venerdì 9 dicembre 2022

URSS: Il missile da crociera strategico da mach-3+ “3M25 Meteorit” o (in occidente) SS-N-24 "Scorpion", “Meteorit-N", SSC-X-5, “Meteorit-A" e AS-X-19.


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I missili da crociera sub-sonici a lungo raggio sono ormai una parte familiare degli arsenali strategici di più paesi, siano essi lanciati da aerei, navi da guerra di superficie, sottomarini o da lanciatori mobili terrestri. Ma in Unione Sovietica, in particolare, c'è stata una battaglia poco nota per la preminenza tra missili da crociera come quelli ed i missili supersonici pesanti molto più ambiziosi.


All'inizio degli anni '80, Mosca stava sponsorizzando due approcci nettamente diversi ai missili da crociera, sebbene il promettente Meteorit - progettato come arma a doppia testata da Mach-3+ con una portata di oltre 3.000 miglia - fosse destinato al fallimento.
La premessa di questa arma missilistica era un decreto del governo sovietico del dicembre 1976 che richiedeva lo sviluppo di nuovi missili da crociera strategici che sarebbero stati adatti per l'utilizzo dall’aria, da unità navali da guerra di superficie e/o sottomarini e da terra da lanciatori mobili. Il risultato sarebbe stato una risposta sovietica al missile da crociera lanciato dall'aria americano AGM-86 (ALCM) e al Tomahawk, che stavano rapidamente emergendo come mezzi di risposta rapida ed economica per portare su obiettivi ostili testate nucleari su distanze strategiche, con grande precisione.


Su ordine di Mosca, tre team di progettazione iniziarono a lavorare e, di questi, l'offerta di Raduga era la più vicina all'AGM-86, comprendente un piccolo missile da crociera subsonico Kh-55 che presentava sostanzialmente la stessa configurazione aerodinamica del missile cruise americano, con un'ala diritta pieghevole e superfici di coda pieghevoli. Il missile era alimentato da un motore turbofan pop-out, aveva un sistema di navigazione inerziale con adattamento del profilo del terreno ( TERCOM ).
L'ufficio di progettazione Novator aveva progettato una soluzione analoga, con il missile Granat 3M10. In effetti, il Kh-55 e il 3M10 erano così simili che, per molti anni, fonti occidentali hanno erroneamente suggerito che fossero varianti diverse della stessa arma di base.
Poi c’era il progetto di NPO Mashinostroyeniya, che aveva avuto un'idea molto diversa e molto più avanzata: un missile da crociera "universale" (uno che sarebbe stato impiegato dall'aeronautica, dalla marina e dalle forze di terra), con il suo 3M25 Meteorit. 
A differenza dei suoi rivali, era un missile supersonico di notevoli dimensioni, concettualmente e visivamente più simile ai progetti di missili da crociera ad alta velocità esplorati negli anni '50 in Unione Sovietica e negli Stati Uniti; questi erano rappresentati dal Burya lanciato da terra e dallo statunitense Navaho, entrambi abbandonati a favore dei missili balistici intercontinentali (ICBM). Alcuni lavori erano comunque proseguiti, e lo studio concettuale alla base del Meteorit risaliva alla fine degli anni ’60. Il Meteorit fu progettato per avere un'autonomia di circa 5.000 chilometri (3.100 miglia).
Il missile era lungo circa 42 piedi - più del doppio della lunghezza di un missile da crociera Kh-55 - e aveva ali a delta sagomate che si piegavano in tre posizioni, oltre alle alette canard anteriori, una coda verticale e due piani di coda orizzontali. Una presa d'aria sotto la fusoliera alimentava un motore ramjet e il sostenitore del turbogetto, mentre le versioni lanciate da sottomarino e lanciate da terra presentavano anche due propulsori a razzo a combustibile liquido per il lancio. Il peso di lancio con la sezione booster era di quasi 30.000 libbre, o circa 14.000 libbre senza. La guida era una combinazione di un sistema inerziale e TERCOM.
I miglioramenti nelle difese aeree richiedevano misure speciali per garantire che il Meteorit potesse raggiungere il bersaglio ostile indenne, non facendo affidamento solo sulla velocità e sull'altitudine. Il missile era dotato di un'esca rimorchiata e, forse, anche una sorta di tecnologia "stealth al plasma", navigando in una sacca di aria ionizzata per mascherare la sua firma radar, cioè il cosiddetto sistema stealth al plasma Marabou, che secondo diversi rapporti potrebbe essere stato destinato all'uso sulla produzione di serie del Meteorit o altrimenti utilizzando il missile come banco di prova.
Un altro aspetto insolito del missile era il suo carico utile: il Meteorit era progettato per trasportare due testate nucleari da 90 Kton che sarebbero state espulse per colpire obiettivi fino a 100 Km (62 miglia) di distanza, ciascuna alimentata da un singolo motore a razzo. Sebbene inizialmente questo fosse allettante, la doppia testata fu bandita dal trattato SALT 2 (Strategic Arms Limitation Talks) del 1978, rimuovendo all’origine questa innovazione.
In linea con il suo ethos "universale", erano state previste tre versioni separate del Meteorit: 
  • il Meteorit-A lanciato dall'aria, 
  • il Meteorit-M lanciato da un sottomarino 
  • e il Meteorit-N lanciato da terra.
Intervistato dalla Rossiyskaya Gazeta pubblicata nel settembre 2020, l'ex capo progettista della NPO Mashinostroyenia, Herbert Yefremov, ha ricordato che la leadership sovietica aveva previsto il Meteorit come un contraltare al Tomahawk statunitense (e presumibilmente all’ALCM) e ha osservato che "un Meteorit era uguale in termini di efficienza a dozzine di Tomahawk”. 
Per quanto riguarda l'intelligence occidentale, il nuovo missile ruppe la copertura di segretezza per la prima volta quando fu identificato nel poligono di prova missilistico di Barnaul, e gli fu quindi assegnata la designazione temporanea di BL-10. Il primo lancio da un banco di prova a terra avvenne nel maggio 1980, ma il missile non riuscì a lasciare correttamente il suo contenitore di lancio. In tutto, i primi quattro lanci di prova non ebbero successo. Infine, nel dicembre dello stesso anno, il missile riuscì a coprire una distanza di circa 30 miglia, tristemente inferiore alle prestazioni di progetto.

