giovedì 5 gennaio 2023

RAF, AMI e Japan Air Self-Defense Force unite per il “Global Combat Air Program (GCAP)” di BAE Systems, Leonardo e Mitsubishi Heavy Industries.



SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"


Il Global Combat Air Program è un'iniziativa multinazionale guidata da Regno Unito, Giappone e Italia per sviluppare un caccia stealth di sesta generazione. Il programma mira a sostituire l' Eurofighter Typhoon e il velivolo Mitsubishi F-2 attualmente in servizio con la Royal Air Force, l' Aeronautica Militare Italiana e la Japan Air Self-Defense Force. Il 9 dicembre 2022, i governi di Giappone, Regno Unito e Italia hanno annunciato congiuntamente che avrebbero sviluppato e schierato un velivolo da combattimento comune, unendo i loro progetti di sesta generazione precedentemente separati.








Le discussioni per combinare gli sforzi sul Tempest con il progetto di caccia FX del Giappone come mezzo per ridurre i costi di sviluppo erano iniziate già nel 2017. La decisione finale presa verso la fine del 2022 di unire lo sviluppo e il dispiegamento di un caccia comune nell'ambito di un progetto denominato “GCAP" con sviluppo condiviso. Il cacciabombardiere dovrebbe essere progettato anche per ulteriori mercati export allo scopo di ridurre ulteriormente i costi unitari.
L'innovazione sarà al centro di tutto e la nuova proprietà intellettuale sarà fondamentale per sostenere il vantaggio operativo e la libertà di azione delle nazioni alleate. I partner del Tempest hanno lavorato a stretto contatto negli ultimi anni con i settori civili correlati, incluso quello automobilistico, per investire in tecnologie trasversali con ampi vantaggi, come autonomia, produzione avanzata e materiali avanzati.  
La fabbrica sperimentale del futuro di Warton (UK), opererà in collaborazione con le menti più brillanti lungo tutta la catena di fornitura, dai professori universitari alle aziende blue chip, alle PMI.
Attingendo alle tecnologie dell'Industria 4.0, la fabbrica è un hub connesso di tecnologie, progettato per guidare il ritmo e l'efficacia dei costi nella produzione dei velivoli e dimostrare come gli aerei potrebbero essere costruiti e assemblati in futuro. Mira inoltre a consentire agli ingegneri più brillanti e audaci di ricercare, investire e testare nuove tecnologie e metodi di lavoro trasformativi.
L'investimento nella fabbrica contribuirà a garantire il mantenimento e lo sviluppo di competenze critiche, aiutando gli alleati del Regno Unito a continuare a operare all'avanguardia della tecnologia nel settore. Il progetto coinvolge il Ministero della Difesa e i partner del settore Team Tempest, guidati da BAE Systems, e una serie di aziende in tutto il Regno Unito, in Italia, in Svezia e in Giappone.

Il primo volo dell'aereo dimostrativo è previsto entro i prossimi cinque anni.

Il dimostratore volante: 
  • Sarà un velivolo supersonico pilotato che testerà una gamma di nuove tecnologie, inclusa l'integrazione di funzionalità compatibili con la “stealthness”;
  • fornirà prove per le tecnologie, i metodi e gli strumenti critici che saranno utilizzati nel sistema aereo da combattimento di prossima generazione;
  • fornirà prove per le tecnologie, i metodi e gli strumenti critici che saranno utilizzati sulla piattaforma principale;
  • Contribuirà anche a conservare, sviluppare ulteriormente e stimolare la prossima generazione di capacità e competenze necessarie per realizzare questo ambizioso programma.
La strategia ha evidenziato gli ampi vantaggi che il settore aerospaziale offre e si è impegnata a garantire che le future decisioni sugli appalti tengano conto della capacità militare, dell'influenza internazionale e dei vantaggi economici, insieme al costo complessivo per offrire il massimo vantaggio alle nazioni coinvolte nel programma.
Questo è uno degli sforzi tecnologici più ambiziosi ed è progettato per fornire un sistema aereo da combattimento altamente avanzato e adattabile che entrerà in servizio dopo la metà degli anni '30. Questo aereo da combattimento di nuova generazione, che fa parte di un più ampio sistema aereo da combattimento, sfrutterà le nuove tecnologie man mano che si evolvono per rispondere alla natura mutevole dello spazio di battaglia, affrontando minacce e conflitti sempre più complessi e ad alta tecnologia. Il concept design iniziale del caccia GCAP di sesta generazione sembra incorporare elementi di design dei programmi Tempest e Mitsubishi FX. Il nuovo jet da combattimento di sesta generazione sviluppato dal Global Combat Air Program (GCAP) trinazionale potrebbe potenzialmente iniziare i test a terra e in volo entro la fine del decennio, secondo il Ministero della Difesa giapponese (MoD).
Il GCAP è "uno sforzo ambizioso tra Regno Unito, Giappone e Italia per fornire la prossima generazione di aerei da combattimento". Il programma congiunto è stato annunciato il 9 dicembre 2022. L'ambizione è consegnare l'aereo di nuova generazione per il servizio già nel 2035.
Il Ministero della Difesa giapponese ha confermato che "prevede di avviare la progettazione preliminare della piattaforma, della produzione del motore" e di altri sistemi. Secondo il governo del Regno Unito, la fase di sviluppo sarà avviata nel 2024. "Mentre i tre paesi stanno ancora coordinando i dettagli del programma di sviluppo del GCAP, l'inizio dei test a terra e in volo intorno al 2029 è considerato un possibile scenario", ha affermato il Ministero della Difesa giapponese.
I tre appaltatori principali – Mitsubishi Heavy Industries (MHI) in Giappone, BAE Systems nel Regno Unito e Leonardo in Italia – sono stati designati “come 'Lead Systems Integrator' per conto della più ampia industria nazionale nei rispettivi paesi”.




