domenica 12 febbraio 2023

Marina Militare italiana: il cacciatorpediniere D-561 Francesco Mimbelli dopo i lavori di mezza vita


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Il cacciatorpediniere lanciamissili Francesco Mimbelli fu impostato nei Cantieri Navali Fincantieri di Riva Trigoso il 15 novembre 1989, varato il 13 aprile 1991 e successivamente trasferito a La Spezia ove, il 19 ottobre 1993, è stato consegnato amministrativamente alla Marina Militare. La cerimonia di consegna ufficiale è avvenuta a Genova l’11 dicembre 1993.




Concepito per soddisfare il potenziamento e l'ammodernamento della Marina Militare, questo cacciatorpediniere lanciamissili ha capacità multiruolo in quanto il suo armamento, consistente e differenziato nei confronti della minaccia aerea, di superficie e subacquea, lo rende idoneo ad assolvere molteplici compiti fondamentali: in primis la difesa aerea di zona, concorrendo non solo alla protezione di formazioni navali e di convogli, ma anche alla difesa aerea nazionale e NATO.









È, inoltre, idoneo al contrasto di unità subacquee e di superficie, al supporto di operazioni anfibie e all’impiego nel bombardamento costiero. Le spiccate potenzialità di supporto al comando, lo rendono, altresì, adatto quale piattaforma sede di comando complesso.
L’unità, durante la sosta lavori dal 2006 al 2009, ha subito un notevole processo di ammodernamento che ha portato alla sostituzione di più componenti del Sistema di Combattimento e all’installazione di sistemi e apparati allo stato dell’arte. Ciò ha comportando un significativo incremento delle prestazioni in termini di capacità di elaborazione e di calcolo, pur mantenendo, come richiesto dalla Forza Armata, logiche e possibilità d’impiego della vecchia configurazione. Inoltre, nella sosta lavori effettuata tra il 2017 e 2018, l’Unità ha eseguito ulteriori interventi di ammodernamento e di ripristino dell’efficienza sul sistema di piattaforma e sul sistema di combattimento.
Tali manutenzioni consentiranno all’Unità di continuare a garantire nei prossimi anni le capacità operative, all’interno di una Squadra Navale Italiana in continua evoluzione, per concorrere, sul mare e dal mare, alla promozione e salvaguardia degli interessi vitali e strategici di una Nazione a ineludibile vocazione marittima come l’Italia.
Nave Mimbelli è alle dipendenze del Comando della Seconda Divisione Navale, il suo abituale porto di assegnazione è Taranto presso la nuova Stazione Navale Mar Grande.
Mercoledì 6 aprile 2022, nelle acque del golfo di Taranto, il Cacciatorpediniere Francesco Mimbelli ha effettuato la seconda uscita in mare dopo un lungo periodo di lavori.
Gli Ufficiali di Vascello di prossimo invio alla Scuola di Comando Navale, hanno condotto manovre in rada e in mare aperto alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, Amm. Sq. Aurelio De Carolis.
Nave Mimbelli sarà impiegata quale nave scuola nel periodo estivo ospitando gli allievi della seconda classe dell’Accademia Navale per l’annuale campagna addestrativa, tassello fondamentale per la crescita di ogni futuro ufficiale di Marina.




Francesco Mimbelli (D 561)

Il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare Francesco Mimbelli (D 561) è un'unità multiruolo per la lotta antiaerea, lotta antisommergibile, lotta antinave e per il bombardamento a lungo raggio.
Conta un equipaggio di 377 persone (di cui il 10% femminile). Lo scafo è a ponte continuo con due blocchi di sovrastrutture che inglobano i due fumaioli, con la zona poppiera occupata per una lunghezza di circa 25 metri dal ponte di volo e per una lunghezza di 18m dall'hangar che può accogliere due elicotteri. La forma dello scafo e due coppie di stabilizzatori assicurano una notevole riduzione del rollio.
La nave è dotata di armamento, consistente e differenziato che la rende idonea ad assolvere molteplici compiti fondamentali: in primis la difesa aerea di zona, concorrendo non solo alla protezione di formazioni navali e di convogli, ma anche alla difesa aerea nazionale e NATO. Inoltre il suo armamento la rende idonea al contrasto di unità subacquee e di superficie, al supporto di operazioni anfibie e all’impiego nel bombardamento costiero ed è adatta quale sede di comando complesso, compito svolto in più occasioni.
Durante l’ultima sosta lavori, effettuata tra il 2006 e il 2009, ha subito un notevole processo di ammodernamento con la sostituzione di più componenti del Sistema di Combattimento che ha comportato un incremento delle prestazioni in termini di capacità di elaborazione e di calcolo.

