giovedì 15 maggio 2025

In data 12 maggio 2025, General Dynamics European Land Systems GDELS, in collaborazione con KNDS Deutschland, ha presentato l'obice semovente Nemesis all'International Defence and Security Exhibition 2025 a Madrid, in Spagna.










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Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
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pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
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General Dynamics European Land Systems, in collaborazione con KNDS, ha presentato ufficialmente un'evoluzione rivoluzionaria nella moderna guerra di artiglieria.




Il NEMESIS è un obice semovente che utilizza la robusta e collaudata piattaforma dei veicoli corazzati ASCOD; collaudata in combattimento, incorpora il modulo per cannone di artiglieria da 155 mm/L52 AGM altamente avanzato e completamente automatizzato sviluppato da KNDS. Dopo oltre 15 anni di progresso tecnologico con il dimostratore originale DONAR, il NEMESIS segna un nuovo capitolo nel campo dei sistemi di fuoco indiretto mobili ad alte prestazioni.
Questo nuovo sistema di artiglieria da 155 mm/L52 integra un cannone completamente automatizzato AGM con il collaudato telaio cingolato ASCOD; segna un passo significativo nella modernizzazione dell'artiglieria per i campi di battaglia contemporanei.
Il sistema è progettato per soddisfare le esigenze di rapido dispiegamento, precisione e sopravvivenza e mira ad affrontare le minacce in evoluzione come i droni e la guerra elettronica, offrendo al contempo un'alternativa più leggera e agile all'artiglieria pesante tradizionale.
La presentazione pubblica ha sottolineato la spinta delle aziende europee a rafforzare le capacità di difesa in mezzo alle crescenti tensioni geopolitiche.
Il sistema Nemesis emerge in un momento in cui l'artiglieria sta subendo una profonda rimodulazione e rinascita sui campi di battaglia. Conflitti come la guerra in corso in Ucraina hanno evidenziato il ruolo fondamentale dell'artiglieria mobile ad alta precisione nel contrastare minacce avanzate.
Le tradizionali posizioni di artiglieria statica sono diventate vulnerabili ai droni e al fuoco di controbatteria, spingendo i militari a cercare sistemi in grado di spostarsi sparando rapidamente e trasferendosi immediatamente per evitare il rilevamento e il fuoco di controbatteria.
Il Nemesis, con i suoi sistemi automatizzati e i requisiti di equipaggio ridotti, si posiziona come risposta a queste sfide. Il suo debutto alla principale mostra della difesa spagnola ha attirato l'attenzione di funzionari militari, esperti del settore e delegazioni internazionali, segnalando un forte interesse per le sue potenziali applicazioni.
Al centro di Nemesis c'è la piattaforma ASCOD, un telaio modulare cingolato già in servizio con nazioni come la Spagna (Pizarro) e l'Austria (Ulan). Sviluppato da GDELS, l'ASCOD è noto per il suo equilibrio di mobilità, protezione e adattabilità.
La versione utilizzata sul Nemesis, basata sull'ASCOD 2, pesa circa 40 tonnellate, rendendola più leggera di molti concorrenti come il PzH 2000 che raggiunge oltre 55 tonnellate. Il peso ridotto migliora la mobilità strategica, consentendo al Nemesis di essere trasportato più facilmente in aereo o in treno: una considerazione chiave per un rapido dispiegamento nelle zone di crisi.
Il telaio presenta un elevato rapporto potenza-peso, spinto da un motore diesel di circa 800 CV, consentendo velocità fino a 43 miglia all'ora su strada e robuste prestazioni fuori strada. La sua corazzatura fornisce protezione certificata STANAG contro armi leggere, schegge e ordigni esplosivi improvvisati, con opzioni per ulteriori sistemi di protezione reattivi o attivi per contrastare le minacce anticarro.
Il modulo di artiglieria da 155 mm/L52, utilizza una torretta completamente automatizzata adattata dal collaudato design del PzH 2000 da KNDS Deutschland. In grado di sparare colpi standard della NATO con una portata di 25 miglia o munizioni a raggio esteso fino a 34 miglia, l'AGM offre una potenza di fuoco formidabile.
La sua automazione consente a un equipaggio di soli due persone di far funzionare il sistema, una riduzione significativa rispetto ai quattro o cinque richiesti da piattaforme più datate come l’M109 Paladin statunitense. Il modulo include un caricatore automatizzato che gestisce sia proiettili che cariche di proposizione modulari, consentendo una velocità di fuoco sostenuta da sei a otto colpi al minuto.
Questa capacità supporta tattiche avanzate come Multiple Rounds of Simultaneous Impact, in cui diversi proiettili colpiscono un bersaglio contemporaneamente, massimizzando l'effetto distruttivo prima che il sistema si riposizioni.
La torretta può ruotare a 360 gradi, può sparare in movimento, migliorando la sopravvivenza contro le minacce della controbatteria. Una stazione d'arma remotizzata, in genere monta una mitragliatrice da 12,7 mm, fornisce una difesa ravvicinata contro la fanteria nemica o i droni.
