sabato 9 novembre 2019

Un MAS molto speciale: il barchino «saltatore»



Il barchino «saltatore», secondo la notazione diffusa, o tank marino secondo la classificazione utilizzata all'epoca all'Arsenale di Venezia dove i mezzi furono realizzati, o MAS speciale secondo la definizione di progetto, era una classe di quattro mezzi d'assalto concepiti dalla Regia Marina nel 1917 con l'obbiettivo di violare il porto di Pola, principale base della k.u.k. Kriegsmarine.

Ideazione e sviluppo

L'azione di forzamento del canale di Fasana svoltasi nella notte tra il 1° ed il 2 novembre 1916, durante la quale si utilizzarono dei pesi per abbassare le ostruzione metalliche poste all'imboccatura del canale, fu di ispirazione per l'ingegnere Attilio Bisio direttore della SVAN di Venezia ed ideatore dei primi MAS, che nel giugno del 1917 presentò al viceammiraglio Paolo Thaon di Revel un progetto di un barchino in grado di penetrare nelle basi navali nemiche abbassando le reti di ostruzione.
In quel periodo era in preparazione un attacco nei confronti della base navale austroungarica di Pola e l'idea di Bisio fu immediatamente presa in esame per verificarne l'applicabilità nell'offensiva allo studio.
La particolarità del sistema di protezione dell'ingresso al porto di Pola, costituito da più linee parallele di ostruzioni metalliche, suggerì di ideare un mezzo navale leggero in grado di saltare letteralmente le reti di protezione per mezzo di repentine variazioni di assetto ottenute dallo spostamento da prua a poppa degli accumulatori elettrici dei motori alloggiati su carrelli scorrevoli sotto coperta.
Le sperimentazioni condotte su questo nuovo mezzo ebbero esito insoddisfacente e si diede corso ad un nuovo progetto di un barchino dotato di ramponi in grado di aggrapparsi alle ostruzioni. Da quest'ultima idea ebbero origine quattro esemplari di “barchini saltatori” .
Le quattro unità avevano uno scafo in legno con fondo piatto lungo 16 m, largo 3,10 m e pescaggio 0,70 m ed erano dotati di quattro pulegge dentate (due a poppa e due a prua) sulle quali scorreva due catene tipo galles dotate di ramponi. Le pulegge poppiere, in prossimità dell'ostacolo da superare, venivano accoppiate al sistema di propulsione, costituito da una coppia di motori elettrici da 5 hp, e le catene uncinate spingevano il mezzo oltre l'ostruzione.
I barchini ai quali vennero assegnati i nomi di Cavalletta, Grillo, Locusta e Pulce (insetti saltatori) avevano un'autonomia di circa 30 miglia ad una velocità di 4 nodi, erano dotate di un armamento costituito da due siluri da 450 mm montati su tenaglie simili a quelle montate sui MAS. L'equipaggio era composto da 4 uomini.

Il Barchino Saltatore era un mezzo navale di superficie costruito per superare le ostruzioni retali che proteggevano i porti e le unità alla fonda. 

Per permettere ciò, il barchino era dotato sui due lati, di due catene "Galles" continue munite di ganci o ramponi tese da tre coppie di pulegge ed entro due guide, come i cingoli di un carro armato. Il movimento delle due catene, mosse da motore elettrico permetteva al mezzo di aggrapparsi all'ostruzione da superare e progredire su di essa fino a scavalcarla. 

Ne furono costruiti quattro: Grillo - Pulce - Locusta - Cavalletta.

