martedì 15 dicembre 2020

I cacciamine di Nuova Generazione della Marina Militare, conosciuti anche come Cacciamine Oceanici Veloci


Di recente sul Web stanno venendo fuori una serie di dettagli sui Cacciamine di Nuova Generazione della Marina Militare, conosciuti anche come Cacciamine Oceanici Veloci. 
Il nuovo programma di acquisizione è già partito nell’anno in corso per una unità altamente modulare: 
  • da oltre 1.300 t di dislocamento; 
  • 75-80 m di lunghezza;
  • scafo in materiale composito amagnetico; 
  • un piccolo ponte di volo per un RUAV Leonardo Hero;
  • Un USV (Umanned Surface Vehicle) di taglia grande, che per l'immissione in acqua sfrutterà uno scivolo poppiero; 
  • 2 USV di taglia media; 
  • 6 AUV (Autonomous Underwater Vehicle) medi ed altri 8 piccoli; 
  • 10-12 ROV 
  • e fino a 30-40 cariche di contro-minamento;
  • torrette del calibro compreso tra i 12,7 mm ed i 40 mm;
  • la possibilità di adottare un sistema sup-aria a cortissimo raggio.
Negli anni ’80 la Marina Militare italiana, sulla base delle esperienze maturate nel Mar Rosso, commissionò all’Intermarine, leader mondiale nella tecnologia della vetroresina, le prime quattro unità cacciamine classe Lerici. Questi cacciamine furono realizzati impiegando una nuova tecnologia costruttiva denominata F.R.P. (Fibre Reinforced Plastics) che, per le sue peculiari caratteristiche tecniche, fu utilizzata da molte marine occidentali come i cacciamine statunitensi classe Osprey e quelli di altre classi straniere, sia africane che asiatiche: tutti furono costruiti dalla Intermarine o su sua licenza.


Tale tecnologia dei materiali soddisfaceva due esigenze prioritarie per un cacciamine: 
  • l’assoluta amagneticità (al fine di non attivare le mine con sensori di attivazione magnetica); 
  • una elevata resistenza antishock in caso di esplosione ravvicinata di un ordigno. 
  • La classe Lerici sostituiva di fatto la classe Legni, all’epoca oramai arrivata alla fine della sua lunga vita operativa, e utilizzava: 
  • due ROV per le ispezioni subacquee, 
  • un team di sommozzatori disattivatori mine (SDM); 
  • personale specialista in CMM.

Il successo della prima serie, confermato dalle operazioni in Golfo Persico, portò alla progettazione e costruzione della seconda serie, la classe Gaeta, che si differenziava per: 
  • un incremento generale delle dimensioni dello scafo;
  • il potenziamento dell’apparato motore;
  • l’installazione di un autopilota per il mantenimento automatico della posizione durante le operazioni di ricerca e scoperta delle mine;
  • l’adeguamento di tutte le componenti hardware e software del sistema di combattimento.