Meteorit-A aerolanciato

Il Meteorit-A doveva essere trasportato esternamente da una versione del venerabile bombardiere strategico Bear, la versione Tu-95MA, adattata da un portamissili Tu-95MS della prima serie. Il bombardiere turbo-elica aveva punti di attacco sotto l'ala per due missili, sebbene esistano modelli che mostrano una disposizione a quattro missili. Con una coppia di missili Meteorit-A agganciati ai piloni sottostanti, il vano armi interno era in grado di ospitare sei missili di soppressione della difesa con testata nucleare Kh-15P, equivalenti all'AGM-69 SRAM americano.
Il primo lancio aereo avvenne nel gennaio 1984, ma non ebbe successo, terminando con l'autodistruzione del missile dopo 61” di volo. Un altro lancio nel maggio 1984 si concluse con un fallimento simile e il Meteorit-A fu cancellato alla fine dello stesso anno.
Per gli osservatori occidentali, il Meteorit-A era noto come AS-X-19 Koala, e per un certo periodo si prevedeva che avrebbe armato il bombardiere supersonico Tu-160 Blackjack, poiché la sua esistenza venne confermata all'allora Segretario di Stato americano alla nello stesso momento in cui gli fu mostrato uno di questi velivoli durante una visita in Unione Sovietica nel 1988.

