Ecco in sintesi a storia di uno dei più grandi fallimenti progettuali della Svezia.
Il vascello Vasa nelle intenzioni del Re Gustav II Adolf Vasa era destinato a diventare il simbolo della potenza militare della Svezia che in quel periodo era coinvolta nella guerra dei 30 anni, una delle più complesse guerre di religioni fra cattolici e protestanti. Ci vollero ben due anni per costruirla (dal 1626 al 1628), una nave da guerra con 64 cannoni. Il progetto e la realizzazione non aveva limitazioni circa i costi.
Per il progetto fu chiamato l’olandese Henrik Hybertsson, un esperto costruttore di navi. Hybertsson non vide mai la fine della sua opera (morì prima della sua ultimazione) e già nel 1626 fu delegato il suo assistente Henrik Hein Jacobsson. Lunga 69 metri e costruita secondo lo stile olandese con scafo poco profondo e una base piatta, la nave era stata “personalizzata” su specifica richiesta del Re che era parte attiva nella progettazione del vascello. Per volere del Re i due ponti che alloggiavano i cannoni erano stati rinforzati per resistere alle cannonate ed era stato aggiunto un grande castello di poppa, aumentandone così problemi di stabilità.
Sostanzialmente l’equilibrio della nave e la disposizione dei carichi erano sbagliate. Nel tentativo di correggere l’equilibrio del vascello fu aumentata la zavorra nella parte bassa della nave, in modo da abbassare la linea di galleggiamento del vascello portandola molto vicina alla linea inferiore dei cannoni.
A quei tempi in Svezia non si realizzavano né progetti cartacei né calcoli matematici per la realizzazione delle navi. Per verificarne la stabilità si effettuavano delle “prove di stabilità” nel corso della costruzione e quando la costruzione della Vasa era ormai in stato avanzato, l’ammiraglio Fleming eseguì questo test. Il test consisteva nel far correre 30 marinai da un lato all’altro della nave e dopo soli 3 giri il test venne interrotto perché fallito. Nonostante il fallimento del test, il Re che con questa opera voleva dimostrare la forza bellica svedese, mandò una lettera premendo sul varo del vascello, cosicché la nave, nonostante i chiari problemi di stabilità, fu dichiarata pronta.
Per il giorno dell’inaugurazione, il peso della nave aumentò ulteriormente a causa di tutte le paratie decorative che snelle intenzioni dovevano essere rimosse alla fine della parata. Vi erano su entrambi i lati delle statue lignee, coloratissime e alcune addirittura ricoperte con foglie d’oro, raffiguranti gli imperatori romani da Tiberio a Settimio Severo ma anche statue di leoni (simbolo svedese per eccellenza), statue raffiguranti eventi mitologici nordici e una persino statua del re. Almeno 6 artisti, e relativi aiutanti, presero parte a questa colossale opera di scultura e pittura, ma non vi è alcuna firma su di essa.
La sera del 10 agosto 1628 l’imponente nave da guerra “Vasa” prendeva il largo nel suo viaggio inaugurale nelle acque di Stoccolma sotto gli occhi dei 10.000 abitanti di Stoccolma che stavano sulle sponde del porto. Lo specchio di mare antistante il porto pullulava di piccole imbarcazioni di curiosi che speravano di godersi lo spettacolo del varo della nave da vicino. I marinai avevano avuto il permesso di portare i parenti. La navigazione sarebbe poi proseguita con 300 soldati (che avrebbero costituito i due terzi dell’equipaggio della nave) ma momento del naufragio c’erano solo 150 persone. La missione era raggiungere la Polonia dove si sarebbe combattuta una sanguinosa battaglia. L’idea era che i parenti sarebbero dovuti scendere a Vaxholm. Tuttavia i soldati non misero mai piede sulla nave ….
Il vascello era in pompa magna, completo di tutto quello che serviva a mostrare la grandezza del regno di Svezia e del suo Re Gustav II Adolf della dinastia Vasa.
