martedì 22 agosto 2023

ESERCITO ITALIANO: Roberto Vannacci (La Spezia, 20 ottobre 1968) è un generale di divisione italiano, un veterano, acerrimo nemico del “politically correct”…






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Roberto Vannacci (La Spezia, 20 ottobre 1968) è un generale di divisione italiano, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto i ruoli di comandante del 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore" e comandante del contingente italiano nella Guerra civile in Iraq.

Formazione

Vannacci frequenta il 168º Corso "Fedeltà" dell'Accademia Militare di Modena e la Scuola di applicazione di Torino. Ha tre lauree di livello magistrale: in Scienze Strategiche (conseguita presso l'Università degli Studi di Torino), in Scienze Internazionali e Diplomatiche (presso l'Università di Trieste) e in Scienze Militari (presso l'Università di Bucarest). Ha conseguito, inoltre, il Master universitario di II livello in Scienze Strategiche presso l'Università di Torino e il Master di II livello in Studi Internazionali Strategico-Militari in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano e l'Università LUISS di Roma.

Carriera militare

Passa le selezioni per accedere all'unità di incursori dell'Esercito Italiano, il 9º Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin", dove completa il corso di formazione e consegue il brevetto di incursore (corso 80/B). Con il grado di tenente assume il comando del Distaccamento incursori e partecipa alla Missione Ibis in Somalia (1992-1994), successivamente comanda una Compagnia incursori e, dal 2004 al 2006, assume il comando del Battaglione incursori.
Ha inoltre prestato servizio, nel biennio 1999-2000, come addetto alle Forze speciali presso l'Ufficio Operazioni del Comando delle forze operative terrestri e come "Chief Special Forces" presso il NATO Rapid Deployable Corps di Solbiate Olona.
Nel 2004, Vannacci viene distaccato presso il neo costituito Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali a Roma, dove ricopre tutti gli incarichi operativi e di staff, tra cui quello di capo ufficio Operazioni, sottocapo di stato maggiore operativo e vice comandante/capo di stato maggiore. In tali ruoli, oltre che promuovere e gestire tutte le operazioni speciali nazionali, Vannacci redige la prima Dottrina Interforze per la componente Operazioni speciali italiana. Sempre nello stesso anno, Vannacci ha un ruolo di comando nell'aliquota di incursori impegnati nell'evacuazione dei connazionali dalla Costa d'Avorio. Terminato l'incarico al COFS, nel 2009, viene inviato in Afghanistan come assistente militare del capo di stato maggiore della International Security Assistance Force (ISAF), il generale Marco Bertolini, primo ufficiale italiano a ricoprire tale incarico. In tale ruolo Vannacci ha occasione di collaborare anche con il comandante dell'ISAF generale Stanley A. McChrystal.
Sempre al comando di unità di Forze speciali, Vannacci ha partecipato a numerose operazioni militari. Da comandante di distaccamento operativo incursori prende parte alle operazioni in Somalia, Ruanda e Yemen. In particolare, durante la missione in Somalia, ha partecipato a operazioni speciali (denominate "Hillac") finalizzate al sequestro dei depositi di armi e alla neutralizzazione dei miliziani di Mohammed Farah Aidid, noto come signore della guerra somalo. Nel 1994 Vannacci comanda uno dei due distaccamenti incursori incaricati di evacuare i civili italiani (e non solo) dal Rwanda, sconvolto dalla guerra civile (Operazione Ippocampo).
È stato impiegato in Bosnia Erzegovina nella zona di Pale, sede del Parlamento della Republika Srpska e ancora dimora di Radovan Karadžić, in qualità di comandante di Compagnia incursori. Nel 2000, inoltre, ritorna in Bosnia, a Mostar, dove nell'ambito della Divisione Francese "Salamandre" è tra i responsabili delle operazioni psicologiche del contingente.
Da maggiore e tenente colonnello, ha condotto operazioni speciali in Iraq e in Afghanistan. Nel dettaglio, Vannacci ha comandato per due turnazioni (2005-2006) lo Special Forces Task Group in Iraq ed è stato il primo comandante della Task Force 45 in Afghanistan, schierata a Herat e Farah e con la stessa ha preso parte a numerose azioni cinetiche contro gli insorti nei distretti di Farah, Bakwa, Bala Baluk, Delaram e Shindand. Gli incursori della Task Force 45, impiegati nell'individuazione e neutralizzazione dei gruppi di miliziani ostili hanno condotto operazioni mirate, finalizzate a limitare eventuali danni collaterali.
Nel 2011, durante la Primavera Araba, Vannacci opera in Libia quale Comandante di Nucleo Avanzato del Comando Interforze delle operazioni delle Forze speciali (COFS), svolgendo attività di supporto alle autorità diplomatiche italiane. Sotto tale incarico ha organizzato e portato a termine l'evacuazione d'emergenza della sede diplomatica di Tripoli e dei cittadini italiani ancora rimasti nelle vicinanze della capitale. Tornato in Afghanistan, nel 2013, poco prima della transizione da ISAF a Resolute Support Mission (Operazione Sostegno Risoluto), Vannacci assume l'incarico di capo di stato maggiore delle Forze speciali della NATO (ISAF SOF HQ): si impegna nell'organizzazione dell'articolato Comando e nell'approvazione delle delicate operazioni che hanno visto il coinvolgimento di tutte le Forze speciali dell'Alleanza Atlantica. In riconoscimento dei risultati conseguiti, Vannacci è stato decorato dalle autorità statunitensi della Bronze Star Medal.
Dal 2011 al 2013, Vannacci comanda il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin". In seguito, dal 2014 al 2016, ha assunto l'incarico di capo ufficio relazioni internazionali presso il III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, dove ha consolidato la rete di cooperazione internazionale militare tra l'Italia e le nazioni alleate e amiche. Nel 2016, promosso generale di Brigata, Vannacci assume il comando della Brigata Paracadutisti "Folgore". Durante tale incarico, ha aggiornato tutte le procedure tecnico-tattiche-aviolancistiche della Grande unità.
Nel 2017, in Iraq, Vannacci ha assunto il comando del Contingente nazionale terrestre dell'operazione Prima Parthica nonché del Deputy Commanding General for Training della Coalizione anti ISIS nell'ambito dell'Operation Inherent Resolve. In tali ruoli è stato responsabile dell'addestramento e dell'equipaggiamento delle forze irachene impegnate nell'annichilimento militare dello stato islamico e nelle attività di contro-insurrezione e di controllo del territorio.
Successivamente, dal 2018, ha assunto l'incarico di capo di stato maggiore della Divisione "Vittorio Veneto". Nel 2019 è stato premiato dall'Unione Nazionale Veterani dello Sport (UNVS) con il premio per le Missioni di pace .
Dal gennaio 2020 ricopre l'incarico di addetto per la Difesa alla rappresentanza diplomatica italiana a Mosca, con accreditamenti in Bielorussia, Armenia e Turkmenistan. Sotto tale profilo gestisce il periodo caratterizzato dall'inasprirsi dei rapporti tra l'Italia e la Federazione Russa, a causa dell'invasione russa dell'Ucraina. Dichiarato "persona non grata" dalle autorità russe, come rappresaglia per le espulsioni decise dal Ministro degli esteri italiano a seguito delle vicende belliche tra Russia e Ucraina, conclude l'incarico nel settembre del 2022.
Il 21 giugno 2023 assume il comando dell'Istituto Geografico Militare di Firenze.
Nell'agosto 2023 pubblica il libro autoprodotto Il Mondo al Contrario che suscita numerose polemiche a causa dei suoi contenuti ritenuti da parte di alcune testate giornalistiche omofobi e sessisti, mentre altre hanno apprezzato il libro di Vannacci. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha preso le distanze dalle opinioni di Vannacci, definendole "farneticazioni personali che screditano l'Esercito, la Difesa e la Costituzione". Lo Stato Maggiore dell'Esercito in una nota comunica che la forza armata si dissocia dai contenuti espressi dall'Ufficiale nel suo libro, mai sottoposti ad autorizzazione né valutazione da parte dei vertici militari, riservandosi l'adozione di provvedimenti a tutela della propria immagine. Come conseguenza di tale affaire, Vannacci viene destituito dal comando dell'IGM il 18 agosto dello stesso anno, sostituito dal generale Massimo Panizzi e trasferito al COMFOTER, a disposizione del comandante Area territoriale, a far data dal 21 agosto.

