sabato 28 novembre 2020

ARTIGLIERIE NAVALI: DALL’ S.M.P.-3 AL 76/62 SOVRAPONTE DI LEONARDO


IL CAPOSTIPITE FU l’S.M.P.-3

Il cannone SMP-3 ("Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli - cannone da 3 pollici"), progenitore del "76/62 Allargato" era un'arma automatica a tiro rapido, la cui cadenza media del tiro era di 50 colpi al minuto, in grado di sparare colpi singoli o a raffica. Il caricamento avveniva automaticamente mediante un tamburo ruotante con 14 colpi, con i bossoli che venivano espulsi colpo per colpo. Ad esaurimento della raffica la canna si predisponeva alla massima elevazione (90°) ed il tamburo veniva ricaricato in maniera automatica con una manovra che avveniva in 3 secondi.


La versione binata del modello SMP 3 con canne sovrapposte aveva il caricamento completamente automatico e continuo che avveniva a qualsiasi elevazione. 


Il cannone aveva una forte velocità di brandeggio con la velocità iniziale del proiettile di 950 m/s e cadenza media di tiro di 60 colpi per canna. Il cannone era stato imbarcato negli anni cinquanta sulle fregate della classe Centauro, ma tale versione non avendo dato i risultati sperati non è stata imbarcata su nessun'altra unità della Marina Militare.
Tale cannone venne imbarcato sulle corvette Albatros, prime unità di scorta costruite in Italia dopo la seconda guerra mondiale, e sulle corvette dello stesso tipo realizzate nei cantieri italiani su commesse NATO per la marina danese e olandese nell'ambito del MDAP in due esemplari, uno a poppa e uno a prora. Con lo spostamento della produzione delle artiglierie della Marina Militare alla Oto Melara di La Spezia venne sviluppata una versione binata del modello SMP 3 con canne sovrapposte. Il verificarsi di un grave incidente sulla torre prodiera della corvetta olandese Lynx e il non aver dato la versione binata i risultati sperati, portarono allo sviluppo del cannone da 76/62 di nuova progettazione, largamente testato sulla Nave Esperienze Carabiniere.





POI GIUNSE IL 76 “ALLARGATO”

Il cannone da 76/62 tipo MMI "Allargato", costruito dalla Oto Melara di La Spezia, è stato il pezzo standard della Marina Militare degli anni sessanta: venne realizzato in 84 esemplari per la Marina Militare italiana.


Il cannone è del tipo multiuso, con impiego principale antiaereo ma con capacità antinave e impiegabile anche per il tiro controcosta. Il pezzo è l'evoluzione del modello sviluppato e costruito per la Marina Militare dagli Stabilimenti meccanici di Pozzuoli agli inizi degli anni cinquanta, denominato tipo SMP3, cioè da tre pollici, da cui scaturisce la sua sigla “SMP-3”, sviluppato quando si stava verificando l'inadeguatezza del munizionamento da 40mm contro gli aerei moderni, soprattutto perché tale munizionamento non permetteva l'adozione di spolette di prossimità.  Il nuovo cannone denominato Allargato avrebbe trovato posto nel corso degli anni sessanta sulle principali unità della squadra, come l'incrociatore lanciamissili Garibaldi, le fregate classe Bergamini e Classe Alpino, i Doria e il Vittorio Veneto e sarebbe stato rimpiazzato il decennio successivo dal 76/62 Compatto con l'entrata in servizio degli Audace.

Il cannone aveva la canna raffreddata ad acqua e manovra elettrica e idraulica con sistema di emergenza manuale. La gittata, che con proiettili HE (High Explosive) dal peso di 6,296 kg raggiunge 18,4 km ad un'elevazione di 45°, che all'elevazione massima di 85° scendeva a 4 km, la velocità di brandeggio di 70°/s quella di elevazione di 40°/s e la torretta accoglie un membro dell'equipaggio.
Nella Marina Militare questi cannoni costituiscono l'armamento principale dei pattugliatori della classe Cassiopea; si tratta dei cannoni smontati dalle fregate della classe Bergamini andate in demolizione.

