domenica 10 marzo 2019

REGIA MARINA: Ritrovato dal cacciamine Vieste il relitto dell'incrociatore "Giovanni Dalle Bande Nere"




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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 



Il Giovanni delle Bande Nere fu un incrociatore leggero della Regia Marina appartenente alla classe Alberto di Giussano, così battezzato in onore del capitano di ventura del XVI secolo Giovanni delle Bande Nere.
Il suo scafo venne impostato nel 1928 nei Cantieri navali di Castellamare di Stabia, venne varato il 27 aprile 1930 e completato nel 1931.



Attività

La nave nell'aprile 1939 prese parte all'occupazione dell'Albania. Nell'occasione la Regia Marina schierò davanti alle coste albanesi una squadra navale al comando dell'ammiraglio Arturo Riccardi, composta oltre che dal Bande Nere, dagli incrociatori leggeri Duca degli Abruzzi e Garibaldi, dalle due Cavour, dai quattro incrociatori pesanti della classe Zara, 13 cacciatorpediniere, 14 torpediniere e varie motonavi su cui erano imbarcati in totale circa 11.300 uomini, 130 carri armati e materiali di vario genere. Nonostante l'imponente spiegamento di forze, l'azione delle navi italiane, nei confronti dei timidi tentativi di reazione da parte albanese, si limitò soltanto ad alcune salve sparate a Durazzo e a Santi Quaranta. Le forze italiane incontrarono scarsissima resistenza e in breve tempo tutto il territorio albanese fu sotto il controllo italiano, con re Zog costretto all'esilio.


Nel corso della seconda guerra mondiale il Giovanni delle Bande Nere, dotato di idrovolanti IMAM Ro.43, prese parte, insieme al gemello Colleoni (con il quale formava la II Divisione), alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940 (tre giorni prima le due unità avevano scortato in Libia uno dei primi convogli lì diretti). Il 19 luglio dello stesso anno fu inviato in Egeo assieme al Colleoni, per attaccare il traffico nemico in quel mare, ma si scontrò con l'incrociatore australiano HMAS Sydney accompagnato da cinque cacciatorpediniere britannici in quella che divenne la battaglia di Capo Spada. Nell'occasione la leggera protezione della classe di Giussano dimostrò chiaramente i suoi limiti, dato che nel corso del combattimento tra i due incrociatori italiani e gli alleati immobilizzarono subito il Colleoni che fu poi affondato, mentre il Bande Nere (nave di bandiera dell'ammiraglio Ferdinando Casardi, comandante la II Divisione), colpito da un proiettile con danni leggeri ed alcune vittime, ripiegò per allontanarsi inseguito dal Sydney; nell'inseguimento il Bande Nere fu colpito una seconda volta con riduzione della velocità a 29 nodi (che però poté essere riportata a 32 nodi con riparazioni provvisorie), mentre il Sydney, colpito da un proiettile del Bande Nere con danni lievi al fumaiolo, preferì desistere, anche per la carenza di munizioni da 152 mm ed il rischio di essere attaccato dall'aviazione. Sul Bande Nere ci furono 8 morti e 16 feriti.


Partecipò attivamente alla guerra dei convogli per la Libia. Fra il 5 ed il 7 febbraio 1941 scortò a Tripoli i trasporti truppe Conte Rosso, Esperia, Marco Polo e Calitea con a bordo la divisione corazzata "Ariete". Il 24 maggio 1941 uscì in mare assieme all'incrociatore leggero Armando Diaz e ai caccia Ascari e Corazziere in funzione di scorta indiretta ai numerosi convogli in mare; il 25 febbraio il Diaz fu silurato da un sommergibile e affondò con la maggior parte dell'equipaggio. Il 10 dicembre 1941 fu scelto per trasportare a Tripoli, assieme ai due incrociatori leggeri della IV Divisione (Alberico da Barbiano e Alberto di Giussano) un carico di benzina avio e altri materiali, ma fu bloccato a Palermo da un'avaria; dovette quindi rinunciare alla missione e si salvò così dalla distruzione della IV Divisione avvenuta nella notte fra il 12 ed il 13 dicembre. Il 21 febbraio 1942 prese parte all'operazione K. 7, che prevedeva l'invio di due convogli in Libia; in quell'occasione il Bande Nere fece parte della forza d'appoggio contro un eventuale attacco navale. L'operazione si concluse con un pieno successo.
Il 21 marzo dello stesso anno fece parte della formazione italiana inviata ad attaccare un convoglio inglese diretto a Malta; ne derivò la seconda battaglia della Sirte nella quale il Bande Nere colpì con un proiettile da 152 mm l'incrociatore britannico Cleopatra, causando 15 morti e alcuni danni (che tuttavia non impedirono alla nave di continuare il combattimento).
Il mattino del 1º aprile 1942 lasciò Messina diretto a La Spezia scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Alle 9 del mattino a undici miglia da Stromboli il gruppo venne intercettato dal sommergibilebritannico Urge: un siluro spezzò in due lo scafo del Giovanni delle Bande Nere, che affondò rapidamente, trascinando con sé 381 (per altre fonti 287) uomini.