Il sensore radar AESA di Leonardo

Come noto, da un po’ di tempo Leonardo sta sviluppando una nuova tecnologia radar in grado di fornire oltre 10.000 volte più dati rispetto ai sistemi esistenti. A tale tecnologia avanzatissima, ora si somma quella avveniristica giapponese. Il nuovo sensore, chiamato "Sistema di radiofrequenza multifunzione", raccoglierà ed elaborerà quantità senza precedenti di dati sullo spazio di battaglia, equivalenti al traffico Internet di una grande città, ogni secondo. Questo enorme volume di informazioni, elaborato a bordo, darà a velivolo GCAP un vantaggio vincente in battaglia nelle situazioni di combattimento, con la capacità di individuare e prendere di mira i nemici molto prima che vengano presi di mira. Il nuovissimo sensore fornirà una vasta gamma di capacità oltre al radar tradizionale, con una tecnologia completamente digitale che fornirà all'operatore una visione eccezionalmente chiara dello spazio della battaglia e dei potenziali bersagli. Leonardo ha già costruito sottosistemi completi utilizzando la nuova tecnologia e li ha testati con successo presso i siti dell'azienda con un percorso di dimostrazioni aeree già nei prossimi anni.
 
BAE Systems

Separatamente, anche gli ingegneri di BAE Systems hanno iniziato a testare in volo concetti all'avanguardia per le tecnologie della "cabina di pilotaggio indossabile", progettate per fornire ai piloti nella cabina di pilotaggio o agli operatori a terra un vantaggio in una frazione di secondo. Il concept vede i controlli fisici visti nelle attuali cabine di pilotaggio degli aerei sostituiti con display di Realtà Aumentata e Virtuale proiettati direttamente all'interno della visiera di un casco, che possono essere configurati istantaneamente per adattarsi a qualsiasi missione. Sono in fase di sviluppo anche concetti che includono il team di autonomia umana, in cui un "copilota virtuale" potrebbe assumersi alcune delle responsabilità del pilota. Il concetto di copilota virtuale è ancora in fase di sviluppo, ma potrebbe ad esempio assumere la forma di un "avatar" integrato nella cabina di pilotaggio per interagire con il pilota.
L’azienda britannica sta anche sperimentato tecnologie "psico-fisiologiche", incluso il tracciamento oculare, per studiare i processi fisici e cognitivi dell'operatore per comprendere meglio l'aumento dello sforzo, dello stress, del carico di lavoro e della fatica. I piloti collaudatori di BAE Systems stanno ora testando queste tecnologie psico-fisiologiche in condizioni di volo di prova controllate su un aereo Typhoon. I risultati delle prove informeranno l'ulteriore sviluppo per comprendere meglio il comportamento cognitivo di un pilota e i processi relativi all'attività cerebrale, i ritmi psicologici e il movimento degli occhi per informare l'ulteriore sviluppo.

IL RUOLO DI MBDA

L’azienda europea MBDA ha anche incorporato uno dei suoi ingegneri Human Factors all'interno di questo team di cabina di pilotaggio indossabile, garantendo l'introduzione anticipata di concetti di armi che sfruttano queste tecnologie future. Questo approccio di stretta collaborazione tra MBDA e BAE Systems consentirà alle aziende di aiutare a collaborare in una fase iniziale del programma, modellando il modo in cui le informazioni e il funzionamento dei sistemi d'arma sono ottimizzati per il pilota.