Meteorit-M

Gli SSBN Project 667 Yankee classe furono scelti come base per una versione SSGN che avrebbe imbarcato il missile supersonico Meteorit-M, dopo che i piani per adattare un SSGN esistente, la  classe OSCAR erano stati esclusi perché troppo complessi, a causa della lunghezza dell’ordigno. Si pensò anche di adattare una unità Project 675 come banco di prova, prima di modificare la Project 667A K-420 come unica classe Project 667M Yankee Sidecar, che doveva anche portare in servizio operativo il missile Meteorit.
Al Progetto 667M erano stati rimossi i tubi SLBM e aggiunti 12 contenitori di lancio del Meteorit-M, essendo questi angolati a 45°. Nel processo, la lunghezza della unità fu aumentata di circa 66 piedi e la larghezza di circa 10 piedi.
I lavori di modifica del sottomarino iniziarono nel giugno 1980, e l’unità prescelta fu di nuovo in mare nell'ottobre 1982; seguirono le prove in mare che durarono fino all'agosto 1983. I test ufficiali si svolsero fino al novembre 1983, inizialmente senza i missili imbarcati. Nel frattempo, più di 30 lanci di missili ebbero luogo dai banchi di prova a Kapustin Yar nel Mar Nero.
Il primo lancio da un sottomarino avvenne nel Mare di Barents nel dicembre 1983. Ma il programma era irto di difficoltà, anche a causa della sequenza di lancio sottomarina (le generazioni precedenti di SSGN sovietici dovevano emergere per lanciare i loro missili). Emersero anche altri problemi relativi al sistema di guida e alle attrezzature di autodifesa.
I test congiunti ufficiali del Meteorit-M erano iniziati solo nel 1988, inizialmente utilizzando banchi di prova a terra, e poi con un sottomarino Project 667A. Solo circa la metà di questi lanci si concluse con un successo. L'industria e la marina sovietica decisero comunque di abbandonare i lavori sul Meteorit-M alla fine del 1989 e il Progetto 667A fu restituito alla flotta armato di soli siluri.
Il Meteorit-M ha ricevuto il nome in codice occidentale SS-NX-24 Scorpion. Se avesse avuto successo, Yefremov  afferma che, all'inizio degli anni '90, il missile avrebbe potuto essere installato su 10-12 sottomarini Project 667A.

Meteorit-N

La versione più intrigante del missile dell'NPO Mashinostroyeniya era la versione Meteorit-N destinata, presumibilmente, ad essere lanciata da un trasportatore-erettore-lanciatore mobile stradale (TEL). All’uopo, nessuna immagine risulta mai svelata del TEL proposto e non vi è alcuna conferma che il missile lanciato da terra sia mai stato testato. D'altra parte, l'intelligence statunitense era certamente a conoscenza dell'arma, o dei piani per essa, e la designazione SSC-X-5 fu assegnata di conseguenza.
Sorprendentemente, considerando la scarsità di informazioni emerse, alcune fonti russe (la TASS), suggeriscono che lo sviluppo del Meteorit-N sia stato il più avanzato delle tre versioni. "Quasi l'intero volume di test richiesti per l'adozione e la produzione in serie era stato completato”.
Alla fine furono lanciati 37 missili Meteorit, ma secondo quanto riferito solo uno era riuscito a raggiungere il raggio di progetto di 5.000 Km. Il programma è stato alla fine "un completo fiasco" nelle parole di Steven J. Zaloga nel suo libro “La spada nucleare del Cremlino”. 
Invece dei missili da crociera "universali" proposti, l’Armata Rossa finì per operare con due diversi progetti subsonici per le diverse applicazioni terra/mare/aria: il missile 3M10 Granat (SS-N-21 Sampson) di Novator fu schierato sui sottomarini, mentre il Raduga Kh-55 (AS-15 Kent) divenne il nuovo missile da crociera lanciato dall'aria. Una versione lanciata da terra del Granat, l'RK-55 (SSC-X-4 Slingshot) è stata schierata solo brevemente prima di cadere vittima del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) firmato nel dicembre 1987, che lo ha visto bandito.
Il programma Meteorit alla fine è stato nel complesso un completo fallimento, la tecnologia coinvolta e la premessa di base di un missile da crociera strategico ad alta velocità non sono mai state veramente abbandonate, almeno in Russia.
In seguito risultano tentativi per resuscitare il Meteorit, inclusa una versione a basso costo offerta nel 1998. Un decennio dopo, all’Air-show MAKS 2007, un mockup del Meteorit fece un'apparizione pubblica a sorpresa. A quel tempo, l'agenzia di stampa TASS riferì che gli sviluppi non divulgati nell'elettronica avevano finalmente reso il missile fattibile. Da allora, alcuni modelli sono apparsi ripetutamente al MAKS e in altre mostre di armi, mentre altri sono stati esposti al pubblico in musei e siti industriali.
Alcuni funzionari dell’industria della difesa in Russia hanno periodicamente fatto riferimento al programma, facendo un po' più di luce su di esso e sulle speranze che vi erano state riposte. Parlando alla TASS nell'ottobre 2020, l'ex capo dell'NPO Mashinostroyenia Yefremov ha osservato che l'attuale complesso militare-industriale della Russia è paragonato in modo meno favorevole a quello in epoca sovietica: "L'esclusivo missile da crociera strategico Meteorit difficilmente può essere rimesso in produzione", si è lamentato. "Il restauro di un progetto molto complesso e costoso anche per gli standard dei tempi sovietici è impossibile nelle condizioni moderne". Certamente, l'enorme distanza che il missile avrebbe dovuto coprire (quando funzionava correttamente) lo colloca ancora oggi saldamente in una classe a sé stante.
Mentre una versione di produzione del Meteorit è rimasta finora irrealizzata, la Russia da allora è tornata al concetto di missili da crociera ad alta velocità per missioni strategiche, ma ora con prestazioni di volo ipersoniche, generalmente considerate qualcosa di superiore a Mach 5+. La Russia è ora ampiamente considerato uno dei principali sviluppatori di armi in questa categoria, con il missile balistico lanciato dall'aria Kinzhal già in servizio. L'Avangard, che monta un veicolo di planata ipersonico (HGV) in cima a un missile balistico intercontinentale pesante, impiega un concetto molto diverso, ma ora è anche messo in campo. Quindi, mentre il Meteorit si rivelò un fallimento, l'eredità del missile da crociera strategico ad alte prestazioni rimane viva e vegeta oggi in Russia. 

