sabato 15 giugno 2019

L'incrociatore Giovanni delle Bande Nere



Il Giovanni delle Bande Nere fu un incrociatore leggero della Regia Marina appartenente alla classe Alberto di Giussano, così battezzato in onore del capitano di ventura del XVI secolo Giovanni delle Bande Nere.
Il suo scafo venne impostato nel 1928 nei Cantieri navali di Castellamare di Stabia, venne varato il 27 aprile 1930 e completato nel 1931.



Attività

La nave nell'aprile 1939 prese parte all'occupazione dell'Albania. Nell'occasione la Regia Marina schierò davanti alle coste albanesi una squadra navale al comando dell'ammiraglio Arturo Riccardi, composta oltre che dal Bande Nere, dagli incrociatori leggeri Duca degli Abruzzi e Garibaldi, dalle due navi superstiti della Classe Conte di Cavour, dai quattro incrociatori pesanti della classe Zara, 13 cacciatorpediniere, 14 torpediniere e varie motonavi su cui erano imbarcati in totale circa 11.300 uomini, 130 carri armati e materiali di vario genere. Nonostante l'imponente spiegamento di forze, l'azione delle navi italiane, nei confronti dei timidi tentativi di reazione da parte albanese, si limitò soltanto ad alcune salve sparate a Durazzo e a Santi Quaranta. Le forze italiane incontrarono scarsissima resistenza e in breve tempo tutto il territorio albanese fu sotto il controllo italiano, con re Zog costretto all'esilio.
Nel corso della seconda guerra mondiale il Giovanni delle Bande Nere, dotato di idrovolanti IMAM Ro.43, prese parte, insieme al gemello Colleoni (con il quale formava la II Divisione), alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940 (tre giorni prima le due unità avevano scortato in Libia uno dei primi convogli lì diretti). Il 19 luglio dello stesso anno fu inviato in Egeo assieme al Colleoni, per attaccare il traffico nemico in quel mare, ma si scontrò con l'incrociatore australiano HMAS Sydney accompagnato da cinque cacciatorpediniere britannici in quella che divenne la battaglia di Capo Spada. Nell'occasione la leggera protezione della classe di Giussano dimostrò chiaramente i suoi limiti, dato che nel corso del combattimento tra i due incrociatori italiani e gli alleati immobilizzarono subito il Colleoni che fu poi affondato, mentre il Bande Nere (nave di bandiera dell'ammiraglio Ferdinando Casardi, comandante la II Divisione), colpito da un proiettile con danni leggeri ed alcune vittime, ripiegò per allontanarsi inseguito dal Sydney; nell'inseguimento il Bande Nere fu colpito una seconda volta con riduzione della velocità a 29 nodi (che però poté essere riportata a 32 nodi con riparazioni provvisorie), mentre il Sydney, colpito da un proiettile del Bande Nere con danni lievi al fumaiolo, preferì desistere, anche per la carenza di munizioni da 152 mm ed il rischio di essere attaccato dall'aviazione. Sul Bande Nere ci furono 8 morti e 16 feriti.
Partecipò attivamente alla guerra dei convogli per la Libia. Fra il 5 ed il 7 febbraio 1941 scortò a Tripoli i trasporti truppe Conte Rosso, Esperia, Marco Polo e Calitea con a bordo la divisione corazzata "Ariete". Il 24 maggio 1941 uscì in mare assieme all'incrociatore leggero Armando Diaz e ai caccia Ascari e Corazziere in funzione di scorta indiretta ai numerosi convogli in mare; il 25 febbraio il Diaz fu silurato da un sommergibile e affondò con la maggior parte dell'equipaggio. Il 10 dicembre 1941 fu scelto per trasportare a Tripoli, assieme ai due incrociatori leggeri della IV Divisione (Alberico da Barbiano e Alberto di Giussano) un carico di benzina avio e altri materiali, ma fu bloccato a Palermo da un'avaria; dovette quindi rinunciare alla missione e si salvò così dalla distruzione della IV Divisione avvenuta nella notte fra il 12 ed il 13 dicembre. Il 21 febbraio 1942 prese parte all'operazione K. 7, che prevedeva l'invio di due convogli in Libia; in quell'occasione il Bande Nere fece parte della forza d'appoggio contro un eventuale attacco navale. L'operazione si concluse con un pieno successo.
Il 21 marzo dello stesso anno fece parte della formazione italiana inviata ad attaccare un convoglio inglese diretto a Malta; ne derivò la seconda battaglia della Sirte nella quale il Bande Nere colpì con un proiettile da 152 mm l'incrociatore britannico Cleopatra, causando 15 morti e alcuni danni (che tuttavia non impedirono alla nave di continuare il combattimento).
Il mattino del 1º aprile 1942 lasciò Messina diretto a La Spezia scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Alle 9 del mattino a undici miglia da Stromboli il gruppo venne intercettato dal sommergibilebritannico Urge: un siluro spezzò in due lo scafo del Giovanni delle Bande Nere, che affondò rapidamente, trascinando con sé 381 (per altre fonti 287) uomini. Secondo un'altra fonte, sarebbe sopravvissuto un solo marinaio (Fuochista ausiliario Gino Fabbri).
II relitto dell'incrociatore è stato ritrovato dal cacciamine Vieste della Marina Militare italiana il 9 marzo 2019, mentre nel Mar Tirreno nei pressi dell'isola di Stromboli svolgeva una verifica tecnica e di sorveglianza dei fondali marini.

