domenica 20 settembre 2020

Il comandante Angelo Belloni, una figura fondamentale per lo sviluppo tecnologico dei mezzi in dotazione alla Xª Flottiglia MAS ed al Com.Sub.In.


Il comandante Angelo Belloni (Pavia, 4 marzo 1882 – Genova, 9 marzo 1957) è stato un sommergibilista, direttore dei corsi della Scuola Sommozzatori e consulente tecnico al servizio della Regia Marina.

Acceso interventista durante la prima guerra mondiale, la sua passione e gli studi nel campo della subacquea e dei sottomarini fecero sì che la sua figura divenne fondamentale per lo sviluppo tecnologico dei mezzi in dotazione alla Xª Flottiglia MAS.
Frequenta le scuole elementari a Pavia e gli studi superiori al Liceo Beccaria di Milano, quindi, attratto dal mare nel 1899 presenta domanda d’ammissione all’Accademia Navale di Livorno, ma viene scartato alla visita medica per deficienza toracica; torna a Pavia e si iscrive all’Università (matematica) ed alla società Canottieri, mettendosi a remare sul Ticino d’estate e d’inverno. In un anno la circonferenza del suo torace aumenta di 14 centimetri e così, ripresentatosi a Livorno nel 1900, viene ammesso a frequentare l’Accademia. 
Conclusi gli studi, ottenne il primo imbarco come guardiamarina sull’incrociatore Marco Polo che subito dopo partì per l’Estremo Oriente; il giovane Belloni visita Cina, Corea e Giappone, tornando in Italia nell’autunno del 1905. Nel 1911, a causa di una grave forma di otite, viene posto in congedo a solo 29 anni. Venne assunto dalla Fiat-San Giorgio con l’incarico dei collaudi e della consegna dei sommergibili che il cantiere del Muggiano costruiva per le forze navali straniere.
Il 4 ottobre 1914 compì un vero e proprio atto di pirateria impossessandosi – assieme ad una quindicina di marinai convinti di partecipare ad una missione segreta – di un sommergibile costiero costruito nei cantieri navali del Muggiano e destinato alla Marina russa (sigla di costruzione, F-43 Svyatoi Georgjy, poi iscritta nel naviglio militare con il nome di Argonauta). L’idea di Belloni era quella di attaccare unità della imperial regia marina da guerra austro-ungarica costringendo così l’Italia ad entrare in guerra. Il tentativo fallì, anche perché Belloni si recò prima in Corsica per rifornirsi di siluri e cercare l’appoggio della Marina francese, che, sentite le autorità italiane, bloccò il battello ad Ajaccio. Il Belloni fu processato con l’accusa di “furto di sommergibile” e altre dodici imputazioni. L’entrata in guerra dell’Italia e le sue indubbie capacità convinsero i giudici del tribunale militare ad assolverlo con formula piena. All’entrata in guerra dell’Italia, gli alti gradi della Marina dimenticarono i suoi difetti d’udito e lo richiamarono in servizio con il grado di sottotenente di vascello.
Divenne ben presto sostenitore dell’arma sottomarina, tanto da essere destinato alla nuova specialità, gli fu affidato il comando del sommergibile tascabile A-1. Partecipò a ben 112 missioni, quindi, dal 1918 al 1925 partecipò prima a missioni di guerra in zone non smobilitate, rimanendo poi nell’Alto Adriatico per lunghi periodi di lavoro o prestando servizio nelle sedi di Venezia e Pola. Il 1° ottobre 1925 entrò a far parte della Divisione Sommergibili, partecipando alle normali attività addestrative e alle gare di lancio e attacco. Cessò la sua attività il 23 marzo 1928.
Il Belloni è ricordato anche per aver dato vita al corpo degli incursori subacquei. Il 27 novembre 1917, mentre stava tornando alla base dopo una missione, il sommergibile Galileo Ferraris si incagliò un paio di miglia a settentrione della foce del Po di Gnocca. Una volta trainato a La Spezia, valutati i danni, si decise di procedere al disarmo del mezzo. Belloni, tuttavia, riuscì a convincere i vertici della Marina ad utilizzare il sommergibile come mezzo “avvicinatore” degli incursori. Così nel febbraio 1919 il Ferraris, al comando di Belloni, iniziò una serie di prove nelle acque comprese tra La Spezia e Palmaria.
La Regia Marina radiò il sommergibile il 15 dicembre 1919 e nel 1920 il Belloni acquistò per centomila lire dell’epoca il Galileo Ferraris, che fu classificato “sommergibile da commercio”. Con il Ferraris, Belloni ottenne dalla Regia Marina in affitto, con facoltà di acquisto, anche due vedette, il Cerboli, da 280 tonnellate e il Fortunale da 340, immatricolate come piro pescherecci. Entrambe queste unità avrebbero dovuto svolgere il ruolo di unità d’appoggio: la sua intenzione prevedeva che il Ferraris si appoggiasse sul fondo, consentendo ad alcuni membri dell’equipaggio, con indosso una sorta di guaina di tessuto gommato impermeabile, dotata di cappuccio con oculari (“vestito Belloni”) di uscire dallo scafo tramite un compartimento stagno e, camminando sul fondo, identificare i banchi perliferi. Ma l’ostilità dei pescatori, la scarsità dei banchi e la cattiva qualità delle perle, convinsero Belloni ad abbandonare il progetto.
Decise quindi di impiegare il Ferraris nel recupero dei relitti e a tale scopo ottenne in prestito dalla Regia Marina un pontone e due vedette. Ma anche questa iniziativa non sortì grande successo: alla metà del 1921 il sommergibile venne parzialmente demolito per far fronte alle spese.
Con notevole ritardo, le idee di Belloni propagandate fin dal 1914 in convegni e scritti, si fecero largo. Numerose le sue invenzioni, poi brevettate:
  • la “vasca” per le uscite di salvataggio dai sommergibili, 
  • il salvagente a cappuccio, 
  • il cappuccio a respiratore subacqueo, 
  • migliorie ai boccaporti di accesso ai sommergibili, 
  • la segnalazione ottica a distanza tra le navi.

