martedì 19 dicembre 2023

Voenno-vozdušnye sily (in russo Военно-воздушные силы): il Tupolev Tu-16 (in cirillico Туполев Ту-16, nome in codice NATO Badger) era un bombardiere bimotore a getto ad ala bassa a freccia progettato dall'OKB 156 diretto da Andrej Nikolaevič Tupolev, sviluppato in Unione Sovietica negli anni cinquanta.





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Entrò in linea circa cinque anni dopo il Boeing B-47 Stratojet statunitense, con il quale aveva molto in comune in termini di capacità complessive, ma un'architettura totalmente differente: decisamente "tradizionale" per quanto riguarda la fusoliera, molto avanzata nel campo della propulsione grazie a due soli motori di elevata potenza. Il Tu-16 è un velivolo molto significativo perché partiva da un antenato comune, il B-29, riprodotto anche in URSS come Tu-4, rispetto al suo più diretto equivalente americano, il B-47. Il Tu-16 restava però più aderente al progetto originale, e in generale, si trattava ancora di una macchina classica, con un equipaggio numeroso e con un gran numero di cannoni difensivi.
Il tipo di propulsione però, essendo data da 2 soli reattori, era particolarmente innovativo, e lo proiettava quasi nella generazione successiva dei moderni aerei da interdizione ed attacco. Ed è proprio la disponibilità di motori tanto potenti che rendeva il Tu-16 tanto interessante, aerodinamico e sostanzialmente maturo già per la produzione in serie dopo pochi perfezionamenti.












Sviluppo

Quando la specifica per il nuovo bombardiere venne emessa nel 1950, lo Stratojet volava già da 3 anni ed è facile pensare che i requisiti venissero modellati anche in funzione di questa macchina. Per l'URSS questo non sarebbe stato sufficiente dato che gli Stati Uniti avevano basi avanzate in Europa e Giappone da cui poter colpire anche con macchine leggere il territorio sovietico, mentre quello americano, Alaska esclusa (territorio venduto a suo tempo dalla Russia), era raggiungibile a stento solo con macchine a lungo raggio, essendo necessario coprire distanze di almeno 11.000 km tra andata e ritorno (5.500 sono non casualmente il limite tra missili a medio raggio ed ICBM).
In ogni caso, la tecnologia dell'epoca non era matura per permettere di meglio, quantomeno con aerei a reazione, e il Tu-16 seguiva macchine sperimentali come l'Ilyushin Il-22 e il Sukhoi Su-10, oltre che velivoli a corta autonomia come l'Il-28 e il Tu-14. A quest'ultimo doveva sicuramente molte delle conoscenze tecniche accumulate con la progettazione di motori a reazione, e anzi si può credere che il velivolo fosse una sorta di evoluzione del progetto con ali a freccia con potenza e pesi incrementati.
Il nuovo progetto Tupolev si scontrò con altri, quali il Baade B-150 (lo Junkers EF.150 tedesco), l'Il-30 e l'Il-46. Il Tu-16 si chiamava originariamente Tu-88, e riprendeva le caratteristiche di alcuni altri progetti, quali la fusoliera del Tu-85 e le ali a freccia studiate per il Tu-82 e 86, modelli progettati nel 1949. Grazie a due motori Mikulin M 209, poi ridesignati AM-3, capaci già di una spinta originaria di oltre 6.000 chili, il prototipo volò già il 27 aprile 1952.
Estremamente semplice ed elegante, entrò subito in produzione riducendo il vantaggio temporale del B-47, visto che i problemi di sviluppo, se ci furono, non richiesero certo soluzioni complesse. Già alla parata del 1954 vennero mostrate nove delle prime macchine, ancora di preserie, mentre 15 mesi dopo, nell'agosto del 1955, ci furono non meno di 54 aerei in volo.

