sabato 7 maggio 2022

FINALMENTE IMBARCATO SUL TRIESTE IL RADAR AESA LEONARDO “KRONOS POWER SHIELD” IN BANDA “L” E IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM ATHENA-SADOC Mk4


SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La più grande nave da guerra costruita e allestita nell'ambito dell'ultimo programma di rinnovamento della flotta italiana è stata varata presso il cantiere Fincantieri di Castellammare di Stabia in data 25 maggio 2019, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della figlia Laura, madrina della bella unità, prossima ammiraglia della flotta.
Il contratto di costruzione ammonta a circa 1,1 miliardi di euro e prevede anche un pacchetto logistico e formativo con supporto durante la cantieristica, compresi corsi, pezzi di ricambio e documentazione tecnica per i primi dieci anni di servizio. 
Dopo il primo taglio dell'acciaio del luglio 2017, è seguita la posa del blocco chiglia a febbraio 2018; quasi tutte le attività di costruzione navale sono state svolte presso lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia, dove la nave ha completato l'allestimento di propulsione e la gestione navale prima di essere trasferita allo stabilimento del Muggiano (La Spezia) per ultimare l’allestimento e le prove dei sistemi della piattaforma, l'equipaggiamento del sistema di combattimento e dei radar AESA.





FINALMENTE IMBARCATO SUL TRIESTE IL RADAR AESA “POWER SHIELD” IN BANDA “L”

Leonardo ha adottato una strategia di alto livello per garantire il costante avanzamento nei settori tecnologici chiave. Laboratori dedicati a specifiche aree di ricerca applicata promuovono l'effettiva integrazione di componenti innovativi all'interno del nostro portafoglio radar esistente e i nuovi sviluppi in questo ambito. Un elemento chiave di questa strategia è la progettazione della più avanzata famiglia di radar AESA: la famiglia dei Kronos che presenta versioni a facce fisse, rotanti, in banda X, C ed L, ed è basata su tecnologia proprietaria all’Arseniuro di Gallio (GaAs) e al Nitruro di Gallio (GaN).


Il portafoglio radar include la famiglia RAT31 di radar a lungo raggio, in versione fissa  e dispiegabile per la sorveglianza early warning, radar per il controllo del tiro (famiglia dei sistemi NA30S e Falco Plus), necessari per il controllo dei sistemi d’arma e la guida di batterie di missili. Completano l’ampia gamma dei sensori radar della Divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale i radar per la sorveglianza passiva (AULOS), per l’atterraggio di precisione (PAR), per l’identificazione amico-nemico (IFF) per applicazioni navali e terrestri, insieme ai radar di sorveglianza bidimensionali per applicazioni di navigazione e costieri.








Leonardo ha finalmente ultimato la messa a punto del "primo radar completamente digitale d’Europa”, un radar a scansione elettronica completamente digitale e attiva: il Kronos Power Shield in banda L - che, secondo l'azienda, sarà l'unico del suo genere in Europa.
Il radar Kronos Power Shield in banda L è stato finalmente imbarcato di recente sulla nuova nave della Marina Militare Italiana, la L.H.D. “TRIESTE”.
Il nuovo radar Leonardo AESA è un sistema completamente digitale, che consente di gestire una maggiore quantità di dati in minor tempo, migliorando così le prestazioni del radar.
I radar a scansione elettronica attiva utilizzano griglie di piccoli moduli di ricezione in trasmissione, ognuno dei quali genera un singolo raggio radar che può essere combinato per creare un raggio radar più grande, composito e diretto.
Con ogni TRM contenente la propria fonte di alimentazione, la rottura di un TRM influisce pochissimo sulle prestazioni complessive, a differenza dei radar tradizionali dove un'unica fonte di alimentazione dietro l'antenna alimenta l'intero radar, il che significa un guasto totale in caso di perdita della fonte di alimentazione.
La novità principale del nuovo radar di Leonardo è che il segnale di trasmissione e ricezione è già digitale a livello del singolo elemento radiante, basato su “TRM digitali ospitati nei cosiddetti blocchi denominati Digital Active Tile".
Utilizzando un sistema completamente digitale significa che il ricetrasmettitore radar è più sottile e permette al sistema radar di elaborare più velocemente un maggior numero di informazioni.
Il radar rotante “KRONOS POWER SHIELD” di circa 40 metri quadrati offrirà un campo di sorveglianza strumentale esteso da 1.500 a oltre 2.000 km.
Il radar multifunzionale equipaggerà l'LHD italiana e il Landing Platform Dock che Fincantieri costruirà per il Qatar.
La nuova tecnologia è in fase di sviluppo mentre Fincantieri è in trattative per la costruzione congiunta di navi da guerra con il Gruppo Navale Francese. I vertici politici  Italiani hanno sollevato il timore che i sistemi radar di Leonardo possano essere esclusi dal programma congiunto privilegiando i sistemi radar della francese Thales.
Leonardo offre anche radar a schermo piatto in banda C e X, noti come Kronos, che saranno utilizzati sulle nuove fregate PPA polivalenti italiane.
Il KRONOS® Power Shield è un radar di allerta precoce per la difesa contro missili balistici tattici (ATBM) e minacce Aerea (ABT). È stato progettato per applicazioni navali ed è capace di operare in modalità rotante e fissa.
Leonardo sta lavorando anche alla versione terrestre del KRONOS POWER SHIELD.
Il sensore radar navale del tipo “phased array attivo” operante in banda L (nota anche come banda D e caratterizzata da una frequenza di lavoro compresa tra 1 e 2 Ghz, pari a lunghezze d’onda comprese tra 15 cm e 30 cm) sarà il radar principale della nuova LHD TRIESTE (ed è tra le possibili opzioni per il futuro Aggiornamento di Mezza Vita dei caccia classe DORIA). 
La versione terrestre del KRONOS POWER SHIELD sarà probabilmente destinata a rimpiazzare il RAT-31DL, il principale sensore della Difesa Aerea italiana (esportato in molti Paesi della NATO).
La prima navigazione in mare è avvenuta in data 12 agosto 2021; il programma di costruzione navale e prove in mare procede nei tempi previsti. 
Dopo aver completato le prime prove in mare, la nuova piattaforma si è trasferita presso i cantieri Fincantieri di Palermo, dove solitamente vengono effettuati bacini di carenaggio con attività di revisione su navi di grandi dimensioni per le dimensioni della banchina, dopo che la nave è stata ormeggiata a Muggiano cantiere sin dal suo arrivo da Castellammare di Stabia nel 2020.
La LHD farà poi ritorno al cantiere di Muggiano vicino a La Spezia per condurre l'allestimento finale e le tracce in mare, seguite dalle prove di accettazione. Il programma di costruzione navale, allestimento e prove di accettazione prevede una consegna a ottobre 2022, con alcuni mesi di ritardo a causa della pandemia.

