domenica 28 maggio 2023

1953: il Breguet 1001 Taon; progettato per partecipare ad un concorso della NATO per la produzione di un nuovo velivolo leggero da appoggio tattico; venne sconfitto dal Fiat G-91 e rimase allo stadio di prototipo.





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Il Bréguet Br.1001 Taon era un prototipo di cacciabombardiere monoposto francese degli anni '50. Il Breguet Br 1001 Taon (in lingua francese, Tafano) era un aviogetto realizzato dall'azienda francese Breguet nella seconda metà degli anni cinquanta.
Progettato per partecipare ad un concorso della NATO per la produzione di un nuovo velivolo leggero da appoggio tattico, non venne prescelto come vincitore e rimase allo stadio di prototipo.




Progettazione e sviluppo

Nel 1953 i produttori di aeromobili europei furono invitati dalla NATO a sottoporre i velivoli per la valutazione per il ruolo "LWSF" ( Light Weight Strike Fighter ). Il Taon (en: Gadfly, ma anche un anagramma di NATO o la versione francese OTAN) fu progettato per soddisfare il requisito NATO. Il Taon era un piccolo monoplano ad ala media con ali a freccia e superfici di coda e carrello triciclo retrattile. L'aereo era alimentato da un turbogetto Bristol Orpheus BOr.3. La società venne incaricata di costruire tre prototipi: il primo aereo che volò il 26 luglio 1957. Il secondo aereo incorporava miglioramenti e aveva una fusoliera leggermente più lunga. Lo sviluppo fu interrotto e furono costruiti solo due velivoli.

Storia del progetto

Nel dicembre del 1953 la NATO emise le specifiche per il NATO Basic Military Requirement N°1 (NBMR-1) per un aereo da appoggio tattico con il quale equipaggiare le forze aeree dei diversi paesi aderenti.
La Breguet propose il proprio progetto Br 1001 denominandolo TAON, anagramma di NATO (OTAN, secondo la dizione francese), in concorrenza con numerosi altri velivoli, tra i quali gli altri progetti francesi Dassault Mystère XXVI (in seguito divenuto Étendard VI) e SNCASE S.E.5000 Baroudeur, il britannico Folland Gnat, lo statunitense Northrop N-156 e gli italiani Aerfer Sagittario 2 e Fiat G.91 (che si aggiudicò la competizione).
Progettato in ossequio alle caratteristiche tecniche richieste nella specifica (peso inferiore alle 10.000 lb, capacità operative da piste non preparate, impiego del turbogetto Bristol Siddeley Orpheus), il Taon era caratterizzato dalla forma della fusoliera realizzata (almeno in parte) secondo la regola delle aree.
Nell'ambito del concorso NBMR-1 vennero ordinati tre prototipi del Taon, solo due dei quali videro la luce; il primo di questi, presentato con livrea a doppio tono di blu (a ricordare il colore nazionale francese e quello, più chiaro, della NATO), venne portato in volo per la prima volta il 26 luglio 1957 (la data, secondo almeno una fonte, venne anticipata di un giorno).


Tecnica

Struttura

Monoplano ad ala media, dalla struttura interamente metallica, il Taon presentava fusoliera di sezione tondeggiante, con abitacolo monoposto collocato nella sezione anteriore al di sotto del quale si aprivano le prese d'aria (una per lato), strette ed allungate, integrate nel disegno della fusoliera.
L'ala a freccia, nel secondo prototipo, si raccordava alla fusoliera mediante carenature a bulbo, studiate per garantire una migliore applicazione della formula delle aree, ma impiegate anche come serbatoio aggiuntivo di carburante. Gli impennaggi erano di tipo classico, con l'equilibratore disposto ben al di sotto della deriva, nella parte inferiore del cono di coda.
Il carrello d'atterraggio era di tipo triciclo anteriore. Tutti gli elementi presentavano ruota singola; la gamba anteriore, disposta sotto l'abitacolo, si ritraeva all'indietro mentre le due gambe posteriori, disposte all'incirca a metà della lunghezza delle semiali, si ritraevano verso l’interno.