Nel 1940, nonostante avesse ormai 58 anni, la Regia Marina lo richiamò in servizio affidandogli la direzione della scuola per l’addestramento degli operatori subacquei. 

Insieme al maggiore del genio navale Teseo Tesei (1909-1941), gettò le basi della X Flottiglia Mas. 

Senza Belloni, le sue invenzioni e la sua insistenza nell’allestire la scuola sommozzatori, le coraggiose imprese compiute dagli operatori della X Mas, non sarebbero state possibili. L’idea originale di Belloni di impiegare dei guastatori subacquei che, fuoriuscendo da un sommergibile, potessero camminare sul fondo trasportando sulle spalle una carica esplosiva da collocare poi sotto le carene delle navi nemiche era stata, infatti, modificata, prevedendo di utilizzare nuotatori subacquei che, sempre uscendo da un sommergibile immerso o da appositi vani ricavati nella carena di una nave riuscissero ad avvicinarsi agli obiettivi e ad agganciare dei bauletti esplosivi alle alette antirollio delle navi nemiche. L’attacco alle navi inglesi prevedeva l’utilizzo dei siluri SLC (conosciuti come “maiali”) che venivano modificati per utilizzarli come moto subacquee.
Con il progressivo e costante perfezionamento dei mezzi, si giunse ad eclatanti successi come quello della Baia di Suda (25-26 marzo 1941, a cui partecipò un altro pavese Angelo Cabrini) e all’impresa di Alessandria d’Egitto del 19 dicembre 1941, che privò per un lungo periodo la Royal Navy delle sue navi da battaglia nel Mediterraneo. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 la X Flottiglia Mas, sotto il comando di Junio Valerio Borghese (1906-1974), rimase in gran parte bloccata a La Spezia, dove si riorganizzò in corpo franco, poi entrato nella Marina Nazionale Repubblicana.
A lui si deve l'invenzione dell'efficiente muta subacquea (il cosiddetto vestito Belloni) utilizzata dagli incursori della Xª Flottiglia MAS durante (e dopo) la Seconda Guerra Mondiale. 

Aderì alla Repubblica Sociale Italiana arruolandosi volontario nella ricostituita Xª Flottiglia MAS comandata dal principe Junio Valerio Borghese.

Gli elementi rimasti al sud, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di prigionia alleati, riorganizzarono l’unità con il nuovo nome di “Mariassalto”, di base a Taranto e comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza (1900-1975). Questa unità partecipò ad azioni al fianco delle unità alleate, come quella effettuata nella notte del 21 giugno 1944 nel porto di La Spezia che portò all’affondamento dell’incrociatore pesante Bolzano, ultimo superstite della sua classe, e all’ulteriore danneggiamento dell’incrociatore Gorizia, già in riparazione per i danni subiti in un bombardamento.
In questo gruppo era inquadrato anche il reparto NP (Nuotatori Paracadutisti) del reggimento San Marco, che effettuò numerose operazioni d’infiltrazione dietro le linee nemiche, sbarcando da MAS italiani o da sommergibili. I Nuotatori Paracadutisti furono il primo reparto alleato ad entrare in Venezia il 30 aprile 1945. 

Nel 1954 il gruppo fu ricostituito con il nome di Comsubin (Comando Subacqueo Incursori), con base al Varignano di La Spezia).