IL LEONARDO'S “ATHENA”® COMBAT MANAGEMENT SYSTEM PER IL TRIESTE

E’ una soluzione avanzata per la gestione avanzata del combattimento, modulare e scalabile o (per la M.M. italiana) Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento SADOC Mk.4 
Leonardo SpA ha reso operativo il sistema di gestione del combattimento o ATHENA® - Architecture & Technologies Handling Electronic Naval Applications - advanced Combat Management Systems (CMS) anche su tre pattugliatori della Marina militare lituana classe FLYVEFISKEN; tale ordinativo fa parte di un programma di ammodernamento della Marina militare lituana per adeguare le proprie forze navali agli standard NATO. Leonardo ha anche fornito la centrale del tiro Medusa MK4/B e implementato funzionalità di ricerca e soccorso (SAR – Search and Rescue) per la sicurezza delle acque territoriali lituane, poste all’estremo confine dei paesi aderenti all’Alleanza Atlantica.  
La società italiana è stata responsabile anche dell’integrazione del sistema di gestione del combattimento con tutti gli altri sistemi presenti sui pattugliatori, tra i quali i radar di sorveglianza e i sistemi per la navigazione. L’architettura di sistema del CMS “Athena” deriva direttamente dalle esperienze maturate dalla società nel settore navale. I sistemi di gestione del combattimento di che trattasi sono caratterizzati da estrema flessibilità e modularità, integrano e riutilizzano capacità multi missione, che ne consentono l’impiego su ogni tipo di unità navale, dai pattugliatori alle portaerei. 
Il C.M.S. ATHENA ha già equipaggiato sia le unità navali maggiori della Marina Militare italiana sia le unità di piccolo e medio tonnellaggio della Marina Militare italiana e della Marina Militare degli Emirati Arabi Uniti.
Il Combat Management System ATHENA, è un evoluto sistema di comando e controllo di nuova generazione, ad architettura aperta in grado di garantire le migliori capacità di acquisizione, fusione e gestione dei dati per un’efficace valutazione degli scenari operativi e per la gestione delle risorse a disposizione, assicurando così rapidi ed efficaci processi decisionali.
Il CMS viene inoltre installato nel nuovo cockpit navale sviluppato da Leonardo insieme a Fincantieri per le nuovissime unità PPA. Si tratta di un avanzato sistema di controllo dell’intera nave, alla stregua di un cockpit aeronautico, una sorta “Postazione Integrata Condotta Nave”, che consentirà, per la prima volta, di gestire in modo integrato le operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori grazie anche all’impiego di nuove tecnologie di realtà aumentata.
ATHENA® (Architecture & Technologies Handling Electronic Naval Applications), sistemi avanzati di gestione dei combattimenti (CMS), dalle navi pattuglia fino alle portaerei, nonché per programmi di ristrutturazione o refitting.
Il CMS ATHENA® integra tutte le funzioni necessarie per la sorveglianza, la gestione dei sensori e delle immagini tattiche, il supporto alla navigazione, la valutazione delle minacce e l'assegnazione delle armi, la gestione del sistema d'arma, la pianificazione della missione, il collegamento dati tattici multipli e l'addestramento a bordo. Il CMS ATHENA si basa su un'architettura modulare e scalabile completamente ridondante che può essere personalizzata per soddisfare le esigenze specifiche del cliente.
Leonardo ha messo a punto un sistema di comando e controllo (CCS), una versione personalizzata del sistema di gestione del combattimento (CMS) ATHENA. Il nuovo sistema copre tutte le esigenze di gestione operativa in tempo reale attraverso sensori, armi e comunicazioni interconnesse, tutte facilmente accessibili e gestibili attraverso Console Multifunzionali avanzate (MFC). La sua architettura hardware è caratterizzata da nodi di elaborazione completamente remoti e ha un ingombro ridotto grazie alla struttura leggera in fibra di carbonio. 
Il nuovo Combat Management System è stato progettato come un unico prodotto, scalabile a diverse tipologie di piattaforme/unità navali a seconda delle loro esigenze e dei loro compiti. La sua struttura portante si basa su una struttura architettonica comune e moduli software/hardware standard in grado di soddisfare le esigenze delle navi da combattimento e di supporto. L'elaborazione remota rende l'intero sistema più resiliente e permette di inglobare l'hardware in una stanza più piccola e dedicata. Questo crea un data center C4I a bordo, riducendo al minimo la necessità di infrastrutture IT al di fuori della sala operativa.
Questo nuovo CMS è in qualche modo un taglio con il passato che sia Leonardo che Marina Militare italiana hanno perseguito appositamente per fornire i nuovi Pattugliatori Polivalenti d’Altura / PPA, le LHD, le Logistic Support Ship / LSS, etc. con un nuovo hardware per essere più interattivi. Gli algoritmi sono invisibili all'equipaggio durante lo svolgimento delle sue missioni, e naturalmente il sistema deve essere affidabile e ben funzionante. Tuttavia, questo nuovo CMS si concentra sull'interfaccia uomo-macchina (HMI).
