domenica 15 ottobre 2023

MARINA MILITARE ITALIANA 1965 - 1991: L'Attilio Bagnolini (S-505) era un sommergibile italiano costruito negli anni sessanta e messo in disarmo negli anni novanta.





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L'Attilio Bagnolini (S 505) era un sommergibile italiano costruito negli anni sessanta e messo in disarmo negli anni novanta. A seguito delle clausole armistiziali, all'Italia fu impedito di possedere sommergibili nel secondo dopoguerra. Decadute le clausole la Marina Militare Italiana tornò a studiare un progetto di sommergibile, che sfociò nella classe Toti, impostata a Monfalcone nel 1965 presso la Italcantieri. Doveva essere una classe di un battelli con caratteristiche ASW (sigla statunitense SSK - Submarine Hunter/Killer), inseriti appieno nel clima di guerra fredda a cui parteciparono per tutta la loro vita operativa. Della classe facevano parte il Toti, il Bagnolini, il Dandolo e il Mocenigo. Il sommergibile Attilio Bagnolini, matricola 505, secondo a portare questo nome e secondo della classe Toti, fu costruito dall'Italcantieri di Monfalcone. Impostato l'11 aprile 1965, varato il 26 agosto 1967, consegnato alla Marina Militare il 16 giugno 1968 posto in disarmo il 5 luglio 1991.




LA CLASSE TOTI

La classe Enrico Toti è stata una serie di sommergibili a propulsione diesel-elettrica costruiti per la Marina Militare italiana tra il 1965 ed il 1968; sono stati i primi battelli subacquei costruiti in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale. La classe era costituita da quattro battelli di piccole dimensioni il cui scopo era di sorvegliare il passaggio di altri sottomarini nelle acque italiane; si caratterizzavano per una silenziosità notevole per l'epoca, favorita dalle modeste dimensioni dello scafo.


La durata media delle missioni per questi sommergibili era di 14-16 giorni. Alla fine della guerra fredda essi vennero impiegati solamente per l'addestramento degli equipaggi. Classificati "SSK" (Submarine Submarine-Killer), cioè destinati alla lotta antisommergibile con compiti di scoperta e attacco di altre unità subacquee, questi battelli avevano una buona dotazione di sensori, di sistemi di comunicazione e di guerra elettronica.
L'armamento era di 4 tubi lanciasiluri prodieri per il lancio di siluri multiruolo antinave-antisommergibile A184 a filoguida e a testa autocercante asserviti a una centrale di lancio elettronica, prodotta e progettata dalla Fiat Mirafiori. Inizialmente erano dotati anche di 12 mine. L'armamento e l'autonomia adatti solo per missioni a media-corta autonomia fece sì che si passasse presto a sommergibili più grandi ed efficienti, sia pure apparentemente meno popolari, la classe Sauro, sui quali vennero trasferiti esperienze e particolarità dei battelli della classe Toti.
I sommergibili della classe Toti segnarono una svolta di un certo rilievo nella storia dell'arma subacquea italiana: furono progettati e realizzati dalla Italcantieri negli stabilimenti di Monfalcone, le cui maestranze, durante il periodo 1944-45, avevano ottenuto esperienza nella costruzione di alcuni esemplari tedeschi tipo XXI e XXIII. I battelli adottarono lo snorkel e vennero dotati di tutte le attrezzature e le apparecchiature, che l'esperienza del periodo bellico e la tecnologia postbellica avevano contribuito a migliorare, ottenendo notevoli risultati riguardo alla silenziosità, alla velocità in immersione, all'autonomia e alla quota operativa di immersione.
I battelli erano a semplice scafo totalmente saldato, che comprendeva i tubi lanciasiluri e la garitta d'emergenza, inglobata nella parte anteriore della vela e lo scafo racchiudeva a prora ed a poppa le casse di zavorra. L'elica a cinque pale era azionata solamente dal motore elettrico, alimentato dalle batterie in immersione e dai gruppi elettrogeni in emersione.
Entrati in servizio nel 1968-69, i “Toti” sono stati assegnati inizialmente alla base di La Spezia per essere trasferiti a partire dal 1971 ad Augusta, inquadrati nel 2º Gruppo Sommergibili (GRUPSOM2) del Comando Sommergibili.
Dei quattro esemplari due sono stati preservati come navi museali: Il Dandolo è custodito presso l'Arsenale di Venezia, mentre il Toti è custodito al Museo nazionale della scienza e della tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano. Una soluzione simile si prospetta per il Mocenigo nel porto di Augusta, mentre il Bagnolini, in disarmo alla banchina di Punta Cugno della base di Augusta, ha lasciato la Sicilia il 20 agosto 2021dimorato assieme alla MOC 1201 (Moto Officina Costiera A 5331), la nave cisterna porta acqua Brenta (A 5358), al rimorchiatore Atlante (A 5317) a bordo della nave semisommergibile Yacht Express, della compagnia Dyt Yacht Transport (parte del gruppo Spliethoff) diretta ad Aliaga, in Turchia, dove sono giunte per la demolizione il 22 agosto successivo.


















