mercoledì 30 gennaio 2019

I M.A.S. dei cantieri Baglietto "500", dalle prima alla quinta serie



La Regia Marina Italiana, sin dalla Prima Guerra Mondiale, ha prestato una grande attenzione allo sviluppo di piccole e rapide imbarcazioni armate generalmente di siluri. 

I motoscafi armati siluranti, più conosciuti con la sigla MAS, erano imbarcazioni di diretta derivazione civile. 

Nel corso della Prima Guerra Mondiale i risultati ottenuti sono stati assolutamente significativi con l’affondamento, dal parte del Comandante Luigi Rizzo, delle corazzate della Marina Austro-Ungarica Wien e Szent István. Nonostante fossero adatti a mari chiusi e poco mossi come l’Adriatico, la Marina Italiana continuò a lavorare per migliorare le prestazione dei piccoli ma veloci mezzi siluranti. I MAS 500, dotati dei nuovi motori a benzina Isotta-Fraschini, più potenti ed affidabili, realizzati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, vennero impiegati sia come siluranti sia come piattaforme antisommergibile destinati al lancio di bombe di profondità. Potevano raggiungere una velocità massima di ben 45 nodi ed erano armati con due siluri da 450 mm.



Era molto chiaro che la nostra Regia Marina aveva l’esigenza di disporre al più presto di un mezzo capace di rendere ancor più efficace l’effetto dei siluri. 
Lo scopo primario di portare i siluri a bersaglio portò diversi Paesi a investire sulla produzione di imbarcazioni leggere e veloci, capaci di avvicinarsi al nemico, rilasciare l’arma e allontanarsi senza perdite il più velocemente possibile.

Nonostante i diversi prototipi messi a punto dalle varie nazioni nel periodo pre bellico, i risultati non soddisfecero le aspettative. Nel 1914 l’obiettivo venne però centrato dall’Italia che cominciò a produrre nei cantieri di Venezia alcuni motoscafi sperimentali per pattugliare l’Adriatico e fare da scorta antisommergibile alle navi più grandi. Queste ultime, appostate in mare aperto, non riuscivano a ingaggiare scontri veri e propri con la flotta austriaca – sempre al riparo nei porti – e così per la Regia Marina sorse la necessità di avere a disposizione mezzi piccoli e rapidi per compiere assalti fulminei nei punti in cui il nemico si sentiva protetto. 

Le imbarcazioni più adatte allo scopo furono i M.A.S., acronimo di motoscafo armato silurante; erano mezzi di circa 13 tonnellate, lunghi 16 metri e larghi 2,5. Costruiti in legno ed equipaggiati con una coppia di motori da 450 cavalli, raggiungevano i 24 nodi di velocità ed erano armati con 2 siluri e una mitragliatrice. L’efficacia del nuovo mezzo fu palese il 10 settembre 1917, quando i M.A.S. guidati da Luigi Rizzo riuscirono a penetrare nel porto di Trieste – base principale della flotta austroungarica – e ad affondare la corazzata Wien. 

Il 10 febbraio 1918, nonostante le imponenti difese, una squadra di M.A.S. con a bordo Gabriele D’Annunzio, Costanzo Ciano e Luigi Rizzo penetrò nella baia di Buccari: sebbene gli effetti dell’attacco furono trascurabili, l’azione passò alla storia come la ‘beffa di Buccari’, nome originato anche dal gesto di D’annunzio che, prima di ritirarsi con la squadriglia, depositò in acqua alcuni messaggi di scherno nei confronti degli austroungarici. L’incursione diede inoltre nuovo entusiasmo alle truppe memori della disfatta di Caporetto e – in tal senso – incise più per funzione propagandistica che di danneggiamento delle unità nemiche. 
Il 10 giugno 1918 i M.A.S. inflissero un altro duro colpo all’Austria affondando la corazzata Santo Stefano con un’azione ardita ma resa possibile dal coraggio degli uomini e dalle caratteristiche dei mezzi italiani, che passando a gran velocità tra le cacciatorpediniere di scorta puntarono al bersaglio grosso e fecero centro dissolvendo definitivamente le pretese della Marina austriaca.



