sabato 17 agosto 2019

Proseguono senza soste i lavori di allestimento della L.H.D. “Trieste” nel cantiere di Castellammare di Stabia (NA).


Proseguono senza soste i lavori di allestimento della L.H.D. “Trieste” nel cantiere di Castellammare di Stabia (NA).






Nave TRIESTE è dotata di un bacino di sbarco allagabile al di sotto dell'aviorimessa, che consente di utilizzare mezzi anfibi tipo LCM (Landing Craft Mechanized), gommoni a scafo rigido (RHIB), aeroscafi LCAC (noti comunemente come hovercraft), L-CAC e i più innovativi mezzi da sbarco anfibio rapido (L-CAT) in dotazione alle marine NATO ed europee. 
A differenza della portaeromobili Cavour, che ha un'unica aviorimessa riconfigurabile in ponte veicoli non allagabile, questa unità dispone, al di sotto del ponte di volo, di due ulteriori ponti, di cui uno è un'aviorimessa di 2300 m² (e 530 metri lineari di corsia per parcheggio mezzi) con paratie rimovibili come nel Cavour (in modo da raggiungere i 2600 m²), collegata ad un ponte inferiore di 2200 m², diviso in un'autorimessa da 700 m² con 253 metri lineari per parcheggio mezzi e in un bacino allagabile (55 m x 15 m), dimensionato per l'ingresso di 4 LCM-1E o 1 LCAC.
Come il Cavour e il Giuseppe Garibaldi, anche il Trieste, sul ponte di volo, è dotato di trampolino di lancio (ski-jump) per facilitare il decollo degli aerei STOVL F-35B, come riportato anche nella scheda tecnica, mantenendo una capacità aerea secondaria da utilizzare in caso di necessità qualora il Cavour non fosse disponibile.
Il gruppo motore ha due assi con eliche pentapala a passo variabile e due timoni compensati a spada, due pinne stabilizzatrici retrattili, due eliche di manovra prodiere ed un'elica di manovra poppiera intubate, che garantiscono una maggiore manovrabilità in spazi ristretti rispetto alla sola accoppiata timoni/eliche.



Il taglio della prima lamiera è avvenuto il 12 luglio 2017 nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, mentre, poco più di 7 mesi dopo, il 20 febbraio 2018, ha avuto luogo l'impostazione della chiglia sullo scalo del cantiere navale stabiese, dando il via alla costruzione della nave. Essa è stata varata, e contestualmente battezzata il 25 maggio 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cerimonia cui ha fatto da madrina la figlia.



Si prevede che nave Trieste entri in servizio nel 2022, andando a sostituire il Giuseppe Garibaldi e il San Giusto, che saranno dismessi di conseguenza.

L'unità presenta sistemi d'arma di ultima generazione.

Per quanto riguarda il comparto d'artiglieria, sono presenti:
  • 3 cannoni multiruolo Otobreda 76/62 (due a prua e uno a poppa) del tipo Super Rapido MF Davide, con munizionamento guidato e predisposizione per il nuovo munizionamento Vulcano;
  • 3 torrette mitragliere a controllo remoto OTO Melara 25/80 equipaggiate con un cannone Oerlikon KBA da 25 mm (25x137mm);
  • 2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20 per il lancio di ingannatori (esche elettroniche) subacquei ed aerei.



Il comparto missilistico comprende invece:
  • predisposizione per 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) da 8 celle (uno a prua e uno a poppa) per una capacità totale di 16 missili Aster 15/30.