Missile da crociera strategico 3M-25 Meteorit (P-750 Thunder)

Il 9 dicembre 1976 venne emesso il decreto dell'URSS CM sullo sviluppo di un missile da crociera supersonico strategico universale 3M-25 "Meteorit" con una portata di circa 5.000 km. Il missile doveva essere lanciato da lanciatori terrestri ("Meteorit-N"), sottomarini nucleari ("Meteorit-M") e bombardieri strategici Tu-95 ("Meteorit-A"). Lo sviluppatore principale era il Central Design Bureau of Machine Building (in seguito, NPO Mashinostroitelstvo, chief designer VNChelomey).
Inizialmente si prevedeva di utilizzare come vettore per la versione imbarcata “Meteorit-M" il complesso agroindustriale di 949 Ave. Tuttavia, studi di progettazione condotti dal Central Design Bureau di MT "Rubin" hanno dimostrato che per posizionare KR 3M-25 sull'unità di lancio di PKRK "Granit" era necessario modificare radicalmente il design di quest'ultimo, e per posizionare la seconda serie di apparecchiature di controllo per i sistemi navali di servizio giornaliero e pre-avvio (AU KSPPO) del complesso "Meteorit" era necessario aumentare la lunghezza del complesso di 5-7 metri. Tentativi di creare un AU KSPPO unificato per i complessi "Granit".
Su suggerimento di LPMB "Rubin" venne deciso di riequipaggiare con il "Meteorit-M" un sottomarino nucleare Pr.667A, ritirato dalle forze strategiche con il contratto OSV-1, il che significava non solo condurre test su questo sottomarino, ma anche il successivo funzionamento del sottomarino come unità di combattimento. Il sottomarino K-420 fu scelto per il riequipaggiamento, sul quale furono tagliati i compartimenti missilistici ed effettuate le relative modifiche strutturali. Sevmashpredpriyatiye (Direttore Generale GL Prosyankin) venne nominato costruttore. Il Rubin LPMB sviluppò il progetto tecnico di riequipaggiamento del sottomarino pr.667A per il sistema missilistico Meteorit-M (progetto 667M, cifra "Andromeda") nel 1° trimestre del 1979. Lo sviluppo del lanciatore Meteorit-M, che era stato collocato sul sottomarino del progetto 667M e designato SM-290, fu realizzato dallo Special Machine Building Design Bureau di Leningrado. L'unità di lancio SM-290 aveva superato tutti i tipi di test e fu introdotta in servizio pilota nella Marina nei primi anni '80.
I lavori di conversione e riparazione furono eseguiti da Sevmashpredpriyatiye a un ritmo estremamente rapido. I missili furono sviluppati lanciando da una struttura a terra (gamma Kapustin Yar) e dal pontone galleggiante della SSC nel Mar Nero parallelamente alla conversione della unità sottomarina. Il primo lancio di un missile Meteorit avvenne il 20 maggio 1980. Il razzo non lasciò il container distruggendolo. Anche i successivi tre lanci non ebbero successo. Solo il 16 dicembre 1981 il razzo volò per circa 50 km. Un totale di oltre 30 lanci di missili ZM-25 furono effettuati dagli stand nel 1982-1987 nell'ambito del programma di test di volo e di progettazione. Il primo lancio di un Meteorit-M da un K-420 ebbe luogo il 26 dicembre 1983 nel Mare di Barents; i test continuarono fino al 1986 compreso (un lancio nel 1984 e un lancio nel 1986).
Vi erano diverse ragioni per un così lungo sviluppo del sistema, ma forse la principale era un gran numero di soluzioni tecniche fondamentalmente nuove adottate nel progetto: lancio subacqueo "a umido" del missile da crociera sotto lo stadio superiore, sistema di guida inerziale con correzione su mappe radar, complesso di protezione multifunzionale, ecc. Tutte queste soluzioni progressive avevano richiesto approfonditi test sperimentali, che portarono a ripetuti test e, di conseguenza, a numerosi rinvii delle date di consegna. Di conseguenza, i test congiunti (di stato) del complesso Meteorit-M iniziarono solo nel 1988, prima dallo supporto di terra (4 lanci) e poi dal PL (3 lanci). Sfortunatamente, il numero di lanci riusciti in tutte le fasi dei test corrispondeva approssimativamente al numero di lanci falliti. Inoltre, il costo dell'adeguamento del progetto RSSCN 667 al complesso Meteorit-M, che venne ritirato in base al contratto OSV-1, era troppo elevato. Di conseguenza, per decisione congiunta dell'industria e della Marina sovietica, i lavori sul programma furono interrotti alla fine del 1989. La parte della nave del complesso fu trasferita allo stoccaggio responsabile del personale PL e l’unità stessa venne consegnata alla flotta nel 1990 in versione lancia-siluri.