POI ARRIVO’ IL 76/62 COMPATTO

E’ uno dei cannoni navali più popolari mai prodotti dall’italiana OTO-Melara (ora LEONARDO SpA); sono stati venduti in tutto a marine militari a noi non ostili in circa 1.000 esemplari Compact ed SR, a 51 marine in tutto il mondo (dicembre 2002). 


Quest'arma viene prodotta su licenza in Australia, India, Giappone, Spagna e USA. È stata prodotta negli Stati Uniti dalla United Defense (ora parte di BAE Systems), in Giappone da Japan Steel Works e in Spagna da FABA (ex IZAR, ex Bazán).


Secondo la nomenclatura della US Navy, il Compact è designato Mark 75. Le navi della US Navy utilizzano il Mark 92 FCS, che è la versione USN della serie Signall M20 FCS. La Naval Systems Division (NSD) di FMC Corporation e General Electric Co. (Ordnance Systems Division) erano entrambe concessionarie della licenza OTO-Melara e gareggiavano per il diritto di produrre il Mark 75 negli Stati Uniti. Nel 1975, FMC / NSD (ora parte della United Defense) vinse il concorso e il primo cannone prodotto negli Stati Uniti fu consegnato nell'agosto 1978. Dal 1981 tutti gli ordini per i Mark 75 per conto l'USN furono divisi dalla FMC / NSD e dalla OTO-Melara.


Il Compact è stato sviluppato dal precedente modello MMI 76 mm / 62 ed utilizza una canna raffreddata ad acqua in due pezzi con un’anima sostituibile. L’arma navale è dotata di freno di bocca a foro piccolo e un aspiratore di fumi. Lo scudo è in fibra di vetro.



Alcuni rapporti riferiscono di alcuni problemi di affidabilità e precisione. Quando il cannone veniva utilizzato alla massima gittata, si verificava la tendenza per la cavalcatura ad “autodistruggersi" (secondo le parole di uno degli ingegneri di progetto che hanno lavorato sull’arma). Durante un tiro di prova, l'arma non è stata in grado di sostenere una raffica di 20 colpi su un bersaglio di 20 x 20 piedi (6 mx 6 m) a 500 iarde (460 m).

IL 76/62 “SR” SUPER RAPIDO

Il "Super Rapid" (SR) è una versione migliorata e con una cadenza di tiro più rapida, progettata specificamente per la difesa missilistica e anti-nave. La precisione è stata migliorata rispetto al Compact, in parte riducendo il peso delle parti mobili che hanno ridotto alcuni piccoli problemi di vibrazione. La OTO-Melara ha confermato che queste modifiche hanno ridotto i valori di deviazione standard a meno di 0,3 milrad (0,017 gradi) a 1.000 m (1.100 iarde) per raffica di 10 colpi quando sparati al massimo ROF.


Lo scudo del cannone per l'SR utilizza un design arrotondato simile a quello del Compact. Tuttavia, questa somiglianza è solo superficiale in quanto il montaggio SR è stato rafforzato per resistere a sovrapressioni fino a 14 psi (1,0 kg / cm2) contro un valore nominale di 7 psi (0,5 kg / cm2) del compatto. Come opzione, sia il Compact che l'SR sono disponibili con uno scudo con sezione trasversale radar ridotta (RCS) dall'aspetto boxier e uno di questi è stato utilizzato per armare la fregata dell'Arabia Saudita di costruzione francese “La Mecca”.
Per ottenere ratei di fuoco più elevati per l'SR, la OTO-Melara ha modificato gli ordigni stessi, nonché l'alimentazione delle munizioni e la spoletta. Di conseguenza, i supporti Compact esistenti non possono essere convertiti allo standard SR, ma è disponibile un kit di retrofit che aumenta il ROF per l'arma più vecchia. Il caricatore per l’SR è indipendente dalla torretta, il che significa che l'alimentazione può essere interrotta per inserire diversi tipi di munizioni, rendendo il cannone più flessibile contro bersagli multipli.