Il Nemesis integra sensori avanzati e sistemi di controllo del fuoco per garantire precisione e consapevolezza situazionale. Mentre i dettagli specifici sulla sua suite elettronica non sono stati completamente divulgati, GDELS ha evidenziato la compatibilità del sistema con la guerra incentrata sulla rete.
L'integrazione con i sistemi di gestione del campo di battaglia digitale consente al Nemesis di ricevere dati di targeting in tempo reale da droni, osservatori avanzati o satelliti. Tale connettività è vitale nei conflitti moderni, dove una risposta rapida a obiettivi in rapido movimento può determinare una possibile vittoria.
Il controllo del fuoco del sistema probabilmente include telemetri laser, computer balistici e sensori meteorologici per adattarsi ai fattori ambientali, garantendo la precisione anche a distanze estese. Esiste un potenziale del sistema per sfruttare l'esperienza di KNDS con l'AGM, precedentemente integrato su piattaforme a ruote come il Piranha IV per la Svizzera, suggerendo una base tecnologica matura.
Il contesto storico dello sviluppo dell'artiglieria fornisce informazioni sul significato di Nemesis. Gli obici semoventi sono emersi durante la seconda guerra mondiale, con sistemi come gli M7 Priest offrendo maggiore mobilità rispetto ai cannoni trainati.
La Guerra Fredda ha visto progressi come il sovietico 2S1 Gvozdika e l'M109, che ha dato la priorità alla potenza di fuoco e all'armatura. Tuttavia, il XXI secolo ha spostato le priorità verso l'automazione e la sopravvivenza, guidate dalle lezioni dei conflitti in Iraq, Afghanistan e Ucraina.
L’US ARMY sta esplorando le sostituzioni per il suo datato M109 nell'ambito del programma Extended Range Cannon Artillery ERCA, con una competizione prevista per il 2030. Le controparti europee del Nemesis, come il CAESAR francese e il sudcoreano K9 Thunder, hanno fissato parametri di riferimento per il successo della mobilità e delle esportazioni.
Il K9, adottato da nazioni come la Polonia e l'Australia, combina un cannone da 155 mm/L52 con un telaio da 48 tonnellate, offrendo una possibilità di tiro simile al Nemesis ma con un equipaggio più numeroso. Il PLZ-05 cinese, con il suo cannone da 155 mm/L52, corrisponde al Nemesis nell'automazione ma è in ritardo nell’interoperabilità.
Le implicazioni operative del Nemesis sono profonde, in particolare nei conflitti ad alta intensità. In Ucraina, l'artiglieria rappresenta una parte significativa delle vittime, con sistemi come il russo 2S19 Msta-S che affrontano pesanti perdite a causa del posizionamento statico.
La capacità di shoot-and-scoot del Nemesis, abilitata dal suo caricatore automatizzato e dal telaio mobile, riduce l'esposizione al radar di controbatteria e ai droni. Il suo equipaggio di due persone riduce al minimo le esigenze logistiche, consentendo operazioni sostenute con minor personale. L'integrazione della rete del sistema potrebbe consentirgli di coordinarsi con veicoli aerei senza equipaggio per il targeting, una tattica sempre più comune nella guerra moderna.
Ad esempio, le forze ucraine hanno accoppiato gli obici M777 con droni commerciali con effetti devastanti; un Nemesis potrebbe migliorare con la sua connettività integrata. Tuttavia, la dipendenza da un'elettronica complessa solleva preoccupazioni sulla vulnerabilità alla guerra elettronica, una minaccia crescente come si vede nelle operazioni ECM-ECCM russe contro le munizioni guidate dal GPS.
I potenziali clienti del Nemesis includono membri della NATO che cercano di modernizzare le loro flotte di artiglieria. La Spagna, utente di veicoli basati sull’ASCOD, è un candidato principale, soprattutto data la filiale locale di GDELS, Santa Bárbara Sistemas.
La Polonia, che ha investito molto nell'artiglieria con oltre 600 obici K9 in ordine, potrebbe considerare il Nemesis per completare le sue forze, in particolare per il suo peso più leggero e per l'automazione. La Germania, partner di KNDS, potrebbe integrare il Nemesis nella sua futura struttura operativa, anche se il suo impegno per il PzH 2000 potrebbe limitare l'adozione immediata.
Al di là dell'Europa, le nazioni del Medio Oriente, come l'Arabia Saudita, o alleati dell'Asia-Pacifico come l'Australia, che già gestiscono sistemi compatibili con la NATO, potrebbero esprimere interesse. Il mercato globale dell'artiglieria è competitivo, con sistemi come K9 e CAESAR che dominano le esportazioni a causa dei loro comprovati record e per i costi inferiori. Il prezzo più alto del Nemesis, guidato dalla sua automazione e dall'elettronica avanzata, potrebbe rappresentare una sfida, in particolare per i militari con un budget limitato.
La presentazione del Nemesis riflette tendenze più ampie nel settore della difesa. L'Europa sta dando sempre maggiore priorità alle soluzioni indigene per ridurre la dipendenza dalla tecnologia statunitense, un cambiamento accelerato dalle incertezze geopolitiche e dalla necessità di capacità di risposta rapida.

