mercoledì 22 febbraio 2023

Marina militare italiana: il P.P.A. P-434 Giovanni delle Bande Nere - Il nome dedicato a Ludovico di Giovanni de' Medici, comunemente detto Giovanni delle Bande Nere o dalle Bande Nere (1498 – 1526), un grande condottiero italiano del Rinascimento.



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In data 12 febbraio 2022 si è svolto presso lo stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso (Genova) il varo tecnico del quarto Pattugliatore Polivalente d'Altura “Giovanni dalle Bande Nere” (P434), la quarta nave della classe Paolo Thaon di Revel.
Per armare questa nuova unità, la Marina Militare Italiana ha ordinato il nuovo missile pesante MBDA TESEO MK/2E (TESEO "EVO"), un missile antinave a lungo raggio con capacità anche di attacco terrestre strategico. Il missile avrà una nuova "testa" terminale con doppio cercatore RF (Radio Frequency) e, presumibilmente, data la necessità di attaccare anche bersagli a terra, IIR (Imaging IR). Rispetto al predecessore OTOMAT/TESEO, il TESEO "EVO" MK/2E ha una doppia autonomia ovvero più di 360 km. L'ex OTOMAT è accreditato per un raggio d'azione di oltre 180 km (forse circa 500+).
Il PPA Giovanni dalle Bande Nere è stato impostato sullo scalo il 28 agosto 2019 presso Fincantieri Muggiano ed è stato varato il 12 febbraio 2022. La messa in servizio è prevista per ottobre 2024. E’ il primo “pattugliatore” in versione “full”, ovvero dotato di una completa capacità di difesa, e il primo ad essere fornito con gruppi elettrogeni da Isotta Fraschini Motori, società controllata di Fincantieri specializzata nella produzione di gasolio motori.
La nave fa parte del piano di rinnovamento delle linee operative delle navi della Marina Militare Italiana, approvato dal Governo e dal Parlamento ed avviato nel maggio 2015 (“Atto Navale”) sotto l'egida dell'OCCAR (Organizzazione Conjointe de Cooperation sur l'Armement, l'organizzazione internazionale per la cooperazione in materia di armi).
Il pattugliatore d'altura polivalente è una nave altamente flessibile con la capacità di svolgere molteplici funzioni, che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare alle operazioni di Protezione Civile e, nella sua versione più equipaggiata, nave da combattimento di prima linea. Per le sette navi del programma ci saranno infatti diverse configurazioni di combat system: a partire da una versione “soft” per il compito di pattugliamento, integrata per capacità di autodifesa, ad una “full”, come sopra descritto. 
L’unità lanciamissili è anche in grado di operare navi ad alta velocità come RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) fino a 11 metri di lunghezza tramite gru laterali o una rampa di alaggio situata all'estrema poppa.

CARATTERISTICHE TECNICHE:
  • 133 metri di lunghezza 
  • Velocità superiore a 31 nodi in base alla configurazione della nave e alle condizioni operative
  • 145 membri dell'equipaggio e capacità ricettiva fino a 181 posti letto
  • Sistema di propulsione combinato diesel e turbina a gas, ovvero con motori elettrici per basse velocità
  • Capacità di fornire acqua potabile alla terra.

I PPA saranno realizzati presso il Cantiere Integrato di Riva Trigoso e Muggiano, con consegne previste fino al 2026. La M.M. ha confermato di essere intenzionata a portare allo standard Full tutti i suoi PPA (Pattugliatori Polivalenti di Altura) classe THAON DI REVEL. La voce si rincorre ormai da mesi, ma proprio di recente sono state raccolte importanti conferme. Questo nuovo orientamento da parte della MM si spiega naturalmente alla luce del cambiamento degli scenari ed alla maggiore enfasi sulla dimensione convenzionale e ad alta intensità dei conflitti, come dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio dall’Ucraina. Tutto, adesso, dipenderà dai fondi disponibili e dalle scelte in termini di pianificazione da parte dello Stato Maggiore della Difesa. Attualmente, per i PPA sono previsti 2 esemplari in variante Light, 3 in variante Light Plus e 2 in variante Full.

IL PROGETTO

Il Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) rappresenta una tipologia di nave altamente flessibile: le prime due versioni, saranno velocemente convertibili nella versione più potente e pesantemente armata, grazie anche all'elevato grado di modularità delle unità.
Lo scafo presenta una forma innovativa, che insieme al nuovo rostro prodiero, punta ad ottimizzare la spinta idrodinamica allo scopo di soddisfare requisiti prestazionali molto sfidanti, pur mantenendo un moderato impatto ambientale e garantendo l'economicità di gestione. Le navi, presenteranno due zone ad alta modularità, una di centro nave e l'altra di poppa.
La prima, presenterà una gru Davit con 2 braccia, dispiegabile, per il trasporto, il lancio ed il recupero di imbarcazioni fino a 11m x 10t e una gru centrale per container fino a 20t. Questa zona infatti, presenterà una capacità di carico fino a 8 container ISO 1C, per 120t max complessive.
La seconda zona modulare invece, potrà fungere da bacino per mezzi delle forze speciali, da magazzino pallettizzato, da comparto sanitario, da comparto alloggi (30 posti + igiene) o come zone USV e ROV più cittadella di comando. Adiacente a questa zona, sarà presente in modo predefinito, una rampa per il lancio ed il recupero di un veicolo anfibio di tipo RHIB di massimo 11 metri.
La zona plancia, presenta una moderna ed innovativa forma, molto simile a quella di un elmo, assicurando un ampio raggio di visibilità nonché un elevatissimo grado tecnologico, essendo in questa riuniti tutti i sistemi di controllo, di autodifesa ed attacco, navigazione e propulsione.

