martedì 5 settembre 2023

USAF 1954 - 1964: LE VARIANTI SEGRETE DELL’XB-70 VALKYRIE






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Il bombardiere supersonico B-70 Valkyrie dell'USAF, progettato e costruito dalla North American Aviation, occupa già un posto di grande rilievo nelle discussioni sugli aerei militari avanzati che non sono mai entrati in servizio e su cosa sarebbe potuto succedere se lo avessero fatto. Ora, il servizio statunitense ha reso pubblica un’affascinante recensione delle varianti proposte del B-70 operativo da utilizzare in vari ruoli, tra cui:
  • piattaforma da ricognizione, 
  • aero-cisterna per il rifornimento aereo, 
  • trasporto supersonico e nave madre per il lancio di missili balistici, 
  • veicoli di prova ipersonici,
  • Aereo da trasporto per carichi nello spazio cosmico.



In data 23.11.2020, l’ufficio storico dell'Air Force Material Command (AFMC) ha pubblicato il documento, intitolato “NAA B-70 Valkyrie Variants: A Future That Never Was”. Questo ufficio pubblica regolarmente lavori che forniscono uno sguardo più approfondito sugli sviluppi passati dell'aviazione avanzata e su altri argomenti storici.
"Come le macchine volanti, le colonie umane su Marte e tante altre idee futuristiche, la visione del domani degli anni '50 era piena di grandi idee che stanno giungendo a compimento proprio ora", offre come introduzione la monografia storica della variante B-70. "Come previsto, gli ingegneri aeronautici dell'epoca avevano visioni simili quando iniziarono a idearle e a metterle su carta, quindi a chiedere ai produttori di piegare l'acciaio e altri materiali esotici per creare gli aerei del futuro."
"Gli ingegneri speravano che un veicolo, percepito all’epoca come l'ultimo bombardiere con equipaggio, potesse cambiare il futuro del bombardamento aereo". "Tuttavia, la politica, il denaro e i progressi tecnologici hanno posto fine al progetto del B-70 Valkyrie, un superbombardiere con capacità nucleare da Mach 3+. Diversi fattori hanno ucciso il sogno ancor prima che il primo velivolo uscisse dalle catene produttive della North American Aviation."
Alcuni dei concetti che gli storici dell'aeronautica inseriscono nel loro compendio sono stati avanzati a sostegno della missione primaria del B-70 come piattaforma d'attacco a lungo raggio. Uno di questi è un "Alert Pod" autonomo che andava annegato sotto la fusoliera posteriore ed eliminava la necessità di varie attrezzature terrestri pesanti per far partire l'aereo prima di una missione. Ciò sarebbe stato utile, come suggerisce il nome, per gli aerei in allerta con breve preavviso o se i Valkyrie fossero stati dispersi in altre località con risorse di supporto limitate. 
Nel documento sono incluse illustrazioni di un B-70 dotato di un Alert Pod e anche armato con un paio di missili balistici Skybolt aria-superficie. 
Un altro concetto mostra un Valkyrie che trasporta non meno di 14 "Missili per uso generale", un progetto missilistico comune proposto che assomiglia a un mini-B-70 e che avrebbe potuto ospitare diversi tipi di testate ottimizzate per una miriade di bersagli.
Un altro diagramma mostra un B-70 dotato di rastrelliere per bombe rotanti nel suo vano bombe, qualcosa che divenne standard sui bombardieri delle forze aeree, inclusi i B-52, B-1 e B-2, decenni dopo. Questa stessa variante proposta, soprannominata RSB-70, dove RSB sta per "bombardiere da ricognizione/attacco", avrebbe avuto anche un pacchetto integrato di fotocamere da ricognizione, che gli avrebbero consentito di raccogliere immagini di valutazione dei danni arrecati dalle sue armi dopo aver colpito un bersaglio.
Un altro grafico raffigura l'installazione di un sistema di evitamento del terreno per le bombe del B-70 "mentre le capacità missilistiche terra-aria dei paesi ostili miglioravano costantemente e la missione ad alta quota e ad alta velocità della flotta di bombardieri diventava obsoleta. Al tempo, le missioni a bassissima quota (50 m?) erano già diventate il nuovo standard". Questo cambiamento nei concetti operativi dei bombardieri contribuì a influenzare lo sviluppo del successivo B-1B Lancer.
Il documento contiene anche l'immagine di un modello in galleria del vento di un B-70 dotato di parapendio retrattile, un dispositivo che l'Air Force, così come altri rami delle forze statunitensi, ha esplorato come un modo per migliorare i tempi di decollo e atterraggio brevi. Il paracadute ascensionale in questo caso somigliava molto a un paracadute a forma di ala, che avrebbe fornito una portanza extra a basse velocità.
Il documento copre anche una serie di varianti non legate ai bombardieri. Alcuni di questi sono sensati, almeno in linea di principio, come la versione aero-cisterna, che sarebbe stata in grado di rifornire altri B-70 affamati di carburante durante le missioni. Robert Hopkins, un veterano dell'aeronautica con esperienza di volo su numerose varianti di C-135, compresi i KC-135e, ha ribadito: "Non sono sicuro, tuttavia, se vorrei provare il rifornimento aereo a Mach 3+" dopo aver visto questa nuova storia dell’US Air Force, "Ricorda Passo X Mach = VVI Vertical Velocity Indicator, quindi uno starnuto durante il rifornimento sarebbe stato catastrofico!"
C'erano anche proposte per il trasporto di passeggeri e merci, inclusa una versione medica "configurata per includere una stazione di infermieri insieme a lettighe di pazienti per quarantotto feriti". Ciò non sorprende, dato l'interesse dell'epoca per aerei di linea supersonici e velivoli simili, che alla fine diede origine a vari progetti commerciali, tra cui l'SST della Boeing e il Concorde anglo-francese. 