TURBOFAN Rolls Royce - Avio - IHI 

Allo stesso tempo, gli ingegneri Rolls-Royce, con il concorso degli ingegneri di AVIO e IHI, stanno mettendo a punto una tecnologia avanzata del sistema di combustione come parte del lavoro di potenza e propulsione del velivolo. Il sistema di combustione è il punto in cui il combustibile viene introdotto e bruciato per rilasciare energia nel flusso di gas. Un sistema di nuova generazione dovrà essere più caldo di qualsiasi piattaforma precedente, aumentando l'efficienza del motore e il che significa che potrà andare più lontano, più velocemente o produrre meno anidride carbonica. Rolls-Royce ed i partner stanno esplorando materiali compositi avanzati e produzione additiva come parte di questo lavoro, producendo componenti leggeri e più densi di potenza in grado di funzionare a queste temperature più elevate. Questi concetti fanno parte di un più ampio sforzo di ricerca per sviluppare tecnologie che potrebbero essere utilizzate per creare un sistema aereo da combattimento di nuova generazione. Collettivamente, i partner del Team Tempest stanno sviluppando più di 60 dimostrazioni tecnologiche nei campi del rilevamento, della gestione dei dati e dell'autonomia per dimostrare processi e tecnologie leader a livello mondiale nel programma.

Aziende coinvolte

Il programma è concepito come un partenariato paritario tra i paesi membri. Nel Regno Unito, BAE Systems agirà come appaltatore principale e gestirà la cellula, Rolls-Royce i motori, la divisione britannica di Leonardo l'elettronica e MBDA-UK le armi. In Giappone, Mitsubishi Heavy Industries agirà come appaltatore principale, con IHI Corporation che si occuperà dei motori e Mitsubishi Electric che si occuperà dell'elettronica. In Italia Leonardo SpA sarà capo-commessa, Avio Aero si occuperà dei motori e MBDA-IT si occuperà anche dello sviluppo missilistico. 
Una volta entrato in piena operatività il nuovo caccia sostituirà l'Eurofighter Typhoon in servizio presso la RAF. Il governo britannico ha intenzione di investire nel progetto 2 miliardi £ fino al 2025. Il 7 luglio 2019 è stato annunciato l'ingresso nel programma della Svezia con un piano di investimento di altri 2 miliardi £, facendo supporre la possibile futura sostituzione del Gripen E proprio con il Tempest.
Il 10 settembre 2019 a Londra, il Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti Gen. Nicolò Falsaperna ha firmato una lettera di intenti che sancisce l'ingresso dell'Italia nel programma con la partecipazione delle industrie italiane nello sviluppo.
Il 22 luglio 2020, aziende delle tre nazioni coinvolte nel progetto (Regno Unito, Italia, Svezia) hanno formalmente avviato la collaborazione internazionale per lo sviluppo del Tempest. Le società coinvolte nella cooperazione industriale comprendono: BAE Systems, Rolls-Royce, Leonardo, Elettronica, Avio Aero, MBDA, Saab, GKN Aerospace Sweden.
Il 9 dicembre 2022, con un comunicato congiunto dei tre governi, Regno Unito, Giappone ed Italia annunciano il Global Combat Air Programme (GCAP), dicitura per la nuova partnership fra le tre nazioni per portare a compimento la sesta generazione di aerei da combattimento. In pratica, il progetto del Tempest si fonderà ora a quello dell'F-X nipponico sviluppato dalla Mitsubishi. Lo sviluppo vedrà materialmente la luce dal 2024 e il caccia entro il 2035. Si rimane in attesa delle decisioni svedesi.

Tecnica

Essendo ancora in una fase iniziale di sviluppo, non si hanno dati certi sulle caratteristiche tecniche che avrà il velivolo. Il mockup mostrato al Farnborough Airshow è caratterizzato da ali a delta, stabilizzatori verticali inclinati verso l'esterno e due motori incassati all'interno della cellula in una configurazione tipica dei caccia stealth. Altre caratteristiche annunciate sono la capacità di operare con o senza equipaggio a bordo, l'equipaggiamento con armi ad energia diretta non cinetica (laser, microonde, ad impulsi elettromagnetici, ecc.), la possibilità di lanciare missili ipersonici per attaccare bersagli in volo o a terra, e la capacità di guidare e coordinare uno sciame di droni.

CARATTERISTICHE TECNICHE:

  • Aziende coinvolte: BAE Systems, Leonardo, Mitsubishi Heavy Industries, Rolls-Royce, Elettronica, Avio Aero, MBDA, Saab, GKN Aerospace Sweden, IHI;
  • Nazioni coinvolte: GB, Italia, Giappone, Svezia (?);
  • Lunghezza: 19 m;
  • Apertura alare: 13,5 m;
  • Altezza: 5 m;
  • Peso a vuoto: 14.500 Kg;
  • Peso a pieno carico: 25.000 Kg;
  • Vel. Max: 2.500+ Km/h;
  • Tangenza: 15.500 m;
  • Armamenti: armi ad energia diretta non cinetica (laser, microonde, ad impulsi elettromagnetici, ecc.), la possibilità di lanciare missili ipersonici per attaccare bersagli in volo o a terra, e la capacità di guidare e coordinare uno sciame di droni.