I CMS vengono messi a punto da Leonardo in collaborazione con Marina Militare e attraverso gruppi di lavoro con marine straniere che richiedono personalizzazioni e/o caratteristiche particolari. Da tutto ciò la MM ha tratto grande beneficio dall'esperienza operativa degli utenti sul campo, che risale ai primi anni 2000, quando i primi CMS della famiglia ATHENA sono stati montati su cacciatorpediniere di classe Orizzonte / Horizon. Per la sua storia operativa, la Marina Militare ha chiamato il CMS con l'acronimo Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento (SADOC). Il SADOC Mk.2 era il CMS di precedente generazione in servizio a bordo di navi militari italiane messe in servizio negli anni '80 e '90 (ad esempio le fregate classe Maestrale e Lupo). Il CMS della famiglia ATHENA che equipaggia cacciatorpediniere di classe Horizon e fregate di classe Bergamini si chiama SADOC Mk.3. Sebbene ciò possa suggerire successivi sviluppi della stessa architettura, SADOC Mk.2 e SADOC Mk.3/ATHENA non hanno nulla in comune. SADOC Mk.3 è stato sviluppato ex novo per il programma Horizon ed è stato influenzato dalla cooperazione con la marina francese. ATHENA è installato su tutte le attuali navi della marina italiana e su 19 navi costruite per clienti stranieri.
L'evoluzione del SADOC Mk.3 richiesta dalla Marina Militare italiana per le sue nuove classi di navi è il nuovo CMS in trattazione. Ma non si tratta di un miglioramento lineare rispetto al prodotto precedente. Al contrario, Marina Militare ha richiesto di rimodellare il sistema sulla base di una vasta esperienza operativa. Leonardo, invece, ha portato in dote un consistente know-how e feedback anche di operatori stranieri. Il processo di costruzione del CMS ha richiesto un anno di lavoro congiunto tra Leonardo e Marina Militare, compresa la realizzazione di alcuni prototipi. Il prodotto finale, è unico e diverso da qualsiasi altro CMS in Europa e negli Stati Uniti. La fase di sviluppo si conclude con la consegna degli ultimi esemplari dei nuovi pattugliatori PPA classe Paolo Thaon di Revel; quindi questo nuovo CMS avrà una lunga vita avanti e capacità in continua crescita.
L'hardware è molto diverso da molti CMS, soprattutto per quanto riguarda il numero limitato di console, che sono meno numerose rispetto ad altri CMS. Il numero di console dipende dal tipo di navi di missione per cui sono concepite. In generale, le marine militari di oggi richiedono più automazione e un numero decrescente di operatori. Un'unità avanzata e complessa come una fregata classe Bergamini dispone di 16 console di bordo. Sull'LHD TRIESTE ci saranno ben 40 consolle. I PPA hanno requisiti simili, ma devono essere dotati di un diverso modo di avvicinarsi alle operazioni. In particolare, essi saranno dotati di un ponte di combattimento attraverso con il quale potranno essere eseguiti sia i compiti di navigazione che quelli di combattimento. Di solito, le navi da combattimento hanno due sale diverse, la sala di navigazione e la sala di combattimento (Centrale Operativa di Combattimento, COC) per il CMS. Nel corso degli anni, l'esperienza operativa ha dimostrato che le navi militari trascorrono il 70% del loro periodo in mare in operazioni non combattenti o a bassa intensità (es. navigazione, transito, scorta, ecc.). In questi casi, Marina Militare ha scoperto che i compiti assegnati richiedono in media sette operatori di console. Solo in caso di operazioni di combattimento ad alta intensità tutte le console sono presidiate. Pertanto, il ponte di combattimento proposto per la prossima generazione di CMS dispone di 7 postazioni di lavoro, compresa quella del comandante. Il comandante cesserà di essere un supervisore e potrà lavorare direttamente sul CMS. Per le operazioni ad alta intensità, invece, il ponte di combattimento consente di installare un ulteriore set di console in una sala adiacente, dietro il ponte di combattimento. Sui PPA, il loro numero è da dodici a 16, a seconda della versione. In sintesi, l'apparente riduzione delle console riguarda solo operazioni non da combattimento o a bassa intensità. Quando si tratta della piena capacità di combattimento della nave, il numero di console di bordo non cambia e anzi si espande. Il CMS ha diverse modalità: addestramento, difesa, combattimento, prontezza per il combattimento e modalità personalizzate che abilitano o disabilitano i sistemi e le armi in proporzione al livello previsto di minaccia o a seconda delle disposizioni di sicurezza. Al fine di eseguire al meglio qualsiasi operazione, ogni postazione di lavoro può anche avere accesso ad applicazioni dedicate per il recupero e la modifica di rapporti di intelligence, traffico marittimo e documenti senza..... camminare intorno alla nave!
L'esportazione all'estero rende indispensabile la progettazione di hardware e software a supporto di armi e sistemi diversi, siano essi ereditati o scelti deliberatamente dai clienti. L'intera architettura del sistema ATHENA-SADOC prende in considerazione la necessità di consentire l'integrazione di una gamma diversificata di sistemi con il minor impatto possibile. Di solito, rendere i sistemi compatibili con l'hardware cinese o russo implica solo qualche aggiustamento software, ma si sono verificati casi in cui si sono dovuti installare unità/moduli speciali per "tradurre" i segnali dal CMS ai sistemi e viceversa. Per fare questo, alcuni componenti utilizzano già protocolli tecnologici agnostici e si sta già lavorando per la realizzazione di una progettazione software di tipo SOA (Service-Oriented Architecture) da implementare sul CMS attuale e futuro.