La Marina Militare Italiana considera la SR un'efficace arma antimissile e nuove navi vengono costruite con quest'arma al posto del gemello " Fast 40 " utilizzato sulle precedenti navi in quel ruolo. La OTO-Melara stima che, in combinazione con il Dardo FCS, l'SR possa iniziare a ingaggiare missili d'attacco a circa 6.600 iarde (6.000 m), con i primi colpi che arrivano sul bersaglio a 6.000 iarde (5.500 m). Con queste distanze, un singolo cannone può gestire fino a quattro missili subsonici mare-mare, arrivando simultaneamente su rotte a 90° l'una dall'altra, prima che raggiungano le 1.100 iarde (1.000 m).


A partire dal mese di marzo 2006, l’US Navy ha scelto di non utilizzare la versione SR. Le navi esistenti continueranno a utilizzare il Compact e le navi più recenti sono ora dotate del Mark 110 da 57 mm. Rispetto ai vecchi cannoni MMI USN 3 "(7,62 cm) e le italiane da 76 mm (3"), quest'arma ha requisiti di equipaggio molto inferiori e trasporta una quantità molto maggiore di munizioni pronte all'uso, consentendo al cannone di sparare raffiche più lunghe senza ricaricare. Poiché i supporti Compact e SR sono quasi senza equipaggio, possono sparare con un preavviso molto breve, da cinque a dieci secondi circa da un avvio a freddo.


IL SISTEMA DAVIDE 

La OTO-Melara offre anche il sistema antimissile DAVIDE sia per le nuove installazioni sia come kit di adattamento per montaggi esistenti. Questo sistema è progettato per consentire a questi cannoni di agire come una difesa interna contro i missili supersonici e subsonici che rasentano la superficie del mare o si tuffano in picchiata sul bersaglio. Il sistema viene utilizzato in combinazione con il proiettile antimissile guidato DART e fornisce un flusso di dati continuo a tutti i proiettili in volo.

Il diametro effettivo del foro di volata di tutti i cannoni LEONARDO (OTO Melara) è 76,2 mm (3,00").

Il supporto completo utilizza un'installazione in un unico pezzo e consiste nel gambo che si trova sotto il ponte di coperta, la torretta sul ponte principale e una scatola di controllo e distribuzione dei servosistemi. Il montaggio completo può essere suddiviso in due gruppi di componenti: la struttura inferiore (sotto-coperta) e la struttura superiore (sopra-coperta). I componenti della struttura inferiore forniscono un flusso ininterrotto di munizioni all’arma. I componenti della struttura superiore caricano le munizioni, puntano il cannone, sparano con le munizioni ed espellono i bossoli vuoti. Questi supporti sono normalmente controllati a distanza, ma è previsto un controllo locale di emergenza con un sistema di visuale stabilizzato per l'operatore.
I montaggi richiedono un'alimentazione elettrica di 440V, trifase, 60 Hz per alimentare il circuito principale, mentre la rete servo e sincronizzata richiede un'alimentazione da 115V, monofase, 400 Hz. I supporti sono senza equipaggio ma richiedono da due a tre membri dell'equipaggio sottocoperta per ricaricare il caricatore girevole.
La versione SR esegue in parallelo diverse operazioni che nel Compact venivano eseguite in sequenza. La durata del rinculo e il ciclo di sparo sono stati ridotti e lo speronamento non fa parte della sequenza in cui la cartuccia esaurita viene espulsa.
Sono in fase di sviluppo kit di retrofit che consentiranno ai montaggi Compact, Super Rapid e Strales di utilizzare il nuovo proiettile Vulcano. A seconda della configurazione dell’arma, il retrofit può essere eseguito sulla nave, altrimenti sarà indispensabile un lavoro in fabbrica. Il kit include un programmatore Vulcano e possibilmente un nuovo sistema di alimentazione automatico che conterrà 80 colpi di quattro o più tipi di munizioni. Anche un sistema di controllo del fuoco che si interfaccia con il sistema di gestione del combattimento della nave farà parte del kit.