Gli storici dell'AFMC sottolineano che non è chiaro se la tecnologia dell'epoca avrebbe reso conveniente trasformare il B-70 in un aereo da trasporto: "Nel tentativo di vendere una variante cargo pura, gli ingegneri hanno davvero abbellito le loro scoperte tentando di dimostrare che la capacità di carico del loro trasporto supersonico era uguale o migliore di quella di trasporti più grandi come il C-133 o il KC-135" dice il documento. "Il caricamento del carico attraverso un muso oscillante simile a un Lockheed C-5 o un Super Guppy, o l'uso di porte di accesso sul fondo e sui lati erano solo alcuni dei problemi da superare. L'uso di un pod staccabile sembrava essere la soluzione soluzione più logica."
Il documento rileva inoltre che il B-70 è stato proposto come banco di prova per motori per supportare lo sviluppo di altri trasporti supersonici o altri progetti avanzati. Un grafico mostra come vari tipi di motori potevano essere montati nel vano bombe, dai ramjet e i “PULSE-JET” ai motori a reazione solari, ionici e persino nucleari.
La monografia dell'USAF copre anche una serie di varianti proposte più radicali del progetto B-70 che erano focalizzate sulla trasformazione in una nave madre per il lancio di vari tipi di carichi utili all'interno dei vani bombe modificati, sotto la fusoliera dietro carenature specializzate, sopra la fusoliera o sotto le ali. 
Uno di questi concetti prevedeva di trasformare il bombardiere in una piattaforma di lancio aerea per il missile balistico intercontinentale Minuteman I (ICBM). 
L’USAF ha effettivamente effettuato un test nel mondo reale di questa idea di base nel 1974, lanciando un missile Minuteman dal retro di un aereo da trasporto C-5 Galaxy. Dopo che il missile lasciò la stiva del C-5, i paracadute lo fecero cadere in un orientamento quasi verticale, a quel punto i suoi motori a razzo si accesero a mezz'aria e lo indirizzarono istantaneamente verso un finto bersaglio nell'Oceano Pacifico. 
I B-70 avrebbero potuto essere utilizzati per lanciare diversi tipi di veicoli ipersonici, comprese piattaforme di test, come le varianti dell'X-15. Nello stesso periodo in cui il Valkyrie era in fase di sviluppo, l’US Air Force stava anche esaminando progetti di aerei ipersonici, come l' X-20 Dyna-Soar, che si sperava sarebbe stato in grado di eseguire vari tipi di missioni in un ambiente operativo reale. 
Una di queste proposte di nave madre fu curiosamente denominata M-70 Hypersonic Experimental Launch Platform (HELP), una nomenclatura simile alla versione M-21 dell'aereo spia Lockheed SR-71 Blackbird. La Lockheed aveva sviluppato il drone spia ad alta velocità D-21, ora musealizzato.
La versione della nave madre del B-70 lanciata dall'aria era considerata anche un modo per lanciare potenzialmente carichi utili nello spazio; un concetto noto anche come due stadi in orbita, un ruolo che era stato proposto anche per il predecessore dell’SR-71, l’A-12 Oxcart. 
La monografia dell'AFMC include rendering che mostrano versioni modificate del Valkyrie che lancia razzi che trasportano satelliti spia, nonché una capsula spaziale Gemini: ”Alcune proposte fantasiose sono arrivate al punto di proporre il lancio delle missioni con equipaggio Gemini della NASA dalla nave madre Valkyrie", afferma il documento. "Sembra che gli ingegneri fossero alla disperata ricerca di una missione per l'aereo e se un veicolo spaziale fosse stato abbastanza piccolo da poter essere trasportato in questo modo, allora sarebbe stato scelto per essere lanciato dal B-70”.
Vale la pena sottolineare che da decenni circolano voci insistenti secondo cui per questo ruolo sarebbe stato sviluppato anche un qualche tipo di aereo successivo al B-70. 
L'ufficio storico dell'AFMC rileva inoltre che il B-70 sembra aver avuto almeno una certa influenza su vari progetti di trasporto supersonico che vennero dopo, così come su altri veicoli ipersonici proposti o navi madre adattati per il lancio spaziale. Il documento evidenzia somiglianze molto ampie tra il B-70 e il concept art di un aereo ipersonico senza pilota che la Boeing ha rilasciato più recentemente. La North American Aviation si era fusa con Rockwell nel 1967 per formare la North American Rockwell, che alla fine si trasformò in Rockwell International. La Boeing ha acquisito vari componenti della Rockwell International, inclusa la sua divisione aeronautica, nel 1996.
Il programma Valkyrie, come già notato, alla fine fu cancellato a causa di una vasta gamma di fattori, tra cui le sfide tecnologiche, la crescita dei costi, l’espansione dell’arsenale missilistico terra-aria dell’Unione Sovietica e i successivi cambiamenti nella dottrina dei bombardieri dell’USAF. 
L'Air Force ha acquisito solo due prototipi di questo imponente e avanzatissimo velivolo, ufficialmente progettati XB-70A, uno dei quali fu tristemente perso in una tragica collisione mortale a mezz'aria con un F-104 Starfighter della NASA. L'aereo rimanente fu successivamente utilizzato per la ricerca aerospaziale sperimentale sia dall'USAF che dalla NASA, prima del suo ritiro nel 1969. Ora è in mostra al Museo Nazionale dell'Aeronautica Militare degli Stati Uniti presso la base aeronautica di Wright-Patterson a Dayton, in Ohio.
Nel complesso, questa monografia storica è un'affascinante panoramica delle grandi speranze e dei piani ambiziosi che l’US Air Force, così come gli ingegneri della North American, avevano un tempo per quello che è considerato uno degli aerei più affascinanti di tutti i tempi: il B-70 Valkyrie.










