mercoledì 11 settembre 2019

Marina Militare Italiana: i nuovi sottomarini “U-212A Near Future Submarine” NFS


Fincantieri e gli omologhi cantieri francesi Naval Group hanno firmato nel mese di giugno 2019 un accordo a lungo termine per la creazione di una joint venture per la costruzione e la commercializzazione di navi militari, a partire da un  nuovo progetto di "corvetta di pattuglia europea".
Lontano dalle luci della ribalta, la lunga collaborazione italiana con l'industria navale tedesca per la costruzione di sommergibili sta riprendendo piede con la notizia che Fincantieri costruirà altri quattro sommergibili U-212 NFS per la Marina Militare Italiana in collaborazione con Thyssenkrupp Marine Systems.
Il prossimo lotto sarà una versione aggiornata dei quattro sottomarini già in servizio, e porteranno ad un totale di otto i battelli gli U-212 che l'Italia ha costruito in partnership con la Germania.



Conosciuti come “U-212A Near Future Submarine”, o NFS, i prossimi quattro sottomarini saranno caratterizzati da una grande utilizzo di nuove tecnologie fornite dall'industria italiana, combinando ulteriormente il know-how italiano e tedesco e dimostrando che l'integrazione dell'industria navale europea non è solo un affare italo-francese.



Il progetto principale è simile ai precedenti sommergibili allo scopo di contenere i costi logistici, ma ci sarà molto lavoro da parte dell'industria italiana per migliorare le capacità e contribuirà anche a migliorare la base industriale del paese.
Il bilancio della difesa italiana di quest'anno, prevede che il costo complessivo di quattro unità NFS sarà di 2,35 miliardi di euro (2,65 miliardi di dollari); il contratto con Fincantieri per la prima coppia sarà firmato entro la fine del 2019.
La firma porrebbe fine ai rapporti francesi che NAVAL GROUP sta informalmente lanciando sul suo sottomarino Scorpene attack per l’Italia nella speranza che Roma abbandoni definitivamente gli U-212.
Il programma per i nuovi 4 sommergibili U-212 NFS (Near Future Submarine) destinati alla Marina Militare è molto vicino alla sua finalizzazione. A causa dei limitati fondi disponibili il contratto sarà suddiviso in diverse tranche: 
una prima tranche, che dovrebbe partire subito, e comprenderà la realizzazione di un primo sommergibile, più un simulatore ed il supporto logistico. 
Successivamente dovrebbero seguire un altro sommergibile e poi ancora ci sarebbe l’opzione finale per le ultime 2 unità (sostanzialmente quindi 1+1+2 unità). 
Con questi 4 nuovi sottomarini AIP sarà possibile rimpiazzare le unità classe SAURO 3a e 4a serie (PELOSI, PRINI, LONGOBARDO e GAZZANA PRIAROGGIA) ancora in servizio mantenendo una componente subacquea costituita da 8 unità (come previsto anche dalle “Linee di indirizzo strategico 2019-2034 della Marina Militare). 
Rispetto ai precedenti 4 U-212A, i nuovi U-212 NFS includeranno moltissime tecnologie ed apparati sviluppati e realizzati nel nostro Paese (sollevamenti elettrici, nuove batterie al Litio, ecc.).



Gli U212 già oggi garantiscono una autonomia in immersione che gli consente di operare per almeno due settimane senza venire in superficie allo snorkel; si tratta di un valore circa 6-7- volte superiore a quello che poteva fare un sommergibile convenzionale senza AIP: ad oggi sembra che si sia arrivati alle 3 settimane. Per sottomarini di quelle dimensioni due-tre settimane continuative in mare sono con tutta probabilità il massimo sostenibile dall'equipaggio e sono ritenute sufficienti per l'espletamento della stragrande maggioranza delle operazioni in un bacino ristretto come il Mediterraneo.
Dimensioni più generose con conseguente aumento dell'autonomia in immersione sono utili per marine che operino in teatri più ampi dove diversi giorni di navigazione occulta sono necessari anche solo per raggiungere l'area di operazione; allora ecco che Giappone, India e in futuro Australia si sono dotate e si doteranno di SSK-AIP che possano garantire quelle maggiori prestazioni. Germania e Norvegia, forse con un occhio alle future rotte artiche, hanno sicuramente considerato di dover operare nell'Atlantico Settentrionale e nel Mare del Nord.