Tecnica

Il Tupolev Tu-16 è un velivolo metallico, monoplano, con ali a freccia costante e motori elegantemente annegati alla base delle stesse. All'interno delle ali, che costituiscono il principale elemento di novità con la loro velatura (anche i piani di coda sono a freccia) dentro a carenature sistemate verso il bordo d'uscita, vi sono i due elementi retrattili del carrello d'atterraggio, dotati di due coppie di ruote in tandem.
Il bordo d'uscita era interamente occupato da parti mobili, alettoni nel terzo esterno e ipersostentatori in due sezioni per gli altri due settori, aiutati da alettoni ausiliari posti nel dorso dell'ala.
L'equipaggio è di 7-8 uomini, sistemati sia a prua che a poppa. A prua sono ci sono 2 piloti affiancati (che non ha comportato, malgrado questo, una riduzione della velocità significativa, che quasi raggiunge quella del B-47), navigatore ed altri 2 operatori mitraglieri; a poppa invece si sono altri due uomini di equipaggio.
Il carburante per i motori è sistemato in due grandi serbatoi in fusoliera, uno davanti e l'altro dietro il vano porta-bombe, capace di circa 9.000 kg di ordigni e molto ampio, per potere essere anche un valido sistema per trasportare armi convenzionali in quantità, come 16-18 bombe da 500 kg.
Le armi difensive comprendono due torrette a bassissima resistenza aerodinamica, simili a quelle del B-29 ma armate di due cannoni NR-23, almeno una parte in posizione semi-retrattile. Anche la coda ha una postazione assistita da un radar con due cannoni, ma qui esiste anche un operatore umano che la presiede con un'ampia vetratura.
Il sistema avionico varia molto; alcuni esemplari hanno un radar di ricerca ventrale, con il muso vetrato, altri hanno il muso solido, occupato interamente da un dielettrico che nasconde una grande antenna radar per la ricerca antinave. Curiosamente, un altro cannone è spesso disposto, fisso, nel muso; probabilmente serviva per eventuali incontri con pattugliatori marittimi nemici.
Il Tupolev aveva il vantaggio di una grande semplificazione di impiantistica e manutenzione rispetto al quasi contemporaneo B-47, della stessa classe ma leggermente più pesante, in quanto la spinta complessiva, analoga, era ottenuta con soli due motori, contro i ben sei dell'americano.
I motori erano poi elegantemente affogati alla radice della ali stesse, sebbene così fossero un po' meno raggiungibili per la manutenzione. Il carburante, in uno dei modelli più recenti, il Tu-16K Badger-G9, ammontava a ben 42.950 litri, sia nella fusoliera che (a differenza dello Stratojet) nei serbatoi letteralmente disposti dentro tutta la lunghezza delle ali. Era disponibile anche la sonda per il rifornimento in volo, per la prima volta su di un aereo sovietico operativo.
Le dotazioni elettroniche variavano moltissimo a seconda del modello e comprendevano ECM, radar di scoperta e navigazione, radar telemetrici per le torrette di coda e molto altro ancora.

Versioni:
  • Tu-88 "Badger": prototipo, tre esemplari prodotti. Volò per la prima volta il 27 aprile 1952.
  • Tu-16 "Badger-A": primo modello di serie, con poche differenze rispetto agli ultimi due prototipi. Due aerei di questa serie furono modificati per stabilire un record di velocità a circuito chiuso di 1000 km con 913 km/h.
  • Tu-16A "Badger-A": la A dopo il numero deriva da Atom, versione predisposta per attacchi nucleari.
  • Tu-16G: assegnato all'Aeroflot per l'addestramento degli equipaggi dei Tupolev Tu-104 (la G sta per il russo versione civile).
  • Tu-16(K) Korvet: versione specializzata per il soccorso in mare, con motoscafi radiocomandati Fregat paracadutabili vicino agli obiettivi. Si trattava di una soluzione ingegnosa e radicale rispetto a qualunque altra tecnica di soccorso in mare, specie se si considera che si avvaleva di un veloce aerojet. Nel 1988 i battelli furono ammodernati sostituendoli con modelli Yersh.
  • Tu-16LL/P Jolka: bombardieri convertiti come banchi prova volanti per motori ed apparati elettronici.
  • Tu-16N "Badger-A": versione aerocisterna con sistema a tubo flessibile per il collegamento con le sonde poste sulle estremità alari degli altri Badger.
  • Tu-16T "Badger-A": il "Badger" diede addirittura vita ad un ultimo interessante modello che chiuse l'epopea degli aerosiluranti, grazie ai RAT-52 a razzo. Successivamente i siluri continuarono ad essere usati dagli aerei, ma solo nel ruolo antisom. Questa versione poteva portare anche mine.
  • Tu-16KS-1 "Badger-B": simile al precedente, ma provvisto di agganci ed elettronica per l'uso di due missili antinave AS-1 Kennel (Mikoyan KS-1 Kometa III).
  • Tu-16K-10 "Badger-C": dotato di un grande radar "Puff Ball" anteriormente e dotato di missili KS-10 (AS-2 Kipper)
  • Tu-16K-26: aggiornamento della versione precedente, con missili K-26 (AS-6 Kingfish).
  • Tu-16E/R/P "Badger-D/E/F": modelli da ricognizione elettronica; il primo serviva anche come aereo di mezzaguida per i missili antinave lanciati da lunghe distanze.
  • Tu-16K-11 "Badger-G": modello modificato per l'uso dei missili K-11 (AS-5 Kelt), esportato anche in Egitto ed Iraq.
  • Tu-16K-26: come il precedente, ma destinato ai soli AS-6 Kingfish.
  • Tu-16PP "Badger-H": modello per la guerra elettronica dotato di lanciatori di chaff in grande quantità.
  • Tu-16RM "Badger-J": dotato di disturbatori attivi per ECM di tipo offensivo, a lungo raggio, era una macchina per la guerra elettronica più evoluta del precedente.
  • Tu-16P "Badger-K/L": versioni da ricognizione elettronica e fotografica.
  • Tu-104 "Camel": la velatura e i motori del Tu-16 vennero usati per questo primo aereo da trasporto a reazione sovietico, ma la cosa non ebbe molto successo.