Motore

Come molti altri dei partecipanti al concorso NBMR-1, anche il Taon era motorizzato con il turbogetto di progettazione britannica Bristol Siddeley Orpheus. In relazione al concorso NATO, tra le altre cose, era previsto che la licenza di costruzione dell'Orpheus potesse essere concessa sia alla francese SNECMA che all'italiana FIAT.
Il motore installato sui prototipi del Taon era della versione BOr.3, che sviluppava una spinta pari a 21,57 kN; era disposto nella sezione centrale della fusoliera mentre l'ugello di scarico era sistemato all'estremità posteriore della stessa.

Armamento

I due prototipi costruiti non erano dotati di armamento; il progetto prevedeva l'installazione di quattro mitragliatrici calibro 12,7 mm mentre sotto le ali era prevista l'installazione di quattro piloni (in merito ai quali, tuttavia, le fonti reperite non indicano né il tipo di armamento previsto, né il peso massimo trasportabile).

Versioni:
  • Br 1002: proposta per la realizzazione di un aereo da caccia armato unicamente con missili aria-aria;
  • Br 1003: denominazione assegnata dall'azienda ai previsti esemplari di serie. Avrebbero dovuto avere fusoliera modificata (per rispondere integralmente alla regola delle aree) ed alloggiare un motore Orpheus con postbruciatore.

Servizio operativo

Il Taon venne valutato senza successo, insieme ad altri progetti che includevano Fiat G.91, il Northrop N-156, Dassault Étendard VI, Sud-Est Baroudeur e l'Aerfer Ariete. Le nazioni della NATO non ordinarono un velivolo comune e il governo francese preferì perseguire lo sviluppo del Dassault Étendard.
L'aereo stabilì un record di velocità internazionale per un circuito chiuso di 1.000 km (620 mi) con una velocità di 1.046,65 km / h (650,36 mph) a 7.620 m (25.000 piedi) il 25 aprile 1958. Il 23 luglio batté nuovamente il record alla velocità di 1.075 km/h (667,98 mph).

Specifiche (Br.1001 Taon )

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: uno
  • Lunghezza: 11,68 m (38 piedi 4 pollici)
  • Apertura alare: 6,8 m (22 piedi 4 pollici)
  • Altezza: 3,7 m (12 piedi 2 pollici)
  • Area alare: 14,7 m 2 (158 piedi quadrati)
  • Peso lordo: 5.000 kg (11.023 libbre)
  • Motopropulsore: 1 × Bristol Siddeley Orpheus B.Or.3 turbojet, 21,6 kN (4.850 lbf) di spinta.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 1.194 chilometri all'ora (742 mph, 645 kn).

Armamento:
  • 4 mitragliatrici Colt-Browning da 12,7 mm (0,5 pollici).



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)




































 

sabato 27 maggio 2023

La VP9 / SFP9 è una pistola della Heckler & Koch con grilletto ad azione singola in calibro 9 mm x 19: la migliore tecnologia tedesca per le forze dell'ordine e militari.