Sulla questione dell'uranio impoverito

Vannacci è stato al centro di un acceso dibattito, denunciando l'esposizione dei militari italiani ai rischi dell'uranio impoverito e dei metalli pesanti in zona d'operazione. Sulla base di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, fra le quali la trasmissione Sono le venti di Peter Gomez, Il Fatto Quotidiano e La Notizia, durante il comando della missione Prima Parthica in Iraq (2017-2018), il generale Vannacci ha presentato due esposti alla Procura militare e alla Procura della repubblica di Roma denunciando gravi e ripetute omissioni nella tutela della salute del contingente italiano.
Sulla vicenda, il tenente colonnello incursore (Aus.) Fabio Filomeni ha pubblicato un libro dal titolo Baghdad, Ribellione di un Generale che ripercorre gli avvenimenti vissuti in prima persona durante la missione in Iraq in qualità di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del contingente.
Il generale Vannacci, nominato datore di lavoro negli ultimi mesi del suo comando in Iraq ha denunciato il pericolo di esposizione alle particelle di uranio impoverito all'interno del suo Documento di valutazione dei rischi (DVR) smentendo, de facto, i vertici del Ministero della Difesa che, per anni, hanno sostenuto l'inesistenza di tale minaccia per la salute.












“IL MONDO AL CONTRARIO” - Vannacci, un militare leale, con un curriculum di valore al servizio della Patria e dello Stato, acerrimo nemico del “politically correct” (Marcello Veneziani, LA VERITA’) 

