mercoledì 7 novembre 2018

I SOMMERGIBILI E IL TRAFFICO MONDIALE DI DROGA



Il traffico di droga, propriamente narcotraffico, o traffico di stupefacenti, è il sistema di compravendita illegale delle sostanze stupefacenti.

Quest’attività è considerata una delle principali fonti di entrate di tutte le organizzazioni criminali definite di "stampo mafioso", nonché dei cosiddetti cartelli della droga dell’America centrale e dell’America Latina.

Già nel IV secolo a.C. Alessandro Magno diffondeva l'oppio tra i suoi soldati per non fare sentire loro la stanchezza e le sofferenze dei mesi e mesi di marcia forzata e di combattimenti. Il condottiero macedone esportò anche le colture di oppio in India.

Nel VII secolo d.C. gli arabi introdussero le coltivazioni di oppio in Estremo Oriente. L'abitudine di fumare l'oppio iniziò a diffondersi nel XVII secolo quando spagnoli e olandesi utilizzavano questo metodo come cura alla malaria. Nel 1557 la Compagnia delle Indie Orientalis'impadronì del monopolio del commercio di oppio, che veniva coltivato dagli inglesi in India e venduto a tonnellate in Cina.

Le "guerre dell'oppio" videro contrapposti l’Impero Cinese e il Regno Unito, che voleva assicurarsi il libero commercio dell’oppio, proibito dalla Cina per il crescente dilagare della tossicodipendenza tra la popolazione. Il primo conflitto si svolse tra il 1839 e il 1842 con la vittoria della Gran Bretagna, che impose il libero commercio dell'oppio con basse tariffe doganali ed ebbe il dominio sulla città di Hong Kong. Il secondo conflitto, chiamato impropriamente "seconda guerra dell'oppio", si svolse tra il 1856 e il 1860 con una nuova sconfitta della Cina.

Nel frattempo le società segrete cinesi iniziarono ad estendere vaste piantagioni di oppio e ciò provocò la dura opposizione della Gran Bretagna, che vedeva in loro un pericoloso nemico del suo commercio di droghe. Per questo motivo le società segrete trasferirono le piantagioni in Indocina dopo alcuni accordi con il governo francese, che a quei tempi aveva il dominio su quegli stati.

Nonostante lo sdegno internazionale, la Gran Bretagna continuò il commercio massiccio di oppio con la Cina fino al 1920.

La convenzione internazionale sull'oppio venne firmata a L'Aia il 23 gennaio 1912 e fu il primo trattato internazionale di controllo dei traffici di droghe. Il trattato fu firmato da Germania, Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Persia, Portogallo, Russia e Siam. Nel 1919 ottenne validità mondiale essendo incorporata nel trattato di Versailles.

La convenzione stabilì che «gli stati firmatari devono compiere i loro migliori sforzi per controllare, o per incitare al controllo di tutte le persone che fabbrichino, importino, vendano, distribuiscano ed esportino morfina, cocaina, e loro derivati, così come i rispettivi locali dove queste persone esercitino tale industria o commercio.».

Il 19 febbraio 1925 si firmò una revisione della Convenzione internazionale sull'oppio, che entrò in vigore il 25 settembre 1938. La stessa introdusse un sistema di controllo statistico per esser supervisionato dall'Organo Internazionale per il Controllo degli Stupefacenti, un organismo della Società delle Nazioni.

Gli Stati Uniti d’America furono il primo paese ad avviare il proibizionismo degli stupefacenti: nel 1914 l'Harrison Narcotics Act limitò la vendita di oppiacei e cocaina; nel 1923 la Divisione Narcotici del Dipartimento del Tesoro statunitense mise al bando tutta la vendita di droghe legali; nel 1924 l'Heroin Act (legge sull'eroina) rese illegale la fabbricazione, l'importazione e la detenzione di eroina; nel 1937 il Marihuana Tax Act rese illegale il commercio, l'uso e la coltivazione della canapa indiana dopo una campagna propagandistica che diffuse l'idea che la marijuana causava "omicidio, la pazzia e la morte", in particolare tra le "razze meno civilizzate". Questo però favorì lo sviluppo del contrabbando di stupefacenti gestito da elementi malavitosi, a causa dell'epidemica presenza dell'eroina e di altre droghe nella società statunitense.