La partnership GDELS-KNDS lo esemplifica, combinando l'esperienza tedesca con la capacità produttiva spagnola. 

Il sistema Nemesis si basa sulla precedente integrazione dell'AGM con le piattaforme a ruote, dimostrando una modularità che potrebbe attirare diversi clienti.
Tuttavia, il settore europeo della difesa deve affrontare sfide, tra cui appalti frammentati e priorità nazionali variabili. La recente selezione dell'esercito svizzero dell'AGM su una piattaforma Piranha IV per il suo programma di sostituzione degli M109 suggerisce una crescente fiducia nella tecnologia di KNDS, che potrebbe essere di buon auspicio per il Nemesis.
Il suo peso più leggero rispetto al PzH 2000 o al russo 2S35 Koalitsiya-SV lo posiziona come una via di mezzo tra sistemi a ruote come CAESAR e piattaforme cingolate più pesanti.
Il CAESAR montato su un telaio di camion 6×6, offre una mobilità stradale superiore ma con minore protezione, mentre il cannone da 152 mm del Koalitsiya-SV e il telaio da 55 tonnellate danno la priorità alla potenza di fuoco rispetto all’utilizzo sul campo. L'equilibrio di automazione, protezione e mobilità del Nemesis potrebbe fare appello agli eserciti che affrontano diverse minacce, dalla guerra ibrida ai conflitti convenzionali.
Il debutto del Nemesis evidenzia anche il ruolo in evoluzione dell'automazione nell'artiglieria. Sistemi come lo svedese Archer, con il suo caricamento automatico e l'equipaggio minimo, hanno creato un precedente, ma il Nemesis si spinge oltre integrando queste funzionalità in una piattaforma collaudata.
Ciò si allinea con l'enfasi della NATO sulla riduzione delle impronte logistiche, come visto negli Stati Uniti con l’esplorazione dei sistemi autonomi da parte dell'esercito. Tuttavia, l'automazione introduce rischi, tra cui vulnerabilità della sicurezza informatica e sfide di manutenzione in ambienti austeri.
La guerra in Ucraina ha messo in luce i limiti dei sistemi high-tech quando le catene di approvvigionamento vengono interrotte, una lezione che GDELS e KNDS devono affrontare per garantire l'affidabilità del Nemesis.
Guardando al futuro, il successo del Nemesis dipenderà da test rigorosi e dalle prestazioni nel mondo reale. L'annuncio di GDELS ha sottolineato l'allineamento del sistema con i moderni requisiti di mobilità militare, ma le prove sul campo saranno fondamentali per convalidare queste affermazioni.
Si prevede che il mercato globale dell'artiglieria crescerà man mano che le nazioni danno la priorità ai tiri di precisione a lungo raggio, guidati dalle lezioni dei recenti conflitti. La capacità del Nemesis di garantire i contratti dipenderà dalla sua efficacia, dai costi e dalla interoperabilità con i sistemi NATO, in particolare contro concorrenti affermati come il K9 e il CAESAR. Per ora, la sua presentazione segna una dichiarazione audace dell'ambizione dell'Europa di guidare l'innovazione dell'artiglieria.
Il Nemesis rappresenta una scommessa calcolata sul futuro dell'artiglieria, mescolando tecnologia collaudata con un'automazione all'avanguardia. I suoi punti di forza - mobilità, precisione e requisiti di equipaggio ridotti - lo posizionano bene sui moderni campi di battaglia, ma la sua complessità e il suo costo sollevano domande sull'adozione diffusa.
La dipendenza del sistema dai sistemi in rete, pur pensando al futuro, deve essere temperata da solide contromisure ECCM contro la guerra elettronica. Mentre i militari sono alle prese con l'equilibrio tra capacità e convenienza, il Nemesis potrebbe ridefinire le tattiche di artiglieria o rimanere una soluzione di nicchia per eserciti ben finanziati.
Si rivelerà un punto di svolta di fronte alle minacce in evoluzione, o le dinamiche di mercato favoriranno alternative più semplici e testate in battaglia? 
Solo il tempo e i test lo diranno.
Il cuore di questo sistema di artiglieria è l'AGM 155mm/L52, che offre un supporto di fuoco altamente preciso e potente con distanze che raggiungono fino a 54 Km utilizzando munizioni standard e fino a 70 Km con proiettili a raggio esteso. Inoltre, la capacità di Multiple Rounds Simultaneous Impact del sistema gli consente di consegnare diversi proiettili su di un bersaglio allo stesso tempo, aumentando significativamente la sua efficacia in combattimento e saturando le posizioni nemiche con un avviso minimo.
Con la sua architettura digitale all'avanguardia, il sistema può essere completamente gestito da soli due membri dell'equipaggio, una riduzione significativa rispetto ai tradizionali obici semoventi. L'interno è stato progettato ergonomicamente non solo per migliorare il comfort dell'equipaggio e l'efficienza operativa, ma anche per supportare l'opzione di includere un terzo membro dell'equipaggio o consentire operazioni completamente senza equipaggio, a seconda del profilo della missione. Questo alto livello di automazione riduce drasticamente il carico di lavoro umano e contribuisce a una maggiore resilienza operativa, specialmente in scenari ad alto rischio.
La piattaforma è alimentata da un potente motore diesel da 1.100 CV, che gli garantisce una mobilità e una velocità superiori, anche negli ambienti più difficili. Gli utenti possono scegliere tra cingoli in acciaio per condizioni difficili o in gomma composita per un rumore inferiore e una minore usura nelle operazioni urbane. Il telaio del veicolo supporta anche la rotazione della torretta a 360 gradi e la possibilità di sparare in qualsiasi direzione mentre si è in movimento, garantendo un rapido riposizionamento e una risposta immediata alle minacce - caratteristiche vitali per le attuali dottrine "Shoot & Scoot”.
Sviluppato interamente in Europa, NEMESIS è più di una semplice piattaforma di artiglieria; è una dichiarazione strategica. In un clima geopolitico segnato da un rinnovato conflitto su larga scala e dall'urgente necessità di una deterrenza credibile, il sistema riflette una spinta verso l'autonomia industriale della difesa europea. Offre una chiara alternativa ai vecchi sistemi come l'americano M109, che rimane in servizio con diversi eserciti europei, tra cui quello spagnolo. Presentando una soluzione di nuova generazione, GDELS e KNDS contribuiscono direttamente alla modernizzazione delle forze armate allineate alla NATO e al rafforzamento delle capacità europee per una difesa autosufficiente.
Il lancio di NEMESIS a FEINDEF 2025 sottolinea la partnership duratura di GDELS e KNDS e il loro impegno condiviso per l'innovazione nella tecnologia militare. Risponde a una crescente domanda di soluzioni di artiglieria versatili, altamente mobili e profondamente integrate in grado di dominare gli spazi di battaglia di domani. Con la sua presentazione, NEMESIS stabilisce un nuovo punto di riferimento per quello che dovrebbe essere un sistema di artiglieria moderno, pronto per il combattimento e strategicamente rilevante.