C’è stata una novità nella rubrica “Il mostro della settimana” che puntualmente addita al pubblico disprezzo e alla gogna mediatica l’orco del momento: stavolta per il generale Roberto Vannacci è arrivata la sanzione del governo, col ministro della difesa Guido Crosetto che ha rimosso dall’incarico l’ex comandante della Folgore, mentre il suo libro epicamente e rapidamente scalava e capeggiava le classifiche. Non dirò nulla del libro che ho ricevuto, guardato qua e là ma non letto; e se un libro non lo leggi non puoi giudicarlo. Dirò invece qualche cosa sul contesto. La prima è sull’uso della parola “normale” che è stata la chiave del linciaggio mediatico e politico. Normale/Anormale non è una valutazione morale, etica ma una constatazione di fatto. Per anni, gli stessi movimenti omosessuali si appellavano ai diritti dei “diversi”, presupponendo che gli altri fossero i “normali”. Da sempre l’umanità, ma anche il regno animale, si riproduce e si perpetua con l’accoppiamento tra un maschio e una femmina; è la regola, normale e naturale e non c’è nessun sottinteso elogiativo o spregiativo nel dirlo. E’ la vita, la realtà e fa parte del senso comune; magari col tempo i numeri e i rapporti saranno invertiti. Normale/Diverso si applica poi a vari contesti: io per esempio sono un diverso perché mancino, e nonostante la cattiva fama dei sinistri che usano la mano del diavolo, non ho difficoltà a definirmi anormale, che non vuole dire abnorme, subnormale, malato, ma semplicemente diverso dalla norma. Inquietante, invece, è l’uso politico della normalizzazione applicata dai regimi totalitari e in uso presso l’Unione europea: serviva a sopprimere scelte e idee non allineate al potere dominante. Non è un caso che alla classica contrapposizione tra paese reale e paese legale, usata soprattutto in ambito nazional-conservatore, la sinistra ha opposto al paese reale “un paese normale”, cioè adeguato al suo standard ideologico e non alla realtà sociale e all’esperienza storica. Qui “normale” è un retaggio inquietante della mentalità totalitaria. Le diversità sono da riconoscere e da rispettare quando non abusano delle vite e dei diritti altrui (come è il caso di pedofili e stupratori, verso cui legittimamente il gen. Vannacci esprime la sua avversione). Un conto è criticare l’esibizionismo, la supremazia, il lobbismo gay, un altro è condannare una libera scelta privata. Due, c’è una bella differenza tra chi constata un fatto, seppur sgradevole a taluni; chi esprime un’opinione controversa, da confutare ma da rispettare, o almeno da tollerare; chi narra fatti infondati e spara giudizi cattivi che va sconfessato e spubblicato; e chi infine offende, diffama, dice il falso, che va punito, con un provvedimento penale o disciplinare. La gogna vigente, invece, funziona sin dal primo gradino e reclama punizioni e censure. Tre, Vannacci, come si è poi dimostrato dal consenso ricevuto, ha detto quel che il senso comune generale pensava e diceva fino a qualche anno fa; e che molti pensano ma non dicono nel presente, per non incorrere nella scomunica pubblica. Se lo ha detto con un linguaggio da caserma è perché lui è un soldato, usa un linguaggio diretto e non mediato culturalmente. Tre, prima di condannare e cacciare un uomo, un soldato, guardate al contesto della sua vita professionale e al suo comportamento generale. Vannacci è un militare leale, con un curriculum di valore al servizio della Patria e dello Stato, non può essere con leggerezza rimosso perché in un libro e non in un discorso ufficiale “ha dato voce ai pregiudizi” (che sono per il pensiero conservatore la base del pensare comune, lo dico al ministro di un governo di conservatori; legga Vico, Burke, persino Gadamer, fino al venerato Scruton). Infine vengo ai ministri che si adeguano al mainstream o al minestrone. Serpeggia in molti ministri e in qualche governatore di centro-destra l’ego-ansia di essere al passo della gogna mediatica, di compiacere i “pregiudizi” discesi dalla “cappa” e non dal sentire comune e dalla tradizione, e di adeguarsi ai codici imposti dalla sinistra ideologica, mediatica e giudiziaria in tema di ambiente, storia, educazione, migranti, sessi. Frasi compiacenti, inchini melliflui, mimiche fino al pianto, ora persino decisioni prone al mainstream. Ponetevi però una domanda: per quanto tempo e fino a quando, la gente che vi ha mandato al governo sarà disposta ad accettare questo vostro “astuto” conformarvi al politically correct che fino a ieri avete criticato? Sono realista, la cautela è una virtù ma non bastava già il silenzio, elegante ed eloquente, perché avrebbe detto che il governo non scende nella bagarre polemica tra pro e contro? Il silenzio avrebbe scontentato tutti, ma in parti uguali e ridotte, senza compromettere nulla. Ma vorrei osservare una cosa. Già la politica incide poco e decide poco, e la destra per restare al governo sta accettando grossi compromessi che vediamo tutti. Se cede pure sulle questioni di principio, sui temi sensibili, se si adegua ai pregiudizi altrui, cedendo sui propri o su quelli di sempre, allora chiedetevi perché la gente dovrebbe continuare a sostenervi. Ricordatevi che il ciclo del consenso si è già accorciato di suo, voi così lo accelerate, svendete il consenso ricevuto per ricevere l’assenso del mainstream, che mai avrete in pieno. Il problema è saper dosare audacia e prudenza, e capire quando è il tempo dell’una e quando dell’altra, e saper coltivare anche la terza via; che non è la furbizia di lanciare la palla in tribuna o parlar d’altro, ma saper spiazzare assumendo un punto di vista meno prevedibile e più originale. Per farlo non ci vuole astuzia tattica ma un’intelligenza politica e non solo, che è merce rara in politica e non solo… Consiglio finale gratuito alla Meloni; lasci passare la buriana, poi senza smentire il suo ministro, reintegri Vannacci nel suo incarico dicendo che per un militare il fare conta più del dire, e la dimostrazione di lealtà alla patria e alle istituzioni vale più di una dissertazione su temi che esulano dalla sua competenza. Non è il massimo ma sarebbe almeno un decoroso paracadute… (La Verità – 20 agosto 2023).