Versione cinese

H-6: nel 1957 la Cina ottenne un Tu-16 smontato e tutta la documentazione tecnica per la sua realizzazione su licenza. Il prototipo volò già nel 1959, ma impiegò molto tempo ad entrare in servizio operativo, e alla fine degli anni ottanta la produzione, passata a vari aggiornamenti, era stata di circa 100-120 esemplari. Il modello H-6D era dotato di missili Silkworm, elaborazione locale degli Styx. Di questi, quattro esemplari sono stati esportati anche in Iraq.

Impiego

Entrato in linea già nel 1954-55, il "Badger" è stato un importante protagonista della guerra fredda. Impiegato per l'attacco nucleare, la ricognizione marittima ed elettronica e l'attacco con missili stand-off di vari e migliorati modelli antinave o da attacco terrestre, il Tu-16 si è rivelato longevo, affidabile e molto manovriero.
L'unica pecca è stata la presenza di troppe torrette difensive, che lo hanno solo appesantito in quanto quella caudale era certamente sufficiente. Curiosamente, anche i modelli avanzati non hanno rinunciato alle torrette difensive, nonostante il fatto che i missili rendessero queste ultime piuttosto anacronistiche.
Il "Badger", grazie al modello Tu-104, ha tentato anche l'impiego come macchina civile, data la spaziosità della fusoliera già nel modello originale e l'efficienza dei motori e della velatura; il risultato però era un velivolo troppo piccolo e rumoroso per essere ben accetto. Divenne tuttavia la base dell'industria dei jet civili sovietici.
I cinesi hanno impiegato largamente il "Badger" come macchina strategica e lo usano ancora oggi. Comparato al B-47, è leggermente inferiore come velocità e autonomia, ha più armi difensive, ed è entrato in linea un po' in ritardo, si pilota certamente meglio e con più sicurezza e non soffre di sotto-potenziamento. La sua stabilità è evidenziata anche dalla possibilità di trasportare forti carichi asimmetrici come i missili AS-6 sotto un'ala (oltre 5 tonnellate); nell'insieme si è dimostrato un apparecchio longevo e versatile.
Gli esemplari egiziani, 30 in tutto, vennero impiegati nel corso della guerra civile dello Yemen del Nord, ma furono tutti distrutti nella guerra dei Sei Giorni da attacchi al suolo degli israeliani. Fino a quel momento erano i più potenti aerei d'attacco presenti in Medio Oriente. In seguito ne furono forniti altri e combatterono nella guerra del Kippur del 1973.
Anche l'Iraq ha comprato aerei di questo tipo, sia sovietici che cinesi, e ne ha fatto largamente uso. Anche l'Indonesia ha avuto alcuni Tu-16 nelle sue file.