L'aggiornamento pre-programmato più importante per il CMS è l'aggiornamento di mezza età (MLU) che quasi ogni imbarcazione fa almeno una volta nel corso della sua vita utile. Durante l'obsolescenza dell'MLU vengono affrontati sia l'hardware che il software, e gli esperti di Leonardo portano il CMS allo stato dell'arte attraverso modifiche radicali al software e all'hardware. Oltre ad un aggiornamento radicale pianificato, vengono rilasciati dall’azienda produttrice kit di aggiornamento che possono essere installati a bordo autonomamente dalle singole marine militari. Tali kit sono spesso rilasciati solo su richiesta. In effetti, i militari spesso preferiscono avere un sistema conosciuto e mantenerlo in servizio il più a lungo possibile. Questo perché qualsiasi modifica importante richiede un addestramento aggiuntivo; quindi, il cliente a volte opta per rilasci importanti soltanto quando necessario. Leonardo cerca di mantenere il CMS aggiornato, possibilmente allineato con la migliore tecnologia disponibile, in modo da poter intervenire quando il cliente ritiene indispensabile per modificare i propri sistemi.
Quando il nuovo CMS sarà installato sul primo PPA, qualsiasi miglioramento derivante dal processo di integrazione sarà preso in debita considerazione per la seconda nave e poi eventualmente riadattato sulla prima, e così via per le navi successive. Lo stesso vale per i clienti stranieri, ad esempio con il CMS ATHENA. La società Leonardo raccoglie tutti i feedback basati sull'esperienza operativa al fine di migliorare le prestazioni del prodotto, al fine di proporre miglioramenti alle marine clienti o semplicemente rispondere alle loro esigenze con un rilascio coerente. Tale modo di sfruttare l'esperienza degli utenti si applica sia ai componenti hardware che a quelli software.
Leonardo è già impegnata in attività di ricerca volte ad introdurre nei suoi sistemi un set di strumenti di Intelligenza Artificiale (IA). Il nuovo CMS in consegna alla Marina Militare Italiana metterà già in campo alcuni elementi di analisi predittiva. Nel dettaglio, il CMS sarà in grado di simulare una serie di situazioni di combattimento che possono essere basate su dati reali, come i rapporti di intelligence. La nave può quindi creare uno scenario fittizio per studiare la situazione ed entrare in sala operativa con una buona consapevolezza situazionale sulle capacità del nemico e sul comportamento più appropriato da tenere in combattimento. In breve, per ora quello che si potrà mettere in campo è un sistema di simulazione, ma si sarà presto in grado di comprovare veri e propri set di strumenti di IA per la pianificazione e la previsione delle operazioni. Il primo passo avanti sarà la capacità di analizzare i grandi dati provenienti da fonti multiple per fonderli in risultati completi per i responsabili delle decisioni. In seguito, se il cliente lo sceglie, un programma di ricerca di due-tre anni dovrebbe essere in grado di fornire capacità innovative basate su applicazioni di pura IA.
Il software di Leonardo è basato su versioni “hardened” dei sistemi operativi Linux e il CMS opererà in un ambiente chiuso. Per le comunicazioni esterne, il sistema comunica solo attraverso connessioni militari sicure (certificate NATO). In parole povere, il CMS non naviga in Internet. Anche la connessione internet disponibile a bordo per la comunicazione privata dell'equipaggio è disaccoppiata dalla rete di comunicazione del CMS. In questo modo, nulla può entrare nella nave semplicemente sfondando attraverso Internet. Nonostante queste precauzioni, le comunicazioni sono continuamente monitorate attraverso applicazioni “early warning” che analizzano tutto il traffico in entrata e in uscita da e verso la nave. I sistemi sono dotati di ridondanza di interruttori e firewall che impediscono anche a persone fisiche come hacker o componenti dell'equipaggio non autorizzati di sfondare. In effetti, l'integrazione di sistemi come questi a bordo non è facile, ma è stata una richiesta specifica della Marina Militare Italiana, e i clienti internazionali sono molto interessati ad essere resistenti agli attacchi informatici. Nel prossimo futuro, verranno implementate anche alcune soluzioni contro gli effetti elettromagnetici, ovvero le intrusioni attraverso segnali radar. Secondo alcune voci, aerei come l'F-35 sono già in grado di farlo. È difficile capire fino a che punto il CMS possa entrare in profondità nel CMS (si tratta di dati altamente classificati che, naturalmente, non vengono divulgati). Ma c'è un interesse crescente in tutto il mondo per questo tipo di capacità, quindi si ha bisogno di valutarle e fornire qualche soluzione per proteggere il CMS. Il mercato primario di Leonardo è la Marina Militare Italiana. Tutte le navi che saranno messe in servizio negli anni a venire monteranno una versione di questo CMS.  Ci si augura che queste navi servano da vetrina per dimostrare le nostre eccezionali capacità sul campo, con un occhio ai mercati in cui siamo già presenti e con l'ambizione di espandersi verso i mercati più dinamici come il Sud-Est asiatico. Il Sud America sembra offrire un terreno fertile per i programmi della società Leonardo da molto tempo, ma i vincoli di bilancio in quelle regioni a volte giocano contro il nostro successo commerciale.