Sulla scorta dei pregevoli risultati ottenuti, si decise di proseguire nella realizzazione di M.A.S. anche nel periodo post bellico e, assieme alle nuove unità, dalle catene di produzione uscirono anche nuovi propulsori di derivazione aeronautica come l’Isotta-Fraschini Asso1000, un mostro assetato di benzina con 18 cilindri disposti a W su 3 bancate che fu installato – in coppia – sui M.A.S. 500. Le nuove imbarcazioni – 75 mezzi prodotti in 4 serie – potevano contare su velocità massime intorno ai 40/42 nodi a pieno carico, 2 tubi lanciasiluri da 450 millimetri e una/due mitragliere da 13,2 millimetri (poi sostituite con quelle da 20) in funzione antiaerea. 
Le elevate prestazioni erano garantite anche dalla particolare conformazione dello scafo che si rivelò anche fonte di seri problemi: i M.A.S. infatti erano in difficoltà in condizioni di mare aperto e di moto ondoso sostenuto. 
Ciò penalizzava anche le prestazioni e non di rado gli equipaggi correvano reali pericoli in condizioni di mare mosso.




Una soluzione all’inconveniente arrivò nell’aprile del 1941 quando nel porto di Cattaro – oltre alla flotta iugoslava – furono catturate 6 motosiluranti di costruzione tedesca; quest’ultime, 65 tonnellate di stazza e dallo scafo adatto a mantenere elevate velocità anche in condizioni non ottimali, furono studiate a fondo dai cantieri CRDA di Monfalcone che da esse derivarono un nuovo tipo di motosilurante, la CRDA 60T. La prima serie (18 unità) entrò in servizio nel 1942 e viste le migliori doti rispetto ai M.A.S. – più lente ma con miglior autonomia e affidabilità – poco dopo furono ordinate altre 18 imbarcazioni. Basandosi ancora sul progetto tedesco, venne realizzato anche un mezzo per il pattugliamento antisommergibile e per la scorta costiera, il V.A.S. o vedetta antisommergibile. L’unità era più lenta rispetto agli altri mezzi citati ma aveva un buon armamento che, tuttavia, non contribuì a risollevare la Regia Marina dalla disfatta: le 45 imbarcazioni prodotte entrarono in servizio dopo il 1942, a conflitto ormai segnato.



I nostri M.A.S., oltre all’affondamento di numerose navi mercantili, colpirono pesantemente anche navi da guerra molto importanti: 
  • l’incrociatore leggero inglese Manchester durante la Battaglia di Mezzo Agosto;
  • il sommergibile russo Equoka;
  • ll12 marzo 1943, il cacciatorpediniere inglese Lightning;
  • Importanti furono anche i danneggiamenti arrecati agli incrociatori Capetown e Molotov, appartenenti rispettivamente alla Royal Navy britannica  e a quella russa.


I MAS 500 furono dei motoscafi armati siluranti concepiti verso la fine degli anni trenta del ventesimo secolo; vennero dotati di motori Isotta Fraschini Asso 1000. 

Ne furono prodotte 75 unità tra il 1937 e il 1941, e ne erano in servizio 48 nel 1940. Efficienti in acque assai calme, la loro carena tonda non le rendeva adatte per mari più agitati.

Avevano un motore principale di 2000 CV, e le prime due serie erano dotate di un motore ausiliario da 80 CV. La velocità era per la prima e seconda serie di 48 nodi (col motore principale) e di 6 nodi (motore ausiliario), mentre per la terza e quarte serie, più pesanti di oltre 4 tonnellate, scendeva a 43 nodi. Il loro armamento era di una mitragliera contraerea da 13,2mm, che venne sostituita da una da 20 mm nella III e IV serie; le armi principali erano due siluri da 450 mm, ed una tramoggia per le bombe di profondità. 
L'equipaggio era formato da nove uomini.

Storia

Nel 1935 venne ordinato al cantiere Baglietto un prototipo, cui fece seguito un primo gruppo di battelli (MAS 501 – 524) a vari cantieri, di cui 10 allo stesso cantiere Baglietto; lo scafo era composto da un triplice fasciame in legno, con una intralicciatura longitudinale in acciaio saldato nelle sue componenti. Venne ordinato un venticinquesimo battello (che assunse la denominazione di MAS 525) ai Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone per valutare il comportamento di uno scafo metallico in leghe leggere, che era parzialmente chiodato.

Serie

Le serie create furono:
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 prima serie sperimentale MAS 424" (1937 - 1943)
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 prima serie" (1937 - 1943)
  • Tipo "Sperimentale MAS 551" (1939 - 1941)
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 seconda serie" (1939 - 1943)
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 terza serie" (1943 - 1943)
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 quarta serie" (1941 - 1943)
  • Tipo "Velocissimo Classe 500 quinta serie" (1941 - 1941).


(Web, Google, Wikipedia, Nautigestnews, Ufficio Storico MM, You tube)




































L'inventore dei M.A.S., l'Ing. Attilio Bisio.


















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