martedì 27 novembre 2018

PROTEZIONI ANTIBALISTICHE



Il nuovissimo giubbotto antiproiettile “Pbi G12 It”



In generale il giubbotto antiproiettile è un indumento, generalmente con taglio a gilet o casacca, usato da eserciti e forze dell'ordine che serve a proteggere l'operatore dai colpi di arma da fuoco o schegge da frammentazione di esplosivi (in questo caso anche noto come "flak jacket"), fermando il proiettile o le schegge al suo interno.

Seppure precedentemente teorizzato come un indumento a protezione dei proiettili già dal XIX secolo e dopo molteplici e svariati prototipi, è stato inventato nel 1965 da Stephanie Kwolek usando il kevlar, ottenuto grazie alle sue ricerche sui polimeri.

Generalmente è realizzato da un contenitore esterno in tessuto balistico ("carrier") e più pannelli balistici interni a seconda del grado di protezione. I pannelli balistici sono generalmente costituiti da più strati di fibre aramidiche intrecciate (kevlar, mentre in passato si utilizzava il nylon balistico) o tessute ed incollate su microfilm di polietilene (twaron e spectra). La funzione delle fibre è quella di assorbire e disperdere la forza di arresto e penetrazione della palla (o scheggia) attraverso la deformazione plastica (allungamento) delle fibre stesse. Il numero di strati sovrapposti determina la capacità di protezione del pannello balistico, generalmente classificato in classi di protezione NIJ (Stati Uniti) o SK (Germania).

Normalmente i pannelli balistici realizzati con tale tecnologia consentono la protezione contro palle da arma corta e limitatamente da armi automatiche fino al calibro 9x21, velocità fino a 600 m/s. Per la protezione contro palle rigate da arma lunga (calibri 223, 308 e superiori), è necessaria l'aggiunta di pannelli semirigidi o rigidi in materiali metallici (alluminio balistico; acciaio balistico; titanio balistico) o ceramici (carburo di boro, carburo di silicio); plastici come il poliuretano ultrauretanico ad alta densità.

Questi pannelli aggiuntivi consentono la frammentazione dell'ogiva di palle veloci (oltre 700 m/s) in parti più piccole facilmente arrestabili dal sottostante pannello balistico in fibra aramidica. La differenza tra le diverse soluzioni riguarda soprattutto il peso, fattore molto vincolante nella scelta della protezione più adatta alle missioni da svolgere. Un corpetto di classe NIJ-IV può pesare fino a 10 kg.

È indossato per proteggere le parti vitali del corpo. Prende questo nome perché si indossa come un giubbotto normale, la parte che copre la zona anteriore del corpo si unisce a quella posteriore con delle strisce di velcro. I modelli più validi offrono anche protezione laterale dei fianchi, del basso ventre, del collo, delle spalle. Negli anni 70/80 fu anche prodotta una sorta di "mutandone" in kevlar, concepita per gli elicotteristi esposti al tiro dal basso con armi leggere.


I giubbotti utilizzati dall'esercito e dalle forze dell'ordine vengono testati per poter resistere all'impatto di raffiche di proiettili. Questa capacità è definita multi strike.

Nonostante i proiettili abbiano una massa molto piccola, la loro quantità di moto è grande poiché viaggiano ad una velocità superiore ai 300 m/s, sebbene l'impulso non sia tale da spostare il corpo umano. Scene di vittime spostate anche di metri per l'effetto di proiettili ricevuti sono solo finzione cinematografica.

L'impatto di proiettili attraverso pannelli balistici causa comunque traumi da punzonamento (in inglese blunt trauma): ematomi, lesioni interne, fratture localizzate, a causa della deformazione del pannello stesso, che trasferisce comunque al corpo l'energia assorbita dalle fibre (al netto di quella dispersa con le deformazioni plastiche) e la penetrazione di punzonamento dovuta al carico puntuale dell'ogiva.



Livelli di protezione NIJ

In ordine crescente di protezione:

Livello I: (.22 LR; .380 ACP) Questa armatura protegge da proiettili calibro .22 Long Rifle Round nose (40 grani) ad una velocità di 329 m/s e da proiettili calibro .380 ACP Full Metal Jacket RN (95 grani) ad una velocità di circa 322 m/s. Non fa più parte degli standard (è troppo leggero).
Livello IIa: (9 mm; .40 S&W) Protegge da proiettili 9 × 19 mm Parabellum Full Metal Jacket Round Nose (FMJ RN) (124 grani) ad una velocità di circa 373 m/s e da proiettili calibro .40 Smith & Wesson (180 grani) ad una velocità di circa 325 m/s. Protegge inoltre dalle minacce elencate nel Livello I.
Livello II: (9 mm; .357 Magnum) Protegge da proiettili 9mm FMJ RN (124 grani) ad una velocità di 398 m/s e da proiettili calibro .357 Magnum Jacketed Soft Point (JSP)(158 grani) ad una velocità di circa 436 m/s. Protegge inoltre dalle minacce elencate nei livelli IIa e I.
Livello IIIa: (.357 Sig; .44 Magnum) Protegge da proiettili calibro .357 SIG Flat Nose (FN)(125 grani) ad una velocità di 448 m/s e da proiettili calibro .44 Magnum Semi-jacketed Hollow Point (SJHP)(240 grani) ad una velocità di circa 436 m/s. Protegge inoltre dalla maggior parte dei proiettili per pistola, ma anche dalle minacce elencate nei livelli precedenti (I, IIa e II).
Livello III: (Fucili) Protegge da proiettili 7,62 × 51 mm NATO (Munizione M80)(148 grani) ad una velocità di circa 847 m/s. Protegge inoltre dalle minacce elencate nei livelli precedenti (I, IIa, II, IIIa).
Livello IV: (Fucili perforanti) Protegge da proiettili calibro .30-06 Springfield M2 Armor Piercing (AP) del peso di 166 grani (10,7 grammi circa), ad una velocità di 878 m/s. Fornisce almeno la protezione da un colpo singolo delle minacce menzionate in tutti i precedenti livelli d'armatura.




ASSUNZIONI IN VISTA ALLO STABILIMENTO MILITARE DI MUNIZIONAMENTO TERRESTRE DI BAIANO PER IL NUOVISSIMO giubbotto antiproiettile Pbi G12 It 

Sono numerose le assunzioni in vista per potenziare l’organico dello Stabilimento militare di munizionamento terrestre di Baiano. 

A breve, un “funzionario specialista tecnico”, individuato dall’Agenzia Industre Difesa, si occuperà dell’organizzazione delle risorse umane e strumentali a disposizione interfacciandosi direttamente con “le funzioni responsabili della manutenzione, dell’approvvigionamento e della logistica alle quali assicurerà le informazioni atte a garantire l’efficienza degli impianti e delle attrezzature di produzione, la disponibilità delle materie prime e dei materiali accessori necessari alla produzione; la gestione in ingresso e uscita delle materie prime/prodotti di consumo e prodotti finiti”. Avrà anche il compito di pianificare, monitorare e rendicontare la produzione.

I 2 esperti e i giovani di recente è stata poi avviata anche una procedura di mobilità volontaria volta ad assegnare all’Smmt 2 esperti (settore tecnico-scientifico-informatico) in attività tecniche e tecnico-manuali nell’ambito della chimica e della fisica: i lavoratori interessati a trasferirsi nell’impianto di Baiano dovranno essere in grado di costruire manufatti esplosivi, eseguire lavorazioni su di essi utilizzando le apparecchiature e gli arnesi da lavoro idonei e curare la manutenzione ordinaria delle attrezzature in uso, degli impianti e dei mezzi affidatigli, mantenendo in ordine il luogo di lavoro. Nel caso in cui la procedura (il testo completo del bando è disponibile sul sito difesa.it) non dovesse andare a buon fine l’Aid procederà a pubblicare un bando pubblico. A luglio inoltre, per sostituire i dipendenti andati in pensione ed abbassare allo stesso tempo l’elevata età media del personale, si procederà ad arruolare circa 13 giovani interinali. 

La situazione attuale L’Ente, fondato nel 1937 come reparto staccato del laboratorio di caricamento proiettili esercito di Piacenza, nel corso degli anni è diventato uno dei principali siti produttivi del settore. Tra i partner dello Stabilimento, infatti, ci sono Leonardo (ex Finmeccanica), Mes e la Singapore Technologies Kinetics per conto della quale si produrrà quella che viene considerata l'evoluzione della bomba a mano. L’accordo stipulato con il Consorzio protezione balistiche Italia permetterà poi alla struttura di contribuire alla realizzazione del giubbotto antiproiettile Pbi G12 It aumentando così il proprio giro di affari. Attività, a cui va aggiunta la demilitarizzazione di mine e bombe a mano ormai obsolete, di fondamentale importanza per lo sviluppo del polo. 

Un impianto strategico “Questo stabilimento - aveva detto il generale Renato Morlino a dicembre, in occasione della cerimonia organizzata per celebrare Santa Barbara - per caratteristiche sociali e geografiche rappresenta un ‘unicum’ a livello nazionale con una sua valenza strategica. Ora siamo in un momento di transizione, molti lavoratori stanno andando in pensione e quindi cercheremo di coinvolgere maggiormente i giovani perché le prospettive di sviluppo ci sono: a testimoniarlo sono le collaborazioni strette con importanti aziende italiane e internazionali”.

(Web, Google, Wikipedia)


















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