COMBAT MANAGEMENT SYSTEMS IPN-20 SADOC MK2

Le due unità sono dotate della Centrale Operativa di Combattimento (C.O.C.), con Sistema di Comando e Controllo AESN IPN 20 SADOC 2 (Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento) con 10 console, per il coordinamento di tutti i sensori esterni delle unità, allo scopo di determinare la scelta del sistema di difesa più adatto per affrontare eventuali aggressioni, da parte di forze nemiche.
Il Sistema Automatico per la Direzione delle Operazioni di Combattimento SADOC Mk.2 era il CMS della precedente generazione in servizio a bordo delle navi militari italiane in servizio negli anni '80 e '90 (ad es. fregate classe Maestrale e classe Lupo).


RADAR LEONARDO RAN-40L

Il radar RAN-40L è un radar di ricerca navale 3D in banda L sviluppato da Leonardo . Il radar è utilizzato per la sorveglianza aerea marittima a lungo raggio e per il preallarme. Il radar utilizza un'antenna phased array attiva completamente allo stato solido e in grado di tracciare e rilevare bersagli aerei come aerei o droni fino a 400 km di distanza. RAN-40L si basa sull'esistente radar 3D RAT-31DL terrestre, un sistema ampiamente utilizzato dai paesi della NATO per la sorveglianza aerea a lungo termine.  Le funzioni radar includono Track While Scan per la sorveglianza aerea e di superficie a lungo raggio e il tracciamento missilistico. La copertura radar è ottenuta mediante scansione di fase in elevazione, mentre ruota meccanicamente in azimut. L'antenna ruota a 6 giri/min o 12 giri/min, con copertura azimutale a 360°.

SISTEMA ANTI-SILURO AN/SLQ-25 Nixie

L'AN/SLQ-25 Nixie è un tipo di contromisura elettronica rimorchiata antisiluro in uso nella United States Navy ed in varie marine della Nato. 


Questo sistema consiste in un generatore trainato dall'imbarcazione che, dalla prima versione AN/SLQ-25, genera rumori come quelli delle eliche o dei motori delle navi attirando le teste di ricerca acustiche verso di sé deviando così il siluro dal bersaglio reale; la versione AN/SLQ-25A invece confondeva i sensori del siluro con un emettitore di disturbo specifico, che permette di disturbare la testata di guida attiva di un siluro emettendo gli stessi impulsi del siluro (ping di ritorno) ma sfasati in modo da dare un falso ritorno doppler che faccia rilevare una posizione effettiva della nave differente da quella reale. I più moderni AN/SLQ-25B incorporano un apparato sensore trainato per la ricerca di sottomarini e di siluri in arrivo. Generalmente i Nixie trovano posto in coppia nella parte poppiera, ma il sistema funziona essenzialmente contro i lanci di poppa, e solo parzialmente contro quelli di lato.





APPARATO MOTORE - General Electric LM2500 + DIESEL

Il motore General Electric LM2500 è una turbina a gas a turboalbero di derivazione aeronautica della General Electric che ha un impiego industriale e marino. 
L'ultima versione del motore LM2500 ha una potenza di 33 600 CV (25,1 MW) con il 37 % di efficienza termica. Il motore viene usato in varie applicazioni su unità della US Navy e di altre marine, aliscafi, hovercraft e traghetti veloci. Nel 2004 oltre 1000 turbine a gas LM2500 erano in servizio in 29 marine internazionali. In molte unità militari le installazioni del motore LM2500 vengono effettuate all'interno di un container ISO dalla lunghezza di 40 piedi per una più facile rimozione. Il motore LM2500+ è un'evoluzione del motore LM2500 che ha una potenza di 40 200 CV o 28,6 MW di potenza elettrica in combinazione con un generatore elettrico. Due di questi generatori sono stati installati nella sovrastruttura nei pressi del fumaiolo sulla Queen Mary 2 il più grande transatlantico al mondo. In Italia il motore viene costruito dalla Avio. I motori LM2500/LM2500+ vengono usati come turbine in sistemi di propulsione CODAG o CODOG o in coppia nei sistemi COGAG come sull'incrociatore portaeromobili Garibaldi e sulla portaerei CAVOUR della Marina Militare Italiana.
Le prime unità della US Navy ad usare il motore LM2500 furono i cacciatorpediniere Classe Spruance. Successivamente vennero impiegati su altre classi di navi quali le fregate Oliver Hazard Perry sugli incrociatori Ticonderoga ed attualmente trovano impiego sui Burke. La Royal Canadian Navy lo impiega sulle fregate classe Halifax. Nella Marina Militare Italiana questi motori trovano impiego sulle principali unità di squadra a partire dagli anni settanta quando equipaggiarono le Lupo.