Nel 1988 vennero quindi ordinati altri 6 cacciamine, con una seconda commessa nel 1991, portando il numero finale ad otto. Una scelta vincente in quanto, in oltre tre decenni, le unità classe Lerici I e II serie hanno svolto proficuamente numerose operazioni nazionali e internazionali, conducendo operazioni di bonifica in aree con presenza di ordigni pericolosi per la navigazione militare ma soprattutto per quella del traffico mercantile. Non ultima, la bonifica di alcune bombe in Adriatico, dove i cacciamine portarono a termine, in solo due mesi, una campagna di ricerca ordigni su di una superficie marina equivalente a 20.000 campi di calcio, effettuata con una precisione di navigazione inferiore a 5 m. 
Le unità di CMM hanno operato e operano tuttora in numerosi compiti di carattere duale in supporto ad altri Enti dello Stato e alla comunità civile ed a favore del Dipartimento della Protezione Civile, apportando un grande contributo alla collettività teso a ripristinare gli equilibri ambientali dei fondali marini.
L’obsolescenza inarrestabile dei mezzi in servizio costringe la M.M. ad interventi di ammodernamento urgenti e non più differibili. Mentre le prime due unità della I serie sono state messe in disarmo, è attualmente in corso il programma di Ammodernamento di Mezza Vita (AMV) della classe Gaeta in attesa dell’entrata in servizio dei cosiddetti Cacciamine di Nuova Generazione (CNG). 
Il programma di AMV, ancora in corso, riguarda tra l’altro l’ammodernamento delle dotazioni delle unità con i seguenti sistemi:
  • un VDS (sonar a profondità variabile) forse il THALES 2093, in sostituzione dell’ormai vecchio AN/SQQ 14 IT, capace di operare fino a fondali di 300 metri, già in uso sulla classe Hunt della UK RN;
  • sistema integrato di comunicazioni, con residenti capacità SATCOM;
  • Una nuova versione del sistema di C2 come ulteriore evoluzione del sistema ERICA;
  • nuova camera iperbarica containerizzata;
  • modifiche strutturali nella zona poppiera con creazione di una zona coperta per la manutenzione dei veicoli;
  • migliorie tecniche e rinnovamento dei sistemi dell’apparato di piattaforma.

I futuri cacciamine di Nuova Generazione (CNG), di cui si auspica l’entrata in servizio nei prossimi dieci anni, saranno in possesso di elevate capacità di condotta delle operazioni di CMM per poter operare in aree con presenza di ordigni anche non convenzionali. La complessità della minaccia richiederà mezzi con spiccate capacità modulari e differenti sistemi autonomi subacquei al fine di operare in contemporanea con la nave madre con l’utilizzo di diversi mezzi autonomi; ciò rappresenta un importante moltiplicatore di efficacia, permettendo l’utilizzo di tecniche complementari nella stessa area per massimizzare le capacità di bonifica e ridurre le tempistiche operative.

Come analoghi progetti futuri delle altre Marine occidentali, i CNG avranno:
  • dimensioni maggiori:  > 60 metri lunghezza;
  • - > 13 metri larghezza;
  • dislocamento oltre 1300 tonnellate;
  • due linee d’assi per la navigazione di trasferimento e due sistemi azimutali per la cacciamine;
  • unità pienamente integrate nelle Componenti d’altura in scenari complessi;
  • sistema di difesa di punta anti aereo/navale;
  • maggiore autonomia e velocità di trasferimento (18 nodi);
  • potenzialità Expeditionary (logistiche e operative) per poter operare per prolungati periodi in operazioni fuori area;
  • supporto ad operazioni anfibie anche fuori area;
  • disponibilità di imbarcare mezzi autonomi con diverse configurazioni operative (ricerca o neutralizzazione) in grado di operare in swarm contemporaneamente;
  • messa a mare dei mezzi poppiera;
  • veicoli a controllo remoto filoguidato (ROV) per la localizzazione, identificazione, neutralizzazione, con capacità intelligenti di manipolazione subacquea, impiegabili sia dall’Unità CNG che da mezzi autonomi di superficie.
Per quanto concerne i sistemi autonomi, la possibilità di impiegarli in maniera modulare, consentirebbe una capacità 3D alle operazioni di CMM con sistemi differenziati nelle tre dimensioni:
  • AUV (Autonomous Underwater Vehicle) di diverse tipologie, capaci di operare in configurazione CMM fino a quote di 3000 mt. Dotati di diverse tipologie di sensori sonar, tra cui SSS e SAS, per la scoperta di ordigni, in futuro potrebbero essere affiancati in swarm con piccoli AUV in configurazione one shot killer (OSK);
  • USV (Unmanned Surface Vehicle): mezzi autonomi di superficie, che in configurazione CMM potrebbero condurre sia operazioni di cacciamine o di dragaggio ad influenza (anche in modalità Jamming) o meccanico, sia trasportare altri mezzi (AUV o ROV) di fatto diventando un “sistema di sistemi”; 
  • UAV (Unmanned Aerial Vehicle): mezzi autonomi aerei che, in configurazione CMM, potrebbero contribuire per la scoperta di mine alla deriva, affioranti o in prossimità della superficie, o operare come radio relay per comunicare con altri mezzi autonomi (AUV e USV) in modalità stand off.

