lunedì 18 febbraio 2019

Il cannone navale da 127/38 statunitense



Il cannone da 127/38 statunitense, progettato nel 1932 ed entrato in servizio nel 1934 venne installato ancora su navi nuove fino ai primi anni sessanta. 

Attualmente l'ultima nave ad essere equipaggiata da un esemplare di questo cannone è il cacciatorpediniere Netzahualcoyotl che presta servizio nella Marina Messicana come nave scuola.



Era un’arma a tiro rapido ad otturatore a cuneo verticale, dotata di calcatoio automatico del proietto e della carica di lancio. 

Le camere di lancio delle torrette binate venivano alimentate di proietti e cariche dalla camera di travaso sottostante tramite due elevatori separati per i proietti dotati di graduatore della spoletta per le cariche. La camera di travaso era alimentata da un elevatore singolo a noria, protetto da una condotta metallica, che si dipartiva dalla camera di alimentazione alla sottostante camera di manipolazione adiacente ai depositi dei proietti e delle cariche. 
L'elevata cadenza di tiro (per l'epoca) gli valse una notevole reputazione come arma antiaerea. 
Le armi montate su piattaforma rotante comprendente gli elevatori dei proietti avevano una cadenza di tiro nominale di 15 colpi al minuto per arma; tuttavia, un equipaggio ben addestrato poteva arrivare ad ottenere 22 colpi al minuto per brevi periodi. Su altri affusti liberi o scudati privi di elevatori integrali con la piattaforma rotante, si potevano ottenere solo da 12 a 15 colpi al minuto per arma. La durata della canna era di 4600 colpi prima della sostituzione. Vi sono state varie versioni del cannone in versione singola o binata, sia in piattaforma aperta sia in torretta chiusa fino ad arrivare alla versione Mk 40.


Versioni del cannone 127/38

La carica dei cannoni nei primi modelli era manuale, ma il calcatoio era automatico, così da dare un alto rateo di fuoco, e i cannoni si sono dimostrati in azione altamente affidabili, del resto le loro prestazioni balistiche non sono mai state eccezionali, quanto piuttosto la praticità d'impiego e la rapidità di fuoco.



I cannoni Mk 12 da 127/38 mm avevano una capacità di tutto rispetto nel tiro antiaereo, come anche nella lotta anti - superficie; era il migliore dei cannoni bivalenti della guerra; in servizio dal '34, era installato ancora su navi nuove dei primi anni '60. La carica dei cannoni era manuale, ma il calcatoio era automatico, così da dare un alto rateo di fuoco, e i cannoni si sono dimostrati in azione altamente affidabili, del resto le loro prestazioni balistiche non sono mai state eccezionali, quanto piuttosto la praticità d'impiego e la rapidità di fuoco. Con il sistema di controllo del tiro Mk 37 era particolarmente efficace, e durante la battaglia di S.Cruz, la USS South Dakota abbatté 26 aerei giapponesi (ne dichiarò 32), usando per la prima volta le spolette VT. La produzione bellica fu tale da costruire oltre 8.000 armi, 2.714 delle quali in affusti binati, con costo medio -senza affusto- di circa 100.000 dollari per cannone (strano che sia, un B-17 ne costava 'solo' 200.000, un P-40 20.000, erano decisamente altri tempi, adesso un cannone che costi più di un caccia sarebbe decisamente improponibile). Oltre 720.000 colpi erano conservati nei depositi della Us Navy ancora negli anni ’80. Disegnato nel 1932, pesava 1.810 kg per il cannone, lungo 5,683 m, 12-15 colpi al minuto, e anche più con gli affusti automatizzati; la munizione da 24,5 kg AP, o da 25 kg AAC, o di altri tipi ancora, era sparabile fino a 792 m.sec, con vita utile di 4.600 colpi, 450 proiettili per le grosse navi (per cannone), 320-360 per i caccia; gittata max con colpi da 24 kg di 16 km, antiaerea di 11.900 m, penetrazione di 127 mm a 3.660 m, 102 a 4.940 m (abbastanza per penetrare un carro tipo Tiger, o un incrociatore Mogami), 25 mm a 12.620 m. Però per la maggior parte dei casi non c'erano AP ma HE antiaeree, da 25 kg, capaci di perforare 38 mm a 9.140 m. L'affusto pesava nel caso dei singoli Mk 21 13.272 kg, nel caso dei cannoni chiusi Mk 25 circa 20 t, 43.409 kg per l'Mk 38 Mod 0; l'Mk 28 arrivava a 77.399 kg, era per le corazzate e quindi non aveva un semplice scudo blindato, ma parecchie tonnellate di acciaio aggiuntivo; alzo -15/+85 gradi, velocità di brandeggio dei servomotori (15 gradi al secondo, almeno 25 per rotazione) era non meno importante per il tiro contraerei. 