IL KIT DAVIDE / DART

E’ stato sviluppato ed è operativo anche il sistema guidato anti-missilistico Davide, in pratica si tratta di missili senza motore (proietti) DART, decalibrati rispetto al cannone, che possono correggere la loro traiettoria per controbattere le manovre del missile bersaglio e intercettarlo. Si tratta di un sistema di difesa anti missile delle navi a corto/cortissimo raggio, basato sull'impiego delle nuove centrali di tiro multisensore degli impianti da 76/62 Super Rapido, capace di sparare una munizione guidata e quindi di correggerne la rotta anche in volo indirizzandola sull'obiettivo.


La tecnologia sviluppata da Leonardo-Oto Melara è stata montata per la prima volta sulle fregate multimissione italiane del programma italo-francese FREMM.
Il sistema Davide/Strales abbinato al sistema di controllo di tiro Dardo-F, che controlla sia il bersaglio che il proiettile, è installabile anche sulle vecchie torrette con poche modifiche, mediante l'aggiornamento del firmware di controllo, l'aggiunta del radar di guida in banda Ka e scudo stealth. La torretta mediante il radar produce quattro fasci che vengono proiettati sul bersaglio e il proiettile viene radiocomandato nella sua direzione in modo tale che rimanga all'interno dei fasci. I proiettili DART utilizzano un sottocalibro da 42 mm e grazie ad un adattatore raggiungono i 76 mm del calibro del cannone, hanno delle alette canard che gli permettono di manovrare e la sezione di coda ha sei pinne fisse e il ricevitore radio.
All'inizio dell'estate del 2008 NAVARM ha richiesto l'aggiornamento di un cannone al sistema Davide/Strales proveniente da un pattugliatore classe Cigala Fulgosi. Le prove sono state effettuate con successo presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra nel marzo 2009 e hanno visto lo sparo contro bersagli a 8 km di due proiettili singoli e di una raffica da tre proiettili, che è quella attualmente nell'impiego antimissile. Il sistema dopo essere stato testato sul pattugliatore Comandante Foscari con prove di tiro con le nuove munizioni guidate in accoppiamento con il radar NA-25X, dopo aver terminato le prove è rimasto pienamente funzionante a bordo della nave.
Il sistema STRALES rappresenta una notevole evoluzione per l'artiglieria navale 76/62 che comprende tre componenti principali: un cannone navale 76/62, munizioni guidate da DART e un sistema di guida a radio frequenza con relativa elettronica. Questo sistema è la risposta più efficace ai requisiti emergenti per le artiglierie navali di medio calibro; sono armi, che richiedono il massimo livello di letalità all'interno di scenari in evoluzione in cui più bersagli in manovra devono essere impegnati simultaneamente, sia nella Difesa Aerea che nell'azione anti-superficie. STRALES è una soluzione molto economica che mantiene qualsiasi vantaggio legato alla tecnologia dei cannoni e aumenta le prestazioni aumentando la precisione del sistema fino al livello dei missili. Concepito come un kit aggiuntivo che può essere integrato nei supporti per cannoni della Divisione Sistemi di Difesa 76/62 già in servizio, STRALES include un sistema di guida a radiofrequenza dotato di un telaio meccanico da collegare alla struttura del supporto del cannone.
Un nuovo scudo per armi è dotato di un coperchio a tenuta stagna che può essere rimosso automaticamente per dispiegare l'antenna di guida; la necessaria unità di controllo elettronico è alloggiata all'interno di apposite fessure all'interno del Nuovo Armadio di Controllo 76/62. Una volta che la posizione effettiva del bersaglio e i dati di stabilizzazione sono disponibili, STRALES funziona come un'unità indipendente. Progettato per essere compatibile con qualsiasi sistema di gestione del combattimento esistente, STRALES consente il funzionamento in qualsiasi condizione atmosferica.
Il proiettile DART è dotato del nuovo fusibile multifunzione programmabile a microonde DART. È inoltre disponibile un nuovo sistema di caricamento delle munizioni ad alimentazione multipla (MF) per i 76/62 mm.
Un kit separato dello STRALES Double Feeding (DF), è in grado di selezionare qualsiasi munizione contenuta nei rami indipendentemente dalla sua posizione (tipicamente, DART e munizioni standard).