La mancanza di un’unità di supporto dedicata per le OPS di CMM ha da sempre rappresentato un importante gap capacitivo per la M.M. italiana, parzialmente coperto nel tempo con differenti tipi di unità. La Marina Militare confermando la realizzazione di un’unità di supporto complesso, dovrà assumere in futuro un ruolo ancora maggiore di quello precedentemente attuato, divenendo un fondamentale hub operativo C4I per operare in maniera completamente integrata in real time con le unità delle forze di altura italiane e NATO. 
Con l’ingresso in linea delle prime CNG, sarà quindi necessario disporre di questo tipo di unità al fine di poter operare per prolungati periodi di tempo in completa integrazione con un task group di CMM anche in aree operative lontane e strategiche.
Tale capacità permetterà la completa integrazione della capacità di CMM nazionale nelle Componenti d’altura, accentuando le potenzialità expeditionary e garantendo un adeguato supporto alle capacità di Strike Group e anfibie fuori area. La sua maggior velocità di trasferimento consentirebbe di arrivare in area di operazioni prima dei mezzi specialistici e iniziare ad operare con sistemi autonomi in stand off. Ma i compiti futuri potrebbero non essere limitati alle attività, per così dire, tradizionali.
Le sfide del terzo millennio richiederanno l’assolvimento di compiti sempre più impegnativi con un forte impatto per la protezione delle infrastrutture civili marittime, il monitoraggio e protezione delle reti di comunicazioni subacquee (dove viaggiano tra l’altro i flussi dati internet) e gli oleodotti e gasdotti necessari per il sostentamento delle economie occidentali, la protezione delle future attività per lo sfruttamento dei minerali sui fondi oceanici che rappresenta una nuova sfida in un mondo in continuo sviluppo.

Le MCMV sono navi uniche, appositamente attrezzate per la caccia e lo spazzamento in sicurezza delle mine navali: 
  • operano in prossimità del campo minato;
  • devono garantire il raggiungimento di firme acustiche e magnetiche molto basse (per evitare l'attivazione dei sensori delle mine) e di altissima resistenza agli urti (per resistere all'onda d'urto sottomarina).
La progettazione e la costruzione di sofisticati MCMV è da molti anni, e anche oggi, il core business di Intermarine: la validità delle soluzioni tecniche attentamente studiate e adottate dalla italianissima Intermarine è testimoniata dal fatto che molte Marine mondiali, tra cui alcune tra le più prestigiose, hanno in servizio MCMV progettati e costruiti da Intermarine o su licenza.
La ragione principale di questo successo è stata l'implementazione di una tecnica di costruzione innovativa e unica che si è dimostrata ideale per la costruzione degli scafi di quelle navi speciali utilizzate per la Mine Warfare.
Sebbene tutti gli MCMV Intermarine abbiano in comune lo stesso concetto di costruzione dello scafo, le loro configurazioni sono completamente differenti: Intermarine ha integrato ed installato sui propri MCMV quasi tutti i le principali apparecchiature/sistemi oggi disponibili nel mercato delle contromisure-mine.
L'elevato numero di varianti implementate per così tante Marine diverse è una prova della capacità della Società di adattare il proprio design di base alle specifiche esigenze operative, logistiche e tecniche di ogni singolo cliente.