North American XB-70 Valkyrie

Il North American XB-70 Valkyrie era un ambizioso prototipo di bombardiere strategico supersonico che sarebbe stato in grado di raggiungere Mach 3,1, una velocità superiore non solo a quella di tutti i bombardieri in servizio all'epoca, ma anche a quella dei caccia.


I costi e le difficoltà di costruzione, nonché la mancanza di idee chiare su come affrontare le difese missilistiche sovietiche, finirono per tagliare il programma dopo soli due prototipi: il primo è attualmente esposto in un museo dell'aviazione a Dayton (Ohio), mentre il secondo precipitò dopo una collisione con un F-104 pilotato da Joseph Albert Walker.

Genesi

Tra le realizzazioni aeronautiche è facile che ci si imbatta in macchine proposte come alternative ad aerei di successo, le quali pur essendo superiori, non riescono a sostituire i velivoli rispetto ai quali esse sono state progettate.
Tra gli aerei difficili da sostituire vi era (e lo è ancora), indubbiamente, il Boeing B-52 Stratofortress: negli anni cinquanta era ancora un progetto immaturo che non aveva raggiunto nemmeno l'operatività, ma in un'epoca in cui la vita operativa degli aerei da combattimento era al più di una decina di anni, per anticipare i termini della sua uscita dalla linea venne emessa nel 1954 una specifica, chiamata GOR-38 (14 ottobre 1954), che aveva la sua essenza nel titolo: "Intercontinental Weapon System Manned Bomber". Le richieste erano, coerentemente con le tecnologie disponibili, ridotte: velocità subsonica con spunti brevi in regime supersonico, e una considerevole autonomia di 11.000 km. A questa specifica avevano lavorato due anni la NASA e l'USAF, oltre che alcune industrie aerospaziali, e si prevedeva che entro nove anni vi sarebbero state in servizio le prime 30 macchine. Due anni dopo il volo del B-52 in versione prototipica e due prima dell'entrata in servizio della primissima versione, tale specifica non marcava un sostanziale passo avanti nelle prestazioni; ma vi sarebbero stati degli sviluppi notevoli di lì a poco.
Non passò molto tempo infatti che la specifica fu rielaborata, con la richiesta di una velocità supersonica sostenuta per penetrare per 1600 km (1000 miglia) in territorio nemico; passarono pochi altri mesi e già nel luglio 1955 venne richiesto un ulteriore aumento delle prestazioni. Il progetto, chiamato ora WS-110A (WS per Weapon System, sistema d'arma), venne anche denominato CPB (Chemically Powered Bomber, cioè bombardiere a propulsione chimica), per distinguerlo dal mai costruito Convair WS-125A NPB (Nuclear-Powered Bomber, bombardiere a propulsione nucleare), e anche per porre l'accento sull'alimentazione dei suoi motori, nella quale al carburante standard era stato aggiunto un boro-derivato, particolare additivo chimico ad alta energia.
Alla fase finale del concorso parteciparono la Boeing e la N.A.A.: quest'ultima aveva elaborato il modello NA-239, con tanto di simulacro (ufficialmente il 12 settembre 1955). La rapidità degli sviluppi aveva portato un aereo che, come è facile immaginare, superava di molto le specifiche, anche perché già esisteva il bombardiere supersonico B-58 Hustler da Mach 2,2. La progettazione venne influenzata dalle specifiche dell'USAF, che era ancora una volta intenzionata a chiedere prestazioni superiori, stavolta con una velocità di Mach 3 in crociera, mentre la variante da ricognizione WS-110L venne presto lasciata decadere dopo essere stata inizialmente richiesta a sua volta.
Il problema di ottenere tali velocità elevatissime comprendeva molti aspetti, come quello aerodinamico e di consumo di energia. Il peso della macchina, che ci si aspettava avrebbe raggiunto le 340 tonnellate, sembrava davvero troppo anche per le ambizioni dell'USAF. Nel luglio del 1957, tuttavia, apparve uno studio completo sulla 'regola delle aree' che rivoluzionò la tecnica degli aerei supersonici, che fino ad allora erano stati quantomeno deludenti. In seguito a questo studio, il dibattito su quale tipo di bombardiere supersonico dovesse essere realizzato divenne particolarmente acceso.
Il 23 dicembre 1957 venne dichiarata vincitrice la NAA, mentre la General Electric ebbe un contratto per i motori YJ93-GE-3, che rispetto a quanto originariamente pianificato avevano alimentazione convenzionale. Lo sviluppo della versione J93-GE-5, che utilizzava il carburante "vitaminizzato" al boro (denominato zip fuel), venne cancellato nel settembre 1959.
A quel punto le cose, che già erano andate speditamente, accelerarono ulteriormente e nonostante un'ulteriore modifica delle specifiche il 31 dicembre (a seguito della quale la sigla del progetto fu mutata in NA-264), già il 2 gennaio 1958 il progetto venne reso definitivo. In realtà il progetto ebbe numerose altre versioni con sigle differenti, come nel caso dei prototipi designati NA-274 (21 settembre 1960) e NA-278 (10 aprile 1961).
Se la confusione delle sigle indicava problemi, le opinioni in ambito dell'USAF erano talmente divise che vennero fatte e ritirate varie richieste innumerevoli volte, come quella della versione da ricognizione, nuovamente richiesta nel 1961 e definitivamente bocciata il 3 maggio 1964.
Il primo duro colpo al costosissimo e difficile programma arrivò già il 3 dicembre 1959, quando vennero cancellati due dei tre prototipi e i vari esemplari di preserie richiesti. All'inizio degli anni sessanta venne richiesto invece un secondo prototipo, assieme a una cellula per prove statiche e 12 aerei operativi. Ma nel 1961 il Presidente Kennedy affermò, in un discorso rimasto famoso, che lo sviluppo degli ICBM aveva reso il B-70 "inutile ed economicamente ingiustificato”.

