giovedì 14 novembre 2019

IL SEMOVENTE ANSALDO M 43 "Bassotto"


IL SEMOVENTE ANSALDO M 43

Il carro Ansaldo 105/25 M.43, noto anche come Semovente da 105/25, è stato un semovente italiano utilizzato durante la seconda guerra mondiale e progettato dalla Fiat-Ansaldo, considerato uno dei più potenti semoventi costruiti dall'Italia nel secondo conflitto mondiale.




Lo sviluppo di un semovente di grande potenza fu realizzato durante il 1942 in parallelo dalla Odero-Terni-Orlando (OTO) e dalla Ansaldo. La OTO propose l'installazione di un 105/23 sullo scafo di un carro armato P26/40. L'Ansaldo invece propose come scafo quello del semovente M42 già in produzione e fu in grado quindi di presentare, il 28 febbraio 1943, il prototipo al Centro Studi della Motorizzazione mentre la OTO era ancora impegnata nello sviluppo. Venne perciò prescelto dal Regio Esercito e la versione definitiva, con scafo migliorato e cannone da 105/25 (in luogo di quello da 23 calibri di lunghezza), fu adottata in 878 esemplari il 2 aprile 1943 come Semovente M43 da 105/25 "Bassotto". Dodici esemplari vennero costruiti e utilizzati nel 1943 dalla 135ª Divisione corazzata "Ariete II", che si scontrò con le truppe tedesche nei pressi di Roma nei giorni successivi all'armistizio attuato dal governo italiano, l'8 e il 9 settembre 1943, dando un'ottima prova di sé. A seguito della resa italiana, i tedeschi, che consideravano il Semovente 105/25 "Bassotto" un ottimo mezzo, li catturarono e ne costruirono ulteriori 91 esemplari, ribattezzati StuG M43 mit 105/25 853(i) utilizzandoli contro le forze anglo-americane. A partire dall'aprile 1945, un esemplare fu anche utilizzato dal Gruppo Corazzato "Leoncello" nei pressi di Brescia.
Il cannone da 105/25 fu anche utilizzato in casamatta nelle opere difensive del Vallo Alpino.
Il "Bassotto", ricalcando l'impostazione generale del predecessore M42, era costituito da uno scafo M43, cioè lo scafo di un carro armato M15/42 allargato e abbassato, con frontale ridisegnato e lamiere laterali saldate invece che imbullonate. Sullo scafo era posta una casamatta fissa imbullonata e saldata con un obice Ansaldo 105/25, con brandeggio manuale di 34° ed alzo da -12° a + 22°. L'armamento era completato da una mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm per la difesa ravvicinata ed antiaerea operata dal capocarro/cannoniere, mentre il servente/operatore radio ha a disposizione per le comunicazioni a livello di batteria di una radio Magneti Marelli RF1 CA.

Versioni

Semovente M43 da 75/34

Versione concepita dall'Ansaldo che, al posto del cannone da 105/25, montava il cannone da 75/34 Mod. S.F. già installato sul semovente da 75/34; fu definita StuG M43 mit 75/34 (851) (i) dai tedeschi. Fu fabbricato in soli ventitré o ventinove esemplari nel 1944 e fu impiegato dal solo esercito tedesco.

Semovente M43 da 75/46

Sviluppata dall'Ansaldo nel 1944 e designata dai tedeschi StuG M43 mit 75/46 (852) (i) per i tedeschi, era una versione cacciacarri basata su scafo pesantemente modificato dell'M.43 da 105/25. Era l'ultimo cingolato prodotto in Italia e solo dopo l'8 settembre 1943, oltre a essere il primo costruito prevalentemente con lamiere saldate e non solo imbullonate. Venne anche pensato di utilizzare materiali alternativi (calcestruzzo rinforzato con pietrisco) per integrare la corazzatura, che però poi fu costruita in maniera convenzionale ma con spessori più generosi (massimo frontale 100 mm) rispetto agli altri carri prodotti in Italia. L'armamento consisteva nel cannone antiaereo 75/46 C.A. Mod. 1934/Mod. 40 con quarantadue munizioni, anche se non si fece in tempo a sviluppare una granata specifica per l'impiego controcarro, impiegando una normale spoletta ritardata per migliorare le capacità perforanti. Il brandeggio era manuale su supporto sferico e permetteva un alzo da -12° a +22° ed un brandeggio laterale di 34°. Integrava l'armamento una mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm con 500 cartucce, anche se nell'uso fu sovente rimpiazzata da una MG 42 con un maggior numero di proiettili. L'equipaggio era limitato a sole tre persone, lasciando un carico di lavoro eccessivo al capocarro facente funzione di cannoniere, mentre il caricatore era anche mitragliere/radiotelegrafista. Il semovente fu prodotto in undici esemplari (otto nel 1943, tre nel 1944) e adoperato solo dall'esercito tedesco. Uno o due ulteriori mezzi rimasero incompleti o forse furono terminati a ridosso della liberazione, che impedì la ripresa della fabbricazione pianificata per il 1945.