Negli anni, la Intermarine ha progettato e costruito:
  • La “Classe Lerici”, rinomata in tutto il mondo per essere stata la prima di una famiglia di successo di MCMV GRP (Glass-Fiber Reinforced Plastic) costruiti da Intermarine utilizzando la sua peculiare tecnica di costruzione e tecnologia. Si compone di quattro MCMV, “Lerici”, “Sapri”, “Milazzo” e “Vieste”, tutti consegnati nel 1985;
  • La “Mahamiru Class”, la prima MCMV Intermarine per il mercato export. Consiste di quattro MCMV, "Mahamiru", "Kinabalu", "Ledang" e "Jerai", tutti consegnati alla Royal Malaysian Navy nel 1985;
  • La Classe Ouhè, composta da due MCMV, originariamente denominati “Ouhè” e “Barama”, consegnati alla Marina Militare nigeriana nel 1987-88;
  • La "Classe Osprey", composta da dodici MCMV, consegnati alla Marina degli Stati Uniti tra il 1991 e il 1998. Otto navi di questa Classe sono state costruite nel cantiere navale Intermarine situato negli USA (Savannah - Georgia), mentre le restanti quattro sono state costruite da un cantiere navale di seconda origine ai sensi di un accordo di licenza e trasferimento di tecnologia di Intermarine;
  • La “Gaeta Class”, composta da otto MCMV, “Gaeta”, “Termoli”, “Alghero”, “Numana”, “Crotone”, “Viareggio”, “Chioggia” e “Rimini”, consegnate alla Marina Militare Italiana tra il 1992 e 1996;
  • La "Classe Huon", composta da sei MCMV, "Huon", "Hawkesbury", "Norman", "Gascoyne", "Diamantina" e "Yarra". La prima nave di questa Classe è stata costruita presso Intermarine, mentre l'allestimento e l'intera costruzione delle restanti cinque sono state eseguite, con l'assistenza iniziale del personale Intermarine, dalla compagnia australiana ADI (Australian Defence Industries) in Australia con Trasferimento e contratto di licenza;
  • La "Lat-Ya Class", composta da due MCMV ("Lat Ya" e "Tha Din Deng"), consegnati alla Royal Thai Navy nel 1999;
  • La "Katanpää Class", composta da tre MCMV ("Katanpää", "Purunpää" e "Vahterpää") consegnati alla Marina finlandese. L'aspetto delle navi è abbastanza diverso dagli altri MCMV Intermarine, e anche il Mission System è molto innovativo, essendo basato sull'ampio uso di veicoli subacquei autonomi e sulla ridondanza sugli MDV (sono disponibili sia sistemi riutilizzabili che sacrificabili).
Da oltre 40 anni Intermarine è un'azienda leader nella progettazione e costruzione di Mine Counter Measure Vessels (MCMV). Con l'avvento delle piattaforme senza pilota, Intermarine propone oggi una famiglia di piattaforme MCM di nuova generazione che integra i "tool boox" di questi ultimi veicoli. Come già evidenziato, il fattore chiave del successo di Intermarine è la cosiddetta “Monoscocca monopelle senza rinforzo”, che è una tecnica costruttiva unica brevettata dall'azienda di Sarzana, vicino a La Spezia, che consente il raggiungimento di un'altissima resistenza agli urti: lo scafo è un pezzo monolitico di vetroresina, costruito senza irrigidimenti longitudinali e trasversali. Sotto i carichi d'urto lo scafo monoscocca mostra una notevole elasticità, senza indurre deformazioni permanenti né rotture. Intermarine ha finora costruito un totale di 44MCMV per otto diverse Marine, tutte in accordo con questa tecnologia di costruzione vincente insieme a diverse configurazioni di piattaforme. Le ultime, oltre alle contromisure belliche sono anche in grado di condurre altre operazioni navali in base alle esigenze del cliente.
Negli ultimi due decenni, la maggior parte delle forze navali e delle industrie si sono concentrate sulla ricerca di un modo per "tenere l'uomo fuori dal campo minato" durante le operazioni di contromisura in mare. 
Intermarine ha quindi considerato sin dalla fase di progettazione l'integrazione di sistemi senza pilota a bordo di nuove piattaforme MCM. Questa soluzione sfrutta sia il progresso della tecnologia dei sistemi "senza pilota", nonché quello delle comprovate capacità delle navi Intermarine, progettate e costruite per operare in prossimità di aree potenzialmente pericolose, riducendo al minimo il rischio di innesco di una mina, e nel peggiore dei casi in grado di resistere in sicurezza all'effetto di un'esplosione subacquea senza contatto.