La classe Alberto di Giussano (generalmente abbreviata in classe Di Giussano) ha costituito la prima delle cinque classi di incrociatori leggeri della Regia Marina della serie "Condottieri".



La nascita del progetto

Tra le due guerre mondiali le potenze mondiali iniziarono una corsa agli armamenti per ottenere la supremazia sui mari. Nel 1926 la Francia iniziò a produrre la classe Le Fantasque di cacciatorpediniere, che erano superiori in dislocamento e potenza di fuoco ai cacciatorpediniere dell'epoca. Per contrastare la minaccia francese la Regia Marina decise di produrre una nuova classe di incrociatori di dimensioni intermedie tra la nuova classe di cacciatorpediniere francesi e gli incrociatori dell'epoca. In effetti furono rozzamente equivalenti alla classe Leander britannica.
Gli incrociatori tipo Condottieri, battezzati in onore di condottieri del periodo medievale e rinascimentale italiani, vennero realizzati in una sequenza di cinque classi distinte, che dimostrano una chiara linea evolutiva.

Ogni classe prende il nome dalla prima nave del gruppo:

  • Classe Alberto di Giussano:

Alberto di Giussano
Alberico da Barbiano
Bartolomeo Colleoni
Giovanni delle Bande Nere

  • Classe Luigi Cadorna:

Luigi Cadorna
Armando Diaz

  • Classe Raimondo Montecuccoli:

Raimondo Montecuccoli
Muzio Attendolo

  • Classe Duca d'Aosta:

Emanuele Filiberto Duca d'Aosta
Eugenio di Savoia

  • Classe Duca degli Abruzzi:

Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi
Giuseppe Garibaldi



Evoluzione

L'evoluzione ha visto un progressivo aumento della corazzatura, molto ridotta e priva di capacità pratiche di difesa nei modelli iniziali, con uno spessore in millimetri di protezione della cintura che non raggiungeva la velocità in nodi (Di Giussano: 25 mm contro 42 nodi mostrati alle prove), per arrivare ai 130 mm nel quinto gruppo, costituito da Duca degli Abruzzi e Garibaldi. Questo si sarebbe visto anche in azioni di guerra, con i primi incrociatori affondati con facilità (come il Bartolomeo Colleoni contro il HMS Sidney) mentre il Garibaldi sopravvisse a due siluri del sommergibile britannico HMS Upholder diventando poi la prima unità missilistica italiana. Anche l'armamento e le sovrastrutture vennero molto modificate nel corso della produzione.
Gli incrociatori del primo gruppo, costituito dai quattro Di Giussano, vennero progettati dal generale Giuseppe Vian. La loro costruzione venne avviata nel 1928 con le unità che entrarono tutte in servizio nel 1931. Nella loro progettazione venne data priorità alla velocità con impianti motori equivalenti a quelli degli incrociatori pesanti classe Zara; erano dotati di una buona potenza di fuoco, ma a causa dell'enfasi data alla velocità erano protetti da una corazzatura minima ed insufficiente contro i cannoni di cui erano dotati mentre la protezione subacquea era completamente mancante. In conseguenza di ciò tutte le unità del tipo Di Giussano furono affondate da silurinemici: il Colleoni nel 1940 nel corso della Battaglia di Capo Spada, l'Alberto di Giussano e l'Alberico da Barbiano nel 1941 nel corso della Battaglia di Capo Bon e il Giovanni delle Bande Nere nel 1942 al largo di Stromboli.
Le due unità tipo Cadorna mantennero le caratteristiche principali con cambiamenti minori. Per il tipo Di Giussano e per il tipo Cadorna più che di incrociatori leggeri si può parlare di grossi esploratori.
Veri e propri incrociatori leggeri furono quelli a partire dal tipo Montecuccoli che furono maggiormente modificati, più pesanti, significativamente meglio protetti e con motori migliorati per mantenere la velocità richiesta. Il Raimondo Montecuccoli esiste ancora, almeno in parte: un suo impianto binato di cannoni a culla unica (senza torretta e culatte) fa la guardia minacciosamente sulla città di Perugia, e vicino vi è anche l'albero su cui sono state annotate le miglia percorse «con efficienza con audacia».
Le due unità del tipo Duca d'Aosta continuarono la tendenza con un maggiore spessore della corazzatura e un nuovo aumento della potenza dei motori: completarono così la transizione sacrificando un poco di velocità per un'armatura ancora migliore e i cannoni aggiuntivi per le batterie secondarie.
Nel 1938 ci si rese conto, finalmente, che i 4 Di Giussano e i 2 Cadorna erano troppo poco corazzati per affrontare le unità britanniche (dopo il 1935 la pianificazione militare italiana non era rivolta solo all'ipotesi di guerra con la Francia e la Jugoslavia), si pensò allora di trasformarli in unità antiaeree. Proprio in quegli anni la Royal Navy stava trasformando alcuni vecchi incrociatori della prima guerra mondiale in navi contraeree, per garantire la protezione della flotta e delle linee di comunicazioni marittime nelle acque costiere; l'idea venne discussa in molte marine estere e copiata dalla US Navy. Gli incrociatori antiaerei avevano infatti un notevole vantaggio di stabilità rispetto ai caccia torpedinieri, riuscendo ad effettuare un tiro più continuo e preciso, oltre a trasportare un numero di pezzi superiori e meglio serviti dal controllo di fuoco. Per ragioni di costi si ipotizzò prima di trasformare solo i 4 Di Giussano, poi solo i primi due di tale sottoclasse, in attesa che altre unità similari (la sottoclasse Costanzo Ciano da 12.000 tonnellate, tipo Garibaldi migliorato, e formata da due unità Costanzo Ciano e Luigi Rizzo, previste nel 1938 per il 1941-1942, annullate nel giugno 1940) prendessero servizio. Questa trasformazione sarebbe stata molto estesa (e razionale), con una riduzione dell'ipertrofico apparato motore (2 caldaie in meno, con una maggiore economicità d'esercizio e una velocità ridotta), una nuova disposizione delle plance e degli organi di direzione del tiro, ed un armamento antiaereo molto potente: inizialmente pensata su 16 cannoni da 90 mm in postazione singole e 20 mitragliere da 20 mm in 10 impianti binati, fu poi portata su 4 cannoni da 135, 12 da 90 mm, 8 mitragliere da 37 mm e 16 da 20 mm. Questa seconda ipotesi avrebbe garantito una buona difesa contro il naviglio leggero nemico, utilizzando, tra l'altro, l'ottimo pezzo leggero da 135 mm, meno potente e con una gittata inferiore rispetto al 152 mm originale, ma notevolmente preciso e dal tiro molto più celere. Sarebbero state unità molto adatte a compiti di scorta, sia per la flotta da battaglia sia, soprattutto per i convogli (visto anche il permanere di una scarsa corazzatura, malgrado si volesse migliorare anche solo leggermente la nulla protezione subacquea con eventuali controcarene, che però non furono inserite nel progetto "definitivo"). Si decise però di abbandonare questo progetto per concentrare le risorse disponibili sul completamento delle corazzate, un'ossessione, questa, tipica della seconda metà degli anni '30, quando si ricostruirono le quattro vecchie (e sostanzialmente inutili) corazzate superstiti della prima guerra mondiale e si iniziò a varare le nuove 35.000 tonnellate classe Vittorio Veneto, che assorbirono risorse economiche e industriali necessarie anche altrove.