I missili del Tu-16

Il "Badger" poteva utilizzare numerosi missili aria-superficie di crociera, che ne aumentarono di volta in volta l'efficienza e la possibilità di superare le difese aeree nemiche. Il concetto di "incrociatore lanciamissili", come riportato dalla propaganda sovietica, era in effetti un settore in cui i sovietici, malgrado la decisa inferiorità iniziale in termini di tecnologia propulsiva ed elettronica rispetto agli statunitensi, hanno insistito e massicciamente investito.
Il Tu-16 aveva così la capacità di lanciare missili potenti su ogni tipo di obiettivo, navale ed aereo, sia nucleari come convenzionali, riuscendo a restare un valido bombardiere d'attacco per molti anni ancora dopo che la fine del bombardamento "convenzionale", decretata dalle difese missilistiche e da caccia ad alte prestazioni, lo avrebbe altrimenti reso obsoleto.
Di seguito c'è un breve elenco dei missili che potevano essere montati sul Tu-16:
Mikoyan KS-1/"AS-1 Kennel": primo modello di missile cruise aria-terra sovietico, utile per l'attacco antinave e con ben 100 km di gittata. Aveva una guida radar, probabilmente solo semiattiva. La gittata era superiore a quella dei missili antiaerei navali dell'epoca, anche se il sistema di guida non era ancora del tutto soddisfacente. La sua struttura ricordava quella di un caccia-jet, con una presa d'aria sul davanti e una velatura simile a quella di un MiG-15. Due esemplari potevano essere alloggiati sotto le ali dei Tu-16 "Badger-C". In seguito fu relegato ai lanci da difese costiere e all'uso come aerobersaglio, due impieghi che ne resero utili le cellule anche quando come arma di lancio da bombardieri erano caduti ormai in disuso.
Ks-10/"AS-2 Kipper": se il modello precedente non era del tutto soddisfacente in termini di gittata e di guida, il Kipper era diverso e più complesso, dotato di un turbogetto esterno, con un'aerodinamica capace di sostenere velocità supersoniche.
Le testate potevano essere sia nucleari che convenzionali e il sistema di guida era radar-attivo. La sua massa di 4.400 kg rendeva praticamente possibile il trasporto solo sotto la fusoliera, quindi un solo esemplare poteva essere alloggiato per aereo. Somigliava a progetti simili dell'epoca, come l'Hound Dog statunitense. Non ebbe molto successo e non durò molto in servizio, dal momento che un unico missile era considerato insufficiente, come anche le prestazioni non erano migliori del predecessore.
AK-11/"AS-5 Kelt": derivazione a razzo del Kennel, era superiore nelle prestazioni, sia in velocità, leggermente supersonica, che nella gittata, ora di 120–250 km a seconda della quota di crociera. Utilizzato sia con testate nucleari che convenzionali, aveva sistemi di guida radar attivi e passivi. Impiegato nella guerra del Kippur, dove distrusse due centri radar israeliani e un deposito. Furono abbattuti alcuni Kelt (non è chiaro quanti di quelli che non giunsero a destinazione) e un unico Tu-16, cosa che conferma l'aumento delle probabilità di sopravvivenza grazie all'uso di armi stand-off.
K26/"AS-6 Kingfish": era il missile da crociera definitivo per il "Badger", dotato di velocità supersoniche/ipersoniche, gittata fino ad oltre 300 km, testata nucleare o convenzionale, sistemi di guida radar attivi o passivi. Era pesante oltre 5.000 kg e lungo oltre 10,5 metri, ma l'aereo era in grado di trasportarlo sotto l'ala malgrado lo squilibrio causato. Quest'arma è rimasta relegata al Tu-16, nonostante fosse più moderna dell’As-4.

Incidenti notevoli

Il 25 maggio 1968 un Tu-16 Badger-F sovietico pilotato dal colonnello Andrey Pliyev avvicinò la portaerei USS ESSEX della US NAVY. Il Tu-16 effettuò quattro passaggi, e nell'ultimo un'ala tagliò il mare e si schiantò senza sopravvissuti. Parti di tre corpi furono recuperate dagli Stati Uniti nel Mar di Norvegia.
Il 1° febbraio 1971 un laboratorio in volo Tu-16 modificato si schiantò durante il test di un nuovo motore a reazione, provocando la morte dell'intero equipaggio, compreso il pilota collaudatore.
Il 28 agosto 1978 uno dei primi modelli Tu-16 si schiantò sull'isola Hope alle Svalbard, Norvegia. Tutti e sette i membri dell'equipaggio perirono nell'incidente. Fu scoperto da una squadra norvegese di previsioni meteorologiche composta da quattro uomini. I sovietici rifiutarono di ammettere la perdita dell'aereo finché non furono loro consegnati i corpi dell'equipaggio. La Norvegia trascrisse il contenuto del registratore di volo nonostante le obiezioni del governo sovietico.
Il 27 giugno 1980 un Tu-16 Badger sovietico si schiantò su un Tokyo Expressbase aerea di Komatsu nella prefettura di Ishikawa nel Mar del Giappone. Non ci furono sopravvissuti. I resti di tre membri dell'equipaggio furono recuperati dalla nave della JMSDF Nemuro.