La flotta MCM di Nuova Generazione (NG) di Intermarine comprende tre diverse dimensioni di navi, a partire dalla piattaforma Enhanced MCMV lunga 52,5 metri, con la capacità aggiuntiva di recuperare e gestire un numero di droni, e due varianti aggiuntive di piattaforme NG MCM: la 60 NG MCMV lungo metri per operazioni costiere e lungo 80 metri NG MCMV per operazioni off-shore. Tutte queste nuove navi MCM incorporano anche le comprovate capacità di una piattaforma MCMV legacy, inclusa l'elevata resistenza ai carichi d'urto, la riduzione e la gestione delle firme UW, oltre alla capacità di portare a bordo un sonar per la caccia alle mine, in base alle esigenze del cliente. Gli Intermarine NG MCMV sono in grado di operare sia in modalità stand-off grazie al toolbox MCM sia di accedere all'area del campo minato, ove necessario.
L'MCMV avanzato da 52,5 metri è in grado di imbarcare, lanciare, recuperare e utilizzare sia veicoli a funzionamento remoto (ROV), che consumabili o riutilizzabili (ovvero MDV dotati di Mine Disposal Charges-MDC) che veicoli subacquei autonomi (AUV). Le altre due varianti NG MCMV sono adatte all'imbarco e integrano una più completa cassetta degli attrezzi MCM all'avanguardia che include un gran numero di ROV, AUV e veicoli di superficie senza pilota (USV) dotati di carichi utili dedicati al fine di condurre operazioni di caccia e spazzamento delle mine. I droni MCM Toolbox sono azionati dall'area del ponte principale di poppa della nave e conservati all'interno di grandi hangar e magazzini. L'utilizzo di container dedicati consente la modularità con la possibilità di avere a bordo la cassetta degli attrezzi MCM giusta per la missione nave prevista. L'off-shore NG MCMV fornisce prestazioni superiori in termini di portata e velocità per operare insieme alla forza di spedizione. È inoltre dotato di un Unmanned Aerial Vehicle (UAV), azionato dalla cabina di pilotaggio e recuperato all'interno di un hangar dedicato.