Anche per questo la sottoclasse Costanzo Ciano non vide la luce. Sarebbe stata l'ultima modifica della classe Condottieri, con un dislocamento doppio rispetto alle prime unità, ed una corazzatura finalmente adeguata (con spessori aumentati rispetto alla sottoclasse Duca degli Abruzzi di 5–10 mm in ogni comparto, fino ad arrivare a 140 mm nel torrione e nell'armamento principale), anche se si cercò ancora di farne delle unità velociste (33 nodi, con un apparato motore di ben 115.000 hp), l'armamento antinave sarebbe stato quello standard della classe su 10 cannoni da 152/55 (lo stesso del Duca degli Abruzzi, ovvero modello 1934, oppure il successivo modello 1936, con molti miglioramenti rispetto al 152/53 modello 1926 dei primi Condottieri), ma l'armamento antiaereo sarebbe stato finalmente adeguato (8 cannoni da 90/53, 8 cannoni 37/54, 12 cannoni 20/65 o 20/75, questi ultimi integrabili con ulteriori armi di questo tipo, anche singole). Proprio in quegli anni ci si rese conto, anche se solo in parte, che l'arma aerea iniziava a rappresentare un pericolo per le grandi unità, mentre la Royal Navy disponeva di una nutrita aviazione imbarcata, quindi, almeno nei progetti, si pensò di rafforzare le deboli difese antiaeree delle unità italiane. Con questi progetti (la cui seconda unità venne rinominata subito Venezia, visto che Luigi Rizzo era ancora vivente e nominare un'unità con il nome di un ammiraglio vivente è considerato di malaugurio per entrambi) terminò, dopo poco più di 10 anni, il percorso concettuale della classe Condottieri.



Ritrovato l'incrociatore Giovanni dalle Bande Nere affondato nel 1942.

E' rimasto lì a 11 miglia marine a Sud di Stromboli, dal primo aprile del 1942, quando alle 9 del mattino due siluri del sommergibile britannico H.M. S. Urge lo portò in fondo al mare.  L'ha ritrovato il cacciamine Vieste della Marina Militare, durante un'attività di verifica tecnica e sorveglianza dei fondali nel Mar Tirreno:  il relitto dell'Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere è stato scoperto a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri. L'affondamento era avvenuto mentre era in trasferimento da Messina a La Spezia, per effettuare alcune riparazioni in Arsenale scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Spezzato in più tronconi, affondò rapidamente. Nell'evento perì gran parte dell'equipaggio. Ma non tutto. «Non sono mai sceso dal Giovanni dalle Bande Nere, io mi sono salvato ma il mio destino e il mio cuore sono ancora lì, con tutti i miei compagni che sono morti quel 1 aprile del 1942». Così Gino Fabbri, fuochista ausiliario sull'incrociatore ricordava il terribile giorno dell'affondamento dell'incrociatore leggero italiano a opera del sommergibile britannico Urge. Una storia che segnò tutta la sua vita fino alla morte avvenuta nel 1966 a soli 44 anni: a raccontarlo i tre figli del marinaio, Mirella, Bruno e Aurelio Fabbri. Il fuochista fu poi salvato e ricoverato all'ospedale di Messina dopo molte ore di permanenza in mare, ricoperto di nafta e petrolio su tutto il corpo. «Il più grande rimpianto di mio padre - spiega la figlia - era di non essere riuscito a salvare 4 suoi compagni che erano rimasti con lui aggrappati a una delle zattere. Mio padre, poi, allo stremo delle forze riuscì a nuotare fino alla torpediniera Libra dove fu issato a bordo con una cima». La scoperta dell'incrociatore è avvenuta grazie all'impiego dei veicoli subacquei imbarcati sul cacciamine Vieste in grado di condurre ricerca e identificazione a quote profonde: il veicolo autonomo subacqueo (Autonomous Underwater Vehicle - AUV) Hugin 1000, della ditta Kongsberg, e il veicolo filoguidato Multipluto 03, della ditta GAY Marine. Circoscritta l'area di ricerca in base alle presunte coordinate dell'affondamento, il cacciamine ha proceduto a mappare il fondale con il veicolo Hugin, scoprendo più contatti correlabili con il relitto. Successivamente i contatti sono stati identificati grazie all'uso del Multipluto, che ha consentito di filmare anche le prime immagini della nave rivelando i tre tronconi in cui si spezzò nell'affondamento e accertandone l'identità. 