CARATTERISTICHE CHIAVE DEL C.M.S. “ATHENA-SADOC Mk.4”:
  • Elevato livello di integrazione di sistema e automazione,
  • Ampia gamma di operazioni di missione supportate,
  • Architettura aperta, distribuita e modulare,
  • Ampia adozione di componenti COTS adeguati,
  • Supporto avanzato per le decisioni tattiche e di pianificazione,
  • Integrazione con i sistemi Maritime C4I,
  • Digitalizzazione video (radar, TV), distribuzione e presentazione,
  • Alto livello di integrazione automatica dei dati dei sensori e coordinamento automatico dei sistemi d’arma,
  • Prestazioni e affidabilità del sistema per garantire la continuità delle funzioni operative senza perdita di dati,
  • Flessibilità e modularità con potenziale di crescita e capacità di aggiornamento.

LEONARDO S.p.A. pone in evidenza la sua esperienza pluridecennale nel settore navale, sottolineando che oltre 50 marine militari hanno selezionato le soluzioni dell'azienda per più di 140 navi negli ultimi 50 anni. Il portafoglio di Leonardo include: 
  • sistemi di combattimento integrati completi, 
  • sistemi di gestione del combattimento e sistemi di comunicazione, 
  • radar, 
  • sistemi di controllo del fuoco, 
  • sistemi elettro-ottici e di navigazione, 
  • piattaforme aeree a pilotaggio remoto e relativi carichi utili, 
  • munizioni, 
  • missili, 
  • siluri, 
  • sonar,
  • e suite di guerra elettronica.

IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM ATHENA® (Architecture & Technologies Handling Electronic Naval Applications)

Il sistema modulare di gestione del combattimento (CMS) di Leonardo presenta un'architettura aperta ed è riconfigurabile per adattarsi a qualsiasi configurazione di nave.  Utilizza elevati livelli di flessibilità che i clienti possono scegliere tra un'ampia gamma di sistemi da integrare. La Marina Militare Italiana, nell'ambito del suo programma di ammodernamento, ha recentemente adottato il CMS di Leonardo per equipaggiare i suoi pattugliatori d'altura multiruolo PPA. Leonardo è responsabile della progettazione e integrazione dei più avanzati Sistemi di Combattimento Navali installati a bordo di qualsiasi tipologia di nave, dalle più piccole imbarcazioni combattenti alle porta-aerei, cacciamine e sottomarini. I nostri sistemi forniscono soluzioni totali in grado di soddisfare i differenti bisogni delle Marine Militari del mondo lungo tutto il ciclo di vita della Nave da Guerra.
Oggi giorno le moderne Marine Militari devono competere con scenari di missione in continua evoluzione che comprendono operazioni per la difesa della pace, pattugliamento, anti-pirateria, sorveglianza di zone economiche esclusive, protezione delle piattaforme petrolifere e attività di ricerca e soccorso. Per far fronte a queste richieste abbiamo sviluppato sistemi navali e sensori con tecnologia all’avanguardia capaci di grande flessibilità e modularità operativa. La società ha conquistato un prestigio internazionale con una flotta presente in tutto il mondo grazie alla realizzazione di soluzioni navali di alto livello progettate insieme con e per il nostro cliente principale, la Marina Militare Italiana.
L’offerta navale si adatta facilmente ad una domanda estremamente differenziata grazie all’ampia gamma di soluzioni e ad una vasta esperienza che va dall’abilità d’integrare comunicazioni navali, sistemi di navigazione, sensori radar, sistemi radar di controllo del tiro ed elettro-ottici, così come UAV, cannoni di diverso calibro, missili, torpedo, suite sonar e di guerra elettronica appartenenti al portafoglio prodotti Leonardo oppure provenienti da fornitori differenti. L’esperienza nell’integrazione di sistemi di combattimento navali ci permette di svolgere un ruolo chiave nella prima definizione delle richieste del cliente, traducendo i requisiti in specifiche per la realizzazione di sistemi di gestione come l’ATHENA, sotto-sistemi d’arma e di controllo del tiro ed equipaggiamento di comprovata capacità in scenario operativo. I sistemi di combattimento rete-centrici di Leonardo permettono la cooperazione tra piattaforme navali, aeree e sottomarine, sotto la supervisione di centri operativi a terra. La rete di comunicazioni che permette l’interoperabilità integra diverse bande come L, H, V e UHF così come bande militari SATCOM e civili. Leonardo ha abbracciato una strategia di alto livello nell’assicurare progressi continui nelle nostre aree tecnologiche chiave. Questo processo, sostenuto da un’attività costante nei nostri laboratori dedicati a specifiche aree di ricerca applicata, promuove l’effettiva integrazione di componenti innovative all’interno del nostro portafoglio di capacità esistenti. Un elemento chiave di questa strategia è la progettazione e lo sviluppo delle più avanzate tecnologie radar della famiglia multifunzionale dei KRONOS®, in configurazione a faccia fissa e rotante – nelle bande di frequenza X, C e L, basate su tecnologia Leonardo GaAs e GaN. Leonardo è fornitore internazionale del Sistema di Gestione del Combattimento ATHENA (in Nord Europa, Nord Africa, Medio Oriente).
Più di 200 Sistemi di Controllo del Tiro e di Radar di tracciamento sono al momento in servizio a bordo di navi da guerra della Marina Italiana così come di Marine straniere (Europa, America, Nord Africa, Medio Oriente, estremo oriente). La Divisione Elettronica per la Difesa terrestre e navale di Leonardo ha un decennio d’esperienza nella fornitura di sistemi di trasmissione dati cifrati M-DLP per i principali programmi nazionali e NATO, per la partecipazione ad esercitazioni di interoperabilità, affidabilità di sistema e flessibilità, con ampio raggio di configurazioni e disponibilità di sistemi complementari. ATHENA® (Architecture & Technologies Handling Electronic Naval Applications) sistemi avanzati di gestione del combattimento (CMS), dalle navi pattuglia fino alle portaerei, nonché per programmi di ristrutturazione o di refitting.
Il CMS ATHENA® integra tutte le funzioni necessarie per la sorveglianza, i sensori e la gestione delle immagini tattiche, il supporto alla navigazione, la valutazione delle minacce e l'assegnazione delle armi, la gestione dei sistemi d'arma, la pianificazione delle missioni, il collegamento dati multi tattico e l'addestramento a bordo. Il CMS ATHENA® CMS si basa su un'architettura modulare e scalabile completamente ridondante che può essere personalizzata in base alle specifiche esigenze del cliente.