IL 76/62 SOVRAPONTE

Seguendo gli ultimi sviluppi tecnologici e per far fronte alle minacce in continua evoluzione, Leonardo-OTO Melara propone oggi l’ultima iterazione del più venduto – ad oltre 60 paesi – sistema d’artiglieria navale di medio calibro rappresentato dalla famiglia Compatto/Super Rapido da 76/62 mm. 


La nuova arma navale multiruolo è destinata al supporto di fuoco di precisione contro-costa, passando attraverso la difesa antimissile e asimmetrica della nave. E’ recentissima la notizia di fonti estere, della vendita al Brasile del cannone Super Rapido per equipaggiare le nuove unità di punta della Marina Brasiliana rappresentate dalle corvette classe Tamandarè. 



Tale contratto segue l’annuncio dello scorso agosto da parte del Defence Acquisition Council (DAC) indiano della decisione di procedere all’acquisizione di una versione migliorata dell’SRGM (Super Rapido Gun Mount) (costruito su licenza dal locale gruppo Bharat Heavy Electricals Limited) con potenziate capacità contro bersagli manovranti ad alta velocità come missili e Fast Attack Craft (FAC) e con incrementata gittata massima. E’ appena il caso di ricordare che nella crisi libica del 2011 le unità navali francesi hanno sparato oltre 3000 proiettili da 76 e da 100 mm; le unità più recenti della Marina Nationale dispongono ora dell’affusto da 76/62 mm Super Rapido di Leonardo; quelle britanniche hanno utilizzato i pezzi BAE Systems Mk 8 Mod 1 da 114 mm nel bombardamento contro costa ed hanno evidenziato la necessità di disporre di armamento di medio se non maggiore calibro, con munizionamento di precisione a media-lunga gittata che permetta di rimanere al di fuori dell’ambiente più prossimo alla costa e dalle relative minacce.
E’ emersa anche la necessità di disporre di artiglierie multi-impiego e di sistemi d’arma per la difesa di punto con portata sempre più estesa per far fronte alle più recenti minacce missilistiche ed asimmetriche. Il 76/62 mm viene ora proposto con la capacità di impiegare la famiglia di munizionamento di precisione a lunga gittata Vulcano in aggiunta alla possibilità di utilizzare il munizionamento guidato DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight) con il kit di guida Davide/Strales montato su medesimo affusto del Super Rapido oppure in combinazione con l’impiego della nuova direzione del tiro (DT, Direzione del Tiro o FCS, Fire Control System) con radar bi-banda ed elettro-ottica NA-30S Mk2, per soddisfare i requisiti e fronteggiare le ultime minacce al potere navale. Il “76” ha ora una velocità di fuoco di 120 colpi al minuto, un ingombro e un peso a bordo limitati (7.900 kg di massa senza munizioni che salgono a 9.200 kg con il kit Davide/Strales sull’affusto) che ne consentono l’uso come artiglieria primaria sulle unità navali di piccole dimensioni come le Fast Attack Craft (FAC) e secondario sulle più grandi unità come fregate e caccia lanciamissili; come già evidenziato, la più recente versione di base del Super Rapido 76/62 mm si caratterizza per il sistema di caricamento e magazzino tipo Multiple-Feeding basato su un doppio sistema di caricamento e relativo magazzino in grado di ospitare fino a 38 colpi ciascuno (76 in totale), che consente l’impiego vari tipi di munizioni specifiche per diverse minacce. Il sistema è inoltre dotato del nuovo programmatore di munizioni universale in grado di impostare sia la più recente spoletta programmabile 4AP che la relativa versione per il munizionamento sub-calibrato a lunga gittata Vulcano, destinata a migliorare sia le capacità anti aeree/missilistiche che contro minacce di superficie del munizionamento impiegato, grazie alle quattro modalità d’impiego programmabili di prossimità, altimetrica, impatto/impatto ritardato e tempo. I nuovi affusti sono inoltre dotati della nuova console digitale AC3v2 per il controllo/monitoraggio a fini manutentivi / interfaccia con il sistema di combattimento, che consente non solo di ridurre le necessità manutentive ed i costi del ciclo di vita operativa, ma anche di far fronte ai più recenti requisiti d’artiglieria navale con il modulo di controllo del fuoco navale (NSFS) e il collegamento digitale in fibra ottica con le direzioni del tiro per gestire al meglio le nuove funzionalità. Dal 2018, tutti gli affusti di nuova produzione sono predisposti per l’impiego del kit 76 Vulcano, con cui sarà possibile impiegare il munizionamento di precisione a lunga gittata o Guided Long Range (GLR) della famiglia Vulcano. Per le sue ben note e dimostrate capacità d’arma di medio calibro affidabile, precisa, con elevato ritmo di fuoco e di facile installazione, il sistema d’arma da 76/62 mm Super Rapido ha avuto e sta avendo una larga diffusione non soltanto fra le Marine con naviglio che comprende unità di medie dimensioni come le fregate e le corvette ma anche quelle che vengono comunque indicate di primo rango con unità navali più grandi e capaci.