"La Bandiera non sventola a causa dei venti che la soffiano,
La Bandiera sventola a causa dell'ultimo respiro di ogni soldato che soffia.
Per coloro che hanno combattuto e sono morti per questo,
la libertà ha un sapore che i protetti non sapranno mai.
Il vero soldato combatte non perché odia quello che ha davanti,
ma perché ama ciò che c'è dietro di sé. "
Chi sa comprende, il resto non conta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, ArmyRecognition, BulgarianMilitary, Wikipedia, You Tube)



















 

“Operazione Rough Rider”, ovvero, attacco agli HOUTHI: in uno sviluppo inatteso, durante le operazioni delle forze armate statunitensi, un F-35 Lightning II è stato costretto ad eseguire manovre evasive per seminare un missile terra-aria lanciato dalle forze Houthi nello Yemen. L’attacco all'F-35 nello Yemen lascia una domanda aperta: se un gruppo come gli Houthi può minacciare uno dei velivoli combattenti più avanzati al mondo, quali sfide si attendono nei conflitti con avversari più sofisticati?








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In uno sviluppo sorprendente, nel corso dell'operazione Rough Rider lanciata dalle forze aeree statunitensi, un Lockheed Martin F-35 Lightning II, uno dei caccia stealth più avanzati al mondo, è stato costretto ad effettuare manovre evasive, utilizzando anche contromisure ECM-ESM, allo scopo di evitare di essere colpito da un missile terra-aria lanciato dai terroristi Houthi al largo dello Yemen.
L'incidente, avvenuto durante una campagna di bombardamenti iniziata il 15 marzo 2025, sotto l'amministrazione del presidente Donald Trump, segna il primo caso documentato in cui un F-35 ha affrontato una minaccia diretta dalle difese aeree Houthi.
Come dichiarato da un funzionario statunitense, un F-35 ha dovuto intraprendere manovre evasive per evitare di essere colpito da missili terra-aria (SAM) Houthi: “”Si sono avvicinati abbastanza e l'F-35 ha dovuto manovrare””, ha ribadito il funzionario.
Alcuni commenti confermano parzialmente i precedenti rapporti del New York Times su ciò che è accaduto durante la campagna degli Stati Uniti contro gli Houthi, nota come Operazione Rough Rider, lanciata il 15 marzo.
"In quei primi 30 giorni, gli Houthi hanno abbattuto sette droni MQ-9 americani (circa 30 milioni di dollari ciascuno), ostacolando la capacità del Comando Centrale di rintracciare e colpire il gruppo militante". "Diversi F-16 americani e un caccia F-35 sono stati quasi colpiti dalle difese aeree Houthi, rendendo reale la possibilità di vittime americane, hanno ribadito alcuni funzionari statunitensi".
"Non c'è alcuna indicazione che gli F-16 siano stati presi di mira o che qualcosa si sia avvicinato a loro durante l'operazione Rough Rider, dove hanno dovuto manovrare", ha detto il funzionario, parlando a condizione di anonimato per discutere i dettagli operativi. "Questo non significa che non sia successo".