ENGLISH

The Ansaldo 105/25 M.43 wagon, also known as the 105/25 self-propelled wagon, was an Italian self-propelled wagon used during World War II and designed by Fiat-Ansaldo, considered one of the most powerful self-propelled wagons built by Italy in World War II.
The development of a high-powered self-propelled aircraft was carried out during 1942 in parallel by the Odero-Terni-Orlando (OTO) and Ansaldo. OTO proposed the installation of a 105/23 on the hull of a P26/40 tank. Ansaldo, on the other hand, proposed the hull of the self-propelled M42, already in production, and was therefore able to present the prototype to the Motorisation Study Centre on 28 February 1943, while OTO was still engaged in development. It was therefore chosen by the Royal Army and the final version, with improved hull and 105/25 gun (instead of the one with 23 gauges of length), was adopted in 878 copies on April 2, 1943 as Self-propelled M43 105/25 "Dachshund". Twelve examples were built and used in 1943 by the 135th Armoured Division "Aries II", which clashed with the German troops near Rome in the days following the armistice carried out by the Italian government on 8 and 9 September 1943, giving an excellent test of itself. Following the Italian surrender, the Germans, who considered the Self-propelled 105/25 "Dachshund" an excellent means, captured them and built another 91 specimens, renamed StuG M43 mit 105/25 853(i) using them against the Anglo-American forces. Starting from April 1945, a specimen was also used by the Armored Group "Leoncello" near Brescia.
The 105/25 cannon was also used in casemate in the defensive works of the Alpine Wall.
The "Dachshund", following the general layout of its predecessor M42, consisted of an M43 hull, i.e. the hull of an enlarged and lowered M15/42 tank, with a redesigned front and side plates welded instead of bolted. On the hull was placed a fixed casemate bolted and welded with an howitzer Ansaldo 105/25, with manual swing of 34 ° and lift from -12 ° to + 22 °. The armament was completed by an 8 mm Breda Mod. 38 machine gun for the close and anti-aircraft defence operated by the tank master/candlestick, while the servant/radio operator has at his disposal for battery level communications a Magneti Marelli RF1 CA radio.

Versions

Self-propelled M43 from 75/34

Version conceived by Ansaldo who, instead of the 105/25 gun, mounted the 75/34 gun Mod. S.F. already installed on the self-propelled 75/34; it was defined StuG M43 mit 75/34 (851) (i) by the Germans. It was manufactured in only twenty-three or twenty-nine pieces in 1944 and was used only by the German army.

Self-propelled M43 from 75/46

Developed by Ansaldo in 1944 and designated by the Germans as StuG M43 mit 75/46 (852) (i) for the Germans, it was a heavily modified hull-based version of the 105/25 M.43. It was the last crawler produced in Italy and only after September 8, 1943, as well as being the first built mainly with welded sheets and not only bolted. It was also thought to use alternative materials (concrete reinforced with crushed stone) to integrate the armor, which was then built in a conventional way but with more generous thicknesses (maximum frontal 100 mm) than the other cars produced in Italy. The armament consisted of the anti-aircraft gun 75/46 C.A. Mod. 1934/Mod. 40 with forty-two rounds of ammunition, even if it was not possible in time to develop a specific grenade for use against the wagon, using a normal delayed fuse to improve the drilling capabilities. The swing was manual on a spherical support and allowed a lift from -12° to +22° and a lateral swing of 34°. A Breda Mod. 38 8 mm machine gun with 500 cartridges integrated the armament, although in use it was often replaced by an MG 42 with more bullets. The crew was limited to only three people, leaving an excessive workload to the tank chief acting as a gunner, while the magazine was also machine gunner/radiotelegrapher. The self-propelled gun was produced in eleven units (eight in 1943, three in 1944) and used only by the German army. One or two other means remained incomplete or were perhaps finished close to the liberation, which prevented the resumption of the manufacture planned for 1945.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)












































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