Onorificenze italiane:
  • Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — 2 giugno 2019
  • Medaglia mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare
  • Medaglia al merito di lungo comando nell'esercito (20 anni)
  • Medaglia d'Oro al merito di lunga attività di paracadutismo militare
  • Croce d'oro con stelletta per ufficiali e sottufficiali con 40 anni di servizio.
  • Croce commemorativa delle operazioni di pace
  • Croce commemorativa per l'attività di soccorso in Iraq
  • Medaglia NATO per il servizio in Afghanistan
  • Medaglia NATO per il servizio nella ex Jugloslavia
  • Medaglia commemorativa della Nazioni Unite per la Somalia
  • Decorazione d'onore interforze dello Stato Maggiore della Difesa.

Onorificenze straniere:
  • Bronze Star Medal (Stati Uniti d'America) - «Per il servizio eccezionalmente meritevole a sostegno dell'operazione Enduring Freedom. L'eccezionale dedizione al dovere del colonnello Vannacci durante le operazioni di combattimento in Afghanistan ha contribuito allo schiacciante successo della missione. Le sue azioni sono in linea con le migliori tradizioni del servizio militare e conferiscono onore a lui, all'International Security Assistence Force-Special Operations Force-Afghanistan, al NATO Special Operations Component Command-Afghanistan/Special Operations Joint Task Force-Afghanistan e all'Esercito italiano.» — 25 agosto 2014.
  • Legion of Merit (Stati Uniti d'America) - «La prestigiosa onorificenza statunitense è stata tributata in riconoscimento dei risultati di assoluto pregio raggiunti e per il merito eccezionale dimostrato nell'ambito della Coalizione anti-ISIS nella quale, per dodici mesi e durante le fasi più cruente della lotta a Daesh, il Generale Vannacci ha svolto l'incarico di Deputy Commanding General e Director of Training, un ruolo cruciale per la sconfitta di ISIS e per la stabilizzazione dell’Iraq.» — 21 agosto 2018.
  • Medaglia d'Onore dello Stato Maggiore della Romania.
  • Foreign Service Medal - «La Repubblica Ceca concede al Comandante del contingente italiano in Iraq, Generale di Brigata Roberto Vannacci, la "Foreign Service Medal”.» — 21 giugno 2018.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, LaVerità, Marcello veneziani, You Tube)























 

lunedì 21 agosto 2023

US ARMY: Il nuovo fucile SIG SAUER M7 e la mitragliatrice M250 sono progettati per dare ai soldati statunitensi la superiorità in combattimento.







