venerdì 15 marzo 2024

WORD WAR 2: recenti testimonianze di Carter Hydrick, Rainer Karlsch, Luigi Romersa, confermano che il programma nucleare statunitense fosse indietro «di più di un anno» rispetto all’omologo nazista. Di tutte le armi segrete naziste in via di sviluppo, la più potente doveva essere la bomba disgregatrice. Prima dei tedeschi, alla fine degli anni ’30, i gruppi di Enrico Fermi a Roma e Irène Joliot-Curie a Parigi, avevano prodotto, senza saperlo, lo scoppio di un nucleo di uranio: in altre parole una fissione nucleare.








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Carter Hydrick (ricercatore, scrittore, sceneggiatore, manager di marketing, lavora da circa trent’anni nel mondo della comunicazione), tramite un approfondito lavoro di ricerca, mette in discussione la tesi storica secondo cui gli Stati Uniti abbiano inventato la bomba atomica e con questa vinto la Seconda Guerra Mondiale. Testimonianze dei protagonisti affermano che il programma nucleare statunitense fosse indietro «di più di un anno» rispetto all’omologo nazista.
I tedeschi, nel 1945, avevano l’uranio e la tecnologia, ma non più i vettori di lancio per usare utilmente l’arma, mentre gli USA si stavano giocando sul fronte del Pacifico la propria chance di accreditarsi come superpotenza contro l’Unione Sovietica. Auschwitz, l’industria chimica, un formidabile sottomarino U-boot e il funambolico gerarca Martin Bormann sono pedine di uno scacchiere internazionale che nella revisione di Hydrick mostra gli spazi di una trattativa segreta, che avrebbe condizionato la storia mondiale dalla fine della guerra ai nostri giorni. Non solo l’arma nucleare, ma l’intero “pacchetto” di holding, scatole societarie, brevetti ed espropri bellici nazisti sarebbero stati condivisi da Bormann con l’intelligence statunitense, cambiando significativamente i connotati del mondo successivo al 1945.


Autunno 1944: nella Germania in guerra la tecnologia bellica era molto avanzata. 

Bombe volanti e missili radiocontrollati V1 e V2 erano già da tempo operativi sui testi di guerra. Velivoli Messerschmitt 266 a reazione potevano viaggiare a velocità doppie dei velivoli convenzionali. Era in corso la produzione di una nuova flotta di sommergibili lanciamissili. Il carro armato Tigre I e II era quasi imbattibile. 
Ma di tutte le armi segrete naziste in via di sviluppo, la più potente era la bomba disgregatrice, come veniva chiamata la bomba atomica: Hitler durante un discorso nel dicembre 1944 disse «Dio mi perdoni gli ultimi 5 minuti di guerra».






Lo storico tedesco Rainer Karlsch ha evidenziato le prove e gli indizi necessari che mostrano come i nazisti abbiano realizzato e sperimentato la bomba atomica alcuni mesi prima degli Stati Uniti. 






Il giornalista italiano Luigi Romersa, su ordine di Mussolini, ricercò attivamente informazioni altamente riservate sulle armi segrete tedesche effettuando una missione in Germania nell'ottobre del 1944; si incontrò prima con Göbbels a Berlino e poi con Hitler a Rastenburg. Quindi visitò la base di Peenemünde dove assistette all'assemblaggio della V2 e conobbe lo scienziato tedesco Wernher von Braun. Romersa fu testimone di un esperimento di deflagrazione a terra di un ordigno nucleare sull'isola di Rügen, nel mar Baltico. La sua testimonianza trova punti di verifica con gli indizi e le prove raccolti dallo storico tedesco Rainer Karlsch.

La storia dell'atomica tedesca è stata finora incentrata sulla figura di Werner Heisenberg, Premio Nobel, ma le ricerche di Karlsch mostrano invece che bisogna rivolgere l'attenzione verso lo scienziato Kurt Diebner. 

Il gruppo di ricerca guidato da Diebner, al centro sperimentale di Gottow, nei dintorni di Berlino, coperto dal segreto di Stato, riuscì a costruire un reattore nucleare tra il 1943 e il 1944 e ottenne una reazione a catena nell'autunno del 1944.