(Web, Google, Wikipedia, You Tube, Il Messaggero)
































venerdì 14 giugno 2019

La M27 Infantry Automatic Rifle (IAR)



La M27 Infantry Automatic Rifle (IAR) è una mitragliatrice leggera prodotta dalla Heckler & Koch con munizioni da 5,56 × 45 mm NATO basata sul Heckler & Koch HK416. Viene utilizzato dai corpi dei marines degli Stati Uniti.
La M27 Infantry Automatic Rifle (IAR) è un'arma da fuoco a fuoco selettivo.
Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti inizialmente pianificò di acquistare 6.500 M27 per sostituire una parte delle mitragliatrici leggere M249 impiegate all'interno dei Battaglioni di fanteria e di ricognizione leggera. Circa 8.000-10.000 M249 rimarranno in servizio con il Corpo dei Marines per essere utilizzati a discrezione dei comandanti della compagnia. 
L' US ARMY non prevede di acquistare la RAI. Nel dicembre 2017, il Corpo dei Marines ha rivelato la decisione di equipaggiare ogni Marine in una squadra di fanteria con la M27. 



Fucile automatico di fanteria M27:
  • Genere - Arma automatica della squadra  - Fucile automatico  - Fucile d'assalto  - Fucile designato per tiratori scelti
  • Luogo d’origine - Germania
  • In servizio - 2010-presente
  • Usato da - Corpo della Marina degli Stati Uniti
  • Guerre - Operazione Enduring Freedom.



Storia di produzione:
  • progettista - Heckler & Koch
  • Progettato - 2008
  • fabbricante - Heckler & Koch
  • Costo unitario - US $ 1,300 
  • prodotto - 2010-presente
  • No. costruito - 4.153 
  • Massa - 7,9 libbre (3,6 kg) vuoto  - Peso caricato di 4,9 kg (4,4 kg)
  • Lunghezza - Da 36,9 a 33 pollici (da 940 a 840 mm) con supporto
  • Lunghezza della canna - 16,5 pollici (420 mm)
  • Larghezza - 3,1 pollici (79 mm)
  • Altezza - 9,4 pollici (240 mm)
  • Cartuccia - 5.56 × 45mm NATO
  • Azione - Pistone a corsa corta a gas, otturatore rotante
  • Rateo di fuoco: Sostenuto: 36 colpi  - Ciclico: da 700 a 900 colpi / min
  • Efficace intervallo di tiro - 600 m (destinazione punto)  - 700 m (area target) 
  • Raggio di tiro massimo - 3.938 m (3.601 m) 
  • Sistema di alimentazione - Magazzino STANAG a 30 colpi
  • Luoghi di interesse - Occhialino ottico da 3,5x a giorno, mirino girevole con diottria rotante posteriore e montante anteriore.




STORIA

Nel 1985, il Corpo dei Marines degli Stati Uniti adottò l' Arma Automatica della Squadra M249, un anno dopo l'Esercito degli Stati Uniti. L'acquisizione era una decisione a livello di servizio perché l'arma era stata adottata dall'esercito con un metodo contrattuale che i marines potevano utilizzare. Mentre il M249 alimentato a nastro era portatile e aveva un alto volume di fuoco, il suo peso relativamente pesante comportava che gli artiglieri potevano avere problemi a tenere il passo con i fucilieri. 