Progetto

Il Valkyrie, concepito come bombardiere ma in pratica realizzato come aereo sperimentale, utilizzava la configurazione canard ed un'ala a delta, come altre macchine (quali l'odierno Eurofighter Typhoon) avrebbero fatto in seguito, ed era costruito per la maggior parte in acciaio inossidabile ad alto tenore di nichel, pannelli a nido d'ape e titanio. Le prese d'aria si trovavano sotto l'ala, i motori tra le due code verticali. I carrelli erano posti sotto la struttura delle prese d'aria.
Il Valkyrie era progettato per sfruttare un fenomeno chiamato compression lift (portanza di compressione), ottenuto quando le onde d'urto generate da un aereo che voli a velocità supersoniche sostengono parte del peso dell'aereo stesso. Per il verificarsi di questo fenomeno, l'XB-70 ed altri progetti simili sono anche chiamati waveriders ("cavalcatori di onde") con riferimento alle onde d'urto che essi cavalcano. La portanza di compressione rimane, a tutt'oggi, una teoria controversa quando viene applicata all'XB-70.
L'XB-70 è l'unico aereo della sua grandezza ad avere estremità alari mobili, per aumentare la stabilità aerodinamica a velocità supersoniche. Il Valkyrie poteva abbassare le estremità alari di 25 (oltre i 500 km/h) o 65 gradi (oltre Mach 1,4). Le sue estremità alari mobili sono ancora le più estese superfici aerodinamiche mobili mai installate su un aereo.
Il sofisticato sistema di pilotaggio prevedeva anche due alette canard vicino all'abitacolo, a pianta trapezoidale, che erano piuttosto singolarmente di alto allungamento. Il muso, a differenza di quello del Concorde, non era abbassabile durante il decollo, per migliorare la visibilità dell'equipaggio. A questo scopo era invece presente un raffinato parabrezza (che si raccordava col muso) a geometria variabile tra due posizioni: una subsonica, caratterizzata da un'inclinazione ripida, atta a consentire una migliore visibilità in decollo, in atterraggio e in genere alle basse velocità (da tenere presente il fatto che l'equipaggio di due persone si trovava a qualcosa come 33 metri oltre il carrello d'atterraggio e a circa 10 metri dal suolo), e una supersonica, molto meno ripida e aerodinamica, continua nel profilo del muso del Valkyrie, che veniva appunto adottata per il volo ad alta velocità.
La fusoliera, a sezione pressoché circolare e caratterizzata da una raffinatissima aerodinamica, andava a rastremarsi dolcemente sopra l'ala, la quale, dotata di una struttura a delta semplice con estremità acute, aveva una pianta a triangolo rettangolo quasi perfetta.
I comandi di volo erano variamente suddivisi, con degli elevoni sulle ali interne, flaps sulle alette canard, piani di coda quasi totalmente mobili, perfettamente verticali e paralleli tra di loro.
I motori erano gli YJ93, macchine termodinamiche particolari. Esse formavano una batteria di 6 reattori allineati fianco a fianco nella parte posteriore della fusoliera e tra le derive verticali. Si trattava di turboreattori relativamente convenzionali - provvisti però di un "augmentor", un postbruciatore, modulabile - ma non essendo a ciclo variabile erano vulnerabili al surriscaldamento dovuto alle altissime velocità di cui il B-70 era capace. Ecco quindi perché erano alimentati con un carburante speciale, il JP-6 a bassa volatilità, che serviva anche a raffreddare le strutture della turbina. La versione con additivo al boro era stata accantonata nel 1959, ma nella versione convenzionale persistevano ancora vari e complessi problemi di affidabilità e di messa a punto che era necessario risolvere per riuscire a far volare il Valkyrie tanto veloce (e continuativamente) come previsto.
Infatti un motore di tipo convenzionale, come quello installato sul MiG-25, è in difficoltà sempre crescenti al suo avvicinarsi a Mach 3, soprattutto per motivi di surriscaldamento e per i problemi legati alle onde d'urto dell'aria che si abbatte a tre volte la velocità del suono sulle prese.
La soluzione univoca trovata era un complesso sistema di geometria variabile applicato alle prese d'aria dei sei reattori: uno dei primissimi esempi di prese d'aria a geometria variabile controllata da un calcolatore, anche nelle condizioni più estreme di volo era perfettamente in grado di far sì che il flusso d'aria in ingresso rallentasse, da oltre Mach 3 a meno di Mach 1.
La capacità di trasporto carburante era di 136 000 kg, 165 000 litri, con serbatoi sparsi in tutta la fusoliera e le ali e caratterizzati da un rivoluzionario, computerizzato sistema di centraggio e auto-travaso al fine di ottimizzare sempre il centro di gravità in ogni momento del volo. Le prese d'aria erano sotto la fusoliera, con sezione rettangolare, tridimensionali. Esse si congiungevano con l'estremità posteriore della fusoliera nella zona motori, sotto le ali.
Il carrello era di tipo particolare: due elementi principali con due coppie di ruote in tandem, di grande diametro, e un carrello mobile con una sola coppia, molto arretrato rispetto al muso per non avere una gamba troppo lunga.
In termini strutturali e di progettazione di dettaglio, il B-70 aveva una struttura in acciaio inossidabile a nido d'ape, che riguardava il 69% della superficie della cellula, mentre acqua e 2.000 litri di combustibile venivano usati per disperdere il calore, come una sorta di circuito di raffreddamento, perché la temperatura era il principale problema da risolvere. Gli pneumatici avevano carcassa metallica (di una formula innovativa brevettata dalla BF Goodrich), i sedili eiettabili erano racchiusi in speciali capsule di salvataggio, mentre nel radome di prua avrebbe dovuto essere presente un radar, mai installato.
L'abbassamento delle estremità alari aumentava altresì l'effetto di portanza di compressione, poiché l'onda d'urto causata dal cuneo posto al centro dell'ala (e ospitante i motori) veniva ulteriormente intrappolata sotto le ali invece che lasciata sfuggire oltre il bordo d'uscita dell'ala stessa. Si crede comunemente che grazie a questo effetto l'XB-70 abbia il più alto rapporto portanza-resistenza mai ottenuto per un aereo con equipaggio. Questa informazione è citata anche in testi specializzati. Sebbene ci sia effettivamente un miglioramento delle prestazioni, il rapporto non è comunque migliore di quello della maggior parte degli alianti. L'affermazione più corretta sarebbe che l'XB-70 ha il più alto rapporto portanza-resistenza di qualsiasi altro aereo supersonico con equipaggio.
Il ruolo che l'XB-70 doveva ricoprire era quello di bombardiere supersonico ad alta quota, scortato dall'XF-108 Rapier, un caccia trisonico sviluppato dalla North American Aviation in parallelo con l'XB-70. Il Rapier era anche inteso come intercettore per la difesa da un bombardiere sovietico dotato di capacità simili a quelle dell'XB-70. Per contenere i costi, i motori e molti impianti di bordo erano progettati in comune tra i due aerei. In pratica esso era un modello in scala del B-70, ridotto del 50%, ed equipaggiato di soli due motori (i quali però era previsto fossero due YJ93-GE-5 alimentati con combustibile zip fuel al boro).
Questo ruolo era l'estrema evoluzione della filosofia d'impiego classica, ma a Mach 3 davvero pochi caccia, per non dire nessuno, avrebbero potuto insidiare il B-70, meno che mai richiedere la presenza dell'F-108. Un problema più immediato era quello del calore: la stiva porta-bombe superava ampiamente i 300 gradi centigradi, cosa che rendeva il volo supersonico obbligatoriamente disarmato, in quanto non esisteva all'epoca alcun ordigno capace di resistere a tale temperatura né si disponeva di un valido sistema di raffreddamento per la stiva. Comunque la storia avrebbe reso superata la ricerca di tali armamenti, visti i problemi di altro genere incontrati.
A seguito dell'abbattimento dell'U-2 pilotato da Gary Powers, le certezze residue circa l'utilità dell'XB-70 come bombardiere vennero messe in dubbio, e il progetto XB-70 venne tramutato in un programma di ricerca aerodinamica avanzata, propulsione e altri aspetti legati ai grandi aerei supersonici, in particolare al programma statunitense SST. Benché i progetti iniziali prevedesse la costruzione di tre aerei, ognuno dei quali incorporava le modifiche derivate dall'esperienza acquisita dai collaudi dell'aereo precedente, il programma venne interrotto nel luglio 1964 quando erano stati realizzati solo i due primi prototipi.

Storia operativa

Nonostante il diniego del presidente, il B-70 era ancora sulla breccia. Kennedy e i democratici erano assai contrari alla macchina anche per il costo elevatissimo, ma il trasporto passeggeri a velocità supersoniche era una prospettiva concreta e il nuovissimo bombardiere era quantomeno un banco di prova di assoluto interesse. L'USAF riuscì a tenere vivo il programma, che andò avanti anche quando il presidente Kennedy era già stato ucciso. Ma era un programma oramai decaduto di importanza, e praticamente morto anch'esso.
Il primo XB-70 (Bu.No.62-0001) uscì di fabbrica presso la celebre Air Force Plant 42 dell'aeroporto di Palmdale, sobborgo di Los Angeles, l'11 maggio 1964 e da lì effettuò il primo volo il 21 settembre successivo.
Il primo aereo soffrì problemi di vario genere, come la debolezza dei pannelli a nido d'ape, principalmente dovuti all'inesperienza nella costruzione di questo materiale relativamente nuovo. La realizzazione dei pannelli a nido d'ape risultò molto più difficile di quanto anticipato dai progettisti. Un problema più immediato si materializzò nel blocco dei freni del semi-carrello principale sinistro, che all'atterraggio determinò la distruzione delle relative ruote, ma il collaudatore Al White e il colonnello J.Cotton riuscirono a evitare che avvenissero problemi peggiori. Inoltre, il primo aeromobile fu afflitto da perdite nel circuito idraulico, nel circuito di alimentazione e da problemi al carrello d'atterraggio, che era complicato in modo inusuale. Nondimeno, al terzo volo venne superato Mach 1 e il 24 ottobre si raggiunsero mach 1,42 per 40 minuti.
Il secondo esemplare, Bu.No.62-0207, effettuò il roll-out il 29 maggio 1965 e venne fatto decollare per la prima volta il 17 luglio 1965.
Durante un volo del primo Valkyrie, il 7 maggio 1965, il divisorio fra la sezione di destra e quella di sinistra della presa d'aria dei motori si ruppe e venne aspirato dai motori, che vennero danneggiati tutti irreparabilmente.
Il 4 ottobre 1965, nel primo volo a una velocità superiore a Mach 3, i pannelli a nido d'ape cedettero di nuovo sotto sforzo: 60 cm del bordo d'attacco della semiala sinistra vennero letteralmente strappati via.
I problemi strutturali fecero sì che il primo esemplare venisse limitato ad una velocità massima di Mach 2,5.
Questi difetti nella struttura a nido d'ape furono completamente risolti durante la costruzione del secondo velivolo, che volò per la prima volta il 17 luglio 1965. Il 19 maggio 1966 l'aereo numero due volò per 3840 km in 91 minuti, volando a 3.270 km/h (Mach 3,08) a 22.860 metri (75.000 piedi) per 33 minuti. Fu il volo più veloce mai registrato dell'intero programma.