ENGLISH

Recently, a number of details about the Navy's New Generation Cacciamine, also known as Cacciamine Oceanico Veloce, have been surfacing on the web. 
The new acquisition programme has already started in the current ion year for a highly modular unit: 
  • over 1,300 t displacement; 
  • 75-80 m in length;
  • hull in non-magnetic composite material; 
  • a small flight deck for a Leonardo Hero RUAV;
  • One large USV (Umanned Surface Vehicle), which will use a stern slide to enter the water; 
  • 2 USVs of medium size; 
  • 6 medium AUVs (Autonomous Underwater Vehicle) and 8 small ones; 
  • 10-12 ROVS 
  • and up to 30-40 counter-mine charges;
  • turrets of calibre between 12.7 mm and 40 mm;
  • the possibility of adopting an ultra-short-range sup-air system.
In the 1980s, on the basis of the experience gained in the Red Sea, the Italian Navy commissioned the first four Lerici class minesweepers from Intermarine, world leader in fibreglass technology. These minesweepers were built using a new construction technology called F.R.P. (Fibre Reinforced Plastics) which, due to its peculiar technical characteristics, was used by many western navies such as the US Osprey class minesweepers and those of other foreign classes, both African and Asian: all were built by Intermarine or under its licence.
This material technology met two priority requirements for a mine destroyer: 
  • absolute non-magneticity (in order not to activate mines with magnetic activation sensors); 
  • high shock resistance in the event of an explosion at close range. 
The Lerici class effectively replaced the Legni class, which by then had reached the end of its long operational life, and used:
  • two ROVs for underwater inspections, 
  • a team of mine deactivation divers (SDM); 
  • specialist CMM personnel.
The success of the first series, confirmed by operations in the Persian Gulf, led to the design and construction of the second series, the Gaeta class, which differed by :
  • a general increase in hull size;
  • the strengthening of the engine apparatus
  • the installation of an autopilot to automatically maintain position during mine search and detection operations;
  • adaptation of all hardware and software components of the combat system.
In 1988, a further six minesweepers were ordered, with a second order in 1991, bringing the final number to eight. This was a winning choice since, in over three decades, the Lerici class I and II series units have successfully carried out numerous national and international operations, conducting mine clearance in areas with the presence of dangerous ordnance for military navigation, but above all for merchant shipping. Not least of these was the clearance of bombs in the Adriatic, where the minesweepers completed, in just two months, an ordnance search campaign over a sea area equivalent to 20,000 football fields, carried out with a navigational accuracy of less than 5 metres. 
CMM units have operated and continue to operate in numerous dual tasks in support of other State bodies and the civil community and in favour of the Civil Protection Department, making a great contribution to the community aimed at restoring the environmental balance of the seabed.
The relentless obsolescence of the vessels in service is forcing the Italian Navy to carry out urgent modernisation work that can no longer be postponed. While the first two units of the first series have been decommissioned, the Half Life Vehicles (AMV) modernisation programme of the Gaeta class is currently underway, pending the entry into service of the so-called New Generation Minehunters (CNG). 
The AMV programme, which is still in progress, concerns, among other things, the modernisation of the units' equipment with the following systems:
  • a VDS (Variable Depth Sonar) possibly the THALES 2093, replacing the ageing AN/SQQ 14 IT, capable of operating down to 300m depth, already in use on the UK RN Hunt class;
  • An integrated communications system, with resident SATCOM capabilities;
  • A new version of the C2 system as a further evolution of the ERICA system;
  • new containerised hyperbaric chamber;
  • Structural modifications in the aft area with creation of a covered area for vehicle maintenance;
  • technical improvements and renewal of the platform equipment systems.

The future New Generation Mine Countermeasure Generators (CNG), which are expected to enter into service in the next ten years, will have a high level of capability to conduct CMM operations, in order to be able to operate in areas with the presence of unconventional ordnance. The complexity of the threat will require vessels with strong modular capabilities and different autonomous underwater systems in order to operate simultaneously with the mother ship with the use of different autonomous means; this represents an important multiplier of effectiveness, allowing the use of complementary techniques in the same area to maximise the clearance capabilities and reduce the operational time.
Like similar future projects by other Western navies, CNGs could therefore have:
  • larger dimensions: > 60 metres long;
  • - > 13 metres wide;
  • displacement over 1300 tonnes;
  • two axle lines for transfer navigation and two azimuthal systems for minesweeping;
  • units fully integrated into the Offshore Components in complex scenarios;
  • forward air/naval defence system;
  • increased autonomy and transfer speed (18 knots);
  • Expeditionary capabilities (logistic and operational) to be able to operate for extended periods in out-of-area operations;
  • support for amphibious operations also outside the area;
  • Availability to embark autonomous vessels with different operational configurations (search or neutralisation) able to operate in swarms at the same time;
  • stern launching of vehicles;
  • wire-guided remote control vehicles (ROVs) for tracking, identification and neutralisation, with intelligent underwater handling capabilities, which can be used both by the CNG Unit and by autonomous surface vessels.
As far as autonomous systems are concerned, the possibility to deploy them in a modular way would allow a 3D capability for CMM operations with differentiated systems in three dimensions:
  • AUVs (Autonomous Underwater Vehicles) of different types, capable of operating in a CMM configuration up to a depth of 3,000 metres. Equipped with different types of sonar sensors, including SSS and SAS, for ordnance detection, in the future they could be joined in swarms with small AUVs in a one-shot killer (OSK) configuration;
  • USVs (Unmanned Surface Vehicles): autonomous surface vehicles, which, in CMM configuration, could conduct both mine-hunting or dredging operations by influence (also in Jamming mode) or mechanically, as well as transporting other vehicles (AUVs or ROVs), becoming a 'system of systems'; 
  • UAVs (Unmanned Aerial Vehicles): autonomous aerial vehicles that, in CMM configuration, could contribute to the discovery of mines drifting, surfacing or near the surface, or operate as radio relays to communicate with other autonomous vehicles (AUVs and USVs) in stand-off mode.