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Quando i soldati metteranno finalmente le mani sul nuovo fucile dell’US ARMY, sarà noto come M7.
Dopo più di cinque anni di lavoro, la Next Generation Squad Weapon sostituirà il fucile M4 che tutti i soldati portano sui campi di battaglia di tutto il mondo.
Funzionari dell’esercito statunitense hanno precisato durante una conferenza stampa che la SIG SAUER avrebbe iniziato la produzione della nuova arma di squadra e che circa 40 fucili di serie verranno consegnati entro la fine dell’anno in corso.
Originariamente denominato M5, l’US ARMY ha cambiato rotta dopo aver appreso che la Colt Industries produce da tempo una carabina da 5,56 mm noto come M5 (da un comunicato stampa del programma Project Manager Soldier Lethality dell'esercito situato presso Picatinny Arsenal, NJ).
L'M7 dell’esercito statunitense utilizza munizioni da 6,8 mm, utilizzate anche nel nuovo mitragliatore di squadra del servizio: l'M250. Quell'arma sostituirà l'arma automatica in dotazione da tempo alla squadra M249.
Entrambe le nuove armi ora hanno una designazione "X" prima dei loro nomi, che viene assegnata a un oggetto prima che sia stato completamente testato e autorizzato per la produzione, secondo gli standard dell'esercito. Una volta che l’US ARMY determina che i fucili sono pronti per essere prodotti e messi in campo, la X verrà rilasciata.
E’ la prima volta da più di 65 anni che l’esercito statunitense non variava il calibro delle munizioni 5.56 NATO. “Le nuove munizioni forniranno maggiori capacità”, lo ha ribadito il Brig. generale William Boruff, ufficiale esecutivo del programma congiunto per gli armamenti e le munizioni.
Nel complesso, l'esercito ha affermato che le nuove armi offrono miglioramenti delle capacità in termini di precisione, portata e letalità complessiva. Sono leggeri, mitigano il rinculo, forniscono prestazioni della canna migliorate e includono il suono della volata integrato e la riduzione del flash.
Ron Cohen ricorda di aver portato in giro una mitragliatrice M240 mentre prestava servizio come giovane fante con le forze di difesa israeliane. Trasportare l'arma da 26 libbre era uno sforzo, ma ricorda qualcos'altro in modo più vivido: "La cosa più spaventosa che ti può capitare come soldato è quando spari a un nemico e dopo aver sparato non è morto”.
Quel singolo pensiero spaventoso riassume il motivo per cui l’US ARMY sta apportando il più grande cambiamento nell'equipaggiamento dei soldati dalla guerra del Vietnam. Il servizio sta introducendo contemporaneamente un nuovo fucile individuale, una nuova mitragliatrice di squadra e un nuovo calibro per entrambe le armi ; il fucile si chiamerà M7 e la mitragliatrice M250. La SIG Sauer, con sede nel New Hampshire, ha progettato le armi, che sono attualmente in produzione, e Cohen è l'amministratore delegato dell'azienda.
In un mondo di caccia avanzati come l'F-35, nuove mega-portaerei come la USS Ford, droni senza equipaggio controllati dall'IA e carri armati robotici in arrivo, le armi da fuoco della fanteria sono quasi sempre un ripensamento. Ma non esiste un sistema di armi più personale dell’arma in dotazione a un soldato dell'esercito. Mettiti nei suoi panni e immagina di mantenerlo, portarlo, dormire con lui e combattere.
L'ex ranger dell'esercito, Jason St. John, può farlo. Oggi è il direttore dei prodotti strategici di SIG Sauer. Ha servito come cecchino e si è paracadutato in Afghanistan il 18 ottobre 2001 nel primo assalto aereo contro al-Qaeda dopo gli attacchi dell'11 settembre. Ha effettuato sei schieramenti in Afghanistan durante la sua carriera e ricorda con chiarezza la sua prima arma, un fucile da cecchino M24. "Venticinque anni dopo, riesco ancora a immaginare il numero di serie sul lato della canna: C6225203”. “Ricordo di essermi allenato con quell’arma. Era "luci spente". Mi ha fatto fare bella figura.
Almeno due generazioni di soldati hanno sentimenti simili riguardo all'M4 e all'M249, il fucile e la mitragliatrice che l'M7 e l'M250 sostituiranno. A partire dal 2024, questi ultimi saranno gradualmente introdotti nelle forze di combattimento ravvicinato dell’esercito statunitense: i 120.000 soldati che effettivamente si avvicinano e combattono con il nemico, in contrasto con la forza più ampia di circa 465.000. Le nuove armi saranno dotate di mirini ottici e termici aggiornati, ma, cosa più significativa, spareranno munizioni da 6,8 millimetri più incisive e a lungo raggio rispetto alle munizioni da 5,56 millimetri sparate dall'M4/M249.
L'esercito ha stabilito che i proiettili più pesanti sono necessari in uno studio del 2017, che ha scoperto che la nuova armatura russa e cinese ampiamente prodotta e venduta è efficace nel fermare proiettili da 5,56 millimetri a distanze medio-lunghe (300-500 iarde). Lo stesso anno, il generale Mark Milley, allora capo di stato maggiore dell'esercito, disse al Congresso che un giubbotto antiproiettile economico del valore di $ 250 poteva fermare i proiettili da 5,56 millimetri sparati dall'M4 e dall'M249. Da allora tale giubbotto antiproiettile si è diffuso in tutto il mondo, recentemente utilizzato in luoghi come l'Ucraina.
La prospettiva di colpire un nemico con proiettili da 5,56 millimetri da un M4 o M249 senza fermarlo ha portato l’US ARMY a lanciare il suo programma Next Generation Squad Weapon (NGSW) nel 2018. Lo scorso aprile, l'esercito ha scelto la SIG Sauer per fornire il nuovo M7 Squad Weapon e M250 Squad Automatic Weapon (SAW), oltre a nuovi bossoli innovativi per le munizioni da 6,8 millimetri che spareranno.
Il complesso della SIG Sauer Academy di Epping, nel New Hampshire, si estende su 140 acri e comprende poligoni di tiro interni ed esterni, oltre ad aree di addestramento tattico che simulano ambienti urbani e di altro tipo.
Disposte su due tavoli vengono posizionate le armi da fuoco più pesanti: gli ingegneri SIG avevano creato una selezione per il confronto, tra cui M4 e M249, M7 e M250, nonché la classica mitragliatrice M240 da 7,62 millimetri e la pistola militare MHS di SIG Sauer.
Raccogliendo ogni arma per valutarne il peso, si nota subito la differenza di peso tra M4 e M7: il primo pesa circa 6,4 libbre vuoto; secondo l'esercito, l'M7 punta la bilancia a 10,07 libbre con il suo soppressore (che sopprime il rumore) in posizione. C'è meno differenza di peso senza il soppressore, ma l'M7 verrà generalmente utilizzato con esso per aiutare la comunicazione verbale tra i membri della squadra in un combattimento.
Tenevo in mano ogni carabina, manipolando e spostando il mio peso, viene in mente il fatto che i soldati portano le loro armi: sparano solo per una piccola parte della loro carriera. Un mantra spesso ripetuto nell'esercito americano: "once equivalgono a libbre e libbre equivalgono a dolore". La differenza di circa tre libbre tra le due armi sarà evidente nelle lunghe giornate e nelle marce su lunghe distanze.
Sparando prima con l'M4, sia in modalità semiautomatica che completamente automatica, sembra solido, ma comunque leggero e facile da maneggiare. C'è un rinculo pronunciato,; tenere premuto il grilletto su di un automatico completo per la prima volta e far volare proiettili da 5,56 millimetri è adrenalina pura. Ma l'M4 non viene mai sentito come veramente minaccioso. Si può correre e sparare con esso, o lasciarsi cadere e mirare rapidamente.
L'M7, nel frattempo, sembra una minaccia. Portandolo in posizione di tiro, si nota il peso aggiuntivo, in particolare il peso della canna con il soppressore all'estremità. È necessario molto più lavoro far scorrere l’arma attraverso un campo di movimento. Il grilletto sembra più fluido, più consistente. Ci si rendo subito conto che i proiettili più pesanti escono dalla canna a una velocità maggiore, tuttavia il rinculo e il contraccolpo sono inferiori rispetto all'M4. Non si mira davvero a uno schema stretto di proiettili sul bersaglio, ma l'M7 suggerisce che è possibile posizionare bene il fuoco a distanze significative con la pratica.
La sensazione di potenza è evidente nel tuo petto e visibile mentre ti pieghi maggiormente in avanti nella posizione di tiro. Ore dopo, ci si rende conto di non far caso al peso quando si spara e nemmeno i soldati lo faranno durante uno scontro a fuoco. 