Anche la sezione sensoristica potrà vantare tecnologie avanzatissime:
  • PAR SPN-720, radar di approccio di precisione, sistema volumetrico 3D capace di inseguire 300 tracce e 12 bersagli contemporaneamente, portata superiore ai 200 km;
  • Radar Kronos Power Shield (AESA in banda L), un sistema di sorveglianza multifunzione, con una portata di 1 500-2 000 km;
  • IFF SIR-M-PA, radar secondario per l'identificazione di navi ed aeromobili;
  • Radar Kronos bibanda (DBR AESA 4FF): banda C (Kronos Quad - Fitted For) e banda X (Kronos StarFire);
  • TACAN AN-553/N, per avvicinamenti di precisione ed invio di informazioni agli aerei in volo;
  • Sistema EWS "Zeus", dotato di un sottosistema di attacco elettronico estremamente potente basato su moduli GaN TRX a stato solido. La componente elettronica di scoperta (EW) è integrata con un RESM (Intercettatore di emissioni Radar), RECM (Ingannatori radar) e CESM (Intercettatore di comunicazioni radio) efficaci sia in alto mare che in acque costiere, con una sorveglianza marittima e valutazione della situazione avanzate tramite ELINT e COMINT avanzati caratteristiche, fino ad un innovativo algoritmo SEI;
  • Sistema automatico per la direzione delle operazioni di combattimento - SADOC 4.
L'unità presenta un ponte di volo di 230 × 36 m, coprendo così un'area di circa 7400 m², con 9 punti di decollo per elicotteri pesanti o per 4 caccia F-35B.




Inoltre, il ponte può ospitare, in condizioni di piena operatività, circa 14-20 aeromobili in diverse configurazioni (presumibilmente anche 4-6 F-35B a poppa e 8-10 elicotteri a prua). L'aviorimessa di 2600 m² è dimensionata per l'ingresso di massimo 14 aeromobili, anch'essi in diverse configurazioni. Sono infine presenti a poppa due elevatori 15 × 15m per un carico massimo di 42 tonnellate.




Tutte le operazioni di volo sul ponte sono controllate dall'isola di poppa.




Le capacità anfibie della nave sono molto avanzate, essendo queste la principale arma dell'unità.
Il secondo ponte, sotto l'hangar, con un'area di 2300 m², presenta infatti un bacino allagabile 55m x 15m dimensionato per l'ingresso di 4 LCM, denominati LC23, o 1 LCAC / LCAT.
Gli LCM, saranno in grado di trasportare: 1 Ariete, 5 Iveco LMV Lince, oppure 1 Centauro, 1 Freccia o 300 soldati.





Tante polemiche hanno circondato la scelta del nome della nave. In un primo momento infatti si era pensato a Thaon de Revel, un nobile ammiraglio piemontese soprannominato Duca del mare, ma si è preferito il nome “Trieste” in omaggio al centenario del vittorioso esito della Prima guerra mondiale.


Alla più grande ammiraglia navale che l’Italia abbia mai avuto dal dopoguerra si associano anche le sigle LHD, ovvero Landing Helicopter Dock, con l’identificativo ottico L 9890 e, tanto per dare l’idea della sua lunghezza da poppa sino al bulbo di prua.
E’ un’unità navale da sbarco e assalto anfibio con una superficie di 2.200 metri quadri, capace di trasportare al suo interno anche i blindati, ruotati o cingolati dell’Esercito con hidro-jet per lo sgancio in mare dalle sue aperture laterali, mentre sull’attrezzato ponte c’è un vero eliporto, ma anche lo spazio per il decollo e l’atterraggio dei tanto discussi F35-B a decollo verticale. Insomma una piattaforma in grado di interagire con molta flessibilità anche con altri aeromobili della coalizione Nato.
Sulla falsariga della britannica Queen Elizabet II, la struttura prevede due isole distinte da utilizzare indipendentemente: una novità per le operazioni aeree e navali, certamente un punto in più e non di poco conto rispetto al Garibaldi, al Cavour o alle unità LPD San Giorgio.
Sarà anche la sede sul mare del 3. Rgt di Marina San Marco “PER MARE, PER TERRAM”, ma vediamo da vicino le novità: la propulsione rispecchia lo schema CODLAG COmbined Diesel-eLectric And Gas, un sistema già utilizzato sui sommergibili, composto da due motori diesel e turbine a gas in ausilio alla trasmissione elettrica, come prevedono le moderne normative antinquinamento della marina militare. La società Leonardo ha provveduto ad allestire tutta la sofisticatissima componentistica radar, scanner e di ricetrasmissione e avanzatissimi sono i sistemi d’arma di cui dispone, come i tre cannoni Leonardo 76/62 SR, torrette mitragliatrici Oto Melara - Leonardo, e diversi lancia razzi che garantiscono in qualsiasi condizione un’immediata risposta di difesa tra le più avanzate al mondo. Sul ponte e all’interno dell’aviorimessa c’è posto per ben 32 aeromobili, mentre 4.500 metri quadri sono disponibili in un area di coperta per i mezzi ruotati e cingolati. Anche i 50 metri del bacino allagabile, largo 15 dei 47 totali della nave consentiranno una sinergia con tutte le marine della coalizione Nato che potranno ormeggiare all’interno dello scafo della “Trieste” i loro natanti. Nulla quindi da invidiare alla classe Queen Elizabeth, le portaerei della Royal Navy del Regno Unito.
Proseguono intanto i lavori di allestimento dei sistemi d’arma e delle componentistiche radar da parte di Leonardo, e la sua definitiva consegna è prevista per il 2022.