Diebner inoltre, nonostante la scarsa disponibilità di materiale fissile in Germania, fu in grado di costruire e testare più di un ordigno atomico rudimentale e condusse almeno due test tra la fine del 1944 e la primavera del 1945. Le ricerche di Diebner godevano dell'appoggio logistico ed economico di Heinrich Himmler e miravano alla realizzazione di una testata nucleare destinata ad armare la V2 di Wernher von Braun.
Il piano tedesco era elementare: sul fronte russo ci sarebbe stata una grande offensiva aerea seguita dal lancio di una bomba atomica. Ma il tempo incalzava. Il 16 dicembre 1944 Hitler diede il via all'offensiva delle Ardenne, l'ultima grande offensiva strategica tedesca sul fronte occidentale. 

Il 16 dicembre 1944, a Milano, al Teatro Lirico, Mussolini, su pressione di Hitler, tenne il «Discorso della riscossa» a 6000 milanesi increduli.

Nonostante la grande superiorità alleata di uomini e mezzi, l'esercito tedesco con solo 74 divisioni all’ovest, 130 erano a est contro i russi, riuscì in una settimana a sfondare in profondità il fronte americano. Totalmente sorpresi, i comandi alleati e mostrarono segni di cedimento, facendo temere un disastro strategico. Il 20 dicembre Winston Churchill confessò al suo assistente: «La guerra la vinciamo noi con gli americani, ma vuoi vedere che quel pazzo di Hitler riesce a guadagnare il tempo per bloccare i Russi a est con le sue V2. Allora si che vinciamo del tutto». Come previsto da Churchill, la battaglia delle Ardenne vide la vittoria finale degli Alleati ma le dure perdite subite dall’US ARMY, costrinsero a una revisione degli schieramenti e dei piani, rallentarono l'attacco al cuore della Germania e provocarono una crisi nel comando supremo tra il maresciallo Montgomery e lo statunitense Patton.
Hitler aveva guadagnato tempo. Ma non abbastanza per bloccare i russi.







Il programma nucleare militare tedesco 

Contrariamente al Progetto Manhattan degli Alleati, furono due i gruppi di ricerca che vennero creati, uno sotto il controllo militare e l'altro sotto il controllo civile, ma entrambi non arrivarono a risultati concreti prima della sconfitta bellica della Germania. 
In particolare gli scienziati del gruppo sotto il controllo civile diretto da Werner Karl Heisenberg, dopo due anni di lavoro, dal 1939 al 1941, sul progetto della bomba atomica arrivarono alla conclusione che non avrebbero potuto costruirla e si dedicarono successivamente solo alla realizzazione di un reattore nucleare per la produzione di energia.

Lo scienziato Werner Karl Heisenberg (Würzburg, 5 dicembre 1901 – Monaco di Baviera, 1º febbraio 1976) è stato un fisico tedesco.

