martedì 19 maggio 2020

La pistola mitragliatrice Vz.61 "Skorpion"


La Vz.61 "Skorpion" è una piccola pistola mitragliatrice calibro 7,65 Browning/.32 ACP, ma disponibile anche in altri calibri, costruita in Cecoslovacchia tra la fine degli anni cinquanta e prodotta oggigiorno nella versione "e". 
Si tratta di una via di mezzo tra una normale pistola semiautomatica e una autentica pistola mitragliatrice. Può infatti essere impugnata con una sola mano oppure imbracciata come un moschetto utilizzandone il calciolo ribaltabile, che in posizione di riposo si ripiega sopra il castello e la canna dell'arma.
L'arma è costruita presso gli stabilimenti della Česká zbrojovka Uherský Brod e progettata per le esigenze di alcune unità speciali dell'esercito e della polizia cecoslovacca. Ebbe tuttavia un certo successo commerciale e fu esportata in numerosi paesi esteri.



Storia

I primi esemplari della Skorpion apparvero alla fine degli anni '50, sotto la denominazione provvisoria di “modello 59”, ma l'adozione ufficiale da parte dell'esercito cecoslovacco datò al 1961 e conferì all'arma la definizione ufficiale di “Samopal, Vz.61” mentre “Skorpion” ne divenne successivamente il nome commerciale, col quale l'arma fu diffusamente esportata.
Per l'esportazione furono inizialmente prodotte una variante in calibro 9x17mm corto/.380 ACP, denominata Vz.64, una in 9x18mm Makarov (Vz.65) e qualche esemplare di una Vz.68 in calibro 9x19mm Parabellum. La differenza esteriore tra la Vz.61 e le altre versioni era principalmente nel caricatore ricurvo, anziché verticale. La Vz.68, molto rara, era anche dotata di fusto e canna leggermente allungati.
All'inizio degli anni ottanta, l'esercito cecoslovacco adottò come munizione standard la 9x18mm Makarov d'ordinanza sovietica e cominciò a sostituire le Vz.61 nelle proprie dotazioni con il nuovo modello, denominato Vz.82 e camerato per il nuovo calibro.
Versioni ammodernate offerte per l'esportazione, oltre alla Vz.82, furono anche denominate Vz.83 (in calibro 9x17mm corto) e Vz.360 (9x19mm Parabellum): quest'ultima fu l'estrema evoluzione della Skorpion e fu introdotta all'inizio degli anni '90. Per molti anni, nessuna versione della "Skorpion" fu prodotta regolarmente, tranne alcuni lotti per le esigenze di alcuni committenti militari. Recentemente la CZ ha reinserito in catalogo una versione della mitraglietta, la vz.61E.



Una variante semiautomatica, denominata Vz.91, è pure occasionalmente apparsa sul mercato civile. In Italia, negli anni settanta, fu importato qualche lotto di una "Skorpion" privata della possibilità di tiro a raffica e munita di un caricatore ridotto a dieci colpi.
Un modello di “Skorpion”, denominato M-61 e camerato per il calibro 7,65x17mm Browning, fu prodotto su licenza in Jugoslavia dalla Crvena Zastava di Kragujevac e adottata dalle forze armate locali. Una variante aggiornata fu pure adottata sotto la denominazione M-84. Le “Skorpion” prodotte in Jugoslavia si differenziano dalle originali cecoslovacche per l'impugnatura in resina sintetica nera, anziché in legno di faggio.



