venerdì 1 maggio 2020

Francia-Germania hanno fatto sapere che non intendono accettare l’Italia e Leonardo nello sviluppo preliminare del nuovo carro armato “Mgcs”



Francia-Germania hanno fatto sapere che non intendono accettare l’Italia e Leonardo nello sviluppo preliminare del nuovo carro armato “Mgcs”.



Stride forte il no di Francia e Germania all’Italia ed a Leonardo per lo sviluppo preliminare del nuovo carro armato europeo “MGCS”. Nei recenti accordi intercorsi tra Macron e la Merkel sono ripartiti i programmi di collaborazione industriale-militare; dopo alcune incomprensioni sulle competenze del programma del nuovo carro da battaglia che vedeva Rheinmetall contrapposta al team Kmw-Nexter, è stato di recente sottoscritto un accordo sulla condivisione di alcuni pacchetti di lavoro e per ulteriori studi del valore di svariati milioni di €. Sul progetto esecutivo del nuovo tank europeo si sono scontrate le posizioni della tedesca Rheinmetall che ha preteso la leadership, dall’alto della sua esperienza maturata con i programmi Leopard, e di Nexter, e Krauss Maffei Wegmann per ottenere per sé lavori di maggior importanza tecnologica. Inoltre, Rheinmetall e Kmw che si sono fatti guerra aperta sul mercato delle esportazioni, tanto da costringere le autorità tedesche a “stoppare” sul nascere tale guerra fratricida, invitando le due aziende a migliorare i rapporti nell’ambito di una fattiva collaborazione. Di recente è stato presentato un “ibrido” con lo scafo del carro Leopard 2 e la torretta del Leclerc, pensato soprattutto per le esigenze export e per “smuovere” le torbide acque. In questa ottica si inserisce la “guerra” attorno al progetto di carro armato europeo, con altri Paesi, tra cui Polonia e Italia, che avrebbero il desiderio di entrarvi a pieno titolo.



Le ambizioni italiane e polacche 

Le ambizioni italiane e polacche si scontrano contro il no irremovibile franco-tedesco: Francia e Germania non intendono avere “rotture di….” nella fase di definizione dei requisiti e della fase iniziale di progetto. Macron e Merkel hanno fatto capire chiaramente che non vogliono intralci e trattative con Paesi terzi; il lavoro di pregio sarà appannaggio quasi esclusivo delle loro industrie. Le altre nazioni facenti parte della iniziativa “Pesco (Cooperazione Strutturata Permanente)”, dovranno presentare un altro programma come iniziativa europea allo scopo di ottenere le risorse europee necessarie per coprire parte delle spese di progettazione e sviluppo.  La Pesco, infatti, è una iniziativa nata nel 2017 messa a punto per agevolare lo sviluppo della difesa comune europea con sistemi, mezzi e supporti messi a punti dall’industria europea. La Pesco, di anno in anno, aumenta il proprio budget ed è quindi evidente che far rientrare sotto l’ombrello Ue questi programmi permette alle industrie che presentano i programmi di accedere ai fondi per coprire le spese di progetto e di ricerca tecnologica.
Danimarca e Gran Bretagna non hanno aderito alla PESCO. La Polonia è alle prese con un pesante programma pluriennale di ammodernamento e potenziamento delle proprie Forze Armate che vede l’industria bellica polacca al centro di qualsiasi iniziativa nazionale. L’Esercito polacco sarà presto chiamato a sostituire quasi tutto l’attuale parco di carri armati basato su modelli dell’epoca del Patto di Varsavia e su Leopard 2 di seconda mano tedesca; i numeri previsti dalla Polonia sono piuttosto consistenti perché Varsavia sente fortemente la vicina minaccia russa.