ARMAMENTO:
  • 1 cannone da 127/54 Leonardo-OTOMelara “Vulcano”; 
  • 3 cannoni 76/62 Leonardo-OTOMelara Super rapido; 
  • 4 lanciamissili anti-nave MBDA Teseo M2/A, 
  • 2 lanciatori per missili ASW MBDA MILAS; 
  • 1 lanciatore a 8 celle per missili anti-aerei Aspide; 
  • 1 rampa singola Mk 13 mod. 4 per missili anti-aerei Standard SM-1 MR; 
  • 2 lanciasiluri trinati B-515 MU-90; 
  • 1 elicottero imbarcato Eurocopter SH-90.

MISSILI ANTI AEREI RIM-66 Standard SM-1

Il missile Standard SM-1 è stato il successore della serie di missili anitiaerei T, Tartar e Terrier. La tecnologia elettronica degli anni sessanta rese possibile aumentare la potenza e il propellente per ottenere migliori prestazioni e affidabilità con gittate variabili tra i 46-74 km.


Lo Standard SM-2 è a sua volta il successore, a partire dai primi anni ottanta, della serie SM-1, anche se per molti anni non ha avuto export al di fuori degli Stati Uniti. 


Caratterizzato dalla capacità di auto-pilotarsi fino in prossimità del bersaglio, controllato da comandi radio, attiva il cercatore radar solo alla fine, consentendo una maggiore economia energetica (traiettoria più pulita), e permettendo di ingaggiare in rapida sequenza, anche se non simultaneamente, parecchi bersagli per ciascun radar di tiro. Gittate 74 – 150 km. Gli ultimi modelli hanno anche capacità antimissili balistici. La Marina Militare Italiana lo monta sui cacciatorpediniere lanciamissili Classe Durand de la Penne nella versione SM-1 Medium Range.

MISSILI ANTI-NAVE MBDA Teseo M2/A

L’Otomat è un missile a lungo raggio antinave, paritetico Italia-Francia, inizialmente sviluppato dal consorzio Oto Melara-Matra (da cui il nome Otomat) successivamente confluito nel gruppo MBDA, società partecipata di Leonardo. Il missile è stato largamente impiegato dalla Marina Militare Italiana.



La caratteristica principale del missile, la lunga gittata, è ottenuta con un motore francese a turbina Microturbo, che consente una gittata di oltre 180 km con una testata da 210 kg, per un peso totale di circa 800 kg. Si tratta di un missile molto potente, ma non adatto per aerei o sottomarini.


Il missile cominciò ad essere progettato attorno al 1967, e ben presto, per quest'arma nacque un accordo internazionale tra OTO-Melara e Matra, che diede al missile il nome definitivo: OTOMAT, in quanto si trattava di una collaborazione paritetica. Il missile venne sperimentato tra il 1971 e il 1972, con il primo lancio di un missile completo già il 28 febbraio. Lo sviluppo, iniziato ufficialmente nel 1969 terminò nel 1974. A quel punto il missile era pronto per la produzione in serie e i primi missili, designati OTOMAT Mk 1 vennero messi in servizio nel 1976. Per metterli in servizio con una classe di navi adatta la MMI dovette attendere almeno un altro anno, con l'arrivo delle Lupo. L'evoluzione non si era però arrestata in quanto venne ben presto sviluppato un missile più moderno, dato il grande sviluppo della microelettronica in quegli anni, con il passaggio allo stato solido dei circuiti. In termini di guida, i missili italiani, dotati di testata di guida prodotta dalla SMA di Firenze, hanno una traiettoria d'attacco radente mentre i missili francesi hanno una traiettoria d'attacco con picchiata finale da 175 metri di quota per confondere le difese aeree. Per quanto causa di problemi, sia per la riflessione dalla superficie del mare che per complesse manovre sui tre assi, questo sistema consente di ingannare abbastanza agevolmente le difese aeree. Un sistema simile venne inizialmente applicato anche agli Harpoon che, però, hanno poi utilizzato una traiettoria interamente a volo radente che consente maggiore semplicità e la possibilità teorica di riattaccare in caso le ECM ingannassero il missile: in effetti vi sono dei pro e contro in tale applicazione. In quanto al sistema motore, l'MM 40 Exocet Block 3 ha cambiato il motore a razzo con lo stesso apparato dell'OTOMAT ed è singolare che proprio questo componente, che fornisce le prestazioni di gittata richieste, sia di produzione francese ma non sia stato usato dalla Marine Nationale per tutti questi anni. Il totale di missili OTOMAT costruiti a partire dal 1975 è di circa 1000 esemplari. La loro carriera ha visto lanci in esercitazione oltre i 120km e l'uso contro le difese aeree della US Navy, superate dalla maggior parte dei missili di un piccolo lotto comprato per valutazione e dotati di una particolare manovra d'attacco finale che sembra simile all'attacco in picchiata delle armi francesi. L'OTOMAT non è stato usato mai in combattimenti reali ma è stato esportato in diverse nazioni, anche a rischio, come la Libia e l'Iraq. Il sistema missilistico Teseo è l'ultima evoluzione dei missili antinave OTOMAT, prodotti e commercializzati da MBDA, società partecipata di Leonardo-Finmeccanica Il 31 ottobre 2006 è riuscito un test di lancio del nuovo Teseo Mk2/A (OTOMAT Mk2 Block IV), ultima evoluzione del programma, avvenuto presso il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze di Quirra, con un volo di 300 secondi per una distanza di circa 80 km , con un missile privo di testata. Il 19 novembre 2007 è avvenuto il lancio di un missile completo lanciato da parte del cacciatorpediniere Durand de La Penne. Il loro impiego è previsto nelle nuove fregate italiane Classe FREMM e nei cacciatorpediniere classe Andrea Doria. La ultima versione del missile è disponibile con nuova elettronica e capacità, in parte ricavate dagli studi per l'ULISSE e in parte dallo sviluppo del Marte Mk.2. L'ammodernamento ha visto la rimozione del sistema datalink TG-2 per elicotteri, poiché la nave è in grado di guidare da sola il missile, che è stato dotato di navigazione tridimensionale a punti programmabile, coordinate di attacco, capacità di operare in ambiente costiero con l'aggiunta del GPS per poter attaccare anche bersagli terrestri, e di attaccare con manovre evasive e di riattaccare.
Il missile Otomat è in corso di "aggiornamento tecnologico" da almeno una decina d'anni.