Non è stata fornita la data esatta dell'incidente. Non è anche chiaro se l'F-35 in questione fosse una variante in dotazione all’USAF, alla US NAVY o ai Marines. 

Mentre gli F-35A della Hill Air Force Base sono arrivati in Medio Oriente a marzo, la portaerei della US NAVY Carl Vinson, che si trova nella regione, imbarca le varianti F-35C.
Come noto, in data 6 maggio 2025, un Super Hornet si è schiantato in mare durante il suo tentativo di atterraggio. Sia il pilota che l'ufficiale dei sistemi di arma sono stati in grado di ejettarsi e sono stati recuperati da un elicottero con solo ferite lievi. Lo squadrone MH-60 Seahawk HSC-11 ha effettuato il salvataggio e l'F/A-18F Super Hornet proveniva dal reparto VFA-11 denominato Red Rippers.
Quella è stata la seconda perdita di un Super Hornet dalla portaerei in appena una settimana. L'altra perdita si era verificata mentre la nave stava eludendo un attacco Houthi, con il Super Hornet che rotolava giù dal ponte in mare. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito in quell'incidente.
L’operazione “Rough Rider” è costata agli Stati Uniti più di 1 miliardo di dollari da marzo, comprese le migliaia di bombe e missili utilizzati negli attacchi”:
"Una portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly, in una dichiarazione al New York Times ha confermato che le forze statunitensi avevano effettuato più di 1.100 attacchi, uccidendo centinaia di combattenti Houthi e distruggendo armi e attrezzature utilizzando molte munizioni di precisione, specialmente quelle avanzate a lungo raggio; alcuni pianificatori del Pentagono sarebbero sempre più preoccupati per le scorte complessive e le implicazioni per qualsiasi situazione in cui gli Stati Uniti potrebbero dover respingere un tentativo di invasione di Taiwan da parte della Cina", ha spiegato il Times.
"Entro il 31° giorno, Trump, sempre diffidente nei confronti del Medio Oriente, ha chiesto un rapporto sullo stato di avanzamento", ha aggiunto il Times. “Ma i risultati ancora non c'erano. Gli Stati Uniti non avevano nemmeno stabilito la superiorità aerea sugli Houthi. Invece, ciò che stava emergendo dopo 30 giorni di una campagna intensificata contro il gruppo yemenita era un altro costoso ma inconcludente impegno militare americano nella regione.
"Il culmine dell'accordo di cessate il fuoco ha sottolineato quanto velocemente l'amministrazione Trump si sia mossa per garantire ciò che a marzo sembrava impensabile a molti esperti a breve termine: una dichiarazione Houthi che avrebbe smesso di colpire le navi statunitensi”.
Come noto, l’Operation Rough Rider includeva l’utilizzo in combattimento di bombardieri stealth B-2A Spirit per attaccare obiettivi Houthi nello Yemen.
Ad oggi, gli attacchi dell'Operazione Rough Rider "hanno distrutto molteplici strutture di comando e controllo, sistemi di difesa aerea, impianti avanzati di produzione di armi e luoghi avanzati di stoccaggio di armi". "Le strutture di stoccaggio ospitavano armi convenzionali avanzate, tra cui missili balistici e da crociera antinave, sistemi aerei senza equipaggio e navi di superficie senza equipaggio, che sono stati impiegati negli attacchi terroristici Houthi sulle rotte marittime internazionali".
Trump aveva ordinato l'operazione Rough Rider in risposta agli attacchi Houthi contro le rotte marittime nell'area del Mar Rosso iniziando gli attacchi nel mese di novembre 2023 in solidarietà con i palestinesi per l'ultima guerra scatenata contro Israele. Hanno quindi costretto le navi ad evitare il Canale di Suez per un percorso molto più lungo intorno all'Africa, aumentando i costi di carico di quasi 200 miliardi di dollari. Gli attacchi degli Houthi hanno affondato due navi e danneggiate molte altre, causando la morte di quattro marinai e tenendo in ostaggio una nave. Molte armi Houthi hanno mancato completamente i loro obiettivi. Oltre ad attaccare le rotte marittime, gli Houthi hanno anche lanciato missili e droni contro Israele.

Gli Houthi hanno attaccato navi da guerra statunitensi 174 volte e le navi commerciali 145 volte dal 2023 mettendo a rischio diverse vite americane. La precedente amministrazione ha lasciato che questo andasse avanti per anni senza quasi nessuna risposta.