II relitto dell'incrociatore è stato ritrovato dal cacciamine Vieste della Marina Militare italiana il 9 marzo 2019, mentre nel Mar Tirreno nei pressi dell'isola di Stromboli svolgeva una verifica tecnica e di sorveglianza dei fondali marini.
La bella nave è rimasta lì, a 11 miglia marine a Sud di Stromboli, dal primo aprile del 1942, quando alle 9 del mattino due siluri del sommergibile britannico H.M. S. Urge lo portò in fondo al mare.  

Il relitto dell'Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere è stato scoperto a  una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri. 



L'affondamento era avvenuto mentre era in trasferimento da Messina a La Spezia, per effettuare alcune riparazioni in Arsenale scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Spezzato in più tronconi, affondò rapidamente. Nell'evento perì gran parte dell'equipaggio. Ma non tutto.
Il fuochista ausiliario Gino Fabbri, così ricordava il terribile giorno dell'affondamento dell'incrociatore leggero della Regia Marina Italiana ad opera del sommergibile britannico: «Non sono mai sceso dal Giovanni dalle Bande Nere, io mi sono salvato ma il mio destino e il mio cuore sono ancora lì, con tutti i miei compagni che sono morti quel 1 aprile del 1942»
Una storia che segnò tutta la sua vita fino alla morte avvenuta nel 1966 a soli 44 anni. Il fuochista fu salvato e ricoverato all'ospedale di Messina dopo molte ore di permanenza in mare, ricoperto di nafta e petrolio su tutto il corpo. Il suo più grande rimpianto fu quello di non essere riuscito a salvare 4 suoi compagni che erano rimasti con lui aggrappati a una delle zattere.Allo stremo delle forze Gino Fabbri riuscì a nuotare fino alla torpediniera Libra dove fu issato a bordo con una cima.
La scoperta del l'Incrociatore leggero "Giovanni delle Bande Nere" è stata possibile grazie alle sofisticate apparecchiature in dotazione al cacciamine Vieste durante un'attività presso l'Isola di Stromboli.  
La scoperta dell'incrociatore è avvenuta grazie all'impiego dei veicoli subacquei imbarcati in grado di condurre ricerca e identificazione a quote profonde: il veicolo autonomo subacqueo (Autonomous Underwater Vehicle - AUV) Hugin 1000, della ditta Kongsberg, e il veicolo filoguidato Multipluto 03, della ditta GAY Marine
Circoscritta l'area di ricerca in base alle presunte coordinate dell'affondamento, il cacciamine ha proceduto a mappare il fondale con il veicolo Hugin, scoprendo più contatti correlabili con il relitto. Successivamente i contatti sono stati identificati grazie all'uso del ROV italiano “Multipluto”, che ha consentito di filmare anche le prime immagini della nave rivelando i tre tronconi in cui si spezzò nell'affondamento e accertandone definitivamente l’identità.

Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Web, Google, Wikipedia, You Tube, La Voce del Marinaio, M.M.)

























I sottomarini svedesi A26 denominati HSwMS Blekinge e HSwMS Skåne.



Il 15 gennaio 2019 l'amministrazione nazionale dei materiali di difesa (FMV), ha confermato che i primi due primi due sottomarini tepee “A26” della marina svedese saranno denominati HSwMS Blekinge e HSwMS Skåne; saranno consegnati alla Marina svedese nel 2024 e nel 2025.



