giovedì 9 aprile 2020

Il Fiat G.59 fu un aereo da addestramento monomotore monoplano ad ala bassa a sbalzo, derivato dai precedenti G.55 Centauro e G.56


Il Fiat G.59 fu un aereo da addestramento monomotore monoplano ad ala bassa a sbalzo sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Fiat Aviazione nel periodo postbellico, progettato dall'ingegnere Giuseppe Gabrielli e derivato dai precedenti G.55 Centauro e G.56.




Storia del progetto

Alla fine della seconda guerra mondiale alla Fiat si cercò di riprendere le attività nel settore aeronautico. Nei magazzini erano rimasti ancora un buon numero di G.55 in fase di realizzazione e molte parti che avrebbero dovuto assicurarne la manutenzione. Con questo materiale il G.55 venne rimesso in produzione non più come caccia ma come aereo da addestramento ottenendo degli ordini da parte della appena ricostituita Aeronautica Militare e dall'Argentina. Il buon successo dell'ordine venne seguito da ulteriori richieste che però non potevano essere più soddisfatte a causa dell'esaurimento delle scorte di motori Daimler-Benz DB 605 dei quali era dotato.
Grazie ad una serie di valutazioni comparative ottenute in base all'installazione di diversi motori sulla cellula dell'unico G.56 sopravvissuto, si ritenne che il motore più adatto ad offrire una conversione che riunisse semplicità costruttiva e convenienza economica fosse il britannico Rolls-Royce Merlin, per cui l'ingegner Gabrielli, progettista dell'originario G.55 da cui ha inizio la serie, modificò il G.55 in funzione dell'ottimizzazione del Merlin, della possibilità di trasformarlo in biposto e di aggiornarlo con le ultime specifiche tecnologiche.
Nel dopoguerra il progettista del Centauro accettò di modificarne la cellula per poter montare un motore Rolls-Royce Merlin. Nel 1950 nacque così il Fiat G.59, che servì come addestratore di primo e secondo periodo dell'Aeronautica Militare Italiana.





L'esemplare superstite del FIAT G55

L'unico Fiat G.55 esistente al mondo è conservato nel Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano (Roma).
Il velivolo è il risultato del programma di ricostruzione/restauro del relitto del velivolo “Fiat G.59A - MM. 53265” (velivolo derivato dalla cellula G 55 del quale ha mantenuta la pressoché totale architettura aerodinamica, salvo la parte anteriore della fusoliera, variata per installare il motore Rolls-Royce Merlin in luogo del Daimler-Benz DB 605)
Il progetto di trasformazione del Fiat G.59A, già esposto nel Parco della Rimembranza di Novara, in Fiat G.55 - 1ª Serie è stato avviato su iniziativa del Generale Giuseppe Pesce dello SMA nel 1978.
I lavori di restauro/ricostruzione furono ultimati nel 2002 con la consegna definitiva del velivolo al Museo Storico AMI avvenuta il 12 aprile alla presenza del Generale Riccardo Tonini e di altri esponenti del Museo, della Forza Armata e delle autorità delle Istituzioni locali.
La lunga e travagliata impresa ha visto la partecipazione di vari soggetti, che di seguito sono evidenziati nell'ordine temporale di intervento:
Museo Storico AMI di Vigna di Valle, fino al 1984.
10° RMV di Galatina di Lecce, fino al 1991 - Dove vennero effettuati molti interventi di riparazioni strutturali e di ricostruzione parziale del rivestimento delle fiancate della fusoliera oltre alla costruzione ex novo di alcuni sportelli e capottature motore.
Alenia Aeronautica Stabilimento di Torino, dal 1992 fino al 1994.
Dopo il trasferimento del velivolo nello stabilimento torinese (le stesse officine dove i Fiat G.55 / G.59 furono costruiti) l'Alenia Aeronautica affidò al GAVS Torino l'incarico di seguire e coordinare le attività del team che in Azienda operava sul G 55.
L'impegno Alenia Aeronautica si concretizzò nella costruzione di molte importanti parti; per esempio: le longherine e gli attacchi di supporto del motore Daimler-Benz DB 605 - la tralicciatura del castello motore - la formatura delle capottature motore - il parabrezza della cabina pilota - la carenatura posteriore al posto di pilotaggio - le tre pale ed il simulacro del mozzo dell'elica - il radiatore del lubrificante - l'ogiva motore e molti altri elementi utilizzati per l'allestimento della cabina pilota.
Il GAVS Torino, con il trasferimento del velivolo nel proprio laboratorio sito presso lo stabilimento “Revelli Metallik” di Leinì, subentrò direttamente nel programma continuando non solo l'attività di coordinamento ma assumendo a proprio carico i lavori di restauro/ricostruzione rimasti in sospeso o non ancora avviati, fino alla consegna del velivolo al Museo di Vigna di Valle. La fase di intervento diretto ha coinvolto i soci del GAVS Torino per oltre sette anni, sviluppando a titolo completamente gratuito circa ottomila ore di lavoro, costruito circa cento attrezzature e gran parte degli oltre millecinquecento pezzi poi installati sul velivolo.
Circa il 60 % degli strumenti che equipaggiano la cabina pilota sono originali (alcuni donati da soci GAVS altri acquistati in Germania) mentre per quelli non trovati è stato scelto di costruire delle repliche, ad esempio il collimatore, in tutto e per tutto simili, nell'aspetto, agli originali.
La livrea verde scuro e le insegne della Squadriglia complementare d'allarme "Montefusco-Bonet" dell'ANR sono state applicate secondo precise indicazioni emesse dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Aeronautica, ciò per ricordare l'impiego che i G 55 hanno avuto nel corso dell'ultima parte della seconda guerra mondiale.
Il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, che ha finanziato il GAVS Torino per le spese di acquisto dei materiali, utensilerie prodotti specifici.
Il nuovo modello prodotto venne denominato Fiat G.59, disponibile dai primi mesi del 1948.