D'altra parte dimensioni più generose non aggiungono nulla alla soluzione del fondamentale problema cinematico che rende un SSK drammaticamente inferiore ad un SSN; le differenze di velocità e di spunto renderebbero nella maggior parte dei casi impossibile per l'SSK raggiungere una posizione nel cerchio di lancio che possa permettere di colpire un sommergibile ostile. 
Semplificando, è indispensabile raggiungere una posizione tra gli 80 ed i 45° di prora rispetto alla rotta del nemico e per fare questo bisogna essere più veloci.
L'SSK-AIP dopo aver pattugliato magari per giorni davanti ad una base di SSN nemici si troverebbe nella stessa drammatica, frustrante ed irrisolvibile situazione di inferiorità nella quale si trovavano i sommergibili della II GM nell'attaccare navi da guerra o convogli di navi mercantili.
Quindi, secondo alcun i esperti, l'SSK-AIP potrebbe in alcuni casi avere ragione di un SSN anche se solo in condizioni particolari e favorevoli, molto spesso in concorso con altri mezzi navali ed aerei. 
Pertanto, dato che non è e non potrà mai essere paragonabile ad un SSN perchè dare al sottomarino AIP dimensioni maggiori a scapito della furtività se non è strettamente necessario?
Purtroppo, un SSK AIP non sarà mai capace di competere con un SSN in velocità data la differenza di potenza installata. L'autonomia in immersione dovrebbe essere vicina ai 30 giorni e non. La traversata dello Scirè oltre Atlantico nel 2009 dalle Azzorre alla costa statunitense fu eseguita in immersione per 18 giorni ad una velocità media di 5.5-6 nodi. Le nuove celle a combustibile più piccole e potenti permettono di installarne di più nello stesso spazio; se il sottomarino fosse leggermente più grande come auspicato da molti, sia in larghezza che in lunghezza, se ne potrebbero installare ulteriori e questo permetterebbe di generare con le sole celle a combustibile sufficiente potenza per progredire a 10-12 nodi senza l'ausilio delle batterie che, essendo al litio-ferro, hanno un volume ed un peso più piccole di un terzo delle attuali; quindi, se ne potrebbero installare il triplo accoppiate ad un motore/ generatore di una potenza adeguata. Ciò permetterebbe spunti di velocità importanti. Le maggiori dimensioni altresì permetterebbero di imbarcare più combustibile mettendo in grado l'unità di poter operare a lungo raggio anche in Oceano, dando all'equipaggio una migliore abitabilità, più vettovagliamenti e più armi; in Mediterraneo i Smg AIP potrebbero operare a velocità più elevate se richiesto.
A parere degli esperti, le operazioni dei nostri futuri battelli AIP non devono essere circoscritte al Mediterraneo ma anche oltre. 
La reputazione dell'U-212 si basa sul suo sistema di propulsione indipendente dall'aria, che è alimentato da celle a combustibile a idrogeno e ossigeno e permette lunghi periodi di navigazione subacquea e passaggi estremamente silenziosi.
Il sistema AIP rimane nella versione NFS, ma l'industria italiana è stata chiamata a sviluppare una nuova batteria agli ioni di litio piuttosto che una batteria al piombo-acido che è italiana al 100%; ha richiesto tre anni di ricerca e sviluppo per essere perfezionata, ed è più performante delle batterie precedenti. L'Italia sarà la prima marina europea ad adottare gli ioni di litio.
Ai nuovi battelli U212NFS verrà inoltre applicato allo scafo un nuovo rivestimento in fluoro-polimero che riduce le incrostazioni e la resistenza aerodinamica, migliora l'idrodinamica dell'imbarcazione attraverso regolazioni al design della prua.
Grazie alle nuove batterie, alla vernice a base di “metamateriali”, al nuovo design della prua ed ai miglioramenti alle FUEL-CELLS, l'autonomia del nuovo U212NFS sarà molto incrementata.
L'NFS sarà leggermente più lungo della classe TODARO, in parte per ospitare un'antenna in più per fornire nuove capacità di guerra elettronica ECM-ECCM, mentre tutte le antenne saranno movimentate utilizzando sistemi elettrici invece che idraulici con gli aggiornamenti forniti dalla ditta italiana Calzoni.