IL 76 SOVRAPONTE PER LE NUOVE FREGATE BRASILIANE CLASSE TAMANDARE’

Leonardo ha di recente finalizzato con i cantieri Thyssenkrupp il contratto per la fornitura di quattro cannoni OTO 76/62 Sovraponte più due in opzione per equipaggiare le fregate classe Tamandaré della Marina brasiliana che diventa il primo cliente estero di questa versione del sistema d’arma. Il valore del contratto è superiore ai 30 milioni di €. La decisione non è stata certo scontata con il 57 mm molto vicino, almeno nelle fasi iniziali, ad equipaggiare le navi brasiliane. La classe Tamandaré è basata sulla famiglia MEKO tedesca e caratterizzata da una modularità per soddisfare le richieste del cliente. Il progetto prospettato per la Marina brasiliana prevede quattro unità con un dispiegamento di 3.500 tonnellate, una lunghezza di 107,2 metri ed una larghezza di 15,95 metri. La propulsione è affidata a quattro motori MAN V12 da 7.320 hp e la generazione elettrica da quattro generatori Caterpillar C32. L’armamento principale è composto da 12 celle per VLS Sea Ceptor, missili anti-nave Exocet o MANSUP, lanciatore triplo Mark 48 da 533 mm, OTO 76/62, Bofors da 40 mm a controllo remoto e due mitragliatrici da 12,7 mm sempre a controllo remoto.

LE NUOVE CORVETTE EUROPEE ED IL 76 SOVRAPONTE

Anche le nuove corvette europee stanno iniziando a prendere forma: il programma rientra nel pacchetto PESCO (Permanent Structured Cooepration) e al momento vede ufficialmente partecipare Italia (nazione guida), Francia, Spagna e Grecia; il progetto prevede la realizzazione di una famiglia di corvette modulari adattabili a esigenze diverse. 