Impiego operativo

Il G.59 fu introdotto nei reparti da addestramento dell'Aeronautica Militare nel 1950, inizialmente come dotazione della scuola di volo di Lecce, sia nella versione monoposto, la G.59-1A, che nella biposto G.59-1B, ben presto soprannominato dal personale "Mustang all'italiana" per la sua somiglianza con lo statunitense North American P-51 Mustang con cui condivideva la motorizzazione e rimanendo in servizio fino al 1957.




Versioni
  • G.59-1
  • G.59-1A - versione monoposto
  • G.59-1B - versione biposto.
  • G.59-2B - versione da esportazione, prodotta in 31 esemplari, completamente di nuova costruzione a causa dell'esaurimento delle parti precedentemente realizzate per il G.55
  • G.59-2A - versione monoposto, prodotta in 26 esemplari destinati alla forza aerea siriana più uno valutato dalla forza aerea argentina alla quale non seguì alcuna commessa
  • G.59-2B - versione biposto, prodotta in 4 esemplari destinati alla forza aerea siriana.
  • G.59-4B - versione di serie, dotata di un tettuccio a bolla per consentire una migliore visibilità, impiegata come addestratore nella Aeronautica Militare
  • G.59-4A - versione monoposto, prodotta in 20 esemplari
  • G.59-4B - versione biposto, prodotta in 10 esemplari.

Utilizzatori
  • Argentina - Fuerza Aérea Argentina
  • Italia - Aeronautica Militare
  • Siria - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Arabiyya al-Suriyya.




Velivoli sopravvissuti

Degli esemplari prodotti al novembre 2014 ne rimangono esemplari cinque completi, esposti al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, in provincia di Roma, e presso il Museo storico dei motori e dei meccanismi dell'Università degli Studi di Palermo, quest'ultimo esemplare acquistato a scopi didattici nel 1964 e riportato all'aspetto originale grazie ad un restauro effettuato nel laboratorio universitario con la collaborazione del museo di Vigna di Valle. La società tedesca MeierMotors GmbH, specializzata nel restauro di velivoli dal valore storico, ne possiede inoltre un esemplare semicompleto avviato al completo restauro grazie alla collaborazione del museo palermitano, inoltre sono conservate alcune parti in diversi musei italiani, tra i quali presso il Museo del Politecnico di Torino, nella Sezione dedicata all'ing. Giuseppe Gabrielli.
L'unico esemplare tuttora in condizioni di volo è conservato a Parma, nella collezione privata di Pino Valenti.




ENGLISH

The Fiat G.59 was a cantilevered low-wing single-engine monoplane training aircraft developed by the Italian aeronautical company Fiat Aviazione in the post-war period, designed by engineer Giuseppe Gabrielli and derived from the previous G.55 Centauro and G.56.
At the end of the Second World War Fiat tried to resume activities in the aeronautical sector. In the warehouses there were still a good number of G.55's under construction and many parts that should have ensured their maintenance. With this material the G.55 was put back into production no longer as a fighter but as a training aircraft, obtaining orders from the newly reconstituted Aeronautica Militare and Argentina. The success of the order was followed by further requests that could no longer be met due to the exhaustion of Daimler-Benz DB 605 engines.
Thanks to a series of comparative evaluations obtained on the basis of the installation of different engines on the airframe of the only surviving G.56, it was considered that the most suitable engine to offer a conversion that combined construction simplicity and economic convenience was the British Rolls-Royce Merlin, so the engineer Gabrielli, designer of the original G.55 from which the series began, modified the G.55 according to the optimization of the Merlin, the possibility to transform it into a two-seater and update it with the latest technological specifications.
After the war, the designer of the Centaur agreed to modify the cell in order to mount a Rolls-Royce Merlin engine. In 1950 the Fiat G.59 was born, which served as a first and second period trainer for the Italian Air Force.