Cronologia del programma

Entro il 2024 circa, lo sviluppo dettagliato e la condivisione dei costi per ciascuna società saranno chiariti e la produzione inizierà intorno al 2030, con il primo velivolo che sarà schierato nel 2035. 

L'Italia richiede pari dignità

Di recente, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha chiesto “pari dignità-tecnologica” nel partenariato con Regno Unito e Giappone per lo sviluppo, entro il 2035, di un aereo caccia di sesta generazione denominato Global Combat Air Programme (Gcap), nato dalla fusione del Tempest (Londra e Roma) e del Mitsubishi F-x (Tokyo).  "L'Italia può continuare su questa strada solo se ha lo stesso peso di Giappone e Gran Bretagna sulla tecnologia, sulla ricerca e poi, se si arriva a questo, sui risultati". Insomma, Roma vuole un "33%-33%-33%", ha detto Crosetto in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa britannica "Reuters". Inoltre, riguardo un’eventuale convergenza con il programma rivale Future Combat Air System (Fcas), portato avanti da Germania, Francia e Spagna, il ministro Crosetto non l’ha esclusa a priori: "Penso che la sfida sia accelerare in modo significativo la parte di ricerca e tecnologia e poi diventare attraente per altre nazioni nei prossimi 2 o 3 anni", soprattutto all'interno dell'Europa.

I vantaggi tecnologici nel condividere rischi e costi: ecco perché l’intesa è anche politica

Il Global Combat Air Programme “unirà” i vantaggi tecnologici accumulati dai tre Paesi e “condividerà i rischi e i costi di sviluppo”, spiega il ministero della Difesa giapponese interpellato in merito.
Come noto, il Giappone ha conseguito competenze tecnologiche attraverso lo sviluppo di caccia F-2 e X-2 di e del motore XF-9. Il Regno e l’Italia l’hanno fatto con lo sviluppo congiunto dell’Eurofighter Typhoon e con la partecipazione al programma dell’F-35 a guida statunitense. Progetti in cui hanno avuto un ruolo centrale la giapponese Mitsubishi Heavy Industries, l’italiana Leonardo e la britannica BAE Systems. La fusione tra le ricerche condotte dal Giappone, da Italia e Regno Unito sul Tempest (assieme alla Svezia, che però almeno inizialmente non partecipa al programma) è una questione centrale del programma. “I tre Paesi hanno concordato di sviluppare una piattaforma comune basata sui risultati dell’analisi congiunta sul grado di comunanza dei velivoli”, spiega il ministero della Difesa giapponese. “I dettagli delle specifiche saranno decisi man mano che il lavoro di progettazione procederà tra le aziende delle nazioni coinvolte. In ogni caso, la piattaforma comune sarà sviluppata mettendo insieme i vantaggi tecnologici di ciascun Paese e condividendo il più possibile i costi e i rischi di sviluppo”.
Il programma Gcap “è stato messo a punto tenendo i nostri alleati e partner al centro della nostra attenzione”, si leggeva nella dichiarazione di inizio dicembre. “La futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la Nato e con i nostri partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e a livello globale si riflette nel nome che abbiamo scelto per il nostro programma. Questo concetto sarà al centro del suo sviluppo. Condividiamo l’ambizione di rendere questo velivolo il fulcro di un più ampio sistema di combattimento aereo che opererà in molteplici ambiti”, concludeva la nota. “Riteniamo che i vantaggi dello sviluppo congiunto internazionale, come l’aumento del numero di velivoli prodotti rispetto allo sviluppo indipendente, contribuiranno a mantenere e rafforzare la produzione e le basi tecnologiche della difesa giapponese”, spiega ancora il ministro rispondendo a una domanda sul coinvolgimento nel progetto di due Paesi europei e uno asiatico. D’altronde, ormai è chiaro che “la sicurezza dell’Euro-Atlantico e dell’Indo-Pacifico sono indivisibili”, come ha dichiarato il premier britannico Rishi Sunak presentando il progetto.
La nuova Strategia di sicurezza nazionale presentata ai media dal governo giapponese tocca un aspetto cruciale: le norme sul trasferimento di attrezzature e tecnologie per la difesa, come i “Tre principi sul trasferimento di attrezzature e tecnologie per la difesa” e le relative “Linee guida per l’attuazione”. Il governo ha annunciato che sarà presa in considerazione la revisione di tali norme al fine di promuovere un trasferimento agevole di attrezzature e tecnologie per la difesa e lo sviluppo congiunto internazionale in un’ampia gamma di settori. “Anche se al momento ci asteniamo dal pronunciarci sul contenuto specifico di questa considerazione”, il ministro della Difesa giapponese “lavorerà fermamente in questa direzione insieme ai ministeri competenti”.
La collaborazione tra Paesi e aziende nel settore della difesa è da anni una delle principali soluzioni per lo sviluppo e il mantenimento di programmi di innovazione su ampia scala. Questo approccio ha permesso anche ad attori di medie dimensioni di avere accesso a sistemi e piattaforme tecnologicamente avanzati, programmi praticamente impossibili da sviluppare se non da grandi potenze e con ingenti spese. Questo scenario è particolarmente rilevante per le realtà occidentali ed europee, le quali, con la sola parziale eccezione degli Stati Uniti, hanno mantenuto budget ridotti a fronte di un pallido rinnovamento delle forze armate.
A sottolineare l’importanza che hanno assunto negli ultimi anni le collaborazioni internazionali, soprattutto all’interno di alleanze storiche come la NATO e l’UE, è il programma JSF che ha visto la collaborazione di un alto numero di attori nello sviluppo e produzione dell’F-35 permettendo così l’adozione di una piattaforma aerea allo stato dell’arte anche a Paesi, come l’Italia, che non hanno mai avuto i mezzi e i fondi necessari allo sviluppo di programmi simili.
Altro punto che fa pendere il piatto della bilancia verso questo approccio è l’impatto operativo che ha l’uso condiviso delle stesse piattaforme da parte di forze internazionali. La campagna in Iraq del 1991 mise in evidenza come asset differenti nello stesso teatro richiedessero un grado di coordinamento e una quantità di strumentazione improponibile negli scenari di conflitto moderni. Il tempo di elaborazione e condivisione delle informazioni è risultato poco efficiente e solo la modestia delle forze irachene, sfiancate da anni di guerra con l’Iran, ha permesso la riuscita della campagna senza troppi intoppi.
Dal 1991 al 2022 questi aspetti si sono maggiormente accentuati con lo sviluppo e la diffusione massiva delle tencnologie IT e delle reti Command, control, communications, intelligence, computers, survelliance, target acquisition, reconnaissance (C4ISTAR: in sostanza i network che permettono il coordinamento delle operazioni militari) divenendo centrali in tutti i teatri operativi e nelle diverse tipologie di conflitto.
L’esempio più attuale e completo è l’attuale “operazione militare speciale” Russa-Ucraina. Le capacità di creare network di difesa multi-piattaforma e multi-sistema fornite all’esercito ucraino, unite alle problematiche russe nel mettere in campo capacità equivalenti, hanno permesso il passaggio dell’iniziativa nelle mani dell’esercito ucraino. Iniziativa che è stata messa in atto sia con operazioni convenzionali che con l’adozione di tattiche più vicine alla guerra asimmetrica come l’eliminazione mirata di alti profili militari nelle zone occupate. Riprova, quindi, di come tale aspetto sia diventato parte integrante di ogni tipologia di conflitto.
In questo contesto si inserisce piano piano il programma Global Combat Air Programme (GCAP) formalizzato di recente da Londra, Roma e Tokio.