IAR

Nel 2000, il 2° Battaglione della 1a Divisione Marina 7° Reggimento Marines condusse limitate prove iniziali con lo IAR che confermarono la necessità di un fucile automatico leggero. Le esperienze in Iraq e in Afganistan confermavano ampiamente i propositi e le richieste.
Il programma Infantry Automatic Rifle ebbe inizio il 14 luglio 2005, quando il Corpo dei Marines inviò richieste di informazioni ai produttori di armi. Le caratteristiche desiderate nell'arma includevano portabilità e manovrabilità, somiglianza in apparenza con altri fucili della squadra, riducendo la probabilità per il mitragliere di ricevere un'attenzione speciale da parte del nemico; facilitazione della partecipazione del mitragliere alle operazioni contro-insurrezionali e alla capacità di mantenere un elevato volume di fuoco. 
Un requisito iniziale per un serbatoio munizioni con una capacità minima di 100 colpi fu abbandonato a favore del caricatore STANAG da 30 colpi perché, all'inizio dei test, quelli da 100 erano inaffidabili. Il calibro fu specificato come 5,56 × 45 mm con munizioni non collegate, in modo da ottenere comunanza con i fucili di servizio esistenti. 
Nel 2006 furono rilasciati contratti a diversi produttori per armi campione. Fabrique Nationale d'Herstal ha presentato una variante IAR dello SCN FN, Heckler & Koch ha presentato una variante HK416 e Colt Defense ha presentato due progetti. Le aziende che hanno tentato di competere ma non sono state accettate come finaliste per i test hanno incluso la Land Warfare Resources Corporation M6A4 IAR, Patriot Ordnance Factory e General Dynamics Armament e Technical Products con la CIS Ultimax 100 MK5 (commercializzata come GDATP IAR). 
Nel dicembre 2009, l'arma Heckler & Koch vinse la competizione entrando in un periodo di cinque mesi di test finali. 
Nell'estate del 2010, fu designato come fucile automatico di fanteria M27, condividendo per coincidenza una designazione con il 2 ° battaglione, 7 ° marines, che aveva provato fucili automatici dal 2001. 
Mentre il Marine Corps Systems Command era ottimista riguardo ai test operativi, l'ex comandante del generale del corpo dei marine, James T. Conway, rimase scettico a causa della riduzione della potenza di fuoco. Sebbene fosse più preciso, era improbabile che l'M27 potesse fornire una superiorità di fuoco sull'M249. Un fucile alimentato da un caricatore, che richiede frequenti ricariche, non sarebbe stato in grado di sostenere lo stesso rateo di fuoco. 
In uno scontro a fuoco, i membri della squadra che trasportano altri caricatori per la M27 potrebbero non essere sempre in posizione per fornirli al mitragliere. Inoltre, il SAW era già un'arma collaudata in battaglia. Era anche significativo che l'esercito avesse scelto di non perseguire il concetto di IAR. 
Nel maggio 2011, il generale James Amos del Corpo dei Marines degli Stati Uniti approvò la conclusione della valutazione e ordinò la sostituzione del M249 LMG con l'M27. 
L'estensione delle circa 6.500 unità M27 è stata completata nell'estate del 2013, al costo di $ 13 milioni. Ogni mitragliere M27 deve essere equipaggiato con circa ventidue caricatori da 30 colpi del tipo attualmente in uso con la carabina M16 e M4 che si approssima al carico di combattimento di un mitragliere M249 SAW. Il carico di combattimento individuale è determinato a livello di unità. Sebbene i funzionari del programma fossero consapevoli che il passaggio dalla M249 alimentata a nastro avrebbe comportato la perdita della capacità di fuoco soppressivo, Charles Clark III, dell'Ufficio per lo Sviluppo e l'Integrazione del Combattimento del Corpo dei Marines, ha confermato l'accresciuta precisione della M27 come fattore significativo nella decisione di sostituire l'M249. 
All'inizio del 2017, il comandante del Corpo dei Marines, il generale Robert Neller, ha dichiarato di voler equipaggiare ogni fucile " 0311 " con un IAR M27. Per questo motivo, il Corpo dei Marines ha presentato una richiesta all'inizio del 2017 per 11.000 MAR IAR di H & K. 
Parlando della richiesta del Corpo, Chris Woodburn, ha dichiarato: "Il nuovo ordine sostituirà tutti gli M4 in ogni squadra di fanteria con un M27, eccetto il capo squadra". Il cambiamento include anche battaglioni di addestramento di fanteria. La linea temporale per il finanziamento è stata pianificata per gli anni fiscali 2019 e 2020, con il Corpo che ha acquisito alcuni fucili nell'anno fiscale 2018. 
A partire da agosto 2017, il Corpo dei Marines ha annunciato che l'accordo con H & K per produrre 11.000 M27 per il Corpo dei Marines era stato finalizzato e che il M27 IAR è stato adottato come fucile standard di servizio della fanteria del Corpo dei Marines, in sostituzione dell'M4A1. 