SISTEMI DI COMUNICAZIONE SENTINEL TVT (Tactical Voice Terminal)

In ambito comunicazioni, Leonardo ha messo a punto un proprio sistema di distribuzione vocale SENTINEL TVT (Tactical Voice Terminal). 

(Fonti: Web, Google, Navalnews, Dr.G.Arra, Wikipedia, You Tube)





















































 

venerdì 6 maggio 2022

19 gennaio 1969, l'eroe della Primavera di Praga: Jan Palach, uno studente ceco di storia ed economia politica presso l' Università di Praga.

SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"
….Se vuoi vivere in pace, sii sempre pronto a difendere la tua Libertà….

Oramai, dai vessilli dispiegati da alcune unità militari russe sul suolo Ucraino, è chiaro lo “scopo di vita” del “nuovo zar”: ricostituire la vecchia Unione Sovietica dissoltasi ed auto-estintasi nel non troppo lontano 1991!


Alcuni anni fa, sul suo blog lo scrittore Marcello Veneziani scriveva:


“””Cosa resta del comunismo a un secolo dalla sua nascita? Il nulla. Settantacinque anni di storia mondiale, un’espansione intercontinentale senza precedenti che ha superato per quantità di adepti, vittime e sudditi, tutte le religioni del pianeta in una ramificazione ideologica, intellettuale, politica senza precedenti. 




E un perdurante comunismo strisciante o geneticamente modificato in molti Paesi, dalla Cina a Cuba, all’Occidente. Cent’anni fa il comunismo andò al potere con la rivoluzione bolscevica. Il comunismo è stato per durata, ampiezza e vastità di popoli e continenti coinvolti, la più grande e più tragica esperienza del Novecento. È stata anche la più grande speranza terrena, storica, che si è poi rivelata illusoria e catastrofica. Grandi paesi come la Russia e la Cina, buona parte del sud-est asiatico, mezza Europa orientale, alcuni paesi dell’Africa e dell’America latina sono stati investiti dal comunismo. Eppure a pochi anni dalla fine dell’impero sovietico e dei paesi satelliti, nonché dalla fine dei partiti comunisti occidentali, la memoria del comunismo è sfuocata, come se appartenesse a secoli remoti, diventa vintage, utopia e archeologia.
Si parla infinitamente più di nazismo e di fascismo, benché la storia di quei regimi risalga alla prima metà del secolo, si chiuda quasi mezzo secolo prima del comunismo e riempia solo un ventennio o poco più della storia di singoli paesi. Quando si parla del comunismo prevale l’uso di riferimenti parziali o derivati diversamente nominati; ad esempio quando si parla di totalitarismi, il riferimento d’obbligo e sostitutivo è allo stalinismo, più raramente al maoismo. Raramente si usa parlare di comunismo – soprattutto a proposito di terrore e totalitarismo, deportazione e repressione – come se si volesse salvare l’immacolata purezza dell’idea dagli orrori della storia. Una sintesi esplicita di questa distinzione la esprime uno dei più lucidi teorici dell’italo-comunismo, Mario Tronti: “I cosiddetti regimi comunisti non erano regimi comunisti, ma qualche cosa che dobbiamo ancora definire”. Dove c’è il male non può esservi comunismo ma deviazione… C’è una vasta letteratura politica e ideologica che ripete questa distinzione tra gli errori storici del comunismo e l’essenza ideale del comunismo ancora da inverare. I vari comunismi sparsi nel mondo e nel tempo sarebbero dunque tutti surrogati, forme abusive, esperimenti traviati, illusioni ottiche, imposture o sostituzioni di regimi, disguidi e tradimenti. Il comunismo resta così una magnifica promessa che splende nell’alto dei cieli, non ancora incarnata nella storia; non va sporcata col sangue delle vittime né col fango delle sue storiche realizzazioni.


Solzenicyn avvertiva: 

“Hanno inventato il termine stalinismo. Ma non c’è mai stato nessuno stalinismo. Fu un’invenzione di Krusciov per attribuire a Stalin quelli che sono invece i caratteri fondamentali del comunismo, le sue colpe congenite. In realtà aveva già detto tutto Lenin”. Lo stalinismo è qualcosa di più del capro espiatorio, ha sul piano storico la funzione della bad company nel sistema aziendale neocapitalistico: assorbe le negatività di un’ideologia, scarica i suoi debiti e le sue sofferenze in una bara fiscale, e così salva l’impresa”””.


Dopo l'HOLODOMOR di Joseph Stalin che provocò dai 7 ai 10 milioni di morti per fame in Ucraina nel 1932-33, dopo il massacro di Katin’ del 1940, sempre da parte del dittatore comunista sovietico ai danni di oltre 22.000 polacchi, dopo gli innumerevoli dissidenti russi spariti nel nulla e dopo i recentissimi massacri di Bucha e altre innumerevoli altre località in Ucraina, non possiamo non ricordare il sacrificio di Jan Palach del 1969.





CHI ERA JAN PALACH

Jan Palach (pronuncia ceca: [jan ˈpalax] ; 11 agosto 1948 - 19 gennaio 1969); era uno studente ceco di storia ed economia politica presso l' Università Carlo di Praga. 