Le radici del Global Combat Air Programme

Il programma GCAP è di fatto il frutto di diverse spinte concorrenti che coinvolgono Gran Bretagna, Italia e Giappone:
  • la necessità di rinnovare il parco aeronautico dei velivoli d’attacco che attualmente vedono l’impiego degli Eurofighter da parte di Italia e Regno Unito e degli F-2 e F-15 da parte giapponese, piattaforme datate di almeno 40 anni e che nel 2035 supereranno i 50, e a cui si aggiungeranno gli anni impiegati per sostituire completamente le flotte;
  • La necessità di dare una risposta al programma FCAS di Francia, Spagna e Germania; si intersecano questioni e interessi militari, industriali e geopolitici che mandano segnali poco rassicuranti ai progetti di unità europea: Francia e Germania che, da tempo, cercano di assicurarsi una leadership che rischia di portare ulteriori punti di frattura in un contesto continentale già fortemente incerto, soprattutto sulle tematiche della difesa comune;
  • Una sempre maggiore marginalizzazione dell’Italia (nonostante abbia un apparato militare-industriale maggiormente sviluppato rispetto a quello spagnolo) e delle sue aziende della difesa. Non è da dimenticare l’interferenza del governo francese in diverse occasioni come per l’acquisizione da parte di Fincantieri della francese STX e sulla vendita di diversi asset militari a Egitto e Qatar. Oltre al fatto che la commessa data a Leonardo-Fincantieri per la produzione della nuova classe di fregate Constellation per la U.S. Navy ha certamente tolto una ricca probabile commessa alla cantieristica navale d’oltralpe;
  • È lapalissiano come l’Italia debba trovare nuovi partner di alto livello per non essere ulteriormente spinta ai margini dell’Europa e, in questo caso, la partnership con Londra e Tokyo assicura una collaborazione con due player economicamente forti e tecnologicamente avanzatissimi;
  • Per il Giappone si tratta del primo grande programma dell’industria della difesa che non la vede in subalternità con gli Stati Uniti, un segnale forte e chiaro della sua nuova posizione geopolitica e strategica. Tokyo trova due partner affidabili economicamente e tecnologicamente, che attualmente non sono presenti nella sua area geografica, ad eccezione della Corea del Sud con cui i rapporti non solo idilliaci. Le forze aeree giapponesi saranno quindi composte dal nuovo caccia e dagli attuali F-35, contando il fatto che, se anche per il progetto GCAP verranno previste varianti imbarcate, sarà di fatto l’unica forza di proiezione aeronavale nell’estremo oriente. Il tutto con un parco piattaforme altamente tecnologico. Le forze aeronavali giapponesi, nel 2035, potrebbero quindi essere uno dei punta di forza nei domini di riferimento creando non pochi problemi alle mire regionali cinesi, obiettivo questo ben dichiarato da Tokyo.

