giovedì 23 aprile 2020

I SORVOLI DI DRONI OSTILI SUGLI AEROPORTI di London-Gatwick e Heathrow: alcuni sistemi messi a punto da Leonardo, Elettronica e Rafael



I droni ostili sono una delle minacce in più rapida crescita e presentano gravi problemi di sicurezza. Gli attacchi terroristici, la criminalità, gli attacchi a sciami di droni autonomi stanno aumentando giorno per giorno in tutto il mondo. Queste minacce includono anche droni che volano vicino agli aeroporti, mettendo in pericolo i voli civili e la vita dei passeggeri.

I SORVOLI DI DRONI SUGLI AEROPORTI di London-Gatwick e Heathrow

Diversi sistemi anti-drone al mondo sono stati messi a punto perché, non molto tempo fa, il traffico aereo dell’aeroporto di Londra-Gatwick è stato interrotto per oltre 36 ore a causa dell’intrusione di un numero non precisato di velivoli a pilotaggio remoto (APR-UAV) di piccole dimensioni, penetrati all’interno del perimetro di competenza dell’autorità aeroportuale. Scotland Yard decise subito di bloccare le attività dello scalo per ragioni di sicurezza. L’intrusione mise in luce la sostanziale impreparazione del dispositivo di sicurezza dell’aeroporto inglese (e quello di quasi tutti al mondo) ad affrontare questa nuova tipologia di minaccia. Dopo aver dispiegato 20 squadre di agenti, che non sono riusciti a individuare e a identificare i velivoli, le forze di polizia hanno richiesto l’intervento del Royal Army. I militari, accanto al supporto logistico, hanno fornito alcuni sniper al fine di individuare e neutralizzare gli aeromobili ostili in maniera convenzionale. Dopo una breve valutazione, tuttavia, l’ipotesi di abbattere i velivoli è stata accantonata, a fronte dei rischi derivanti da una possibile caduta dei proiettili, nonché dell’eventuale drone colpito (che avrebbe potuto eventualmente trasportare esplosivo), all’interno del centro abitato circostante. Nonostante le indagini serrate, gli UAV ed i loro piloti, non sono stati  identificati. Gli inquirenti hanno escluso potesse trattarsi di uno sconfinamento dettato da un semplice errore umano, e parlano chiaramente di un atto deliberato di disturbo. Le intrusioni all’interno dello spazio aereo di Gatwick, avvenute a più riprese nell’arco della stessa giornata, hanno causato la cancellazione di oltre 800 voli, costringendo a terra più di 140.000 passeggeri, per un danno economico complessivo stimato intorno ai 25 milioni di dollari. A distanza di tre settimane, in data 8 gennaio 2019, la stessa dinamica si è ripetuta presso l’aeroporto di Heathrow, il primo scalo del Regno Unito, dove l’avvistamento di un UAV non identificato è bastato a bloccare il traffico per circa un’ora. In tale circostanza, la polizia inglese ha impiegato alcuni propri velivoli a pilotaggio remoto per operazioni di ricognizione e identificazione, che tuttavia hanno contribuito soltanto a creare ulteriore confusione, ostacolando la disamina della situazione. Anche in questo “Le intrusioni all’interno dello spazio aereo di Gatwick hanno causato la cancellazione di oltre 800 voli, costringendo a terra più di 140.000 passeggeri, per un danno economico stimato intorno ai 25 milioni di dollari.” 
La prossimità temporale dei due episodi ha avuto come immediata conseguenza l’innalzamento del livello d’allerta nei confronti di questa inedita tipologia di minaccia, nonché un complessivo peggioramento della percezione del rischio all’interno del Paese, con specifico riferimento alle infrastrutture critiche. Gli episodi di Gatwick e Heathrow rappresentano due case-studies estremamente preziosi, non solo per la Gran Bretagna, dal momento che contengono lezioni fondamentali per l’adeguamento dei sistemi di sicurezza pubblica al continuo evolversi delle minacce. 