Incidente al secondo prototipo

L'8 giugno 1966, il secondo esemplare andò distrutto a seguito di una collisione con un Lockheed F-104 Starfighter.
La collisione avvenne mentre i due aerei, assieme ad altre macchine supersoniche propulse da motori General Electric, volavano in formazione stretta per una sessione fotografica voluta dalla General Electric per pubblicizzare i suoi motori. Ad un certo punto lo Starfighter si avvicinò molto alla coda e la turbolenza di scia del XB-70 determinò un improvviso rollio rovesciato del F-104 che urtò, asportandoli, i timoni verticali del bombardiere. Il caccia precipitò in una palla di fuoco dopo avere volato per un po' in assetto corretto, mentre il Valkyrie piegò inesorabilmente il muso, ruotò le ali, fino ad assumere un assetto rovesciato e precipitò di piatto, esplodendo nel deserto.
Il pilota collaudatore capo della NASA Joseph A. Walker, che pilotava l'F-104, e Carl Cross, copilota a bordo dell'XB-70, rimasero uccisi, mentre "Al" White, il pilota dell'XB-70, riuscì a usare la capsula di eiezione di cui l'XB-70 era dotato (simile a quella del Convair B-58 Hustler). Molti fattori concomitanti provocarono l'incidente, alcuni riconducibili a errori dei piloti e a cause aerodinamiche, come il "risucchio" di scia che il grande esareattore avrebbe esercitato sul piccolo Starfighter, "attirandolo" inesorabilmente su di sé.
Sebbene sia stato asserito che i vortici abbiano causato la collisione, il tenente colonnello Joe Cotton, collaudatore capo dell'USAF per il B-70, che volava quel giorno in formazione a bordo di un T-38, ha ipotizzato che Walker, non pratico con il volo in formazione con un grande aereo con ala a delta, abbia perso il riferimento di posizione rispetto al B-70, avvicinandosi troppo finché la coda dell'F-104 ha urtato l'estremità alare del Valkyrie.

Continuazione delle ricerche

Il primo esemplare continuò i voli di ricerca nei limiti delle sue prestazioni ridotte finché, a partire dal 25 aprile 1967, venne preso in carico dalla NASA per continuare i voli-test sul regime supersonico. Raccolse una massa inestimabile di dati portando a termine 33 voli (23 per la NASA).
Il 4 febbraio 1969 il Valkyrie numero uno venne ritirato dal servizio e trasportato al Museo Nazionale dell'Aeronautica degli Stati Uniti, alla base Wright-Patterson vicino Dayton (Ohio). Esso è ancora presente nella sua livrea bianca 'anti-nucleare' (per riflettere il lampo di esplosioni vicine), e la sua mole spiega perché fu soprannominato The Thing (la cosa) o The Great White Bird (il grande uccello bianco).

Velivoli concorrenti

I sovietici realizzarono il Sukhoi T-4, un prototipo di bombardiere a medio raggio progettato sulla base delle scoperte fatte durante lo sviluppo dell'XB-70. Di fatto sembrava una copia rimpicciolita (e semplificata) del Valkyrie, e venne sperimentato fino agli anni ottanta. Aveva tra l'altro un sistema di pilotaggio fly-by-wire, e una batteria di motori sistemata come nell'XB-70, ma costituita da soli quattro propulsori. Le prove di volo andarono avanti, ma la comparsa all'orizzonte del Tu-160 "Blackjack" segnò definitivamente il suo destino nei programmi sovietici per un nuovo bombardiere strategico a favore del velivolo Tupolev, più lento ma di maggiori capacità complessive (in pratica della medesima classe del B-1 Lancer).
Poco noto è che gli inglesi emisero a loro volta, sempre nel 1954, un requisito per un bombardiere quasi altrettanto avanzato, e nacquero diversi progetti fra i quali l'Avro Type 730 era giunto quasi al completamento quando, nel 1957, il Libro bianco della difesa lo cancellò di colpo, con una decisione politica che frustrò definitivamente le grandi capacità tecniche dell'industria inglese, ancora negli anni cinquanta competitiva, ma poi, come successe anche in Canada, devastata dal concetto di difesa e offesa affidato ai soli missili (cosa risultata largamente errata, come si vide poi), che sembrava economicamente vantaggioso.

Esemplari e ordinativi:
  • Un modello in scala 1:1 venne completato nel febbraio 1959.
  • XB-70A/1: (NA-278) 62-0001: 83 voli; tempo totale: 160 ore, 16 minuti. Al museo dell'Aeronautica statunitense a Dayton (Ohio).
  • XB-70A/2 (NA-278) 62-0207: 46 voli; tempo totale: 92 ore - 22 minuti. Caduto l'8 giugno 1966 a nord di Barstow, California uccidendo il maggiore dell'Aeronautica Carl S. Cross.
  • XB-70B/3 (NA-274) 62-0208: pensato come il primo YB-70A (preserie) nel marzo 1961, questo prototipo avanzato venne cancellato nel marzo 1964 mentre era in costruzione.
  • YB-70A: 10 ulteriori prototipi avanzati cancellati nel dicembre 1960. Questi YB-70 sarebbero stati portati alle specifiche B-70A una volta completata la fase di test.
  • B-70A: flotta di 50 bombardieri (con serbatoi alari) cancellata nel dicembre 1959.
  • RS-70: flotta alternativa di 50 aerei da ricognizione (con equipaggio da 4 membri e sonda per il rifornimento in volo) valutata nel febbraio 1959.

Aerei in mostra

Valkyrie AV-1 (AF Ser. No. 62-0001) è in mostra al Museo Nazionale dell'Aeronautica degli Stati Uniti a Wright-Patterson AFB vicino a Dayton, Ohio. 




L'aereo fu portato al museo il 4 febbraio 1969, dopo la conclusione del programma di test dell'XB-70. Il Valkyrie divenne l'aereo distintivo del museo, apparendo sulla carta intestata del museo e persino come elemento principale del design del ristorante del museo, il Valkyrie Cafe. Nel 2011, l'XB-70 era in mostra nell'hangar di ricerca e sviluppo del museo insieme ad altri velivoli sperimentali. Dopo il completamento del quarto hangar nel campus principale del museo, l'XB-70 è stato spostato lì alla fine di ottobre 2015.