Specifiche (Tu-16)

Caratteristiche generali:
  • Equipaggio: 6-7
  • Lunghezza: 34,80 m (114 ft 2 in)
  • Apertura alare: 33,00 m (108 ft 3 in)
  • Altezza: 10,36 m (34 ft 0 in)
  • Superficie alare: 165 m2 (1.780 piedi quadrati)
  • Peso a vuoto: 37.200 kg (82.012 lb)
  • Peso lordo: 76.000 kg (167.551 libbre)
  • Peso massimo al decollo: 79.000 kg (174.165 libbre)
  • Motore: 2 × Mikulin AM-3 M-500 turbogetti, 93,2 kN (21.000 lbf) di spinta ciascuno.

Prestazioni:
  • Velocità massima: 1.050 km/h (650 mph, 570 kn)
  • Autonomia: 7.200 km (4.500 mi, 3.900 nmi)
  • Tangenza: 12.800 m (42.000 piedi)
  • Carico alare: 460 kg/m²2 (94 lb/sq ft)
  • spinta/peso: 0,24.

Armamento:
  • Armi: 6–7 × 23 mm Afanasev Makarov AM-23 cannoni, due ciascuno in torrette remote dorsali e ventrali e torretta di coda con equipaggio, con l'aggiunta occasionale di una fissata in avanti nel muso
  • Punti d'attacco: 2 punti d'attacco sottostanti per i missili e un vano bombe per missili o bombe (a seconda della variante);
  • Missili:
  • Badger-B 2 × Raduga KS-1 Komet (AS-1 Kennel sui punti d'attacco sottostantimissile antinave)
  • Badger-C 1 × Raduga K-10S (AS-2 Kipper ) missile antinave semi-incassato nel vano bombe
  • Badger-C/G 2 × Raduga KSR-2 (AS-5 KeltAS-6 Kingfish (Raduga KSR-5) o missile antinave sui punti d'attacco sottostanti
  • Bombe: Badger-A + versioni di esportazione 9.000 kg (20.000 libbre) di armi a caduta libera.


Ripensare la guerra, e il suo posto
nella cultura politica europea contemporanea,
è il solo modo per non trovarsi di nuovo davanti
a un disegno spezzato
senza nessuna strategia
per poterlo ricostruire su basi più solide e più universali.
Se c’è una cosa che gli ultimi eventi ci stanno insegnando
è che non bisogna arrendersi mai,
che la difesa della propria libertà
ha un costo
ma è il presupposto per perseguire ogni sogno,
ogni speranza, ogni scopo,
che le cose per cui vale la pena di vivere
sono le stesse per cui vale la pena di morire.
Si può scegliere di vivere da servi su questa terra, ma un popolo esiste in quanto libero, 
in quanto capace di autodeterminarsi,
vive finché è capace di lottare per la propria libertà: 
altrimenti cessa di esistere come popolo.
Qualcuno è convinto che coloro che seguono questo blog sono dei semplici guerrafondai! 
Nulla di più errato. 
Quelli che, come noi, conoscono le immense potenzialità distruttive dei moderni armamenti 
sono i primi assertori della "PACE". 
Quelli come noi mettono in campo le più avanzate competenze e conoscenze 
per assicurare il massimo della protezione dei cittadini e dei territori: 
SEMPRE!
….Gli attuali eventi storici ci devono insegnare che, se vuoi vivere in pace, 
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
La difesa è per noi rilevante
poiché essa è la precondizione per la libertà e il benessere sociale.
Dopo alcuni decenni di “pace”,
alcuni si sono abituati a darla per scontata:
una sorta di dono divino e non, 
un bene pagato a carissimo prezzo dopo innumerevoli devastanti conflitti.…
…Vorrei preservare la mia identità,
difendere la mia cultura,
conservare le mie tradizioni.
L’importante non è che accanto a me
ci sia un tripudio di fari,
ma che io faccia la mia parte,
donando quello che ho ricevuto dai miei AVI,
fiamma modesta ma utile a trasmettere speranza
ai popoli che difendono la propria Patria!
Signore, apri i nostri cuori
affinché siano spezzate le catene
della violenza e dell’odio,
e finalmente il male sia vinto dal bene…

(Fonti: https://svppbellum.blogspot.com/, Web, Google, Wikipedia, You Tube)







































 

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