L'unica azione bellica fu il forzamento della base di Pola effettuato nella notte tra il 13 e il 14 maggio 1918, quando il Grillo, rimorchiato da una torpediniera lascia Venezia per raggiungere Pola. Al comando del Tenente di Vascello Mario Pellegrini gli altri uomini dell'equipaggio cominciano con le tronchesi a taglare i cavi troppo alti per il Grillo: subito dopo un fascio luminoso illumina il mezzo d'assalto. A quel punto Il T.V. Pellegrini lascia che il Grillo superi la rete, ricadendo al di là con un forte tonfo. Un cannone e varie mitragliatrici aprono il fuoco contro il mezzo, che crivellato di colpi e con un solo motore cercava di superare il secondo sbarramento. A quel punto, mentre l'unità cominciava ad affondare, il T.V. Pellegrini innescò le cariche di distruzione del mezzo. Recuperati da una torpediniera Austriaca, sentirono poco dopo una esplosione provenire dal fondo del mare.
rogetto dell’ingegnere Bisio della SVAN e del colonnello G.N. Pruneri.
Costruzione presso l’Arsenale della Marina Militare di Venezia.

Caratteristiche principali:
  • Dislocamento: 8 T

  • Lunghezza: 16 m

  • Immersione: 0,40 m

  • Apparato motore: Motore elettrico con batteria di accumulazione

  • Elica: in tunnel

  • Timone: Sollevabile

  • Armamento: 2 siluri da 450.

Questo barchino era provvisto di due catene Galles continue munite di ganci, che servivano ad aggrappare il mezzo alla ostruzione ed a farlo progredire su di essa. Il motore di propulsione poteva essere sgranato dall’elica ed accoppiato con l’asse motrice delle catene. Una opportuna variazione dell’asseto longitudinale del mezzo, ottenuta con opportuno spostamento di pesi da prora a poppa facilitava la manovra di scavalcamento delle ostruzioni.
Questo mezzo che fu dominato, in rapporto con l’allora recente primo impiego dei cari armati terrestri “Tank marina”, era atto a superare una ostruzione del tipo allora in opera nella rada di Pola in 2 minuti e 40 secondi.

Unità prodotte

Furono costruite 4 unità di questo tipo: Cavalletta, Polce, Locusta, Grillo, le quali furono comandante dai T.T.V.V. Speziale, Da Zara, Castellani, Pellegrini.
Il primo impiego di questi mezzi non dette malgrado il valore e la tenacia dei piloti, quei risultati che si erano sperati, a motivo di ben comprensibili incertezze organizzative in azioni sulle quali non si aveva allora alcuna precedente esperienza. 
Furono eseguiti ben 6 tentativi di forzamento della munitissima base di Pola. 
Il susseguirsi rapido delle azioni, tentate in un brevissimo tempo, è chiaro indice della determinazione e dello eroico slancio degli operatori ed in particolare del cc. Pellegrini, che partecipò a tutti i tentativi.

ENGLISH

Grillo class tracked torpedo launches
Tracked MTB or amphibious tank ?

The Grillo is one of the least known Italian small craft of ww1, and for good reasons as on an operational level it did not really moved the needle. But this was one of these purpose-built mechanical contraptions that escape all classifications. General assumption is the Grillo are tracked MTBs because of the programme, construction techniques, and deployment by the Italian Navy. But in general conception it can be compared to the Japanese Type 4 Ka-Tsu. In short, it was not a tank designed to be amphibious, but rather at its core, a Motor Torpedo Boat modified with a chain of grippling hooks, track-like device, and that’s the reason it its covered here on naval-encyclopedia.com.