Fu uno dei principali artefici della meccanica quantistica, come ispiratore e autore della formulazione nota come meccanica delle matrici e scopritore del principio di indeterminazione. Ricevette il Premio Nobel per la fisica nel 1932 "per la creazione della meccanica quantistica".
Dette anche importanti contributi alle teorie dell'idrodinamica dei flussi turbolenti, del nucleo atomico, del ferromagnetismo, dei raggi cosmici e delle particelle subatomiche e fu determinante nella pianificazione del primo reattore nucleare della Germania occidentale a Karlsruhe. Durante la seconda guerra mondiale fu uno dei principali scienziati del programma tedesco sulle armi nucleari.
Sin dagli inizi del regime nazista, Heisenberg sviluppò una forte insofferenza nei confronti del nuovo regime politico. Nel suo libro Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti, Heisenberg riporta molti episodi significativi, come una discussione avuta nel 1933 con uno studente nazionalsocialista. Heisenberg obiettò, in risposta all'acceso militarismo dello studente:
«Io però vorrei considerare la situazione secondo una prospettiva più ampia. Il mondo si sta evolvendo in un modo che mi ricorda l'Europa alla fine del Medioevo, quando i progressi della tecnica, e soprattutto la comparsa delle armi da fuoco, fecero sì che castelli e città perdessero la loro importanza politica, fondendosi in più vaste unità territoriali ...E anche oggi vi è la tendenza a formare unità politiche più vaste, che vadano oltre i confini nazionali. Credo quindi che sarebbe più utile per la sicurezza della nazione se, invece di riarmarci, cercassimo di allacciare rapporti di amicizia con i nostri vicini fondati sugli scambi economici.»
Heisenberg riporta anche un colloquio con Planck, avvenuto anch'esso del 1933. Heisenberg disse a Planck che molti professori a Lipsia stavano pensando di dare le dimissioni, lui compreso. Planck sconsigliò tale scelta affermando:
«Sono contento che ci sia ancora qualcuno abbastanza ottimista da pensare che sia ancora possibile fare qualcosa. Ma lei sopravvaluta grandemente l'influenza delle università e degli accademici. Il grande pubblico non verrà nemmeno a sapere che un gruppo di docenti ha dato le dimissioni per protesta. ...Non si può fermare una frana: non possiamo nemmeno prevederne l'andamento con esattezza. Hitler non può controllare la successione degli eventi: è un uomo posseduto dalle sue ossessioni.»
A metà luglio 1937 sul settimanale delle SS, Das Schwarze Korps, esce un articolo di Johannes Stark dal titolo «Weisse Juden in der Wissenschaft» ("Ebrei bianchi nella scienza"). L’obiettivo è Werner Heisenberg: «Non è l'ebreo come razza a costituire di per sé una minaccia, ma piuttosto lo spirito che diffonde. E se il portatore di questo spirito non è un ebreo ma un tedesco, lo si deve combattere con impegno ancora maggiore rispetto all’ebreo razziale…».
Esordisce così il pezzo di Stark, che dopo essersi preoccupato di definire gli «ebrei bianchi», rivolge decisamente le sue attenzioni ad Heisenberg, mettendo insieme un dettagliato elenco dei misfatti che questi avrebbe commesso in plateale violazione delle regole del buon tedesco. Nell'articolo si citano i lavori di Heisenberg in difesa dell'insegnamento della relatività, lo si accusa di mantenere dei rapporti con Einstein e la scienza ebraica, del rifiuto di rendere onore a Hitler e del licenziamento di un assistente tedesco per far posto a due fisici ebrei. Stark paragona Heisenberg a Carl von Ossietzky, oppositore del regime e premio Nobel per la pace nel 1935, che si trova rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau. Le reazioni indignate del corpo accademico tedesco non si fanno attendere, ma Heisenberg, che aspira da tempo ad avere la