giovedì 27 luglio 2023

M.M. italiana: A 5326 Etna; Marina Militare greca: A-374 Prometheus - (navi logistiche da rifornimento).






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La classe Etna è una versione migliorata e ingrandita della classe di navi da rifornimento Stromboli, rispetto alla quale ha un maggiore stazza, maggiori capacità di trasporto, un ponte di volo per due elicotteri, e un propulsore più potente. Dopo la costruzione di un'unità per la Marina Militare una seconda unità è stata costruita su licenza in Grecia per la Marina ellenica. Notevolmente diverso fra le due imbarcazioni è, però, l'equipaggiamento difensivo. Nave Etna infatti è priva di sistemi antinave e antiaerei oltre ad essere vulnerabile ad attacchi sottomarini, mentre Nave Prometeus è meglio equipaggiata con il sistema CIWS Vulcan Phalanx e con il sistema antisiluro AN/SLQ-25 Nixie.








Progettazione e costruzione

L'Etna è la quinta nave italiana a portare questo nome. Ordinata nel luglio 1995, è stata costruita da Fincantieri presso i Cantieri Navali di Riva Trigoso.  È stata varata nel luglio 1997 e ha subito prove in mare nel mese di novembre prima della consegna alla Marina Militare Italiana nel febbraio 1998. 
Nave Etna è concepita come una nave appoggio in grado di rifornire uno squadrone più numeroso in mare. In quanto tale, ha la capacità di rifornire navi, produrre acqua dolce e trasportare merci.  Ha una capacità di carico fino a 5.795 tonnellate di gasolio, 1.585 tonnellate di carburante avio per aeromobili su portaerei, 160 tonnellate di acqua dolce, fino a dodici container, per un totale di circa 2.000 m3 di merci solide. Ha una lunghezza tra le perpendicolari di 138,8 metri (455 piedi) e una lunghezza complessiva di 146 metri (479 piedi). Il suo raggio è di 21 metri (69 piedi) e disegna 7,5 metri (25 piedi).  È alimentata da due diesel Sulzer, che azionano due eliche tramite riduttori. Questo sistema dà all'Etna una velocità di 21 nodi (39 km/h; 24 mph), sebbene abbia la massima autonomia (7.600 miglia nautiche (14.100 km; 8.700 mi)) a una velocità di 18 nodi (33 km/ h; 21 km/h)
Queste unità possono considerarsi navi da supporto polivalenti, in quanto oltre ai compiti di unità da rifornimento, possono svolgere il ruolo di unità di Supporto logistico e sanitario, di trasporto di materiali e munizioni e, grazie alla presenza delle officine di bordo, anche di interventi per le riparazioni di altre unità navali. I sistemi di comunicazione di bordo, comprensivi di sistema di comunicazione satellitare, la rendono idonea anche quale sede comando, ruolo che ha svolto in più occasione in occasione di missioni all'estero.
Le unità classe "Etna" hanno quattro stazioni di rifornimento, di cui due idonee anche al trasferimento di carichi solidi, una stazione poppiera per il rifornimento di gasolio e dispongono di un ponte di volo, dalle dimensioni di 28 x 21 metri, per operazioni di carico e scarico di materiali da effettuare mediante gli elicotteri. La gestione dei carichi trasportati è completamente informatizzata. La nave ha capacità di intervenire per riparazioni di altre unità anche in navigazione e per tale funzione sono disponibili un'officina elicotteristica per la riparazione degli elicotteri, un'officina meccanica per la riparazione dello scafo e dell'apparato motore ed un'officina elettro-meccanica.
Questi navi possono anche offrire assistenza sanitaria al personale delle unità della squadra navale in navigazione anche per un periodo continuativo di 20 giorni ad una formazione composta da 1 portaerei, 2 cacciatorpediniere e 2 fregate, potendo disporre a bordo di una notevole area ospedaliera con gabinetti radiologici, odontoiatrici e sala operatoria.




Italia

L'unità italiana, battezzata con il nome Etna, e stata costruita negli stabilimenti della Fincantieri di Riva Trigoso dove il suo scafo, impostato il 3 giugno 1995 è stato varato il 12 luglio 1997.
La nave da rifornimento Etna è spesso considerata la terza unità della Classe Stromboli.
La nave, completata il 29 luglio 1998 è inquadrata nel COMFORAL il Comando delle Forze d'altura dislocato presso la base di Taranto.
La nave dispone di due mitragliere da 25/90mm antiaeree, mentre sul ponte di volo possono operare due elicotteri SH-90 o AW-101.
Nel corso di questi anni ha partecipato alle missioni in cui è stata impegnata la squadra navale tra cui l'operazione Enduring Freedom.
Il motto dell'unità è “Tenacemente ovunque”.