Caratteristiche tecniche

Meccanicamente, la Vz. 61 impiega uno schema concettuale piuttosto semplice: l'arma, costruita interamente in acciaio stampato, spara a otturatore chiuso, secondo una modalità non molto diffusa, ma scelta per migliorare la controllabilità dell'arma nel tiro a colpo singolo. Il percussore è mobile e viene azionato da un cane, come in un comunissimo fucile d'assalto.
L'arma è dotata di un selettore di fuoco a tre posizioni, contraddistinte dalle indicazioni “0” (sicura), “1” (colpo singolo - semi automatico) e “20” (tiro continuo - automatico). Il caricatore è bifilare, a 10 o 20 colpi, e di forma arcuata (“a banana”) per i soli modelli in calibro 7,65x17mm Browning. Le altre versioni adottano un caricatore completamente verticale.
L'otturatore, a forma di parallelepipedo, è parzialmente scavato nella parte interna per avvolgere la camera di cartuccia e la porzione iniziale della canna, onde bilanciare il più possibile in avanti il baricentro dell'arma (otturatore “telescopico”). La manetta di armamento è sostituita da due grossi bottoni di presa, sporgenti ai due lati del fusto.
Infine, sempre nel senso di migliorare il più possibile il bilanciamento complessivo, nell'impugnatura è contenuto un dispositivo rallentatore della cadenza, costituito da un gancio caricato da una molla che, a ogni ciclo di sparo, blocca per un istante il moto alternato dell'otturatore, diminuendo così la velocità di ripetizione della raffica, che comunque si attesta intorno ai 12 colpi/secondo.
La modesta potenza del calibro 7,65x17mm Browning limita le reazioni allo sparo, il rinculo e il rilevamento nel tiro rapido.
L'arma è di ottima fattura e piuttosto precisa nel tiro semiautomatico. Nel tiro a brevi raffiche intervallate la Skorpion dimostra una buona concentrazione dei colpi sul bersaglio, mentre la raffica continua, specialmente se esplosa impugnando l'arma con una sola mano, risulta abbastanza dispersa ed utile soltanto nel fuoco di copertura.
L'utilizzo di quest'arma è particolarmente vantaggioso nella saturazione di ambienti ristretti (luoghi chiusi, interno di veicoli) e ciò è comprensibile, pensando che la Skorpion fu progettata soprattutto per le esigenze di carristi e truppe corazzate.
Anche nel tiro a medie distanze, facendo uso del calciolo, l'arma si dimostra abbastanza precisa, ma la modesta potenza della cartuccia impiegata ne riduce drasticamente l'utilità in combattimento.
Per quest'arma è anche disponibile un efficacissimo manicotto silenziatore.



Impiego

La "Skorpion" nacque per sostituire le scarse dotazioni di Mauser m712 Schnellfeuer, una pistola tedesca degli anni trenta capace di tiro a raffica, ottenuta come preda bellica dalle forze armate cecoslovacche. Queste ultime preferirono puntare su un'arma di produzione locale, piuttosto che indirizzarsi sulla sovietica Stechkin APS, una semplice pistola calibro 9x18mm Makarov capace di tiro a raffica. Alla "Skorpion" s'ispirò l'analoga realizzazione Wz.63, di produzione polacca.
Si tratta di un'arma versatile, che può sostituire sia la pistola d'ordinanza, sia una pistola mitragliatrice convenzionale: il fabbricante offriva come accessorio una specifica fondina ascellare in pelle, che consentiva di portarla come una comunissima pistola.
La Vz.61 fu diffusamente esportata, sebbene in un non grande numero di esemplari, e non è difficile vederne tuttora in azione in aree di conflitto anche remote. Oltre che nella ex-Jugoslavia (ove comparve nelle mani sia dei serbi che dei croati e dei bosniaci), apparve in molti conflitti regionali dell'Africa centrale e del vicino oriente.
Anche numerosi gruppi terroristici se ne sono impossessati a più riprese, sfruttando le doti di occultabilità della "Skorpion" e la sua micidialità sulle brevi distanze, dovuta al forte volume di fuoco. Tra questi gruppi, spiccarono l'IRA irlandese e le Brigate Rosse italiane: queste ultime utilizzarono la "Skorpion" in numerosi omicidi (tra i quali quello del presidente Aldo Moro).



ENGLISH

The Škorpion vz. 61 is a Czechoslovak machine pistol developed in 1959 by Miroslav Rybář (1924–1970) and produced under the official designation Samopal vzor 61 ("submachine gun model 1961") by the Česká zbrojovka arms factory in Uherský Brod from 1961 to 1979.
Although it was developed for use with security forces, the weapon was also accepted into service with the Czechoslovak Army as a personal sidearm for lower-ranking army staff, vehicle drivers, armoured vehicle personnel and special forces. Currently the weapon is in use with the armed forces of several countries as a sidearm. The Škorpion was also licence-built in Yugoslavia, designated M84. It features a synthetic pistol grip in place of the wooden original. A civilian, semi-automatic version was also produced, known as the M84A, also available in .380 ACP (9×17mm Short).

History

The Škorpion was developed in the late 1950s by Miroslav Rybář with the working name "model 59". The design was completed in 1961 and named "Samopal Vz. 61". It was subsequently adopted by the Czechoslovak Army and security forces, and later exported to various countries. Yugoslavia produced a version under licence. It was also used by armed groups, including the Irish Republican Army, Irish National Liberation Army and the Italian Red Brigades. The latter used the Škorpion during the 1978 kidnapping of Aldo Moro, also using this weapon to kill Moro. In the 1990s the Gang de Roubaix used the Škorpion in a series of attacks in France. In 2017 police in Sweden estimated that about 50 formerly deactivated weapons from Slovakia were in circulation among criminals in Sweden.

