazioni tecniche complete, intraprese in conformità con le migliori pratiche internazionali”.
Per contribuire ad alleviare qualsiasi pressione sulle catene di approvvigionamento degli Stati Uniti o del Regno Unito, i partner AUKUS nel breve termine “identificheranno opportunità specifiche per l’industria australiana di partecipare alla catena di approvvigionamento SSN”.
I partner di AUKUS si concentreranno sui componenti chiave in cui l’Australia ha dimostrato capacità industriale, come l’acciaio per scafi a pressione, valvole, pompe, batterie, quadri elettrici, illuminazione e produzione additiva. 
Una cosa è gestire e poi costruire un sottomarino a propulsione nucleare, che è un'impresa estremamente complessa di per sé, ma è tutta un'altra cosa occuparsi delle scorie radioattive e dei reattori esausti. Soprattutto per una nazione che ha mantenuto una ferma posizione di non proliferazione.
“In qualità di amministratore nucleare responsabile, l’Australia gestirà tutti i rifiuti radioattivi generati dai propri sottomarini classe Virginia e “SSN-AUKUS Leviathan”, compresi i rifiuti radioattivi generati attraverso operazioni, manutenzione e smantellamento”. “Tutti i rifiuti, compreso il combustibile esaurito, saranno gestiti in modo sicuro, sulla base delle migliori pratiche internazionali e in conformità con gli obblighi e gli impegni legali nazionali e internazionali dell’Australia”. 
I sottomarini a propulsione nucleare australiani “genereranno una piccola quantità di rifiuti radioattivi a basso livello, come dispositivi di protezione individuale, come parte della manutenzione e delle operazioni di routine”. "Potrebbe anche esserci una piccola quantità di rifiuti radioattivi di livello intermedio generati durante queste attività."
Il Ministero della Difesa australiano afferma che gestirà tutti i rifiuti operativi dei propri sottomarini una volta acquisiti negli anni ’30. Ma ciò richiederà una buona dose di istruzione, che sarà notevolmente aiutata dalla presenza degli SSN statunitensi e britannici che visiteranno l’Australia.
"Sviluppare la forza lavoro australiana e il know-how per la gestione dei rifiuti radioattivi dei sottomarini a propulsione nucleare è una parte importante della costruzione delle credenziali di gestione dell'Australia. La presenza a rotazione degli SSN del Regno Unito e degli Stati Uniti nell'Australia occidentale offrirà l'opportunità di apprendere come funzionano queste navi e i loro reattori nucleari, compresa la gestione dei rifiuti radioattivi a bassa attività attraverso la manutenzione ordinaria”.
Tutti i rifiuti radioattivi a livello basso e intermedio saranno immagazzinati in modo sicuro nei siti della Difesa in Australia. Come gli Stati Uniti hanno sperimentato durante molti decenni di utilizzo di navi a propulsione nucleare, i reattori devono essere affrontati alla fine della loro vita utile. L’Australia ha affermato che sta già pianificando di affrontare tale inevitabilità.
Alla fine della vita di servizio dei sottomarini nucleari, “l’Australia dovrà svuotare, smantellare e riciclare i suoi sottomarini a propulsione nucleare e gestire il combustibile esaurito e i componenti del compartimento del reattore radioattivo. Questo processo è l'aspetto più complesso del ciclo di vita del sottomarino. Richiede strutture su misura, infrastrutture di supporto significative e una forza lavoro di grande esperienza. Mentre i sottomarini australiani dureranno per molti decenni, l’Australia sta già valutando come svuotare e smantellare i suoi sottomarini a propulsione nucleare e come gestire i rifiuti radioattivi che generano”.
Per affrontare queste considerazioni, il Ministero della Difesa trascorrerà il resto di quest’anno “collaborando con le agenzie competenti, inclusa l’Agenzia australiana per i rifiuti radioattivi” per “condurre una revisione per identificare luoghi nell’attuale o futura proprietà della Difesa che potrebbero essere adatti per lo stoccaggio e smaltimento dei rifiuti radioattivi ad attività intermedia e ad alta attività”.
I risultati della revisione “orienteranno un processo più dettagliato che includerà la consultazione e il coinvolgimento delle parti interessate, comprese le comunità e i gruppi indigeni, e la considerazione di una più ampia licenza sociale e di implicazioni economiche”.
Naturalmente, c’è ancora molta strada da fare prima che l’Australia ottenga i suoi primi sottomarini classe Virginia dagli Stati Uniti, per non parlare di costruire la propria linea di sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan”.
Possono succedere molte cose che spostano ulteriormente la cronologia nel futuro, ma sembra che almeno l’Australia sappia quanto ci vorrà perché ciò accada.