MISSILI ASW MBDA MILAS

Il MILAS è la versione ASW del missile OTOMAT MK2, con il missile che ha la funzione di vettore per carichi come il siluro leggero MU 90 o simili, che vengono sganciati dal vettore nei pressi di un sottomarino come indicato dal sonar della nave e dalla cooperazione con l'elicottero ASW.



Il programma venne sviluppato in cooperazione tra Italia e Francia a partire dal 1986 per trasportare su lunghe distanze entro pochi minuti un'arma antisommergibile leggera come l'A244, ma i francesi, dopo la fine della Guerra Fredda, non si dimostrarono molto interessati alla sostituzione dei vecchi MALAFON mentre l'Italia ha proseguito nello sviluppo e, dopo molti problemi legati alle risorse finanziarie disponibili, sono entrati in servizio equipaggiando i cacciatorpediniere Durand de la Penne. Il Milas ha una gittata che va da 5 a oltre 35Km in tutte le direzioni. Il sistema può aggiornare in modo continuativo, durante il volo del missile, la traiettoria e il punto di rilascio del siluro, con in più il vantaggio di poter modificare le istruzioni riguardo al bersaglio. Con i suoi rapidi tempi di reazione e il suo raggio d'azione, il sistema garantisce alle navi che ne sono equipaggiate e alle formazioni navali scortate da queste, una difesa effettiva e permanente dai sottomarini, sia convenzionali che nucleari.
La via europea (franco-italiana) al missile " subacqueo " prevede invece un sistema che sfrutta il booster del già sperimentato missile A/N TESEO (OTOMAT), il sistema di lancio a cassone, simile a quello del missile navale e compatibile con il sistema di sostegno (PAD); l'arma terminale è costituita o dal siluro leggero MK46 Phase 2 (USA) o, in alternativa, dal siluro leggero (franco-italiano) MU-90.
Con il sistema rappresentato in figura, è possibile ottenere configurazioni molto flessibili a bordo delle Unità, perchè le rampe di lancio sono perfettamente compatibili sia per il sistema TESEO che per il sistema MILAS.

MISSILI ANTI-AEREI E ANTI-MISSILE MBDA ASPIDE ALBATROS

L'Albatros è un sistema missilistico navale superficie-aria di origine italiana. È principalmente inteso come un sistema di difesa di punto per le fregate. Il design è molto simile a quello del sistema statunitense RIM-7 Sea Sparrow. 


Varie parti sono intercambiabili: è anche possibile lanciare missili Sea Sparrow con piccole modifiche. Il missile Aspide ha sostituito lo Sparrow nel sistema SAM nel sistema imbarcato Albatros originariamente prodotta dalla Selenia utile come autodifesa di punto e protezione d’area. 