Design details

Operating mechanism

The Škorpion is a select-fire, straight blowback-operated weapon that fires from the closed bolt position. The cartridge used produces a very low recoil impulse and this enables simple unlocked blowback operation to be employed; there is no delay mechanism and the cartridge is supported only by the inertia of the bolt and the strength of the return springs. When fired, gas pressure drives the case back in the chamber against the resistance provided by the weight of the bolt and its two recoil springs. The bolt travels back, extracting the empty case which is then ejected straight upwards through a port in the receiver housing top cover.
The Škorpion's compact dimensions were achieved by using a telescopic bolt assembly that wraps around a considerable portion of the barrel. The weapon features a spring-loaded casing extractor, installed inside the bolt head and a fixed, double ejector, which is a protrusion in the weapon's frame.
As the bolt is relatively light, an inertial rate reducer device housed inside the wooden pistol grip lowers the weapon's rate of fire from 1,000 rounds/min to a more manageable 850 rounds/min. The rate reducer operates as follows: when the bolt reaches the end of its rearward stroke it strikes and is caught by a spring-powered hook mounted on the back plate. At the same time it drives a lightweight, spring-loaded plunger down into the pistol grip. The plunger is easily accelerated and passes through a heavy weight which is left behind because of its inertia. The plunger, having compressed its spring, is driven up again and then meets the descending inertia buffer. This slows down the rising plunger which, when it reaches the top of its travel, rotates the hook, releasing the bolt which is driven forward by the compressed recoil springs.

Features

The weapon is hammer-fired and has a trigger mechanism with a fire mode selector, whose lever (installed on the left side of the receiver, above the pistol grip) has three settings: "0", weapon is safe; "1", semi-automatic mode and "20", fully automatic fire. The "safe" setting disables the trigger and the bolt in the forward position (by sliding the bolt catch lever upwards).
The Škorpion uses the 7.65×17mmSR Browning Short (.32 ACP) pistol cartridge, which was the standard service cartridge of the Czechoslovak security forces. It uses two types of double-column curved box magazines: a short 10-round magazine (loaded weight, 0.15 kg) or a 20-round capacity magazine (loaded weight, 0.25 kg). The bolt remains locked open after the last cartridge from the magazine has been fired and can be snapped back forward by pulling the cocking handle knob slightly to the rear.

Sights

The Škorpion is equipped with open-type iron sights (mechanically adjustable forward post and flip rear sight with 75 and 150 m range notches) and a folding metal wire shoulder stock, which folds up and over the receiver and is locked on the front sight's protection capture.

Accessories

The Škorpion, together with a short magazine, is carried like a traditional pistol: in a leather holster, and the two spare long magazines are carried in a separate pouch. The weapon comes with a cleaning kit, front sight adjustment tool, oil bottle and lanyard.

Variants

In the 1960s, three other variants of the vz. 61 were developed in Czechoslovakia: the vz. 64 (chambered for the .380 ACP (9×17mm Short) pistol cartridge), the vz. 65—designed for use with the 9×18mm Makarov cartridge, and the vz. 68 (in 9×19mm Parabellum); however, production of these variants was never undertaken. In the 1990s Česká zbrojovka offered the following submachine guns: the vz. 61 E (.32 ACP version with a plastic pistol grip), the vz. 82 (chambered in 9×18mm Makarov and featuring a 113 mm barrel) and the vz. 83 (for the .380 ACP cartridge). A semi-automatic only variant known as the CZ-91S was developed for the civilian market, available in the aforementioned calibers. The vz. 82, vz. 83 and CZ-91S pistols chambered in 9 mm use straight box magazines.
M84 "ŠKORPION" (М84 "ШКОРПИОН"), licensed and produced by Yugoslavia between 1984 and 1992, then Serbia.

Users:
  • Afghanistan
  • Algeria
  • Angola
  • Czech Republic
  • Egypt
  • Georgia Mostly used by Police forces.
  • Indonesia: Komando Pasukan Katak (Kopaska) tactical diver group and Komando Pasukan Khusus (Kopassus) special forces group.
  • Jordan
  • Iraq
  • Lebanon
  • Liberia: received Serbian M84s in 2002
  • Libya
  • Mongolia
  • Mozambique
  • North Korea: Used by spies and special force units
  • Pakistan Used by Dolphin police force
  • Serbia
  • Slovakia
  • Uganda.

Defunct:
  • Czechoslovakia
  • East Germany Used by the East German Nationale Volksarmee (NVA)
  • Soviet Union Used by Spetsnaz units
  • North Vietnam Used by the North Vietnamese and the Việt Cộng in the Vietnam War.
  • Yugoslavia
  • Non-state users;
  • Việt Cộng
  • Brigate Rosse.


(Web, Google, Wikipedia, You Tube)



















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