Nonostante la legislazione vigente, le misure sinora adottate non sono state sufficienti ad impedire le recenti intrusioni. L’azione scoordinata e inefficace delle forze di polizia nel gestire l’emergenza di Gatwick ha, infatti, evidenziato l’urgente necessità di sviluppare una specifica dottrina di contrasto, che coinvolga e coordini l’operato non soltanto delle forze dell’ordine, ma anche degli apparati di sicurezza privata di ciascun aeroporto. I profili di rischio associati ai mini-droni sono estremamente specifici e richiedono pertanto precise strategie di contrasto, che devono partire da un’attenta analisi delle loro peculiarità tecniche. Si tratta, innanzitutto, di dispositivi di facile reperibilità, spesso destinati ad uso ludico, che possono essere acquistati sul mercato per poche centinaia di euro. Oggigiorno, la difficile tracciabilità degli acquisti online, nonché la capillare “Gatwick e Heathrow rappresentano due case-studies preziosi, non solo per la Gran Bretagna, dal momento che contengono lezioni fondamentali per l’adeguamento dei sistemi di sicurezza pubblica al continuo evolversi delle minacce.
Come dimostrato dall’esperienza di Gatwick e Heathrow, i droni di piccole dimensioni risultano difficilmente identificabili, dal momento che dispongono di una firma radar estremamente ridotta, che non può essere rilevata dai normali dispositivi di riconoscimento posti a monitoraggio del traffico aereo. Nonostante il sistema di pilotaggio remoto richieda generalmente che l’UAV rimanga all’interno del campo visivo del pilota, o per lo meno ad una distanza non superiore ad 1 km, oggi è possibile impostare preventivamente il percorso del drone mediante un tracciato GPS, consentendogli di operare in completa autonomia e garantendo all’operatore il massimo della copertura. Onde evitare lo sconfinamento all’interno di perimetri sensibili, la maggior parte degli UAV è dotata di ‘geo-fences’, ovvero barriere virtuali, operanti tramite segnale GPS, che impediscono ai droni di sorvolare luoghi sensibili quali aeroporti, ambasciate, basi militari o istituzioni pubbliche. Nonostante tali misure di sicurezza stiano progressivamente diventando obbligatorie per tutti i dispositivi commercializzati in Europa, le geo-fences possono essere facilmente disabilitate tramite software anche da individui sprovvisti di competenze informatiche specialistiche. La versatilità, la reperibilità, nonché la facilità d’impiego, rendono i droni una tecnologia particolarmente adatta ad azioni criminali o terroristiche. Una delle principali modalità attraverso cui un mini-UAV può effettuare un attacco prevede la dispersione sulla folla di materiale esplosivo, chimico o batteriologico. In occasione degli ultimo mondiali di calcio, un gruppo jihadista aveva diffuso un video in cui si paventava un attacco sistematico nei confronti degli stadi di Mosca, compiuto tramite droni esplosivi. 
Tra le principali tecnologie C-UAS attualmente sul mercato, ricordiamo ad esempio il sistema DRONE DOME prodotto dall’israeliana Rafael Advanced Defence Systems di cui si sta dotando “Sul fronte tecnologico, oggi le principali industrie della difesa, ma anche un nutrito network di piccole-medie aziende e start-up, stanno cercando di adeguare la propria offerta per rispondere ad una domanda in rapida ascesa.” 6 l’aeroporto di Gatwick, o l’AUDS (Anti-UAV Defence System) schierato dal 22° reggimento SAS in occasione del matrimonio del Principe Harry, sviluppato da un consorzio di aziende inglesi. 