cattedra di Sommerfeld a Monaco, deve comunque difendersi dall'articolo. Per evitare d'essere messo in un angolo, l'anno successivo si rivolge direttamente a Heinrich Himmler, capo delle SS ed amico di famiglia. Himmler in primo momento lo ignora, ma successivamente decide di avviare un’inchiesta affidata a tre giovani fisici di sua fiducia. L'inchiesta si protrae per mesi, nei quali le SS sottopongono Heisenberg ad estenuanti interrogatori. Sono mesi di atroce sofferenza, durante i quali egli ribatte colpo su colpo senza mai perdere la calma, anche se ad un certo punto è vicino alla fuga ed avvia trattative segrete con un emissario della Columbia University, pronto a emigrare negli Stati Uniti se le cose dovessero prendere una brutta piega.
I rettori di mezza Germania ed il Reichministerium vengono travolti dalle lettere di protesta dei colleghi di Heisenberg, che insorgono in difesa del collega. Lui stesso si rivolge al ministro Bernhard Rust chiedendo di fare piena luce sulla vicenda; se il punto di vista di Stark sarà considerato corretto, minaccia, è pronto a rassegnare le dimissioni. Alla fine i tre giovani fisici della commissione d'inchiesta, in considerazione della levatura dell'indagato e convinti della sua buona fede, lo prosciolgono da ogni accusa, diventando suoi decisi sostenitori. Il 21 luglio 1938, a un anno di distanza, Himmler gli invia una lettera in cui disapprova l'attacco del Das Schwarze Korps e lo informa di aver proibito ogni ulteriore manovra contro di lui. Anche se Himmler gli suggerì di separare nettamente i risultati della ricerca scientifica dalle caratteristiche politiche e personali del ricercatore. Per questo motivo egli non menzionò più in pubblico il nome di Einstein.
La fissione nucleare venne scoperta in Germania nel 1939 (in seguito al lavoro della scuola di Enrico Fermi a Roma). Heisenberg rimase in Germania durante la seconda guerra mondiale, lavorando in favore del regime nazista e guidando il programma nucleare militare tedesco.
Rivelò l'esistenza del programma a Bohr durante un colloquio a Copenaghen nel settembre 1941. Dopo l'incontro la loro lunga amicizia terminò bruscamente. Bohr si unì in seguito al progetto Manhattan. Si è speculato sul fatto che Heisenberg avesse degli scrupoli morali e che avesse cercato di rallentare il progetto. Heisenberg stesso tentò di sostenere questa tesi.
Nel febbraio 2002 apparve una lettera (mai spedita) di Bohr del 1957: vi si legge che nella loro conversazione del 1941 Heisenberg non espresse alcun problema morale riguardo al progetto di costruzione della bomba; si deduce inoltre che Heisenberg aveva speso i precedenti due anni lavorandovi quasi esclusivamente, convinto che la bomba avrebbe deciso l'esito della guerra in favore della Germania nazista.
Molti storici della scienza considerano questo scritto come prova della sua adesione al progetto nazista, pur preoccupandosi della sorte dei suoi colleghi ed amici che potessero essere messi in pericolo dall'occupazione della Danimarca; altri obiettano che Bohr comprese male le intenzioni di Heisenberg.
«Il primo sorso dal bicchiere delle scienze naturali rende atei; ma in fondo al bicchiere ci attende Dio.»
La versione di Heisenberg stesso a proposito del suo lavoro al programma nucleare tedesco fu che, obbligato contro la sua volontà a partecipare a tale programma, cercò di dirigerlo nella direzione degli impieghi civili del nucleare, per la produzione di energia tramite reattori a fissione, piuttosto che verso la produzione di armi atomiche.
Dopo il conflitto fu nominato direttore del Kaiser-Wilhelm-Institut für Physik (subito dopo ribattezzato Max-Planck-Institute für Physik), che diresse fino al 1958, quando l'istituto fu trasferito a Monaco.