Nel secondo dopoguerra i gangster corsi Jean Baptiste Croce, Marcel Francisci, Antoine e Barthelemy Guerini e Joseph Cesari[4] impiantarono a Marsiglia il principale centro della raffinazione illegale dell'eroina, ricavata dall'oppioprodotto in Turchia, che all'epoca era il principale produttore al mondo, e trasportato attraverso la Siria a Beirut, in Libano, dove veniva trasformato in morfina base.

L'eroina prodotta a Marsiglia veniva ritirata da mafiosi siciliani ed americani agli ordini del boss Lucky Luciano, che avevano stabilito basi per lo smistamento a Napoli e a Palermo per fare arrivare l'eroina in Germania, Francia, Irlanda, Canada, Messico e Stati Uniti d'America. Inoltre i gangster corsi avevano basi per lo smistamento a Tangeri mentre i mafiosi siculo-americani a Cuba, che rimasero i principali luoghi di stoccaggio e di transito per l'eroinaprodotta a Marsiglia e diretta nel Nordamerica fino alla fine degli anni cinquanta.  Infatti si stima che negli anni del dopoguerra il numero di dipendenti da eroina negli Stati Uniti aumentò da 20.000 a 150.000 persone, diffondendosi particolarmente nei jazz club di New York e nell'ambiente del jazz americano in genere.

Il 14 luglio 1969, in un messaggio speciale al Congresso degli Stati Uniti, il presidente Richard Nixon identificò l'abuso di droga come "una grave minaccia nazionale" e chiese una politica antidroga a livello statale e federale; il 17 giugno 1971, in una conferenza stampa, Nixon dichiarò ufficialmente "guerra alla droga", identificando l'abuso di stupefacenti come "nemico pubblico numero uno". Infatti in quel periodo era aumentato vertiginosamente il consumo di eroina, LSD e marijuana in Europa e in Nordamerica, che era stato favorito dalla cultura hippy e si era anche largamente diffuso tra i soldati americani impegnati nella guerra del Vietnam, con un grande incremento del mercato illegale perché numerosi giovani hippy compivano viaggi in Estremo Oriente e in Marocco per andare a rifornirsi di ogni tipo di droga. Infatti l'amministrazione Nixon fece pressioni sul governo turco affinché eliminasse le piantagioni di papavero, che fornivano la maggior parte dell'oppio impiegato a Marsiglia nella produzione illegale di eroina, e condusse inchieste volte ad arrestare trafficanti corsi e siculo-americani di quella che venne chiamata "French connection", dal titolo inglese del famoso film "Il braccio violento della legge" (1971): infatti il BNDD (Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs) collaborò con la polizia francese, portando all'arresto di Jean Baptiste Croce e Joseph Mari, i due principali trafficanti corsi, e alla scoperta e allo smantellamento di numerose raffinerie illegali di eroina nella zona di Marsiglia.

Nel 1973 Nixon propose la creazione della DEA (Drug Enforcement Administration), che nacque dall'unione tra il BNDD e l'ufficio per il rispetto delle leggi sugli abusi di droghe (Office of Drug Abuse Law Enforcement) e che aveva il compito di fare rispettare le leggi antidroga negli Stati Uniti.

I sommergibili dei narcos, chiamati anche narco-sub, sono dei piccoli sommergibili costruiti dai trafficanti per il contrabbando della droga.

Essi sono particolarmente noti per essere utilizzati dai colombiani del cartello della droga per esportare cocaina dalla Colombia al Messico.