I nomi dei sottomarini con paesaggi costieri sono una tradizione nella Marina Militare e sono approvati dal Re di Svezia in persona sotto forma di un cosiddetto "apprezzamento". La decisione finale viene poi presa dal Capo della Marina.

Durante una visita agli impianti della Saab Kockums l'ex ministro della difesa svedese, Peter Hultqvist, ha annunciato che due sottomarini saranno ordinati per un costo di 959 milioni di dollari.



La produzione dei nuovi sottomarini è in pieno svolgimento presso il cantiere Saab di Karlskrona. I sommergibili A26 saranno alimentati da motori diesel-elettrici convenzionali e dotati del sistema di propulsione AIP (air-independent propulsion) Kockums Stirling, il che significa che l'A26 dovrebbe essere in grado di funzionare per lunghi periodi di tempo senza dover ricaricare le batterie con sistemi di snorkeling. Il sistema Stirling renderà il tipo A26 molto furtivo e difficile da rilevare.

Saab Kockums ha annunciato che il sottomarino di nuova generazione A26 è ora una famiglia con tre modelli di gamma: 
  • costiero, 
  • oceanico,
  • oceanico Extended Range. 

Tra questi, la variante oceanica è praticamente la "baseline" A26 progettata per la Marina svedese. 

L'A26 Oceanic misura 65 metri di lunghezza con un dislocamento in superficie di 2.000 tonnellate. La sua autonomia è di oltre 6.500 miglia nautiche a 10 nodi e la sua autonomia operativa alla velocità di pattugliamento è di oltre un mese (30 giorni) grazie al modulo AIP. L'equipaggio standard è composto da 17 a 35 marinai.
L'A26 sarà equipaggiato con l'AIP Stirling ed è stato progettato per operazioni di intelligence e furtive in acque poco profonde, ma avrà anche capacità in mare aperto. Secondo il concetto dell'A26, il sottomarino sarà basato su un progetto modulare per rendere possibile la rapida riformattazione della nave per diversi compiti. Per la piccola flotta svedese è fondamentale che tali operazioni possano essere eseguite in un tempo minimo. L'A26 comprenderà un'ampia sezione di prua da cui possono essere lanciati veicoli subacquei senza equipaggio (UUV), trasportare forze speciali e può essere utilizzata per la ricognizione, il rilevamento delle mine, la posa delle mine, la mappatura subacquea e la mappatura subacquea, nonché per il combattimento. La Kockums sta studiando diversi modi per migliorare le comunicazioni con il comando a terra senza svelare la posizione del sottomarino, incluso il possibile uso degli UUV per scopi di comunicazione.



I sottomarini svedesi sono considerati un'importante risorsa per la difesa. L'area di intervento della forza sottomarina è stata recentemente ampliata rispetto al suo compito originario di contrastare la minaccia di invasione sovietica nella regione del Mar Baltico. I sottomarini svedesi hanno iniziato a partecipare ad esercitazioni multinazionali di reazione rapida che agiscono in acque che vanno dal Mare del Nord, l'Atlantico, il Golfo di Biscaglia al Mediterraneo con nuovi compiti di ricognizione, raccolta di informazioni e sorveglianza.

Nel maggio 2005, il Gotland è stato affittato alla US NAVY per un anno, con un equipaggio svedese. Il Gotland fuori San Diego pattugliò l'Oceano Pacifico, dove la Marina degli Stati Uniti praticava manovre congiunte con il furtivo sottomarino diesel equipaggiato con AIP. 
L'interesse degli Stati Uniti per la classe Gotland è sorto nel momento in cui, durante alcune esercitazioni navali congiunte, la Marina statunitense non è stata in grado di tracciare il sottomarino svedese.
Durante il suo primo anno negli Stati Uniti, il Gotland ha condotto circa 160 giorni di formazione in mare, sostenendo gruppi navali, singole navi e sottomarini di salvataggio, oltre a partecipare alla sperimentazione e allo sviluppo di nuove attrezzature. Le manovre congiunte includevano forze contrapposte e le capacità di guerra antisommergibile (ASW), specialmente contro i sommergibili più piccoli che operano vicino alla costa. Secondo quanto riferito, durante un'esercitazione con l'USS Ronald Reagan Carrier Strike Group al largo delle coste della California del Sud, il Gotland è riuscito a scattare diverse foto della portaerei Ronald Reagan da vicino, indicando un possibile attacco con esito disastroso per la portaerei.
Il sottomarino ha eluso il rilevamento in modo così efficace che gli Stati Uniti hanno chiesto una proroga di 12 mesi sul suo contratto di locazione, al fine di continuare a svolgere le esercitazioni congiunte. Nel luglio 2007, l'HMS Gotland ha lasciato San Diego per tornare in Svezia.