Le aspirazioni tecnologiche italiane

L’Onorevole Renzo Tondo in Commissione Difesa del 2 ottobre, in merito alla possibilità di partecipare al progetto franco-tedesco “MGCS”, in data 3 ottobre 2019 ha confermato che è stata ampiamente valutata e più volte è stato chiesto alle controparti di accogliere l’istanza italiana in tal senso. Si è però registrata la volontà di consentire l’ingresso nel programma da parte di terzi solo al termine della prima fase, che prevede la realizzazione di un dimostratore tecnologico non prima del 2025, se non del 2030. E’ chiaro a tutti che la fase iniziale di un progetto avanzatissimo è un momento cruciale per la definizione congiunta delle caratteristiche del nuovo carro e per consentire un coinvolgimento anche da parte del comparto industriale nazionale. L’opzione franco-tedesca non è l’unica valutata in termini di collaborazione europea perché l’Italia intende anche ricercare sinergie con altri Paesi per la realizzazione di un prototipo di carro, beneficiando dei fondi che saranno resi disponibili dalla Commissione Europea per l’anno 2020: tale iniziativa, basata sul supporto governativo e su consorzi realizzati ad hoc da industrie europee, vedrebbe finalmente l’industria nazionale in un ruolo  leader.

L’obiettivo del programma franco-tedesco

L’obiettivo del programma franco-tedesco “Main Ground Combat System“ riguarda lo sviluppo di un nuovo MBT o, forse, una nuova famiglia di veicoli e sistemi di combattimento terrestri per il 2035, indispensabili per sostituire i Leopard 2 ed i Leclerc. L’accordo presuppone la condivisione al 50% dei costi del progetto, mentre ad entrambe le nazioni andranno sufficienti diritti di proprietà intellettuale per gli usi futuri delle tecnologie sviluppate.  Le regole condivise sull’export del nuovo sistema verso altri Paesi, è stato l’aspetto più problematico per definire questa prima fase del programma. Rheinmetall e Krauss-Maffei Wegmann (KMW) si spartiranno il lavoro che tocca alla Germania, mentre Nexter sarà responsabile per la parte francese. La fase “System Architecture Definition Study Part 1”, avrà una durata di 18 mesi e un costo di 75 milioni di € per ciascuna nazione. Seguirà la fase di dimostrazione tecnologica da ultimare nel 2024, e che dovrebbe concludersi con la realizzazione di un numero imprecisato di veicoli dimostratori che, fra il 2024 e il 2027 verranno testati e ulteriormente sviluppati, con l’obiettivo di avviare la produzione nel 2028. I primi veicoli dovrebbero essere consegnati nel 2035 e l’entrata in servizio operativo nel 2040. Sicuramente sono importantissimi gli studi della società Nexter su di un cannone da 140mm e quello della Rheinmetall su di un’arma calibro 130mm: entrambi saranno candidati ad armare il futuro veicolo da combattimento primario.

L’upgrade di mezza vita del carro “ARIETE”

A fronte di tutto ciò, il nostro Paese sta attuando il cosiddetto programma AMV o Ammodernamento di Mezza Vita dell’attuale carro armato Ariete, allestito dal Consorzio Iveco-OTO Melara nella seconda metà degli anni novanta-primi anni del nuovo secolo in 200 esemplari. Tale programma, dopo anni di colpevole ritardo, è diventato inderogabile sia per l’accresciuta minaccia russa che per gli impegni italiani assunti in ambito NATO.



Il programma prevede una prima fase di studio per 35 milioni di € in cui saranno realizzati tre prototipi, prelevando esemplari della linea operativa che saranno modificati con un motore potenziato della potenza di oltre 1.500cv. I mezzi riceveranno:
  • Una nuova trasmissione; 
  • Un impianto frenante adeguato;
  • Il rifacimento della distribuzione, vera nota dolente dell’attuale configurazione. 

Tutte le obsolescenze saranno eliminate, ricorrendo a quanto messo a punto da Leonardo nel settore sensoristico per la nuova autoblindo pesante Centauro II. 
Saranno installati: 
  • sistemi protetti di trasmissione dati;
  • impianti radio;
  • sistemi di navigazione avanzati di nuova generazione.