The lack of a dedicated support unit for CMM OPS has always represented an important capability gap for the Italian M.M., partially covered over time with different types of units. By confirming the deployment of a complex support unit, the Italian Navy will have to take on an even greater role in the future than previously implemented, becoming a fundamental C4I operational hub to operate in a fully integrated manner in real time with the units of the Italian and NATO forces on the high seas. 
When the first CNGs come on line, it will be necessary to have this type of unit in order to be able to operate for extended periods of time in full integration with a CMM task group, even in distant and strategic operational areas.
This capability will allow the complete integration of the national CMM capability in the Offshore Components, accentuating the expeditionary potential and ensuring adequate support to Strike Group and amphibious capabilities outside the area. Its greater transfer speed would allow it to arrive in the area of operations before the specialised assets and to start operating with autonomous systems on standby. But future tasks may not be limited to traditional activities.
The challenges of the third millennium will require the performance of increasingly demanding tasks with a strong impact on the protection of civil maritime infrastructure, the monitoring and protection of underwater communications networks (where internet data flows, among other things) and the oil and gas pipelines necessary for the sustenance of western economies, the protection of future activities for the exploitation of minerals on the ocean floor which represents a new challenge in an ever developing world.

MCMVs are unique ships specially equipped for the safe hunting and sweeping of naval mines: 
  • operate in close proximity to the minefield;
  • they have to ensure very low acoustic and magnetic signatures (to avoid activation of mine sensors) and very high shock resistance (to withstand the underwater shock wave).
The design and construction of sophisticated MCMVs has been Intermarine's core business for many years, and continues to be so today: the validity of the technical solutions carefully studied and adopted by the Italian company Intermarine is demonstrated by the fact that many navies around the world, including some of the most prestigious, have MCMVs designed and built by Intermarine or under licence.
The main reason for this success has been the implementation of an innovative and unique construction technique that has proved ideal for the construction of the hulls of those special ships used for Mine Warfare.
Although all Intermarine MCMVs share the same hull construction concept, their configurations are completely different: Intermarine has integrated and installed on its MCMVs almost all the main equipment/systems available today in the mine countermeasures market.
The large number of variants implemented for so many different navies is proof of the company's ability to adapt its basic design to the specific operational, logistical and technical requirements of each individual customer.