(Web, Google, Wikipedia, Covert Shores, You Tube)












sabato 9 marzo 2019

L'Iveco Defence Vehicles VTLM-2 (Lince2)



L'Iveco LMV, Light Multirole Vehicle (Veicolo Leggero Multiruolo) è un mezzo blindato leggero di nuova generazione prodotto da Iveco Defence Vehicles di Bolzano. I principali operatori sono l'Esercito italiano, dov'è denominato VTLM Lince, e l'esercito britannico, dove è in servizio con la designazione di Panther CLV. Il veicolo possiede un elevato livello di protezione contro il fuoco delle armi leggere, gli IED e le mine, pacchetti aggiuntivi garantiscono la protezione anche contro le armi di medio calibro come le mitragliatrici pesanti.



Caratteristiche

Il mezzo è equipaggiato con un motore turbodiesel common rail IVECO F1C da 136 kW (185 hp) con coppia massima pari a 456 N·m a 1 800 giri/min abbinato a scelta con un cambio automatico ZF a sei rapporti più la retromarcia (ZF 6HP26) dotato di convertitore idrodinamico di coppia, seguito da un riduttore a 2 rapporti montato in blocco con il differenziale posteriore, o con un cambio manuale a cinque rapporti più la retromarcia. L'impianto frenante del veicolo è composto da freni a disco anteriori e posteriori con frenatura pneumoidraulica.

Il VTLM viene proposto in due versioni: 
  • una standard da trasporto, con passo di 3.500 mm e di lunghezza 4.970 mm;
  • una denominata esplorante, con passo ridotto a 3.200 mm e di lunghezza 4.670 mm. Per entrambe le versioni la carreggiata è fissa a 1.720 mm.
Grazie alla sua versatilità costruttiva, il veicolo può avere quattro porte - cabina lunga, o due porte - cabina corta, allestibile, fra l'altro, come posto comando e trasporto di feriti.
La versione standard pesa, in ordine di marcia a pieno carico, sette tonnellate e può ospitare quattro militari equipaggiati con un carico utile di circa tre tonnellate (versione non blindata), per la versione blindata il carico max personale più equipaggiamento si aggira intorno agli 800 kg.
Le sospensioni indipendenti anteriori e posteriori consentono, unitamente ad un bilanciamento dei pesi e ad una ottimale ripartizione della coppia motrice, una buona mobilità in fuori strada.
LMV è un veicolo che può operare in ambienti radicalmente diversi per collocazione geografica, condizioni climatiche e caratteristiche del terreno. Può operare con temperature da -32 a +49 °C. Il VTLM in versione esplorante può essere inoltre caricato sia sull'elicottero CH-47che su di un EH-101 mentre, qualora si dovesse trasportare la versione base su uno di questi due aeromobili, può essere agganciato al gancio baricentrico. 
Previa preparazione del veicolo e dell'aeromobile o velivolo, è possibile inoltre trasportarlo appeso al gancio baricentrico di un NH90. Ovviamente il VTLM può essere anche trasportato su tutti i maggiori velivoli da trasporto militare, quale il C-27J che è in grado di trasportare un veicolo, il C-130 due, il C17 otto, il C-141 sei ed il C-5 Galaxy quindici.

Per facilitare l'aviotrasportabilità del veicolo, il mezzo è dotato di un tettuccio rigido composto da tre pezzi che, una volta smontati, possono essere riposti nel cassone posteriore. Così configurato il VTLM diventa aviolanciabile con il sistema LVAD, ovvero con paracadute da carico e lancio da circa mille metri di quota, oppure, dopo l'adozione opzionale dei ganci di fissaggio per il paracadute estrattore può essere lanciato con il sistema LAPES a bassa quota.
Il VTLM è dotato di una rete CAN (Controller Area Network) che mette in comunicazione la centralina motore, cambio, ABS, ecc. in modo da rendere reperibili in tempo reale tutte le informazioni diagnostiche e di manutenzione necessarie.
Infine può guadare senza preparazione fino a 70 cm di profondità, mentre con preparazione questo valore sale a 150 cm.