Il sistema è disponibile con tre versioni di launcher (quattro, sei e otto celle) per soddisfare i requisiti di allestimento di ogni nave.  Con il sistema potevano essere fornite due versioni di missili: l'ASPIDE standard per la difesa di punto  e l’ASPIDE 2000 per la difesa d’area. Il trasmettitore ad onda continua (CW) forniva la potenza RF necessaria per la guida missilistica irradiata verso i bersagli attraverso l'antenna del localizzatore Fire Control System.
Il sistema Albatros era asservito al radar di tiro Selenia RTN10XM Orion pulse-Doppler ed al RTN-12X Sirio a onde continue per il tracciamento e l'illuminazione del bersaglio.  I radar posizionati insieme funzionavano insieme; l'RTN-10XM era il primo modello Orion a utilizzare l'agilità di frequenza anziché la diversità di frequenza, e l'RTN-12X con l'indicazione del bersaglio mobile che fungeva da riempitore di gap di basso livello. La capacità di superare il disordine della costa era molto importante a causa delle operazioni costiere della Marina italiana in mediterraneo.
Il sistema missilistico Albatros doveva essere considerato come parte del sistema di difesa aerea della nave che si interfacciava con il sistema di controllo di tiro della nave. Il sistema prevede l'archiviazione, il lancio e la guida dei missili Aspide.  Il sistema missilistico Albatros fornisce il controllo per il lancio dei missili Aspide contro il bersaglio assegnato. Il sistema si interfaccia con il Gun Fire Control System (GFCS) attraverso l'unità di controllo della sezione missilistica. Questa unità contiene un computer ed esegue la supervisione e il controllo del funzionamento dell'intero sistema. L'energia CW per l'illuminazione del bersaglio e il riferimento ai missili, viene generata dal gruppo trasmettitore Cw e inserita direttamente nel gruppo della guida d'onda del sistema di tiro e fuoco attraverso l'antenna del radar. Il lancio dei missili è controllato dalla Console di controllo delle armi del GFCS associato mediante un pannello di controllo dei missili. Gli ordini iniziali al lanciatore vengono inviati durante la fase di acquisizione, per spostare il lanciatore in condizione di attesa nella direzione del punto futuro previsto del bersaglio. La massima velocità di fuoco è di un missile ogni 2,5 secondi. Il funzionamento dei sistemi inizia quando gli obiettivi in arrivo vengono rilevati dal radar di tracciamento RTN 30X. Le informazioni sul bersaglio vengono quindi trasferite al sistema di controllo dell'arma integrato NA 30. Il sistema comanda al radar di illuminazione RTN 12X CW di illuminare il bersaglio e lanciare il missile. La testa di guida dell’Aspide riceve l'eco del bersaglio nel suo ricevitore anteriore e il segnale dell'illuminatore diretto dall’RTN 12X nel ricevitore posteriore. Nell'elaborazione dei due segnali, si ottiene il doppler target, che viene utilizzato per il rilevamento automatico della frequenza del range target. Se il bersaglio emette un segnale di inceppamento per negare l'eco del bersaglio al missile, il sistema di guida passa alla modalità passiva Home-On-Jam. In questa modalità, il missile ricava le informazioni di guida dal segnale di disturbo emesso dal bersaglio, permettendo così di continuare con successo l'intercettazione con il bersaglio. Se il trasmettitore di disturbo è spento, il missile ritorna nuovamente alla modalità di homing semi-attiva. La società Selenia (poi Leonardo-MBDA) costruì dieci sistemi Albatros per la Marina Militare Italiana, tutti gli incrociatori, i cacciatorpediniere e le fregate alla fine furono equipaggiati nel corso dei normali refit. Le prime due navi divennero operative con la M.M. nel 1976; inizialmente i sistemi utilizzavano il missile Sparrow; successivamente i lanciatori furono convertiti al missile italiano Aspide. Sarebbero stati necessari radar di potenza superiore per sfruttare la portata aumentata dell’Aspide, inoltre la Selenia era certa che il suo nuovo missile sarebbe stato efficace anche contro i missili antinave che viaggiavano a pelo d’acqua.
La Marina peruviana ordinò quattro sistemi Albatros e un secondo contratto di esportazione era in fase di negoziazione. Quest'ultimo ordine non faceva parte di un accordo "pacchetto" italiano, a differenza del contratto peruviano e dell'atteso ordine venezuelano. Almeno altre tre marine richiesero dettagli sui sistemi Albatros per soddisfare requisiti specifici.  Il sistema veniva offerto in due versioni, con controllo del fuoco a singolo e a doppio canale. La variante a canale singolo, destinata alle navi fino alle dimensioni della corvetta, veniva offerta ad un prezzo tra i $ 2-2 milioni ed i $ 2-3 milioni, incluso il lanciatore ed il controllo del fuoco per i missili e fino a tre lanciatori con due diverse caratteristiche balistiche, ma esclusi i missili e le armi stesse. Nel 2019 il sistema era in servizio in 16 paesi in tutto il mondo, su varie classi di navi da guerra, dagli OPV fino ai cacciatorpediniere e alle portaerei. L’Albatros è un sistema navale ben collaudato, per tutte le condizioni atmosferiche e altamente resistente alle ECM:  progettato per contrastare aeromobili, UAV, elicotteri in mare, nonché missili anti-nave e barchini costieri. Il design dell'Albatros si basa sui missili Aspide, una variante migliorata del missile aria-aria AIM-7E Sparrow. Il lanciatore è il US Mk 29 octuple lanciato, utilizzato anche dal sistema Sea Sparrow. Per l'uso su corvette è stato sviluppato un lanciatore quadruplo più piccolo. Il missile Aspide è un missile homing radar semi-attivo. Ciò richiede che il bersaglio sia illuminato da un radar di controllo del fuoco ad onda continua. Un singolo bersaglio viene ingaggiato alla volta. Il sistema Albatros spara il missile Aspide, un missile homing radar semi-attivo. La portata massima è di 15 km e l'altitudine massima è di 6 km. Quattro o otto missili sono pronti per il lancio, a seconda del tipo di lanciatore.