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La VP9 / SFP9 è una pistola a percussione completamente pre-armata con grilletto ad azione singola in calibro 9 mm x 19. Utilizzata dalle forze dell'ordine, è il principale mezzo di difesa. In uso militare, serve al suo scopo come arma secondaria (arma di riserva) che consente una rapida difesa a distanza ravvicinata. Per questo motivo, la famiglia di pistole SFP9 offre il modello giusto per ogni singola esigenza di missione.
La gamma di pistole comprende la pistola di servizio standard a grandezza naturale SFP9, la variante sub-compatta SFP9 SK, la SFP9 SD come modello progettato tatticamente per l'uso del silenziatore e la SFP9 M per condizioni di combattimento marittimo. Oltre alle pistole di servizio, sono offerte le SFP CM, SFP FX e SFP H, i corrispondenti modelli di addestramento e manipolazione per ottimizzare le tecniche e le procedure di tiro esistenti.
I modelli di pistola SFP9 sono disponibili con grilletto TR o SF, interfaccia OR, sicura esterna, sgancio caricatore a paletta o a pulsante. Queste caratteristiche di base possono essere combinate tra loro senza alcuna difficoltà. Inoltre, ci sono ulteriori opzioni per ottimizzare la maneggevolezza della pistola, come diverse combinazioni di scatto/rilascio dell'otturatore o vari supporti di ricarica. I caricatori corrispondenti sono caricatori P30 progettati e hanno una capacità fino a 20 colpi. Il volume dell'impugnatura può essere modellato in base alle dimensioni della mano individuale. E per coloro che vorrebbero la loro pistola a colori, c'è una scelta di nero, verde-marrone e verde NATO.
Il grilletto, il percussore e le caratteristiche di sicurezza contro gli urti e le cadute secondo TR e AC225/D14 contrastano la scarica involontaria e garantiscono quindi una maggiore sicurezza durante il lavoro. L'energia del percussore dell'SFP9 corrisponde all'alto livello delle pistole a martello. Inoltre, il processo di smontaggio garantisce il massimo livello di sicurezza durante lo smontaggio grazie a un'azione forzata meccanicamente. Dopo aver rimosso il caricatore, il carrello è bloccato nella posizione di rilascio del carrello. Spostando il carrello in questa posizione si espelle automaticamente qualsiasi cartuccia che potrebbe rimanere nella camera. La leva di smontaggio è ruotata verso il basso di 90°. Quando il gruppo carrello viene estratto, il percussore non è armato. Ciò elimina la necessità di garantire ulteriore sicurezza premendo il grilletto, come richiesto con modelli di pistola simili.

Ergonomia dell'impugnatura personalizzabile per una maneggevolezza ideale

Gli utenti notano immediatamente se una pistola funziona perfettamente e si adatta perfettamente alla mano. Il design ergonomico e brevettato dell'impugnatura dell'SFP non è solo funzionale ma anche unico al mondo, poiché il volume dell'impugnatura può essere regolato individualmente per adattarsi a quasi tutte le dimensioni della mano. Le guance dell'impugnatura intercambiabili e le cinghie posteriori, liberamente combinabili tra loro, garantiscono il massimo grado di ergonomia, su misura per ogni mano. Lo sgancio del carrello e lo sgancio del caricatore a paletta o a pulsante rimangono sempre facilmente accessibili. Il design del blocco del percussore dell'SFP9 riduce la distanza tra l'asse del foro della canna e l'incavo del pollice. Ciò consente immagini di mira sempre precise con rapide sequenze di fuoco. L'angolo di presa è stato configurato per una posizione ideale della mano.









Heckler & Koch VP9

La VP9 è una pistola semiautomatica ad azione singola di fabbricazione tedesca, prodotta dalla Heckler & Koch.
Il nome del modello è probabilmente l'acronimo di Vollautomatische Pistole Modell 9 in omaggio al modello VP70 del 1970 che fu infatti la prima arma corta a percussore lanciato con fusto in polimero. Sviluppata dalla casa di Oberndorf am Neckar per compiti di polizia, forze di sicurezza e tiro sportivo è stata lanciata sul mercato statunitense il 10 giugno 2014 dopo quattro anni di progettazione in calibro 9 × 19 mm Parabellum. La pistola è stata introdotta sul mercato europeo nel gennaio 2015 con la sigla SFP9 (Striker Fired Pistol 9) e nel marzo 2016 per il mercato italiano in calibro 9 × 21 mm IMI.