ARMAMENTO

L'armamento di base è comune a tutte e tre le versioni: sarà costituito da un cannone (a prua) Leonardo 127/64 mm LW munito del nuovissimo munizionamento Vulcano e da un cannone (sull'aviorimessa di poppa) OTO Melara 76/62 mm, del tipo sovraponte, munito di munizionamento Davide/Strales con predisposizione per il Vulcano. Sempre sull'aviorimessa di poppa, troveranno posto 2 mitragliere remotizzate Oto Melara / Oerlikon KBA 25/80 mm e 2 lanciarazzi ODLS-20 per le contromisure AAW e ASW.




Le versioni Light+ e Full, potranno poi vantare un impianto missilistico di ultima generazione VLS Sylver per il lancio in verticale di 16 missili Aster 15, Aster 30 e Aster 30 B1NT. Tutte le versioni avranno la predisposizione per un sistema di 4 lanciatori binati per il lancio di 8 missili anti-nave e land attack OTOMAT TESEO Mk-2 Evolved.





Per quanto riguarda la capacità silurante sarà presente la predisposizione per 2 lanciatori trinati per MU-90 Impact e siluri da 324mm.
Importante infine, la presenza di un Hangar e un ponte di volo per 2 elicotteri NH90 o AgustaWestland AW101.
I sistemi d'arma sono stati scelti tra quelli più all'avanguardia disponibili sul mercato e comprendono in tutte e tre le versioni del PPA un cannone a prua del modello Leonardo 127/64 LW con munizionamento Vulcano, un cannone a poppa OTO Melara 76/62 e due mitragliere remotizzate, mentre le versioni più integrali avranno in dotazione ulteriori assetti missilistici a lunga gittata.

I COMPITI DEI PPA

Il PPA sarà chiamato ad adempiere molteplici compiti sia di ambito spiccatamente militare: 
  • pattugliamento, 
  • sbarco anfibio, 
  • combattimento in mare aperto,
  • protezione civile, 
  • il trasporto di beni di prima necessità, 
  • il soccorso in caso di calamità naturali 
  • e l'assistenza ospedaliera. 

ASPETTI TECNICI

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, il PPA ha una lunghezza complessiva di 133 metri, un dislocamento di 6 mila tonnellate e può raggiungere una velocità massima di 32 nodi. Al suo interno può ospitare un equipaggio di 171 uomini. Sono state adibite due zone della nave, una a poppa e l'altra nella parte centrale, per il trasporto di moduli containerizzati ed altra tipologia di carico in modo tale da implementare la sua funzione logistica. 
L'apparato di alimentazione si compone di un sistema CODAG (Combined Diesel and Gas), integrato ad un altro sistema a propulsione elettrica:
  • 132,5 metri di lunghezza;
  • Velocità oltre 33 nodi in funzione della configurazione e dell’assetto operativo;
  • 171 persone di equipaggio;
  • Dotata di impianto combinato diesel e turbina a gas (CODAG);
  • Capacità di fornire acqua potabile a terra;
  • Capacità di fornire corrente elettrica a terra per una potenza di 2.000 kw; 
  • 2 zone modulari a poppa e centro nave che permettono l’imbarco di svariate tipologie di moduli operativi/logistici/abitativi/sanitari containerizzati (in particolare la zona di poppa può ricevere e movimentare in area coperta fino a 5 moduli in container ISO 20” mentre la zona centrale fino 8 container ISO 20”).

I SISTEMI RADAR

Allo stesso modo la componente radar è composta da sistemi sensoriali ad altissima tecnologia per il tracciamento, la rilevazione e la guerra elettronica. 
Il Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) è stato costituito secondo quanto previsto dall’accordo di collaborazione nel settore delle costruzioni di navi militari tra Fincantieri e Leonardo siglato nell’ottobre 2014, all’interno del quale Fincantieri agisce da interfaccia unica verso il cliente, valorizzando, al contempo, l’offerta dei prodotti di Leonardo in ambito navale. Leonardo in base all’accordo, detiene la design authority dell’intero Sistema di Combattimento.
Leonardo avrà il ruolo di prime contractor per il sistema di combattimento e svilupperà i nuovi radar multifunzionali a facce fisse bi-banda X/C, i sistemi di comunicazione integrata di ultima generazione, i nuovi sensori elettro-ottici, la nuova direzione del tiro e l’innovativo Combat Management System ad architettura aperta. Leonardo avrà anche la responsabilità di tutti i sottosistemi - inclusi quelli di nuovo sviluppo realizzati dalle società Leonardo (cannone 76mm sovraponte), WASS (cortina sonar trainata), MBDA (sistema di difesa anti-balistico) ed Elettronica (sistema di guerra elettronica) - e del supporto al ciclo di vita nei primi dieci anni (supporto logistico integrato e “in-service”).