Entrando nel merito dei dettagli tecnici, la Trieste (distintivo ottico L 9890) è un’unità LHD (Landing Helicopter Dock) configurata per l’espletamento delle missioni di volo e lo sbarco anfibio, ha una lunghezza di 214 metri estendibili fino a 245 metri, un dislocamento pari a 30mila tonnellate (in condizioni di pieno carico può arrivare intorno le 33mila tonnellate) e dispone di un sistema di propulsione CODLOG (combined diesel electric or gas) in grado di sospingerla ad una velocità massima di 25 nodi.

Il Trieste rappresenta l’unità di superficie italiana più imponente che sia mai stata progettata dal secondo dopoguerra in avanti e pertanto costituisce un grande successo realizzativo per la Marina Militare e l’industria navale nazionale, ed in particolare Fincantieri che ha messo in essere il progetto.

La conduzione delle operazioni aeree è assicurata da un ponte di volo, caratterizzato da una lunghezza di 230 mt ed una larghezza di 36 mt, che permette il dispiego di elicotteri, ma anche di aeromobili V/STOL come gli F35-B, grazie all’integrazione subito dopo il varo di uno ski-jump per agevolare il decollo degli aerei stealth.

Dalla parte di prua è invece presente un bacino allagabile delle dimensioni 50x15mt, adibito all’imbarco dei mezzi anfibi d’assalto della marina italiana e delle marine NATO potendo così agire in un contesto di interoperabilità.

Per quanto concerne le capacità di trasporto, un garage di 4500m², permette di poter sistemare un considerevole quantitativo di veicoli sia gommati che cingolati, nonché ospitare una forza reggimentale da sbarco di 600 uomini, specificamente gli uomini della Brigata San Marco.

Dal punto di vista dell’impiego operativo, per mezzo del suo assetto multiruolo e delle sue capacità dual use è in grado di assolvere una molteplicità di compiti, anche in maniera simultanea, di carattere sia militare che civile, operando in contesti geografici nazionali, regionali ed internazionali.
Date le sue caratteristiche militari la sua principale missione è la proiezione di forza dal mare tramite operazioni di tipo aereo e di sbarco anfibio, ma anche operazioni di tipo logistico come il trasporto di mezzi, uomini e materiali.
Al suo interno è stata predisposta anche una struttura ospedaliera con apposite sale operatorie e stanze per la lunga degenza, che verrà integrata con personale medico imbarcato specializzato nel prestare servizi di primo soccorso ed effettuare interventi di vario genere.
Inoltre potrà prontamente intervenire nei casi di crisi umanitaria, di calamità naturali e in situazioni di emergenza svolgendo attività che rientrano nelle funzioni della protezione civile, quali la fornitura di beni di prima necessità e di medicinali, l’erogazione di energia elettrica e il soccorso medico-sanitario. Nei casi più gravi sarà anche capace di predisporre operazioni di evacuazione di civili dalla terraferma.
Una volta che la Trieste diventerà a tutti gli effetti operativa concorrerà, insieme alla portaerei Cavour e alle altre unità navali della Marina Militare, a ritrovare quella forza e quel prestigio di cui l’Italia necessita per stabilire un ruolo strategico di primo piano nel Mediterraneo.
La LHD TRIESTE è una vera e propria città militare galleggiante, in grado di ospitare più di mille uomini, ma l’aspetto interessante è la sua versatilità che la rende un vero gigante multiruolo.

(Web, Google, Wikipedia, forumfree.it,  You Tube)



Il Centauro 2.



Il Freccia

Il LINCE 2




La MM italiana sta seriamente pensando al'imbarco di un converti-plano simile al MH 22 dell'U.S.M.C.



Lo ski-jump




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