Development of the Grillo

The Grillo (“Cricket”), was a MAS boat (Motorbarca Armata SVAN or ), from the SVAN yards, designed by engineer Attilio Bisio. The subject is quite interesting in itself as more than four hundreds of these were built until the end of the war, literally forbidding the Austro-Hungarian navy to leave Pola Harbour, even more after battleship Szent Istvan was sunk by one of these. The paradox is the Navy is often rather the more conservative of all arms, but in that case, was the first to introduce “tanks” in combat.
The Grillo were designated “climbing boats” or even “jumping boats” according to the initial barchino saltatore designation. They had been designed specifically by Engineer Attilio Bisio at SVAN yards to overcome harbour barrages (with Pola in mind) designed to prevent the small MAS to rush in. The goal was to produce a small serie of these crafts, that will launch their torpedoes when in, possibly by night, and then climb out the same way to safety.
In the larger picture, the Grillo registered in the change of doctrine of the Italian Navy induced by the introduction of numerous light vessels of the MAS type and the Grillo registered together with the mignatta (“leech”), and the latter Torpedine Semovente Rossetti or Rossetti self-propelled torpedo. Perhaps excessive caution from both fleets also led to this economical “small warfare” where limited means could bring maximal destruction. It was confirmed when MAS sunk the battleships Wien (December 1917) and Szent Istvan (June 1918), and even more when in November, just before reddition, battleship Viribus Unitis was sunk by a single frogman.

Design of the Grillo

It was designed as a fast boat, all in wood, with rounded sides, and a rectangular, narrow flat bottom surrounded on both sides by rails. These comprised a serie of narrow links, with grippling hooks welded on every two of these. Drive sprockets were at the front, and large idlers were fitted up at the boat’s back, while the links circulated thanks to two more bottom wheels at the front per side, and two tender wheels at the back. The tracks rested on the bridge but were raised by the open air wheel pair at the rear which acted as manageable tension wheels.
The four units were 16m long, 3.10m in width, with a 70cm draft. In fact the rear tensioners and front sprockets acted like toothed pulleys. The aft ones, near the obstacle to overcome, were coupled to the propulsion system. The power required quietness, and consisted of a pair of 5 hp electric motors. The hooked chains were designed to pull the vehicle over the obstruction. They were officially known as “tank marino”. The weaponry consisted in two aircraft type light 450 mm torpedoes (same as MAS) held in cradles each side of the hull. The 2 electric motors Rognini and Balbo on 1 axle, for 10 hp overall, made for a top speed of 4 knots (7,4 kph) and a radius of action of 30 mn at 4 knots, which required the boats to be towed or carried near to the action. These boats were manned by a crew of only four and were all named after jumping insects (Grasshopper, Cricket, Locust …).

The Attack on Pola

Already Fazana channel’s forcing action in the night between 1 and 2 November 1916, showed by having a weight to lower the metal obstruction at the mouth of the canal and let passing MAS through inspired Attilio Bisio, director Of SVAN in Venice for a boat capable of doing it by its own weight. He proposed his idea to vice-admiral, Paolo Thaon di Revel in june 1917 just when an attack on Pola was in preparation. Its entrance protection system, was multilayered and consisted of several parallel lines of metallic obstructions. Hand-held hydraulic shears could no longer overcome them. Therefore a light naval vehicle which could literally leap these protection nets forward with the same capabilities as MAS boats was all that was required. This crossing could be obtained by means of sudden changes in trim from the displacement from electric accumulators acting on the motors housed on sliding carriages underneath.
Experiments were carried out but proved to be unsatisfactory at first. A new revised designed of crawler with hooks clinging to obstructions, with hook-studded, engine-driven chains somewhat reminiscent of British Romboid tanks was initiated, gave satisfactions in tests, and resulted four boats of Grillo crafts to be built in early 1918. They knew various fates, but the lead boat was the most famous Grillo, which action proved disastrous: In the night of 13 May 1918 she was released near the entrance, approaching in perfect silence. However soon at work, the chain mechanism produced a frightful clatter which negated all the advantage the electric propulsion and the boat was quickly spotted and destroyed by shellfire before even getting over all the booms (passed four). The Cavalletta and Pulce were both scuttled and lost on on 13-4-1918, Locusta abandoned and eventually scrapped in 1920.
At the end the Grillo left mitigated impressions, but impressed the Austrian navy enough to raise the Grillo and copy it at the end of the war. The idea of “naval tanks” was also shared by Great Britain that designed an amphibious tank, the Mark IX duck also in 1918.

(Web, Google, marina.difesa, Wikipedia, You Tube)





















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