L’AUTOMAZIONE

Oltre alla costruzione di queste unità presso i propri cantieri, Fincantieri fornirà il supporto al ciclo vita nei primi dieci anni, articolato in attività di logistica (corsi, ricambi, documentazione tecnica) durante la costruzione delle unità e ISS, In Service Support (attività manutentiva), sviluppata durante l’esercizio in post-consegna, nonché quella di componenti e macchinari navali realizzati dalla Direzione Sistemi e Componenti, quali linee d’assi, timoneria, eliche di manovra, pinne stabilizzatrici e altri impianti di movimentazione, e l’impianto di automazione e parte di forniture speciali per i PPA ad opera della controllata Seastema S.p.A.

IL NUOVO PONTE DI COMANDO “COCKPIT”, LA REALTA’ VIRTUALE ED I RADAR AESA “KRONOS DUAL BAND RADAR IN BANDA “C” e “X”

Inoltre, Leonardo e Fincantieri svilupperanno insieme l’innovativo sistema denominato “Cockpit”, che consentirà, per la prima volta, di gestire in modo integrato le operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori grazie alle tecniche di “realtà aumentata”.
La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. Ideato nel 1957 per il cinema da Morton Heilig, il Sensorama era un affascinante macchinario in grado di riprodurre immagini stereo in 3D, vibrazioni, vento, sensazione tattile di movimento e persino dotata di un sistema per riprodurre i profumi, in modo da sollecitare anche la sensibilità olfattiva. Sono passati sessant’anni dai primi tentativi di sperimentazione della cosiddetta “realtà virtuale” e oggi questa tecnologia è entrata nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri ambienti di lavoro, consentendoci di immergersi completamente in un ambiente tridimensionale, di interagire ed esplorarlo, come se ci si trovasse al suo interno. Sono infatti ormai sempre più numerosi gli impieghi della realtà virtuale, in particolar modo nel campo sanitario, dallo studio di immagini diagnostiche in 3D alla simulazione di interventi complessi,  passando nei settori creativi e di intrattenimento, come la progettazione di edifici e di giochi e, infine, nell’industria manifatturiera e nei  servizi di manutenzione e di addestramento del personale. Ed è proprio l’industria manifatturiera uno dei maggiori utilizzatori di tecniche di realtà virtuale, soprattutto le aziende dove si investe costantemente in nuove tecnologie, con l’obiettivo di creare soluzioni innovative per progettare sistemi, velivoli, radar. Tramite queste tecnologie gli ingegneri sono in grado di realizzare dei prototipi virtuali per individuare possibili errori già nella fase progettuale, introducendo eventuali modifiche o correzioni prima di iniziare la fase di produzione, generando così un notevole risparmio economico. Altrettanto efficace l’impiego della realtà virtuale durante la fase della manutenzione,  che consente la riduzione degli interventi e la rapida risoluzione di possibili conflitti o guasti. Un ponte di comando di una nave multiruolo all’interno del quale muoversi e sperimentare, attraverso la realtà virtuale, sistemi e sensori di nuova generazione: è HOPLITE (Highly OPerational Laboratory for Integration Testing and Evaluation), un innovativo “test bed navale integrato”, combinazione di prototipo fisico e virtuale, realizzato da Leonardo. Il dimostratore consente la simulazione della gestione integrata delle operazioni di conduzione della nave e del sistema di combattimento tramite un cockpit virtuale integrato per la gestione completa dell’ unità navale,  nonché l’integrazione fisica e funzionale dei sensori  radar, EO e di comunicazione oltre all’interazione con la sovrastruttura. All’interno della sala di comando di HOPLITE è possibile, indossando un visore con sensori giroscopici e grazie all’ausilio di tecnologie di realtà aumentata, osservare il funzionamento dei nuovi radar multifunzionali a facce fisse e a doppia banda, dei sensori di individuazione amico-nemico e all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento dei bersagli, nonché degli avanzati  sistemi di comunicazione integrata radio e satellitare. All’interno di HOPLITE  troviamo il nuovo Combat Management System, caratterizzato da un’architettura aperta, modulare e riconfigurabile in base alla tipologia di missione, che rappresenta il vero e proprio centro di comando e controllo della nave.
Il sistema HOPLITE riproduce parte della sovrastruttura (Integrated Mast) delle nuove unità navali della Marina Militare italiana. Leonardo è infatti responsabile dell’intero sistema di combattimento  oltre che della fornitura e integrazione di tutti i sistemi a bordo delle nuove unità che rinnoveranno la flotta nazionale. Le nuove navi sono certamente unità di concezione innovativa per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d’interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell’ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali. Anche l’addestramento manutentivo ed operativo è realizzato in un ambiente virtuale immersivo denominato MORPHEUS, in cui gli operatori e i manutentori possono esercitarsi nelle procedure operative e di manutenzione, utilizzando una fedele rappresentazione virtuale degli apparati, come se operassero nell’ambiente reale.
In particolare, HOPLITE è stato realizzato dalla Divisione Elettronica Terrestre e Navale di Leonardo presso il centro di integrazione navale situato nella sede di Arco Felice (Napoli). La struttura metallica che contiene tutti i sistemi che compongono il cockpit della nave, è completamente smontabile e rivestita in pannelli realizzati in materiale composito. La realizzazione del prototipo virtuale ha consentito di effettuare tutte le validazioni ergonomiche e il corretto posizionamento dei sensori, prima di attuare scelte definitive per la realizzazione dei sistemi navali. Con una leadership più che cinquantennale e sistemi installati sulle navi di oltre 40 Marine Militari di vari paesi nel mondo, Leonardo è un player di riferimento in grado di fornire soluzioni complete per la gestione delle missioni navali che integrano più tipologie di sensori tra cui radar, sistemi elettronici e d’arma, elicotteri e velivoli anche a pilotaggio remoto. I prodotti offerti sono in grado di soddisfare tutti i requisiti adattabili a scenari di missione in continua evoluzione, per qualunque tipologia di nave, di qualunque classe e tonnellaggio: dalle piccole motovedette ai dragamine, fino alle grandi portaerei.

IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM di LEONARDO

Per le nuove navi Leonardo, responsabile del Sistema di Combattimento completo della nave, fornisce il Combat Management System di nuova generazione ad architettura aperta, modulare e riconfigurabile, progettato per essere un sistema C4I completo con accesso ai servizi di rete della coalizione così come a quelli strategici nazionali. Nella plancia è previsto il cockpit integrato, un innovativo sistema realizzato insieme a Fincantieri, che consentirà per la prima volta la gestione integrata delle operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, impiegando un numero ridotto di addetti, grazie anche all’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata.  
I nuovi sistemi forniti da Leonardo includono:
  • il radar di controllo del tiro multi-sensore bi banda (X e Ka)  NA30S MK2, che consente la guida della munizione DART, 
  • il KRONOS dual band radar multifunzionale Active Electronically Scanned Array a quattro facce fisse nelle bande C e X, 
  • il radar di sorveglianza aerea e di superficie LPI SPS732, 
  • sensori IFF (Identification Friend or Foe) di nuova generazione con antenna circolare, 
  • e l’innovativo IRST (InfraRed Search and Track) statico, un sensore all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento di bersagli, basato su molteplici teste ottiche non rotanti, distribuite sui quattro lati della nave per garantire una visione a 360 gradi, senza soluzione di continuità.

IL SISTEMA PROPULSIVO

Le caratteristiche di sopravvivenza sono state ulteriormente incrementate rispetto agli standard delle unità precedenti: la distanza tra i due gruppi propulsivi è cresciuta e si aggiunge un ulteriore propulsore anteriore retrattile di emergenza, molto utile per le manovre in porto. 
Il sistema propulsivo risulterebbe altamente flessibile potendo scegliere svariate configurazioni principali.

IL CANNONE PRINCIPALE Leonardo da 127/64mm Lightweight (LW) 

Il cannone navale Leonardo 127mm/64, prodotto sin dal 2005 ed entrato in servizio nel 2012, è il successore dell'Otobreda 127/54 Compatto. Destinato all'installazione su navi di medie e grandi dimensioni e il suo sistema di caricamento lo rendono compatibile per l'installazione anche in spazi ristretti; il cannone è di tipo polivalente a fuoco rapido e il suo principale compito e di combattimento navale e di appoggio e come compito secondario la lotta antiaerea. 


Il cannone principale Leonardo da 127/64 LW è in uso sulle nuove fregate italo-francesi Classe Bergamini (FREMM) e sulle fregate tedesche Classe F-125. Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d'involucro. L'Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l'installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l'installazione su imbarcazioni a sezione stretta. Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano. I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione. Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
  • Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni,
  • Pianificazione ed esecuzione di missioni per l'azione di supporto al fuoco navale,
  • soluzioni di tiro, 
  • selezione delle munizioni, 
  • definizione delle traiettorie e sequenze di tiro, 
  • calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni.

IL  76/62 SP “SOVRAPONTE”

L’evoluzione inarrestabile del 76/62, la versione “Sovraponte”, è in corso di avanzato sviluppo da parte delle maestranze italiane, il più avanzato a livello mondiale nella sua categoria, la versione ultima del cannone multi ruolo 76/62 dotato del kit Strales per l’uso delle munizioni guidate DART (Driven Ammunition Reduced Time Of Flight) e i munizionamenti di nuova generazione Vulcano. Il cannone navale 76/62 Sovraponte è un medio calibro leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza pari in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nella funzione anti-missilistica. 


È inoltre prevista la capacità di coinvolgere in modo molto efficace obiettivi di terra per prestazioni uniche multiruolo. Il 76/62 è adatto per l'installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali. Sarà disponibile un'interfaccia con un'ampia varietà di sistemi di gestione dei combattimenti navali e/o FCS/EOS, secondo gli standard digitali e analogici, compresa l'architettura aperta. La velocità di ingaggio potrà essere selezionata da scatto singolo a cottura 120 giri/min. In condizioni operative, il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard alla cottura è inferiore a 0,3 mrad, garantendo così un'eccellente precisione. Il 76/62 in tutte le sue continue evoluzioni è l'unico cannone navale di medio calibro disponibile nella capacità di fuoco prolungato, requisito fondamentale in qualsiasi scenario che preveda l'ingaggio simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dagli emergenti scenari di guerra asimmetrica. Il caricamento automatico avviene tramite un caricatore girevole e il caricamento rapido avviene facilmente anche durante il tiro da parte di due addetti alla movimentazione delle munizioni. La fornitura standard include la nuova Digital Control Console (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell'operatore e dei manutentori.
Il 76/62SP è pronto per il funzionamento del fusibile multifunzione programmabile 3AP. Il nuovo 76/62 SR e il nuovo 76/62 SR sono dotati della flessibilità necessaria per essere equipaggiati con optional:
  • Scudo Stealth Integrale per ridurre l'RCS totale della nave,
  • Radar velocità muso per aggiornare l'FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella di range,
  • Dispositivo di alimentazione multipla per la movimentazione, selezione e alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizione caricata,
  • Sistema STRALES - un sistema di guida per il proiettile a guida DART.