IL NOME “BAGNOLINI”

Questo è il secondo sommergibile intitolato all'alpino Medaglia d'Oro al Valor Militare Attilio Bagnolini caduto in Africa Orientale nel 1936.
La prima unità fu un sommergibile della classe Liuzzi battezzato Alpino Bagnolini, impostato nel 1938 nei cantieri Tosi di Taranto e consegnato l'anno successivo alla Regia Marina. Il primo affondamento di un'unità nemica fu opera di questo battello, che silurò l'incrociatore britannico HMS Calypso dopo due soli giorni di guerra. L'Alpino Bagnolini operò successivamente dalla famosa base atlantica di Betasom effettuando diverse missioni. Nel 1943, ormai usurato dall'intensa attività, fu trasformato in sommergibile da trasporto pronto per essere inviato in estremo oriente quando, a causa dell'armistizio, fu internato dai tedeschi. Ridenominato U-IT 22, partì nel 1944 per le basi giapponesi ma fu affondato al largo del Sudafrica. Dell'equipaggio misto italo-tedesco non ci furono superstiti.
Pur riferendosi allo stesso eroe, il sommergibile della classe Toti portava invece il nome Attilio Bagnolini.
Il Bagnolini aveva quale distintivo ottico il 505, nonostante il capo classe Enrico Toti avesse il 506. Questo sembra sia dovuto ai ritardi di lavorazione sul primo della serie (il Toti), le cui difficoltà vennero poi ovviate sul secondo (il Bagnolini) consentendogli di entrare prima in servizio.


Operatività

Nel corso della sua attività il Bagnolini ha accumulato 21000 ore di moto percorrendo 115 000 miglia. L'equipaggio, composto da 26 fino ad un massimo di 30 persone, si divideva in due o tre squadre di guardia a seconda della durata della missione e della categoria (specializzazione) di appartenenza. In taluni casi prestavano servizio secondo lo schema 4+4, cioè 4 ore di guardia, 4 ore di riposo in una branda “calda” (alternata con un collega) in altri casi i turni rispettavano lo schema 4+8 (sempre con branda calda quindi, con due brande si dormiva in tre).
Il caratteristico bulbo a prora (detto "naso") conteneva l'impianto ecogoniometrico che costituiva il sistema attivo (meglio conosciuto col nome di sonar), mentre l'impianto idrofonico che costituiva il sistema passivo era contenuto nella porzione di perimetro anteriore basso, subito sotto i tubi lanciasiluri del battello e tutto ciò, con la netta prevalenza nell'uso del sistema passivo, creava l'impianto necessario ad individuare i bersagli.
La classe Toti è stata essenzialmente impiegata per addestramento e nelle esercitazioni per simulare attacchi a sommergibili sovietici o a gruppi navali del Patto di Varsavia, riscuotendo sempre lusinghieri risultati grazie alla sua silenziosità e manovrabilità.
Posto in disarmo nel 1991 e ormeggiato alla banchina di Punta Cugno della base di Augusta, il Bagnolini ha lasciato la Sicilia il 20 agosto 2021dimorato assieme alla MOC 1201 (Moto Officina Costiera A 5331), la nave cisterna porta acqua Brenta (A 5358), al rimorchiatore Atlante (A 5317) a bordo della nave semi-sommergibile Yacht Express, della compagnia Dyt Yacht Transport (parte del gruppo Spliethoff) diretta ad Aliaga, in Turchia, dove sono giunte per la demolizione il 22 agosto successivo.

La triste fine del 'Bagnolini': è stato demolito in Turchia nel 2021; era stato radiato nel 1991.

Triste e silenziosa fine per il ‘Bagnolini’. Assieme ad altre tre unità dismesse della Marina Militare, il sommergibile, intitolato all’eroe villadossolese,  ha lasciato nel 2021 l'Italia diretto in Turchia, dove è stato demolito. 




Il trasporto è avvenuto con la nave autoaffondante Yacht Express. Il sommergibile, matricola 505, era il secondo mezzo navale a portare questo nome. Dopo il varo fu il secondo sommergibile della classe Toti era stato impostato l'11 aprile 1965, varato il 26 agosto 1967, consegnato alla Marina il 16 giugno 1968 e posto in disarmo il 5 luglio 1991. Precedentemente un altro sommergibile venne battezzato con il nome dell’eroe villadossolese: mezzo navale che partecipò alla II Guerra Mondiale. Dalla sua radiazione a nessuna nave della Marina Militare è stato più attribuito il nome di Attilio Bagnolini e nessuna amministrazione comunale in questi ultimi 30 anni lo ha mai chiesto al Ministero della Difesa.
Attilio Bagnolini era in forze all’11° Reggimento Alpini, Battaglione Intra, 7a Compagnia: cadde ferito a morte durante la battaglia dei Laghi Ascianghi, il 31 marzo 1936, ai 2512 metri del passo Mècan (Africa Orientale). Fu decorato di Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria.



Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, Delfini d’acciaio, Betasom,  Ossolanews, You Tube)
































































 

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