Il programma congiunto

Si tratta di un progetto che non vede solo lo sviluppo di una piattaforma aerea ma di un “system of systems” destinati a operazioni multi-dominio. I tre governi esplicitano chiaramente le esigenze di cui sopra attraverso il concetto di “interoperabilità” con gli Stati Uniti, con la Nato, i partner europei, nell’Indo-Pacifico e a livello globale.
Altro punto di estremo interesse è relativo al vantaggio tecnologico. Il rafforzamento di tale posizione è figlio anche dei risultati che le forze ucraine stanno ottenendo anche grazie all’impiego di sistemi e piattaforme occidentali chiaramente più avanzate rispetto a quelle russe, cinesi o iraniane, a riprova che il gap tecnologico ha eccome il suo peso sulle operazioni militari. Lezione che stanno apprendendo anche i cinesi, diretti competitor di Tokyo nell’estremo oriente.

Le ricadute industriali italo-anglo-giapponesi

Come già evidenziato, saranno tre le principali aziende coinvolte nello sviluppo del programma: Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries. Per l’Italia sono già coinvolti Avio Aero, Elettronica e MBDA in aggiunta ad altre realtà minori che andranno a comporre un mosaico articolato che coinvolgerà una buona parte del sistema-Paese.
Il programma ha come riferimento un velivolo di sesta generazione come parte focale di una rete di capacità più ampie comprendenti UAV, sensoristica, armamenti e sistemi di elaborazione dati a cui si andranno ad aggiungere ulteriori capacità digitali avanzate nell’intelligenza artificiale e, in generale, nell’IT warfare. 
Tutte le realtà italiane coinvolte nel GCAP pongono sul piatto tecnologico e produttivo una vasta gamma di capacità e know-how fondamentali per lo sviluppo del programma: 
  • Leonardo di fatto ha il ruolo di capofila tra le aziende italiane della difesa;
  • Avio Aereo avrà il compito di “sviluppare (congiuntamente alle realtà del Regno Unito e giapponesi) la tecnologia più avanzata per il futuro sistema di potenza e propulsione”; 
  • Partendo da una rilevante esperienza collaborativa in qualità di co-design per l’electronic warfare del Typhoon, Elettronica porterà nel progetto Global Combat Air Programme (Gcap) una solida maturità ingegneristica e sistemistica, fondamentale in un contesto in cui la sfida dell’electronic warfare è molto complessa e strategica; 
  • MBDA-IT è uno dei player centrali per lo sviluppo e capacità di utilizzo dei sistemi d’arma nuovi e preesistenti.

Le ricadute positive dal punto di vista economico, occupazionale e di ulteriore know-how dà una spinta al settore di ricerca e sviluppo, elementi che potranno essere certamente impiegati in ricaduta anche in altri campi al di fuori di quello prettamente militare.
Nel documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2022-2025 l’Italia ha già assegnato risorse per 2 miliardi di euro allocati nel 2021, 3,8 miliardi, con 220 milioni nel 2022 e 345 milioni nel 2023.