L’AFFUSTO PER LA DIFESA RAVVICINATA LEONARDO “25/80”

L'affusto Oto Melara 25/80 "Spallaccia" è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. L'arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l'aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido. 




Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l'alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d'impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l'operatore, che siede dietro l'affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l'alimentazione proviene dall'impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali. L'Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana. Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184mm.

IL SISTEMADI CHAFF & FLARE “SCLAR H”

Lo SCLAR è un sistema lanciarazzi multiplo prodotto dalla Breda Meccanica Bresciana, utilizzato in genere dalle navi per il lancio di falsi bersagli come bengala e chaff. Ha un calibro da 105mm, elevabile e brandeggiabile, e può lanciare in un raggio di 10 km anche razzi esplosivi, con la celerità di tiro di un razzo al secondo. Lo SCLAR si può considerare un'arma vera e propria, sebbene i cannoni della nave possono assolvere alla funzione molto meglio di un lanciarazzi.  La SCLAR ha avuto molto successo tra gli anni settanta e ottanta avendo esordito sulle Lupo e avendo trovato posto nel corso dei lavori di ammodernamento oltre che sulle unità di nuova costruzione, anche sulle unità costruite precedentemente al suo debutto, come nel caso dei cacciatorpediniere Classe Audace sugli incrociatori Classe Doria e sulla portaelicotteri Vittorio Veneto. Il lanciarazzi è stato progettato per l'accurata distribuzione di falsi bersagli per la difesa passiva della nave contro missili a guida IR e a ricerca radar. Il sistema ha la possibilità di caricare simultaneamente diversi tipi di razzi quali Chaff, flares, decoys e bengala e quella di potere selezionare automaticamente i razzi da lanciare. Grazie alla disponibilità di un gran numero di razzi, caricati in singoli contenitori sigillati ha la possibilità di ripetuti ingaggi. Altre caratteristiche sono il controllo automatico da parte della suite da guerra elettronica della nave, il pieno coordinamento con i sistemi di difesa attiva della nave, quali jamming e CIWS, e la capacità di funzionare in qualsiasi condizioni atmosferiche e in ambiente NBC.

IL LANCIA DECOY “O.D.L.S.”

Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. 







Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Le versioni speciali possono sparare razzi di calibro diverso da 105 mm - 118 mm, che rappresenta la dimensione standard. L'ODLS è progettato per lo schieramento accurato di esche, fornendo così una difesa passiva per una nave contro i missili radar e di ricerca a infrarossi e può anche essere impiegato nel ruolo di bombardamento a terra.
Le caratteristiche principali dell’ODLS:
  • Capacità di caricare contemporaneamente diversi tipi di razzi (Chaff, IR, Illuminating);
  • Selezione automatica del tipo di razzo da sparare;
  • Azione di impegno continuo grazie al rapido ricaricamento delle unità di lancio;
  • Controllo automatico completo da parte dell'EWS della nave;
  • Funzionamento sicuro in tutte le condizioni operative;
  • Nessuna penetrazione del ponte.

LA COSTRUZIONE DELLE UNITA’

I PPA saranno costruiti presso il Cantiere Integrato di Riva Trigoso e Muggiano con consegna prevista per la prima unità della classe nel 2021 mentre i successivi saranno consegnati nel 2022, 2023, 2024 con due unità, 2025 e 2026. Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e presenza in tutti i settori ad alto valore aggiunto, che in oltre 230 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. È leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in altri settori, dalle navi militari ai cruise-ferry, dai mega-yacht alle navi speciali ad alto valore aggiunto, dalle riparazioni e trasformazioni navali all’offshore. Il Gruppo, che ha sede a Trieste, conta complessivamente circa 21.600 dipendenti, di cui quasi 7.800 in Italia, e 21 stabilimenti in 4 continenti. Nel corso del 2013 il Gruppo ha perfezionato l’acquisizione di VARD, società che opera nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale quotata alla Borsa di Singapore. Fincantieri ha così raddoppiato le sue dimensioni, diventando il principale costruttore navale occidentale. Negli Stati Uniti opera tramite la controllata Fincantieri Marine Group (FMG). La società, che serve importanti clienti governativi fra cui la Marina Militare e la Guardia Costiera statunitense, conta tre cantieri (Marinette Marine, Bay Shipbuilding, Ace Marine), tutti situati nella regione dei Grandi Laghi. Negli Emirati Arabi, Fincantieri è presente con Etihad Ship Building, una joint venture insieme ad Al Fattan Ship Industries e Melara Middle East, i cui obiettivi sono la progettazione, produzione e vendita di differenti tipi di navi civili e militari oltre ad attività di manutenzione e refitting.