Il fatto che anche gli Houthi, con le loro difese aeree relativamente rudimentali, siano stati in grado di impedire a molti aerei statunitensi di sferrare attacchi diretti, con una forte dipendenza da preziose armi a lungo raggio e persino da bombardieri stealth, ha certamente implicazioni più ampie.
Un funzionario degli Stati Uniti, ha confermato l’attacco ravvicinato, affermando: "Si sono avvicinati abbastanza che il jet stealth F-35 ha dovuto manovrare". Questa rivelazione, parzialmente corroborata da precedenti rapporti del New York Times, sottolinea l'inaspettata sofisticazione delle capacità antiaeree Houthi e solleva domande critiche sulle vulnerabilità della tecnologia militare statunitense all'avanguardia nella guerra asimmetrica.
L'evento, ambientato sullo sfondo di una campagna che ha già visto perdite significative, evidenzia le sfide in evoluzione affrontate dalle forze aeree americane in Medio Oriente.
L'operazione Rough Rider, una campagna aerea su larga scala che prende di mira le aree controllate dagli Houthi filo iraniani nello Yemen, è stata lanciata per degradare l'infrastruttura militare del gruppo e frenare i suoi attacchi alle navi in transito (tranne quelle russe e cinesi) e agli obiettivi israeliani. L'operazione ha coinvolto una serie di risorse statunitensi, tra cui F-35, F-16 Fighting Falcon e droni MQ-9 Reaper, con questi ultimi che hanno subito pesanti perdite.
Secondo il New York Times, le forze Houthi hanno abbattuto sette droni MQ-9, ciascuno del valore di circa 30 milioni di dollari, entro i primi 30 giorni della campagna, ostacolando gravemente la campagna intrapresa dagli Stati Uniti e la capacità del Comando Centrale USA di condurre la sorveglianza e gli attacchi di precisione. Lo stesso rapporto ha osservato che le difese aeree Houthi si sono avvicinate a colpire diversi F-16 e un F-35, aumentando il rischio di vittime statunitensi.
L'incidente con l'F-35, pur non risultando portato a termine con l’abbattimento del velivolo, ha portato rinnovata attenzione alle dinamiche tecnologiche e tattiche del conflitto, in particolare alla capacità degli Houthi di sfidare alcune delle piattaforme militari più avanzate dell'arsenale degli Stati Uniti.
L'F-35 Lightning II, sviluppato da Lockheed Martin, è una famiglia di caccia multiruolo stealth monoposto, con motore singolo e ogni-tempo; sono progettati per eseguire missioni di attacco a terra e superiorità aerea. Con un costo unitario superiore a 100 milioni di dollari per la variante F-35A, il jet rappresenta una pietra angolare della forza aerea degli Stati Uniti e degli alleati, vantando capacità avanzate stealth, fusione dei sensori e operazioni abilitate alla rete.
L'aereo è dotato del radar AESA AN/APG-81, che fornisce una consapevolezza situazionale senza precedenti, e del Distributed Aperture System DAS, cioè una rete di sei sensori a infrarossi che offrono il rilevamento e il tracciamento dei missili a 360 gradi. La sua suite di guerra elettronica AN/ASQ-239 Barracuda gli consente di oscurare e inabilitare i radar nemici e di schierare contromisure come razzi a infrarossi ed esche Nulka per ingannare i missili in arrivo.
Il design stealth dell'F-35 riduce la sua sezione trasversale radar, rendendolo difficile da rilevare, mentre il suo motore Pratt & Whitney F135 offre velocità fino a Mach 1,6+ e un raggio di combattimento di oltre 600 miglia.
Disponibile in tre varianti: F-35A per l’US Air Force, F-35B per decollo breve e atterraggio verticale e F-35C per le operazioni imbarcate - il jet è stato schierato a livello globale, con l’F-35A della Hill Air Force Base e l’F-35C della USS Carl Vinson che operano in Medio Oriente durante le missioni Rough Rider. Mentre la variante specifica coinvolta nell'incidente rimane non divulgata, i sistemi avanzati del caccia probabilmente hanno svolto un ruolo fondamentale per la sua sopravvivenza.
Il missile Houthi che ha innescato l'azione evasiva dell'F-35 era probabilmente parte di una rete di difesa aerea, aggiornata in tempo reale da risorse iraniani, russe e cinesi, che si è dimostrata sorprendentemente resiliente. Le forze Houthi, sostenute dall'esperienza tecnica iraniana, hanno sviluppato un mix di sistemi antiaerei indigeni e modificati, tra cui i sistemi missilistici terra-aria Barq-1 e Barq-2.