Specifiche (XB-70A)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2
  • Lunghezza: 185 piedi 0 pollici (56,39 m)
  • Apertura alare: 105 piedi 0 pollici (32,00 m)
  • Altezza: 30 piedi 0 pollici (9,14 m)
  • Superficie alare: 6.297 piedi quadrati (585,0 m2)
  • Profilo alare: esagonale; Radice modificata esadecimale 0,30, punta modificata esadecimale 0,70
  • Peso a vuoto: 253.600 libbre (115.031 kg)
  • Peso lordo: 534.700 libbre (242.536 kg)
  • Peso massimo al decollo: 542.000 libbre (245.847 kg)
  • Capacità carburante: 300.000 libbre (140.000 kg) / 46.745 US gal (38.923 imp gal; 176.950 L)
  • Motopropulsore: 6 × General Electric YJ93 turbogetto postcombustione, 19.900 lbf (89 kN) di spinta a secco, 28.000 lbf (120 kN) con postbruciatore.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 1.787 nodi (2.056 mph, 3.310 chilometri all'ora)
  • Velocità massima: Mach 3.1
  • Velocità di crociera: 1.738 kn (2.000 mph, 3.219 km / h)
  • Autonomia: 3.725 nmi (4.287 mi, 6.899 km)
  • Tangenza: 77.350 piedi (23.580 m)
  • Portanza/resistenza: circa 6 a Mach 2
  • Carico alare: 84,93 lb/piedi quadrati (414,7 kg/m2)
  • Spinta/peso : 0,314.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Thedrive, Wikipedia, You Tube)


























































 

IRIAF - aeronautica militare della Repubblica islamica dell'Iran: consegnati i primi addestratori Yakovlev Yak-130 (in cirillico: Яковлев Як-130, nome in codice NATO “Mitten”).







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Blog dedicato agli appassionati di DIFESA, storia militare, sicurezza e tecnologia. 





La Russia ha di recente consegnato cacciabombardieri-trainer Yak-130 “Mitten” all'Iran dati i crescenti legami militari tra Mosca e Teheran e dei relativi traffici di armi e droni armati che ne sono derivati.
L'agenzia di stampa Tasnim, collegata al Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha confermato che l'aeronautica militare della Repubblica islamica dell'Iran (IRIAF) ha ricevuto i velivoli in questione. La notizia divulgata include anche una foto di uno Yak-130 in un hangar che mostra uno schema di verniciatura IRIAF ad alta visibilità. Un video su Twitter mostra uno Yak-130 con la stessa verniciatura in rullaggio presso la base aerea iraniana di Isfahan.
L’arrivo dello Yak-130 in Iran si adatta alle precedenti notizie secondo cui Teheran si sarebbe assicurata nuovo equipaggiamento russo in cambio dell’aiuto allo sforzo bellico di Mosca in Ucraina. La Russia ha iniziato ad acquistare droni iraniani nel 2022 in preludio ai raid in corso contro l’Ucraina utilizzando droni kamikaze Shahed-136 di fabbricazione iraniana, iniziati in ottobre 2022.





In cambio di droni e altre forniture, la Russia fornirebbe sistemi d’arma più avanzati, tra cui un lotto di caccia Su-35 “Flanker-E”. Si ha avuto notizia del presunto accordo sul Su-35 quando i media statali iraniani hanno affermato che Mosca e Teheran hanno finalizzato l’accordo a marzo 2023. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha detto ai giornalisti a febbraio che lo scambio includeva anche Yak-130, elicotteri d'attacco e radar.
Lo Yak-130 era originariamente un progetto congiunto tra la russa Yakolev e l'ex produttore italiano Aermacchi; il progetto fallì e portò a due progetti notevolmente simili, uno russo e uno italiano. Mentre Aermacchi e il suo futuro successore Leonardo producevano l'M-346 Master, lo Yak-130 è entrato in servizio nel 2010 per sostituire la vecchia flotta russa di addestratori cecoslovacchi Aero L-39 Albatros.
Non è solo un aereo da addestramento, lo Yak-130 ha una capacità secondaria di attacco leggero. I suoi nove punti d'attacco possono trasportare cannoni, razzi, missili aria-aria R-73 (AA-11 “Archer”) e bombe guidate e non guidate.
Sebbene non sia un passo assolutamente definitivo verso i caccia Su-35 dell’IRIAF, lo Yak-130 avvicina sicuramente l’Iran all’utilizzo dei moderni velivoli da combattimento russi. Lo Yak-130 è probabilmente il jet veloce più avanzato in servizio con l’Iran in generale, il che avrà altri impatti quando si tratterà di modernizzare l’IRIAF. L’Iran potrebbe anche utilizzare lo Yak-130 in un ruolo di attacco leggero. La giunta militare in Myanmar, ad esempio, ha utilizzato i suoi Yak-130 per attacchi aerei. 
Ora dovremo aspettare e vedere se i Su-35 seguiranno le orme dello Yak-130. Sembra proprio che l'Iran si stia preparando a ricevere il velivolo, con rapporti secondo cui i piloti iraniani hanno già ricevuto l'addestramento sul Flanker-E. Anche un modello in scala reale di un Su-35 è stato avvistato nella nuova base aerea iraniana altamente fortificata che dispone di un ampio parcheggio sotterraneo per aerei e aree di supporto, denominata "Eagle 44".
In ogni caso, lo Yak-130 non sarà l’ultimo trasferimento di armi dalla Russia all’Iran poiché Mosca continua a fare estremo affidamento sulla collaborazione di Teheran per sostenere il suo sforzo bellico in Ucraina.






Yakovlev Yak-130 (Яковлев Як-130, codice NATO: Mitten)

Lo Yakovlev Yak-130 (in cirillico: Яковлев Як-130, nome in codice NATO: Mitten), anche noto come Yak-AT, è un addestratore avanzato di fabbricazione russa sviluppato dallo Yakovlev Design Bureau negli anni duemila ed entrato in servizio nell'aeronautica militare russa nel 2009.
Inizialmente progettato congiuntamente con l’italiana Aermacchi, lo sviluppo del velivolo è poi proseguito separatamente dando origine all'M-346 Master.
In grado di fornire supporto aereo alle forze a terra e di impiegare un vasto arsenale di sistemi d'arma, lo Yak-130 è stato adottato dalle forze aeree di numerosi paesi asiatici ed africani.
Al 2021 risulta in servizio attivo in oltre 100 esemplari nelle forze armate russe.