Per lo sviluppo del complesso aero-portato presso l'impianto aeronautico di Taganrog (ora JSC "TAVIA") sulla base di un vettore missilistico, era stato preparato un Tu-95MS speciale, denominato Tu-95MA. Due CR “Meteorit-A" erano stati posizionati su speciali piloni sub-alari, che avevano lasciato il vano bombe libero. In esso, entro i carichi concordati, era stato possibile posizionare l'ICU con 6 missili anti-radar X-15P. I test del "prodotto 255" presso il poligono iniziarono nel 1983. Durante i test di volo furono effettuati 20 lanci dal velivolo Tu-95MA. Il primo lancio dal Tu-95MA l'11 gennaio 1984 non ebbe successo. Il missile aveva volato abbastanza "nella steppa sbagliata" e al 61° secondo si era auto-distrutto. Nel successivo lancio aereo con il Tu-95MA, tenutosi il 24 maggio 1984, il missile dovette essere nuovamente eliminato. Tuttavia, un ampio programma di test di volo aveva permesso di portare praticamente il missile. I test del missile a lunghissimo raggio avevano fissato una serie di nuovi compiti per la gestione tecnica. La portata del percorso del sito di test di Kapustin Yar era insufficiente. Sulla traiettoria di volo dal Volga a Balkhash (la rotta Groshevo-Turgai-Terekhta-Makat-Sagiz-Emba) fu necessario eseguire una manovra di inversione di 180° molto particolare  per un missile così veloce.
Furono inoltre lanciati due sistemi missilistici antiaerei S-200 allo scopo di valutare le capacità di difesa aerea del missile.
Ecco come viene descritto questo test nel libro "The Bright Trace of the Crystal Meteorit":
"In un dato momento venne attivato un sistema di difesa multifunzione. Dopo la registrazione della radiazione del radar di terra e il segnale "Rilevamento" su comando dell'MFKZ fu coinvolta un'installazione speciale, che a causa di un guasto non era riuscita a entrare in modalità operativa. Il missile fu rilevato. Il più recente missile di difesa aerea (S-200) e vennero lanciati due missili: il primo in modalità telemetria, il secondo - in combattimento. A tempi e traiettorie noti del missile Meteorit in volo fu distrutto solo da frammenti del secondo antimissile. A causa dell'uso di un solo falso bersaglio installato, il primo missile si allontanò dal LC".
Durante il test della versione aero-lanciata del missile ("Meteorit A"), l'aereo Tu-95MA con un missile sul pod esterno decollò da uno degli aeroporti vicino Mosca, diretto verso la zona di lancio dell'SCR, ed eseguì il lancio e tornò alla base. Il missile aveva effettuato un volo lungo un percorso chiuso di diverse migliaia di chilometri. I risultati dei test confermarono la possibilità tecnica di creare diversi tipi di complessi di base con un ulteriore RCDS strategico.
Oltre ai sistemi missilistici strategici basati su unità tali e aerei, la Machine-Building Research and Production Association stava lavorando ad altre applicazioni del missile Meteorit. Tra questi: un sistema di ricognizione e attacco con un missile da crociera Meteorit-P mobile terrestre e marittimo, nonché un intercettore bersaglio aria-aria a lunghissimo raggio dotato di missili guidati "aria-aria".
Il missile 3M-25 non fu schierato su lanciatori terrestri e aerei, poiché in base al trattato internazionale, i missili terrestri e aerei a medio e corto raggio dovevano essere distrutti.
In occidente, il complesso Meteorit-M venne designato SS-N-24 "Scorpion", "Meteorit-N" - SSC-X-5, "Meteorit-A" - AS-X-19.

