martedì 22 gennaio 2019

Il sottomarino convenzionale italo-russo S1000



Il sottomarino convenzionale italo-russo S1000 era il progetto di una classe di sottomarini convenzionali (SSK) sviluppata in collaborazione da Russia e Italia. 

Si trattava di una versione avanzata della classe Amur progettata dal Rubin Design Bureau e destinata soprattutto per l'esportazione, tanto è che l'India, avendo ricevuto dei dati su questi battelli, si diceva interessata ad acquistarne 6 per una spesa di 3,5 miliardi di dollari. Lo sviluppo per l'Italia era curato da Fincantieri.

Caratteristiche:

Trattandosi di unità non a propulsione nucleare di ultima generazione, l'S1000 era dotata di un sistema di propulsione AIP (Air Independent Propulsion) funzionante ad idrogeno (celle a combustibile) come per la classe Salvatore Todaro (U212).
Le dimensioni del battello in sintesi erano:
Lunghezza fuori tutto 56,20 m
Diametro esterno dello scafo resistente 5,50 m
Pescaggio 5,40 m.
Il dislocamento in immersione era di circa 1.100 t
La profondità massima raggiungibile in immersione avrebbe dovuto essere superiore ai 250 m.
La manovrabilità e le direzionalità del mezzo era in progetto fornita dai 4 timoni di poppa (di tipo a X) e dai 2 timoni orizzontali (non retrattili) installati sulla vela.
La velocità massima in immersione in progetto era di oltre i 14 nodi.

Impianto di propulsione:

Il sistema di propulsione si componeva di:
un motore elettrico a magneti permanenti da 1.000 kW su singolo asse in linea (motore di propulsione magnetico);
due motori diesel (sovralimentati) da 715 kW ciascuno;
due generatori da 650 kW di potenza ciascuno;
due gruppi di batterie da 112 celle al piombo ciascuno, situati in compartimenti separati;
capacità AIP (basata su fuel cell) 200 kW.

La spinta era fornita da un'unica elica a 7 pale oblique.

Autonomia in immersione:

A parità di velocità, l'autonomia del battello variava a seconda della tipologia di propulsione adottata:
Snort + Batterie a 4 nodi 3.000 miglia;
Propulsione in assenza d'aria (AIP) a 4 nodi 1.000 miglia.

Equipaggio:

L'equipaggio, estremamente ridotto, doveva essere di soli 16 elementi (tra ufficiali, sottufficiali, graduati e comuni); era prevista la possibilità di imbarcare 6 operatori dei reparti speciali (una squadra di incursori).

Sistema di combattimento:

Il sistema di combattimento doveva essere gestito dal CMS (Combat Management Systems - sistemi di combattimento automatizzati) tramite 5 consoles multifunzionali.
Si componeva di 6 camere di lancio per siluri (di tipo a spinta in fuori) situate a prua con la possibilità di operare e gestire fino a 6 + 8 ordigni di vario tipo:
Siluri pesanti filoguidati da 533 mm, compresi i Black Shark;
Missili antinave e d'attacco a cambiamenti d'ambiente (tipo Sub-Harpoon);
Mine navali.

L’unità doveva essere dotata di un sistema anti-siluro, dispositivi di simulazione o diversivi.

Sensoristica di bordo:

L'unità, che disponeva di sensori e di sistema di navigazione integrati, avrebbe dovuto essere equipaggiata con:

Una unità sonar passivo/attivo (Base conforme, Intercezione Array, Rilevamento Mine, ONA)
Un supporto telescopico (Optronic Mast System) equipaggiato di:
TV / IR;
ESM (Electronic Support Measures) che permette la classificazione automatica dei segnali impiegando la propria banca dati;
intercettatore Laser
Un radar di navigazione con capacità ARPA (Automatic Radar Plotting Aid).


Sistema di Comunicazione:

Il sistema di comunicazioni Interno / Esterno avrebbe dovuto essere dotato di:
Due antenne capaci di operare (voce e dati) nelle frequenze:
HF;
UHF;
UHF-SATCOM (per comunicazioni satellitari);
VHF.
Un'antenna VLF
Telefono subacqueo.

L’Italia (tramite Fincantieri) confidata all’epoca in un progetto importante proprio nella progettazione e costruzione di sottomarini convenzionali in collaborazione con i cantieri Russi. 
Nel 1990 dopo la caduta dell’Unione Sovietica e del Muro di Berlino, cominciarono collaborazioni industriali per la creazione di tecnologie innovative ed armamenti tra Paesi prima non amici: da una parte quelli del ex Patto di Varsavia e dall’altro quelli della NATO. Dopo alcuni anni di diatribe politiche ed economiche un progetto russo/italiano sembra va prendere forma: si trattava del sottomarino S-1000 progettato da un consorzio di Fincantieri e cantieri russi Rubin Design Bureau. 
L’ S-1000 avrebbe dovuto essere uno dei progetti che vede in linea anche gli AMUR 950, ed un altro sottomarino denominato l’S-677 che corrispondeva al progetto di esportazione AMUR-1650, del cui acquisto erano all’epoca interessate la Cina, l’Indonesia e anche l’India con un bel giro d’affari Italo-Russo.
Il progetto del sottomarino S-1000 iniziò lo sviluppo nel 2004; nel 2008 il progetto subì una battuta d’arresto per via della forte crisi economica globale ed anche perché nel frattempo l’Italia si era orientata sui sottomarini AIP di fabbricazione italo/tedesca U-212.
L’S-1000 doveva essere acquistato in futuro anche dall’Italia. 
Per quanto concerne l’AMUR 950 che è molto simile ma di progettazione solo russa.
L’S-677 invece, avrebbe usufruito di tecnologie italiane avanzate come il sistema Air Independent Propulsion (AIP) alimentato da celle a combustibile (celle di Idrogeno). Il prezzo dell’S 677 avrebbe dovuto essere molto competitivo ed addirittura il più economico del mercato internazionale (addirittura $120.000.000 milioni per unità).
I sottomarini S-1000 e AMUR 950 erano progettati per compiere missioni antisom/antinave, potevano essere dotati di missili, portare un piccolo contingente di 12 incursori oltre all’equipaggio, e potevano essere usati per missioni di infiltrazione e sabotaggio con le forze speciali. 
I due sottomarini italo/russi, dovevano essere acquistati dalla nuova flotta russa che usciva da una profonda crisi economica. Anche la Cina e l’Indonesia e l’India sembravano essere abbondantemente interessate a questi progetti. Questi sottomarini potevano entrare in produzione in serie in due o tre anni.

(Web, Google, Wikipedia, Betasom, You Tube)










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