Nella fattispecie, la Marina Militare, nel cui ambito le EPC sono ancora denominate PPX, punta ad un grosso pattugliatore – a differenza, per esempio, dei Francesi che vogliono una corvetta – da circa 3.000 t di dislocamento a pieno carico ed attorno ai 110 m di lunghezza. L’armamento prevede un modulo da 8 celle per missili MBDA ASTER o CAMM ER ed un cannone Leonardo SOVRAPONTE da 76/62 mm con munizionamento VULCANO per il tiro controcosta. 
L'arma più recente e innovativa è il 76 SOVRAPONTE: uno dei frutti della “Legge Navale”. Tale arma, il cui prototipo ha superato la fase di test al poligono di Cottrau dopo un'intensa campagna di tiri, rappresenta una soluzione per molti versi rivoluzionaria rispetto ai precedenti cannoni da 76/62 mm (COMPATTO e SUPER RAPIDO) realizzati da Leonardo.  Il 76/62 mm SOVRAPONTE, rispetto ai modelli precedenti, è caratterizzato da una straordinaria leggerezza con un peso del 30-40% inferiore rispetto al SUPER RAPIDO e dal fatto di non comportare alcuna penetrazione del ponte ove si decide di installarlo. L'arma non utilizza la parte sottocoperta ed i colpi di pronto impiego sono collocati in 2 sistemi di alimentazione o “ventagli”, contenenti rispettivamente 38 colpi ciascuno; svolgono la medesima funzione del sistema Multifeeding installato su alcuni dei 76/62 mm modello SUPER RAPIDO ed hanno le sue stesse peculiarità, ma sono stati adattati per essere montati solidalmente alla massa oscillante. In tal modo tutti i colpi non solo sono presenti nella torre compiono un percorso relativamente breve per arrivare alla calcata, un percorso che va direttamente dal ramo di caricamento alla cucchiaia. La nuova avanzatissima arma navale impiega soluzioni “elettriche”: tutti gli attuatori e tutti i sistemi di movimentazione sono ad azionamento mediante motori brushless, cioè privi di spazzole. La torre è dotata inoltre di un nuovo scudo stealth con una “camicia” in materiale radar riflettente che protegge anche la canna.


Il 76/62 SOVRAPONTE utilizza sia un kit STRALES, sia una configurazione che ne è priva. 

La prima soluzione prevede il posizionamento dell'antenna di guida del proietto anti-aereo/anti-missile DART (Driven Ammunition Reduced Time of flight) sotto la bocca da fuoco e non di lato come avviene nel kit STRALES del 76/62 mm SUPER RAPIDO (sistema DAVIDE/DART a bordo delle fregate FREMM, della portaerei CAVOUR, sul CAIO DUILIO e in fase di installazione sull'ANDREA DORIA, come vedremo meglio più avanti).  

Sul SOVRAPONTE l'antenna è stata ruotata di 180o ed è protetta da 2 portelli che la riparano dalle intemperie e garantiscono la sagomatura stealth quando l'arma non è utilizzata: tali portelli vengono aperti ogni qual volta l'arma va in punteria. La nuova arma navale si può caricare dall'esterno ma è possibile anche effettuare tale operazione da sottocoperta installando una noria dedicata allo scopo: si tratta di un tubo cilindrico di diametro molto limitato.  A bordo dei nuovi PPA, il 76 SOVRAPONTE è installato sul cielo dell'hangar, sul lato sinistro ed è stata messa a punto una soluzione costituita da 2 norie ed un traslatore: una prima “noria” sale dalla riserva munizioni, collocata nei ponti inferiori, fino ad un livello alto dell’hangar sotto il cannone, un “traslatore” muove poi orizzontalmente i colpi fino ad allinearli alla noria di “caricamento” che infine li “introduce” dentro il 76/62 SOVRAPONTE.




La nuova arma imbarcata di Leonardo si avvia a ripetere e ad ampliare il successo mondiale del 76 COMPATTO: sono apparsi di recente “rendering” di unità navali italiane, olandesi, britanniche, brasiliane progettate per imbarcare il “76 SOVRAPONTE”.




Ad majora, Leonardo!

(RID, Analisidifesa, Leonardo, Navweaps, Wikipedia, You Tube)




































 

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