Per quanto riguarda l’armamento, per il momento, rimarrà quello attuale. Altre novità prese in considerazione sono: 
  • la possibilità di ricorrere a jammer (sistemi di disturbo dei segnali); 
  • nuove corazze;
  • sistemi di protezione per resistere agli IED (ordigni esplosivi improvvisati) ed agli attacchi missilistici.




Si è pensato di finanziare l’ammodernamento di soli 125 carri Ariete sui 200 costruiti. Lo stanziamento complessivo è stato ridotto da 421,7 milioni di € previsti in precedenza a 297,3 milioni di €, comprensivi dei 35 milioni di € destinati alla fase di sviluppo e prototipale.  Visti gli importi stanziati, si parla, a ragione, di un vero e proprio Ariete 2 in quanto, del precedente carro rimarrà solo lo scafo, la torretta ed il cannone (almeno per il momento); tutto il resto sarà modificato. Con il programma di ammodernamento dell’Ariete, si rende meno urgente la necessità di immediata sostituzione della linea carri. 

Polonia e Svezia, futuri partner per un nuovo MBT europeo?

Trattandosi di una sorta di un vero e proprio programma di sviluppo, è evidente che tutto il lavoro compiuto non sarà fine a se stesso e potrà essere “portato in dote” nell’ambito di una auspicata futura collaborazione europea che potrà finalmente esaltare un po’ la posizione tecnologica nazionale, altrimenti condannata ad una posizione di marginalità. I nostri partner principali saranno certamente la Polonia e la Svezia. Con tali partner i numeri in ballo possono diventare veramente interessanti dal punto di vista industriale e commerciale evitando così di doversi sdraiare sull’iniziativa franco-tedesca. Come già evidenziato, anche l’Esercito di Varsavia sarà urgentemente chiamato a sostituire quasi tutto l’attuale parco di carri armati in parte basato su modelli dell’epoca del Patto di Varsavia.