Il figlio di Heisenberg, Martin Heisenberg, divenne un neurobiologo presso l'Università di Würzburg, mentre il figlio Jochen Heisenberg diventò un professore di fisica alla University of New Hampshire. Quando Heisenberg accettò il Premio Romano Guardini nel 1974, tenne un discorso, che in seguito sarebbe stato pubblicato con il titolo Verità scientifica e religiosa. Egli disse:
«Nella storia della scienza, persino fin dal celebre processo a Galileo, è stato ripetutamente affermato che la verità scientifica non può conciliarsi con l'interpretazione religiosa del mondo. Sebbene io sia ora convinto che la verità scientifica è inattaccabile nel suo proprio campo, non ho mai ritenuto possibile sminuire il contenuto del pensiero religioso come semplicemente parte di una fase fuori moda nella coscienza dell'umanità, una fase alla quale dovremo rinunciare d'ora in poi. Così, nel corso della mia vita, sono stato ripetutamente costretto a meditare sul rapporto di queste due regioni di pensiero, poiché non sono mai stato in grado di mettere in dubbio la realtà di ciò che indicano.» (Heisenberg, 1974)
Nel 1969 fu pubblicata in Germania la sua autobiografia, Der Teil und das Ganze, poi tradotta anche in altre lingue. Heisenberg aveva iniziato la stesura del libro nel 1966, quando le sue lezioni pubbliche avevano cominciato a rivolgersi sempre più a temi filosofici e religiosi.
Il libro riscosse un buon successo di pubblico, ma fu considerato problematico dagli storici della scienza. Nella prefazione Heisenberg scrisse di aver riassunto gli eventi storici, per renderli più concisi. All'epoca della pubblicazione il libro venne recensito da Paul Forman sulla rivista Science con il commento: "Ora ecco un libro di memorie sotto forma di dialogo razionalmente ricostruito. E il dialogo, come ben sapeva Galileo, è esso stesso un dispositivo letterario molto insidioso: vivace, divertente e particolarmente adatto a opinioni insinuanti, pur sfuggendo alla loro responsabilità."
Heisenberg morì di cancro ai reni il 1º febbraio 1976. La sera seguente, alcuni suoi colleghi e amici fecero una processione in sua memoria dall'Istituto di Fisica fino a casa sua, dove posero una candela accesa davanti alla porta della sua abitazione.
Nel 1980 la vedova, Elisabeth Heisenberg, pubblicò il libro Das politische Leben eines Unpolitischen ("La vita politica di una persona apolitica") dove descrisse il defunto marito con queste parole: "prima di tutto, una persona spontanea, in seguito uno scienziato brillante, poi un artista di grande talento, e solo al quarto posto, per senso del dovere, homo politicus."
Le ricerche sul nucleare furono inizialmente avviate da un Istituto facente parte dell'ampia organizzazione della Società Kaiser Wilhelm sotto l'egida del fisico Werner Karl Heisenberg. Successivamente anche il mondo militare iniziò ad interessarsi di queste tematiche, e venne creata una seconda squadra scientifica sotto la guida del prof. Kurt Diebner, a cui venne poi aggregato il professore Paul Harteck, che contribuì a sviluppare le centrifughe a gas inventate dal dottor Erich Bagge nel 1942. Ufficialmente la squadra era sottoposta al controllo dell'esercito (Heereswaffenamt Forschungsstelle E) e della Kriegsmarine (la marina militare tedesca), dato che in una seconda fase venne istituita una squadra, guidata dal dott. Otto Haxel, per studiare l'impiego di propulsori nucleari con cui equipaggiare gli U-Boot. I responsabili militari, per la Kriegsmarine, erano il contrammiraglio Karl Witzell e il contrammiraglio Wilhelm Rein.
Le intenzioni del gruppo di Heisenberg sono state oggetto di accese polemiche, incentrate sul fatto dell'effettivo coinvolgimento e propensione degli scienziati a costruire una bomba atomica per il dittatore nazista Adolf Hitler.