Composizione: 

Il missile supersonico Meteorit era stato realizzato secondo lo schema aerodinamico "anatra" con un'ala a forma di freccia pieghevole e impennaggi verticali pieghevoli. Il missile aveva una velocità di volo di 3.500 km/he un raggio d’azione di circa 5000 km. La sua tangenza di volo era di 22-24 km.
Il motore a turbogetto KR-23 era in grado di operare in un'ampia gamma di condizioni di volo: velocità da 0,4 a 3 Mach e altezza di volo da 0 a 24 km. Il KR-23 fu sviluppato dal Design Bureau della Ufa Engine Building Association. La presa d'aria del motore in volo era posta nella parte inferiore della fusoliera.
L'impianto di alimentazione della fase di crociera era dotato di un serbatoio di carburante da 2800 litri diviso in cinque sezioni, che consentiva di mantenere allineato il missile durante il consumo del carburante. Il serbatoio aveva un sistema di sovralimentazione a due stadi. Durante il volo ad alta quota, le temperature del carburante e dell'RC generalmente scendevano sotto i -50°, il che aveva causato problemi con il lancio del TRD. Per ovviare a questa situazione, venne introdotto nel sistema un ulteriore serbatoio di carburante di avviamento riscaldato con una capacità di cinque litri, che garantiva un avviamento affidabile del motore. Il KR-23 utilizzava un sistema di controllo elettro-idraulico automatico combinato, che includeva un regolatore analogico elettronico R-93A e un regolatore della pompa del carburante HP-93A, che aveva un canale di ridondanza per fornire carburante al motore in caso di guasto del sistema principale.
L'elevata portata specifica all'ingresso del motore, tenendo conto della massa e delle dimensioni richieste, aveva portato alla necessità di nuove soluzioni tecniche nella progettazione del TRD. Il risultato fu una camera di combustione compatta con un campo di temperatura normale. Quando durante i test furono riscontrate velocità transoniche, soluzioni progettuali di successo consentirono di potenziare il motore senza modificarne il design. La maggiore trazione fu ottenuta dal generatore di gas e dall'aumento della velocità del motore grazie all'assenza di un post-combustore, nonché all'aumento della temperatura del gas davanti alla turbina. Un'altra soluzione tecnica unica era il sistema di avviamento TRD con l'ausilio di un avviatore a combustibile solido. I progettisti, in una struttura dal peso rigido furono in grado di implementare la tecnologia di un motorino di avviamento a combustibile solido, che in otto-dieci secondi erogava l’80% della potenza del motore.
Il raggiungimento di una bassa visibilità radar fu fondamentale per migliorare le capacità rivoluzionarie della difesa aerea del missile. Venne ideata una nuova installazione elettronica speciale, che non aveva analoghi al mondo. Il suo principio di funzionamento era basato sull'effetto dell'assorbimento di radiazioni elettromagnetiche esterne. I risultati degli sviluppi scientifici e degli esperimenti sul camuffamento dei veicoli spaziali ad altitudini superiori a 100 km furono utilizzati per progettare il sistema elettronico. Tali esperimenti furono condotti dal Central Design Bureau e dal Thermal Process Research Institute (ora Keldysh Research Center). Tuttavia, la messa a punto di un sistema elettronico di bordo per mascherare un aereo relativamente grande, che era un missile da crociera che volava a un'altitudine di 20-25 km, era un compito completamente nuovo e complesso. Anche il lavoro di ricerca e sviluppo non era mai stato svolto prima in questo settore. I calcoli avevano dimostrato che l'impianto elettronico avrebbe avuto un elevato consumo di energia e alta tensione presso gli organi esecutivi. Ciò creò ulteriore complessità nelle condizioni di alimentazione di bordo limitata al missile da crociera e la necessità di garantire la compatibilità elettromagnetica del sistema elettronico speciale con altri sistemi elettronici radio.
