martedì 13 novembre 2018

SI FARA' L'UPGRADE DELL'M.B.T. "C1 ARIETE"?




UPGRADE DEL CARRO MEDIO C1 ARIETE

L'Ariete è il carro armato da combattimento standard delle formazioni corazzate dell'Esercito Italiano. Lo sviluppo di questo progetto ha visto la collaborazione fra OTO Melara e Fiat-Iveco nell'intento di creare da zero un mezzo con potenza di fuoco, mobilità e moderne tecnologie di protezione al pari della concorrenza.
Nel panorama internazionale sono ormai diversi i paesi che hanno previsto lo svecchiamento e lo sviluppo delle proprie forze corazzate, non ultimi India e Russia. Nel continente europeo nessun paese membro dell’Unione ha ancora previsto di aggiornare i numerosi – ed ormai obsoleti, benché ad oggi efficienti – carri Leopard e nazionali.
Il finanziamento prevede la creazione di due nuovi prototipi del nostro MBT, da dotare con nuovi sistemi di sorveglianza, scoperta, protezione e mobilità. L’obbiettivo dichiarato è quello di allungare la vita degli Ariete almeno fino al 2030. Nonostante gli iniziali 35 milioni di euro, è molto probabile che il costo leviterà esponenzialmente fino a raggiungere almeno 1 miliardo di euro. Considerando il fatto che l’Esercito prevede di avere 200 Ariete 2 entro il 2028, e che ogni ammodernamento costa 5 milioni ad unità. L’Italia, sia per la sua posizione geografica che storica, necessita di un parco mezzi degno del suo ruolo nel Mediterraneo come nel mondo. L’industria nazionale, benché fiaccata dalla crisi e dal peso dello Stato, può essere rilanciata grazie ad un intelligente piano di ammodernamento e potenziamento dei mezzi di esercito, aviazione e marina. Recente esempio del successo italiano nella produzione di armamenti è stata l‘autoblindo Centauro II; noi ci auguriamo sinceramente che anche per il carro armato Ariete 2, con il motore aggiornato con il sistema common rail e con una corazzatura ed una difesa attiva degna di questo nome, l’ammodernamento sia  un successo.

Il MBT Ariete è stato sviluppato dal Consorzio Fiat-Iveco - OTO Melara con sede a Roma. La divisione difesa di Fiat-Iveco ha effettuato lo sviluppo principale del carro e la OTO Melara si è incaricata dello sviluppo dei sistemi d'arma e della torretta. L'Ariete è in servizio nell'Esercito Italiano cui il primo carro è stato consegnato nel 1995 e l'ultimo, dei 200 MBT ordinati, nell'agosto 2002. Il carro è distribuito ai due reggimenti carri della Brigata corazzata "Ariete": il 32º Reggimento ed il 132º; dal 2008 il carro è in dotazione anche al 4º Reggimento carri della 8ª Brigata bersaglieri "Garibaldi"; i rimanenti carri sono in carico alle scuole o tenuti in riserva strategica.



Nel 2004 l'MBT Ariete è stato impiegato, per la prima volta, dall'Esercito Italiano in Iraq all'interno della missione "Antica Babilonia".
Il progetto che avrebbe portato alla realizzazione del primo carro armato italiano dal dopoguerra mosse i primi passi negli anni ottanta.