LANCIASILURI TRINATI MU-90

Il MU90 è un LWT spara e dimentica di calibro standard NATO (323,7 mm) di 304 kg e 2850 mm di lunghezza, progettato per contrastare qualsiasi tipo di sottomarino nucleare o convenzionale, rivestito acusticamente, ad evasione rapida, a dispiegamento attivo o passivo effettori anti-siluro. 





Il siluro può essere schierato da navi di superficie, velivoli ad ala fissa/rotante o missili. Predisposizioni per far fronte alle minacce SLAAM lanciate da sottomarini sono state incorporate nell'arma così come Hard-Kill (siluro anti-siluro), miniera della piattaforma continentale e capacità di lancio di sottomarini. Progettata e costruita con tecnologie eccezionali, l'arma offre capacità per qualsiasi attività in qualsiasi ambiente. Attualmente è in produzione di serie ed è entrato in servizio con le Marine francesi, italiane, tedesche, danesi e polacche ed è stato accettato dalla marina australiana. Alimentato tramite una batteria ad acqua di mare all'ossido di alluminio e argento, che utilizza polvere di biossido di sodio disciolto come elettrolita e incorpora un avanzato sistema di ricircolo dell'elettrolita a circuito chiuso, il siluro è azionato da un motore brushless ad alto numero di giri controllato elettronicamente che aziona un multi- propulsore a getto pompa a pale che consente una velocità del siluro variabile linearmente selezionata automaticamente dalla tattica dell'arma in base alla fase operativa. Di durata estremamente lunga, l'arma funziona senza alcun degrado in profondità d'acqua superiori a 1000 me fino a 25 me mantiene la capacità di navigazione fino a 3 m.
Il ricercatore acustico avanzato è dotato di 47 raggi preformati in trasmissione e 33 in ricezione. La sua multifrequenza, l'elaborazione parallela e il funzionamento simultaneo delle modalità acustiche, consentono capacità di tracciamento multi-bersaglio, elevata distanza di ingaggio, elevate prestazioni in acque molto basse fornendo all'arma un'elevata immunità alle più avanzate contromisure anti-siluro.
L'elettronica di controllo e guida ospita il software operativo e tattico, compresa l'elaborazione del segnale, l'elaborazione dei dati e le leggi di guida dei siluri. La guida del siluro è ottenuta attraverso un sistema inerziale basato sulla tecnologia 'strap-down'.
Il sistema di ricerca del siluro, abbinato al sistema di propulsione ad alta energia, garantisce distanze di ingaggio del bersaglio superiori a 15.000 m.
Il bassissimo rumore irradiato, ottenuto attraverso l'utilizzo delle più moderne tecnologie pump-jet abbinate ad un'estesa selezione di parametri preimpostati del siluro, consentono un avvicinamento silenzioso al bersaglio, riducendo al minimo il raggio di allerta dei sistemi di rilevamento del sottomarino e risultando in un elevato abbattimento probabilità. È stato dimostrato che la testata a carica di energia diretta Insensitive Munition uccide i sottomarini a doppio scafo; si accende tramite un esplosivo del tipo ad impatto che incorpora dispositivi di sicurezza indipendenti. La testata soddisfa pienamente qualsiasi requisito di sicurezza STANAG.
La sezione di esercitazione, intercambiabile con la sezione di testata, consente tiri di esercitazione dal vivo. Composto da un sistema di recupero pneumatico basato sulla tecnologia del collare gonfiabile, incorpora capacità di tracciamento subacqueo e sistema di acquisizione dati con memorie a stato solido. La sostituzione della batteria di propulsione ad acqua di mare one-shot con una batteria ricaricabile multi-accensione per prove dal vivo ridurrà ulteriormente l'LCC dell’arma.

ELICOTTERO IMBARCATO SH-90

L'NHI NH90 (NATO Helicopter per gli anni novanta) è un elicottero multiruolo biturbina medio pesante con rotore a quattro pale, sviluppato a partire dagli anni novanta dal consorzio internazionale NH-Industries, costituito da Leonardo (nuovo nome di Finmeccanica assunto dal 2017, in precedenza dall'AgustaWestland, confluita in Leonardo-Finmeccanica nel 2016), la franco-tedesca Eurocopter e l'olandese Stork Fokker Aerospace.