Il comendante Belloni, nel dopoguerra, collaborò con gli alleati allo sminamento di alcuni porti italiani, fino al momento in cui fu congedato dalla Marina con il grado di capitano di corvetta. Collaborò quindi con la Pirelli, che aveva rilevato i suoi principali brevetti, e grazie ai diritti d’invenzione poté vivere dignitosamente e rivolgere le sue attenzioni, con oltre mezzo secolo d’anticipo, alle fonti di energia legate al mare e al sole, progettando:
  • una centrale ondo-idroelettrica, 
  • una centrale turboelettrica sottomarina, 
  • un distillatore d’acqua marina azionato dal sole. 
Finita la guerra Angelo Belloni si ritirò con il grado di capitano di corvetta per trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel castello Frugone a Cavi di Lavagna, fino al momento della sua morte avvenuta a Genova il 9 marzo 1957 per investimento da parte di un tram: Belloni, assorto nei suoi pensieri e reso quasi sordo dagli esperimenti subacquei in cui spesso aveva fatto da cavia per non mettere a repentaglio la vita di altri, non si accorse del sopraggiungere del mezzo che, a sua volta, non poté evitarlo.
Un tragico destino volle che morisse a Genova, travolto da un tram mentre si dirigeva a un convegno di sommozzatori.

ENGLISH

The commander Angelo Belloni, a fundamental figure in the technological development of the vehicles equipped with the Xth MAS Flotilla and Com.Sub.In.

Captain Angelo Belloni (Pavia, 4 March 1882 - Genoa, 9 March 1957) was a submariner, course director of the Divers' School and technical consultant in the service of the Regia Marina.

A keen interventionist during the First World War, his passion and studies in the field of scuba diving and submarines made him a key figure in the technological development of the equipment supplied to the 10th MAS Flotilla.
He attended primary schools in Pavia and high school at the Beccaria High School in Milan, then, attracted by the sea in 1899, he applied for admission to the Naval Academy in Livorno, but was discarded at the medical examination for thoracic deficiency; he returned to Pavia and enrolled at the University (mathematics) and the Rowing Club, rowing on the Ticino in summer and winter. In one year the circumference of his chest increased by 14 centimetres and so, having returned to Livorno in 1900, he was admitted to the Academy. 
After completing his studies, he obtained his first embarkation as ensign on the cruiser Marco Polo, which immediately afterwards left for the Far East; the young Belloni visited China, Korea and Japan, returning to Italy in the autumn of 1905. In 1911, due to a serious form of otitis, he was put on leave at only 29 years of age. He was hired by Fiat-San Giorgio with the task of testing and delivering the submarines that the Muggiano shipyard built for the foreign naval forces.
On 4 October 1914 he carried out a real act of piracy by taking possession - together with about fifteen sailors who were convinced they were taking part in a secret mission - of a coastal submarine built in the Muggiano shipyards and destined for the Russian Navy (building code, F-43 Svyatoi Georgjy, later registered in the navy under the name of Argonauta). Belloni's idea was to attack units of the Austro-Hungarian imperial navy, thus forcing Italy to enter the war. The attempt failed, also because Belloni went first to Corsica to refuel with torpedoes and seek the support of the French Navy, which, after hearing the Italian authorities, blocked the boat in Ajaccio. The Belloni was tried on charges of "submarine theft" and twelve other charges. Italy's entry into the war and its undoubted capabilities convinced the judges of the military court to acquit it with full force. Upon Italy's entry into the war, the Navy's senior officers forgot his hearing defects and recalled him to service with the rank of second lieutenant.
He soon became a supporter of the submarine weapon, so much so that he was assigned to the new specialty, he was entrusted with the command of the A-1 pocket submarine. He took part in 112 missions, then, from 1918 to 1925, he first took part in war missions in non-demobilised areas, then remained in the Northern Adriatic for long periods of work or served in Venice and Pula. On 1st October 1925 he joined the Submarine Division, participating in normal training activities and launching and attack competitions. He ceased his activity on 23 March 1928.