La fissione nucleare e le sue implicazioni

La fissione nucleare venne scoperta nel dicembre 1938, quando Otto Hahn e il suo assistente Fritz Strassmann bombardarono un campione di uranio con una pioggia di neutroni, ottenendo atomi di bario e di kripton come risultato di questo bombardamento. Questa scoperta fu una sorpresa per i due scienziati, e una serie di riesami dimostrarono che alcuni anni prima i gruppi di Enrico Fermi a Roma e Irène Joliot-Curie a Parigi, avevano prodotto, senza saperlo, lo scoppio di un nucleo di uranio: in altre parole una fissione nucleare. Lise Meitner, che a causa delle sue origini ebree aveva abbandonato la Germania, era giunta poco dopo - per via teorica - a confermare i risultati radiochimici sperimentali del suo collega Hahn, con una pubblicazione congiunta con Otto Robert Frisch. Frisch e Meitner furono i primi a capire le implicazioni di una tale scoperta, coniando appunto il termine di fissione. Così dall'inizio della seconda guerra mondiale la comunità scientifica era bene informata dell'avanzato livello tedesco nel campo della fisica nucleare.
La minaccia di una bomba atomica nelle mani del regime nazista fu uno dei motivi principali che portarono alla creazione del progetto britannico Tube Alloys, che venne ampliato con l'attuazione del Progetto Manhattan statunitense, diretto dal generale Leslie Groves. Vennero assoldati parecchi rifugiati europei, in gran parte provenienti dalla Germania, dall'Italia e dall'Ungheria, contribuendo in modo significativo allo sforzo nucleare alleato. Il governo Hitler, invece, non finanziò mai un programma completo di ricerca per sviluppare armi nucleari, dato che diversi consulenti tecnici teorizzarono che gli studi non potessero essere completati in tempo per un uso militare in guerra; così il programma tedesco fu molto più limitato, sia nel numero di scienziati impiegati, sia nelle strutture tecniche e nei finanziamenti, se messo a confronto con il Progetto Manhattan.
Nel 1945, nell'ambito dell'operazione statunitense Alsos, che aveva lo scopo di impedire lo sviluppo del programma tedesco e quindi di appropriarsi dei risultati raggiunti dagli scienziati tedeschi, si determinò che gli scienziati tedeschi del gruppo di Heisenberg erano vicini alle teorie che gli scienziati Alleati avevano raggiunto nel 1942, ossia la creazione in cortocircuito di una reazione nucleare a catena, punto cruciale per la costruzione di un reattore nucleare (che a sua volta poteva essere utilizzato sia per scopi pacifici, che per la creazione di plutonio, necessario per le armi nucleari). Il sommergibile U-234, che era in navigazione alla volta del Giappone per trasportare tecnologia avanzata da impiegare nel programma nucleare militare giapponese, dopo la resa tedesca si consegnò agli Stati Uniti.
Un ulteriore dibattito storico, comunque, si è soffermato sulla possibilità che gli scienziati tedeschi abbiano sabotato volutamente il progetto, sottostimando le loro possibilità di successo di fronte ai responsabili nazisti, o se invece le loro errate valutazioni si basarono su errori concettuali o sulla loro incapacità.
Altri studi stanno dimostrando che il gruppo di Diebner sviluppò un'arma che, sebbene fosse molto diversa dalla bomba atomica di Hiroshima, aveva un potenziale molto superiore a quelle convenzionali. Sono stati trovati dei progetti che ricordano molto le cariche cave nucleari che sono state "reinventate" solo in tempi più recenti.

Dopo la guerra

Dopo la guerra, dieci scienziati tedeschi: Erich Bagge, Kurt Diebner, Walther Gerlach, Paul Harteck, Horst Korsching, Carl Friedrich von Weizsäcker, Karl Wirtz, Werner Karl Heisenberg, Otto Hahn (antinazista e scopritore della fissione nucleare), e Max von Laue (un altro antinazista), vennero catturati dagli Alleati e confinati in tutta segretezza nella Farm Hall, in Inghilterra, per l'avvio della cosiddetta "Operazione Epsilon", che consisteva essenzialmente nel registrarne le conversazioni e studiarle per determinare quanto fossero vicini i nazisti alla produzione di armi atomiche.
Le registrazioni dei dialoghi tra i prigionieri vennero quindi sottoposte all'analisi dell'intelligence alleata, alla ricerca delle conoscenze tedesche in materia di armi nucleari. I risultati furono inconcludenti, ma gli scienziati vennero informati del bombardamento atomico di Hiroshima, in Giappone, e alcuni di loro, soprattutto Hahn, vennero presi da un tale sconforto che si temette il loro suicidio. Il mattino dopo i fatti di Hiroshima, Heisenberg venne informato su tutti i dettagli della bomba atomica americana, e insieme agli altri scienziati detenuti, gli venne chiesta una consulenza per giudicare i rapporti dei danni e gli effetti.
Dai risultati emerse chiaramente come Heisenberg non fosse totalmente a conoscenza dei principi necessari per innescare l'esplosione atomica, e di come, invece, avesse sopravvalutato di molto la massa critica di uranio fortemente arricchito (weapon-grade) necessaria per dare il via alla reazione di fissione nucleare a catena: 13 tonnellate ipotizzate da Heisenberg contro i circa 40 chilogrammi in realtà sufficienti allo scopo. Durante gli anni quaranta, una quarantina di chilogrammi di uranio arricchito al 93% era ottenibile in circa due anni di lavoro (e quindi la bomba era ampiamente realizzabile entro la fine della guerra), mentre le 13 tonnellate richieste secondo i calcoli di Heisenberg avrebbero reso tecnicamente impossibile la costruzione di un tale ordigno.