Dopo aver sparato con un cannone a salve, la Vasa spiegò 4 delle sue 10 vele e prese il largo uscendo dal porto. Tutto sembrava procedere bene. Il vento che fino ad allora si era mostrato quasi nullo, diede una folata che fece inclinare la nave, ma prontamente il timoniere riuscì a raddrizzarla, purtroppo però non poté fare la stessa cosa con la seconda folata di vento che inclinò il Vasa talmente tanto che l’acqua entrò dai portelli dei cannoni che il capitano Söfring Hansson aveva fatto lasciare aperti per magnificare il vascello, cosicché la nave sprofondò in brevissimo tempo. La nave era affondata dopo solo 1300 metri (circa 15 minuti di navigazione) quando ancora si trovava nel porto di Stoccolma e si adagiò a circa 32 metri di profondità.
Gran parte dei marinai si lanciarono dal vascello in mare. Dato il fondale basso gli alberi principali del vascello spuntavano e molti si salvarono aggrappandosi a questi. Le piccole imbarcazioni venute per assistere all’inaugurazione del vascello si trovarono a dover soccorrere i naufraghi, altri si aggrapparono ad oggetti galleggianti caduti dalla nave. Inoltre si trovavano ad appena 120 metri dalla costa e molti si salvarono a nuoto.
La maggior parte dell’equipaggio si salvò ma una trentina di marinai morirono. La maggior parte di questi si trovavano all’interno del vascello quando iniziò ad affondare e non riuscirono ad uscirne. Dopo il recupero del relitto sono stati recuperati gli scheletri di circa 15 persone.
Non esisteva una lista con i nomi dei marinai ma di certo si sa che il capitano della nave Söfring Hansson soppravvisse al naufragio. Pare che abbia lasciato l’imbarcazione tra gli ultimi (come dettano le regole nautiche) ma che si sia impigliato in una corda degli alberi maestri e che sia stato trascinato verso il fondo. Alla fine riuscì a sbrogliarsi ed a mettersi in salvo. Anche il suo vice, l’ammiraglio Erik Jonsson si salvò per un pelo. Al momento del naufragio si trovava nel ponte inferiore per assicurarsi che i cannoni fossero saldamente legati dopo che la nave si era inclinata la prima volta. Jönsson fu colpito da uno sportello di legno in testa quando cercò di risalire. Venne salvato ma rimase per parecchio tempo appeso ad un filo tra la vita e la morte.
Il capitano Hans Jonsson invece morì. Si trattava di uno dei comandanti più esperti salito sulla nave forse per dare consigli oppure semplicemente come ospite.
Immediatamente il re Gustav II Adolf fece aprire un’inchiesta per capire di chi fosse la responsabilità del naufragio, vennero interrogati il capitano della nave, molti dei marinai e i costruttori, e tutti dissero esattamente la stessa cosa, ossia, che la nave era troppo instabile e che i portelli dei cannoni sarebbero dovuti rimanere chiusi. Per quel che riguarda la costruzione della nave, invece, fu detto soltanto che il vascello fu costruito secondo le indicazioni del Re.
Nessuno fu accusato per il naufragio e di conseguenza non ci fu nessun colpevole.
Nel 1956, dopo più di 300 anni, un archeologo esperto in relitti Carl Gustav Anders Franzén insieme al subacqueo Per Edvin Fälting riuscirono a recuperare il relitto che, grazie alla particolarmente bassa salinità delle acque di Stoccolma, si trovava in condizioni eccellenti.
Con il recupero della nave avvenuto nel 1961, iniziarono anche i lavori di restauro che nel 1990 portarono il relitto nella condizione di essere esposto nell’omonimo museo che gli fu costruito intorno, situato nella zona di Djurgården nella città di Stoccolma.
Il museo Vasa ospita la nave restaurata e moltissime ricostruzioni di sezioni di essa, diventando in pochi anni una delle attrazioni principali della città, se non proprio di tutta la Svezia: il museo Vasa si trova a Djurgården, una delle tante isole di Stoccolma, via Galärvarvsvägen n°14.
(Web, Google, Wikipedia, You Tube)
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