La sua auto-immolazione fu una protesta politica contro la fine della Primavera di Praga a seguito dell'invasione della Cecoslovacchia del 1968 da parte degli eserciti del Patto di Varsavia.
Nell'agosto del 1968, l'Unione Sovietica invase la Cecoslovacchia per reprimere le riforme liberalizzanti del governo di Alexander Dubček durante quella che era conosciuta come la Primavera di Praga . Palach, nato a Praga , decise di sacrificarsi per protestare contro l'invasione e si diede fuoco, in piazza Venceslao , il 16 gennaio 1969. Secondo una lettera inviata a diversi personaggi pubblici, con lo scopo era stata costituita un'intera organizzazione di resistenza clandestina di praticare l'auto-immolazione fino a quando le loro richieste non sono state soddisfatte; tuttavia, sembra che un tale gruppo non sia mai esistito. Le richieste dichiarate nella lettera erano l'abolizione della censura e l'arresto della distribuzione di Zprávy, il giornale ufficiale delle forze di occupazione sovietiche. Inoltre, la lettera invitava i popoli ceco e slovacco a intraprendere uno sciopero generale a sostegno di queste richieste. Una precedente bozza della lettera scritta da Palach chiedeva anche le dimissioni di alcuni politici filo-sovietici, ma quella richiesta non è arrivata alla versione finale, che includeva l'osservazione che "le nostre richieste non sono estreme, anzi". Palach è morto per le ustioni tre giorni dopo il suo atto, in ospedale. Sul letto di morte, ricevette la visita di una conoscente del suo college e di una dirigente studentesca, alla quale aveva indirizzato una delle copie della sua lettera. È stato riferito che aveva implorato gli altri di non fare ciò che aveva fatto lui, ma invece di continuare la lotta con altri mezzi, anche se è stato dubitato che lo dicesse davvero. 
Secondo Jaroslava Moserová, uno specialista in ustioni che è stato il primo a fornire assistenza a Palach presso l'ospedale della facoltà dell'Università di Carlo, Palach non si è dato fuoco per protestare contro l'occupazione sovietica, ma lo ha fatto per protestare contro la "demoralizzazione" dei cittadini  della Cecoslovacchia causata dall'occupazione.
Non era tanto in opposizione all'occupazione sovietica, ma alla demoralizzazione che si stava instaurando, che le persone non solo si arrendevano, ma si arrendevano. E voleva fermare quella demoralizzazione. Penso che la gente per strada, la moltitudine di gente per strada, silenziosa, con gli occhi tristi, i volti seri, che quando guardavi quella gente capivi che tutti capiscono, che tutte le persone perbene erano sul punto di scendere a compromessi.