Si ritiene che questi siano derivati dei sistemi 2K12 Kub e 9K37 Buk di epoca sovietica, con raggi operativi da 30 a 70 Km e altitudini fino a 20 Km, sufficienti a minacciare gli aerei a bassa quota. Anche il missile Saqr, un'arma terra-aria con guida a infrarossi, è stato schierato, rappresentando una sfida unica grazie alla sua capacità di eludere le contromisure tradizionali anti-radar.
I rapporti suggeriscono che le difese aeree Houthi incorporano sistemi radar come il P-18 di fabbricazione russa e il Meraj-4 iraniano, che forniscono dati di allarme precoce e di targeting. Mentre questi sistemi mancano della raffinatezza dei moderni equivalenti occidentali o russi come l'S-400, la loro adattabilità e il basso costo li hanno resi efficaci contro obiettivi di alto valore.
La capacità degli Houthi di abbattere sette droni MQ-9, che si basano su una furtività minima e operano a media quota, dimostra la loro competenza nell'integrare radar, missili e tattiche di guerriglia per sfruttare le vulnerabilità nelle operazioni aeree statunitensi.
Le manovre evasive eseguite dal pilota dell'F-35 sono una testimonianza sia dell'abilità umana che dell'abilità tecnologica. Quando viene rilevato un missile terra-aria, i piloti in genere impiegano una combinazione di curve ad alti numeri di G, rapidi cambiamenti di altitudine e manovre a spirale per interrompere l’aggancio della testata del missile.
Il DAS dell'F-35 probabilmente ha fornito un allarme precoce rilevando la firma termica del missile in arrivo, mentre la suite Barracuda potrebbe aver distribuito razzi o ingannato il sistema di guida del missile. Le tattiche standard per eludere i missili guidati dal radar includono il "raggio", in cui il pilota vola perpendicolarmente al radar per ridurre al minimo la firma del jet, o "notching", che comporta il tuffarsi nel terreno per oscurare la posizione dell'aeromobile.
Per i missili a guida infrarossa come il Saqr, i piloti rilasciano razzi per creare false firme di calore ed eseguire manovre imprevedibili per annientare il tracciamento del missile. Mentre l'F-35 non è agile come l'F-16, che può sostenere manovre evasive a 9G, la sua suite di sensori e le capacità di guerra elettronica forniscono un vantaggio significativo in tali scenari.
La capacità del pilota di evitare il missile sottolinea l'importanza dell'addestramento, poiché anche la tecnologia più avanzata richiede un giudizio umano per navigare in situazioni di vita o di morte.
L'incidente si è verificato nel contesto più ampio dell'operazione Rough Rider, che ha visto l'attacco militare statunitense su 1.000 obiettivi Houthi da metà marzo.
Come già detto, questi attacchi hanno preso di mira strutture di comando e controllo, siti di stoccaggio delle armi e sistemi di difesa aerea, eliminando centinaia di terroristi Houthi e diversi leader. Nonostante questi sforzi, gli Houthi hanno continuato a lanciare missili e droni balistici, tra cui un notevole attacco il 4 maggio 2025, che ha colpito vicino all'aeroporto internazionale israeliano Ben Gurion, provocando attacchi di rappresaglia israeliani sulle infrastrutture Houthi a Hodeidah e Sanaa.




La campagna, costando oltre 1 miliardo di dollari e spendendo migliaia di munizioni, non è riuscita a sferrare un colpo decisivo, con le forze Houthi che hanno mantenuto la loro capacità di proiettare il potere oltre i confini dello Yemen. La perdita di due F/A-18 Super Hornet dalla USS Harry S. Truman, attribuito a una brusca manovra della portaerei per eludere il fuoco Houthi, illustra ulteriormente le sfide operative poste dalle difese aeree del gruppo.
Storicamente, la vulnerabilità degli aerei avanzati alle minacce terrestri non è senza precedenti. Nel 1999, un F-117 Nighthawk dell’USAF, uno dei primi aerei stealth, venne abbattuto sulla Serbia da un sistema missilistico S-125 Neva modificato, esponendo i limiti della prima tecnologia stealth contro avversari adattivi.
Allo stesso modo, la minaccia Houthi all'F-35 ricorda le sfide affrontate dalle forze statunitensi durante la guerra del Vietnam, dove i missili SA-2 forniti dai sovietici costrinsero i piloti a sviluppare nuove tattiche e contromisure. La sopravvivenza dell'F-35 in questo caso evidenzia i miglioramenti nella furtività e nella guerra elettronica da quei conflitti precedenti, ma serve anche a ricordare che nessuna piattaforma è invulnerabile.
Rispetto a sistemi rivali come il Su-57 russo o il J-20 cinese, la forza dell'F-35 risiede nella sua fusione dei sensori e nelle capacità di guerra incentrate sulla rete, che gli consentono di integrare dati da più fonti e coordinarsi con altre risorse. Tuttavia, l'incidente Houthi suggerisce che anche questi vantaggi possono essere testati da avversari determinati e a bassa tecnologia.
La rete di difesa aerea Houthi, sebbene efficace, opera su una scala diversa rispetto a sistemi all'avanguardia come l'S-400 russo o l'HQ-9 cinese. L'S-400, con una portata di 400 Km e la capacità di coinvolgere più bersagli contemporaneamente, rappresenta l'apice della moderna difesa aerea, in grado di sfidare anche i caccia di quinta generazione come l'F-35.
L'HQ-9, l'equivalente cinese, offre capacità simili con una tecnologia radar e missilistica avanzata. Al contrario, i sistemi Houthi si basano su progetti più datati, modificati con l'assistenza iraniana e cinese per migliorarne le prestazioni.
Il loro successo contro le risorse statunitensi, in particolare l'MQ-9, deriva da una combinazione di sorpresa, mobilità e integrazione con droni e missili a basso costo. Questo approccio asimmetrico consente agli Houthi di compensare i loro svantaggi tecnologici, creando una minaccia persistente alle operazioni aeree della coalizione nella regione.
L'incidente ha implicazioni più ampie per la strategia militare degli Stati Uniti e lo sviluppo tecnologico. 