Caratteristiche stealth

Il VTLM è in grado di limitare la segnatura radar grazie a vernici radar-assorbenti e sempre grazie alla sua particolare disposizione delle parti meccaniche, quali motore e turbocompressore, è capace di limitare il calore provocato dalla combustione del carburante. Per ridurre ulteriormente la segnatura IR, il radiatore del veicolo si trova nella parte inferiore, al disotto della scocca.

Kit corazzati

I kit sono un altro aspetto importante di questo veicolo tattico: questi possono essere montati in circa 10 ore-uomo e comprendono una blindatura modulare dell'abitacolo che consente di resistere a colpi perforanti calibro 12,7mm e 14,5mm. Una ulteriore piastra corazzata sul fondo offre una adeguata protezione anche contro le mine anticarro. Esistono anche kit ideati per il guado di corsi d'acqua, grazie ai quali la scocca viene alzata e le prese d'aria motore vengono sopraelevate.
Nel caso di mine potenti, l'abitacolo durante l'esplosione si stacca dagli assi delle ruote, proteggendo gli occupanti.
Per aumentare ulteriormente la protezione da ordigni del tipo IED e mine, il gruppo di riduzione del motore è stato posto nella parte posteriore del mezzo, sotto il cassone, il quale in caso d'esplosione viene espulso in modo da dare sfogo verso l'alto all'onda di pressione generata dallo scoppio. Al fine di ottimizzare la protezione, l'abitacolo è protetto anteriormente e posteriormente da un parafiamma così come i lati alla linea di cintura. Per assicurare uno sfogo ottimale dell'onda d'urto verso l'esterno, i lati del pianale sono stati arrotondati, mentre sotto lo stesso non è stato posto nessun organo meccanico in modo da ridurre al minimo il pericolo per gli occupanti, sia a causa del suo movimento sia per le schegge eventualmente prodotte dall'esplosione. In caso di ribaltamento è quindi anche presente un rollbar che protegge i componenti dell’equipaggio.

Versioni e aggiornamenti tecnici

L'Iveco nel 2010 ha presentato una nuova versione del Lince, la A1. 
Grazie all'esperienza acquisita nel teatro operativo afghano sono stati introdotti numerosi miglioramenti tecnici: 
  • cielo del mezzo corazzato che garantisce un'adeguata protezione anche nella parte superiore;
  • una cellula di sopravvivenza più robusta;
  • Il rollbar divenuto superfluo è stato eliminato;
  • sulle porte sono stati montati robusti cardini esterni che migliorano la resistenza allo strappo in caso di esplosione;
  • presenti pure delle maniglie esterne per facilitare l'apertura delle porte in caso di ribaltamento su un fianco;
  • nuova torretta con protezioni riprofilate;
  • comandi brandeggio posizionabili sull'impugnatura dell’arma;
  • sedili migliorati con cuscino lombare;
  • gancio traino utilizzabile senza dover rimuovere il verricello,
  • possibilità di avere una seconda botola sul cielo del mezzo,
  • presa esterna per ricarica batterie dalla rete elettrica;
  • torretta automatica RWS comandata dall'interno del mezzo OTO Melara "HITROLE Light" disponibile in versione definitiva.

Nel 2014 è stata presentata una ulteriore evoluzione, frutto dell'esperienza sul campo che prevede varie migliorie nella meccanica per incrementare l'affidabilità e le prestazioni fuoristrada. Molte parti interne sono state ridisegnate per migliorare l'ergonomia. La capacità di carico utile è stata incrementata del 40% circa arrivando fino a 1500 kg a seconda delle versioni. La protezione contro le mine e IED è stata ulteriormente migliorata tramite l'adozione di nuovi materiali. Il nuovo hard top removibile in acciaio balistico consente di equipaggiare il veicolo sia con la torretta standard sia con la torretta automatica comandata dall'interno RWS (Remote Weapon Station). Queste operazioni sono possibili sul campo garantendo la massima flessibilità operativa. Molti di questi aggiornamenti sono applicabili anche alle precedenti versioni.

Nel 2016 Iveco presenta la versione LMV2 che offre radicali miglioramenti e modifiche.