Il funerale di Palach si è trasformato in una grande protesta contro l'occupazione. Un mese dopo (il 25 febbraio), un altro studente, Jan Zajíc, si è bruciato a morte nello stesso luogo. Questo è stato seguito nell'aprile dello stesso anno da Evžen Plocek a Jihlava e da altri. Anche persone in altri paesi del Patto di Varsavia hanno emulato il suo esempio, come l'ungherese Sándor Bauer il 20 gennaio 1969 e un altro ungherese, Márton Moyses il 13 febbraio 1970.
L'auto-immolazione di Palach fu il secondo atto di questo tipo dopo quello del polacco Ryszard Siwiec, che fu represso con successo dalle autorità e per lo più dimenticato fino alla caduta del comunismo. Palach non era noto per essere a conoscenza della protesta di Siwiec.
Palach fu inizialmente sepolto nel cimitero di Olšany a Praga. Mentre la sua tomba stava diventando un santuario nazionale, la polizia segreta cecoslovacca (StB) ha deciso di distruggere qualsiasi ricordo dell'atto di Palach e ha riesumato le sue spoglie durante la notte del 25 ottobre 1973. Hanno quindi cremato il suo corpo e inviato le ceneri a sua madre in la sua città natale di Všetaty; il corpo di una vecchia anonima di una casa di riposo fu deposto nella tomba lasciata libera. La madre di Palach non fu autorizzata a depositare l'urna nel cimitero locale fino al 1974. Il 25 ottobre 1990, le ceneri di Palach furono ufficialmente restituite alla sua tomba iniziale a Praga.
Nel 20° anniversario della morte di Palach, le proteste apparentemente in memoria di Palach (ma intese come critiche al regime) si sono intensificate in quella che sarebbe stata chiamata la "Settimana di Palach". La serie di manifestazioni anticomuniste a Praga dal 15 al 21 gennaio 1989 sono state represse dalla polizia, che ha picchiato i manifestanti e usato cannoni ad acqua, spesso cogliendo i passanti nella mischia. La settimana di Palach è considerata una delle manifestazioni catalizzatrici che hanno preceduto la caduta del comunismo in Cecoslovacchia 10 mesi dopo. 
Dopo la Rivoluzione di Velluto, Palach (insieme a Zajíc) fu commemorato a Praga da una croce di bronzo incastonata nel punto in cui cadde fuori dal Museo Nazionale, nonché da una piazza intitolata in suo onore. L'astronomo ceco Luboš Kohoutek, che lasciò la Cecoslovacchia l'anno successivo, chiamò un asteroide che era stato scoperto il 22 agosto 1969, in onore di Jan Palach (1834 Palach). Ci sono molti altri memoriali di Palach nelle città di tutta Europa, incluso un piccolo memoriale all'interno dei tunnel del ghiacciaio sotto lo Jungfraujoch in Svizzera.
Diversi episodi successivi di auto-immolazione potrebbero essere stati influenzati dall'esempio di Palach e dalla sua popolarità sui media. Nella primavera del 2003, un totale di sei giovani cechi si sono bruciati a morte, in particolare Zdeněk Adamec, uno studente di 19 anni di Humpolec che si è bruciato il 6 marzo 2003 quasi nello stesso punto davanti alla National Museo in cui Palach si è bruciato, lasciando un biglietto d'addio esplicitamente riferito a Palach e agli altri che si sono suicidati nella Primavera di Praga del 1969. 
A pochi passi dal luogo dell'auto-immolazione di Palach, una statua nella Piazza della Città Vecchia di Praga onora l'iconico pensatore religioso boemo Jan Hus, che fu bruciato sul rogo per le sue convinzioni nel 1415. Hus stesso fu celebrato come eroe nazionale per molti secoli; alcuni commenti hanno collegato l'autoimmolazione di Palach all'esecuzione di Hus. 
A Palach è dedicato il video musicale della canzone " Club Foot " della band Kasabian. La composizione "The Funeral of Jan Palach" eseguita da The Zippo Band e composta da Phil Kline è un tributo. È menzionato nel bassista degli Stranglers , nell'album solista di Jean-Jacques Burnel del 1979, Euroman Cometh.
Nel 1969, il poeta sloveno Edvard Kocbek pubblicò una poesia intitolata "Rocket", in cui contrapponeva due eventi di quell'anno: l' atterraggio dell'Apollo 11, "un atto insensato di nichilismo tecnologico", e "un razzo di nome Palach che si lanciò in storia, il suo fumoso messaggio è stato visto anche attraverso gli occhiali più scuri". 
Dopo aver chiesto asilo politico negli Stati Uniti, l'artista polacco Wiktor Szostalo ha commemorato Jan Palach nella sua "Performance for Freedom" proclamando "Io sono Jan Palach. Sono un ceco, sono un polacco, un lituano, un vietnamita, un afgano, un Te tradito. Dopo che mi sarò bruciato mille volte, forse vinceremo".
In occasione del 40° anniversario della morte di Jan Palach, una statua scolpita da András Beck in omaggio allo studente è stata trasportata dalla Francia nella Repubblica Ceca. La statua è stata installata a Mělník, la città dove Jan Palach ha studiato.
Il cantautore italiano Francesco Guccini ha scritto una canzone "La Primavera di Praga" in dedica a Jan Palach, paragonata allo studioso di religione Jan Hus: "Ancora una volta Jan Hus sta bruciando vivo". Il cantante polacco Jacek Kaczmarski ha scritto una canzone sul suicidio di Palach, chiamata "Pochodnie" ("Torches"). Il gruppo Folk italiano di estrema destra, "La Compagnia dell'Anello", ha pubblicato una canzone a lui dedicata, intitolata Jan Palach.
Un poeta pakistano Qazi Zafar Iqbal ha reso omaggio a Jan Palach sotto forma di una poesia in urdu. La poesia è inclusa nel suo libro intitolato "Ghurfa-e-Shab (The Window of Night)" pubblicato nel 2006 nella città di Lahore.
Il compositore gallese Dafydd Bullock con sede in Lussemburgo è stato incaricato di scrivere "Requiem for Jan Palach" (op 182) per commemorare il quarantesimo anniversario del suicidio di Palach. Include una cornice di parole apparse brevemente su una statua in Piazza Venceslao dopo l'evento, prima di essere cancellate dalle autorità: "Non essere indifferente al giorno in cui la luce del futuro è stata portata avanti da un corpo in fiamme".
Nella loro canzone del 1983 "Nuuj Helde" i Janse Bagge Bend (dai Paesi Bassi) chiedono se le persone sanno perché Jan Palach ha bruciato. Questa canzone aveva lo scopo di sensibilizzare il grande pubblico sugli eroi.
Palach è apparso in un monologo radiofonico intitolato "Torch No 1" su BBC Radio 4, diretto da Martin Jenkins e scritto da David Pownall. Palach è stato interpretato da Karl Davies.
Il documentarista francese Raymond Depardon ha diretto un film del 1969 su Jan Palach.
Il cantautore norvegese Hans Rotmo ha menzionato il nome di Palach tra altri importanti attivisti politici come Victor Jara e Steve Biko nella sua canzone del 1989 "Lennon Street".
Il cantautore e cantante norvegese Åge Aleksandersen ha menzionato il nome di Palach nella sua canzone del 1984 "Va det du Jesus".
Jan Palach è nominato senza contesto nel romanzo del 2005 di Salman Rushdie, Shalimar the Clown, riferendosi alle rivolte di Los Angeles del 1992.
Una sequenza di poesie che esplorano le implicazioni della morte di Palach intitolata One Match della poetessa Sheila Hamilton è stata pubblicata nel numero 51 della serie di poesie con sede nel Dorset, Tears in the Fence (a cura di David Caddy) nel 2010.
Uno spettacolo televisivo ceco-polacco del 2013 in tre parti "Burning Bush", diretto da Agnieszka Holland, è ambientato attorno agli eventi accaduti dopo l'auto-immolazione di Jan Palach.
La band metal americana Lamb of God ha scritto una canzone nel loro album in studio VII: Sturm und Drang, intitolata "Torches", che è stata ispirata dalle azioni di Palach.
Jan Palach è nominato nel contesto della poesia del 1992 di Axel Reitel, Ústí nad Labem, in: das exil und der sandberg. Gedichte 1976–1990. Boesche-Verlag Berlin und Haifa, riferendosi a una vacanza scolastica vicino al lago Mácha e si è divertito per questa auto-immolazione contro la dittatura. Includi anche nella collezione "Herzflur", Glossen. Letteratura tedesca dopo il 1945.
Il film del 2018 "Jan Palach", diretto da Robert Sedláček, racconta la vita di Palach prima della sua auto-immolazione. Palach è interpretato da Viktor Zavadil.

Nella Repubblica Ceca, molte città hanno strade o piazze intitolate a Palach, inclusa la piazza Jan Palach nel centro di Praga. Aveva anche strade a lui intitolate a Lussemburgo (Lussemburgo), Angers e Parthenay (Francia), Cracovia (Polonia), Assen, L'Aia e Haarlem (Paesi Bassi), Varna (Bulgaria) e Nantwich (Regno Unito). A Roma e Milano (Italia) c'è una piazza centrale intitolata a Palach con una statua commemorativa. A Curepipe (Mauritius), a lui è intitolata una stazione degli autobus.
Il più antico rock club in Croazia si chiama Palach. Si trova a Fiume dal 1969 ad oggi. C'è una stazione degli autobus nella città di Curepipe, Mauritius, intitolata a Jan Palach. Anche una sala studentesca a Venezia, in Italia, sull'isola della Giudecca, ha ricevuto il nome di Jan Palach.


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(Fonti: Web, Google, Marcello Veneziani, Wikipedia, You Tube)