Over the years, Intermarine has designed and built:
  • The "Lerici Class" is renowned worldwide for being the first of a successful family of GRP (Glass-Fiber Reinforced Plastic) MCMVs built by Intermarine using its unique construction technique and technology. It consists of four MCMVs, "Lerici", "Sapri", "Milazzo" and "Vieste", all delivered in 1985;
  • The "Mahamiru Class" is Intermarine's first MCMV for the export market. It consists of four MCMVs, "Mahamiru", "Kinabalu", "Ledang" and "Jerai", all delivered to the Royal Malaysian Navy in 1985;
  • The "Ouhè Class" consists of two MCMVs, originally named "Ouhè" and "Barama", delivered to the Nigerian Navy in 1987-88;
  • The "Osprey Class" consists of twelve MCMVs, delivered to the US Navy between 1991 and 1998. Eight ships of this Class were built at the Intermarine shipyard located in the USA (Savannah - Georgia), while the remaining four were built by a second origin shipyard under a licensing and technology transfer agreement with Intermarine;
  • The "Gaeta Class" is composed of eight MCMVs, "Gaeta", "Termoli", "Alghero", "Numana", "Crotone", "Viareggio", "Chioggia" and "Rimini", delivered to the Italian Navy between 1992 and 1996;
  • The "Huon Class" is composed of six MCMVs, "Huon", "Hawkesbury", "Norman", "Gascoyne", "Diamantina" and "Yarra". The first ship of this Class was built at Intermarine, while the outfitting and entire construction of the remaining five were carried out, with the initial assistance of Intermarine personnel, by the Australian Defence Industries (ADI) company in Australia under a transfer and licence agreement;
  • The "Lat-Ya Class" consists of two MCMVs ("Lat Ya" and "Tha Din Deng"), delivered to the Royal Thai Navy in 1999;
  • The "Katanpää Class" consists of three MCMVs ("Katanpää", "Purunpää" and "Vahterpää") delivered to the Finnish Navy. The appearance of the ships is quite different from Intermarine's other MCMVs, and the Mission System is also very innovative, being based on the extensive use of autonomous underwater vehicles and redundancy on MDVs (both reusable and expendable systems are available).
For over 40 years, Intermarine has been a leader in the design and construction of Mine Counter Measure Vessels (MCMV). With the advent of unmanned platforms, Intermarine is now offering a family of next-generation MCM platforms that incorporate the toolboxes of the latter vehicles. As already highlighted, the key factor in Intermarine's success is the so-called "Single skin monocoque without reinforcement", which is a unique construction technique patented by the company in Sarzana, near La Spezia, that makes it possible to achieve very high impact resistance: the hull is a monolithic piece of fibreglass, built without longitudinal and transverse stiffeners. Under impact loads the monocoque hull shows remarkable elasticity, without inducing permanent deformation or breakage. Intermarine has so far built a total of 44MCMVs for eight different navies, all according to this winning construction technology together with different platform configurations. The latter, in addition to war countermeasures, are also capable of conducting other naval operations according to customer requirements.
Over the past two decades, most naval forces and industries have focused on finding a way to 'keep humans out of the minefield' during countermeasure operations at sea. 
Intermarine has therefore considered from the design stage the integration of unmanned systems on board new MCM platforms. This solution takes advantage of both the advances in "unmanned" systems technology, as well as the proven capabilities of Intermarine's vessels, which are designed and built to operate in close proximity to potentially dangerous areas, minimising the risk of a mine strike, and in the worst case being able to safely withstand the effect of a non-contact underwater explosion.
Intermarine's New Generation (NG) MCM fleet comprises three different vessel sizes, starting with the 52.5-metre long Enhanced MCMV platform, with the additional capability to recover and manage a number of drones, and two additional variants of NG MCM platforms: the 60-metre long NG MCMV for coastal operations and the 80-metre long NG MCMV for offshore operations. All of these new MCM vessels also incorporate the proven capabilities of a legacy MCMV platform, including high resistance to shock loads, reduction and management of UW signatures, as well as the ability to carry mine-hunting sonar on board, depending on customer requirements. The Intermarine NG MCMVs are capable of operating in both stand-off mode thanks to the MCM toolbox and accessing the minefield area where necessary.
The advanced 52.5m MCMV is capable of embarking, launching, recovering and operating both remotely operated vehicles (ROVs), consumable or reusable vehicles (i.e. MDVs equipped with Mine Disposal Charges-MDC) and autonomous underwater vehicles (AUVs). The other two NG MCMV variants are suitable for embarkation and integrate a more comprehensive state-of-the-art MCM Toolbox that includes a large number of ROVs, AUVs and unmanned surface vehicles (USVs) equipped with dedicated payloads to conduct mine hunting and sweeping operations. MCM Toolbox drones are operated from the main aft deck area of the ship and stored within large hangars and warehouses. The use of dedicated containers allows modularity with the ability to have the right MCM Toolbox on board for the intended ship mission. The off-shore NG MCMV provides superior performance in terms of range and speed to operate alongside the expeditionary force. It is also equipped with an Unmanned Aerial Vehicle (UAV), operated from the cockpit and recovered within a dedicated hangar.

(Web, Google, RID, Ocean4future, Wikipedia, EDRmagazine, Forumfree, Dr. G.Arra, Intermarine, You Tube)



























 

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