venerdì 9 novembre 2018

BERETTA M12 S





La mia arma preferita in 35 anni di servizio, precisa, stabile, devastante.


Era un’arma eccellente per il compito per cui ë stata realizzata, semplice da utilizzare precisa nel tiro singolo, non si doveva sparare a raffica più di 3 colpi sempre valutando la distanza del bersaglio, comunque, sparando l'intero caricatore da 32 colpi in unica raffica a 25 metri li mettevo tutti in sagoma.



Era un’arma progettata per operare in ogni clima; il castello nella parte dove scorre l'otturatore era dotato di scanalature dove i residui della polvere da sparo o eventualmente la sabbia o terriccio si andavano a deporre, evitando così malfunzionamenti o inceppamenti.
Per le sue ottime caratteristiche e anche per il prezzo, è stata adottata in numerosissimi eserciti e polizie.
Solo una nota personale, probabilmente per molti dei compiti di polizia era un'arma troppo potente poiché se sbagliavi bersaglio il proiettile aveva un effetto letale anche oltre 400 metri.


La Beretta PM12 è una pistola mitragliatrice calibro 9 × 19 mm Parabellum, progettata e fabbricata dalla Beretta, venne ideata nel 1959 e prodotta a partire dal 1961 sino ad oggi.

Venne progettata nel secondo dopoguerra, per sostituire il Moschetto Automatico Beretta. Negli anni '50 Domenico Salza, sempre della Beretta, mise a frutto le esperienze maturate sul MAB per mettere a punto una nuova arma che ne migliorasse le prestazioni. Fu così che nel 1959 nacque la M12 che venne adottata dalle forze armate italiane nel 1961.

Conobbe subito un buon successo d'esportazione nel centroamerica ed in alcuni paesi arabi; fu anche prodotto su licenza in Brasile ed Indonesia. Negli anni settanta e ottanta, furono apportate delle leggere modifiche sostituzione della sicura e modifica del selettore da singolo a raffica e sicura che furono sostituiti da bottoni passanti tipo traversino ad un unico selettore di fuoco - Sicura - Intermittenza - Raffica (versione PM12S) e successivamente con la realizzazione di una cremagliera alla manetta d'armamento, contro l'armamento accidentale (PM12S-2) tra cui spicca l'adozione del caricatore a 32 cartucce (la prima montava i caricatori del MAB da 20, 30 e 40 cartucce).

La PM12 venne anche usata da formazioni terroristiche degli anni settanta, che se le procuravano dai canali di traffico d'armi provenienti dai paesi dove l'arma era in dotazione alle forze dell'ordine. Le Brigate Rosse se ne servirono per il sequestro ed omicidio di Aldo Moro. Uno degli appartenenti al gruppo di fuoco, Raffaele Fiore, sparò tre colpi con quest’arma.

I vantaggi del sistema a massa battente e percussore fisso erano già stati evidenziati dall'esperienza del MAB. Queste armi però avevano lo svantaggio di essere piuttosto ingombranti rispetto alla munizione che potevano sparare, cioè un calibro 9 da pistola, molto meno potente rispetto alle munizioni da fucile. In pratica, il vantaggio di avere un'arma che sparava a raffica era parzialmente sminuito dall'ingombro, più vicino a quello di un fucile che di una pistola, e dalla scarsa prestazione della munizione, ulteriormente peggiorata dall'otturatore a chiusura labile.

La soluzione innovativa adottata da Salza, allo scopo di ridurre le dimensioni, fu di conservare invariata la massa dell'otturatore, spostandone in avanti la maggior parte, trasformandolo così in otturatore telescopico. Infatti, il sistema a massa battente prevede un otturatore sufficientemente pesante per non arretrare in fase di sparo con eccessiva velocità, col rischio cioè di far fuoriuscire i gas di combustione prima che la pallottola sia uscita dalla volata. L'otturatore telescopico, che avvolge quindi la canna, risolve brillantemente il problema, poiché la massa rimane invariata, ma l'ingombro risulta ridotto, in quanto una parte di essa si trova davanti alla camera di scoppio e arretra insieme col resto dell'otturatore in fase di espulsione/ricarica.

Ovviamente l'otturatore ha degli scassi abbastanza grandi sopra e sotto per permettere il passaggio, quando arretrato, del bossolo sparato e della cartuccia proveniente dal caricatore. La caratteristica inconfondibile dell'oggetto, il castello cilindrico lungo fin quasi alla volata, è dovuta quindi alla necessita di alloggiarvi l'otturatore che è altrettanto lungo. Oltre a questo espediente, fu anche accorciata la canna di 10 cm.

Il mitra in dotazione alle forze dell'ordine italiane è vecchio. Obsoleto. Non più idoneo ad affrontare il rischio del terrorismo dell'Is. A mezzo secolo dalla sua ideazione, l'M12, la pistola mitragliatrice calibro 9 mm Parabellum sta per andare in "soffitta". È il simbolo delle pattuglie della Polizia e dei Carabinieri e della mia Guardia di Finanza.