I primi prototipi, nel 1993, erano semi-sommergibili in quanto non potevano immergersi totalmente, la maggior parte delle imbarcazioni erano sommerse fino alla cabina di guida ed i gas di scarico avevano gli scappamenti sopra l'acqua. Gli ultimi narco-sottomarini sono completamente sommergibili, progettati specificamente per essere difficili da rilevare visivamente da radar, sonar e sistemi a infrarossi.

Durante il 1980, le barche veloci erano diventate la scelta migliore per il contrabbando di droga in molte parti del mondo. Queste barche però potevano essere rilevate dai radar e fu così che a partire dal 1990, i cartelli colombiani della droga svilupparono il progetto del semi-sommergibile.

La prima volta che la US Coast Guard ne intercettò uno, venne soprannominato Bigfoot perché se ne era sentito parlare dell’esistenza, ma nessuno li aveva mai visti effettivamente. Era la fine del 2006 quando un Bigfoot fu sequestrato a sud ovest del Costa Rica mentre trasportava diverse tonnellate di cocaina. Nello stesso periodo funzionari statunitensi ne individuarono altri 3 e nel 2008, ne furono individuati un media di dieci al mese, ma solo uno su dieci veniva catturato. Pochi sono stati sequestrati perché una volta intercettati gli equipaggi affondavano il mezzo in circa un minuto.

Nel 2009, gli Stati Uniti rilevarono ben 60 trasferimenti con i narco-sub e si calcolò che i battelli muovevano circa 330 tonnellate di cocaina all'anno. I semi-sommergibili costavano fino a due milioni di dollari ciascuno ma potevano generare, per i trafficanti, soltanto in un viaggio, più di 100 milioni di dollari.

Dopo il 5 novembre 2010 all'arresto di Harold Mauricio Poveda, il principale collegamento messicano-colombiano, si scoprì che dietro la costruzione dei narco-sommergibili le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) collaboravano con il cartello di Sinaloa per finanziare le proprie attività armate.

La costa colombiana del Pacifico, dove i fiumi fangosi sfociano in mare, è stata a lungo il paradiso dei contrabbandieri. Dietro le scogliere frastagliate che si protendono in mare è una vasta giungla, cucita da insenature di mangrovie e di migliaia di chilometri di corsi d'acqua, luoghi adatti per cantieri clandestini.

Il Comandante della Marina colombiana ha dichiarato che è sorprendente la capacità logistica di questi criminali di nascondere tutte le attrezzature, comprese quelle pesanti come propulsioni e gruppi elettrogeni nel cuore della giungla. Continuamente trasferite a pezzi e poi rimontate in altre zone della giungla con campi dotati di zona notte per i lavoratori.

I narco-sommergibili possono essere costruiti in un anno e alcune imbarcazioni sono momouso in quanto abbandonate in mare dopo la consegna. Dopo tutto, i loro carichi portano un valore fino a 400 milioni di dollari. Nelle imabarcazioni sequestrate i funzionari hanno trovato barre di zinco utilizzate come anodi sacrificali che come si sa riducono la corrosione delle parti metalliche esposte all'acqua di mare. Ma poiché la corrosione non sarebbe un problema per un singolo viaggio è ipotizzabile l'uso di ritorno dell'imbarcazione carico di armi riportate in Colombia.

Le tecniche di progettazione e fabbricazione impiegate nella costruzione dei narco-sub sono migliorate nel corso del tempo. Le barche sono diventate più veloci, maggiormente navigabili e con maggiore capacità di carico rispetto ai modelli precedenti. Un narco-sommergibile lungo 60 piedi (18,3 m) è in grado di raggiungere una velocità di 11 miglia all'ora (18 km / h; 9.6 kn) trasportando fino a 9,1 tonnellate di cocaina.

I battelli sono realizzati in vetroresina, alimentati da un motore diesel da 300 CV (220 kW) / 350 CV (260 kW) e con un equipaggio di quattro persone. Essi hanno abbastanza spazio di carico per trasportare dalle 2 alle10 tonnellate di cocaina, grandi serbatoi di carburante che danno loro una autonomia di 2.000 miglia (3.200 km, 1.700 NMI) e sono dotati di navigazione satellitare. Non vi è alcun wc e la sistemazione è molto stretta.