La visione strategica italiana

Al momento il progetto risulta essere in una fase molto embrionale mancando ancora i dettagli su come saranno effettuate le condivisioni del lavoro e dove avverrà lo sviluppo. Inoltre, i tre attori dovranno concordare come saranno ripartiti i costi del programma.
La principale fase di sviluppo del programma dovrebbe essere lanciata nel 2025 e il primo volo di un dimostratore è previsto nel 2027, dopodiché la produzione dovrebbe iniziare intorno al 2030 per permettere l’operatività di un prototipo entro il 2035. La partecipazione al programma per l’Italia è di fondamentale importanza sotto diversi aspetti. In primo piano vi sono le necessità operative di sostituire le attuali piattaforme con nuove soluzioni che guardino agli scenari futuri e che possano garantire, dal momento della loro entrata in servizio, almeno altri 40 anni di operatività ad alti livelli. L’ultima generazione di Eurofighter ha dimostrato notevoli capacità di interoperabilità con piattaforme più moderne e in scenari altamente tecnologici. Nelle esercitazioni con gli F-35 l’attuale caccia è di fatto la punta di lancia del complesso sensor-to-shooter loop grazie al ruolo di “abilitatore” svolto dall’F-35. Con il passaggio ad una nuova piattaforma ancora più avanzata e con un’architettura ancora più “compatibile” per i battle network il nostro Paese verrà catapultato nel gradino successivo del warfare. Nello specifico l’AMI e la Marina militare italiana, al pari di quelle giapponesi, conterebbero su due piattaforme che singolarmente fungono da veri e propri centri di comando e controllo tattici multidominio che da sole coprirebbero l’intero arco di capacità C4ISTAR, integrandosi e integrando gli altri elementi presenti nel teatro operativo con tutte le ricadute del caso in termini di readiness ed effciency.
Dal punto di vista strategico e internazionale, forze all’avanguardia garantiscono il ruolo di media potenza e potenza regionale dell’Italia, ruolo che negli ultimi anni è stato fortemente eroso sia da fattori interni che esterni. L’ammodernamento del parco aeronautico e l’acquisizione di capacità avanzate garantirebbe un ruolo di primo piano nel contesto euro-mediterraneo e in tutti i teatri in cui si trovano ad operare le FF.AA. italiane.
Nel caso della M.M. italiana, anche le 2 portaeromobili Cavour e Trieste, sono adeguate all’impiego di velivoli STOV/L, e possono far fronte alle esigenze dei moderni scenari di crisi.
L’Italia ha grandi potenzialità per poter essere un polo di riferimento per l’innovazione tecnologica, con una base industriale ristretta rispetto ai partner europei, ad alto valore aggiunto in termini di “prodotti” finali. Un trend di medio periodo che trova riscontro nelle partecipazioni delle realtà italiane a progetti internazionali come l’F-35, i PPX e lo stesso GCAP ad altissimo valore tecnologico.
Roma manda un messaggio forte e chiaro sulla sua posizione internazionale dei prossimi anni: la posizione all’interno delle organizzazioni internazionali non è in discussione (ammesso che lo sia mai veramente stata) e il suo ruolo sarà di attore primario e non di semplice rappresentanza. Le alternative per avviare collaborazioni e partnership, anche fuori dal continente, sono presenti e permetterebbero di fatto anche una maggiore libertà di azione. Questa tendenza sarà confermata e coadiuvata da una strategia di medio-lungo termine chiara, e la posizione della nostra nazione sarà quella di “alternativa” ai cosiddetti giganti europei e alla loro “visione” nelle gerarchie continentali.