Il programma fu rallentato dalla decisione di dare la precedenza al progetto di un mezzo di cavalleria ruotato (l'attuale Centauro) poiché in quegli anni i carri armati da battaglia (Leopard) non mancavano nelle file dell'EI, mentre non era presente alcun mezzo pesante da combattimento ruotato. Di conseguenza, al termine della guerra fredda, il programma di sviluppo dell'Ariete aveva accumulato notevoli ritardi. I corposi tagli al bilancio della Difesa, derivanti dalla fine della Guerra Fredda, rallentarono successivamente il progetto.
Quando i primi Ariete prodotti in serie lasciarono le catene d'assemblaggio era ormai il 1997 e le loro caratteristiche tecniche, che negli anni '80 li avrebbero resi paragonabili ai migliori carri europei, erano ormai superate. Infatti contrariamente a quanto fatto con l'Eurofighter Typhoon, l'Ariete non aveva beneficiato di migliorie che lo tenessero al passo con i tempi, sia perché i costi gravavano sulle casse di una sola nazione, sia perché si prevedeva che negli scenari futuri i cingolati avrebbero avuto minore importanza per via del diverso contesto internazionale.
Inizialmente l'esercito italiano aveva deciso l'acquisto di 700 Ariete. Questi 700 veicoli sarebbero dovuti essere prodotti in due lotti, di cui un primo lotto da 300 veicoli e successivamente un secondo da 400 nel quale erano incluse le cosiddette versioni speciali (genio, gettaponte, ecc.).
La fine della Guerra Fredda però determinò una riduzione del primo lotto da 300 a 200 veicoli, provocò la cancellazione del secondo lotto e, a causa della svendita di centinaia di Leopard 1 e 2 di seconda mano da parte della Germania, la possibilità di trovare acquirenti esteri divenne veramente scarsa.
La drastica riduzione del numero di esemplari fece di conseguenza aumentare il prezzo a causa del ridotto ammortamento dei costi pluriennali derivanti dalla progettazione, dagli studi di sviluppo e dai costi dei macchinari (i "costi fissi" di ogni produzione). Inoltre la realizzazione di un'unica serie ha impedito che vi fossero i continui miglioramenti che hanno contribuito al successo di alcuni altri carri quali ad esempio il Leopard.
L'Ariete può ingaggiare obiettivi fissi o in movimento sia di giorno che di notte, che il carro sia fermo o in movimento. L'armamento principale è un cannone calibro 120 mm ad anima liscia prodotto dalla OTO Melara. Il cannone è monitorato da sensori termici e dispone di un sistema per il recupero dei gas e di smorzamento di fiamma; è inoltre stabilizzato idraulicamente e può utilizzare quasi tutti i tipi di munizioni disponibili, compresi i proiettili APFSDS e HEAT (high explosive anti-tank).
Il carro trasporta 42 proiettili, di cui 15 all'interno della torretta e gli altri nello scafo. L'Ariete inoltre è munito di una mitragliatrice standard NATO da 7.62 mm coassiale al cannone principale e di una mitragliatrice per la difesa antiaerea da 7.62 mm montata sul tetto della torretta e manovrata dal capo carro. La riserva di munizioni per le due armi leggere è di 2.500 cartucce.
Su entrambi i lati della torretta in posizione anteriore sono montati dei lanciatori di granate fumogene alimentati elettricamente. Il carro è dotato del sistema RALM, prodotto dalla Selex Communications (ex Marconi Italiana S.p.A.), che rileva i raggi laser dei sistemi di puntamento avversari; il sensore RALM è montato nella parte anteriore della torretta e copre un arco di 360 gradi.
L'Ariete, come tutti i carri armati occidentali dell'ultima generazione, ha una torretta protetta in materiali compositi, con un frontale assai inclinato, ma come nel caso del Leopard 2 i lati sono verticali. Le gonne laterali sono fatte pure in materiali compositi, prodotti dalla Lasar. Il carro ha una protezione maggiorata sull'arco frontale e vi è l'opzione di rinforzare i fianchi mediante corazzature aggiuntive laterali. In ogni caso il livello di protezione, in particolar modo contro i proiettili APFSDS, rimane il tallone d'achille del mezzo, raggiungendo i 500 mm nell'arco frontale della torretta (Ariete C1), spessore paragonabile a quello di un T-72B sovietico degli anni '80[1] ma inferiore a quello dei contemporanei M1 Abrams o Leopard 2.

Il carro è inoltre protetto da minacce nucleari, batteriologiche e chimiche (NBC) da un sistema sviluppato dalla Sekur S.p.A. di Roma.


Il sistema di controllo del tiro è il TURMS FCS prodotto da Galileo Avionica S.p.A. (ex Officine Galileo ed ora parte di Selex Galileo) di Firenze. Comprende un visore periscopico stabilizzato diurno/notturno per il comandante, un visore stabilizzato con vista termica e telemetro laser per il cannoniere, oltre ad un computer di controllo del fuoco. Quest'ultimo riceve dati dai sensori meteorologici e dall'anemometro del carro, insieme a dati circa la posizione del carro stesso, le condizioni della canna, il tipo di munizioni ed il bersaglio; grazie al computer balistico e al telemetro laser c'è la possibilità di far fuoco anche quando il mezzo è in movimento con un'altissima precisione: la stabilizzazione dell'armamento e le sospensioni consentono il tiro in movimento: ma mentre un mezzo come il Leclerc spara con precisione anche sui 30–40 km/h, l'Ariete è costretto a rallentare a 15–20 km/h a seconda del terreno. La postazione del comandante, sulla destra della torretta, è equipaggiata con il visore panoramico ed un monitor che mostra l'immagine termica dal punto di vista del cannoniere. Il visore, montato sul tetto della torretta, ha una rotazione di 360 gradi, ed un'elevazione da -10 a +60 gradi. La postazione del pilota, sulla destra nella parte frontale dello scafo, è equipaggiata con tre periscopi, uno dei quali dà la possibilità della visione notturna passiva.

L'Ariete monta un motore turbodiesel Fiat V-12 MTCA da 12 cilindri, in grado di generare 937 kW (1247 CV). Il sistema di trasmissione automatica, prodotto su licenza della compagnia tedesca ZF, ha quattro marce avanti e due indietro, e incorpora il sistema di sterzata e il ritardatore idraulico.