Poiché gran parte della loro struttura è in fibra di vetro e viaggiano appena sotto la superficie, i narco-sub sono quasi impossibili da rilevare tramite sonar o radar e molto difficili da individuare visivamente. Il nuovo modello del tubo di scarico raffreddato lungo la parte inferiore, prima dello sfiato, rende la barca ancora meno rilevabile ai raggi infrarossi. Sono più facilmente individuabili visivamente dall'aria, sebbene siano anche mimetizzati essendo dipinti di blu e non producendo alcuna scia. Sono dotati di cisterne di zavorra per abbassare la galleggiabilità.

I narco-sottomarini sono stati considerati dai funzionari come una stranezza fino al 2000 quando la polizia colombiana ha scoperto un vero e proprio sottomarino d'acciaio di 30 metri (98.4 ft) costruito in un magazzino fuori Bogotà.

L'imbarcazione a doppio scafo in acciaio potrebbe aver viaggiato 2.000 miglia nautiche (3.700 km, 2.300 km), a 330 piedi (100,6 m) di profondità e potrebbe avere trasportato dalle 136 alle180 tonnellate di cocaina.

Il 3 luglio 2010 le autorità dell’Ecuador sequestrarono, completamente funzionante, un mezzo completamente sommergibile nella giungla al confine tra l'Ecuador e la Colombia. Questo sottomarino diesel e elettrico aveva uno scafo in fibra di vetro e Kevlar di 31 metri (101,7 ft) di lunghezza, 3 metri (9.8 ft), una torre di pilotaggio con periscopio ed aria condizionata. L’imbarcazione aveva la capacità di circa 10 tonnellate di carico, un equipaggio di cinque o sei persone e poteva immergersi completamente a 65 piedi (19,8 m) di profondità con una lunga autonomia sott’acqua. Le autorità dell'Ecuador sequestrarono l’imbarcazione prima del suo viaggio inaugurale.

Il 14 febbraio 2011, un altro sommergibile fu sequestrato dalla marina colombiana, 31 m (101.7 ft) di lunghezza fibra di vetro e Kevlar nascosto in una zona della giungla in Timbiqui, nel sud-ovest della Colombia. Era in grado di viaggiare 9 m (29,5 ft) sott’acqua, trasportare quattro persone e 8 tonnellate di carico.

I semi-sommergibili sono difficili da individuare dalle navi di pattuglia, ma sono facili da rilevare dall'aria. Per risolvere questo problema, un nuovo concetto è stato adottato dai contrabbandieri. Invece di una imbarcazione full-optional semovente, un contenitore stile "siluro" viene utilizzato con un serbatoio zavorra per tenerlo a circa 30 m (98 ft 5 in) sott’acqua mentre viene trainato da una normale barca da pesca.

Se una nave pattuglia è nelle vicinanze, il "siluro" viene rilasciato e mentre è ancora sommerso, rilascia automaticamente una boa a forma di tronco di legno dotata di un trasmettitore di posizione per un secondo peschereccio che recuperandolo continuerà la consegna di cocaina. Nessuna di queste barche hanno qualcosa di sospetto che potrebbe rivelare la loro attività di traffico di droga.

La boa contiene un meccanismo per sollevare e abbassare temporaneamente l’antenna che trasmette le coordinate, in forma criptata, poche volte al giorno. Questo sistema è stato adattato a boe esistenti utilizzate sulle reti da pesca del tonno.

Uno dei suoi progettisti sostiene una percentuale  di successo di consegna della spedizione del 90% e ha dichiarato che lo sviluppo del "siluro" è una funzione di controllo remoto che utilizzerà segnali criptati trasmessi via satellite. 






































(Weg, Google, nauticareport.it, Wikipedia)

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