Il ruolo trainante del Regno Unito

Regno Unito, Giappone e Italia, vedono le tre nazioni costruire un programma veramente internazionale, ed hanno l'ambizione condivisa di sviluppare un aereo da caccia di nuova generazione nell'ambito di un nuovo programma aereo di combattimento globale (GCAP).
L'accordo evidenzia gli stretti legami governativi, militari e industriali e rafforza l'impegno internazionale per il futuro combattimento aereo. 
Il Primo Ministro ha dichiarato: “La sicurezza del Regno Unito, sia oggi che per le generazioni future, sarà sempre di fondamentale importanza per questo governo.
“Ecco perché dobbiamo rimanere all'avanguardia dei progressi nella tecnologia della difesa, superando in velocità e manovrando coloro che cercano di farci del male.
“La partnership internazionale che abbiamo annunciato oggi con Italia e Giappone mira a fare proprio questo, sottolineando che la sicurezza delle regioni euro-atlantiche e indo-pacifiche sono indivisibili. La prossima generazione di aerei da combattimento che progetteremo proteggerà noi e i nostri alleati in tutto il mondo sfruttando la forza della nostra industria della difesa che batte il mondo, creando posti di lavoro e salvando vite ”.
Alex Zino, Executive Vice President, Business Development and Future Programmes, Rolls-Royce Defense, ha dichiarato: “Accogliamo con favore l'annuncio di oggi e lo slancio positivo che stiamo costruendo con i nostri partner in Giappone e in Italia verso lo sviluppo della tecnologia di potenza e propulsione per il caccia di nuova generazione aereo. Nel dicembre 2021 abbiamo annunciato l'obiettivo di progettare, costruire e testare congiuntamente un dimostratore di motori. Questo lavoro sta procedendo bene e sulla buona strada per essere consegnato. L'annuncio di oggi rafforza le relazioni solide e di lunga data che apprezziamo sia con l'Italia che con il Giappone e non vedo l'ora di approfondire questa collaborazione attraverso questo programma".
Charles Woodburn, amministratore delegato di BAE Systems, ha dichiarato : “Il lancio del Global Combat Air Program posiziona saldamente il Regno Unito, insieme a Giappone e Italia, come leader nella progettazione, sviluppo e produzione di capacità aeree da combattimento di nuova generazione. Con i nostri partner industriali del Regno Unito, non vediamo l'ora di rafforzare i nostri legami con le industrie giapponesi e italiane mentre lavoriamo insieme per realizzare questo programma di enorme importanza per la nostra difesa e sicurezza globale. L'accordo con il Giappone e l'Italia è fondamentale per raggiungere gli obiettivi fissati nella strategia aerea di combattimento del Regno Unito ed è destinato a creare e sostenere migliaia di posti di lavoro di alto valore e a beneficiare centinaia di aziende in tutto il Regno Unito, contribuendo alla prosperità economica a lungo termine e alla salvaguardia capacità aerea di combattimento sovrana per le generazioni a venire”.
Mark Hamilton, Managing Director Electronics di Leonardo, ha dichiarato: “L'emergere di un unico programma internazionale, sostenuto da tre governi, rappresenta un importante punto di maturità per la nostra visione condivisa del combattimento aereo e un forte voto di fiducia nella disponibilità dell'industria a consegnare il programma. In Leonardo, abbiamo il privilegio di essere una parte fondamentale di questo sforzo. Il rilevamento integrato, gli effetti non cinetici e le comunicazioni integrate (ISANKE e ICS) del futuro velivolo saranno al centro delle capacità del sistema, garantendo che le nostre forze armate possano rispondere efficacemente alle minacce del futuro. Non vediamo l'ora di lavorare con i nostri colleghi internazionali per fornire questa capacità critica".
Chris Allam, MBDA Executive Group Director Engineering e Managing Director UK, ha dichiarato : "L'annuncio di oggi è un passo significativo nell'internazionalizzazione del programma Combat Air System che determinerà un cambiamento radicale nelle capacità future e contribuirà a sostenere e sviluppare competenze critiche in tutta la difesa industria. MBDA è stata fondata sul principio delle nazioni che lavorano insieme per fornire capacità sovrane, sfruttando l'innovazione e generando vantaggi economici. Vantiamo una storia orgogliosa di collaborazione con l'Italia e accogliamo con favore l'opportunità di rafforzare il nostro rapporto con il Giappone. Lavoreremo con partner industriali multinazionali per consentire un'integrazione senza soluzione di continuità, una rapida evoluzione e una rete di effetti per trasformare in realtà qualsiasi piattaforma, sensore o effettore".
L'industria dell'aviazione da combattimento del Regno Unito non solo sostiene la difesa e la sicurezza nazionale, ma il settore da 6 miliardi di sterline all'anno offre anche un valore economico e sociale sostanziale. Il GCAP potrebbe garantire o creare migliaia di posti di lavoro nel Regno Unito mantenendo a terra le insostituibili capacità di ingegneria aerea da combattimento per un'altra generazione. Un rapporto pubblicato lo scorso anno dagli analisti di PricewaterhouseCoopers (PwC) ha concluso che se il Regno Unito dovesse assumere un ruolo centrale in un programma di jet da combattimento di nuova generazione, potrebbe aspettarsi di sostenere una media di 21.000 posti di lavoro all'anno e contribuire con circa 26,2 miliardi di sterline al economica entro il 2050.
Nel Regno Unito, circa 2.500 persone stanno già lavorando al programma come parte del Team Tempest e del settore in generale. Oltre ai partner del Team Tempest, più di 580 organizzazioni sono già sotto contratto in tutto il Regno Unito, comprese 91 PMI e 26 istituzioni accademiche. I partner del Team Tempest hanno reclutato più di 1.000 apprendisti e laureati dal lancio del progetto nel 2018, con giovani a livello nazionale ispirati dall'opportunità di far parte di un programma aereo da combattimento irripetibile.
I partner del settore del Regno Unito hanno già generato solide relazioni di lavoro con le loro controparti in Italia e Giappone, che progrediranno nel nuovo sviluppo congiunto. Questi includono IHI Corporation, Mitsubishi Electric e Mitsubishi Heavy Industries in Giappone, e Avio Aero, Elettronica e Leonardo in Italia.
Si prevede che il GCAP genererà benefici tecnologici, industriali e sociali a lungo termine per i tre paesi partner e ispirerà la prossima generazione di talenti ingegneristici.


SI VIS PACEM, PARA BELLUM - “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM"

….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

(Fonti: “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM", Web, Google, Avionews, Formiche, geopolitica, Ministero della Difesa giapponese, Jane’s, Wikipedia, You Tube)






















 

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