Storia del progetto

Lo sviluppo dello Yak-130 iniziò nel 1993 secondo un programma congiunto tra la Yakovlev e l'Aermacchi per realizzare un addestratore avanzato capace di formare i futuri piloti di caccia di nuova generazione, come l'Eurofighter Typhoon, il Dassault Rafale, l'F-35 e il Sukhoi PAK FA o Su-57 Felon. Il programma prevedeva un velivolo caratterizzato da un'ala alta e una singola deriva verticale, spinto da 2 turbofan e con un abitacolo con 2 posti in tandem capace di garantire elevate manovrabilità, stabilità senza rinunciare a una velocità subsonica.
Il dimostratore effettuò il primo volò nel 1996. A pilotare l'aereo è stato il pilota collaudatore Andrej Sinicyn. Durante questo volo l'aereo ha raggiunto la velocità di 350 km/h alla quota di 2.000 m. In totale sono stati effettuati circa 300 voli del prototipo dell'aereo.
Ma nel 1999, la partnership fu sciolta, perché le due parti non riuscirono ad accordarsi su vari aspetti del velivolo, pertanto i due costruttori seguirono diversi percorsi di sviluppo, con alla base sempre la stessa filosofia progettuale iniziale: l'Aermacchi con il suo Aermacchi M-346 e la Yakovlev con lo Yak-130.
Il 19 maggio 2009 ha volato il primo Yak-130 di serie, nelle mani dei collaudatori Roman Taskaev e Sergey Kara. L'aereo è stato ordinato dalla Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii (le forze aeree russe) in 12 esemplari come addestratore avanzato battendo il rivale MiG-AT.
Benché nato come addestratore avanzato è stata messa a punto una versione appositamente per l'attacco leggero.
La V-VS ha sostituito presso le proprie scuole di volo gli anziani Aero L-39C Albatros con 74 esemplari di Yak-130 Mitten entro il 2015, anche se al momento ne ha ordinato solamente alcune unità.
Altri clienti dell'addestratore avanzato russo sono l'aeronautica militare dell'Algeria con 16 esemplari ordinati nel 2006 e la forza aerea della Libia con 6 macchine ordinate nel 2009. Aeronautica militare siriana, con 36 aviogetti nel 2010.

Incidenti

Il 26 luglio 2006 durante un volo di prova dello Yakovlev Yak-130 il sistema di pilotaggio del velivolo si bloccò per cause non certe, di conseguenza i due piloti a bordo dell'aereo si eiettarono dalla cabina di pilotaggio prima dello schianto a terra.
Il 29 maggio 2010 nei pressi dell'aeroporto di Lipeck nella Russia europea durante il volo d'addestramento del Yakovlev Yak-130 un propulsore del velivolo si arrestò per cause non accertate. Due piloti a bordo dell'aereo si eiettarono. Il Ministero della Difesa della Russia decise il blocco dei voli degli aerei Yak-130 in Russia fino all'accertamento delle cause dell'incidente.

Utilizzatori:
  • Algeria - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Jaza'iriyya - opera, al gennaio 2019, con 16 esemplari di Yak-130 acquistati dal governo algerino, e consegnati a partire dal 2009.
  • Bangladesh - Bangladesh Biman Bahini - 16 Yak-130 ordinati e consegnati a partire dal 2015. A dicembre 2017 gli esemplari in servizio sono 13, in quanto un aereo è andato perso in un incidente luglio e due a dicembre.
  • Bielorussia - Voenno-vozdušnye sily i vojska protivovozdušnoj oborony - 8 esemplari ordinati. Ulteriori 4 esemplari sono stati consegnati a maggio 2019, portando a 12 gli esemplari in servizio.
  • Birmania - Tatmadaw Lei - 10 Yak-130 consegnati tra il 2017 ed il 2018. A dicembre 2019 sono stati consegnati ulteriori 6 aerei che hanno portato a 16 il numero degli esemplari in servizio.
  • Iran - Niru-ye Havayi-ye Artesh-e Jomhuri-ye Eslami-e Iran - 2 Yak-130 consegnati a fine agosto 2023. Non si conosce il numero di aerei ordinati.
  • Laos - Lao People's Liberation Army Air Force - Un ordine per sei-dieci aerei (con un fabbisogno di circa 20), ha visto la consegna di soli 4 Yak-130 nel dicembre del 2018.
  • Russia - Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii - contratto per 109 esemplari di cui 89 già consegnati al dicembre 2016.
  • Vietnam - Không Quân Nhân Dân Việt Nam - Secondo fonti russe, il Vietnam avrebbe ordinato 12 Yak-130 a fine 2019, per un accordo del valore di 350 milioni di dollari.

Specifiche (Yak-130)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 2
  • Lunghezza: 11,49 m (37 piedi 8 pollici)
  • Apertura alare: 9,84 m (32 piedi 3 pollici)
  • Altezza: 4,76 m (15 piedi 7 pollici)
  • Superficie alare: 23,52 m 2 (253,2 piedi quadrati)
  • Peso a vuoto: 4.600 kg (10.141 libbre)
  • Peso lordo: 7.250 kg (15.984 libbre)
  • Peso massimo al decollo: 10.290 kg (22.686 lb)
  • Motopropulsore: 2 motori turbofan Ivchenko-Progress AI-222-25, spinta da 24,52 kN (5.510 lbf) ciascuno.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 1.060 kmh (660 mph, 570 kn)
  • Velocità di crociera: 887 kmh (551 mph, 479 kn)
  • Velocità di stallo: 165 km / h (103 mph, 89 kn)
  • Autonomia: 2.100 km (1.300 mi, 1.100 nmi)
  • Raggio d’azione: 555 km (345 mi, 300 nmi) 
  • Tangenza: 12.500 m (41.000 piedi)
  • limiti g: + 8,0 − 3,0
  • Velocità di salita: 65 m/s (12.800 piedi/min)
  • Carico alare: 276,4 kg/m 2 (56,6 lb/piedi quadrati)
  • Spinta/peso : 0,70.

Armamento
  • POD per cannoni SNPU-130
  • Punti di ancoraggio: 9 (1 su ciascuna estremità alare, 3 sotto ciascuna ala e 1 sotto la fusoliera) con una capacità fino a 3.000 kg (6.614 lb), con disposizioni per trasportare combinazioni di: Razzi: razzo S-8 da 80 mm, razzo S-25 - Missili: missili aria-aria con puntamento a infrarossi R-73 - Bombe: FAB-M62, ZB-500, KAB-500Kr.







Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


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sabato 2 settembre 2023

GUERRA RUSSIA - UCRAINA: le forze missilistiche russe adattano i missili P500, P700 e P1000 per gli attacchi terrestri.







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Alla luce delle notizie diffuse su vari media non russi, si è riscontrato che il Ministero della Difesa russo sta modificando gli antiquati missili antinave di epoca sovietica in missili terra-terra o di superficie.
Nonostante il passare del tempo, la Russia conserva un inverosimile arsenale di potenti missili: questa collezione include - tra gli altri - i P-700 Granit, P-500 Basalt e P-1000 Vulkan. Queste armi, oltre alla loro funzione primaria di attaccare e affondare navi militari ostili, possiedono la capacità di attaccare le infrastrutture terrestri.
In effetti, i missili antinave Onyx P-800, rinomati per la loro efficienza, hanno dimostrato la loro potenza nei test di attacco terrestre. Questi ordigni supersonici possiedono la capacità di violare quasi tutti i sistemi di difesa aerea. Di conseguenza, una miriade di esperti russi hanno ipotizzato che il P-700 Granit, il P-500 Basalt e il P-1000 Vulkan siano missili efficaci per colpire bersagli terrestri. 

