giovedì 27 giugno 2019

Regia Aeronautica 1939: il Caproni Ca.311






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La bandiera è un simbolo che ci unisce, non solo come membri 
di un reparto militare 
ma come cittadini e custodi di ideali.
Valori da tramandare e trasmettere, da difendere
senza mai darli per scontati.
E’ desiderio dell’uomo riposare
là dove il mulino del cuore non macini più
pane intriso di lacrime, là dove ancora si può sognare…
…una vita che meriti di esser vissuta.


Il Caproni Ca.311 era un monoplano bimotore da ricognizione prodotto dall'azienda italiana Aeronautica Caproni negli anni quaranta e che operò principalmente nella Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale.




Storia

Sviluppo

L'approssimarsi dei limiti di età del biplano Ro 37 convinse i vertici dell'aviazione italiana, nella seconda metà degli anni trenta, a commissionare un nuovo ricognitore terrestre, che potesse mantenere delle caratteristiche "multiruolo", che erano già un pregio del precedente biplano delle IMAM. La scelta cadde su uno sviluppo del progetto dell'Aeronautica Caproni, che era sfociato nel bimotore monoplano Caproni Ca.309 Ghibli, perfezionato nel successivo Caproni Ca.310 Libeccio. Le due precedenti varianti erano state ideate per ricoprire i ruoli di bombardiere leggero e di appoggio tattico, la cui efficacia si rivelò successivamente al di sotto delle aspettative, mentre il Ca. 311 venne ottimizzato per l'osservazione aerea.
La fusoliera del nuovo apparecchio presentava ampie superfici trasparenti, come interamente trasparente era la prua, proprio per facilitare il lavoro degli osservatori. Nelle serie di produzione più recenti Ca.311M (ma retroattivamente anche in molti nei primi esemplari) la prua venne modificata con una nuova versione "a gradino", in quanto quella originale veniva considerata non solo troppo esposta al fuoco nemico, ma anche causa di fastidiosi quanto pericolosi abbagli per i piloti. Per quanto si trattasse di un aeroplano indubbiamente moderno, il Ca.311 aveva i suoi limiti nella bassa velocità e nella eccessiva vulnerabilità, che ne facevano una preda facile per i caccia avversari.
Dal Ca.311 derivarono i successivi Ca.312, Ca.313 e Ca.314, sostanzialmente delle varianti rimotorizzate del progetto originale.




Impiego operativo

Il Ca.311 cominciò ad essere disponibile in reparti operativi a partire dall'autunno 1939, in tempo per operare sui cieli dello scacchiere greco-albanese. Al 10 giugno 1940 era in uso alla 119ª Squadriglia Ricognizione dell'Aeroporto di Albenga che operava per il 16º Corpo d'Armata del Regio Esercito ed alcuni esemplari alla 129ª Squadriglia Ricognizione di Mondovì che operava per il III Corpo d'armata (Regio Esercito) per l'Aviazione Ausiliaria per l'Esercito. Reparti da osservazione aerea equipaggiati col nuovo bimotore vennero inviati in Africa settentrionale, e dalla primavera del 1941 i Ca.311 furono inviati anche sul fronte russo, con compiti di osservazione, collegamento ed appoggio tattico nel 61º Gruppo Autonomo Osservazione Aerea (34ª Squadriglia, 119ª Squadriglia e 128ª Squadriglia). In pratica, a parte l'Africa orientale, il Ca.311 fu presente su tutti i fronti che vedevano impegnata l'Italia. Fino al settembre 1941 la Regia Aeronautica ricevette 320 esemplari.
Negli ultimi anni di guerra, venne gradualmente sostituito dai più efficienti Ca.313 equipaggiati con un impianto motore dalla maggior potenza disponibile.
Nel 1942, la Croazia ricevette dieci Caproni Ca. 311M che erano stati ordinati e pagati dal Regno di Jugoslavia.




Utilizzatori
  • Croazia - Zrakoplovstvo Nezavisne Države Hrvatske i 10 esemplari restanti del precedente lotto vennero consegnati all'aeronautica militare del neorifondato stato croato, nel 1942;
  • Italia - Regia Aeronautica;
  • Jugoslavia - Jugoslovensko kraljevsko ratno vazduhoplovstvo i pomorska avijacija - 15 esemplari di Ca.311M ordinati, di cui 5 consegnati nel 1941.

Versioni
  • Ca.311 - prima versione prodotta in serie caratterizzata dal muso completamente vetrato.
  • Ca.311M - questa variante abbandonava il muso ampiamente vetrato, simile a quello dei britannici Bristol Blenheim delle prime serie, per tornare ad uno a gradino simile a quello dei Caproni Ca.310. Molti esemplari di Ca.311 vennero modificati in questo modo.



"La Bandiera non sventola a causa dei venti che la soffiano,

La Bandiera sventola a causa dell'ultimo respiro di ogni soldato che soffia.

Per coloro che hanno combattuto e sono morti per questo,

la libertà ha un sapore che i protetti non sapranno mai.

Il vero soldato combatte non perché odia quello che ha davanti,

ma perché ama ciò che c'è dietro di sé. "

Chi sa comprende, il resto non conta.

Ripensare la guerra, e il suo posto

nella cultura politica europea contemporanea,

è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti

a un disegno spezzato

senza nessuna strategia

per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.

Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando

è che non bisogna arrendersi mai,

che la difesa della propria libertà

ha un costo

ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,

ogni speranza, ogni scopo,

che le cose per cui vale la pena di vivere

sono le stesse per cui vale la pena di morire.

Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 

in quanto capace di autodeterminarsi,

vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 

altrimenti cessa di esistere come popolo.

Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 

Nulla di più errato. 

Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 

sono i primi assertori della "PACE". 

Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 

per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 

SEMPRE!

….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 

devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La difesa è per noi rilevante

poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.

Dopo alcuni decenni di “pace”,

alcuni si sono abituati a darla per scontata:

una sorta di dono divino e non, 

un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…

…Vorrei preservare la mia identità,

difendere la mia cultura,

conservare le mie tradizioni.

L’importante non è che accanto a me

ci sia un tripudio di fari,

ma che io faccia la mia parte,

donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,

fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza

ai popoli che difendono la propria Patria!

Violenza e terrorismo sono il risultato

della mancanza di giustizia tra i popoli.

Per cui l'uomo di pace

si impegna a combattere tutto ciò 

che crea disuguaglianze, divisioni e ingiustizie.

Signore, apri i nostri cuori

affinché siano spezzate le catene

della violenza e dell’odio,

e finalmente il male sia vinto dal bene…

Come i giusti dell’Apocalisse scruto i cieli e sfido l’Altissimo: 

fino a quando, Signore? Quando farai giustizia?

Dischiudi i sette sigilli che impediscono di penetrare il Libro della Vita 

e manda un Angelo a rivelare i progetti eterni, 

a introdurci nella tua pazienza, a istruirci col saggio Qoelet:

“””Vanità delle vanità: tutto è vanità”””.

Tutto…tranne l’amare.


(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, SAFARI, Google, Wikipedia, You Tube)






































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