FUOCO SOPPRESSIVO

L'idea che la M27 rappresenti una riduzione del fuoco soppressivo ha generato un considerevole dibattito tra i sostenitori del M249 SAW all'interno della fanteria e coloro che sostengono che un'arma più leggera, più manovrabile e accurata è sufficiente per supportare operazioni offensive a livello di squadra. È discutibile, infatti, che i funzionari del programma concedano effettivamente una perdita di capacità di fuoco soppressivo, poiché le uniche dichiarazioni di preoccupazione su questo concetto sono state fatte dal Generale Conway.
Mentre il volume di fuoco del M249 può essere maggiore, è meno preciso. Le truppe esperte che hanno affrontato il fuoco in arrivo hanno meno probabilità di mettersi al riparo dai colpi in entrata se non sono abbastanza vicini. Con una IAR, la dottrina afferma che è necessario un volume di fuoco inferiore con una precisione migliore. È necessario utilizzare meno colpi e i fucili automatici possono rimanere in combattimento più a lungo e in più situazioni. 
Un altro vantaggio dell'M27 rispetto all'M249 è che sotto molti aspetti assomiglia a un fucile M4 usato dal resto della squadra. Ciò rende più difficile l'identificazione da parte delle truppe nemiche. 

UTILIZZO IN COMBATTIMENTO

Lo IAR fu inizialmente schierato nel dicembre 2010. 
Il 1° Battaglione 3 marines fu schierato in Afghanistan nell'aprile 2011 con 84 IAR. All'inizio i mitraglieri SAW non gradivano l'M27, ma lo apprezzarono col passare del tempo. Pesa 4 kg rispetto a 10 kg per un M249: è una differenza significativa per cinque ore di missioni. I Gunners hanno detto che erano "due armi in una", essendo in grado di sparare colpi singoli con precisione fino a 800 metri e avere un fuoco completamente automatico. Si è anche mescolato con fucili di servizio standard in stile M16, rendendo difficile per le forze nemiche identificare il mitragliere. La leadership del battaglione ha anche visto l'M27 come una migliore prevenzione dei danni collaterali, in quanto è più controllabile in automatico rispetto all'M249. La preoccupazione per il volume di perdita di fuoco è stata compensata da corsi di formazione sviluppati nel dicembre 2010. Con la M249 SAW, l'idea di soppressione era il volume di fuoco e il suono della mitragliatrice. Con l'IAR M27, l'idea di soppressione si sposta su un fuoco di precisione, poiché ha una precisione di tiro a lungo raggio e un fuoco completamente automatico a corto raggio. Tiratori passati da fuoco di precisione a lungo raggio a 700 metri a fuoco soppressivo corto-medio a 200 metri, entrambi in posizione prona. Alcuni mitraglieri in combattimento sono stati usati come tiratori scelti. Un mitragliere M27 con un colpo mirato ha l'effetto di tre o quattro colpi automatici dal SAW e ha ancora l'opzione di un volume più pesante con un raggruppamento accurato. 
I marines con la M27 godono della sua familiarità con le armi in stile M4 in servizio. La sua azione a otturatore rotante è più fredda, più pulita, richiede meno manutenzione, ha meno usura delle parti interne ed è meno suscettibile di malfunzionamenti rispetto alle precedenti armi ad attacco diretto M4 / M16. 
I mitraglieri IAR considerano l'accuratezza del fucile un enorme miglioramento rispetto al SAW, nonostante la perdita di colpi continui. 

DESIGN

L'M27 è basato su Heckler & Koch HK416. È dotato di un pistone a corsa corta azionato a gas con un otturatore rotante e una canna flottante. Il paramano dispone di quattro binari Picatinny MIL-STD-1913 da utilizzare con accessori e ottiche. Il sistema di fucili a pistone a gas più semplice riduce il tempo necessario per risolvere i malfunzionamenti sulla IAR rispetto all'M249. Calibri alternativi diversi da 5,56 mm vengono presi in considerazione per M27. 