Evoluzione progettuale

La VP9 segna il ritorno della casa tedesca alla tecnologia del percussore lanciato da lei introdotta con il modello VP70 ed entra pertanto in concorrenza con la Glock 17 di quinta generazione, la Walther PPQ ed la SIG P320, nonché la Beretta APX. Sulla scia dei concorrenti, un'attenzione particolare è prestata alla lavorazione dell'impugnatura (sagoma e rivestimento). Se l'indicatore di carica sulla parte posteriore del carrello pare mutuato dalla Walther P99, la VP9 ripropone la leva del caricatore sulla parte posteriore del ponticello come nella serie USP e nella P30. Il nuovo modello si distingue per le innovazioni che riguardano il gruppo di scatto ed i tiranti posti ai margini del carrello per facilitare la presa e la trazione del blocco carrello-otturatore.

Fusto e impugnatura

La VP9 ha un fusto in polimero rinforzato che presenta due coppie di guide (o binari) in acciaio per lo scorrimento del carrello di cui la principale è quella centrale intelaiata al castello al livello della camera di scoppio all'altezza della leva di smontaggio, mentre quella di supporto secondario è situata nella parte terminale del castello. Sotto la copertura para-polvere del fusto c’è integrata una guida MIL-STD 1913 Picatinny. Le rotaie della slitta Picatinny sono associate a quattro scanalature per il fissaggio degli accessori, quali una luce tattica o un puntatore laser, per un peso massimo di 160 grammi. Il calcio presenta un disegno anatomico ed offre la possibilità di adattare le dimensioni dell'impugnatura alle esigenze dell'utilizzatore. Si può scegliere non solo uno dei tre dorsalini, ma anche una delle tre guancette aggiuntive atte a modificare il profilo laterale dell'impugnatura. Entrambe le guarnizioni modulari sono in corredo alla pistola, nelle dimensioni Large, Medium, Small. Il porta-correggiolo è alloggiato nella parte terminale del dorsalino.

Meccanismo di scatto

Il meccanismo di scatto è del tipo a percussore lanciato (cioè senza cane esterno) che viene completamente armato durante la traslazione retrograda del carrello. Il gruppo di scatto è caratterizzato dal grilletto con leva di sicurezza assiale (o contro-grilletto) integrata al centro della leva di scatto, secondo il disegno reso popolare dalla Glock. La pistola camerata è quindi sempre armata con il grilletto in posizione leggermente arretrata che lascia sporgere la leva di sicurezza. Quando questa è azionata si sblocca il grilletto che altrimenti non arretra e si agisce anche sul disconnettore che libera il percussore permettendo a quest'ultimo di colpire l'innesco della cartuccia. Questo tipo di grilletto è quindi sempre ad azione singola e funziona anche quale sicura sul grilletto e sul percussore. La corsa del grilletto è relativamente breve ed è caratterizzata da un ciclo in tre fasi, la prima più lunga consente l'azionamento congiunto dei due grilletti secondo un movimento fluido che diventa sensibilmente più resistente all'attivarsi della seconda fase più breve che aziona lo scatto. La terza fase è caratterizzata da una trazione in avanti del grilletto (positive reset) che accompagna il dito in posizione di reingaggio con un ritorno alla seconda fase. La trazione da esercitare sul grilletto è di circa 25 N mentre la corsa è di 6 mm al primo colpo e di soli 3 mm al reingaggio.