Un po' come il Kalashnikov per i russi, l'M16 per gli americani, la Skorpion per i Cechi, e l'Uzi per gli israeliani. Ce l'avevano i Nocs durante la liberazione del generale Usa, Dozier.  Oltreché da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, in Italia è stata adottata anche da alcuni Corpi speciali dell'Esercito e della Marina, dai paracadutisti del Col Moschin e dagli Incursori di com.sub.in.

Il capo della Polizia ha istituito al Viminale una commissione presieduta dal vicario Alessandro Marangoni incaricata di analizzare riservatamente il superamento di questa arma. Progettata e fabbricata dalla Beretta a partire dal 1961, fu venduta anche a polizie ed eserciti stranieri in Centroamerica ed in alcuni Paesi arabi, in Brasile e in Indonesia.

Dai canali di traffico d'armi provenienti da questi Paesi, l'M12 finì anche negli arsenali delle formazioni terroristiche degli anni Settanta. Le Brigate Rosse se ne servirono per il sequestro ed omicidio di Aldo Moro. Uno degli appartenenti al gruppo di fuoco sparò tre colpi con questa mitraglietta. Durante l'assalto all'ambasciata americana a Saigon nel 1968, gli agenti della Cia erano armati di Beretta M12. La Libia fornì inoltre questa mitraglietta all'Ira, che le impiegò in diversi attentati.

Il Viminale sta per ritirare l'M12 perché da tempo è considerato "non più idoneo all'impiego nei servizi di controllo del territorio". Oggi le pattuglie sono formate da due agenti e nei contesti operativi mentre uno è alla guida della volante, l'altro potrebbe avere le mani occupate per impugnare l'M12. È facile capire come mai questo tipo di arma, in caso di azione in un centro cittadino, possa essere più d'intralcio che d'aiuto. Senza contare che lo sparo a raffica (nell'ordine dei 550 colpi al minuto), in zone molto frequentate, determina un rischio elevatissimo che proiettili vaganti possano uccidere passanti.

Ma a rendere obsoleta l'arma sono anche i nuovi scenari aperti dal terrorismo internazionale. L'M12 spara le stesse cartucce della pistola, a circa 50 metri. E dunque non può competere con i fucili d'assalto imbracciati, ad esempio, dai terroristi dell'Is in Francia. Anche alla luce di quanto accaduto recentemente in Francia si evidenzia l'esigenza di adeguare l'armamento in dotazione, al fine di assicurare una reale capacità di intervento, nella duplice ottica di una maggiore tutela della collettività e del nostro personale. Qualunque soluzione sarà presa dal Viminale, dovranno essere comunque previsti adeguati percorsi formativi per l'uso delle nuove armi. Il mondo politico accoglie positivamente il "pensionamento" del mitra simbolo delle forze dell'ordine italiane.

La Commissione riservata del Viminale sta esaminando tutto il sistema d'armi della Polizia, compresa la pistola. Da quel che si è saputo, la Beretta calibro 92 parabellum (adottata anche dall'esercito Usa), è stata promossa a pieni voti e resterà ancora in dotazione alle forze dell'ordine. Al momento, dicono al Viminale, non è stata ancora trovata una soluzione alternativa all'M12. Si sta facendo un'attenta analisi di ciò che offre il mercato. Sono prese in considerazione tutte le soluzioni, da armi con puntatore laser a pistole elettriche. Ma non è escluso che, se non si dovesse trovare qualche prodotto compatibile con le nuove esigenze delle forze dell'ordine, il Viminale ricorra a un bando internazionale per realizzare ex novo un'arma per la polizia italiana.

Il Mab38, per i suoi tempi andava benino, però era molto ingombrante, ed un problema era la sicura. Se ti cadeva a terra con il calcio, c'era la possibilità che si armasse. 

La M12 è stata usata operativamente in tanti teatri (la difesa dell'ambasciata USA a Saigon nel 1968 durante l'offensiva del Tet) e condizioni climatiche estreme, ed era un’arma concepita per lavorare a colpo singolo, a meno che non si doveva saturare un obiettivo a cortissimo raggio. La canna standard era di 22 cm, ma tanti reparti/operatori usavano canne più lunghe. A colpo singolo fino a 200 mt un tiratore medio colpiva una sagoma. Non sono note critiche o lacune maggiori nei confronti dell'M12.

Il Brasile adottò la Beretta PM12 per sostituire le Thompson M1 cedute dagli Stati Uniti e in seguito la produsse anche su licenza con il nome di M972. Esiste anche un modello nazionale, con leggere modifiche, chiamato MT-12 - Metralhadora de mão.

Anche l'Indonesia ottenne la licenza di produzione dell'arma, la cui versione prodotta dalla Pindad era conosciuta come PM1 e PMA1.

In Belgio fu prodotta su licenza dalla FN Herstal e commercializzata come M12S e M12SD.

Impiego

È utilizzata dall'Arma dei Carabinieri, dalla Guardia di Finanza e dalle forze di polizia italiane, nonché da forze armate e corpi di polizia di vari Stati del mondo.

Nei filmati immediatamente successivi all'assalto all'ambasciata americana a Saigon nel 1968 durante l'offensiva del Tet, si possono notare Beretta PM12 impiegati da personale statunitense.

La Libia fornì inoltre le PM12 all'IRA, che le impiegò in diversi attentati.

(Web, Google, Wikipedia)


















Nessun commento:

Posta un commento