Lo sviluppo dell'unità elettronica venne effettuato dall'Istituto di ricerca sui processi termici sotto la guida di Vitaly Ievlev, membro corrispondente dell'Accademia delle scienze dell'URSS. L'unità era stata progettata e aveva superato una serie completa di test di volo al banco e sul campo. Durante i test di volo del missile Meteorit, all'accensione dell'unità elettronica sugli indicatori del radar di difesa aerea, fu osservata una diminuzione della luminosità del segno del bersaglio, tracciamento instabile e perdita del segnale.
La ridotta visibilità radar del missile era anche dovuta all'eliminazione di taglienti rotture superficiali, ampie aperture di ali e stabilizzatori, l'uso diffuso di materiali e rivestimenti radio-assorbenti, l'uso di speciali reti riflettenti all'interno del canale di aspirazione dell'aria del motore. L'uso di materiali e rivestimenti radio-assorbenti, nonché una speciale unità elettronica, consentirono una riduzione della superficie di diffusione effettiva del missile di due o tre ordini di grandezza, a seconda della lunghezza d'onda del radar irradiante. Per ridurre la visibilità del missile nella gamma IR dello spettro delle radiazioni, era stato installato uno speciale ugello sul motore che forniva una schermatura dalla radiazione infrarossa dell’ugello di scarico del motore.
Il missile era dotato di un sistema di protezione radiotecnica di bordo, che includeva un ricevitore a banda larga di segnali provenienti da radar nemici operativi, una stazione di interferenza attiva (ALS) e falsi bersagli trainati. Nel corso del volo, a seconda della situazione del radar e della minaccia dei mezzi di fuoco della difesa aerea, doveva essere attivato uno speciale sistema elettronico, dovevano essere utilizzati SAP e falsi bersagli trainati. Per la prima volta, esche trainate furono montate su un missile da crociera supersonico. Era necessario risolvere i problemi associati alla separazione e al dispiegamento di una fune di traino lunga circa 100 m a velocità supersonica.
Un altro sistema fondamentalmente nuovo progettato per il missile Meteorit era il sistema di navigazione su mappe radar (SNRC "Kadr"). Questo sistema doveva funzionare in combinazione con il sistema di controllo inerziale del missile e correggere periodicamente la traiettoria di volo del missile confrontando l'immagine radar osservata in volo con l'immagine di riferimento disponibile sul computer di bordo. La difficoltà nella realizzazione di un tale sistema era dovuta alla variabilità delle caratteristiche di riflessione del terreno nelle diverse condizioni stagionali e meteorologiche. Il SNRC "Kadr" fu progettato e testato con successo. Il principale progettista del sistema di controllo missilistico era l'Elektropribor Design Bureau (Chief Designer Vladimir Sergeev) e il sistema di correzione era l'Istituto di ricerca di strumenti di precisione (Chief Designer Yuri Kozko).
Il missile sottomarino ZM-25 ("Meteorit-M") era dotato di uno speciale stadio superiore con due motori a razzo liquido RD0242 con ugelli rotanti. Il motore RD0242 con la spinta di 12 tonn del circuito chiuso con post-combustione del gas del generatore di gas ossidante era stato sviluppato da KBHA (Voronezh Chemical Automation Design Bureau) nel periodo 1977-1988. Il tempo di funzionamento dei motori della fase di avviamento e accelerazione era di 32 secondi. Il peso al lancio del missile era di 12.650 kg (6.380 kg senza acceleratore). La versione aerea di Meteorit-A aveva un acceleratore a combustibile solido in coda.
