Obice da 105/14
La vera sigla di questo obice era M56. E' frutto di uno studio italiano che ha portato alla sua costruzione da parte della società Oto Melara di La Spezia ed alla sua adozione in servizio nell'Esercito Italiano a partire dal 1957.
Complessivamente furono costruiti 2.300 esemplari di questo obice, di cui solo il 15% per l'Esercito Italiano.
Caratteristiche tecniche:
- Peso: Kg. 1.360;
- Gittata: m. 10.600;
- Otturatore a cuneo a scorrimento verticale;
- Affusto a doppia coda con scudo leggero di protezione;
- Celerità di tiro: 3-4 colpi al minuto;
- Tiro: con primo e secondo arco oltre che diretto in funzione controcarri;
- Trasportabilità: trainabile, anche da autovettura da ricognizione; someggiabile, in quanto il pezzo era divisibile in dodici parti e ciascuno dei dodici muli non portava più di 137 Kg. aviolanciabile, in quanto, nella configurazione a ginocchiello basso, poteva essere pallettizzato ed aviolanciato. Per questo motivo, oltre alle Truppe Alpine, equipaggiò anche l'artiglieria della Brigata Paracadutisti.
L'obice da montagna M56 da 105/14 è un pezzo d'artiglieria che dal 1957 ha equipaggiato la maggior parte degli eserciti occidentali. Esso ha prestazioni non eccezionali (10,6 km di gittata max per 1250 kg di peso), ma la sua caratteristica basilare è la possibilità di essere scomposto in 12 carichi diversi permettendone così il someggio (i 12 muli dovevano trasportare un peso massimo di 132 kg).
Caratteristiche
L'obice è utilizzabile anche per il tiro teso anticarro, abbassando l'affusto tramite i due bracci solidali all'assale centrale che collegano l'affusto stesso alle ruote e l'utilizzo dei due elementi intermedi delle code, l'alzo poi si riduce a -5°/+15°. Nella configurazione "a ginocchiello basso" è facilmente stivabile anche sui pallet idonei all'aviolancio.
Questo obice non ha avuto nessun concorrente in Occidente, nonostante la ovvia necessità di sostituire l'obice da montagna statunitense M1, dal calibro ormai superato di 75mm. Infatti pur essendo necessario rimpiazzare l'arma americana a causa della scarsa gittata e del calibro insufficiente, solo l'Esercito Italiano si pose il problema (dovendo sostituire a sua volta le superate artiglierie da 75/13 preda bellica della prima guerra mondiale). Progettato dal gen. S. Fuscaldi del Servizio Tecnico d'Artiglieria, il prototipo fu realizzato dall'Arsenale Militare di Napoli dopo che erano stati costruiti tre modelli ridotti in cal. 20 mm perfettamente funzionanti. Avviata la produzione presso le Officine Meccaniche di Pozzuoli e successivamente presso l'Oto Melara, entro il 1983 sono state costruite oltre 2600 armi di cui 340 esemplari per l'Esercito Italiano che andarono ad equipaggiare i reggimenti di artiglieria delle 5 brigate alpine. Contemporaneamente fu costituita nel 1958 una batteria all'interno dell'allora Centro Militare di Paracadutismo (CMP) trasformatasi in seguito (1963) nel 185º Gruppo artiglieria paracadutista, contemporaneamente alla trasformazione del CMP nella Brigata Paracadutisti Folgore. Altri pezzi furono prodotti per il Canada, il Regno Unito, l'Argentina e per molti altri Eserciti. Le artiglierie argentine vennero usate contro gli inglesi, in una delle rare azioni di fuoco di artiglieria nella guerra delle Malvine. Gli inglesi le avevano comunque già sostituite con il Light gun 105mm, non someggiabile e più pesante, ma con una gittata di 17 km.
Il produttore cinese NORINCO offre una versione del modello dell'obice con le munizioni associate.
L'obice Oto Melara da 105 mod.56 utilizza lo stesso munizionamento NATO delle artiglierie da 105 mm, a loro volta derivate dal munizionamento americano della seconda guerra mondiale.
Da poco tempo il 3° reggimento artiglieria da Montagna della brigata Julia ha iniziato a prevedere il rientro in servizio degli obici da Oto 56 da 105/14 mm, ritirati da servizio da diversi anni. L’arma era stata specificamente progettata (vedi le dimensioni, il peso modesto e lo smontaggio operativo) per le esigenze delle brigate alpine per facilità di trasporto su terreno montagnoso e della brigata paracadutisti con la possibilità di aviolancio; l’obice someggiabile Oto Melara 56 da 105 mm entrò in servizio nel 1957 e venne adottato da molti altri paesi. Nel 1984 ne erano stati prodotti 2.400 esemplari, impiegati in operazioni belliche in tutto il mondo: i britannici lo hanno utilizzato nello Yemen del Sud e durante il conflitto nel Borneo; gli argentini nella campagna della Falkland.
L’obice utilizza una bocca di fuoco molto corta con freno di bocca a molti deflettori, freno idropneumatico e mollone elicoidale di recupero, otturatore a cuneo a scorrimento verticale. L’affusto è del tipo a code divaricabili e le ruote sono provviste di pneumatici per il traino ad alta velocità. Il Modello 56 può essere scomposto in 11 carichi per il trasporto a mezzo asini in terreno vario, e nelle esercitazioni lo scudo viene rimosso per ridurre il peso. L’obice può essere trainato da un VTLM Lince oppure può essere trasportato sospeso da un elicottero medio tipo AH 139 o NH90.