VTLM-2

Il VTLM-2 è una versione migliorata del Lince iniziato a sviluppare nel 2013 nell'ambito del progetto Forza NEC (programma di digitalizzazione dell'esercito italiano). Il veicolo sebbene esteticamente molto simile all'originale, se ne differenzia principalmente per il peso: 8,1 t contro le 7,1 del VTLM-1. Questo, risultato di una completa riprogettazione del veicolo, aumenta le capacità di carico e di protezione (per altro già molto buona nell'originale).
Anche la mobilità è stata migliorata grazie all'installazione di un motore diesel da 220 cv abbinato ad un cambio a otto marce, in luogo del precedente a sei rapporti, e da nuove sospensioni. Controllo trazione ADM ed ESP migliorano le capacità fuoristrada. Inoltre la temperatura massima di esercizio è stata portata da 44°C fino a 49°C.
Esiste un contratto di fornitura di 34 esemplari come lotto di pre-serie.

Paesi utilizzatori:

Il mezzo, lanciato sul mercato senza la presenza di un "cliente di lancio", ha registrato un buon successo di vendite. Ad ottobre 2015 risultano esportati oltre 4.000 veicoli.

In particolare:
  • Italia: l'Esercito Italiano, la Marina Militare, l'Aeronautica Militare e i Carabinieri hanno acquistato 2000 esemplari circa (versione denominata "Lince").
  • Gran Bretagna: il British Army ha acquistato 401 veicoli in versione "Panther" CLV + 400 in opzione
  • Belgio: ha acquisito 440 Iveco LMV e 120 kit e opzione per 180 veicoli
  • Bosnia Erzegovina: 14, 12 per test e 2 con kit di protezione
  • Norvegia: 108 Iveco LMV + 63 in opzione. Ad ottobre 2015 il numero di veicoli acquisiti è di 170.
  • Croazia: 100 Iveco LMV
  • Spagna: l'Ejército de Tierra ha acquistato 270 Iveco LMV.
  • Repubblica Ceca: 106 Iveco LMV. Ad ottobre 2015 il numero di veicoli acquisiti è di 170.
  • Slovacchia: ha ordinato 40 Iveco LMV, con consegna a partire dal 2009. Ad ottobre 2015 il numero di veicoli acquisiti è di 50.
  • Austria: 150 esemplari ordinati con consegne a partire dal 2010 in poi
  • Russia: ordine per 1175 veicoli. Prodotti su licenza solo 358. Il programma è stato interrotto nel 2013 a causa delle pressioni dell'apparato industriale russo.
  • Ucraina: 90 veicoli.
  • Libano: 80 veicoli.
  • Brasile: 32 veicoli di un primo lotto per una fornitura che potrebbe superare le 200 unità. Secondo il Jane's, l'esercito brasiliano avrebbe un requisito per 1.464 veicoli.
  • Albania: 23+2 donati dall'Italia.
  • Tunisia.