Belloni is also remembered for having given life to the body of the underwater raiders. On 27 November 1917, while returning to base after a mission, the submarine Galileo Ferraris ran aground a couple of miles north of the mouth of the Po di Gnocca. Once towed to La Spezia, after assessing the damage, it was decided to disarm the submarine. Belloni, however, managed to convince the Navy's top management to use the submarine as a means of "approaching" the raiders. So in February 1919 the Ferraris, under Belloni's command, began a series of tests in the waters between La Spezia and Palmaria.
The Regia Marina disbanded the submarine on 15 December 1919 and in 1920 Belloni bought the Galileo Ferraris, which was classified as a "commercial submarine", for one hundred thousand lire at the time. With the Ferraris, Belloni also obtained two lookouts from the Regia Marina for rent, with the right to purchase, the Cerboli, 280 tons and the Fortunale, 340 tons, registered as a pyro fishing vessel. Both of these vessels were to act as support units: his intention was for the Ferraris to rest on the bottom, allowing some members of the crew, wearing a sort of sheath of waterproof rubberised fabric, equipped with a hood with eyepieces ("Belloni suit") to get out of the hull through a watertight compartment and, walking on the bottom, identify the pearl counters. But the hostility of the fishermen, the scarcity of the shoals and the poor quality of the pearls convinced Belloni to abandon the project.
He decided to use the Ferraris to salvage the wrecks and for this purpose he borrowed a pontoon and two lookouts from the Regia Marina. But even this initiative was not a great success: in mid 1921 the submarine was partially demolished to cover the costs.
With considerable delay, Belloni's ideas, propagated since 1914 in conferences and writings, became widespread. Many of his inventions, later patented:
  • the "tank" for rescue exits from submarines, 
  • the hooded lifebelt, 
  • the underwater breathing hood, 
  • improvements to hatchways for access to submarines, 
  • optical remote signalling between ships.

In 1940, although he was now 58 years old, the Regia Marina called him back into service, entrusting him with the direction of the school for the training of diving operators. 

Together with the major of the naval genius Teseo Tesei (1909-1941), he laid the foundations of the X Mas Flotilla. 

Without Belloni, his inventions and his insistence on setting up the diving school, the courageous undertakings carried out by the X Mas operators, would not have been possible. Belloni's original idea of employing underwater swimmers who, coming out of a submarine, could walk on the bottom carrying an explosive charge on their shoulders and then place it under the hulls of enemy ships, was in fact modified, foreseeing the use of underwater swimmers who, always coming out of a submarine immersed or from special compartments in the hull of a ship, could get close to the targets and attach explosive cases to the anti-roll flaps of enemy ships. The attack on British ships involved the use of SLC torpedoes (known as "pigs") which were modified to use them as underwater motorbikes.
With the progressive and constant improvement of the equipment, there was a great success, such as that of the Suda Bay (25-26 March 1941, in which another Pavia-based Angelo Cabrini took part) and the Alexandria enterprise of 19 December 1941, which deprived the Royal Navy of its battleships in the Mediterranean for a long time. With the armistice of 8th September 1943, the X Mas Flotilla, under the command of Junio Valerio Borghese (1906-1974), was largely stranded in La Spezia, where it reorganised into a Frankish corps, then entered the Republican National Navy.
He invented the efficient diving suit (the so-called Belloni suit) used by the raiders of the 10th MAS Flotilla during (and after) the Second World War. He joined the Italian Social Republic as a volunteer in the reconstituted 10th MAS Flotilla commanded by Prince Junio Valerio Borghese.

The elements remaining in the south, together with numerous prisoners released from Allied prison camps, reorganised the unit under the new name of "Mariassalto", based in Taranto and commanded by frigate captain Ernesto Forza (1900-1975). This unit took part in actions alongside the Allied units, such as the one carried out on the night of 21 June 1944 in the port of La Spezia, which led to the sinking of the heavy cruiser Bolzano, the last survivor of its class, and to the further damage of the cruiser Gorizia, already under repair for the damage suffered in a bombardment.
In this group was also part of the NP (Parachute Swimmers) division of the San Marco regiment, which carried out numerous infiltration operations behind enemy lines, landing from Italian MAS or submarines. The Paratrooper Swimmers were the first Allied unit to enter Venice on 30 April 1945. 

In 1954 the group was reconstituted under the name of Comsubin (Incursor Underwater Command, based at Varignano di La Spezia).

After the war, Commander Belloni collaborated with the Allies in the demining of some Italian ports until he was discharged from the Navy with the rank of Lieutenant Commander. He then collaborated with Pirelli, which had taken over his main patents, and thanks to the rights of invention he was able to live with dignity and turn his attention, more than half a century in advance, to the sources of energy linked to the sea and the sun:
  • an ondo-hydroelectric power station, 
  • an underwater turboelectric power plant, 
  • a sun-driven seawater distiller. 
At the end of the war, Angelo Belloni retired with the rank of Lieutenant Commander to spend the last years of his life in the Frugone Castle at Cavi di Lavagna, until his death on 9 March 1957 in Genoa, when he was hit by a tram: Belloni, absorbed in his thoughts and made almost deaf by underwater experiments in which he had often acted as a guinea pig so as not to endanger the lives of others, did not notice the arrival of the vehicle, which, in turn, he could not avoid.
A tragic destiny led to his death in Genoa, when he was run over by a tram on his way to a diving conference.


(Web, Google, Wikipedia, storiain, You Tube)








































 

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