Quindi, arriva il momento di sparare con le mitragliatrici.

L'esperienza del peso qui è l'opposto. A 15,39 libbre, l'M250 è più facile da tenere rispetto all'M249 da 17 libbre. Normalmente  non si spara con nessuna delle due armi in piedi, in stile Rambo, ma sembra fattibile con l'M250. Sparando a raffiche da cinque a sette colpi da una posizione prona come farebbe un soldato, si percepisce la scorrevolezza del 250 nonostante il suo peso più leggero. Il contraccolpo del 249 fa tremare la tua vista, mentre puoi concentrarti e i colpi più grandi fuoriescono dal nuovo SAW a oltre 3.000 piedi al secondo. Entrambe sono armi a gas a pistone a corsa breve, ma M250 disperde meglio i gas, portando a un minore affaticamento degli occhi. Tenendo premuto il grilletto, il 6,8 millimetri vola a circa 800 colpi al minuto.
La mitragliatrice M240 è una vera esperienza "Shock and Awe": una pesante Cadillac di una mitragliatrice con così tanto pugno che senti di poter sfidare chiunque. Si può davvero sentire che l'M250 può sparare più lontano con più potenza e senza il peso che consuma energia dell'M240.
La nuova carabina e la SAW hanno potenza e raffinatezza innegabili, ma il loro peso è preoccupante. Sono 5'10” e circa 160 sterline. Le soldatesse presteranno più attenzione. I pochi video online di donne che sparano con l'M7 o l'MCX-Spear da cui deriva mostrano posizioni di fuoco molto avanzate che sembrano imbarazzanti. L’US ARMY e la SIG Sauer affermano che soldati e soldatesse hanno azionato e manipolato con successo le carabine durante le valutazioni, ma l’impressione è che le donne lo troveranno abbastanza impegnativo.

Ma l’esercito statunitense ha altre sfide in mente.

Il desiderio dell’US ARMY di schierare armi da fuoco nuove e più potenti non è solo una funzione del suo desiderio di superare i migliori dispositivi di protezione individuale che ora hanno gli avversari degli Stati Uniti. È anche una reazione alle nuove armi che gli avversari stanno mettendo in campo.
La Cina ha iniziato a emettere i propri nuovi fucili e mitragliatrici. Nel 2021, ha presentato pubblicamente il suo nuovo QBZ-191, un fucile d'assalto in stile occidentale simile nel profilo alla piattaforma americana AR-15/M16. Con una portata massima effettiva segnalata di circa 300 iarde, il QBZ-191 non può eguagliare la portata di 550 iarde dell'M4, ma spara un proiettile leggermente più pesante di 5,8 millimetri, che presumibilmente racchiude più colpi perforanti dell'M4 rispetto ai 5,56 dell'M4. Anche la nuova mitragliatrice cinese QJS-161 spara proiettili da 5,8 millimetri, sebbene la sua portata sia probabilmente inferiore a quella dichiarata di 765 iarde dell'M249.
La portata e l'energia sono diventate metriche importanti per gli eserciti globali mentre cercano di proteggere i propri soldati a distanze maggiori e di superare le nuove armature. Quest'ultima enfasi riflette un'evoluzione di nove decadi delle armi di fanteria americane, che hanno alternativamente privilegiato la potenza di fuoco o caricatori più leggeri e più grandi. I fucili M1 Garand e M14 da 7,62 millimetri relativamente pesanti (più di nove libbre) utilizzati dai soldati durante la seconda guerra mondiale, in Italia e in Vietnam hanno lasciato il posto all'M16 post-Vietnam da 5,56 millimetri più leggero (6,3 libbre) e all'M4 di oggi. Le nuove piattaforme M7/M250 riportano l'attenzione sul pugno balistico a scapito di un peso maggiore.
Ma il cambiamento è necessario, dice l'esercito. Jason St. John è d’accordo: "Abbiamo sempre considerato le munizioni da 5,56 millimetri come non un proiettile da combattimento super efficace, almeno nella mia carriera militare... non è abbastanza letale, non ha abbastanza energia a determinate distanze”.
L'M4 e l'M249 si adattano alla dottrina dell'esercito durante gran parte della Guerra Globale al Terrore, quando ingaggiare nemici irregolari a distanza ravvicinata era la regola. In tali situazioni, il volume di fuoco fornito dalle armi di calibro più leggero contava più della loro potenza di fuoco. Ma un rapporto dell'esercito sulle prestazioni delle truppe statunitensi nel combattimento di terra nell'ultimo periodo del conflitto in Afghanistan ha rilevato che lo scontro a fuoco medio era ben oltre i 332 metri. St. John sostiene che in una nuova era di avversari alla pari con mirini a lungo raggio, nuove tattiche e tecnologia di fanteria, il volume non è più il re.
“Non servono tanti colpi per essere letali con qualcosa di più potente”, osserva. "Vedi la necessità per i soldati statunitensi di trovarsi in una posizione vantaggiosa di stallo e penso che il proiettile da 6,8 millimetri e le pistole lo forniscano”.
Tecnicamente, l'M4 e il nuovo M7 sono carabine, a canna più corta rispetto ai tradizionali fucili completi. Le canne dei fucili più corte generalmente equivalgono a una portata inferiore, ma l'M7 contrasta questa generalizzazione. Apparentemente lo fa con un tale margine che la sua portata e il suo potere d'urto sono classificati. I resoconti dei media hanno messo la portata effettiva della nuova carabina ovunque tra 1.000 e 1.200 iarde. Ci sono poche informazioni pubbliche sulla portata dell'M250, ma si ritiene che sia altrettanto buona o migliore della portata di 1.860 iarde della mitragliatrice MG 338 più pesante di SIG Sauer.