USA

La M27 IAR è stata adottata come fucile di servizio standard della fanteria del Corpo dei Marines - sostituendo la M4A1 - nel 2018. Una volta che il cambiamento è stato completamente implementato, la M27 IAR sarà rilasciata a tutti i fucilieri della fanteria del Corpo dei Marines, mentre la M4A1 sarà in dotazione solo a marines non di fanteria. 
La M27 IAR fu inizialmente schierata come una proposta di sostituzione per la M249 SAW tra gli anni 2010 e 2017. Durante quel periodo di tempo, fu distribuito uno per quattro uomini, tre per squadra, 28 per compagnia , 84 per battaglione di fanteria, e 72 per Btg leggero, con un totale di 4.476 serviti dal Corpo dei Marines nel suo insieme. Tuttavia, l'M249 non è stato completamente sostituito dal M27 IAR, e sei M249 sono stati ancora utilizzati con  le compagnie di fucilieri tra il 2010 e il 2017. 

CARICATORE

L'M27 di solito pesca munizioni da un caricatore STANAG da 30 colpi standard, preferita rispetto alla versione precedente con il follower verde perché può essere inserita più facilmente e il follower anti-inclinazione può gestire alte velocità di fuoco completamente automatico con minori possibilità di malfunzionamento. Ci sono stati problemi con alcuni caricatori STANAG, specialmente quando sono stati dipinti e / o danneggiati. Mentre un fuciliere porta normalmente sette caricatori da 30 colpi, un mitragliere della IAR deve portare fino a sedici, e può trasportare fino a ventuno, a causa del suo ruolo e della velocità di fuoco completamente automatica. Il pozzetto del caricatore ha un'apertura svasata che facilita l'inserimento del caricatore, ma non è possibile inserire un caricatore PMAG 30 GEN M2 a causa della smussatura di plastica frontale sul PMAG.  Poiché l'M27 non può essere alimentato dalle riviste M2AG ampiamente usate che i fucili M4 o M16 della squadra, i Marines hanno bandito il PMAG polimerico per evitare problemi di intercambiabilità.  
Sono in fase di studio caricatori ad alta capacità da 50 a 100 colpi. 

ACCESSORI

L'M27 è essenzialmente un HK416 con accessori richiesti dal Marine Corps. L'ottica standard è la Trijicon ACOG Squad Day Optic (SDO), ufficialmente designata Sight Unit, SU-258 / PVQ Squad Day Optic. Si tratta di un'arma da mitragliatrice 3,5 × 35 dotata di un mirino Ruggedized Miniature Reflex (RMR) avvitato in alto per avvitamenti ravvicinati a meno di 100 metri. Creato per il SAW, l'ottica del giorno offre un ingrandimento leggermente inferiore, ma un sollievo oculare più lungo rispetto all'ACOG Rifle Combat Optic (RCO) su M16 e M4. Il più lungo sollievo aiuta a ridurre il rischio di lesioni da rinculo. Viene rilasciato con le imbracature Vishers Combat Applications per imbragature e binari, copriruota AIM Manta, bipiede Harris, mirini in ferro di scorta KAC, un avancorsa e aletta a baionetta.  
L'M27 inizialmente aveva un Grip Pod, che è un foregrip con le gambe di bipiede all'interno, ma è stato successivamente sostituito da un forecrip e bipiede separati. 
Nel gennaio 2017, un'unità USMC dispiegata con soppressori montati sui loro fucili M27 come parte di un concetto per sopprimere ogni arma in un battaglione di fanteria. Esercizi dimostrarono che avere tutte le armi soppresse migliorava la comunicazione della squadra e sorprese durante gli impegni; gli svantaggi includevano calore e peso aggiuntivi, maggiore manutenzione e il costo maggiore di equipaggiare troppe truppe con l’allegato.

DMR M38

Verso la fine del 2017, il Corpo dei Marines iniziò a schierare il fucile a tiratore scelto M38. Sebbene alcuni M27 siano stati impiegati come fucili da tiratore scelto dal 2016, la versione M38 equipaggia l'M27 con un cannocchiale Leupold TS-30A2 Mark 4 MR / T 2,5-8x36mm, la stessa ottica montata sul Mk 12 Special Purpose Rifle. La denominazione della M38 seguì una convenzione simile alla M27, che prese il nome dal 3 ° battaglione, l'8ª unità marines che testò il fucile.  
Nell'aprile 2018, il fielding di tutte e tre le forze di spedizione marines era stato completato. Una versione da tiratore M38, dotata di mirino e soppressore QDSS, deve essere schierata per squadra di fanteria per colpire bersagli a 600 metri. La piena capacità operativa è stata raggiunta nel mese di settembre 2018. 

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)