L’obice utilizza proietti HE di 21 Kg con velocità iniziale massima di 472 m/sec.; può impiegare anche proietti HEAT da 16,7 Kg che possono perforare 102 mm di corazza. Nell’E.I. era stato sostituito dai mortai pesanti francesi da 120 mm. Le missioni all’estero hanno dimostrato la necessità di dover disporre di un pezzo d’artiglieria con caratteristiche balistiche e di trasporto differenti, come quelle dell’Oto 56 da 105/14 mm.
ENGLISH
The OTO-Melara Mod 56 is an Italian-made 105 mm pack howitzer built and developed by OTO-Melara. It fires the standard US type M1 ammunition.
History
The OTO Melara 105 mm Mod 56 began life in the 1950s to meet the requirement for a modern light-weight howitzer that could be used by the Italian Army's Alpini brigades mountain artillery regiments. That it remained in service with those same units a full half century after the howitzer's introduction is a testament to the gun's quality. The Mod 56 has a number of unique characteristics for a weapon of its caliber, including the ability for its crew to manhandle the gun (due to its light weight), and the capability of being able to be used in the direct fire role. Being a pack howitzer, it is designed to be broken down into 12 parts, each of which can be easily transported.
The capability of this weapon to be "knocked-down" allows the sections to be transported a number of ways although the original design was for mule-pack using special pack saddles. More often it is towed by a light vehicle such as a jeep or Land Rover, and with the shield removed it can be carried inside an M113 APC. However, its particular attraction to Western armies in the 1960s was that its light weight meant it could be lifted in one piece by helicopter, which made the gun popular with light artillery units in many countries as well as the more specialized mountain and airborne troops. Overall, the Mod 56 has served in more than 30 countries worldwide, of which a partial listing of the major operators is listed below.
As an added refinement to the gun's mass, the Mod 56 is built to be an artillery piece with a reputation of ease with which it can be assembled and then disassembled into twelve components within minutes. The gun's light weight did have a drawback, however: it lacked the robustness necessary for sustained operations, Australian and New Zealand gunners in Vietnam found the weapon unsuitable for continuous operations. The guns in Vietnam were replaced by the sturdy US-made M101A1 after some two years. This lack of durability also led to their being carried on trucks for longer distances outside the combat zone. The Mod 56 offered limited protection to its crew.
The Chinese manufacturer NORINCO offers a version of the Model 56 pack howitzer and its associated ammunition.
In Commonwealth service, the gun was known simply as the "L5 pack howitzer" with L10 ordnance. However, its lack of range and the indifferent lethality of its ammunition led the UK to start development of its replacement, the L118 light gun, only two years after the pack howitzer entering service. This provided them with an advantage in range, when facing the Argentine OTO-Melaras during the Falklands war.
Still, 105 mm bombardments accounted for a considerable share of all British casualties suffered in land battles during that conflict.
The gun also became the standard equipment of the Allied Command Europe Mobile Force (AMF ACE Mobile Force (Land) artillery, equipping the batteries provided by Canada, Belgium, Germany, Italy and the UK (until 1975).
Combat service
Identified combat use includes:
- Argentine Army 3rd and 4th Artillery Groups during the 1982 Falklands War.
- British Army during the Aden Emergency in South Yemen (1st Light Regiment Royal Horse Artillery and 19 Light Regiment RA) and Borneo (4, 6, 29 Cdo, 40, 45 and 95 Cdo Light Regiments RA).
- Australian Army during the Malayan Emergency in Borneo and Malaya (102 Field Battery) and during the Vietnam War in 1965–67 (and very limited use thereafter) by 101, 103, 105, 106 and 108 Field Batteries.
- Malaysian Army in Borneo and Malaysian Peninsular during the Second Malayan Emergency (1968–1989)
- Nigerian Army during Nigerian Civil War. Some were captured by Biafrans.
- New Zealand Army deployed rotations of 4 guns during the Vietnam War (161 Battery of the 16th Field Regiment).
Operators
Current operators
- Argentina - 64 (Army) and 24 (Naval Infantry)
- Bangladesh - 170
- Botswana - 6
- Brazil - 63
- Chile - 104
- Ecuador - 24
- Ghana
- Greece - 18
- India - 50
- Italy - 18
- Kenya - 8
- Malaysia - 100
- Nepal - 14
- Nigeria50
- Boko Haram: At least 1 captured from Nigeria
- Pakistan - 113
- Peru - 24
- Philippines - unknown number
- Portugal - 3
- San Marino - 2
- Spain - 161 (Army) and 24 (Naval Infantry)
- Sudan
- Thailand - 12
- Venezuela - 40 (Army) and 18 (Naval Infantry)
- Zambia - 18.
Former operators
- Australia
- Austria
- Belgium - 2 in 2003
- Biafra - captured from Nigeria
- Burkina Faso - 2 in 2003
- Canada - 22 in 2003
- China - 2 in 2003
- Cyprus - 54 in 2003
- Djibouti - 1 in 2003
- Ethiopia - 2 in 2003
- France - 28 in 2003
- Germany - 19 in 2003
- Indonesia - 10 in 2003
- Iraq - 118 in 2003
- Iran - 12 in 2003
- Kuwait - 6 in 2003
- Morocco - 16 in 2003
- New Zealand - 8 in 2003
- Saudi Arabia - 24 in 2003
- Somalia - 89 in 2003
- United Arab Emirates - 18 in 2003
- United Kingdom - 52 in 2003
- Yemen - 4 in 2003
- Yugoslavia. After its dissolution the guns come under control of the new states, as follows:
- Bosnia and Herzegovina - 3 in 2003
- Croatia - 2 in 2003
- Macedonia - 2 in 2003
- Serbia and Montenegro Federation - 17 in 2003
- Zimbabwe - 9 in 2003.
(Web, Google, Wikipedia, museoalpinidarfo, difesaonline, You Tube)
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