Il sistema di trazione è concepito su sette doppie ruote stradali a profili gommati, più quattro rulli di richiamo su ogni lato, con cingoli a doppio perno disegnati dalla tedesca Diehl. Il sistema di sospensioni consiste in una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico su ogni braccio.

L'Ariete è in grado di raggiungere una velocità massima di 65 km/h e superare una pendenza massima del 60%. La profondità di guado massima è di 3 metri con la preparazione, e 1 metro e 25 centimetri senza preparazione. La versione corrente del motore eroga 1247 CV, pochi in confronto ai carri più moderni. L'IVECO ha risposto a questa grave mancanza con un motore potenziato a 1600 CV., la cui installazione sui mezzi è ancora tutta da delineare, viste le difficoltà di budget della difesa e in particolare dell'EI. Attorno alla fine del'92 l'Ariete su di un percorso di 10 km, venne confrontato con altri 2 carri armati di vecchia concezione, ovvero il Leopard 1 e l'M60A1. In appena 10 km di percorso cross-country l'Ariete non solo staccò in media di ben 7 minuti l'M60, ma riuscì anche a dare 3 minuti e mezzo di distacco al Leopard, nonostante questo fosse rinomato per l'alta mobilità e che fosse in una versione ancora piuttosto 'scarica' rispetto a quella di un carro armato come il Leopard 1A5. La ragione era, nonostante tutto, un rapporto potenza-peso di circa 24 hp/t contro 20-21, ovvero circa il 15-20% in più, il che dava una migliore accelerazione e ripresa, e anche una leggermente superiore velocità di punta con un picco di oltre 70 km/h (nominalmente erano 65, ma i carri moderni riescono spesso a superare, differentemente dai loro avi, la velocità 'ufficiale', persino con picchi dell'ordine dei 100 km/h), ma anche un sistema di sospensioni capace di mantenere meglio le curve ad alta velocità rispetto a quanto possibile al più delicato Leopard 1. L'M60, invece, con i suoi 13-14 hp/ton venne irrimediabilmente surclassato. Tutto questo venne ottenuto nonostante il peso dell'Ariete fosse stato aggravato da una zavorra che lo fece passare dalle 52 ton originarie a 55, anche se il motore era stato a sua volta potenziato da 1.200 hp a 1.270. Il rapporto potenza-peso, così, è passato da 24 a 23,1 hp/ton, ancora di quasi il 10% migliore del Leopard e quasi il doppio rispetto all'M60. Detto questo l'Ariete, con i suoi 70 km/h di velocità massima, può competere con i 72.5 km/h dell'M1A2 SEP Abrams e i 72 km/h del Leopard 2A6, che raggiungono questa velocità con rapporti peso/potenza similari, visto la maggior potenza del motore (1500 hp) ma anche il maggior peso (superiore alle 60 t).