L'“SSN-AUKUS Leviathan”, noto anche come SSN-A, è una classe pianificata di sottomarini della flotta a propulsione nucleare destinati ad entrare in servizio con la Royal Navy del Regno Unito alla fine degli anni '30 e con la Royal Australian Navy negli anni '40. 
La classe sostituirà la classe Astute del Regno Unito e la classe Collins dell'Australia.  Il Regno Unito ha avviato un progetto di sostituzione della classe Astute nel 2018 che ha valutato i requisiti e considerato le opzioni note come Maritime Underwater Future Capability (MUFC), che è stata successivamente ribattezzata Submersible Ship Nuclear Sostituzione ( SSNR ). Il progetto SSNR in corso è stato ribattezzato “SSN-AUKUS Leviathan” nel marzo 2023, nell'ambito del partenariato trilaterale sulla sicurezza AUKUS del 2021, quando l'Australia si è unita al programma e una ulteriore tecnologia statunitense è stata incorporata nel progetto. 
L'Australia prevede di costruire otto sottomarini “SSN-AUKUS Leviathan” oltre ad acquisire tre sottomarini VIRGINIA a propulsione nucleare dagli Stati Uniti. 
La classe sarà alimentata dai reattori ad acqua pressurizzata (PWR) della Rolls-Royce.

Sviluppo

La fase concettuale iniziale del programma doveva durare tre anni. Questa fase era iniziata all'inizio del 2018 ma è stata sospesa per due anni a causa di ritardi nei programmi di consegna delle classi Astute e Dreadnought. Nel 2020, il Ministero della Difesa ha reclutato un Project Manager dell'Agenzia per la consegna di sottomarini per lavorare sul processo di progettazione e sviluppo dell'SSNR. 
Nel marzo 2021, il documento di difesa del governo Defense in a Competitive Age si è impegnato a finanziare il progetto SSNR. Ciò è stato seguito nel settembre 2021 da un investimento di 170 milioni di sterline da parte del governo sotto forma di due contratti da 85 milioni di sterline a BAE Systems e Rolls-Royce Holdings per i primi lavori di progettazione sulla SSNR. L'investimento sosterrà 350 posti di lavoro per l'economia del Regno Unito. 
Nel novembre 2022, MSubs Ltd si è aggiudicata un contratto da 15,4 milioni di sterline per costruire una nave XLUUV (Extra Large Uncrewed Underwater Vehicle) che sarà consegnata alla Royal Navy entro due anni. La nave da 17 tonnellate (nota come Progetto CETUS) è descritta come "il passo successivo nello sviluppo di capacità di guerra subacquea autonoma" e contribuirà anche alla progettazione dell’SSNR. 
Nel gennaio 2023, viene confermato che i sottomarini avrebbero probabilmente incorporato un sistema di lancio verticale (VLS) per missili da attacco terrestre. Si tratterebbe della prima volta per gli SSN della Royal Navy, che attualmente lanciano missili di attacco terrestre tramite i loro tubi lanciasiluri. È stato descritto che un sistema VLS potrebbe aumentare le opzioni di interoperabilità con la Marina degli Stati Uniti poiché i futuri missili di attacco terrestre statunitensi potrebbero non avere un'opzione di lancio orizzontale. 
Nell'ottobre 2023, il governo del Regno Unito ha annunciato una serie di contratti, del valore complessivo di 4 miliardi di sterline, per sostenere la progettazione e lo sviluppo della classe di sottomarini fino al 2028. Questi contratti finanzieranno la finalizzazione della progettazione del sottomarino, oltre a procurare contratti a lungo termine articoli in piombo per il primo sottomarino del Regno Unito.