L'NH90 è il primo elicottero europeo completamente "fly-by-wire" e viene realizzato utilizzando estesamente i materiali compositi. Impiegato a partire dal 2007 dalle Forze armate tedesche (Bundeswehr) e dal 2008 dall'Esercito Italiano, è stato ordinato dalle forze armate di molti paesi nel mondo. La denominazione utilizzata dal Ministero della difesa italiano è UH-90A per la versione terrestre (TTH), e SH-90A per la versione navale (NFH). Tale sigla fa riferimento alla denominazione Sea Helicopter; gli aeromobili SH90 della Marina Militare sono dislocati presso la stazione elicotteri di Sarzana-Luni e la stazione aeromobili Taranto-Grottaglie, nella versione NFH.




Il programma NH90 nasce formalmente il 1º settembre 1992, data della firma del contratto di progetto e sviluppo dell'elicottero tra l'agenzia NATO NAHEMA (NATO Helicopter Management Agency) e il consorzio industriale NHIndustries. NAHEMA riunisce i rappresentanti delle forze armate delle quattro nazioni inizialmente interessate all'elicottero: Germania, Italia, Francia e Paesi Bassi. NHIndustries è il consorzio industriale incaricato di seguire il programma e costituito dai principali costruttori di elicotteri delle nazioni acquirenti. Le quote del consorzio sono suddivise per il 32,00 % alla AgustaWestland, per il 62,50 % all'Eurocopter e per il 5,50 % alla Stork Fokker Aerospace. La produzione era prevista originariamente presso 3 linee di assemblaggio principali; Tessera - Venezia in Italia per AgustaWestland, Marignane in Francia e Donauwörth in Germania per Eurocopter.
L'attività di progetto iniziò nel 1993, e il primo prototipo, il PT1, realizzò il primo volo il 18 dicembre 1995. Un secondo prototipo, il PT2, effettuò il primo volo il 19 marzo 1997 e il terzo prototipo, il PT3, il 27 novembre 1998.
L'NH90 è stato impostato con due varianti principali: una per trasporto tattico nota come TTH (Tactical Transport Helicopter) e l'altra per impiego navale definita NFH (NATO Frigate Helicopter). Nel tempo sono nate altre varianti specifiche personalizzate sulle richieste dei vari clienti internazionali.
NFH: NATO Frigate Helicopter - Il ruolo primario dell'NFH è quello di elicottero imbarcato per la lotta antisommergibile (in inglese Anti-Submarine Warfare o ASW) e contro le unità navali di superficie (in inglese Anti-Surface unit Warfare, ASuW). La versione è stata progettata per essere in grado di operare in ogni condizione di luce e meteorologica, utilizzando come basi di decollo e atterraggio navi in ogni condizione di movimento. Questa versione è dotata di un radar di scoperta alloggiato in un radome presente sotto la fusoliera all'altezza della cabina di pilotaggio, nonché di un sonar filabile a mare e di un lanciatore di boe sonore (acoustic buoy) per l'individuazione dei sommergibili. Per impegnare queste unità sottomarine, è previsto l'impiego di due siluri, mentre per la lotta alle unità di superficie possono essere impiegati missili antinave.
Ruoli aggiuntivi sono il supporto aereo, il rifornimento verticale (vertrep), la ricerca e salvataggio e il trasporto truppe.

CANNONE LEONARDO-OtoMelara 127/54 Compatto

Il cannone Otobreda 127mm/54 Compatto costruito dalla OTO Melara, prodotto sin dal 1968 ed entrato in servizio nei primi anni settanta.



In fase di progettazione avrebbe dovuto essere un nuovo 135/53 derivato dagli impianti binati da 135/45 dell'incrociatore lanciamissili Garibaldi, tanto che nel 1968 le canne delle torrette da 135/45 del Garibaldi vennero allungate per testare i cannoni da 135/53 che avrebbero dovuto equipaggiare gli Audace, allora in progettazione, ma alla fine si preferì la standardizzazione nel calibro NATO.



Il suo scopo principale, come accade con le artiglierie sovietiche coeve, è la difesa contraerei piuttosto che la semplice presenza come arma multiruolo. Ha, per questo, una massa notevole (37,5 tonnellate) e 66 munizioni pronte all'uso in tre caricatori. È molto diffuso in corvette, fregate e cacciatorpediniere di numerose marine.
Una versione migliorata, denominata Otobreda 127/54 Lightweight con peso ridotto a 22 tonnellate contro le 37,5 tonnellate del Compatto (con cadenza di tiro pari a 40 colpi al minuto, pensata per fare concorrenza all'Mk 45 USA), fu imbarcata dal marzo 2004 al dicembre 2012 sul pattugliatore di squadra Bersagliere.
Il cannone può usare usa il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro.

IL CANNONE LEONARDO-OTO MELARA 76/62 COMPATTO

Il Leonardo 76/62 è un cannone multiruolo progettato e prodotto dalla Società italiana Leonardo-Finmeccanica (precedentemente da OTO Melara, confluita nel gruppo il 31 dicembre 2015). Il cannone è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. 


Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall'incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. 



L'intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART. Questo cannone ha rappresentato un notevole successo commerciale, essendo stato adottato da 53 marine: l'ultimo importante successo è stato lo scalzare il cannone navale da 100 mm della marina francese nel progetto Orizzonte. Nel sistema di controllo del fuoco del cannone nel corso degli anni c'è stata un'evoluzione. Le prime versioni erano dotate del radar RTN-10X Orion della Selenia. A partire della metà degli anni ottanta venne utilizzato il RTN-30X (SPG-73) nel sistema di difesa di punto Dardo-E e poteva essere abbinato oltre che all'Otobreda Compatto e Super Rapido anche al cannone da 127/54, al Breda Dardo e ai missili Sea Sparrow/Aspide. Il sistema Dardo-E fece il suo debutto nella Marina Militare sull'incrociatore portaeromobili Garibaldi, ma il radar RTN-30X era già stato imbarcato sulle Maestrale, dove però alle due torrette binate del CIWS Dardo erano asserviti due radar RTN-20X, mentre le prime unità equipaggiate con sistema Dardo-E con il 76mm Super Rapido sono stati i due cacciatorpediniere lanciamissili Audace dopo gli ammodernamenti e le prime unità ad essere equipaggiate sin dalla costruzione con il Dardo-E abbinato ai 76mm SR furono i due cacciatorpediniere Classe Durand de la Penne.

STORIA DEL MIMBELLI

La nave porta il nome di Francesco Mimbelli, medaglia d'oro al valor militare della seconda guerra mondiale. La costruzione dell'unità, iniziata nel 1989, è avvenuta nel cantiere navale di Riva Trigoso; 


la nave è stata varata il 13 aprile 1991 ed è stata consegnata alla Marina Militare il 18 ottobre 1993.
L'unità ha come gemella la nave Durand de la Penne. Le due unità erano state varate con i nomi Animoso e Ardimentoso, riprendendo i nomi di due torpediniere della classe Ciclone della Regia Marina, che operarono nel corso della seconda guerra mondiale. Con la morte di Durand de la Penne, avvenuta durante la fase dell'allestimento, venne invece deciso di intitolare le unità a questi due eroi di guerra e il 10 giugno 1992 Nave Ardimentoso ha preso il nome da Francesco Mimbelli.
Nave Mimbelli è alle dipendenze del Comando della 2ª Divisione Navale di Taranto; il suo porto di assegnazione è Taranto presso la nuova Stazione Navale Mar Grande.
Nave Mimbelli ha preso parte a numerose attività addestrative sia in ambito nazionale che internazionale.
Dal 31 gennaio 2003 al 1º giugno 2003 ha preso parte in qualità di nave comando della Task Force 150 all'operazione Resolute Behaviour- Enduring Freedom per il controllo del traffico aeronavale ed attività di scorta ad unità mercantili e militari in transito da e per lo stretto di Bab el-Mandeb.
Dal 4 al 10 aprile 2005, in occasione dei funerali di papa Giovanni Paolo II ha preso parte all’operazione Grande Evento Jupiter 2005.
Dopo i lavori di ammodernamento svolti tra il 2006 e il 2009, dal 22 febbraio al 1º marzo 2011, nell’ambito della crisi libica, ha svolto compiti di presenza e sorveglianza, evacuando il 28 febbraio, 300 civili dal porto libico di Marsa El Brega.
Dal 7 febbraio al 19 agosto 2014 ha preso parte, inserita nella Task Force 508 della Standing NATO Maritime Group all'Operazione Ocean Shield per il contrasto alla pirateria nel Golfo di Aden e nell'Oceano Indiano.
Dal 29 luglio al 30 settembre 2015, e dal 27 dicembre 2015 al 18 febbraio 2016 ha preso parte all'Operazione Mare Sicuro, alle dipendenze del Comando del Terzo Gruppo Navale, per la protezione degli interessi nazionali in Mediterraneo Centrale e Mar Libico, contribuendo a salvare la vita di circa 3700 migranti.
Dal 19 settembre al 4 Novembre e dal 26 dicembre 2016 al 14 gennaio 2017 ha preso parte, in qualità Nave Comando, all'Operazione Mare Sicuro, operando alle dipendenze del Comando della Prima Divisione Navale, durante il primo periodo, e del Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa costiera nel secondo periodo.
Dal 22 al 29 maggio 2017, ha partecipato all’Operazione NAXOS, in qualità di Nave Comando della Componente marittima ed Unità di Difesa aerea, integrandosi con le altre FF.AA. e Forze di polizia nel dispositivo interministeriale preposto alla cornice di sicurezza durante il G7 che si è tenuto a Taormina.



….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Marina.difesa, Wikipedia, You Tube)





































 

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