The only Fiat G.55 existing in the world is preserved in the Historical Museum of the Air Force in Vigna di Valle, on Lake Bracciano (Rome).
The aircraft is the result of the reconstruction/restoration program of the wreckage of the "Fiat G.59A - MM. 53265" (aircraft derived from the G 55 airframe of which it has maintained the almost total aerodynamic architecture, except for the front part of the fuselage, changed to install the Rolls-Royce Merlin engine instead of the Daimler-Benz DB 605).
The project to transform the Fiat G.59A, already exhibited in the Parco della Rimembranza in Novara, into the Fiat G.55 - 1st Series was launched on the initiative of General Giuseppe Pesce of the SMA in 1978.
The restoration/reconstruction work was completed in 2002 with the final delivery of the aircraft to the AMI Historical Museum on 12 April in the presence of General Riccardo Tonini and other representatives of the Museum, the Armed Forces and the authorities of local institutions.
The long and troubled enterprise saw the participation of various subjects, which are highlighted below in the temporal order of intervention:
AMI Historical Museum of Vigna di Valle, until 1984.
10th RMV of Galatina di Lecce, until 1991 - Where many structural repairs and partial reconstruction of the lining of the sides of the fuselage were carried out in addition to the ex novo construction of some engine doors and hoods.
Alenia Aeronautica Stabilimento di Torino, from 1992 until 1994.
After the transfer of the aircraft to the Turin plant (the same workshops where the Fiat G.55 / G.59 were built) Alenia Aeronautica entrusted GAVS Torino with the task of supervising and coordinating the activities of the team operating on the G 55.
Alenia Aeronautica's commitment took concrete form in the construction of many important parts; for example: the Daimler-Benz DB 605 engine support members and attachments - the trussing of the engine yoke - the moulding of the engine cowls - the windscreen of the cockpit - the rear fairing at the cockpit - the three blades and the simulacrum of the propeller hub - the lubricant radiator - the engine nosepiece and many other elements used for the cockpit.
The GAVS Torino, with the transfer of the aircraft to its own laboratory located at the "Revelli Metallik" plant in Leinì, directly took over the programme, continuing not only the coordination activities but also taking over the restoration/reconstruction work still pending or not yet started, until the delivery of the aircraft to the Vigna di Valle Museum. The direct intervention phase involved the members of GAVS Torino for over seven years, developing about eight thousand hours of work completely free of charge, building about one hundred pieces of equipment and most of the over one thousand five hundred pieces then installed on the aircraft.
About 60 % of the instruments that equip the cockpit are original (some donated by GAVS members and others purchased in Germany), while for those not found it was decided to build replicas, for example the collimator, in all respects similar in appearance to the originals.
The dark green livery and the insignia of the NRA's "Montefusco-Bonet" complementary alarm squadron were applied according to precise indications issued by the Historical Office of the Air Force General Staff, in order to recall the use that the G 55 had during the last part of the Second World War.
The Ministry of University and Scientific Research, which financed GAVS Torino for the purchase of materials, tools and specific products.
The new model produced was named Fiat G.59, available since early 1948.

Operational use

The G.59 was introduced in the training departments of the Air Force in 1950, initially as equipment of the flight school in Lecce, both in the single-seater version, the G.59-1A, and in the two-seater G.59-1B, soon nicknamed "Italian-style Mustang" for its similarity to the North American P-51 Mustang with which it shared the engine and remained in service until 1957.

Versions
  • G.59-1
  • G.59-1A - single-seater version
  • G.59-1B - two-seater version.
  • G.59-2B - export version, produced in 31 units, completely new construction due to the exhaustion of parts previously made for G.55
  • G.59-2A - single-seater version, produced in 26 units for the Syrian air force plus one unit evaluated by the Argentine air force, which was not followed by any contract.
  • G.59-2B - two-seater version, produced in 4 units for the Syrian air force.
  • G.59-4B - standard version, equipped with a bubble canopy to allow better visibility, used as a trainer in the Air Force
  • G.59-4A - single-seater version, produced in 20 units
  • G.59-4B - two-seater version, produced in 10 pieces.

Users
  • Argentina - Fuerza Aérea Argentina
  • Italy - Aeronautica Militare
  • Syria - Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Arabiyya al-Suriyya.


Survivor Aircraft

Of the exemplars produced as of November 2014, five complete ones remain, exhibited at the Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, in the province of Rome, and at the Museo storico dei motori e dei meccanismi dell'Università degli Studi di Palermo, the latter one purchased for educational purposes in 1964 and restored to its original appearance thanks to a restoration carried out in the university laboratory in collaboration with the Vigna di Valle museum. The German company MeierMotors GmbH, specialized in the restoration of aircraft with historical value, also owns a semi-complete example which has been started to be completely restored thanks to the collaboration of the museum of Palermo. Moreover, some parts are preserved in several Italian museums, among which at the Museum of the Polytechnic of Turin, in the section dedicated to engineer Giuseppe Gabrielli.
The only specimen still in flight conditions is preserved in Parma, in the private collection of Pino Valenti.

(Web, Google, Wikipedia, You Tube)


















































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