È in previsione da tempo, rimandata costantemente per mancanza di fondi, una profonda revisione del carro per avvicinarsi agli standard qualitativi degli altri MBT occidentali. L'Ariete infatti presenta un peso inferiore a qualsiasi altro modello di carro di ultima generazione, per via dell'insufficiente potenza erogata dal motore. Quasi tutti gli altri MBT occidentali montano invece un ben più potente propulsore da 1500 CV che permette loro di mantenere una buona mobilità anche con corazzature maggiori. Nuove corazzature aggiuntive sono state prodotte e consegnate all'Esercito (viste su alcuni carri nell'operazione Antica Babilonia in Iraq), così come è disponibile il nuovo propulsore IVECO V12 di 27 litri di cilindrata capace di sviluppare 1600 CV, tuttavia sembra che gli aggiornamenti al motore siano stati bloccati per problemi tecnici ed economici. Sono previsti inoltre aggiornamenti per rendere compatibile l'Ariete al suo uso nelle cosiddette "forze NEC", come l'introduzione del sistema Siccona, ma anche questi aggiornamenti sono per ora rimasti solo su carta.
Fin dalla sua presentazione uno dei difetti attribuiti da molti analisti al carro ARIETE è la presunta scarsa corazzatura che lo renderebbe uno dei veicoli meno difesi in campo occidentale. Secondo tali fonti la testimonianza più significativa di tale carenza sarebbe il peso di 53.500 Kg. inferiore a quello di tutti i carri di pari categoria (54.545 per l'M1 Abrams, 57.154 per l'M1A1, 62.000 Kg. per il Challenger 1 e 55.150 per il Leopard 2A2, ).
D'altra parte tale problema non poteva essere risolto tramite un incremento generalizzato della corazzatura stante la potenza del motore FIAT V12 MTCA che non superava i 1.200 Hp continuativi (contro i 1.500 Hp erogati dai motori degli altri veicoli) e che avrebbe compromesso il già sfavorevole rapporto potenza/peso di 22,43 Hp/t. (27,50 per l'M1 Abrams, 26,24 per l'M1A1, 24,19 per il Challenger 1 e 27,20 per il Leopard 2A4; ).
Per sopperire a questa carenza fin dall'inizio è stato previsto il montaggio di due kit di corazzature addizionali su degli appositi supporti presenti sia sulla torretta che sullo scafo. Il kit più leggero consente al carro di mantenere un minimo di manovrabilità mentre quello più pesante è destinato ad essere utilizzato quando il veicolo viene impiegato per compiti che non richiedono lunghi spostamenti. Inizialmente era previsto che tali kit venissero installati solo sui carri dotati del nuovo motore con potenza aumentata a 1.600 Hp e che doveva essere installato su tutti gli ARIETE. In realtà le continue ristrettezze di bilancio hanno rinviato a tempo indefinito questa modifica mentre le corazze sono state sviluppate e successivamente montate sui carri inviati in Iraq.
In occasione di EUROSATORY 2002 l'IVECO ha presentato per la prima volta ad un salone estero l'ARIETE ed in questa occasione ha mostrato anche uno di questi kit. Anche se inizialmente sembrava potesse trattarsi di un disegno definitivo in realtà si è poi verificato che si trattava solo di un mock-up e che le vere corazze avevano un disegno ed una distribuzione sul carro completamente diversa.
Cadute apparentemente nell'oblio, così come molti dei pur necessari miglioramenti al carro ARIETE, le corazze sono improvvisamente ricomparse durante la missione "Antica Babilonia" che l'Esercito Italiano ha condotto in Iraq. In particolare, a seguito degli scontri avuti tra ribelli e le forze italiane, si decise di inviare un'aliquota di carri ARIETE in quel teatro. Tali carri, inizialmente sprovvisti di queste corazze, vennero in seguito equipaggiate con esse.
Si dà di seguito qualche nota storico/tecnica su tali carri ottenuta grazie alla gentile disponibilità del personale che operò in quel periodo nella 1^ Compagnia "Leoni di Bardia".



Notare che il montaggio delle corazze aggiuntive comporta la rotazione di 180° del supporto posteriore del cavo di traino in quanto il riposizionamento di quello anteriore renderebbe impossibile il fissaggio del cavo del cavo che risulterebbe troppo corto.

Per quanto riguarda il paranco per la movimentazione delle piastre questo viene fissato (in posizione di riposo) sopra il cesto porta bottino a contatto con la parte posteriore della torretta. Esso è assicurato al carro tramite due cinghie, che vanno a collegarsi alla prima e quanta maniglia presenti sui due boccaporti sopra la torretta, ed un ferro che entra nel foro di scolo centrale del cesto.

A completamento delle notizie riguardanti queste corazze aggiuntive è doveroso segnalare l'articolo pubblicato sul numero  marzo-aprile 2005 di RIVISTA MILITARE. In sintesi si conferma che il carro ARIETE sarà dotato di due sistemi di difesa passivi: il tipo "WAR" ed il tipo "Peace Keeping". La novità sta nel fatto che secondo gli autori il tipo "WAR" sarà montato stabilmente sui carri mentre il secondo, in parte già visto in Iraq, verrà installato solo se necessario.

Quindi i kit schierati in Iraq, contrariamente a quanto da molti supposto, non sono quelli "WAR" e tanto meno ne costituiscono la base.

Peraltro il kit completo verrebbe essere un assieme di quello (peraltro quasi certamente un mockup) visto ad Eurosatory e quello ora in uso.   

Si noti che stando al disegno non sono previste ulteriori corazze sulla piastra frontale dello scafo.

Peraltro c'è da chiedersi se anche tale disegno sia effettivamente aderente alla realtà o se si tratti addirittura dell'anteprima di una nuova soluzione per cui le attuali corazze sarebbero solamente un prototipo. Tale dubbio sorge guardando il profilo delle corazze stesse che è diverso da quelle utilizzate.


Questo carro, interamente sviluppato e prodotto in Italia, entrò in servizio sul finire della guerra fredda nel numero di 200 mezzi, (costati l’uno 4,4 milioni), in sostituzione di numerosi veicoli ormai obsoleti. Benché come sempre quando si parla di armamenti interamente italiani, le prestazioni del carro siano da alcuni elogiate e condannate da altri, tutto sommato il veicolo di punta delle nostre forze corazzate è un buon carro da battaglia. Al giorno d’oggi è però necessario un aggiornamento.
"@SVPPBellum" e "svppbellum.blogspot.com" se lo augurano di cuore.

(Web, Google, Wikipedia, E.I.)



































































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