Smontaggio e rimontaggio

La pistola può essere smontata nelle componenti principali senza l'ausilio di attrezzi. Dopo aver rimosso il caricatore e con il carrello completamente arretrato in posizione aperta è sufficiente posizionare a ore sei la leva ambidestra di rilascio del carrello-otturatore e spingere in avanti il carrello. Si noti che sulla parte sinistra del fusto la leva ambidestra di rilascio del carrello-otturatore è celata dietro il castello essendo azionata da un tassello apparente di ridotte dimensioni secondo un disegno à la SIG, mentre sul lato destro la leva è del tutto apparente sul fusto. Per il rimontaggio si procede in ordine inverso ricollocando il carrello sui binari centrali del fusto e spingendolo indietro fino a ritrovare la posizione di fine corsa. Per bloccare il carrello occorre spingere verso l'alto la leva di rilascio del carrello che si inserisce nell'apposito solco obliquo presente sul lato sinistro, al centro del margine basso del carrello. Solo con il carrello bloccato in posizione aperta si può far ruotare la leva di smontaggio di 90° gradi in senso antiorario. Si preme quindi verso il basso la leva di rilascio del carrello-otturatore affinché quest'ultimo venga spinto in avanti in posizione di chiusura. Qualora un proiettile fosse stato camerato, questo verrebbe espulso al momento del rilascio del carrello-otturatore. Queste caratteristiche, vale a dire l'impossibilità di manovrare la leva di smontaggio con il caricatore inserito e senza che il carrello-otturatore sia bloccato in posizione aperta costituiscono un dispositivo di sicurezza specifico in fase di smontaggio-rimontaggio.

Caricatore

Il caricatore, identico a quello del modello P30, è di tipo bifilare costruito in metallo con fondello in polimero. Per facilitare la presa del caricatore in caso di guasto del meccanismo di sgancio o di inceppamento nell'espulsione del bossolo, alla base del calcio, al centro di entrambi i lati, si trova una concavità semi circolare che consente di afferrare il fondello del caricatore per estrarlo manualmente. Quando il caricatore viene rimosso dal suo alloggiamento all'interno dell'impugnatura della pistola, attraverso la serie di 12 fori sul margine sinistro, numerati dal 4 al 15, è possibile verificare il numero dei colpi presenti. Va notato che una volta esaurito il caricatore al termine di un ciclo di spari, volendo inserire nell'arma un nuovo caricatore con munizioni, è sufficiente introdurre il caricatore con un po' di forza tramite un colpo secco sul fondello, per sbloccare immediatamente il carrello che riprende la posizione di chiusura senza che sia necessario manovrare la leva di rilascio del carrello-otturatore, sicché, introdotto il caricatore, l'arma è da subito camerata e pronta allo sparo.

Ritegno del caricatore

La leva piatta di ritegno (o di sgancio) del caricatore è ambidestra e collocata sulla parte posteriore del ponticello a margine della rientranza concava del contorno della guardia. Premendo all'ingiù la leva, il caricatore si sfila dal fusto.

Blocco carrello-otturatore

Il carrello-otturatore e la canna sono in acciaio brunito con finitura detta Hostile Environment per aumentare la resistenza dell'acciaio all'usura e all'ossidazione. La VP9 dispone di una canna rampata a rigatura poligonale destrorsa a sei principi in acciaio lavorato con martellatura a freddo secondo la caratteristica tecnologia della casa tedesca. La rampa di alimentazione inclinata e lucidata a specchio è integrata allo zoccolo sottostante la camera di cartuccia secondo lo schema del sistema di chiusura Browning modificato. Il piano del vivo di volata è tagliato in senso obliquo ai margini del carrello che pertanto acquista quel disegno rastremato tipico delle pistole della casa a partire dal modello P2000.

Sistema di chiusura

La VP9 è una pistola semiautomatica con un sistema di chiusura geometrica a blocco con funzionamento a corto rinculo di canna di tipo Browning modificato. Premendo il grilletto, il percussore viene rilasciato e viene sparato il colpo. La pressione del gas spinge il proiettile fuori dalla canna. L'impulso risultante provoca l'arretramento della canna e dell'otturatore che rimangono solidali per un breve tratto (corto rinculo), finché la canna non viene svincolata dall'otturatore mediante l'azione a camme tramite la quale la culatta viene tirata verso il basso e bloccata in sede per incastro, mentre l'otturatore prosegue il movimento retrogrado in modo indipendente dalla canna, comprimendo la molla di recupero. L'azione congiunta dell'estrattore e dell'espulsore provocano l'uscita verso destra del bossolo e quando l'otturatore è a fondo corsa viene respinto in avanti dalla molla di recupero in distensione. Il movimento del carrello provoca il cameramento di una nuova cartuccia, libera la canna dal suo incastro onde recuperare l'allineamento con l'otturatore in assetto solidale, bloccando il carrello-otturatore in posizione di chiusura pronto allo sparo.