LE TECNOLOGIE DI LEONARDO

Leonardo è il principale gruppo industriale italiano, leader nel campo delle alte tecnologie, e si posiziona tra i primi dieci gruppi al mondo nel settore dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Quotata alla Borsa di Milano (FNC IM; SIFI.MI), con ricavi consolidati al 31 dicembre 2014 pari a circa 14 miliardi di euro, 273 sedi e siti operativi in 20 paesi; è una realtà internazionale e multiculturale con una presenza significativa in quattro mercati domestici: Italia, Regno Unito, USA e Polonia. Tra le attività core business, i settori degli Elicotteri, dell’Elettronica per la Difesa e Sicurezza e dell’Aeronautica, cui si aggiunge un posizionamento significativo nello Spazio, nei Sistemi di Difesa e nei Trasporti.

IL NOME DEL GRANDE CONDOTTIERO

Ludovico di Giovanni de' Medici, comunemente detto Giovanni delle Bande Nere o dalle Bande Nere (Forlì, 6 aprile 1498 – Mantova, 30 novembre 1526), è stato un condottiero italiano del Rinascimento ed esponente del ramo cadetto Popolano (o Trebbio) della famiglia Medici.


Infanzia e gioventù

Discendente da parte di madre dal famoso condottiero Muzio Attendolo Sforza, era figlio del fiorentino Giovanni de' Medici (detto il Popolano) e di Caterina Sforza, la signora guerriera di Forlì e Imola, una delle donne più famose del Rinascimento, che si era strenuamente difesa da Cesare Borgia nella sua rocca forlivese. Venne chiamato Ludovico in onore dello zio Ludovico il Moro, duca di Milano, ma alla morte del padre, avvenuta quando aveva pochi mesi d'età, la madre gli cambiò il nome in Giovanni. Fu l'ultimo capitano delle compagnie di ventura e assistette al tramonto della cavalleria pesante. Fu ritenuto da Niccolò Machiavelli l'unico capace di difendere gli Stati italiani dalla discesa di Carlo V.
Giovanni passò la propria infanzia in un convento, poiché la madre era prigioniera di Cesare Borgia. Nel 1509 Caterina Sforza morì e, essendo morto anche Luffo Numai, primo tutore di Giovanni, la tutela del giovane passò al canonico Francesco Fortunati e al ricchissimo fiorentino Jacopo Salviati, marito di Lucrezia de' Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico. Jacopo Salviati dovette spesso rimediare con la propria autorità e fama alle numerose intemperanze del ragazzo, ma nel 1511 non poté evitargli il bando da Firenze per l'uccisione di un suo coetaneo in una lite tra bande di ragazzi, bando ritirato l'anno successivo. Quando il Salviati fu nominato ambasciatore a Roma nel 1513, Giovanni lo seguì, e qui fu iscritto nelle milizie pontificie, grazie all'intercessione del Salviati presso papa Leone X, fratello di Lucrezia de' Medici.
Tuttavia non passava giorno in cui Giovanni non si cacciasse in qualche fastidio. Una bravata che lo rese celebre ai tempi fu lo scontro avvenuto sul ponte di Castel Sant'Angelo tra lui e alcuni suoi nuovi amici romani contro un gruppo di armati più numerosi, appartenenti a Camillo Orsini, della famiglia Orsini. Giovanni si scaraventò contro il comandante di quel gruppo, detto "Brancaccio", e lo uccise. La notizia fece scalpore, in quanto l'ucciso era un uomo abituato alla guerra che aveva servito con diversi capitani: il fatto che Giovanni, nemmeno diciassettenne, lo avesse passato a fil di spada rese celebre il giovane. Tuttavia Jacopo Salviati decise di allontanare da Roma quel figlioccio, mandandolo a Napoli, anche se per breve tempo visto che anche lì il comportamento del ragazzo non cambiò. Quindi il Salviati non poté far altro che rimandarlo a Firenze.