Il progetto di riequipaggiamento del sottomarino Project 667A con il sistema missilistico Meteorit-M (progetto 667M, cifratura Andromeda) prevedeva il posizionamento di 12 lanciatori con missili 3M-25, posizionati nello spazio inter-combinato ad un angolo di 45°. Le dimensioni significative dei contenitori missilistici avevano un impatto significativo sull'aspetto architettonico e strutturale del sottomarino. Nell'area dei contenitori missilistici (sui lati nella parte centrale del PL) la larghezza dello scafo esterno era stata aumentata da 11,7 m a 15,0 m. Il diametro del robusto scafo in quest'area, al contrario, era stato ridotto rispetto al diametro dei compartimenti missilistici smantellati. La lunghezza dell’unità navale era aumentata di 20 m. Nei nuovi scomparti 4 e 5 l'attrezzatura di preparazione pre-lancio e lancio "Clover", AU KSPPO "Korshun-44", sistemi pneumatico-idraulici KSPPO, e nel terzo (5-bis) - furono collocati locali residenziali e pubblici per l'equipaggio. Al posto centrale erano state realizzate alcune riconfigurazioni in relazione all'installazione di un nuovo sistema di controllo per il sistema di armi missilistiche, un nuovo sistema di navigazione "Tobol-AT", un complesso di strutture di comunicazione radio "Lightning-LM1" e un complesso idro-acustico " Rubicone". Per mantenere il sottomarino nel corridoio di lancio durante il lancio, fu installato il sistema di controllo Bor, un complesso di strutture di comunicazione radio "Lightning-LM1" e un complesso idroacustico "Rubicon". Per mantenere la barca nel corridoio di lancio durante il tiro al volo, è stato installato il sistema di controllo Bor. 
Il KR 3M-25 venne immagazzinato in un container PL con console dei parafanghi ripiegate e motore sigillato. Poteva essere lanciato da una profondità di 40 metri ad una velocità fino a 10 nodi. Prima di partire, il contenitore veniva riempito d'acqua e per aprire il coperchio veniva confrontata la pressione dell'acqua nel contenitore con quella esterna. Allo stesso tempo, il missile stesso veniva gonfiato (per evitare deformazioni). Lo stadio booster portava il missile in superficie e si separava dal missile dopo aver raggiunto la velocità di volo specificata e aver avviato il motore di crociera.
L'equipaggiamento del lanciatore SM-290 veniva montato in un contenitore con coperchio e guida. All'interno del contenitore erano presenti un meccanismo di fissaggio, serrature anteriori, centrali e inferiori (che fornivano una posizione stabile del missile durante il suo funzionamento) e guide. Le guide erano realizzate con metodo ad estrusione con tolleranze minime sulle superfici di lavoro di acciai resistenti alla corrosione ad alta resistenza. Le sezioni delle guide poste nelle zone alla base del missile caricato, erano realizzate in versione elastica e provvedono alla riduzione dei sovraccarichi trasversali che arrivavano al missile, ai valori ammissibili. Sulla flangia del meccanismo di fissaggio era installata la forcella di sospensione mobile addizionale con valvole pneumatiche, che forniva l'attracco (sganciamento) e valvole pneumatiche durante il caricamento e il lancio del missile. Nella nicchia del contenitore era presente un meccanismo per tirare indietro la spina elettrica, che tirava e tratteneva la tavola durante il lancio del razzo. Il meccanismo di sgancio anteriore era fissato sul coperchio del contenitore e veniva condotto al nastro di supporto superiore del razzo dopo il suo caricamento nel PU quando il coperchio era chiuso. Gli ammortizzatori della fibbia anteriore erano realizzati sotto forma di torsioni a doppio effetto. Prima di avviare il missile quando il coperchio veniva aperto, la fibbia anteriore veniva rimossa dal missile. La fornitura di fluido di lavoro agli attuatori veniva effettuata attraverso un manipolatore idraulico o attraverso la tubazione di riserva dalla stazione di pompaggio. In tutte le modalità operative il controllo dei meccanismi era remoto. Era prevista la possibilità di annullare la partenza in qualsiasi fase della preparazione al lancio.


….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….

La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a dare la pace per scontata:
una sorta di dono divino 
e non, un bene pagato a carissimo prezzo dopo due devastanti conflitti mondiali.  

….Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace. 
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla…

(Fonti: Web, Google, Thedrive, En.missilery, Wikipedia, You Tube)

































 

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