La vulnerabilità dell'MQ-9 evidenzia la necessità di piattaforme senza equipaggio più resilienti, potenzialmente incorporando funzionalità stealth o sistemi avanzati di guerra elettronica.

L'F-35, pur riuscendo ad eludere il missile, potrebbe richiedere aggiornamenti alle sue contromisure per affrontare le minacce in evoluzione come il missile Saqr. La dipendenza dell'USAF da piattaforme ad alto costo, con il programma F-35 che costa oltre 428 miliardi di dollari fino ad oggi, solleva domande sull'efficacia dei costi nei conflitti contro attori non statali.
Il Pentagono ha già iniziato a esplorare concetti di dominio aereo di nuova generazione, come il programma Next Generation Air Dominance NGAD, che mira a integrare sistemi con equipaggio e senza equipaggio per contrastare le difese aeree avanzate. L'incidente Houthi potrebbe accelerare questi sforzi, provocando una rivalutazione di come gli Stati Uniti proiettano la potenza aerea in ambienti contesi.
La reazione pubblica all'incidente è stata limitata, ma gli analisti della difesa hanno espresso preoccupazione per le sue implicazioni: le capacità di difesa aerea Houthi si sono chiaramente evolute in modo significativo, sfruttando un mix di sistemi legacy e tattiche innovative per sfidare la superiorità aerea degli Stati Uniti.
Mentre nessuna dichiarazione ufficiale del Pentagono ha dettagliato l'incidente dell'F-35, le sfide più ampie della campagna denominata “Rough Rider" hanno attirato il controllo. L'alto costo della campagna, insieme alla perdita di droni e attacchi contro aerei con equipaggio, ha alimentato il dibattito sull'efficacia delle campagne aeree sostenute contro avversari resilienti.
Il cessate il fuoco annunciato dal presidente Trump il 6 maggio 2025, mediato da Oman, ha messo in pausa gli attacchi statunitensi, ma i continui attacchi degli Houthi a Israele suggeriscono che il conflitto rimane irrisolto.
Da un punto di vista tecnologico, l'incontro dell'F-35 con un missile Houthi sottolinea l'interazione dinamica tra attacco e difesa nella guerra moderna. La sopravvivenza del caccia riflette la forza del suo design, ma il fatto che fosse stato ingaggiato sfida le ipotesi sulla furtività e sulla superiorità aerea delle forze alleate.
Gli Houthi, con il loro mosaico di sistemi modificati e tattiche di guerriglia, hanno dimostrato che anche attori non statali possono interrompere le operazioni di una superpotenza. Questo incidente, sebbene sia un singolo punto dati, ha un peso come avvertimento: la proliferazione di difese aeree avanzate, anche nelle mani di forze irregolari, richiede costante innovazione e adattamento.
Mentre le forze statunitensi e alleate guardano al futuro, le lezioni dello Yemen probabilmente modelleranno il loro approccio al combattimento aereo, con lo sviluppo di nuove contromisure e con il perfezionamento delle tattiche per coinvolgere avversari low-tech ma astuti e supportati da superpotenze ostili.

L’attacco all'F-35 nello Yemen lascia una domanda aperta: se un gruppo come gli Houthi può minacciare uno dei velivoli combattenti più avanzati al mondo, quali sfide si attendono nei conflitti con avversari più sofisticati?

La risposta potrebbe risiedere nell'equilibrio tra la superiorità tecnologica e l'ingegno di coloro che cercano di contrastarla, una dinamica che definirà il futuro della guerra aerea.






"La Bandiera non sventola a causa dei venti che la soffiano,
La Bandiera sventola a causa dell'ultimo respiro di ogni soldato che soffia.
Per coloro che hanno combattuto e sono morti per questo,
la libertà ha un sapore che i protetti non sapranno mai.
Il vero soldato combatte non perché odia quello che ha davanti,
ma perché ama ciò che c'è dietro di sé. "
Chi sa comprende, il resto non conta.
Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Violenza e terrorismo sono il risultato
della mancanza di giustizia tra i popoli.
Per cui l'uomo di pace
si impegna a combattere tutto ciò 
che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…
Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 
fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?
Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 
e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 
a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:
“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.
Tutto…tranne l’amare.

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, TWZ, BulgarianMilitary, Wikipedia, You Tube)