In che modo le nuove armi raddoppiano praticamente la gittata e la potenza dei loro predecessori? 

La risposta sta in una combinazione delle alte pressioni che le loro munizioni possono creare e che le loro armi da fuoco possono tollerare.
Pressioni più elevate della camera di sparo in genere consentono ai proiettili di lasciare canne di fucili o mitragliatrici a velocità più elevate, con conseguente maggiore precisione. Mentre l'M4 ha una pressione media della camera di sparo di circa 52.000 psi, l'M7 spara i suoi colpi più grandi con circa 80.000 psi. Realizzare un’arma in grado di produrre pressioni della camera più elevate non è semplice, ma è stato fatto attraverso la riprogettazione e nuovi materiali. L'M7, ad esempio, si basa su una versione ingrandita della piattaforma MCX disponibile in commercio di SIG, rilasciata nel 2015. La pressione della camera di scoppio dell'MCX è simile a quella dell'M4.
La cosa più difficile è produrre munizioni in grado di resistere a pressioni più elevate. Storicamente, i produttori di armi hanno aumentato le dimensioni delle cartucce di munizioni per far fronte all'aumento della pressione, rendendo le canne dei fucili più lunghe e le loro armi più grandi e pesanti nel processo. Ma SIG Sauer ha sviluppato una cartuccia ibrida in ottone/lega più sottile e leggera da abbinare a proiettili da 6,8 millimetri, riducendo il peso complessivo del 30%. Può resistere a pressioni della camera più elevate senza dover aumentare di dimensioni, consentendo così alle armi di rimanere più piccole aumentando al contempo le loro prestazioni.
SIG Sauer sta producendo il primo lotto di munizioni per l'M7/M250, mentre l'esercito costruisce un nuovo impianto per produrlo presso lo stabilimento di munizioni dell'esercito di Lake City a Independence, Missouri. Con la nuova fabbrica che non aprirà fino al 2026, gli M7 e gli M250 non saranno prodotti a un ritmo elevato fino a quando non inizierà la produzione completa di munizioni. L’esercito statunitense è attualmente in fase di qualificazione della produzione testando le armi presso l'Aberdeen Proving Ground nel Maryland, verificando che "operino in modo affidabile in tutte le condizioni e ambienti di combattimento".
Ciò significa che relativamente poche unità di combattimento ravvicinato passeranno alle nuove armi di squadra nei prossimi anni e pochi soldati avranno la possibilità di far fuoco con loro. 







SIG SAUER M-7 ASSAULT RIFLE

L' XM7, precedentemente noto come XM5, è la variante dell'esercito americano del SIG MCX Spear, un fucile d'assalto 6,8 × 51 mm ( 0,277 pollici), alimentato a gas, alimentato da caricatore progettato da SIG Sauer per il programma Next Generation Squad Weapon nel 2022 per sostituire la carabina M4. 