L'Esercito Italiano ha ricevuto i primi esempi dell'ultima generazione di veicoli da difesa Iveco Light Multirole Vehicle (LMV) Lince 2 in configurazione Networked Enabled Capability (NEC), con il primo lotto composto da 34 unità su un fabbisogno iniziale di 400 unità.
Secondo l'Esercito Italiano, l'ultimo LMV Lince 2 NEC ha un carico utile di 1.500 kg, un aumento dell'87% rispetto al precedente LMV, e un peso lordo (GVW) di 8.100 kg.
Ha un livello più elevato di protezione balistica e di protezione contro le mine e gli ordigni esplosivi improvvisati, e tutti e cinque gli equipaggi sono dotati di sedili per l'attenuazione dell'esplosione. La parte inferiore dello scafo è a forma di V e la linea del tetto è stata aumentata per aumentare il volume interno.
Il nuovo gruppo propulsore anteriore è costituito da un IVECO F1C turbodiesel da 220 CV, accoppiato ad un cambio automatico a otto marce con convertitore di coppia idraulico e cassa di trasferimento permanente a due rapporti. In questo modo si ottiene una velocità massima su strada di 90 km/h, che è limitata elettronicamente ma che con un interruttore da combattimento può aumentare fino a 110 km/h.
Un nuovo sistema di sospensioni garantisce una guida migliore per l'equipaggio e la dotazione di serie comprende ora la gestione automatica della trasmissione (ADM), il programma elettronico di stabilità (ESP), pneumatici nuovi e un sistema centrale di gonfiaggio dei pneumatici.
Per l'autodifesa, il LMV Lince 2 NEC è dotato di una postazione remota (RWS) della Leonardo Defence Systems HITROLE che può essere equipaggiata con un mitragliatore da 7,62 mm o 12,7 mm o un lanciagranate automatico da 40 mm. Sono previsti anche otto lanciagranate fumogeni ad azionamento elettrico montati sopra il parabrezza anteriore a prova di proiettile/splinter.
A tutt’oggi la Iveco ha consegnato oltre 4.000 veicoli LMV a 13 clienti in tutto il mondo. Le flotte più grandi operano in Italia, Belgio, Regno Unito, Russia e Spagna. Il nuovo veicolo denominato LMV 2 rappresenta un importante miglioramento rispetto al LMV originale, che è stato modificato e adattato nel corso degli anni, aggiungendo più protezione, capacità ed elettronica per soddisfare la domanda degli utenti.
LMV 2 aumenta la piattaforma di base per soddisfare meglio le nuove esigenze, per prestazioni più elevate, maggiore affidabilità e maggiore comfort dell'equipaggio. Il risultato è una crescita di circa il 40% della capacità di carico utile da 800 a 1500 kg, a seconda della configurazione del veicolo e della suite di armature. Il modello precedente era limitato nella sua capacità di carico utile, specialmente con alcune configurazioni necessarie per trasportare oltre mezza tonnellata di apparecchiature elettroniche per supportare le missioni di combattimento. In tali circostanze, l'alimentazione elettrica è stata un problema anche nelle versioni precedenti.
La nuova versione è alimentata da un motore diesel da 220 cv accoppiato ad un driveine aggiornato in grado di gestire i livelli di potenza aumentati. Anche la filtrazione dell'aria è stata migliorata per far fronte all'aumento dell'aspirazione del motore. Un nuovo cambio automatico a otto marce (due marce in più rispetto al cambio precedente). Questo cambio rende le transizioni di marcia più fluide, in particolare in fuoristrada. Il veicolo è inoltre dotato di un nuovo sistema di gestione automatica della trazione (ADM) per supportare l'ottimizzazione delle prestazioni nella mobilità fuoristrada. Un altro miglioramento è l'aggiunta del controllo della stabilità elettrica (ESP) che aiuta anche a migliorare e rendere più sicura la guida.
La cella protetta dell'equipaggio supporta cinque soldati completamente equipaggiati con giubbotti in kevlar da combattimento. Il livello di protezione è stato migliorato nel nuovo modello, in particolare nella protezione IED, utilizzando una cerniera aggiuntiva per le porte laterali balistiche e protette contro le esplosioni. Il nuovo hard top hard top 'dual role', di una struttura monoscocca in acciaio balistico con roll bar leggero in alluminio/acciaio, permette al veicolo di trasportare torrette manuali o remote. L'utilizzo di nuove e avanzate protezioni passive nelle porte laterali consente ai progettisti di mantenere il peso della porta aumentando il livello di protezione.
Il veicolo è progettato per trasportare più sistemi di missione elettronici tra cui radio, computer, sistemi di gestione delle battaglie (BMS), interfono, disturbatori, comunicazioni satellitari, stazioni di armi remote e sensori optoelettronici. L'attenta progettazione dei sistemi elettronici di rete e di distribuzione dell'energia del veicolo riduce al minimo le interferenze elettromagnetiche (EMC). L'integrazione dei sottosistemi è stata facilitata anche attraverso l'implementazione di una nuova architettura elettronica digitalizzata del veicolo e un'alimentazione elettrica migliorata.
La manutenzione è stata semplificata riducendo il numero di sistemi sostituibili e migliorando il tipo e l'ubicazione di componenti che in passato sono stati difficilmente accessibili. Inoltre, il cruscotto digitalizzato fornisce dati e indicazioni di manutenzione su richiesta, consentendo all'equipaggio di rivedere e programmare accuratamente le attività di manutenzione, invece di prevedere e programmare la manutenzione preventiva.

(FONTE: WEB, GOOGLE, WIKIPEDIA, YOU TUBE, JANE’S.COM, DEFENSE-UPDATE)