Al servizio del papa

Il suo battesimo del fuoco nel nuovo ruolo di soldato papale avvenne il 5 marzo 1516 nella guerra contro Urbino, al seguito di Lorenzo de' Medici. La guerra durò solo ventidue giorni, dopo i quali Francesco Maria I Della Rovere si arrese; nonostante la propria indole irrequieta, Giovanni riuscì a insegnare agli uomini della sua compagnia - indisciplinati, rozzi e individualisti - disciplina e obbedienza. Ebbe anche modo di osservare, con acume caratteristico, il declino della cavalleria pesante. Al momento di crearsi una propria compagnia, Giovanni scelse perciò di impiegare cavalli piccoli e leggeri, preferibilmente turchi o berberi, adatti a compiti tattici quali schermaglie d'avanguardia o imboscate; individuò nella mobilità l'arma più utile da usare.
Un accento particolare fu messo sullo spirito di corpo, allora assai carente. I nuovi venuti ricevevano un addestramento particolare, spesso impartito da Giovanni personalmente; sovente i traditori erano condannati a morte. Nel 1520 sconfisse diversi signorotti ribelli marchigiani, tra i quali Lodovico Euffreducci, che restò ucciso in battaglia presso Falerone. Nel 1521 Leone X si alleò con l'imperatore Carlo V contro Francesco I di Francia, per consentire agli Sforza di tornare padroni di Milano e per occupare le città perdute di Parma e Piacenza; Giovanni venne assoldato e posto sotto il comando di Prospero Colonna. In quell'anno Giovanni venne in aiuto con le sue truppe alla sorellastra Bianca Riario[8], nata dal primo matrimonio della madre Caterina Sforza con Girolamo Riario, la quale si era presa cura di Giovanni al tempo in cui Caterina era prigioniera del papa a Castel Sant'Angelo.
Bianca, rimasta vedova ed erede di Troilo I nel 1521, era molestata da un parente, Bernardo de' Rossi vescovo di Treviso, che vantava diritti sui beni in San Secondo. Nel 1522 venne affrontato nella battaglia di San Secondo dal de' Medici, che occupò le sue terre e restituì la contea alla sorellastra. In quel tempo pare che il condottiero abbia conosciuto una delle sue amanti, Camilla de' Rossi, figlia di Troilo I de' Rossi e di Bianca (e quindi sua nipote) in occasione di un soggiorno a Reggio Emilia, durante il quale incontrò anche il poeta Pietro Aretino in fuga da Roma, che da allora lo seguì e gli rimase amico sino alla sua morte a Mantova nel 1526. Partecipò in novembre alla battaglia di Vaprio d'Adda: oltrepassò il fiume controllato dai francesi e li mise in fuga, aprendo la strada per Pavia, Milano, Parma e Piacenza.
Il 1º dicembre 1521 morì Leone X e Giovanni, per manifestare il lutto, fece annerire le insegne, che fino ad allora erano a righe bianche e viola, diventando così famoso presso i posteri come Giovanni delle Bande Nere. Nel 1522 Giovanni fu assoldato dai francesi e prese parte sia all'assedio di Pavia sia alla battaglia della Bicocca[10]. Nell'agosto 1523 Giovanni venne ingaggiato dagli imperiali; nel gennaio del 1524 attaccò di notte il campo del francese Cavalier Baiardo, che nel frattempo dormiva, mettendolo in fuga e facendo prigionieri oltre trecento soldati. Successivamente affrontò gli svizzeri, la più temuta fanteria dell'epoca, che intanto erano calati dalla Valtellina in aiuto dei francesi; Giovanni li sconfisse a Caprino Bergamasco, costringendo l'armata francese a lasciare l'Italia. Intanto a Roma divenne papa Clemente VII, della famiglia Medici, cugino del padre di Giovanni, Giovanni il popolano.
Il nuovo pontefice pagò tutti i debiti di Giovanni, chiedendogli però in cambio di passare con i francesi. Questo accadde nel novembre-dicembre 1524, quando Francesco I entrò nuovamente in Italia per una campagna militare e ritornò in Lombardia schierandosi sotto Pavia, dove subì la celebre cocente sconfitta e la prigionia. La compagnia di Giovanni non partecipò alla battaglia di Pavia: in una scaramuccia il 18 febbraio 1525 Giovanni "fu da uno archibuso in uno stinco di gamba gravemente ferito". Spesso vengono confusi i fatti e gli "attrezzi" del febbraio 1525 con quelli del novembre 1526, quando, effettivamente, Giovanni venne ferito a una coscia da un colpo di falconetto. Anche Pietro Aretino, nella famosissima e suggestiva lettera (la n. 4 del primo libro) dà la medesima versione: "... ecco (oimè) un moschetto che gli percuote quella gamba già ferita d'archibuso...".
Giovanni venne subito trasportato a Piacenza, come relaziona Maestro Abramo, il medico inviato dal marchese di Mantova, ma il 7 di marzo Giovanni arrivò nel parmense: "... si fece portare nel parmigiano a i castelli della sorella". Solo nel mese di maggio Giovanni si recherà a Venezia, dove poté giovarsi, nell'ultima parte della convalescenza, dei benèfici bagni termali della vicina Abano. Le sue Bande Nere in parte lo seguirono, in parte si sciolsero. A Venezia Giovanni avrebbe potuto mettersi al servizio della Serenissima, ma era tipo troppo ribelle e declinò con la frase: «Né a me si conviene per esser io troppo giovane, né ad essa perché troppo attempata».

Ferimento e morte

Nel 1526 re Francesco I tornò libero e, in maggio, nacque la lega di Cognac contro l'Impero; papa Clemente si schierò con il re Francesco e a Giovanni fu affidato il comando delle truppe pontificie. Il 6 luglio il capitano generale Francesco Maria I della Rovere, di fronte alle soverchianti forze imperiali, abbandonò Milano, ma Giovanni rifiutò di ritirarsi e attaccò a Governolo, alla confluenza del Mincio con il Po, i lanzichenecchi, mercenari tedeschi capeggiati dal generale Georg von Frundsberg, scesi in Italia per dare una punizione al papa.
Le truppe germaniche, scese per la valle del Chiese, transitarono per lo Stato gonzaghesco attraverso la porta di Curtatone del Serraglio, con il consenso del marchese di Mantova Federico II Gonzaga. La sera del 25 novembre, nel corso di un'aspra battaglia nelle vicinanze di Governolo, Giovanni venne colpito alla gamba destra da un colpo di falconetto (probabilmente fornito da Alfonso I d'Este), che gli procurò una gravissima ferita.