L’upgrade del carro Ariete sembra indispensabile

L’upgrade del carro Ariete sembra indispensabile per poter disporre di una piattaforma tecnologicamente adeguata che vada a sanare il gap capacitivo creatosi con le piattaforme dei Paesi Alleati e che ne limita l’interoperabilità. Nel cuore del “polo blindo corazzato” nazionale è stato di recente illustrato ai comandanti, equipaggi, personale dei dipartimenti didattici, istruttori e personale specializzato nella manutenzione degli apparati optoelettronici ed elettromeccanici, lo “stato dell’arte” dei lavori per la realizzazione di tre prototipi di carri ARIETE, attualmente in avanzata fase di lavorazione presso gli stabilimenti della società consortile CIO (Iveco DVD – Leonardo) e nello specifico presso gli stabilimenti Leonardo di La Spezia e quelli della Iveco Defence Veichle di Bolzano. Sui prototipi vengono installati motori più potenti da 1500 cavalli contro gli attuali 1300, sistemi della trasmissione nuovi, l’intero impianto freni completamente re-ingegnerizzato, vengono dotati di componenti all’avanguardia quali il nuovo calcolatore balistico e nuove ottiche che sostituiranno i sistemi ormai tecnologicamente superati, ricercando altresì la comunalità logistica con le piattaforme da combattimento in servizio. Il carro disporrà altresì di nuova cingolatura, più larga e nuovi gruppi di riduzione finale. Altre novità prese in considerazione sono la possibilità di ricorrere a jammer (sistemi di disturbo dei segnali), nuove corazze e sistemi di protezione per resistere a IED (ordigni esplosivi improvvisati) e agli attacchi missilistici. Al momento si prevede di finanziare l’ammodernamento di 125 carri Ariete sui 200 costruiti. L’aggiornamento dell’ARIETE riguarderà: l’aumento della potenza del propulsore V-12 MTCA - attualmente in grado di sviluppare poco più di 1.200 Hp - fino a un massimo consentito da cambio e trasmissioni attuali: 1.500 Hp, con relativo incremento della cilindrata da 26 a 30 litri.  L’adozione della tecnologia common rail nonché l’innalzamento della coppia in basso in modo tale da poter aumentare la spinta ai bassi regimi. L’aumento di potenza consentirebbe di montare sull’ARIETE una corazzatura aggiuntiva. L’introduzione di un sistema di asservimento elettrico per la torretta e l’adozione di protezioni ventrali antimina/anti IED; l’installazione di nuove ottiche per il capo-carro e l’ammodernamento di quelle del puntatore.
E’ in progetto anche l’eventuale sostituzione del pezzo da 120/44 mm con il più moderno 120/45 montato sulle nuove blindo CENTAURO II, che è in grado di sparare il nuovo munizionamento anticarro/anti-personale della Rheinmetall; 
Sarà indispensabile anche l’adozione di protezioni attive Leonardo-Rafael “TROPHY”, in grado di contrastare la minaccia dei moderni sistemi controcarro, ormai assai diffusi anche tra le file di gruppi terroristici. La soluzione modulare presentata da Leonardo integra un cannone da 120/45 mm che ha il vantaggio di limitare gli stress strutturali sul veicolo. Il cannone è lo stesso in dotazione alla Blindo Centauro II, con un sistema di controllo del tiro di ultima generazione (FCS) e sistemi di protezione idonei a fronteggiare minacce attuali. Gli interventi previsti in questo programma, che consente di mantenere gli attuali asset di manutenzione e logistica, richiedono per altro solo un’ulteriore formazione per il personale relativamente al nuovo equipaggiamento. Le tecnologie utilizzate sono interamente progettate e prodotte da Leonardo, così come i sistemi che consentono di migliorare le prestazioni della torretta. Realizzato con acciaio di ultima generazione, il cannone da 120/45 mm si caratterizza per l’impiego di nuove tecnologie e per un basso peso complessivo. Il basso livello di stress strutturali consente di eliminare il rischio di integrazione su piattaforme terrestri di precedente generazione. Il sistema di controllo del tiro, che integra ottiche per la visione diurna e notturna, insieme ad un elevato livello di protezione balistica e al moderno equipaggiamento incrementano la probabilità di riconoscimento delle potenziali minacce e di neutralizzarle durante le operazioni sia di giorno che di notte. La soluzione integra, inoltre, una nuova torretta a controllo remoto “Hitrole”, che consente una sorveglianza panoramica a 360° e permette all’equipaggio di operare da posizione protetta. La proposta di Leonardo comprende anche l’upgrade del motopropulsore dotandolo di una potenza maggiore che garantisce un aumento del rapporto potenza/peso. L’incremento della protezione del veicolo e l’installazione di un sistema anti incendio e anti esplosione consentono, inoltre, di salvaguardare la sicurezza dell’equipaggio. In questo modo, grazie alla revisione generale dei principali sottosistemi di bordo, è possibile quindi incrementare le capacità del veicolo e di estenderne la vita operativa con notevoli vantaggi economici per gli operatori.




Parigi e Berlino procedono spediti sul futuro MBT Mgcs

Ad ogni buon conto, Parigi e Berlino procedono spediti sul futuro MBT Mgcs ed hanno rifiutato di accogliere le istanze di partecipazione al progetto dell’Italia. Francia e Germania intendono impostare infatti una partnership sostanzialmente esclusiva: non vogliono intralci e defatiganti trattative con Paesi terzi; il lavoro di pregio sarà appannaggio esclusivo delle loro industrie.
Si rincorrono voci di una partnership italo-polacca su un nuovo carro armato, in concorrenza con l'Mgcs. Al momento non c’è niente di ufficiale, ma è probabile visto che per un progetto come quello di un carro associare due industrie come quella italiana e polacca è da tenere in considerazione rispetto a un progetto franco-tedesco-spagnolo, dove gli spazi per l’industria italiana sarebbero giocoforza più limitati.
C’erano comunque stati colloqui in tal senso tra i vertici militari e politici italiani e polacchi in passato. Ultimamente sembrava che la questione si fosse raffreddata un po’, ma ora se ne riparla di nuovo con insistenza, COVID permettendo. 
Vedremo e riferiremo.

(Web, Google, RID, Wikipedia, You Tube)

































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