Indicatori di carica

La VP9 dispone di due indicatori distinti: il primo sull'estrattore segnala il cameramento (loaded state indicator) ed il secondo sul fondo della culatta segnala l'armamento del percussore (firing pin cocking indicator). Se la parte anteriore dell'estrattore è protuberante, ciò significa che un proiettile si trova nella camera di cartuccia. L'indicatore assume la forma di una marcatura rossa che appare visibile al livello della parte protuberante dell'estrattore stesso, cosicché inclinando leggermente l'arma verso sinistra e osservandone il lato destro dall'alto si nota la marcatura rossa sul fianco. Alla stregua della Walther P99, viene anche proposto il dispositivo meccanico che consente di indicare visivamente l'armamento della pistola mediante la fuoriuscita di un punzone rosso aggettante dal tappo dell'otturatore, che corrisponde di fatto all'estremità posteriore del percussore. Si noti che quando l'arma non è camerata o ha il caricatore vuoto il punzone rosso è comunque visibile se il movimento di carica è stato azionato armando il percussore. Pertanto quando il punzone è arretrato con il bollino rosso in evidenza perché protrudente ciò sta a significare che l'arma è pronta a sparare, anche a vuoto.

Organi di mira

Il mirino e la tacca di mira sono regolabili in deriva (brandeggio orizzontale). Per facilitare l'acquisizione del bersaglio gli organi di mira sono provvisti di 3 punti di contrasto (3-dot sights) in vernice bianca, giallo-verde o rossa, posti l'uno sulla faccia del mirino e gli altri due sui bordi esterni della finestra della tacca di mira aperta a forma di trapezio.

Tiranti

Per manovrare il blocco carrello-otturatore, la VP9 dispone di idonee profilature anteriori e posteriori, ma si distingue per l'inserzione in coda al carrello di due alette verticali (tiranti o "supporti di caricamento") che facilitano la trazione in presa a pinza o a sella, secondo un accorgimento già proposto dalla FN Five-seveN. Le suddette alette sono amovibili tramite traslazione in deriva delle tacche di mira, e pertanto la marca tedesca innova rispetto al modello belga che ha le suddette alette fisse.

Custodia

La VP9 viene fornita in una valigetta in polimero contenente: la pistola, tre guancette e tre dorsalini di dimensioni S-M-L, due caricatori, il manuale d'istruzioni e la prova di sparo.

Varianti:
  • VP9 LE (Law Enforcement) è una variante con punti di mira auto-luminescenti al trizio.
  • VP40 è la variante in calibro .40 Smith & Wesson introdotta negli Stati Uniti nel giugno 2015.
  • SFP9-SF (Special Forces), è la versione europea della VP9 omologata NATO.
  • SFP9-TR (Technischer Richtlinie), è la versione europea che ha ricevuto l'omologazione per le armi d'ordinanza delle forze dell'ordine tedesche e che si caratterizza per una corsa più lunga, vale a dire di 11 mm al primo colpo e di 5 mm al reingaggio.
  • SFP9-M (Maritim), è la versione resistente alla corrosione marina e capace di sparare 30 colpi sott'acqua.
  • SFP9-SD (Schalldämpfer), è la versione con silenziatore.

La VP9/SFP9 nella cultura di massa

In ambito cinematografico, la VP9 compare per la prima volta nell'episodio 2015, intitolato Spectre, della serie di film di spionaggio dedicata all'agente 007, James Bond.




Ripensare la guerra, e il suo posto
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per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
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è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
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altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Heckler & Koch, Wikipedia, You Tube)