Discendenza

Il 15 novembre 1516 sposò Maria Salviati, figlia di Jacopo e nipote di Lorenzo il Magnifico. Dall'unione nacque un figlio, Cosimo, destinato un giorno a diventare Granduca di Toscana. Giovanni, sposando Maria, unì idealmente i due rami medicei principali, fondando su questi due pilastri la linea granducale, che governò Firenze e la Toscana per altri due secoli. Tramite la sua discendente Maria de' Medici Giovanni fu anche antenato dei re di Francia a partire da Luigi XIII.

Le Bande Nere

L'origine delle Bande Nere può farsi risalire alle compagnie che il giovane Giovanni de' Medici comandò durante la guerra di Urbino del 1517. Questo breve conflitto fu per Giovanni una "scuola militare" nella quale egli si formò per la fase cruciale delle guerre d'Italia, quella compresa tra il 1521 e il 1527, dove si guadagnò grande fama prima di essere mortalmente ferito a Governolo. Durante questi anni Giovanni e le sue Bande cambiarono ripetutamente campo, passando prima al servizio di Carlo V, poi di Francesco I, poi ancora di Carlo V e quindi nuovamente di Francesco I.
Ferito alcuni giorni prima della battaglia di Pavia, Giovanni fu portato a Piacenza per esservi curato. Le sue Bande, rimaste senza il loro capitano, nulla poterono contro la massa dei Lanzichenecchi imperiali sortiti dalla città assediata. Nel volgere di breve tempo, sotto la guida di Giovanni, le Bande diventarono una formazione d'élite, con pochi riscontri nel panorama delle compagnie di ventura italiane, di cui costituirono l'ultimo e più importante esempio. Le Bande Nere sopravvissero alla morte di Giovanni per quasi due anni.

Ritratti

Un ritratto di Giovanni delle Bande Nere, dipinto da Gian Paolo Pace, è conservato presso la Galleria degli Uffizi a Firenze. 



La genesi dell'opera è piuttosto complessa e per molto tempo si è creduto che il quadro fosse opera di Tiziano. Alla morte del condottiero, Pietro Aretino fece eseguire a Giulio Romano l'impronta del suo volto, in gesso. L'Aretino diede il calco ad Alfonso Lombardi, poiché questi aveva promesso di ricavarne un ritratto, ma ciò non avvenne, e l'impronta tornò tra le mani del suo primo proprietario solo nel 1543.
Tra la morte del Lombardi e il 1543 la maschera era finita tra le mani di un artista - forse identificabile con il Castelbolognese -, che voleva eseguire un'incisione di cristallo (non sappiamo se vi fosse riuscito). Questi, d'accordo con Aretino, affidò l'incarico del ritratto a Tiziano (1545), che però non lo poté realizzare a causa degli innumerevoli impegni. Per l'Aretino fu una delusione: se ne lamentò in una missiva a Cosimo I de' Medici, figlio di Giovanni, e si rivolse infine a Gian Paolo Pace, il quale realizzò l'opera alla fine del 1545, ricevendo i complimenti del committente.
La statua che lo ritrae seduto in Piazza San Lorenzo a Firenze, invece, fu commissionata da Cosimo I de' Medici a Baccio Bandinelli. Un suo ritratto ottocentesco si trova anche in una nicchia nel lato corto degli Uffizi verso l'Arno, accanto ad altri famosi condottieri fiorentini (Francesco Ferrucci, Pier Capponi e Farinata degli Uberti). Presso il Museo Stibbert di Firenze è visibile il corsaletto funebre di Giovanni delle Bande Nere. La cantante italiana Anna Oxa gli ha dedicato il brano Giovanni.

Ricerche paleopatologiche

Il 19 novembre 2012 è iniziato lo studio dei resti scheletrici di Giovanni e di sua moglie, Maria Salviati. La tomba è stata aperta e i resti studiati nella cripta del Museo delle Cappelle Medicee a Firenze, nell'ambito di una ricerca finanziata dalla Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia e condotta dalla Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa, diretta dal professor Gino Fornaciari e sostenuta dal Dipartimento Radiologico dell'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze, diretto dal dottor Ilario Menchi.
Le due sepolture di Giovanni delle Bande Nere e di sua moglie vennero ispezionate nel 1948 da Gaetano Pieraccini e, come le altre indagate durante i lavori del 'Progetto Medici', furono danneggiate dall'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 e, per questo, necessitavano di una revisione conservativa.
Le indagini effettuate dal paleopatologo Gino Fornaciari dell'Università di Pisa hanno definitivamente accertato che la causa della morte di Giovanni fu la setticemia, causata dal colpo di falconetto che ricevette in battaglia a Governolo il 25 novembre 1526. L'indagine paleopatologica ha confermato che la morte sopraggiunse a seguito della gangrena che rese necessaria l'amputazione della gamba destra. Ciò esclude con certezza scientifica le voci che circolarono al tempo sulla responsabilità del medico ebreo Abram, che eseguì anzi un ottimo intervento su Giovanni, provvedendo a completare la semi-amputazione traumatica causata dal falconetto e a regolarizzare i monconi ossei, arginando la gangrena ma non potendo poi far nulla per la setticemia già avanzata. Le analisi hanno accertato anche lo sviluppo di callo osseo nell'arto destro, come esito a seguito di ferimento l'anno precedente (il 18 febbraio, durante la battaglia di Pavia) per un colpo di archibugio.




….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Marina.difesa, Wikipedia, You Tube)







































































 

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