L'incontro tra Heisenberg e Bohr

Nel 1941 Werner Karl Heisenberg incontrò il suo vecchio mentore Niels Bohr nella Danimarca occupata ed ebbe con lui una conversazione senza altri testimoni. L'esatto contenuto di tale conversazione è stato, fin dagli anni cinquanta, materia di alcune controversie. L'incontro, assieme alle controversie successive, furono il soggetto di un'opera teatrale di Michael Frayn, del 1998, vincitrice di un Tony Award, intitolata Copenaghen.
C'è un notevole dibattito su cosa avvenne in questo incontro e i resoconti delle due parti coinvolte differiscono. La versione pro-Bohr della storia afferma che Heisenberg stesse cercando di reclutare Bohr nel programma nucleare nazista, offrendogli in cambio delle promozioni accademiche. La versione pro-Heisenberg asserisce invece che Heisenberg stesse cercando di dare a Bohr delle informazioni circa lo stato del programma atomico tedesco, nella speranza che potesse passarle agli Alleati tramite contatti clandestini. In quel momento il programma atomico tedesco non stava procedendo bene (il governo nazista aveva deciso di non finanziare gli investimenti richiesti per sviluppare un'arma nucleare durante la guerra); Heisenberg potrebbe aver sospettato che gli Alleati avessero un programma atomico praticabile, e sperava che liberandoli dall'idea che il programma tedesco stesse andando bene anch'esso, potesse dissuadere gli Alleati dall'usare una bomba atomica sulla Germania.
Gran parte della controversia iniziale nacque da una lettera del 1956, spedita da Heisenberg al giornalista Robert Jungk, dopo aver letto l'edizione tedesca del libro di questi Brighter than a Thousand Suns (1956). Nella lettera, Heisenberg descrisse il suo ruolo nel progetto della bomba atomica tedesca. Jungk pubblicò un estratto della lettera nell'edizione danese del libro, sempre del 1956. Tale estratto, preso fuori dal suo contesto, faceva sembrare che Heisenberg stesse sostenendo di aver fatto deragliare di proposito il progetto atomico tedesco per motivi morali (il testo integrale della lettera mostra invece che Heisenberg fu attento a non sostenere una cosa simile). Bohr, dopo aver letto l'estratto nella sua copia del libro, si infuriò, ritenendo che ciò era falso e che l'incontro del 1941 gli aveva dimostrato che Heisenberg era abbastanza felice dell'idea di produrre armi nucleari per la Germania nazista.
Dopo che l'opera teatrale aveva ispirato numerosi dibattiti tra gli studiosi e sui mass media sull'incontro del 1941, l'Archivio Niels Bohr di Copenaghen rilasciò al pubblico tutti i documenti fino ad allora sigillati riguardanti l'incontro, una mossa intesa principalmente ad appianare il dibattito storico relativo al loro contenuto. Tra i documenti c'erano le bozze originali delle lettere che Bohr scrisse ad Heisenberg nel 1957, riguardanti il libro di Jungk e altri argomenti. I documenti aggiunsero poco alle registrazioni storiche, ma vennero interpretati dai media come un sostegno della versione di Bohr degli eventi. Secondo gli archivisti, le lettere vennero rese pubbliche "per evitare ingiustificate speculazioni sui contenuti delle bozze", di cui in precedenza gli storici erano a conoscenza senza averle però lette.
Sono stati citati molti altri fattori per spiegare il fallimento del programma tedesco. Uno di questi è che le politiche repressive di Hitler incoraggiarono molti grandi scienziati a fuggire dall'Europa, tra cui molti che poi lavorarono al progetto Alleato (lo stesso Heisenberg fu bersaglio della propaganda del Partito nazista, per un certo periodo, durante il movimento della Deutsche Physik). Un'altra spiegazione, portata avanti dal capo scientifico dell'Alsos Samuel Goudsmit, fu che l'opprimente atmosfera politica totalitaria influì negativamente sulla qualità del lavoro scientifico svolto. Un'altra ancora vuole che il suolo tedesco non avesse punti al sicuro dagli attacchi aerei statunitensi. Se le numerose fabbriche e strutture centralizzate costruite dagli Stati Uniti per il loro progetto fossero invece state costruite in Germania, sarebbero state un bersaglio privilegiato delle incursioni alleate.