AUKU

Dopo una consultazione durata 18 mesi iniziata nel settembre 2021, il progetto è stato ribattezzato “SSN-AUKUS Leviathan” nel marzo 2023, quando l’Australia ha aderito al programma ed è stata incorporata ulteriore tecnologia statunitense, entrambi come parte dell’accordo AUKUS. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato nel marzo 2023 che il Regno Unito avrebbe aumentato la spesa per la difesa di ulteriori 5 miliardi di sterline in due anni, alcuni dei quali sarebbero andati a finanziare "la fase successiva del programma sottomarino AUKUS". 
La prima imbarcazione della classe “SSN-AUKUS Leviathan” per la Royal Navy inizierà la costruzione a Barrow in Furness già alla fine degli anni '20 e si prevede che sarà operativa già alla fine degli anni '30. Le imbarcazioni della Royal Navy saranno costruite dalla BAE Systems. A partire dal 2023, la forza lavoro a Barrow in Furness è stata ampliata da 10.000 a 17.000 per supportare sia il programma SSBN Dreadnought che la classe “SSN-AUKUS Leviathan”, dove un certo numero di membri dell'equipaggio navale australiano hanno già iniziato l'addestramento nucleare. Il personale della Royal Australian Navy sarà anche "incorporato" nelle basi sottomarine della Royal Navy e della US Navy. 
La classe “SSN-AUKUS Leviathan” sarà alimentata da un reattore ad acqua pressurizzata Rolls-Royce (PWR), prodotto in un sito ampliato della Rolls Royce Raynesway a Derby. 
La Royal Australian Navy acquisirà otto imbarcazioni della classe “SSN-AUKUS Leviathan” che saranno costruite presso il cantiere navale Osborne Naval Shipyard nell'Australia meridionale. La costruzione della capoclasse inizierà entro la fine degli anni '30 del 2000, mentre l’unità sarà consegnata all'inizio degli anni '40.  Si prevede che cinque unità saranno costruite entro il 2055 e le ultime tre entro il 2063, con un SSN costruito ogni tre anni. Il ministro della Difesa australiano Richard Marles nel marzo 2023 ha affermato che il governo australiano avrebbe determinato il costruttore "nel corso del prossimo anno". L'Australia gestirà due classi di sottomarini e, se il programma di costruzione dell'SSN-AUKUS dovesse restare indietro, avrà la possibilità di acquistare fino a due ulteriori SSN Virginia dagli Stati Uniti. In quanto Stato non dotato di armi nucleari ai sensi dell'AIEA, l'Australia non produrrà combustibile nucleare per i suoi SSN.  Il Regno Unito e gli Stati Uniti intendono fornire all'Australia materiale nucleare in unità nucleari complete e saldate. 
Nel marzo 2023, il vice ammiraglio Jonathan Mead, capo della task force australiana per i sottomarini nucleari, ha affermato che il progetto “SSN-AUKUS Leviathan” è già "maturo al 70% circa". 
La classe “SSN-AUKUS Leviathan” "incorporerà tecnologia statunitense come sistemi e componenti di impianti di propulsione, un sistema di lancio verticale comune e armi", e "avrà un alto grado di comunanza" con la classe Virginia, inclusa "la condivisione di elementi di l'impianto di propulsione, il sistema di combattimento e le armi", migliorando l'interoperabilità e la transizione dell'Australia al  programma “SSN-AUKUS Leviathan”. 




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Jane’s, Thedrive, Wikipedia, You Tube)