I servomotori non apparvero subito, poi fu la volta di un sistema motore da 15 hp per la rotazione e 5 per l'alzo, poi unificati (e aggiunto un motore da 7,5 hp per il caricamento). I “Somers” e i “Porter” ebbero cannoni di impianti Mk 22, che erano gli unici tipi “single role” avendo l'alzo ridotto a 35 gradi. Si stimava così di poterne installare 8 anziché 6 DP normali, ma che sia stato un 'affare' appare molto dubbio, in effetti così le navi non ebbero altro che un potente armamento anti - superficie ma quasi inutile nel tiro antiaerei. Per giunta, durante la guerra alcune dovettero sbarcare una o due torri per compensare gli aumenti di peso. Peccato non conoscere in dettaglio le caratteristiche dei tipi usati dalle corazzate, certamente potenziati.

I pesi degli affusti singoli, come gli Mk 21, variavano tra 13 e 18 t. 

Quelli binati erano invece: 
  • Mark 22 Mod 0, 34.133 kg, 
  • Mark 28 Mod 0 70.894 kg, 
  • Mod 2 77.399 kg, 
  • Mark 29 Mod 0 49.000 kg, 
  • Mark 32 Mod 0 47.899 kg, 
  • Mod 4 54.598 kg,
  •  Mark 38 Mod 0 43.409 kg.


Malgrado la versatilità questo non era il più potente cannone da 127 mm disponibile, l' Mk 7 e successivi era un potente cannone anti cacciatorpediniere degli anni '10, che raggiungeva 18 km con granata da 22 kg. Comunque, non faceva meglio dei pezzi europei da 120 e 127 mm, ma era pur sempre superiore rispetto ai cannoni da 127/25 e 127/38.
Dopo la seconda guerra mondiale il cannone ha costituito l'armamento di molte navi che i paesi alleati degli Stati Uniti hanno ricevuto nel corso della guerra fredda nell'ambito del programma MDAP.

Nella Marina Militare Italiana il cannone 127/38 ha costituito l'armamento principale sia di unità che l'Italia ha ricevuto dagli Stati Uniti sia su unità di nuova costruzione o riallestite. Il cannone delle unità della Marina Militare erano in versione sia singola che binata.

Il cannone in versione singola ha costituito l'armamento principale dei cacciatorpediniere classe Artigliere che l'Italia aveva ricevuto dagli Stati Uniti nei primi anni del secondo dopoguerra e dei cacciatorpediniere classe Fante, tre unità appartenenti in origine alla numerosa classe Fletcher che sono state in servizio nella Marina Militare Italiana tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni settanta. La versione binata ha equipaggiato i caccia conduttori classe San Giorgio ottenuti dalla ricostruzione/trasformazione di due incrociatori leggeri classe Capitani Romani, dei cacciatorpediniere classe Indomito e dei cacciatorpediniere lanciamissili classe Impavido, prime unità missilistiche di nuova costruzione realizzate in Italia.
Il cannone è rimasto in servizio in varie marine militari fino alla fine degli anni novanta e in qualche caso anche all'inizio del nuovo secolo costituendo l'armamento principale della classe Gearing, della classe Allen M. Sumner e della classe Fletcher, molti esemplari delle quali furono cedute a vario titolo ai paesi alleati nel corso della guerra fredda. Molte di queste unità navali erano state ammodernate nel corso del Programma FRAM. 

L’impiego di questo cannone di provenienza Stati Uniti d'America nella Marina Militare oltre che nelle unità ex US Navy era di 14 esemplari, nella versione Mk 32, adottati dalle seguenti unità di realizzazione italiana:
  • San Giorgio (3 impianti)
  • San Marco (3 impianti)
  • Impetuoso (2 impianti)
  • Indomito (2 impianti)
  • Impavido (2 impianti)
  • Intrepido (2 impianti).

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)

















































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