I SISTEMI MISSILISTICI P-700 GRANIT

Prodotto inizialmente nel 1983, il P-700 Granit è un missile supersonico, che presenta alcune somiglianze con l'Onyx. Progettato principalmente per l’impiego imbarcato sui sottomarini Granit e Antey, questo missile è stato per decenni una componente importante dell'arsenale militare russo. Tuttavia, con la maggior parte di questi sottomarini smantellati e successivamente distrutti, l'utilità del P-700 Granit nella sua forma originale è diminuita. 





Date queste circostanze e data la evidente scarsità di missili cruise, la conversione in missili lanciati da terra è un’evoluzione logica. Questa trasformazione non solo estende la vita operativa di questi missili, ma si allinea anche con la direzione strategica dell’esercito russo. Gli sviluppi futuri indicano uno spostamento verso sistemi missilistici più recenti, in particolare i Kalibr e gli Zircon. Pertanto, si prevede che l'era del P-700 Granit, nella sua forma originale, giungerà presto alla sua conclusione.

I SISTEMI MISSILISTICI P-500 Bazalt

Il P-500 Bazalt, un missile supersonico che somiglia all'Onyx, è stato impiegato esclusivamente dalla portaerei Admiral Kuznetsov. 



Tuttavia, alla luce degli sforzi di modernizzazione in corso, la Kuznetsov sarà probabilmente dotata di missili tecnologicamente più avanzati. Di conseguenza, si prevede che i P-500 Bazalt rimarranno in gran parte inattivi nel prossimo futuro.

I SISTEMI MISSILISTICI P-1000 Vulcan

Il P-1000 Vulcan è un missile altamente sofisticato, sviluppato come successore del P-500 Bazalt. 





Questa transizione segnò un progresso cruciale nella tecnologia militare, avvenuto verso il crepuscolo dell'esistenza dell'Unione Sovietica. Gli incrociatori missilistici Marshal Ustinov e Varyag fungono da vettori principali per questa arma all'avanguardia. In particolare, la nave da guerra Marshal Ustinov, anche dopo la sua modernizzazione, continua a ospitare 16 lanciatori dedicati a questi missili avanzati.

LA CONVERSIONE

Il P-500 Basalt, possiede innegabilmente la capacità di essere utilizzato come missile superficie-superficie. 



Ciò è dovuto principalmente al fatto che non esistono più vettori progettati per il loro dispiegamento. Tuttavia, è interessante notare che missili come il P-700 Granit e l’ancor più potente P-1000 Vulcan continuano ad essere ufficialmente in servizio su diverse navi e sottomarini formidabili. Pertanto, la fattibilità della loro modifica per gli scioperi terrestri è, in una certa misura, limitata e non del tutto illimitata.
I rapporti che emergono dalla sfera dei media occidentali indicano che il Ministero della Difesa russo sta contemplando un significativo cambiamento strategico. Nello specifico, stanno riflettendo sulla possibilità di riutilizzare i missili antinave dell’epoca della Guerra Fredda, reindirizzando il loro formidabile potenza distruttiva verso obiettivi terrestri. È fondamentale sottolineare l’entità del potenziale impatto di questi missili, poiché ciascuno è dotato di un carico esplosivo di 1.000 chilogrammi.
I rapporti indicano che la Russia possiede un arsenale comprendente centinaia di missili Basalt, insieme alla sua versione modificata, il P-1000 Vulcan. Allo stesso tempo, la nazione ospita anche migliaia di missili P-700 Granit. Data l’entità di queste cifre, una salva avviata da tutte le navi in servizio attivo potrebbe potenzialmente lanciare circa 500 missili. Inoltre, l’esistenza di altre migliaia di missili in riserva rafforza ulteriormente l’inventario missilistico della Russia.
La necessità di modernizzare i missili è evidente. Attualmente, questi missili sono progettati per colpire obiettivi in mare – un compito relativamente semplice data la mancanza di complessità geografiche nell’ambiente marino. La transizione di questi missili verso obiettivi terrestri, tuttavia, rappresenta una sfida significativa a causa della topografia complessa e varia del territorio. Le complessità dei paesaggi terrestri richiedono una revisione completa e il successivo aggiornamento della tecnologia missilistica esistente.
Esiste la possibilità che gli ingegneri russi stiano attualmente affrontando questo problema. Le osservazioni hanno rivelato che diversi missili russi hanno già iniziato a integrare il GLONASS e sistemi di guida inerziale. Gli esperti affermano che il processo di modifica dei missili P-700 Granit, P-500 Basalt e P-1000 Vulcan per obiettivi terrestri potrebbe durare sei mesi, se non di più.
Il dispiegamento del missile è un’indicazione che la Russia sta adottando quella che può essere definita la “strategia del lavello da cucina”, secondo l’analisi di Ian Williams, vicedirettore dello stimato Missile Defense Project presso il rinomato Center for Strategic and International. Studi, che ha trasmesso nella prima parte di quest’anno.
Al momento, assistiamo a una notevole diversità nei tipi di missili, che vanno dai modelli più recenti alle versioni più datate. L'intenzione sembra essere un desiderio di infliggere danni indiscriminati, come osservato da Williams. Ha affermato che i missili Kh-22, nel loro utilizzo predominante, si discostano in modo significativo dall’applicazione militare prevista, funzionando effettivamente come strumenti di terrore per la popolazione.
Williams sostiene che i russi stanno impiegando una vasta gamma di proiettili, inondando lo spazio aereo ucraino con una pletora di elementi di disturbo. Questa strategia mira a creare una certa confusione nel sistema di difesa aerea ucraino, indebolendone così l’efficacia operativa.
Le fortificazioni aeree dell’Ucraina, rafforzate dalla tecnologia occidentale, hanno finora dimostrato un’efficacia impressionante nel limitare le offensive russe, come confermato da diversi esperti in precedenti discussioni. Tuttavia, resta l’inevitabile realtà che la deterrenza totale è un ideale irraggiungibile.
Secondo Williams, lo spiegamento di un simile missile antinave è indicativo di un “approccio a breve termine” adottato dalla Russia. Questa strategia, sostiene, compromette la capacità della Russia di contrastare efficacemente altre minacce incombenti.







Il missile Kh-22, secondo la sua dichiarazione, rappresenta uno degli strumenti principali dell'arsenale russo progettato per contrastare le forze della US NAVY o della NATO. Tuttavia, è interessante osservare che questi missili vengono schierati per colpire senza vergogna alcuna edifici residenziali e magazzini.
Questo approccio mostra un sorprendente grado di visione a breve termine. È come lanciare frettolosamente qualunque risorsa sia a portata di mano in qualsiasi modo immaginabile, con l’intenzione differita di gestire le ripercussioni.




Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
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US ARMY - US MARINES - Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti (USSOCOM): il Corpo dei marines statunitensi ha raggiunto la piena capacità operativa per il fucile da “sniper” BARRETT ASR MK 22 Mod.0.

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