Nome

Questa è la quinta unità a portare il nome Etna. La prima fu una corvetta di 2° rango a ruote costruita a Castellammare di Stabia in servizio dal 1º luglio 1863 al 31 marzo 1875 che nel 1866 prese parte alla terza guerra di indipendenza operando come unità sussidiaria alla squadra da battaglia e svolgendo durante la battaglia di Lissa il ruolo di unità ripetitrice di segnali. La nave era dotata di tre alberi a vele quadre.
La seconda unità fu un ariete torpediniere costruito anche questo a Castellammare di Stabia, che prestò servizio dal 1887 fino al 1920. Questa nave ebbe una vita operativa intensa. Ricevuta la bandiera di combattimento nel novembre 1888, nel biennio 1891-92 operò prevalentemente nelle acque nazionali svolgendo attività croceristica ed addestrativa e nel febbraio 1892 raggiunse Alessandria d'Egitto in missione di rappresentanza. Il 26 agosto 1893, sotto l'insegna del Contrammiraglio Giovan Battista Magnaghi, partecipò alla rivista navale internazionale di Hampton Roads toccando porti canadesi, statunitensi, delle Antille e dell'America centrale effettuando durante questa navigazione ricerche scientifiche riguardanti la piattaforma subacquea del continente americano. Allo scoppio della rivoluzione in Brasile, la nave raggiunse le coste sud americane stazionandovi a difesa degli interessi dei connazionali. Rientrata in Italia venne sottoposta a dei lavori all'Arsenale di Venezia al termine dei quali dal dicembre 1895 operò nel Mar Rosso con il ruolo di nave ammiraglia della flotta dislocata in Eritrea. All'inizio del 1898 l'unità fu inviata nelle acque dell'America centrale e Meridionale per seguire il conflitto Ispano-Americano. Rientrata a Napoli nel 1900, dal 1905 al 1907 venne trasformata in nave scuola partecipando anche alla guerra italo-turca del 1911. Dopo oltre trenta anni di servizio la nave venne radiata definitivamente il 9 settembre 1920.
La terza unità fu un incrociatore antiaereo ordinato nel 1938 dalla Thailandia e costruito sul tipo Montecuccoli, che varato nel cantiere di Trieste nel 1941 con il nome Taksin venne requisito dall'Italia nel dicembre 1941 e rinominato Etna. Il suo progetto costruttivo venne notevolmente modificato per poterlo impiegare anche come trasporto veloce di truppe, ma la sua costruzione non venne mai ultimata. Insieme all'Etna venne costruita per i thailandesi un'altra unità gemella che ne condivise esattamente la stessa sorte. Questa nave, varata con il nome Naresuan dopo essere stata requisita dalla Regia Marina venne ribattezzata Vesuvio.
Le notevoli modifiche progettuali ne ritardarono notevolmente la costruzione e le due unità erano state completate al 60% quando, all'armistizio, vennero catturate dai tedeschi. Le due navi vennero successivamente affondate da reparti di incursori italiani rendendole inutilizzabili per i tedeschi ed i loro scafi recuperati dopo la guerra vennero avviati alla demolizione.
La quarta fu l'unità ex statunitense USS Whitley, un trasporto d'attacco risalente al 1944 e che partecipò all'ultima fase della seconda guerra mondiale. Fu ceduto alla Marina Militare Italiana dove prestò servizio con la matricola A 5328 dal febbraio 1962 fino al 1977 venendo classificata come nave appoggio.




Grecia: L'unità della Marina militare greca è stata battezzata con il nome Prometheus

L’unità è stata costruita su licenza in Grecia e varata il 18 febbraio 2000 è stata completata il 3 luglio 2003. 






La nave dispone di un sistema CIWS Vulcan Phalanx e di quattro mitragliere da 20mm Rheinmetall MK20 Rh202. Sul ponte di volo possono operare due elicotteri AB 212 o S-70B-6 Aegean Hawk.






Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)




































 

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