Sebbene gli Stati Uniti (Boeing, Battelle), e in particolar modo Israele (Rafael ADS, IAI), dominino attualmente il mercato tecnologico, l’Italia è presente con due prodotti estremamente all’avanguardia: 
  • il Falcon Shield sviluppato nel 2015 da Leonardo;
  • il sistema ADRIAN (Anti DRone Interception Acquisition and Neutralization) del gruppo Elettronica. 

IL FALCON SHIELD di Leonardo

Il sistema anti-drone “Falcon Shield" di Leonardo ha svolto un ruolo importante nella riapertura dell'aeroporto di Gatwick prima di Natale 2018. 



Con una stima di 50-70 milioni di sterline in perdite per le compagnie aeree, oltre a significativi reclami personali a carico delle compagnie assicurative, l'impatto finanziario della chiusura di 33 ore dell'aeroporto di Gatwick poco prima di Natale 2018 - a causa di una serie di spaventi con i droni - è stato significativo. Alla base di tutto ciò c'era la minaccia alla sicurezza che un drone canaglia rappresenta per un aereo, il suo equipaggio e i passeggeri - una sfida che gli operatori aeroportuali stanno affrontando frontalmente man mano che aumenta il numero di droni di proprietà privata. Secondo la British Airline Pilots Association, tra 12 aerei e droni c'erano 117 missili tra 12 mesi e novembre 2018.



Per riportare Gatwick alla piena operatività a dicembre 2018, il sistema anti-drone prodotto in Gran Bretagna "Falcon Shield" - che rileva accuratamente, traccia, identifica, geo-localizza e mitiga le minacce canaglia di droni - è stato implementato dalla Royal Air Force (RAF ) per confermare l'assenza di droni e consentire alle operazioni aeree di riprendere senza ostacoli. La sera del 20 dicembre 2018, il Falcon Shield di Leonardo è stato portato a Gatwick, schierato e gestito dalla RAF. Gli elementi integranti del sistema includono le apparecchiature di imaging termico Nerio ULR (progettate e prodotte da Leonardo a Basildon e Southampton) e il sistema Skyperion ES (fornito dalla Metis Aerospace di Lincolnshire). Operando con il sistema Leonardo, la RAF ha confermato alle autorità operative dell'aeroporto di Gatwick l'assenza di attività di droni "ostili o dannosi". Dal momento in cui Falcon Shield è stato schierato e operativo, la RAF è stata in grado di segnalare un'assenza di droni, consentendo all'aeroporto di continuare o riprendere le operazioni. Gatwick, in collaborazione con la polizia del Sussex, ha lanciato una serie di "sortite amichevoli per i test sui droni" dal 21 al 23 dicembre, tutte rilevate e segnalate dal sistema Falcon Shield. Per tutto il periodo 21-24 dicembre, Falcon Shield ha continuato a fornire alle autorità aeroportuali la garanzia che gli aeromobili potrebbero decollare e atterrare in sicurezza. Sebbene la compagnia non fosse sotto contratto al momento dell'incidente di Gatwick, Leonardo ha continuato a fornire supporto diretto in relazione agli elementi del sistema Falcon Shield gestiti dal RAF Regiment / Air Command.
La società investe circa il 10% del fatturato in Ricerca e Sviluppo e, vista la potenziale minaccia operativa per gli aeroporti e altre infrastrutture nazionali critiche, è desiderosa di continuare gli investimenti nello sviluppo di un efficace sistema schierabile insieme alla sua gamma completa di soluzioni per l'aeroporto operatori che si occupano di gestione del traffico aereo, gestione dei bagagli e sicurezza informatica.
Falcon Shield è stato successivamente schierato dalla RAF a seguito di un altro incidente con droni all'aeroporto di Heathrow l'8 gennaio 2019; per la seconda volta in meno di un mese, la RAF è stata in grado di fornire agli operatori aeroportuali l'assicurazione dell'assenza di droni utilizzando la funzione di rilevamento di Falcon Shield al massimo delle sue potenzialità.
La soluzione integrata Falcon Shield è costituita da una serie di componenti elettro-ottici, tra cui il sistema modulare a lungo raggio NERIO-LR per sorveglianza e acquisizione, il sistema di ricognizione a lunghissimo raggio NERIO-ULR che integra la telecamera termica ad alte prestazioni Horizon, nonché da una suite di piattaforme e software di comando e controllo. Tale sistema consente il rilevamento della minaccia UAV in modalità multispettrale e, attraverso l'integrazione di una capacità di attacco elettronico, permette di acquisire il controllo di un drone e di condurlo a terra in modo sicuro, senza passare necessariamente ad un ‘hard-kill’ vero e proprio, condotto tramite disturbo elettromagnetico o dinamico, riducendo notevolmente eventuali danni collaterali. 

IL SISTEMA “ADRIAN” di Elettronica

L’ADRIAN, testato dalla Polizia di Stato, frutto della stretta collaborazione tra lo stabilimento romano del gruppo e quello tedesco di Elettronica GmbH, con sede a Meckenheim, è un sistema messo a punto per l’utilizzo all’interno di aree come possono essere piazze, stadi, aeroporti o altri obiettivi sensibili, con l’obiettivo specifico di ridurre sensibilmente i rischi relativi al precipitare del velivolo colpito a terra. 