L'XM7 è dotato di un paramano M-LOK rinforzato flottante per il fissaggio diretto degli accessori sui punti di montaggio dello "spazio negativo" (fessura cava).
Nel gennaio 2019, l’US ARMY ha avviato il programma Next Generation Squad Weapon per trovare sostituti per la carabina M4 e la mitragliatrice leggera M249. A settembre 2019, SIG Sauer ha presentato i suoi progetti.  La SIG Sauer MCX-SPEAR è camerata in una cartuccia SIG Fury da 6,8×51 mm (0,277 pollici) in risposta alle preoccupazioni secondo cui i miglioramenti nell'armatura diminuirebbero l'efficacia delle munizioni attualmente utilizzate come la NATO 5,56×45 mm (usata nel M4 e M249) e 7,62 × 51 mm NATO. Si descrive questa come una "cartuccia di calibro intermedio da 6,8 mm”. La balistica del .277 Fury indica che si tratta probabilmente di una cartuccia completamente potenziata poiché ha una pressione della camera, una velocità e un'energia più elevate sul bersaglio rispetto al 7,62 × 51 mm NATO. 
Il 19 aprile 2022, l’esercito statunitense ha assegnato un contratto di 10 anni a SIG Sauer per la produzione del fucile XM7, insieme alla mitragliatrice leggera XM250, per sostituire rispettivamente l'M4 e l'M249. Originariamente il fucile era designato XM5, poiché i nomi venivano scelti come i numeri successivi in sequenza alle armi che sostituiranno, ma nel gennaio 2023 l'esercito annunciò che stava cambiando il nome del fucile da XM5 a XM7 per evitare un conflitto di marchio con la carabina M5 di Colt. 
Il primo lotto di 25 XM7 dovrebbe essere consegnato alla fine del 2023. L'esercito prevede di procurarsi un totale di 107.000 fucili per le forze di combattimento ravvicinato tra cui fanteria, esploratori di cavalleria, ingegneri di combattimento, osservatori avanzati e medici di combattimento; inizialmente non ci sono piani per consegnare le armi a soldati non da combattimento ravvicinato. Il contratto ha la capacità di costruire armi aggiuntive qualora il Corpo dei Marines degli Stati Uniti e il Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti decidessero di essere inclusi. 
L'XM7 pesa 8,38 libbre (3,80 kg) o 9,84 libbre (4,46 kg) con un soppressore. Utilizza un caricatore modello SR-25 che contiene 20 colpi in un caricatore a scatola ed è disponibile anche un caricatore a scatola da 25 colpi opzionale. Il carico di munizioni da combattimento proposto per ogni soldato sarà di 140 colpi totali, distribuiti su sette caricatori da 20 colpi, per un peso totale di 9,8 libbre (4,4 kg). Rispetto all'M4A1 del peso di 6,34 libbre (2,88 kg) non soppresso con un carico di combattimento di base di 210 colpi in sette caricatori da 30 colpi in totale del peso di 7,4 libbre (3,4 kg), l'XM7 pesa circa 2 libbre (0,91 kg) in più e ogni soldato trasporta un carico più pesante di circa 4 libbre (1,8 kg) con 70 colpi in meno. 
I test operativi del fucile XM7, del fucile automatico XM250 e dell'unità agnostica della piattaforma ottica di controllo del fuoco XM157 e delle armi della squadra di munizioni da 6,8 × 51 mm inizieranno nel 2024 e non garantiscono un effettivo problema futuro diffuso. 







SIG SAUER M-250 MACHINE GUN

L'XM250 è la designazione militare statunitense per la SIG LMG 6.8, una mitragliatrice leggera da 6,8 × 51 mm, azionata a gas, alimentata a cinghia, progettata da SIG Sauer per il programma di armi di squadra di nuova generazione dell’US ARMY nel 2022 per sostituire l'M249 mitragliatrice leggera. L'XM250 è dotato di un paramano M-LOK rinforzato flottante per il fissaggio diretto degli accessori sui punti di montaggio dello "spazio negativo" (fessura cava).


Nel gennaio 2019, l'esercito degli Stati Uniti ha avviato il programma Next Generation Squad Weapon per trovare sostituti per la carabina M4 e la mitragliatrice leggera M249. A settembre 2019, SIG Sauer ha presentato i propri progetti.  I fucili XM250 e XM7 sono stati progettati per sparare con la cartuccia SIG Fury da 6,8 × 51 mm in risposta alle preoccupazioni secondo cui i miglioramenti nell'armatura avrebbero ridotto l'efficacia dei comuni proiettili da campo di battaglia come il NATO da 5,56 × 45 mm (utilizzato nell'M4 e M249) e 7,62 × 51 mm NATO. 
Il 19 aprile 2022, l'esercito degli Stati Uniti ha assegnato un contratto di 10 anni a SIG Sauer per produrre l'XM250, insieme al fucile XM7, per sostituire rispettivamente l'M249 e l'M4; i nomi sono stati scelti come i numeri successivi in sequenza alle armi che sostituiranno (il fucile era originariamente designato XM5, ma è stato successivamente cambiato in XM7). Il primo lotto di venticinque XM7 e quindici XM250 dovrebbe essere consegnato alla fine del 2023. In totale, l'esercito prevede di procurarsi un totale di 107.000 XM7 e 13.000 XM250 per le forze di combattimento ravvicinato. Il contratto ha la capacità di costruire armi aggiuntive qualora il Corpo dei Marines degli Stati Uniti e il Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti decidessero di essere inclusi. 
L'XM250 pesa 13 libbre (5,9 kg) o 14,5 libbre (6,6 kg) con un soppressore e ha un carico di combattimento di base di 400 colpi in quattro buste da 100 colpi del peso di 27,1 libbre (12,3 kg). Rispetto all'M249 del peso di 19,2 libbre (8,7 kg) non soppresso con un carico di combattimento di base di 600 colpi in tre buste da 200 colpi del peso di 20,8 libbre (9,4 kg), l'XM250 pesa circa 4 libbre (1,8 kg) in meno e un artigliere trasporta circa un carico più pesante di 1 libbra (0,45 kg) con 200 colpi in meno. La canna dell'XM250 non è considerata una canna a cambio rapido e il calcio è pieghevole ma non pieghevole. 


L'XM250, l'XM7, l'unità agnostica della piattaforma Fire Control Optic Vortex Optics XM157 e le munizioni 6,8 × 51 mm dovrebbero essere consegnate alla prima unità dell’US ARMY per i test operativi entro ottobre 2023. I test operativi non garantiscono un'effettiva diffusione questione futura. 



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Stripes, PopularMechanics, Wikipedia, You Tube)