La Marina Militare Italiana sta valutando opzioni nazionali per un nuovo sistema di gestione del combattimento e di guerra elettronica, mentre i nuovi sottomarini saranno progettati per essere in grado di lanciare missili mare-mare e mare-terra.
Anche un nuovo sistema di emersione d'emergenza sarà di progettazione italiana e non tedesca, come per i precedenti sottomarini.
Con il primo NFS in servizio nel 2025, l'Italia sarà in grado di ritirare finalmente dal servizio operativo i suoi vecchi sommergibili classe Sauro, mantenendo la sua flotta ad un totale  di otto sottomarini, che è il requisito nazionale italiano per la sua flotta subacquea.
L'obiettivo di coinvolgere l'industria italiana nell'NFS è stato quello di aumentare la possibilità che l'Italia possa ora esportare i sistemi costruiti per i sommergibili, a partire dalle nuove batterie.
La marina tedesca che gestisce attualmente una flotta di sottomarini classe U212A, è anch’essa orientata verso una prossima generazione di unità subacquee.
La Bundesmarine prevede di aggiungere due sottomarini alla sua flotta che rientrerà in una nuova classe di sottomarini U212 di progettazione comune.
Diversi progetti di ricerca e sviluppo sono attualmente in corso con l'obiettivo di avere il primo sottomarino nel 2025, secondo il Cpt Joachim Brune della Marina tedesca.
Brune ha illustrato alcuni degli sforzi in corso per il progetto di progettazione comune in corso, compresi i nuovi siluri, la nuova tecnologia delle batterie e la tecnologia 3D anti-submarine warfare (ASW). Gli attuali U212As sono stati prodotti da Thyssenkrupp.
Il nuovo design avrà lo stesso grado di automazione delle attuali piattaforme U212; la ricerca di una maggiore automazione mira comunque a ridurre il numero dei componenti l’equipaggio necessari che si attesta in 29 unità.
Un sistema interattivo di difesa e attacco per sottomarini sarà integrato nel nuovo progetto per la difesa contro gli elicotteri ASW con il desiderio di portare le capacità di contromisure a bordo dell'U212CD.
Sarà inoltre integrata la nuova tecnologia delle batterie agli ioni di litio, che fornirà più potenza con meno manutenzione.
Questo sviluppo tecnologico si estende alle nazioni partner della Germania, tra cui la Norvegia e l’Italia; quest'ultima gestisce gli U212A.
Come già evidenziato, nel marzo 2017 l'Italia e la Germania hanno firmato un memorandum d'intesa per estendere ulteriormente la loro cooperazione sulla tecnologia sottomarina. Le due nazioni hanno una lunga storia di cooperazione con il programma U212A; la Marina Militare Italiana gestisce attualmente quattro sommergibili della classe U212A classe Todaro.
L'Italia sta valutando il calendario 2020 per i nuovi sommergibili. Parlando all'UDT Europe, il Cpt Maurizio Cannarozzo, responsabile del programma sottomarini del Ministero della Difesa italiano, ha dichiarato: "Il 2020 è vicino, quindi non è il momento di scommettere, è il momento di rinnovarsi e aggiornarsi".
L'Italia sta concretamente avviando un nuovo programma per i sottomarini del futuro (NFS) che esaminerà varie tecnologie future.
L'NFS vedrà il rinnovo dei sommergibili della classe Sauro, attualmente gestiti dalla Marina Militare Italiana, con una sostituzione one to one con un tempo di consegna stimato per le prime due navi nel 2025-26.
Cannarozzo ha altresì evidenziato il progetto “Far Seas”, lanciato nel 2010, che fornirà batterie di nuova generazione per i futuri sommergibili.
I test preliminari delle celle per il progetto “Far Seas” sono stati completati e lo sviluppo è ora in fase avanzata, con una stima di 18 mesi per completare i prototipi funzionali.
Altri miglioramenti tecnologici per l'NFS comprendono nuovi materiali di rivestimento, consumi di carburante ridotti, maggiore durata, nuove capacità optoelettroniche e l'aggiunta di veicoli a pilotaggio remoto o autonomo AUV e UUV.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
















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