Nel 2005 lo storico berlinese Rainer Karlsch pubblicò un libro, Hitlers Bombe, nel quale vennero riportati come prova diversi documenti che mettevano in evidenza di come la Germania nazista avesse testato armi nucleari nell'isola di Rügen e presso Ohrdruf, in Turingia, uccidendo diversi prigionieri di guerra sotto la supervisione SS (vedi Atomica di Hitler). Gran parte della stampa, tuttavia, sottolineò che il libro metteva in evidenza solamente l'esistenza di una "bomba sporca", quindi non una "vera" bomba nucleare innescata dalla fissione nucleare. La prova principale delle teorie di Karlsch era l'esistenza di un brevetto per armi al plutonio del 1941. Karlsch cita inoltre un testimone dell'esplosione di Ohrdruf e un altro dei corpi carbonizzati delle vittime. Egli sostiene inoltre di possedere campioni radioattivi del terreno dei siti. Al processo di Norimberga, nel 1946, il ministro degli armamenti Albert Speer venne interrogato dai magistrati circa un'esplosione nucleare, ma non ad Ohrdruf, bensì ad Auschwitz.
I principali storici statunitensi hanno espresso scetticismo verso qualsiasi affermazione che la Germania nazista fosse vicina al successo nel produrre una vera arma atomica, citando la copiosa quantità di prove che sembrano indicare il contrario. Altri sostengono invece che il professor Kurt Diebner avesse un progetto molto più avanzato di quello di Heisenberg. Un articolo apparso su Physics Today, dell'autorevole storico statunitense Mark Walker, ha presentato come sostanziate alcune delle pretese meno controverse di Karlsch: ad esempio che i tedeschi avevano fatto ricerca sulla fusione, che sapevano che una bomba poteva essere realizzata col plutonio, che si erano impegnati in alcuni tipi di prove su alcuni tipi di congegni, che venne archiviato e ritrovato un brevetto su un congegno al plutonio (dai dettagli non specificati).
L'unica fonte tedesca di acqua pesante, una componente necessaria per parte della loro ricerca atomica, era l'impianto della Norsk Hydro di Vemork, in Norvegia. Nel febbraio 1943 tale impianto venne sabotato da un'unità di British Commandos e norvegesi (Operazione Gunnerside). Non è chiaro quale influenza ebbe questo fatto per il programma tedesco. Successivamente alla indisponibilità dell'impianto di Vemork i tedeschi riconvertirono alla produzione di acqua pesante un impianto elettrochimico a Merano alimentato dalle centrali idroelettriche alpine, il cui responsabile ritardò l'attività intuendone il possibile utilizzo come moderatore in un reattore a neutroni lenti.
L’acqua pesante – di fatto necessaria per determinati ambiti di ricerca nucleari – non è indispensabile alla costruzione di un reattore (il Chicago Pile-1 (CP-1), primo reattore artificiale a fissione nucleare al mondo attivato sotto la guida di Enrico Fermi nel dicembre 1942, usava come moderatore la grafite) né tanto meno per l'arricchimento dell'uranio, altresì ottenibile con mezzi fisico-chimici "convenzionali". Alcuni hanno ipotizzato che proprio l'accanimento mostrato dagli Alleati nel sabotare la produzione di acqua pesante da parte dei Tedeschi, abbia rafforzato in essi la convinzione della necessità imprescindibile della stessa per la produzione della bomba, contribuendo a depistare le loro ricerche. La vicenda del sabotaggio degli impianti norvegesi di Vemork è stata raccontata nel 1965, in modo curato ma non fedele, nel film Gli eroi di Telemark.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Castelvecchieditore, Italiaoggi, Wikipedia, You Tube)

















 

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