E’ costituito da cinque sensori passivi Radio Control Interceptor collegati ad una stazione di controllo, ubicata all’interno di un van e gestita da un singolo operatore, è in grado di fondere i flussi di dati (acustici, elettro-ottici e radar) tramite un sofisticato algoritmo, al fine di individuare e localizzare il velivolo ostile e il suo operatore. Una volta concluse le operazioni di identificazione, è possibile procedere con la neutralizzazione tramite l’antenna di jamming presente sul van, interrompendo la 7 comunicazione tra il velivolo e il suo pilota, anche nel caso in cui il drone sia stato programmato per seguire una traiettoria preimpostata tramite GPS. 



In generale, si tratta di sistemi di derivazione militare, dove la sensibilità dei dispositivi di rilevamento e l’estensione dell’area di copertura si traducono in costi estremamente elevati, generalmente nell’ordine dei milioni di dollari. Sino ad ora, infatti, i radar in grado di rilevare “piccoli oggetti volanti non cooperativi” erano appannaggio quasi esclusivo di società che avevano precedentemente sviluppato radar militari tradizionali per il rilevamento degli aeromobili, con un costo e una potenza (generalmente intorno ai 10W) poco adatti per il campo civile. 



E’ una soluzione articolata sulla correlazione di dati provenienti da sensori radar, elettro-ottici, acustici ed a radiofrequenza che individuano, identificano e localizzano la piattaforma ostile e l’operatore che lo pilota. L’innovativa architettura modulare dell’ADRIAN è in grado di coprire qualsiasi esigenza operativa ed è in condizione di proteggere postazioni fisse, controllare  aree vaste e di utilizzo momentaneo in occasione di grandi eventi. E’ articolato su 5 sensori passivi posti ad una distanza di 100 metri uno dall’altro con le antenne del sistema sono posizionate intorno all’area da sorvegliare e gestiti da una stazione di controllo locale concepita per essere installata su un veicolo tipo van sul cui tetto è posizionata ‘antenna del jammer. Per neutralizzare il bersaglio ADRIAN si basa sulla sua componente reattiva che consiste in un jammer estremamente sofisticato e allo stato dell’arte in grado di inibire selettivamente il drone ostile senza interferire con quelli autorizzati per procedere poi alla sua presa di controllo forzandone l’atterraggio in area protetta. La missione del drone di Elettronica consiste in due fasi che prevedono prima la sorveglianza e l’identificazione per poi passare allo jamming e alla neutralizzazione. Il sistema individua i segnali in uplink e downlink tra il velivolo ostile e il sistema di controllo remoto che lo guida) e lo localizza Il jamming di contrasto consente di inibire il link tra il radiocomando e il drone in modo selettivo sul singolo drone o multiplo in caso venissero rilevati più droni (attacco di tipo “sciame” con velivoli provenienti da diverse direzioni ma sempre mirato ai soli droni ostili. L’operatore è in grado di verificare se il drone ostile vola in modo automatico per intervenire sui suoi comandi inviando segnali falsi che gli faranno cambiare traiettoria anche facendolo cadere o forzandone l’atterraggio in un’rea sicura senza che i suoi sensori avvertano l’intromissione.

IL “DRONE DOME” di Rafael

Il “DRONE DOME™” è un sistemi di velivoli senza pilota denominato “DRFA DOME di RAFAEL C-UAS”: è una ottima soluzione “end-to-end” pronta all'uso che protegge lo spazio aereo dai droni ostili.


Il progetto messo a punto dalla israeliana RAFAEL è una “soluzione end-to-end”, che offre una copertura circolare a 360° duttile e resistente, con un tempo di risposta rapido e un alto rateo di successo, infliggendo al contempo danni collaterali minimi.
Il “DRFA DOME di RAFAEL C-UAS” fornisce una soluzione completa con l'obiettivo di applicare una zone No-Fly UAV efficace. Il sistema laser guidato da radar è in grado di identificare target sconosciuti, generare avvisi (sulla base di un generatore di regole adattabile) e operare senza causare interferenze a risorse aeree non target utilizzando la larghezza di banda jammer specifica e un'antenna direzionale avanzata. Questa è una risorsa significativa del sistema DRONE DOME quando si opera in spazi aerei altamente congestionati come aeroporti civili o militari. 
E’ un sistema modulare e può essere utilizzato come configurazione fissa o mobile, nonché personalizzato su richiesta del cliente.



Ha tempi di risposta molto rapidi, con danni collaterali minimi all'ambiente circostante e massima sicurezza per i velivoli amici. La sua architettura aperta consente l'integrazione con altri effettori e sensori.

Benefici:
  • Offre un sistema standard

  • Abilita soft e hard-kill

  • Rileva obiettivi piccoli quanto 0,002 m2, a una distanza di 3,5 km

  • Riduce al minimo i danni collaterali

  • Funziona in tutte le condizioni atmosferiche

  • Offre una configurazione modulare, adattata alle esigenze del cliente
  • 
L'architettura aperta consente l'integrazione con qualsiasi sensore, qualsiasi tiratore.


Nella fase di intercettazione basata sul laser del DRONE DOME, la persona addetta al laser riceve la posizione target dal C4I, che la alloca all'effettore laser. L'effettore quindi blocca e traccia il bersaglio e, in pochi secondi, il raggio laser viene trasmesso e distrugge il bersaglio. Il sistema può interfacciarsi con vari sistemi esterni e supporta anche future opzioni di crescita, che includono sensori ed effettori aggiuntivi.
La Rafael Advanced Defense Systems, azienda israeliana che si occupa di tecnologie di sicurezza, ha di recente diffuso un video di presentazione del nuovo sistema anti droni denominato “Drone Dome”; si tratta di una tecnologia laser mobile, che si monta a bordo di un mezzo di trasporto ed è in grado, grazie al suo raggio molto potente, di abbattere droni non autorizzati che si trovano anche a miglia di distanza.
Nel video si osservano gli effetti del laser sui malcapitati droni di turno, che per l’occasione sono stati scelti tra quelli della serie Phantom della DJI.



In particolare si nota come alcune parti della scocca siano andate in frantumi dopo l’impatto col terreno a seguito della caduta, mentre in altri punti i droni riportano i segni evidenti delle bruciature causate dal raggio laser che ha colpito e abbattuto i velivoli.
Drone Dome è un sistema completo che include anche un radar per individuare i droni e seguire in automatico i loro movimenti, tenendoli al centro del mirino per colpirli quando necessario, utilizzando non solo il raggio laser, ma volendo anche un bombardamento jammer a radio frequenze per mandare in tilt il sistema di volo del velivolo.



L’azienda dichiara che il suo sofisticato sistema antidroni può riconoscere oggetti delle dimensioni di 0,002 metri quadrati a 3,5 chilometri di distanza, un raggio di controllo che permette a Drone Dome di agire con la massima efficacia anche in caso di sciami di droni, come si vede nella seconda metà del video quando uno dopo l’altro abbatte 3 droni che volano in formazione. Il sistema C-UAS Drone Dome della Rafael ha eseguito intercettazioni di più droni ottenendo il 100% di successo. Le fasi delle intercettazioni includevano il rilevamento, l’identificazione e l’intercettazione del bersaglio con un raggio laser ad alta potenza. 



Drone Dome è una soluzione C-UAS innovativa per proteggere lo spazio aereo dai droni ostili. Completamente operativo, Drone Dome offre un’infrastruttura modulare composta da jammer e sensori elettronici, che consente il rilevamento, l’identificazione completa e la neutralizzazione di più minacce Micro e Mini UAV. Quando il C4I esegue un’identificazione positiva, il sistema assegna il bersaglio all’effettore laser, che blocca e traccia il bersaglio ed esegue l’abbattimento. Il sistema israeliano è progettato per affrontare le minacce poste dai droni ostili sia nei siti militari che civili, offrendo soluzioni avanzate per le forze di manovra e le strutture militari, la protezione delle frontiere critiche, nonché obiettivi civili come aeroporti, strutture pubbliche o qualsiasi altro sito che potrebbe essere vulnerabile alla crescente minaccia del terrorismo e dei droni.

(Web, Google, Cesi.Italia, dronezine, AnalisiDifesa, Wikipedia, You Tube)






















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